SHOUD 6 – Serie Ali

Presentato al Crimson Circle il 3 febbraio 2018    

www.crimsoncircle.com

Io Sono quello che Sono, Adamus del Dominio Sovrano.

Benvenuti, cari Shaumbra. Benvenuti alla nostra riunione.

Stamattina il caro Sam – Tobias – il caro Sam si è svegliato e oh, ora ha quasi 19 anni, si è alzato e si è guardato allo specchio e voi sapete quanto i giovani sono consci del loro aspetto e di come si presentano. Poi invecchi e lasci andare un po’. Nessuno di voi lo fa (risate), ma il caro Sam si è alzato, si è guardato allo specchio ed è rimasto quasi scioccato. Il suo viso era molto, molto arrossato, come se fosse rimasto al sole per otto, dieci ore senza alcuna protezione solare. Ha pensato, “Di recente non sono stato al sole,” – e dove vive ora, in questo periodo non c’è molto sole – e si è chiesto cosa stava succedendo, il suo viso era proprio rosso. Non gli fa male, è solo rosso come se si fosse scottato e si sta ancora chiedendo cosa sta succedendo. Noi invece lo sappiamo perché siamo qui per la riunione del giorno della sciarpa rossa; noi sappiamo che sta solo cogliendo – come Tobias – la risonanza, la vibrazione di ciò che stiamo facendo qui, di nuovo una riunione. È brillante e lo facciamo nel mese di febbraio e il 14 febbraio è anche il giorno di St. Germain (poche risate).

SART: Sì!

ADAMUS: Sì, a volte noto come il giorno di St. Valentino, ma a me piace chiamarlo il giorno di St. Germain.

Eccoci qui, riuniti per ricordare perché siete venuti qui, perché siete venuti qui insieme. Oh, voi vi conoscete. Quasi tutti voi vi siete conosciuti in almeno cinque o sei vite. Tra voi non siete estranei. Alcuni di voi vengono qui per la prima volta e pensano di essere nuovi, ma non è così. Forse lo siete in questo corpo fisico, ma non siete davvero ‘nuovi’.

Vi ringrazio per esservi vestiti di rosso, un promemoria, un ricordo. Scusatemi un attimo mentre… (va a prendere una delle sciarpe rosse Shaumbra che sono in vendita) In questa stanza c’è qualcosa che proprio non va. Vi ringrazio per esservi vestiti di rosso e per aver indossato le vostre sciarpe e perché vi ricordate del viaggio, del perché siete venuti qui.

Mentre controllavo l’energia della stanza, ho sentito che qualcosa non andava bene. (Adamus mette una sciarpa rosso Shaumbra al collo di Edith e il pubblico dice, “Aww!”) Sì. Ora sei completa, Edith.

EDITH: Grazie (la bacia sulla guancia).

ADAMUS: Direi anche che arriva con una piccola richiesta. Se accetti questa sciarpa da me, devi farmi un favore.

EDITH: Ok.

ADAMUS: “Ok,” dice. Permetti, solo questo. Permetti, nient’altro. No, a volte non sei molto brava a permettere a volte. Lo sai.

EDITH: Lo so.

ADAMUS: A te piace lottare. Ti piace la lotta, ma come ho detto nel recente Vita da Maestro 6 basta con le lotte, Edith. Non stai lottando più contro il mondo. Non stai lottando più contro la tua famiglia. Non stai lottando più contro il denaro, giusto?

EDITH: Mi auguro di no.

ADAMUS: Oh! Senti senti, “Mi auguro di no.” Ecco, lei continua a restare attaccata alla lotta. Vuoi che ne riparliamo tra un anno per vedere come sarà? O sei disposto a mollare… possiamo darle il microfono?

LINDA: Certo.

ADAMUS: Sei disposta a mollare proprio ora la lotta? È tutto ciò che è, una vecchia lotta contro le forze che hanno tutto e per tutta la tua vita hai lavorato duro per tutto ed è stata davvero tosta. Tu sei ancora… tu sei una specie di macchina da guerra, sai (risate). Beh, è vero.

È molto vero.  No, a te piace stare attaccata a quella roba. Ti fornisce una causa, come ho detto nel Vita da Maestro 6. Ti fornisce qualcosa con cui ti energizzi ed è una passione ma adesso basta, Edith. Basta lottare con l’abbondanza. Ok?

EDITH: Ok, mi piace.

ADAMUS: Ok. E poi permetti. È tutto ciò che devi fare. È tutto ciò che ti si chiede. Ogni mese tu hai il tuo posto riservato e se qualcuno cerca di portartelo via (altre risate). Io (estrae denaro dalle tasche di Cauldre) do 20 – non si porta dietro molto – darò 20 dollari a chi il mese prossimo le porterà via il posto (altre risate e il pubblico dice, “Oh!”).

EDITH: Per favore, non farlo.

ADAMUS: “Per favore, non farlo.” (Adamus ridacchia). Sento che il pubblico sta dicendo, “Per 20 dollari non vale la pena.” (risate) “L’ira di Edith non vale la pena.”

Edith, per favore, mentre procediamo fai questa cosa, altrimenti per te sarà davvero molto difficile e sai, tu sei un po’ il manifesto per chi resta attaccata a questa roba. vecchia. In altre parole, a molti che sono là fuori – là fuori (indica la telecamera) e che ci guardano – in fondo tu fai un favore in quanto li rappresenti.  Da questo punto in poi si tratta solo di Permettere. Basta battaglie. Tu non hai fatto nulla di nuovo.  Nella tua illuminazione non stai facendo alcun errore. Nessuno, ma finché resti attaccata alle battaglie, alle cose vecchie sull’abbondanza, ad altre cose e forse anche al non essere abbastanza, per te da questo punto sarà molto difficile. Io ti do questa sciarpa e ti chiedo di indossarla spesso.

EDITH: Ok.

ADAMUS: Forse ogni –  facciamo un patto: finché Edith indossa la sua sciarpa ogni mese e ogni tanto la lava, è naturale ma cara Edith, finché la indossi una volta al mese questo posto sarà riservato per te. Niente sciarpa, niente posto.

LINDA: Sì!! Woo! È una promessa?

EDITH: Credo che si chiami ricatto.

ADAMUS: No, il ricatto è del tutto diverso.  Se fosse un ricatto, oh! Avremmo un diverso … no, si chiama “Facciamo un patto.” Cosa c’è dietro la porta numero uno?

EDITH: Mi piace (ridacchia).

ADAMUS: Sì, i problemi con l’abbondanza. Cosa c’è dietro la porta numero due? Le vecchie lotte. Cosa c’è dietro la porta numero tre? Il tuo diritto assoluto a e giusto to Realizzazione. Non è una lotta.

EDITH: Una grande abbondanza finanziaria.

ADAMUS: No, no, no, no, no.

EDITH: Oh …

LINDA: Quella era la porta numero 1.

ADAMUS: Perché non riguarda neppure l’abbondanza. L’abbondanza esce dal vocabolario. Non ci pensi neanche più. Vedi, tu dici, “Io, Edith, sono qui e l’abbondanza è molto più in là.” Non è così. Dimenticati dell’abbondanza, del tutto. Smetti di lavorarci sopra. Smettila di lottare. Fai solo un bel respiro profondo e scordatene. Ci sarà. Ci sarà, davvero. Viene a te da tutte le direzioni diverse. Guarda, oggi hai già ricevuto una sciarpa gratis.

EDITH: Sì.

ADAMUS: Voglio dire, cos’altro vuoi? (Adamus ridacchia)

EDITH: Grazie. Grazie tante.

ADAMUS: Grazie. Grazie. Grazie, Edith. Indossa quella sciarpa e tieniti il posto (altre risate).

So, Sam si è svegliato chiedendosi perché fosse tutto rosso in faccia e potete quasi sentire Tobias che negli altri reami ridacchia e dice “Oh, caro figlio, caro sé, si tratta di un promemoria, il promemoria di migliaia di anni fa, il promemoria dei Templi di Tien, quando veniste prendendovi un grande impegno.”

Per questo facciamo un bel respiro profondo mentre diamo inizio alla giornata. Facciamo un bel respiro profondo e lasciamo che tutte le energie si riuniscano.

Edith, si riuniscono. L’abbondanza, di cui non dobbiamo parlare più. Non è un problema. Le energie sono qui per servirvi. Punto. Nient’altro. Senza se, e o ma. Non c’è il, “Ci sto pensando o ci sto lavorando.” Voi fate solo un respiro profondo come Maestro e lo permettete. Tutto qui. Se c’è uno sforzo maggiore di questo o dei dubbi, allora il vostro approccio è al contrario. Allora sì che sarà tosta.

Dove stiamo andando, ne parlerò tra un attimo, è il sogno e noi ci stiamo andando, ma lasciatevi dietro le cose che non vi servono più. Lasciatevele alle spalle. Mi accusano di rompere le famiglie e le relazioni. Solo perché nella mia ultima vita non ero sposato e non lo sarò mai più, io non cerco di rompere le relazioni. Vi dico solo di lasciarvi alle spalle ciò che non vi serve più e se si tratta di una relazione – e vi dico che è dura – lasciatevela alle spalle. Lasciate che quella relazione si evolva di suo senza trattenervi. Che sia il denaro, l’autostima o altro, dove stiamo andando non possiamo portarcele dietro. Nei prossimi tre, cinque anni avremo molte cose da fare. Ve le spiegherò tra un attimo. Abbiamo molto da fare, ma lo facciamo rilassandoci. Ci rilassiamo. (Adamus sorseggia il suo caffè). Ah! Il caffè umano. Mm e sì, non mi dispiacerebbe anche un bicchiere di vino, ma dopo (poche risate).

Facciamo un bel respiro profondo e permettiamo che entrino le energie.

Vi dirò subito che oggi è un giorno importante. Noi effettueremo una misurazione. Nel messaggio di Valentino di qualche anno fa ho detto che avremmo fatto alcune misurazioni. Noi useremo il mese di St. Germain mese, il mese di Valentino per farle. Oggi, entro la fine della sessione noi faremo una misurazione per dove siamo e ciò che avverrà dopo. Ciò che faremo è una specie di test, quindi preparatevi. Che siate qui di persona o online, oggi noi faremo un test. Oh, sento che mentre lo dico vi si accappona la pelle (poche risate). Ugh! Ne parleremo alla fine per tirarcela dietro, ma prima di farlo, iniziamo con la saggezza Shaumbra.

LINDA: Oh, ragazzi.

ADAMUS: Dov’è la musica da fanfara? Apriamo con la saggezza Shaumbra.

LINDA: Oh, ragazzi!

ADAMUS: Penso che sia – alè! Sìì! (il pubblico fischia e applaude) Oh, abbiamo bisogno di un tasto da premere.

 

La Saggezza Shaumbra

Apriamo con la saggezza Shaumbra. Ora tocca a voi rispondere alle domande. Oggi ne ho una buona. Woo! Cara Linda, andiamo a scegliere il saggio Maestro tra il pubblico, il primo a rispondere alla mia domanda.

LINDA: Ok.

ADAMUS: Chi sarà?

LINDA: Fai la domanda o no?

ADAMUS: Linda non conosce la domanda e di certo non conosce la risposta.

LINDA: Ok, la mia scommessa la piazzo qui.

ADAMUS: Ohh! Sì. Avete notato come vi arriva da dietro (risate).

LINDA: Oh, Sì! Oh, Sì.

MARY SUE: Ho visto arrivare quest’ombra.

ADAMUS: È un po’ come la Realizzazione. S’intrufola da dietro. Voi non vedete la Realizzazione, l’illuminazione che vi arriva di fronte. Voi vedete tutta la vostra altra merda e invece no, in un certo senso la Realizzazione s’intrufola da dietro, un po’ come fa Linda.

Ecco la domanda per te. Oh, questa sarà bella.  Tu sei una buona prima scelta. Su una scala da uno a dieci in cui uno è il minimo e dieci il massimo; su una scala da uno a dieci, quant’eri insolito o diverso – o diciamo pure strano o bizzarro – da bambino e mentre crescevi? Prima di rispondere, però, pensa in essenza a tre periodi diversi, tre periodi di sviluppo, sviluppo energetico.

Il primo è verso i tre, quattro anni, quando per la prima volta diventate consapevoli delle cose e volete connettervi agli altri.  Voi iniziate a vedere lo specchio di voi negli altri ed è molto importante. Un altro avviene tra i sette e gli otto anni, quando iniziate ad avere gli amici e lasciate il cerchio ristretto della famiglia e iniziate a vedervi e a paragonarvi agli altri. L’ultimo avviene verso tra i 16 e i 21 anni e sono numeri indicativi.

In fondo sono tre periodi, tre periodi essenziali, quando in un certo senso vi misurate rispetto agli altre e il sé umano dice, “Ohhh, ragazzi, Sì. Io sono…” In generale a che punto siete che?

MARY SUE: Dieci è molto diverso?

ADAMUS: Molto strano.

MARY SUE: Non direi molto strano, direi molto diverso.

ADAMUS: Non molto diverso, ok.

MARY SUE: Io non sentivo ciò che sentivano gli altri. Ero molto sensibile.

ADAMUS: Quando te ne sei reso conto per la prima volta?

MARY SUE: Penso che il segnale sia stato il mio quarto compleanno.

ADAMUS: Il quarto compleanno, ok. Da tre a quattro anni.

MARY SUE: Stava per arrivare mia nonna ed io ero sicura che mi avrebbe portato la spilla a forma di farfalla che avevo visto con lei in un negozio, ma quando è arrivata mi ha dato un fazzoletto (lei ridacchia).

ADAMUS: Davvero??

MARY SUE: Sì.

ADAMUS: Tua nonna ti ha dato un cencio per il muco? Voglio dire… (risate), “Avrei potuto avere una farfalla e ricevo questo?” È wow.

MARY SUE: Ho pensato che forse c’era qualcosa di simbolico nel…

ADAMUS: Ti soffiavi spesso il naso? Avevi il raffreddore? Dai, forse avevi la sinusite e tua nonna ha pensato che… ancora peggio, era usato? (il pubblico dice “Daiii”)

MARY SUE: Sono sicura che sia da qualche parte (ride nervosa).

ADAMUS: Oh! Dici che ce l’hai ancora?

MARY SUE: No.

ADAMUS: Oh, Ok. Ok.

MARY SUE: Non più.

ADAMUS: Bene. A quel punto ti sei resa conto del perché…

MARY SUE: Sì, ricordo di essere tornata nella mia stanzetta e sai, proprio come…

ADAMUS: Sotto le scala?

MARY SUE: Sì.

ADAMUS: Sì, sì.

MARY SUE: Proprio lì.

ADAMUS: Sì, sì.

MARY SUE: È stato come dire no, le cose non andranno come pensavo che avrebbero dovuto andare e fu una Realizzazione.

ADAMUS: Sì. Accidenti, la nonna che ti procura quel trauma. E dopo? Passiamo a quando eri, oh, vedo qualcosa verso i 15, 16 anni, in quel periodo.

MARY SUE: Beh, sarebbe verso fine liceo?

ADAMUS: Sì, Sì.

MARY SUE: Quando Kennedy fu ucciso.

ADAMUS: Uh huh.

MARY SUE: Penso che fossi come…

ADAMUS: Hai cercato di adattarti.

MARY SUE: Oh, certo che ci ho provato.

ADAMUS: Per te era molto importante, ma quando ti sei resa conto che non funzionava?

MARY SUE: (ridacchia) Probabilmente è stato in quel periodo. Non posso dirti che me ne sono andata per essere me stessa.

ADAMUS: Giusto, giusto. No, no.

MARY SUE: No.

ADAMUS: Hai quasi sempre tentato di adattarti finc…

MARY SUE: Quasi sempre, ma io…

ADAMUS: Quando hai smesso?

MARY SUE: Sta ancora succedendo.

ADAMUS: Ok (ridono).

ADAMUS: Qui ti adatti?

MARY SUE: In parte.

ADAMUS: In parte, ok.

MARY SUE: No, io sono diventata due persone. Io sono una persona con gli altri ma poi ho la mia vita personale.

ADAMUS: Mm hmm. Sulla scala da uno a dieci, dove sei tu?

MARY SUE: Direi che sono quasi in alto.

ADAMUS: Circa a …

MARY SUE: Otto, nove, dieci (ridacchia).

ADAMUS: Sì, 9 e99.

MARY SUE: (ridacchia) Ok.

ADAMUS: Qualcosa del genere. Sì, sì.

MARY SUE: Sì, concordo.

ADAMUS: Posso chiederti se lotti con il fatto di cercare di adattarti e di fare la brava ragazza?

MARY SUE: Sì.

ADAMUS: Perché?

MARY SUE: Perché mi piace uscire e ridere con le persone.

ADAMUS: D’ora in poi ti piacerà uscire e ridere delle persone (risate).

MARY SUE: Oh, ok (ride).

ADAMUS: No, sono curioso. È un conflitto.

MARY SUE: Sì.

ADAMUS: È nella tua energia e tu puoi ancora goderti il fatto di uscire e stare con le persone e probabilmente ancora di più se sei davvero tu e accetti che sei diversa.

MARY SUE: Ok.

ADAMUS: Strano, bizzarro o come preferisci.

MARY SUE: (ridacchia) Ok.

ADAMUS: No. No, capirai che è un bel complimento. Sì.

MARY SUE: Grazie.

ADAMUS: Bene. Grazie.

MARY SUE: Grazie.

ADAMUS: Grazie. Il prossimo. Su una scala da uno a dieci.

LINDA: Ok.

ADAMUS: Quanto strano sei?

LINDA: Lei è nuova, è un rischio.

ADAMUS: Ok, è un grosso rischio. Eccoci.

SHAUMBRA 1 (uomo): Me lo aspettavo.

ADAMUS: Sì, Sì! Oh, sì!

SHAUMBRA 1: Devo alzarmi? (qualcuno risponde “Sì”) È acceso?

ADAMUS: Sì, è acceso.

SHAUMBRA 1: Bene. Ehi, è bello vederti.

ADAMUS: Grazie. Grazie (Shaumbra 1 ridacchia). Bello rivederti.

SHAUMBRA 1: Qual è la domanda?

ADAMUS: Qual è la domanda?

SHAUMBRA 1: Capisco.

ADAMUS: Numero uno. Qui ci sono poche regole.  Non dire mai… (il pubblico dice “Non lo so”) Ok, ora tutti finiscono in bagno!

SHAUMBRA 1: L’ho detto? (Adamus ridacchia) L’ho detto?

ADAMUS: No, no. Non l’hai detto? Ti sto solo spiegando e tanto per cambiare cerco di essere comprensivo. (Shaumbra 1 ride sonoramente) La domanda è…

SHAUMBRA 1: Sapevo che mi sarebbe piaciuto stare qui!

ADAMUS: Più tardi avremo bisogno di una lavagna, ma ho appena notato una cosa strana. Per favore, quando potete mi mettete qui la lavagna? Gli aggeggi elettronici. Ecco, ho la mia lavagna (qualcuno dice, “Evvai!” e qualche applauso).

La domanda è: su una scala da uno a dieci quanto strano, diverso, insolito eri o come ti percepivi mentre crescevi?

SHAUMBRA 1: È una bella domanda.

ADAMUS: Grazie.

SHAUMBRA 1: Grazie. Direi che ero – non ricordo molto prima dei cinque anni, ma mi ricordo di una ‘visita’ a quell’età.

ADAMUS: Ok. Da parte di?

SHAUMBRA 1: La Coscienza Cristica, St. Germain e l’Angelo Gabriele

ADAMUS: Ok. Bene. Bene.

SHAUMBRA 1: I tuoi amici.

ADAMUS: Sì, Sì. Amici. Sì, sì (Shaumbra 1 ridacchia). Sì. In base a ciò, cosa pensavi della tua realtà, della tua sanità mentale?

SHAUMBRA 1: Mi sono reso conto che sono infinito.

ADAMUS: Quando avevi cinque anni?

SHAUMBRA 1: Sì.

ADAMUS: Ok. Ora che sei cresciuto, dove sei cresciuto?

SHAUMBRA 1: Questa è roba tosta, va bene. Sono cresciuto a Birmingham, in Inghilterra.

ADAMUS: Oh. Dal tuo accento non pensavo fosse l’Alabama (poche risate). Crescendo hai tentato di adattarti, ma…

SHAUMBRA 1: Oh, sì.

ADAMUS: … molto presto ti sei reso conto che non funzionava. Ti sei sentito ostracizzato dai tuoi compagni di scuola?

SHAUMBRA 1: Sì, mi sono quasi suicidato.

ADAMUS: Oh, l’hai fatto.

SHAUMBRA 1: Sì.

ADAMUS: Quanti anni avevi?

SHAUMBRA 1: Verso i 14.

ADAMUS: Perché?

SHAUMBRA 1: Perché, um …

ADAMUS: Ti bullizzavano?

SHAUMBRA 1: Sì. Ho sviluppato una relazione speciale con la Coscienza Cristica.

ADAMUS: Giusto.

SHAUMBRA 1: E…

ADAMUS: Qualcuno direbbe che sei pazzo. Io no, ma qualcuno sì.

SHAUMBRA 1: Sì, sì. Ridevano di me.

ADAMUS: Sì. Entra in classe e dì all’insegnante, “Ehi, io ho una relazione con la Coscienza Cristica!”

SHAUMBRA 1: No, non proprio così.

ADAMUS: Lo so. Come sai sto esagerando.

SHAUMBRA 1: Mi sono reso conto che ero molto più di ciò che mi dicevano. C’era molto di più, moltissimo di più di ciò che mi dicevano o che io sentivo.

ADAMUS: Sembra un bel po’ di roba egoica, “Io sono più grande…”

SHAUMBRA 1: Forse. Forse.

ADAMUS: “Io sono più grande di quanto mi dicono.”

SHAUMBRA 1: Forse. Sì, forse. Non lo so, mi bullizzavano.

KERRI: Cos’hai detto. Che non lo sai?

SHAUMBRA 1: Oh, caro.

LINDA: Ohh! (risate)

ADAMUS: Qui c’è una piccola regola e chiederò: Dobbiamo mandarlo nel bagno delle signore per… (tutto il pubblico dice “No!”) Aspettate. Lasciate che vi dia le opzioni e…

SHAUMBRA 1: Beh, ho un certo. Quello funziona di certo (ride).

ADAMUS: O lo lasciamo in pace? O oggi gli diamo…

LINDA: Lasciamolo in pace!

ADAMUS: … il permesso? Chi vuole che vada al bagno?

KERRI: Me! (qualcuno dice “No” e il pubblico ride)

ADAMUS: Non devi andare.

SHAUMBRA 1: Grazie, davvero.

ADAMUS: Sì (qualcuno urla “È un’esperienza”).

ADAMUS: È un’esperienza, sì.

SHAUMBRA 1: Lo è, è forte.

ADAMUS: Sì, sì.

SHAUMBRA 1: Grazie.

ADAMUS: Tu dici che ti sei quasi suicidato. Allora per te era davvero, davvero, davvero, davvero dura e sono venuto da te più volte.

SHAUMBRA 1: Sì. Quando avevo 18 anni ho ricevuto la visita da parte della Coscienza Cristica che letteralmente riscritto il mio programma in una notte.

ADAMUS: Sì.

SHAUMBRA 1: Ed ero una persona del tutto diversa.

ADAMUS: A quale programma ti riferisci?

SHAUMBRA 1: Ero coinvolto nella chiesa cristiana, nel Movimento Nato Di Nuovo ma iniziavo a sentire e a sensare… (sospira) il grande Io Sono. È tutto ciò che posso dire.

ADAMUS: Sì.

SHAUMBRA 1: Che la vita è molto più interessante e le persone sono molto più belle di quanto ci hanno detto.

ADAMUS: Sì. Perché non ti sei suicidato?

SHAUMBRA 1: Quando mi guardo dietro, credo che chi vuole cambiare deve affrontare l’abisso e poi impegnarsi a vivere.

ADAMUS: Puoi ripeterlo? Vorrei proprio che la telecamera si avvicinasse.

SHAUMBRA 1: Ok. Cercherò di ricordarmelo.  Io credo che chi vuole cambiare deve affrontare l’abisso e poi impegnarsi a vivere.

LINDA: Mm (qualcuno dice “Eccellente”).

ADAMUS: Grazie (il pubblico applaude). Grazie. Grazie. Ora non devi andare al bagno delle signore…

SHAUMBRA 1: Ok!

ADAMUS: … Linda ti darà una sciarpa gratis poiché non…

SHAUMBRA 1: Ne ho già una!

ADAMUS: Oh, ne ricevi un’altra gratis.

SHAUMBRA 1: Me ne ha già data una.

ADAMUS: Sì, ma te ne darà un’altra.

SHAUMBRA 1: Oh, fantastico!

ADAMUS: Accidenti, prendila! Viene a te.

SHAUMBRA 1: Mi piace l’abbondanza. È fantastico!

ADAMUS: Linda, vuoi dargli un’altra sciarpa?

LINDA: È un piacere.

ADAMUS: Sì. È stato geniale ed io penso che tutti voi – grazie – penso che tutti voi possiate sentire la sfida che avete affrontato perché anche voi l’avete fatto e forse non siete arrivati al punto di suicidarvi. Mi azzardo a dire che tra chi è seduto qui e chi è online un novanta, forse addirittura un novantadue percento ha pensato al suicidio. Non del tipo “Non ce la faccio più,” È quasi scritto nel libro di Shaumbra e spero non per le prossime generazioni, ma per ognuno di voi. Io lo sento e anche gli altri possono sentirlo. Oggi, oggi tutto ciò sarà trasformato. Ecco perché siete qui. Grazie. Sì.

SHAUMBRA 1: Grazie.

ADAMUS: Divertente, non sembri venire dall’Alabama (risate). Grazie. So, su una scala da uno dieci, tu sei la stranezza oltre il limite (più risate).

SHAUMBRA 1: Grazie.

ADAMUS: Sì, Sì. Ok, ancora un paio.

LINDA: Ok.

ADAMUS: Crescendo, scala da uno a dieci, la tua stranezza.

KATHLEEN: Ci risiamo (fa una pausa). A che età siamo?

ADAMUS: Combinale tutte insieme, quindi da tre a quattro, da sette a otto e poi da 16 a 21. Prima, con la tua famiglia è la prima consapevolezza, “Non è la mia famiglia.” Da otto a nove sei con i tuoi amici, “Oh, non sono come loro.” Da 16 a 21, “Non mi adatterò mai a questo mondo.” In fondo è molto semplice. Messe tutte insieme, dove sei?

KATHLEEN: Su una scala da uno a dieci?

ADAMUS: Sì.

KATHLEEN: Sono là fuori.

ADAMUS: Dammi un numero.

KATHLEEN: Nove.

ADAMUS: Nove. Io direi molto di più (Adamus ridacchia). No, tu non sei strano; è la tua percezione di te. Tu cerchi di adattarti, soprattutto con i problemi di famiglia e cerchi di adattarti alla tua famiglia. Sì, sì, sì e…

KATHLEEN: Sono diventata il clown.

ADAMUS: Sì.

KATHLEEN: Mm hmm.

ADAMUS: Ma cercavi anche di mantenere l’energia in movimento.

KATHLEEN: Mm hmm.

ADAMUS: Tu cercavi davvero di coprire la disfunzione che era in corso.

KATHLEEN: Esatto.

ADAMUS: Sì. Sai che per tutto il tempo, “Questo… qui io non mi adatto.” Quando hai sentito che cercavi di adattarti di più? Dove c’è stato il grande tuffo – “Io mi adatterò. Mi tufferò nella vita e cercherò di essere normale”?

KATHLEEN: Molto dopo.

ADAMUS: Quanto dopo?

KATHLEEN: Ero un’adulta.

ADAMUS: Venticinque? Trenta?

KATHLEEN: Forse ho aspettato anche dopo.

ADAMUS: Ok. A che età hai avuto figli?

KATHLEEN: A ventiquattro anni.

ADAMUS: Pensi che sia stato un punto di svolta?

KATHLEEN: Sì. Sì.

ADAMUS: “Meglio che mi adatti a tutto, perché ora sono una mamma.”

KATHLEEN: Sì.

ADAMUS: Ti ha aiutato?

KATHLEEN: Sì. Così sono riuscita a connettermi e ad aprire il mio cuore e a guarire alcune cose.

ADAMUS: Sì e cercare di essere normale, di essere una mamma.

KATHLEEN: Sì.

ADAMUS: Quando ti sei resa conto che non eri una brava mamma nel modo convenzionale? Sai, tu non ti sei adattata alla cosa del tipo di mamma di periferia.

KATHLEEN: Beh, ho cercato di diventare Presidente dell’Associazione Genitori…

ADAMUS: Sì, gran cosa (risate). Sarebbe stato grande.

KATHLEEN: E fare la mamma a calcio era divertente.

ADAMUS: Sì.

KATHLEEN: Verso i 31 anni ho aperto un negozio da sola.

ADAMUS: Sì.

KATHLEEN: Poco dopo ho trovato il Crimson Circle e mi sono espansa.

ADAMUS: Su una scala da uno a dieci sentivi che non ti eri mai adattata, forse solo nei primi anni da mamma, sai, perché eri molto assorbita da ciò che facevi, ma qui posso dirti che stai ancora cercando di adattarti e non solo in pubblico ma a volte anche con Shaumbra.

KATHLEEN: (fa una piccola pausa) Quello è il mio limite.

ADAMUS: Giusto. Shaumbra?

KATHLEEN: Sì.

ADAMUS: Sì. Qui non devi adattarti.

KATHLEEN: No, qui no.

ADAMUS: Qui no. Qui no.

KATHLEEN: Qui sono me stessa.

ADAMUS: Esatto.

KATHLEEN: E mi amo.

ADAMUS: Alcuni vengono qui e cercano di adattarsi pensando che “Ok, questa è la famiglia, ho la sciarpa che lo prova e cercherò di adattarti,” ma qui adattarti significa solo essere te stessa, per quanto strano possa sembrare. Qui c’è molta stranezza (risate). No, ma è un luogo sicuro dove essere strani. Perché no? Bene.

KATHLEEN: Le cose cambiano quando molli e basta.

ADAMUS: È vero.

KATHLEEN: È vero.

ADAMUS: È stupendo.

KATHLEEN: Sì.

ADAMUS: Bene, grazie.

KATHLEEN: Grazie.

ADAMUS: Ancora due, grazie.

LINDA: Ok. Fammi vedere.

ADAMUS: Ancora due. A chi toccherà il microfono? Ah! La stranezza. No, non è il tuo nome (risate).

PAULA: Ok. Io non ho problemi con il fatto di essere strano.

ADAMUS: In realtà tu ti sei divertita.

PAULA: È vero.

ADAMUS: Sì. Tu eri solita a sbatterlo in faccia alla gente. Sì.

PAULA: Sì. Sono cresciuta in una famiglia Mormone devota ed ero là fuori. Io riuscivo a vedere l’aria. Io sapevo di essere diversa da tutti gli altri. Io potevo volare sulle sedie. Non mi adattavo.

ADAMUS: Scommetto che con gli anziani è stata dura (lei ride).

PAULA: Non è successo!

ADAMUS: Ne sono certo! Ne sono certo! Per quanto hai dovuto vivere sotto copertura?

PAULA: (fa una pausa) Ero più grande quando mi sono resa conto che dovevo vivere sotto copertura perché stava diventando un problema più con gli amici che con la famiglia.

ADAMUS: Giusto.

PAULA: Mi sono ribellata all’età di 17, 18 e me ne sono andata.

ADAMUS: Oh. Sì. Bene e ora, anni dopo come ti senti a livello di stranezza rispetto a agli altri?

PAULA: Non m’interessa più essere più strana degli altri e non mi preoccupa stare con loro e in un certo senso osservo la stranezza e se a loro non piace, va bene.

ADAMUS: Sì. Bene, bene. Vorresti tornare a… (scuote la testa “No”) No.

PAULA: No.

ADAMUS: La fedeltà, sai… contiene un bel po’ di bella struttura perché non devi pensare molto.

PAULA: No, per niente.

ADAMUS: È stata fatta per te.

PAULA: Spero proprio di noi.

ADAMUS: Oh, sì, eccome (lei ride). Meno è meglio è, perché qualcuno altro ha detto, “Ecco le regole, seguile,” e poi ti ha proseguito, “Quanto bene segui le regole?”

PAULA: Esatto.

ADAMUS: Posso chiedere a tua figlia se pensa che sei strana? Sì, sì! (risate) La faccia, quella faccia dice tutto.

THERE: Lei è strana.

ADAMUS: Ti piace avere una mamma strana o preferiresti avere una mamma normale?

THERE: Oh, non credo che avrei bene con una mamma normale.

ADAMUS: Probabilmente no.

THERE: No.

ADAMUS: No, no, no. Sì.

THERE: No.

ADAMUS: Sì, perché voi siete due piselli in un baccello (risate). No, bella stranezza! (ridono) Bene. No, stranezza.

THERE: Io non penso di essere strana! (più risate)

ADAMUS: No, strana inteso rispetto agli altri, sai, la società, sai, i Mormoni. Sai, strano rispetto alla norma.

THERE: Presumo che pensassi che tutti gli altri erano strani e io ero normale.

ADAMUS: Mi piace (risate). Mi piace – il microfono era distante, vorrei che lo ripetessi.

THERE: Scusa, sì. Io pensavo che tutti gli altri erano strani e io ero normale.

ADAMUS: Bene. Cosa c’era di strano in loro?

THERE: Hm. Mentre crescevo mi andava bene essere chi ero e per molti altri non era così.

ADAMUS: Sì.

THERE: Pensavo fosse un po’ strano, ma…

ADAMUS: Mentre crescevi ‘mormonizzata’?

THERE: Non molto.

ADAMUS: Oh, ok.

THERE: Ho zii che hanno più o meno della mia età che sono più come dei fratelli maggiori.

ADAMUS: Sì.

THERE: Io andavo in chiesa con loro, ma presto mi sono accorta che non era roba per me.

ADAMUS: Non era roba per te.

THERE: Sì.

ADAMUS: Bene.

THERE: Per niente.

ADAMUS: Nella tua vita hai passato molto tempo – sto cercando di digerirlo – ad essere diversa dagli altri ed esserne felice.

THERE: Sì, a me andava benissimo.

ADAMUS: Bene.

THERE: Sì.

ADAMUS: Bene. Ancora uno. Grazie. Grazie. Ancora uno. Livello di stranezza.

LINDA: Vediamo. Hm. Hm, hm, hm. Ecco, probabilmente …

ADAMUS: Alcuni si chiedono dove voglio parare con questa domanda.

ADAMUS: Sì, il tuo livello di stranezza. Ciao.

SHAUMBRA 2 (donna): Ciao. Direi prima infanzia, otto o nove.

ADAMUS: Sì.

SHAUMBRA 2: Da adolescente quattro o cinque.

ADAMUS: Quattro, cinque.

SHAUMBRA 2: O meno.

ADAMUS: Tu hai…

SHAUMBRA 2: Ho cercato di adattarmi.

ADAMUS: Hai imparato ad adattarti. Ok.

SHAUMBRA 2: Poi direi, da adolescente e dopo i 20, poi nove.

ADAMUS: Nove, ok.

SHAUMBRA 2: Sì, mi sono resa conto che non stavo facendo molto.

ADAMUS: Ora quanti anni hai?

SHAUMBRA 2: 44.

ADAMUS: Oh, divertente, ne dimostri 20. Sì. Sì (lei ride). No, non vendo fumo (ridono).

SHAUMBRA 2: Grazie.

ADAMUS: Molto giovanile. Ora dov’è il tuo livello di stranezza rispetto agli altri?

SHAUMBRA 2: Penso di essere ancora al nove.

ADAMUS: Ok.

SHAUMBRA 2: Sì, direi di sì.

ADAMUS: Bene. Ok. Bene, grazie.

 

 

 

Dalla Comunità alla Sovranità

Oggi faccio questa domanda perché probabilmente nel vostro livello of stranezza quasi tutti voi siete a nove-e-mezzo e in un certo senso avete imparato ad accettarlo. Direi che negli ultimi cinque o sei anni quasi tutti voi ci avete davvero lottato contro, – “Cosa mi sta succedendo?” – e c’è un’enorme seduzione, una gravità che vi porta ad adattarvi alla coscienza di massa. A nessuno piace essere del tutto un ‘outsider’.

Sapete, Abraham Maslow ne parlò in alcuni dei suoi studi. Tutti vogliono un senso di riconoscimento e vogliono inserirsi nella comunità perché è molto importante per l’equilibrio psicologico nel senso tradizionale. Senza quello, senza avere una connessione con la comunità e in fondo quasi vedervi attraverso gli altri – “Come mi adatto? Mi adatto? In base a quanto mi adatto alla società o a un gruppo o a una chiesa o altro, vado bene?” – ciò crea un senso molto forte di stabilità mentale. Quando a qualcuno la sottraete, quel qualcuno diventa pazzo proprio a causa della gravità, della seduzione che in un certo senso vi trattiene dentro. Senza quello, senza la sensazione che voi appartenete a qualcosa, la mente diventa mentalmente molto instabile. Quasi tutti voi avete avuto quella sensazione, probabilmente negli ultimi sei anni – dipende da chi siete – ma quando di colpo vi rendete conto che, “Io non mi adatto e probabilmente non lo farò mai.” Adesso basta sperare di cercare di adattarvi. Adesso basta cercare di adattarvi. Di colpo vi rendete conto che, “Non funziona proprio,” e nella mente umana ciò attiva qualcosa che vi porta allo squilibrio proprio perché non siete più bloccati o ipnotizzati nella coscienza di massa.

La mente è ancorata nella coscienza di massa. Ora voi prendete quell’ancora che è quasi un punto di incatenamento e la mente inizia a fare cose strane.  Tutti voi avete fatto l’esperienza in cui la notte restate svegli e vi chiedete, “Che c’è di sbagliato in me? Perché mi sento tanto dissociato? Cosa sto facendo di sbagliato?” – e alle due del mattino affrontate la litania della roba mentale. Niente di sbagliato. Voi vi state solo liberando dalla gravità che è molto seducente e la mente non sa come gestire il tutto. Per eoni interi è stata programmata per avere la comunità, che sia la vostra famiglia o un’organizzazione o solo gli amici, non importa. Alcune comunità si basano su persone che conoscete, in ufficio dove c’è il paragone costante della mente, “Come mi sto adattando al mio ambiente di lavoro o sociale o di altro tipo?” Voi iniziate a lasciar andare e la mente diventa pazza. Proprio così e poi vi trovate ad affrontare cose come, “Voglio restare?” o, “Cosa non va in me?”

Poi la mente fa un trucco divertente, cioè riempie quello spazio con i dubbi e la mancanza di fiducia in voi. “C’è qualcosa di sbagliato. Devo rientrare nella norma.  C’è qualcosa di sbagliato in me.” Voi lo sentite e vi entra anche nel corpo, “Sono del tutto disconnesso,” e “Oh, cos’è che non va?” e “Adamus dice che fa parte del risveglio ma oh, sento che sto impazzendo.” È solo la mente che di vuole costantemente connettersi o associarsi a un qualche tipo di comunità, come vi vedete rispetto agli altri.

È molto interessante, è affascinante come funziona la mente e per questa parte della programmazione della mente io incolperò Atlantide. Prima di allora non c’era. Il vostro bisogno di comunità fu programmato e ipnotizzato nel nucleo del pensiero mentale.

Ricordatevi che Atlantide si basava molto sulla comunità. Era come un grande, enorme kibbutz e c’era pochissima individualità. Le persone continuano a voler tornare a quelle vecchie origini, vogliono tornare al, “Isoliamoci tutti su un’isola, in una fattoria o altrove. Torniamo ai fondamentali.” Non c’è modo di tornarci. Proprio come con la tecnologia, non c’è modo di tornare indietro. Lo stesso vale per il vecchio stile di comunità.

Ciò che sta accadendo ora è che andiate verso la sovranità. Noi non stiamo tornando a un certo vecchio concetto di unità, ma la mente lo vuole disperatamente perché l’hanno programmata così. Fu programmata per quello e vuole sempre che vi vediate o vi misuriate in base agli altri – la loro reazione a voi, quanto bene vi adattate a un certo gruppo e quanto bene siete esistiti in quel gruppo.

 

Avanti Rispetto al Vostro Tempo

C’è qualcosa molto, molto interessante in tutto ciò perché, miei cari amici, non era previsto che vi adattaste così. Voi avete imparato ad essere umano. Voi avete contribuito ad inventarlo. Voi avete imparato a recitare il ruolo dell’umano, ma lungo il percorso a un certo punto avete detto, “Adesso basta.” Mi piacciono quelle parole, “Adesso basta.” È come dire, “Con questo ho chiuso.” Voi avete detto, “Adesso basta” e in fondo ora, soprattutto in questo vita voi siete molto più avanti rispetto al vostro tempo.

Voi siete avanti rispetto al vostro tempo e lo notate. Voi siete venuti qui avanti rispetto al vostro tempo, ma state anche uscendo dal tempo. Quella che si sta formando è un tipo di miscela molto interessante. Voi siete molto avanti rispetto al vostro tempo, quindi non vi adatterete mai e quando riconoscete che siete venuti qui a portare qualcosa, si potrebbe dire così, che è all’avanguardia o che è prima del suo tempo o altro, ma voi siete venuti qui molto avanti rispetto agli altri. Voi siete venuti qui per portare loro – mettiamola così – voi siete venuti qui per portare loro un regalo. Voi siete venuti qui per portare loro un regalo, è naturale, con la vostra integrazione, ma è il regalo che state portando loro e quindi siete avanti rispetto al vostro tempo.

Non vi va bene. Vi fa sentire diversi. Nella vostra vita vi siete sminuiti per molto tempo – non solo durante i tre periodi di cui vi ho parlato, ma per tutta la vostra vita – e tende a farvi male? Voi tendete a dubitare di voi, “Cosa sto facendo? Sto impazzendo? Come mai non mi adatto? Devo avere uno strano disordine della personalità, perché non riesco proprio ad adattarmi.” Per favore, fermatevi un attimo e rendetevi conto che siete solo venuti avanti rispetto al vostro tempo.

Lo sapevate. Lo sapevate prima ancora di nascere in questa vita, ma poi l’avete dimenticato. Lo sapevate anche nei primissimi anni di vita, ma poi verso i tre o quattro anni vi hanno detto che gli esseri con cui parlavate non esistevano. Ve li stavate inventando. Più avanti, quando sentivate che c’era molto di più della vita vi hanno detto, “No, non c’è. È tutto qui. Ti trovi un lavoro. Ti fai una famiglia. Muori.” Quando sentivate che c’era qualcosa d’altro e la gente vi diceva, “È solo la tua mente folle. Non riesci ad essere felice con ciò che hai. Non riesci ad adattarti ad avere un po’ di circo e un po’ di pane come tutti noi.” Accadrà domani – il Super Bowl (alcuni ridacchiano).

Siete davvero duri con voi ed io vorrei cambiarlo proprio ora e io vorrei che voi sentiste e non con le mie parole, ma dentro di voi perché è ancora là, il sapere interiore che voi sareste avanti rispetto al vostro tempo. Ricordo che moltissimi di voi dicevano, “Oh, io entro in avanti rispetto al mio tempo. La cosa non mi toccherà mai.” (poche risate) Sì. Sapete, “Io sarò abbastanza forte. Io ho la forza fisica e la forza d’animo.”

Un’altra cosa interessante su moltissimi di voi: quando eravate più giovani, voi sapevate di avere più degli altri. Non sempre era l’intelligenza o il denaro, non sempre era la personalità o la capacità di fare sport, ma voi sapevate di poter ‘prendere’ più degli altri. Voi sapevate che la vita e gli altri avrebbero potuto mettervi a terra e voi vi sareste rialzati. Voi lo sapevate. Voi sapevate che sareste venuti qui con qualcosa di speciale ma poi, alla fine, il tran tran della vita vi ha preso dentro. Ciò che non sapevate quando siete venuti in questa vita, ciò che non sapevate era che questa vita sarebbe stata più difficile in termini di densità della coscienza di massa.

Voi siete venuti in qui dicendo, “Non importa, io non mi dimenticherò. Non lascerò che gli altri mi infastidiscano. Non farò in modo che mi vengano pensieri suicidi.” Ecco, voi siete venuti qui pensando di avere di più, ma in effetti stavate paragonando questa vita alle vostre vite passate, dove la densità della coscienza di massa non era forte come ora. Sotto molti punti di vista le vite passate– come direste voi – erano più primitive, ma la densità non forte come ora.  Non l’avevate previsto, quindi avete subito una battuta d’arresto. Ciò vi ha ‘ribaltato’, vi ha tolto il tappeto da sotto i piedi e voi avete detto, “Che diavolo sta succedendo?”

Prendiamoci un attimo e per favore sentitelo dentro di voi; non solo le mie parole, perché è presente in tutti voi. Sentite dentro di voi siete venuti qui avanti rispetto al vostro tempo.

Voi non vi date una pacca sulla spalla e quasi nessuno di voi si dice, “Beh, ciò mi rende migliore.” No, proprio no. Ciò vi dice solo che voi siete venuti avanti rispetto al vostro tempo. È quasi da pazzi. Su una scala da uno a dieci siamo a dieci, ma in tutto questo c’è qualcosa di eccitante che vi piace molto.

Voi siete venuti qui avanti rispetto al vostro tempo e ora, per rendere le cose ancora più confuse, voi state andando fuori dal tempo. Sì. Voi siete venuti qui, in questa realtà portandovi dietro prima degli altri la coscienza, la luce o come preferite chiamarla. Vi rendete conto che ciò che state facendo qui, nessun altro gruppo New Age nel mondo lo sta facendo? Non si fa nei monasteri o nei templi del mondo, né in alcuni ritiri metafisici, New Age. Questo è un gruppo piccolo, un gruppo molto piccolo e ciò che stiamo facendo qui negli altri gruppi non si fa. Di tanto in tanto ne accennano e vi ripeto che sia meglio o peggio. A volte io penso che voi siate davvero pazzi a farlo, ma eccoci qui. È solo per dirvi che voi siete venuti molto avanti rispetto al vostro tempo.

Potreste – prendiamoci un attimo per sentirlo.

(pausa)

Il nostro prossimo passo è uscire dal tempo. Se ci pensate vi sentirete confusi, quindi cosa facciamo? Noi permettiamo e basta. Arrivare qui essendo avanti rispetto al vostro tempo e poi uscire dal tempo.

Proprio qui, in ciò che io definisco il nostro mese di Valentino, io affermo che voi sarete il primo gruppo di umani che farà l’esperienza di com’è uscire dal tempo – e dallo spazio perché in realtà sono proprio la stessa cosa. Il primo gruppo di umani che lo fa. Alcuni individui l’hanno fatto e nel farlo quasi tutti sono impazziti e hanno avuto bisogno di molto tempo per rimettersi insieme. Noi lo faremo in un’energia molto sicura e lo faremo insieme. Non intendo dire insieme modello Kumbaya, ma ci saranno altri che lo fanno nello stesso momento e lo faremo con molta guida da parte del Crimson Council che ora è rivisto e sfoltito. Vi dico tutto ciò perché quello sarà il nostro prossimo passo.

Facciamo insieme un bel respiro profondo. Voi siete venuti in qui avanti rispetto al vostro tempo, ma ora vi dirò che noi andremo oltre il tempo, quindi abituatevi al fatto che le cose siano molto strane, molto diverse. Se cercate di tornare a una delle prerogative di Maslow, se cercate di dire, “Per vedere dove sono nel mio equilibrio devo continuare a guardare gli altri, compreso Shaumbra,” scordatevelo. Non è così.  Sentitevi a vostro agio nel liberarvi di ciò, del senso di comunità, dell’identità della comunità. Vi farà sentire strani – voi lo sapete perché lo tollerate, ma vi sentirete ancora più strani – a non avere più quella vecchia connessione. È davvero una specie di ipnosi mentale, un impianto che risale a molto tempo fa e che vi sta lasciando con il resto dell’ombra, perché ora non c’è posto per loro.

 

Nikola Tesla

Mentre parliamo di voi che siete avanti rispetto al vostro tempo, ci sono altri umani stupendi. Quasi tutti voi sapete chi è Nikola Tesla, senza dubbio avanti rispetto al suo tempo, molto avanti rispetto al suo tempo, probabilmente – direi – probabilmente 100 anni avanti rispetto al suo tempo. Come voi, anch’egli era un lavoratore dell’energia e lavorava con l’energia in termini di elettricità, ma si spinse molto oltre. All’inizio Tesla tentò di adattarsi, ma molto presto si rese conto che non poteva.

Oh, si approfittarono di lui. Le persone rubarono le sue idee e persino i suoi brevetti. In fondo, persino Thomas Edison lo derubò due volte di somme di denaro piuttosto importanti che gli aveva promesso e poi gli disse, “Oh, beh, tu non capisci il ‘modo americano’. Era una battuta. Il tuo bonus era uno scherzo. Non parlavamo davvero.” Invece Tesla insistette e proseguì il suo lavoro. Le persone istruite, la comunità accademica e quella scientifica gli dissero che in fondo era pazzo, ma oggi vi diciamo che Nikola Tesla non lo era affatto. Egli sapeva.

Riuscite ad immaginare cosa affrontò quando, geniale com’era si ritrovò letteralmente a spazzare le vie di Nuova York dalla ghiaia, dal cemento e dalla cacca di cavallo solo per sopravvivere, solo per mangiare? Era uno degli esseri più geniali in termini di comprensione della vera fisica – non la fisica attuale, ma la vera fisica – ma nessuno lo ascoltava. Era al verde. Per lunghi periodi non ebbe denaro perché o si approfittavano di lui o non lo assumevano. Era troppo strano, non si adattava e non lo volevano nelle loro organizzazioni.

Era un tale genio da aver capito un principio molto, molto basilare su cui la scienza attuale sta ancora lavorando: l’energia è libera. È nell’aria, letteralmente nell’aria. La cosa divertente è che è molto ovvio ed era ovvio per Tesla. Egli ci arrivò e anzi, sviluppò un piccolo apparecchio, un apparecchio poco costoso che riusciva ad estrarre l’energia dall’aria. Pochi costi, quasi zero. Tesla era così avanti rispetto al suo tempo che il mondo non era pronto per lui e forse non è pronto neanche adesso per l’energia libera. Cosa farebbero le persone con un’energia del tutto libera, davvero? Sapete, anche se suona bene, se tutti avessero l’energia libera, immaginate, beh, immaginate alcune persone che conoscete – un vicino o un amico o il vostro capo – che di colpo possiedono l’energia libera e quanta ne vogliono. Come la gestirebbero senza la coscienza? Oh, torniamo al fattore coscienza.

Tesla era un genio. Si rendeva conto di qualcosa, ne parlava agli altri che pensavano fosse un pazzo e lui diceva, “Ecco com’è. Tutt’intorno a noi c’è l’energia ma una parte di essa, una parte di quell’energia è in uno stato neutro. Ecco perché voi non riuscite a vederla e perché non sapete come attivarla attraverso cose come l’elettricità o altre dinamiche, ma c’è.” Gli altri gli ridevano dietro e dicevano, “Se c’è, allora come fai a farla lavorare per te?” Tesla rispondeva, “Immaginatelo, nient’altro. Voi prendete l’energia che è tutt’intorno a voi e che esiste in uno stato neutro” – usava proprio le parole – “Immaginatelo, nient’altro,” e gli altri pensavano che fosse pazzo. Noi usiamo una terminologia un po’ diversa. Attraverso la coscienza, la consapevolezza noi attiviamo l’energia dallo stato neutro, ma è più o meno la stessa cosa. Inoltre non serve la meccanica o costosi apparecchi per farla funzionare. Non è così.

Tesla fu ridicolizzato e morì povero mentre viveva da solo in una stanza d’hotel trasandata a New York. Morì senza un soldo e probabilmente contribuì più all’ evoluzione dell’energia di questo mondo che qualsiasi altro essere. Egli capì le multi-dimensioni ma per sfortuna moltissime delle sue carte sono andate perse – molte le ha distrutte lui stesso. Sapete, voi scrivete quella roba e poi vi dicono che siete pazzo e voi cosa fate, distruggete le prove. Egli bruciò molte carte e molte altre furono riportate in Europa al tempo che voi definite del Blocco dell’Est e nascoste. Furono nascoste.

La cosa interessante è che chi prese quelle carte – beh, le carte furono spedite – chi lesse quelle carte non aveva idea di ciò di cui parlava quando parlava di energia libera. Lo consideravano un eccentrico. Oggi, le sue energie, la sua memoria, la sua coscienza sono risorte ed esiste ciò che definite la Tesla Motor Company, le batterie Tesla e tutto ciò in onore di questo essere stupendo che era 100 anni avanti rispetto al suo tempo.

Probabilmente voi siete 30, forse 40 anni avanti rispetto al vostro tempo, ma il tempo si sta muovendo più in fretta di allora. Gli eventi stanno accadendo più in fretta. Voi siete avanti rispetto al vostro tempo. Io affermo che voi siete i Tesla della coscienza e lo faccio dalla parte più profonda del mio Io Sono. I Tesla della coscienza. Voi state lavorando con la coscienza in modi che gli altri derideranno e disprezzeranno. L’hanno già fatto.  Vi prenderanno in giro e vi diranno, “Provalo. Provalo,” ma voi non potete. Ecco il punto. Voi potete solo viverlo e quella è la prova.

Non è un’equazione matematica quella che cerchiamo di risolvere. Non è un problema fisico, non secondo la fisica umana classica. È qualcosa di molto diverso e voi siete venuti in questa vita e cercate di adattarti e non funziona. Voi tentate di mantenere una delle ultime vestigia – vi dirò – dell’ipnosi atlantidea di dover avere una comunità, le vostre famiglie, perché se potete farlo, se rispondono alle vostre telefonate o leggono le vostre email, allora la mente pensa che sia ok. Voi, però, siete andati oltre.

I Tesla della coscienza. Prima della riunione di oggi ho controllato con Nikola e gli ho detto, “Posso usarlo?” e lui era eccitato e pieno di gioia per il fatto di essere ricordato in questo modo e che voi ‘indossiate’ quella definizione con orgoglio e che la portiate dentro di voi. Non vi sto adulando. Non è adulazione, perché io so cosa avete affrontato per arrivare qui. Io conosco l’inferno, le difficoltà e le ossa rotte e le emozioni rotte che vi hanno portato fin qui.

Per questo facciamo un bel respiro profondo.

Sentitelo dentro. Lasciate che risuoni dentro di voi – i Tesla della coscienza. Qualcuno che era talmente avanti rispetto al suo tempo da essere ridicolizzato e solo dopo onorato.

Ecco la domanda per voi e io non vi fornirò la risposta, ma la domanda. Qual è il collegamento tra Elon Musk e Nikola Tesla? Parlatene sui social e non è ciò che pensate. Il mese prossimo risponderò alla domanda. Qual è il collegamento tra Elon Musk, un individuo meraviglioso, meraviglioso sotto moltissimi punti di vista. Non è certo la persona più tecnicamente adatta che io abbia visto, ma lui sa fare qualcosa di molto importante, cioè lui lascia che le cose vengano a lui, lascia che le energie lo servano. È un Maestro nel lasciare che le energie lo servano. È molto intelligente, ma non è un genio e neppure il miglior manager del mondo, ma lascia che le energie vengano a lui. Usate questo indizio, cari Tesla della coscienza.

Ci sono stati molti altri grandi esseri che erano avanti rispetto al loro tempo. Di molti di loro non avete mai sentito parlare. Erano molto avanti rispetto al loro tempo, ma non ne avete mai sentito parlare. Naturalmente ci sono stati altri simili a Tesla: Benjamin Franklin, avanti rispetto al suo tempo ma ha imparato ad adattarsi ed era davvero stupendo, molto metafisico. Pochi sanno che anche Mark Twain, Samuel Clemens era avanti rispetto al suo tempo. Un tipo molto strano, molto strano (pochi ridono), sebbene fosse una mia incarnazione e fosse un buon amico di Tesla. Sì. Intendo dire che ci sono le prove. Erano buoni amici e provavano grande ammirazione l’uno per l’altro ed è ancora così.

Per questo facciamo un bel respiro profondo. Voi siete avanti rispetto al vostro tempo e ora stiamo uscendo dal tempo. Fatevi andar bene il fatto che voi siete venuti qui per portare un regalo che voi lascerete qui per gli altri. Voi siete venuti qui per farlo per voi, ma voi lascerete qui il regalo che si chiama coscienza. Non sempre si può definire o impacchettare o misurare o pesare o altro, ma voi avete portato qui quel regalo e per farlo avete affrontato molte difficoltà.

Dunque, tutti i dubbi che avete avuto su di voi e sulla vostra comunità, sull’adattarvi ai gruppi e alle famiglie e a tutto il resto, lasciate che proprio ora ciò si trasformi. Lo faremo tra un attimo. Di fatto, facciamolo proprio ora.

Linda, fammi un favore e disegna 7 figure stilizzate su una linea orizzontale. Sette figure stilizzate.

 

Guardare Avanti

Mentre andiamo avanti, proprio ora la cosa più importante su cui lavorare è la fase “Adesso basta” in cui siamo… torno un po’ indietro.

Un paio di anni fa sono venuto qui e ho parlato di Shaumbra: chi siamo, chi siete e dove ci troviamo. In un certo senso l’ho definito. Ho detto che a livello globale non è un gruppo numeroso. Sono circa 100.000 gli umani che hanno letto il materiale e che di tanto in tanto vedono qualche video. Si riducono a 30.000 che ci guardano con regolarità. Non sono molti, rispetto alla popolazione del mondo e di essi circa 15.000 sono davvero e del tutto dedicati alla loro Realizzazione in questa vita e non lasceranno che nulla si metta di mezzo. Non sono molti, proprio no. Io mi sarei accontentato di cinque, erano quelli che servivano.

Nel corso degli anni avete visto il Crimson Circle modificarsi e cambiare e le persone andare e venire. Alcuni di quelli che sono davvero ‘dedicati’ sono rimasti, altri se ne sono andati per un breve periodo e poi sono tornati perché ogni tanto dovete andare nel bosco da soli, per così dire ed usare quel tempo per passare dallo studente all’insegnante; venite qui per avere le informazioni e poi a un certo punto tornate qui, integrati con le informazioni e vi unite alla celebrazione.

Soprattutto negli ultimi due anni abbiamo preso alcune direzioni molto interessanti e di recente una direzione molto, molto interessante e significativa, soprattutto in alcune chiacchierate fatte nel Keahak e negli Shoud e nel ProGnost.

Allora, cosa accadrà nei prossimi tre, cinque anni? In un certo senso noi – sto cercando di trovare la parola giusta con Cauldre – non è isolare, non è segregare, ma noi diventeremo più – non focalizzati – forse un modo per dirlo è che noi diventeremo più ‘filanti’.

Nei prossimi tre, cinque anni quelli che restano ai bordi, che si nutrono di energia – e voi li rilevate a chilometri di distanza – se ne andranno e noi li benediciamo. Essi faranno qualcos’altro –  non è certo una cosa negativa – ma per loro l’intensità era troppa, avevano altri problemi, troppi o restavano attaccati a molte altre cose, troppe, quindi ci divideremo; per quasi tutti avverrà in modo piacevole e molti rientreranno.

Nei prossimi tre, cinque anni in un certo senso ci isoleremo e Cauldre, di nuovo non è la parola giusta; noi andremo dentro. Ecco, questo è il termine migliore.  Nei prossimi tre, cinque anni noi andremo dentro. Una ragione molto importante è perché in quel periodo moltissimi di voi finalmente permetteranno la loro Realizzazione. Voi smetterete di lottare e di combattere e di portarvi dietro la spazzatura. Voi inizierete a rendervi conto che niente di ciò importa. Le vecchie emozioni e la vecchia ipnosi. Voi ve ne libererete.

Nei prossimi tre, cinque anni, il Crimson Circle non crescerà molto. Di fatto, potrebbe anche diventare più piccolo. Potrebbe contrarsi. I numeri potrebbero scendere, meno Shaumbra e solo quelli che sono qui e che permetteranno davvero la loro illuminazione; quelli che resteranno, che andranno davvero in profondità dentro di loro per l’integrazione con il Maestro.

In quel lasso di tempo – penso di averlo definito ‘il popcorn che scoppia’ – in quel lasso di tempo vedrete gli Shaumbra che permettono la loro Realizzazione e non lo scriveranno sulla loro sciarpa. Non dovranno venire da voi e darvi un colpo in testa dicendo, “Oh, sono un essere realizzato.” Voi lo saprete e non sarete gelosi, del tipo, “Oh, perché loro sì e io no.” Non ci sarà alcun tipo di gerarchia. Voi vi renderete solo conto che, “Oh, mio/a caro/a, è successo. È successo. L’hanno permesso e se loro l’hanno permesso, di certo posso farlo anch’io.” I prossimi tre, cinque anni saranno molto belli mentre avrà luogo davvero il passaggio alla Realizzazione, cioè riunire insieme il divino e l’umano.

All’inizio vi farà un po’ paura, perché a volte il sogno è meglio della realtà. A volte cercare è meglio che trovare, perché allora per l’umano è come dire, “E dopo?” ma proprio grazie a quelli che permettono la loro Realizzazione, vi renderete conto in fretta che il sogno non era meglio della realtà. Il sogno è la realtà e la realtà è su molti livelli diversi.

Quelli che all’inizio avranno la Realizzazione, vi aiuteranno a capire che non è ciò che pensavate fosse. Non è una cosa umana, come una cosa plasmata e modellata da umano. È molto, molto diversa e sarà eccitante. Io affermo che alcuni di voi (Adamus ridacchia) – alcuni di voi e forse è giusto che sia così – sono un po’ schifati quando pensano, “Oh, mio dio, là fuori un’altra persona si batte il petto e racconta quanto è illuminata o realizzata e invece non lo è.  Non è normale. Non è reale.” Ce ne saranno alcuni, ma non molti. Non molti, perché in Shaumbra abbiamo eliminato tutto il makyo, a parte un 4,7 percento. Non ci stava più, non c’era più spazio per lui.  Adesso basta, adesso basta makyo, non quando per voi la Realizzazione è molto preziosa e molto importante e non quando vi rendete conto che, beh, alcuni di voi pensano che l’orologio stia ticchettando. Sapete, “È arrivato il momento di farlo.”

I prossimi tre, cinque anni saranno un gran bel periodo insieme. Penso che faremo più riunioni energetiche, una specie di merabh solo per sfuggire alla follia e permettere, nient’altro.

Poi, poi – l’ho detto allo staff del Crimson Circle e lo sa la cara Linda, che ora è sprofondata nei suoi pensieri.

LINDA: Molto in profondità. Grazie per averlo notato.

ADAMUS: Sprofondata nei pensieri (pochi ridono).  Poi ho chiesto all’organizzazione del Crimson Circle di prepararsi per ciò che verrà dopo.

In tutto il mondo al momento c’è un gruppo formato da migliaia di persone che hanno permesso la loro Realizzazione e molti che stanno per farlo, ma di colpo ciò cambia l’energia di tutto il Crimson Circle e di colpo ci sarà la prossima onda che arriverà entro i prossimi tre, cinque anni e saranno numeri importanti e da tutto il mondo. Non saranno attratti dal sensazionalismo di ciò che sta accadendo, ma saranno attratti dall’ energia. Non sapranno neppure come sono arrivati qui. Non sapranno molto del Crimson Circle, ma ne saranno molto attratti. Si sentiranno attratti da voi, dalla vostra radianza e luce e poi, poi ciò apre una fase del tutto nuova. Preparatevi. State pronti, ho chiesto all’organizzazione del Crimson Circle, perché allora cambierà tutto. I prossimi tre, cinque anni saranno il tempo in cui creare lo spazio sicuro e Permettere. Ecco cos’è.

Permettere la Saggezza

Molto di ciò sta solo nel riconoscere la saggezza che c’è, la saggezza che entra con il Maestro. L’ho spiegato in alcune delle nostre riunioni, ma lo ripeterò qui sul bel disegno di Linda. Ognuna delle figurine stilizzate rappresenta una delle vostre vite che partono dal passato – non sono solo sette – e proseguono nel futuro, tutte le vostre vite rappresentate dalle figurine stilizzate.

L’Io Sono, Voi, il Maestro ha scelto questa vita, proprio qui per la vostra integrazione (indica una figura nel mezzo). Roba piuttosto semplice. Non ha scelto le altre vite, ha detto, “È questo, proprio qui, il tempo giusto” – ciò che io definisco Il Tempo delle Macchine – “l’equilibrio della coscienza sulla Terra, proprio quello. Accade proprio qui.” Voi sapete che avreste potuto farlo qui molte vite fa e non l’avete fatto. Voi non l’avete fatto.  Beh, ciò mi dice un paio di cose: il potenziale c’è ancora e voi avete deciso di aspettare fino ad ora per molte ragioni.

Il Maestro, che in fondo è tutte le vite, la saggezza di tutte le vite senza fatti e cifre, è solo saggezza. Quella saggezza, quel calice – lo renderò una tazza, un calice – quel calice contiene la saggezza di tutte le vite e fluisce proprio ora in questa vita e da questa vita voi, come colui che riceve e poi, prima o poi, fluisce in tutte le vite, ma non è questo il punto. Proprio ora fluisce dentro.

Proprio ora e nei nostri prossimi passi sarà molto importante permettere che saggezza faccia ciò che fa. Distilla. Prende tutto il pattume e la merda e la butta fuori. Permetti che lo faccia. A volte potreste sentirvi a disagio, a livello fisico o mentale. Ciò che sta accadendo è che tutto viene distillato. La saggezza viene portata all’umano, a voi da parte del Maestro. Alcuni lo chiamano il divino ma a me non piace molto, perché voi pensate in termini di potere. Quando io parlo di saggezza, di tutte le vite umane, con l’empatia del Maestro che capisce il viaggio umano e le sue difficoltà, proprio ora entra la saggezza che vi impedirà sempre di perdere l’equilibrio.

A volte sentirete che, “Oh, sto perdendo l’equilibrio e devo tenere sott’occhio i miei pensieri.” No! La saggezza eviterà che accada, oppure, “Se non continuo a controllarmi farò cose orribili, certo, perché le ho già fatte.” No. La saggezza non lascia che voi lo facciate. Essa non vi lascerà fare cose cattive. Voi potete fare esperimenti, potete dire, “Ok, stasera mi ubriacherò da far schifo e vediamo se la saggezza me lo impedirà.” Sapete, probabilmente lascerà che vi ubriachiate da far schifo e poi direte, “Ughh! È stato… no, mai più.” (risate) “Ok. Non ho bisogno di farlo. Ci sono stata, l’ho fatto. Ok.”

La saggezza entra e proprio ora è disponibile. Di fatto, non c’è niente che noi stiamo cercando di portare dentro. È qui. È qui. Di recente avete notato che i vostri sogni sono molto strani? Vanno avanti per tutta la notte, sono davvero bizzarri e quasi ogni mattina vi svegliate e dite, “Ma cos’era? Oof! Lascia perdere. Scordatene.”

Sta accadendo che persino nel vostro stato di sonno la saggezza distilla e voi sentite il processo che continua. Per voi, nella mente umana è la notte del sogno lungo ed è frustrante e non smette mai. Al momento siete nel frullatore. Siete nella pentola a pressione, nel distillatore e state sentendo com’è essere ‘saggezzati’ (risate). Ecco cosa sta accadendo.

Proprio ora voi siete seduti qui mentre e io vi distraggo deliberatamente, voi venite saggezzati. Tutto ciò che avete fatto stamattina viene inserito nella macchina della saggezza, viene distillato e saggezzato e reso a voi. Tutto. Niente ne è esente. Oggi, tutto ciò che farete dopo sarà ‘saggezzato’. In altre parole, una volta accadeva che vivevate la vostra vita umana e affrontavate tutta la vostra roba e poi morivate e poi si trasformava in saggezza e poi forse era disponibile per voi nella vita successiva. Dentro di voi sta accadendo proprio adesso. Basta attendere la fine della vostra vita. Basta aspettare il futuro. È qui, proprio adesso. Tutto ciò che avete fatto, tutti i traumi che avete affrontato crescendo e pensando, “Io sono diverso, io sono strano,” proprio ora e anche prima, mentre facevamo le nostre piccole D&R, tutto viene trasformato in saggezza.

Prima non è mai stato così. Prima c’era l’esperienza, poi aspettavate molto tempo e ottenevate un po’ di saggezza. Facevate un’altra esperienza e aspettavate molto tempo. Ecco perché avete vissuto una vita dopo l’altra, una specie di saggezza che aumentava poco a poco. Un po’ in questa vita, un po’ dopo.  Tutto sta accadendo proprio adesso. Ecco perché a volte anche voi sentite che qualcuno vi ha infilato nel cervello e nel corpo un sistema di spurgo e vi stanno – come dite voi – spurgando. Ecco perché a volte niente ha senso, perché tutto viene saggezzato. È disponibile per voi, tutto.

Probabilmente questo è il passo più importante in ciò che stiamo facendo ora, è il processo più importante: Permettere la saggezza. Prima di tutto, riconoscere che c’è; in seconda battuta, permetterla. Non è che… oh, facciamo una merabh. Portiamola dentro proprio adesso e a proposito, dopo la merabh faremo il nostro test, quindi andate dove volete, ma poi noi torneremo.

 

Merabh – Permettere la Saggezza

Facciamo un bel respiro profondo e mettiamo un po’ di musica.

(parte la musica)

Oh, cielo. A volte vi guardo e vedo che siete sconvolti. Al Club dei Maestri Ascesi si perderanno molte scommesse (risate). Molte. Ammetterò che io scommetto su entrambe le possibilità (più risate). Prima contro di voi e poi per voi, quindi qualsiasi cosa accada finisco in pari.

Facciamo un bel respiro profondo e la prossima cosa più importante e profonda che potete fare senza lavorarci sopra è semplice come permettere la saggezza, il processo completo in cui permettete che le cose, i fatti, le cifre e i dettagli, l’esperienza umana, le ferite e le gioie e tutto il resto e tutto, ogni pensiero che avete mai avuto, ogni pensiero diventi saggezza.

Vi darò un piccolo indizio. Quando attraversaste ciò che definite il Muro di Fuoco, cosa di cui Tobias parlò molto tempo fa, acquisiste la vostra identità. Quando attraversaste il Muro di Fuoco e vi frantumaste in miliardi e miliardi di pezzi, ogni pezzo era un potenziale. Tutto ciò di cui avreste mai potuto fare esperienza o pensare o sentire era contenuto nel Muro di Fuoco, la vostra esperienza, la frantumazione del sé.

Si è detto, ci si è chiesti, “Avete mai lasciato il Muro di Fuoco? State ancora facendo quell’esperienza?”

Ora, però, entra la saggezza. Entra un potenziale che nel Muro di Fuoco non era mai stato contemplato. Ora entra non la saggezza del passato, ma anche quella del presente, di ciò che sta accadendo proprio ora.

Ecco cosa faremo nei prossimi tre, cinque anni; lasceremo che tutto diventi saggezza, anche il pensiero che avete appena pensato. Portiamo dentro la saggezza del passato e del futuro, delle vite che potreste vivere in ciò che sarebbe il futuro ma stanno accadendo proprio ora.

Questa è una delle parti più intime della relazione con l’Io Sono. L’Io Sono ama la saggezza. Ama fare esperienza, ma poi la trasforma in saggezza. Ora voi ne avete accesso e sta accadendo nel momento.

Facciamo un bel respiro profondo e cari amici, permettete la saggezza. Ecco tutto.

(pausa)

Permettete la saggezza.

(pausa)

In questo momento, in questo spazio sicuro fate un bel respiro profondo. Mentre entriamo davvero nell’integrazione, noi lo faremo in molti molto diversi tra loro, ma come ho detto prima ad Edith, adesso basta lottare. Adesso basta lavorare sulle cose, perché proprio sta dicendo all’umano, “Permetti e basta.”

Ricordatevi che la saggezza non ha alcun potere. Non contiene alcuna energia. Bon è una forza. In realtà, penso che direste così, è la connessione all’Io Sono, la consapevolezza.

D’ora in poi, invece di tentare di capire le cose nella mente … invece di tentare di capire le cose nella mente, portatele nella saggezza.

Facciamo un bel respiro profondo e permettiamo, nient’altro.

(pausa)

Facciamo un bel respiro profondo e ascoltiamo la musica. Facciamo un bel respiro profondo, permettiamo la saggezza.

Voi non dovete più lottare con le cose nella mente… o capire le cose.

Fate un bel respiro profondo.

(pausa)

Il Maestro porta la saggezza di tutte le vite e la saggezza sta accadendo proprio ora.

(pausa)

Ecco perché tutti quei sogni erano molto strani, perché ora voi state diventando consapevoli di come le cose vengono portate alla saggezza, distillate.

(pausa)

Voi, l’umano, non dovete lavorarci sopra, lottare o combattere con lei. Permettete solo la saggezza e voi dite, “Cos’è la saggezza?” Beh, fate l’esperienza da soli. Non è l’intelligenza. Non è il vostro Q.I. Potreste dire che è la bellezza e la gioia di tutto.  Tutto ciò di cui avete fatto esperienza.

(pausa)

Quando dico ora basta con l’elaborazione emotiva, ciò che intendo davvero è: permettete che entri la saggezza del Maestro e distilli tutta la vecchia elaborazione, tutti i vecchi problemi di fondo.

Permettete che entri nei vostri pensieri; penso che voi direste nella vostra testa. È comunque voi, ma è il Maestro.

Permettete che entri nelle esperienze del vostro passato che forse sono ancora traumatizzate.

Permettete che entri nel vostro corpo. Sì, certo, anche la biologia si può distillare in saggezza.

(pausa)

Facciamo un bel respiro profondo nella saggezza del Maestro e nei prossimi pochi anni insieme imparerete che non c’è una linea di demarcazione, che non c’è differenza tra l’umano e il Maestro. È la stessa cosa. È tutto lo stesso.

Una parola da ricordare da oggi in poi, solo una parola: Saggezza. Saggezza.

Facciamo un bel respiro profondo

Un bel respiro profondo. Ah!

Voi sapete che spesso mi piace finire con una merabh, ma non oggi. Non oggi. No, ne usciamo subito.

 

 

 

La Misurazione

Ho detto che è arrivata l’ora della misurazione. Un paio di anni fa ho detto che una volta all’anno avremmo fatto una piccola misurazione. Ho detto che ciò determinerà se resto o no, ma voi siete qui bloccati con me (risate). Io voglio vedere dove siete e quindi ecco il test. Il test. Per favore, Linda, il microfono.

Il test sulla vostra saggezza – lo misureremo con il tempo che passa – il test della vostra saggezza è che io voglio proprio ora la vostra domanda migliore, perché la vera comprensione della saggezza è nelle domande che fate, non nelle risposte che date.

Linda, chiunque tu sia, dammi la tua domanda. La domanda migliore. Ciò determinerà dove andiamo, tutti noi.

LINDA: Nessuna pressione.

ADAMUS: (ridacchia) Qual è la tua domanda migliore?

(breve pausa) Non odi la pressione?

JULIE: Lo so.

ADAMUS: Non è terribile?

JULIE: Sto cercando di sentire (fa una pausa).

ADAMUS: Eh! Vedi, stai diventando piuttosto mentale.

JULIE: Lo so. Lo so.

ADAMUS: Sì, sì, sì, sì.

JULIE: Lo so.

ADAMUS: Vuoi che ripassi dopo? Vuoi che Linda ti dia qualche momento?

JULIE: Certo.

ADAMUS: Ok. Bene.

JULIE: Ok.

ADAMUS: Ma torneremo.

JULIE: Ok.

ADAMUS: Grazie. Ah.

DAVID: Oh, bene! (David ride) Ah! (David fa una pausa) Forse andrò nel bagno delle signore (risate).

ADAMUS: Non è dove ti ho visto prima?

DAVID: Penso …

ADAMUS: La domanda migliore, David e non cercare di fare il filosofo. C’è una grande differenza tra…

DAVID: Sì, lo stavo facendo.

ADAMUS: tra filosofare ed essere saggio. Indizio: il saggio è semplice.

DAVID: Sì (fa un’altra pausa).

ADAMUS: Beh, per ora il nostro test non sta andando molto bene! (Adamus ride)

DAVID: Penso che dovrai…

ADAMUS: Vuoi passare.

DAVID: …ripassare.

ADAMUS: Ok, bene. Bene. Il prossimo.

LINDA: Oh, ragazzi.

ADAMUS: Oh, ragazzi.

LINDA: Si è alzata una mano. Mi spiace.

EDITH: Ciao, bello.

ADAMUS: Ciao, bella (Edith ridacchia).

EDITH: Io ho la saggezza?

ADAMUS: “Io ho la saggezza?” È la tua domanda?

EDITH: Sì, certo.

ADAMUS: E vuoi che ti risponda?

EDITH: Forse.

ADAMUS: Sì. È anche ciò che sto facendo qui. Io rispondo alle domande.

EDITH: Sì, grazie.

ADAMUS: Edith ha chiesto, “Ho la saggezza?” Edith, tu nei hai così tanta che non la vedi. Tu hai una grande saggezza, ma ti affidi ancora alla tua testina e al tuo cervello. Ora, invece, lascia che la saggezza ti serva nella tua vita.

EDITH: Grazie.

ADAMUS: Quando tu la cerchi, “Beh, dov’è la saggezza di cui Adamus parlava?” Non è nella tua mente e neppure nel tuo cuore, davvero. Non ha alcuna forza, quindi sarà molto quieta. Non avrai una sensazione forte, ma quando la incontrerai, lo saprai. Bene.

EDITH: Grazie.

ADAMUS: La prossima domanda. Com’era la domanda, su una scala da uno a dieci? Pubblico, voi direste sotto o sopra il sei? (qualcuno dice “Sotto il sei”) Sotto il sei. Da tre a quattro? (molti commenti dal pubblico) Eh, sì. No, ecco – era molto buona sapete, perché questo è un test da cui dipende ciò che faremo il prossimo mese. Beh, almeno, almeno merita un applauso per aver posto la maledetta domanda (Adamus ridacchia e il pubblico applaude).

LINDA: Oh.

ADAMUS: Il prossimo.

LINDA: La prossima persona?

ADAMUS: Sì, la prossima domanda.

SHAUMBRA 3 (uomo): Come fa uno sapere che funziona?

ADAMUS: Come fa uno a sapere che funziona?

SHAUMBRA 3: Io l’ho sentito quando gli occhi si fanno sfuocati.

ADAMUS: Sì.

SHAUMBRA 3: So che è così, ma molto spesso ci sono molti dubbi.

ADAMUS: Sì!

SHAUMBRA 3: Io cerco degli indicatori, perché il mio cervello non ce la fa.

ADAMUS: Bene. Ti darò la risposta saggia, ok? Devo sedermi e avere l’aspetto del saggio. Com’era la domanda? (risate) Come sai quando funziona?

SHAUMBRA 3: Come fa uno a sapere che funziona?

ADAMUS: Oh, scemotto, tu dai per certo che funziona.

SHAUMBRA 3: Grazie.

ADAMUS: Ok, la risposta era buona. La domanda era piuttosto buona. La risposta era molto buona (pochi ridono). La domanda era da cinque o di più?

LINDA: Sì.

ADAMUS: O meno di cinque? Alzi la mano chi è per più di cinque. Online, alzate le mani. Oh, ok. Siamo sopra il cinque. Voi siete al sicuro, sì, ma ce ne sono ancora due a cui non ho risposto, quindi ora torniamo da loro.

La domanda migliore. Vedete, voi potete determinare molto sulla saggezza di qualcuno dalle domande che fa. Tutti voi avete sentito che non ci sono domande stupide. È stato uno stupido quello che l’ha detto. Sì. A te, David.

DAVID: Oh, sei tornato in fretta.

ADAMUS: Sì, siamo di nuovo qui.

DAVID: Un po’ troppo in fretta, direi.

ADAMUS: La domanda. La domanda che hai sempre voluto farmi.

DAVID: Eri tu quando ero dall’altro lato del velo prima di quest’incarnazione e che ha contribuito a guidarmi e allora ho finito per scegliere i miei genitori e io penso che forse sei stato tu a dire, “Vai a sentirli e a vedere se è la famiglia in cui vuoi incarnarti.” Eri tu?

ADAMUS: No. Io sono quello che ti ha detto, “Non andare” (David ride di cuore e il pubblico ride). Eri tu e lo troverai se tornerai nel tuo passato e nelle tue esperienze, tu tornaci e hai sempre pensato che fosse una guida spirituale, un angelo o persino me, ma ti renderai conto che ogni volta eri tu dal futuro che tornavi a fare visita a te. Ti mascheravi con nomi e volti diversi, ma ogni singola volta eri sempre tu.  Bene. Oh, io amo le risposte!

LINDA: Sì, abbiamo capito! Abbiamo capito! (risate)

ADAMUS: Un paio…

LINDA: Ok, sto…

ADAMUS: Grazie.

LINDA: Mi stanno minacciando. Mi spiace.

ADAMUS: Sì, sì. La domanda.

ALICE: La vera creazione è solo permettere?

ADAMUS: La vera creazione è solo permettere? Io andrei un po’ oltre. La vera creazione è solo un’espressione di gioia, di essità e poi permettere. Una vera creazione è fare un bel respiro profondo e poi – ahhh! – irradiare la vostra essità – “Oh, wow!” – e poi permettere che si manifesti nei modi che vuole, senza un’agenda o una tabella tempi, ma permettere. Poi il vero creatore si mette comodo e osserva come tutta l’energia inizia a vorticare e dice, “È meraviglioso. Io sono meraviglioso.” Poi il vero creatore dice, “Io salterò nella mia creazione,” e da dietro io gli urlo, “Non farlo!” (risate) Se non sei davvero saggio. Sì. Bene. Belle domande. Ci stiamo arrivando. Ci stiamo scaldando. Ancora un paio.

JULIE: C’è la sensazione che permettere sia molto facile.

ADAMUS: Ah.

JULIE: Che tutto è fatto e che tutto è bene.

JULIE: Penso che la domanda sia simile: c’è altro? Lui ti ha chiesto come sappiamo quando ci siamo.

ADAMUS: Come lo sapete?

JULIE: Sì. Io volevo solo

ADAMUS: Sì. Ti darò una risposta molto chiara, è già fatto. Ora entra nell’esperienza di com’è stato arrivarci. Smettila di piagnucolare, di lamentarti, di scalciare e di urlare e di prendertela con me. È solo, come vuoi farne l’esperienza? Ecco la mia domanda ad ognuno di voi e poi voi mi dite, “Oh, voglio stare nella gioia e nell’amore e nella pace.” Beh, non credo proprio. Io penso che voi voleste farne l’esperienza come macchine da guerra e (alcuni ridono) combattenti e lottatori e osservare per vedere quanta merda riuscivate ad attraversare. Va bene. Io sarò qui in ogni caso ma voi, come volete affrontarla? È molto semplice. Davvero, come volete affrontarla?

Ora, prima che la vostra mente risponda, attingete alla saggezza. Attingete alla saggezza ed avrete una risposta del tutto diversa da quella mentale. Una risposta del tutto diversa e ricordatevi che la saggezza non ha preferenze e non giudica. Non c’è energia né potere. È solo – di colpo voi vi sentite in questa specie di vasca piena di miele caldo e dorato ed è come un “Oh!” che cambia tutto. Voi ora potreste non riuscire neppure a definirlo, ma di colpo voi siete saggi invece che mentali e ciò cambia tutto.

Noi ci stiamo incamminando su un sentiero diverso, piuttosto che tornare al vecchio sentiero mentale. Ecco, bene.

JULIE: Bello.

ADAMUS: Bella domanda.

JULIE: Grazie.

ADAMUS: Sì. Ancora due e poi arriveremo alla conclusione del nostro test e caro signore, Linda le darà il microfono.

LINDA: Per la giusta quantità di denaro.

ADAMUS: Sì, per la giusta quantità di denaro (alcuni ridacchiano). Con la somma giusta, potete corromperla. Sì. La domanda.

SILVIA: Quando sono entrata ho detto a Denise “Mai dire mai” (ridacchia). Ok, la domanda riguarda il ProGnost, voi eravate molto eccitati.

ADAMUS: Oh! Io no.

SILVIA: Eri nel momento.

ADAMUS: Sì.

SILVIA: Era come se stessi aspettando quel momento.

ADAMUS: È vero!

SILVIA: Esitavo ad essere qui, ma ero molto eccitata perché sentivo che dovevo essere qui. La mia domanda è: cos’è accaduto quel giorno, il giorno dopo il ProGnost?

ADAMUS: Cos’è accaduto dopo il ProGnost?

SILVIA: Dopo. Sì, sì!

ADAMUS: A voi o a me?

SILVIA: A te.

ADAMUS: Oh, sono tornato al Club dei Maestri Ascesi.

SILVIA: Bene, bene e…

ADAMUS: Quella sera ci fu una cena in mio onore (alcuni ridono) e sì, mi hanno onorato.

SILVIA: Beh, a te e a noi, insieme.

ADAMUS: Sì. Cos’è accaduto? Abbiamo preso una direzione diversa. Naturalmente siamo scesi dal vecchio anche se non ci siamo rimasti a lungo. Noi continuiamo a fare cambiamenti. C’è stato un cambiamento enorme nel lavoro che stiamo facendo. Abbiamo detto addio… (Linda fa dei gesti verso Adamus) Oh, vuole che le piazzi il prodotto. Se volete una sciarpa Shaumbra, chiamate Linda al 1-800… (risate).

LINDA: La scritta bucava lo schermo.

ADAMUS: La mia scritta lo buca sempre (più risate). È accaduto che ci siamo ‘serrati’. C’era qualcuno a cui non piaceva tutta la storia del, “Oh, la tecnologia e i robot” e in fondo abbiamo detto che è ciò che sta accadendo nel mondo. Dove noi stiamo andando è una specie di cosa parallela, ma noi stiamo portando dentro la coscienza piuttosto che l’intelligenza artificiale. Alcuni, tra cui molti Shaumbra hanno tagliato la corda e faranno altre cose. Avranno il loro percorso personale, ma è dove abbiamo detto, “È questo.” Adesso basta cazzeggiare. Adesso basta. Adesso basta gingillarsi. Adesso basta chiedere a me che diavolo di nome dovreste dare al vostro gatto o al vostro cane o cose simili. È questo e non c’è più alcuna tolleranza energetica per qualsiasi tipo di makyo o di altra roba.

Voi siete troppo preziosi per me e siete troppo preziosi per voi stessi e i Maestri Ascesi mi stanno valutando, quindi dobbiamo fare bene. Dobbiamo fare in modo che avvenga. Abbiamo ristretto i ranghi. Noi sappiamo dove stiamo andando. La chiarezza. Ecco cos’è, è la chiarezza.

SILVIA: Che voto ti hanno dato?

ADAMUS: Che voto? Oh, mi hanno dato dieci alla decima (risate), perché…

SILVIA: Naturalmente!

ADAMUS: Sì, Naturalmente! Ascoltate, se non riuscite a parlare bene di voi, chi lo farà? (più risate) Dovete essere più leggeri, ridete un po’, scioglietevi. Sì, signore.

SHAUMBRA 4 (uomo): Direi che per la maggior parte della mia vita ho lavorato su di me.

ADAMUS: Sì.

SHAUMBRA 4: Seguo il sentiero spirituale, faccio ritiri, cerchi di medicina e dentro di me c’è qualcosa che insiste a non riconoscere la mia crescita.

ADAMUS: Giusto.

SHAUMBRA 4: C’è qualcosa dentro di me che vuole solo restare attaccata alla mia paura e ai miei dubbi. Non vuole permettermi di passare in pieno alla mia natura illimitata. Vuole attaccarsi ed io sto cercando di capirlo e di andare oltre.

ADAMUS: Certo. La tua domanda sarebbe?

SHAUMBRA 4: Oh (ridacchia). Oh. Come vado oltre?

ADAMUS: Lo fai e basta. Non intendo essere impertinente, ma… tu hai avuto, soprattutto in questa vita ma anche nelle altre, hai avuto molti addestramenti, strutture, metodi e definizioni. Quando arrivi qui, noi procediamo sans definition. Noi molliamo tutto. Ti terrorizza fino al tuo nucleo. È terrificante sotto molti punti di vista, perché a cosa vuoi restare attaccato? A niente, eccetto la tua saggezza. Tu molli tutto ciò che hai imparato non dicendo, “Era male.” Tu dici solo, “Allora mi ha servito, ma ora sono in un luogo diverso.” Tu molli tutto, gli insegnamenti, la filosofia, la saggezza, gli insegnanti, tutto compreso me. Tu molli tutto e ora voli libero e fa paura. Poi, in quella paura pura e assoluta tu rendi conto che devi guardare altrove, oltre le vecchie risposte e di colpo ti rendi conto che, “Dannazione! Eccomi qui. Sono appena saltato da un aeroplano senza paracadute. Cosa farò? Ehi! Io sono il Maestro. Non c’è mai stato un aeroplano e io non sono in caduta libera e non mi spiaccicherò sulla Terra, ma permetterò la mia sovranità personale.”

Ecco, tu sei troppo intellettuale e lo sai. Sei troppo intelligente per il tuo stesso bene. Smettila di cercare di capire tutto. Continua solo a respirare nel tuo Sé. Sì e la saggezza.

SHAUMBRA 4: Ok.

ADAMUS: Bene.

SHAUMBRA 4: Grazie.

ADAMUS: Ti ho risposto? Sì. Ora nella tua mente vedo circa altre 30 domande che lampeggiano. È come se avessi questa curiosità intellettuale, il che per un po’ è divertente. Se però sei davvero… devo chiedertelo. Ti sei davvero preso l’impegno di permettere la tua Realizzazione in questa vita?

SHAUMBRA 4: Oh, non so cosa risponderti (il pubblico dice “Ohhhh!”).

ADAMUS: Oh! Questo è un doppio brutto colpo. Prima di tutto devi andare nel bagno degli uomini che puzza davvero e poi in quello delle donne (risate). Dove andremo con questo? Dove andremo con …

SHAUMBRA 4: Sto facendo tutti questi sforzi. Sono solo un ciarlatano?

ADAMUS: Ecco cosa penso degli sforzi (finge di sputare).

LINDA: Ohh!

ADAMUS: Per cosa ti sforzi? Per cosa ti sforzi?

SHAUMBRA 4: Per migliorarmi.

ADAMUS: Stronzate!

SHAUMBRA 4: Per evolvermi.

ADAMUS: Stronzate! Mi spiace – no, non è vero (più ridacchia). Tu non perfezionerai mai l’umano. Tu non migliorerai mai la tua mente. Tu puoi giocare. Tu puoi divertirti. Tu puoi fingere di essere più sano o più intelligente, ma non ci riuscirai mai. È la falsa credenza sull’illuminazione. A chi tocca il lavoro di illuminarti? A chi tocca, a te o all’Io Sono?

SHAUMBRA 4: All’Io Sono.

ADAMUS: Allora perché non glielo lasci fare? Tu non glielo stai permettendo. Tu stai interferendo. Tu stai interferendo con il processo dell’illuminazione naturale, perché tu pensi di dover fingere di farlo. È da egocentrico e ti ficcherà in guai grossi. Non dipende da te. Tu non sai cos’è l’illuminazione o la Realizzazione. L’Io Sono lo sa.

Dunque, qui c’è un umano che procede dicendo, “Io lavorerò per la mia illuminazione. Io studierò. Io mi sforzerò.  Spenderò un mucchio di denaro.” Te lo dico ora, dammi cento dollari e ti garantirò l’illuminazione (risate). Ti sto stuzzicando, ma fai un favore a te e a me e a chi ti orbita intorno, fai un favore alla tua vita. Smettila di lavorarci sopra. Goditi la vita. Quando finisci tutto nella mente e diventi filosofico e mentale, fai un bel respiro profondo e dì, “Lo giro in saggezza. Lo trasformo nella mia saggezza.” Poi lo permetti.

Tu vivrai un periodo molto tosto, davvero perché tu vuoi plasmare la tua illuminazione e non puoi. Tu puoi ingannare un po’ l’umano e fargli pensare che stai facendo progressi, ma è come indurre un cavallo a pensare che arriverà alla carota. Non puoi. Qui la premessa di tutta la nostra riunione è che l’illuminazione è naturale se tu la permetti. Permettere significa solo uscire e goderti la vita. Fai molti respiri profondi e permetti. Il Maestro entra e poi tu ti rendi conto che il Maestro c’era già ed è già te, ma l’umano stava interferendo, perché…

Permetti e basta, ok? All’inizio dirai, “Dio, che noia. Devo fare qualcosa. È meglio se frequento un altro corso o…” Tu fai un bel respiro profondo e inizi a renderti conto della bellezza del permettere. Ecco tutto.

L’illuminazione è naturale. Ogni insegnante che dice, “No, io ho il programma. Ecco qui il ‘naturalmente’” è pieno di makyo e anche di molte altre cose – potere, manipolazione e altro. Prima di tutto, non dovrebbero esserci insegnanti spirituali. Si vergogni chi aspira ad esserlo ed è solo voi, l’umano che dice, “Ecco, io permetto un processo naturale.” Ecco cos’è. Ecco cos’è e sì, affioreranno i vostri dubbi. Lo faranno. La mente ci entrerà. La mente cercherà sempre di tentare di associarlo a qualcosa, di restare attaccata qualcosa. La mente cercherà il vostro senso di identità e consapevolezza e tutto il resto finché non vi verrà la nausea.

Ecco, voi fate un respiro profondo e permettete. Ecco tutto. Ecco tutto. Non è molto difficile. Noi ci riuniamo solo ogni tanto, una volta al mese così, per stare nello spazio sicuro, perché là fuori è tosta. Vi bombardano con molte cose. Noi ci riuniamo e basta, io vi distraggo – è tutto ciò che faccio, io qui vi distraggo – così potete permettere la vostra divinità. La divinità – ricordatevelo con chiarezza, tornate indietro e riascoltatelo dieci volte – non c’è potere nel divino, nell’Io Sono. Non c’è potere e non c’è energia, quindi piantatela di cercarle. Grazie.

SHAUMBRA 4: Grazie.

ADAMUS: Bene.

Ok, la domanda. Oh, è arrivata l’ora della pizza. Era questa la domanda? A che ora è la pizza? (risate) La miglior domanda del giorno.

Facciamo un bel respiro profondo e ora lascerò che siate voi a misurare le domande in termini di saggezza contenuta nella domanda stessa. Oh, voi imparate moltissimo sulla saggezza di una persona dalle domande che fa.

Allora, dove eravamo rimasti? Dove siamo secondo il nostro ‘saggezzometro’? Il nostro saggezzo – m’invento le parole – il nostro saggezzometro. Nei prossimi tre anni ci restringeremo. Nei prossimi tre, cinque anni avremo molta chiarezza. Dove siamo ora a livello di chiarezza? (qualcuno dice “Cinque”) Cinque, sento dire. Sento dire cinque. Sento un sei? Sei? Sei? Un 5.5?

SART: Otto!

ADAMUS: Otto. Sart ha detto otto. Là in fondo c’è un quattro. Ho un quattro. Non sono molto ottimista. Ho un bel- … dove siamo? (qualcuno dice “Dieci”) Online, date una valutazione, così posso sentire tutto ciò.

LINDA: Dipende.

ADAMUS: “Dipende” da questa parte. Da cosa, cara Linda?

LINDA: Dall’ampiezza del pubblico.

ADAMUS: Dal pubblico? Ok. Dipende dal pubblico. Dove volete essere ora a livello di saggezza? (il pubblico dice “Dieci”) Oh, non siate troppo ottimisti! (risate) Dove vogliamo essere ora in termini di saggezza? (qualcuno dice “100 percento” e qualcuno altro dice “Proprio dove sono”) “Proprio dove sono.” Ecco la risposta migliore: “Proprio dove sono. Dove sono è perfetto.”

Con questo, facciamo un bel respiro profondo.

Che giornata è stata. Come sempre, ci concentreremo molto – eh, concentrarsi, scordatevi quella parola – nei prossimi anni insieme noi avremo la chiarezza e ciò che faremo davvero non sarà solo parlarne, ma portare dentro la saggezza e riunire l’umano e il Maestro. È molto semplice. È facile. Non dovete studiare. Ogni tanto voi venite qui a fare due risate, a mangiare un pezzo di pizza e del vino scadente.

Detto questo, tutto è bene…

ADAMUS E IL PUBBLICO: … in tutta la creazione.

ADAMUS: Grazie. Grazie, cara Linda (il pubblico applaude).

LINDA: Grazie.

ADAMUS: Grazie.