Giugno – 2022

IL BUON SENSO – Geoffrey Hoppe

Il buon senso è la capacità di usare un giudizio prudente basato sulla semplice percezione della situazione e dei fatti. Secondo il dizionario online Merriam-Webster, l’antitesi dell’avere buon senso è essere un idiota (a damm ass).

In fondo avere buon senso significa che un essere umano normale, vivo e vegeto probabilmente sceglierebbe l’opzione A invece dell’opzione B perché è molto ovvio che A è meglio di B. Per esempio, se l’opzione A è quella di attraversare la strada solo quando non c’è traffico in arrivo e l’opzione B è quella di chiudere gli occhi  e attraversare la strada in qualsiasi momento, la maggior parte delle persone sceglierebbe l’opzione A. Sì, alcuni imbranati sceglierebbero B solo per essere diversi, ma il buon senso impone che probabilmente scegliereste A.

Il buon senso può essere definito semplicemente come la scelta più ovvia all’interno dei parametri della realtà fisica ed emotiva. Si tratta di un giudizio solido e non necessariamente basato su conoscenze specialistiche. In altre parole, non c’è bisogno di essere uno scienziato aerospaziale per sapere che è necessario indossare le mutande prima di indossare i pantaloni.

Adamus sostiene che esistono oltre 200.000 sensi angelici e a quanto pare il buon senso non è uno di quelli perché il buon senso è strettamente umano. Di fatto non è neppure un senso ma piuttosto un giudizio e non è molto comune.

Una volta Mark Twain disse: “Una delle cose più rare nella vita è il buon senso”. Di recente ho ripensato a quel detto quando ho visto tre bambini piccoli stare sul retro di un pick-up con il portellone abbassato. Stiamo scherzando? Dov’era il buon senso del conducente? Jack Daniels deve essere uscito dalla bottiglia e averglielo rubato.

Nella categoria del buon senso, ci sono il buon senso pratico e il buon senso delle scelte di vita.

Il senso comune. Ecco alcuni esempi pratici di senso comune:

1. Non leggete il vostro smartphone mentre camminate lungo un marciapiede pieno di persone. Lo vedo accadere sempre più spesso e ogni volta resto sbalordito dalla mancanza di buon senso. Di solito lo fanno le persone giovani, quindi lo attribuisco ai piercing sul corpo che probabilmente causano un’interferenza magnetica con i normali livelli di buon senso.

2. Non andate da un dentista che si chiama Dott. Dolore. È abbastanza ovvio, a meno che il suo nome sia Meno e in ogni caso quel dentista dovrebbe avere il buon senso di modificare il suo cognome in Rossi o Villa, tutto tranne Dolore.

3. Prima di entrare nell’ascensore lasciate scendere gli altri. Su oltre 18 milioni di ascensori sparsi in tutto il mondo abbiamo davvero bisogno di cartelli che indichino alle persone di aspettare che la cabina sia vuota prima di tentare di salire a bordo? Spero che la vita non si sia ridotta a questo, ma dentro di me temo che sia così. Sapete cosa pensano i passeggeri in partenza quando vedono che qualcuno cerca di salire prima che l’ascensore sia vuoto? “Che idiota!”.

4. Quando siete in auto e svoltate, usate le frecce. La leva sul piantone dello sterzo non serve solo a far lampeggiare il cruscotto; è un dispositivo di sicurezza e di cortesia nei confronti degli altri automobilisti. Non dovete pagare alcun extra per usarla, quindi usatela ogni volta che svoltate e se non svoltate, spegnete la freccia. Sapete quanto è fastidioso seguire qualcuno che ha dimenticato di spegnere la freccia sinistra? Voi volete sorpassarli ma avete paura perché possono svoltare a sinistra da un momento all’altro.

Poi esiste il buon senso delle scelte di vita che non definito chiaramente come il buon senso pratico, ma può avere un effetto enorme sulla vostra vita.

Le scelte di vita più comuni sono:

1. Il matrimonio – Il matrimonio non è un obbligo né una legge.

Non fatelo per i vostri genitori, non fatelo per la chiesa o perché i vostri amici sono tutti sposati. Usate un po’ di buon senso. Perché volete sposarvi? Avete conosciuto il nuovo amore della tua vita solo la settimana scorsa. Forse il buon senso ti direbbe che dovresti aspettare almeno un paio di settimane.

2. I Figli – Ve bene, vi siete dimenticati di usare il buon senso e vi siete sposati lo stesso. Ora volete davvero fare figli subito? Usate un po’ di buon senso e prendete in considerazione un metodo di controllo delle nascite piuttosto che lasciare che siano il destino e la Fatina dello Sperma a dettare il resto della vostra vita.

3. Il Divorzio – Ah, ora siete sposati con 4 bambini anche se il vostro buon senso vi ha urlato contro per tutto il tempo. Le bollette si accumulano, ogni tanto sognate di strangolare il vostro coniuge, la casa ha bisogno di riparazioni e non c’è alcun sollievo in vista. Usate un po’ di buon senso. Parlate amorevolmente con il vostro partner di separare le vostre strade. Non aspettate che i figli lascino il nido perché ci vorranno altri 30 anni, se mai lo faranno.

4. La Carriera – Quando ero giovane pensavo di diventare un avvocato, proprio come mio nonno che poi è diventato giudice. Aveva molta dignità e in città era un uomo rispettato. Io non avrei mai fatto bene l’avvocato perché è una professione troppo orientata verso al processo, con troppi dettagli e documenti e regolamenti. Così sono diventato giornalista, poi consulente di marketing, inventore e infine canalizzatore, ma mentre scrivo queste parole inizio a dubitare del mio buon senso. Stai scherzando? Un canalizzatore? So bene cosa direbbe mio nonno: “Dov’è il tuo buon senso?”

A questo punto aggiungerò un’altra sottocategoria di buon senso che vale solo per gli Shaumbra: Il Buon Senso Metafisico.

In questi giorni abbiamo a che fare con concetti davvero estremi e Adamus continua ad aumentare il livello. Come possiamo avere il buon senso quando a volte non ha alcun senso – almeno in termini 3D? Dopo aver riflettuto un po’, mi rendo conto che ci sono alcuni sensi comuni di base che possiamo usare anche quando andiamo oltre. Ecco alcuni esempi che mi sono venuti in mente:

1. Non lanciate incantesimi e non usate la stregoneria sugli altri. Oh, lo so che è allettante usarli soprattutto sulla persona che guida da 10 miglia con la freccia sinistra accesa – ma il buon senso ci ricorda che chi lancia un incantesimo prima di tutto lo lancia su se stesso.

Ciò che lanciate su un altro umano è ciò che lanciate su di voi. Questa è la bellezza di far risplendere la vostra luce imparziale mentre fate benching, perché di fatto state illuminando voi stessi in modo imparziale e senza giudicarvi.

2. Non usate la proiezione astrale per farvi catapultare negli altri regni, perché l’unica cosa che potreste ottenere è finire catapultati fuori da voi. Come Metafisici degli Ultimi Giorni, il nostro buon senso ci ricorda che proprio tutto – compresi gli altri reami e le altre dimensioni – viene a noi. Non abbiamo bisogno di andare da nessuna parte. Nel nostro stato di Presenza tutto, proprio tutto viene a noi – dall’abbondanza alla salute, alla gioia, al passato e al futuro, alle risposte e alle opportunità. Tutto viene a noi. Non esiste nulla al di fuori della vostra Presenza. È solo il comune senso metafisico.

3. Abbracciate la vostra energia, non combattetela. Questa sembra un’affermazione di buon senso, ma noi siamo stati programmati che l’energia è fuori di noi e che a volte può fare un male cane. Anche se quasi tutti affermano di volere più energia, la maggior parte delle persone limita notevolmente la propria energia a ciò che ritiene di poter gestire senza essere sopraffatta. Invece è TUTTO vostro – quindi fate le cose in grande o andate a casa.

4. Parlando in modo metaforico e letterale – non andate a Sedona a cercare la verità. Andateci per il circo e le bellezze naturali e allo stesso modo da non fatevi distrarre da sciamani, guru, profeti o Life Coach. Vi è stato fornito un mazzo di carte dell’anima, quindi usatele. È solo buon senso.

5. Voi sapete perché siete qui in questa vita. È il Viaggio degli Angeli iniziato attraversando il Muro del Fuoco e poi l’Ordine dell’Arco fino alla discesa sulla Terra per mille vite per finire proprio qui, nella Terra di Shaumbra al Tempo delle Macchine.

La coscienza di massa è molto seducente e vi porta a pensare che voi non capite perché siete qui– ma voi tornate al vostro buon senso metafisico. Per quale altro motivo avreste dovuto scegliere di essere qui in questo momento, se non per far risplendere la vostra luce saggia alla fine delle vostre molte vite vissute sul pianeta?

Il caos della mente e la densità della coscienza di massa ci fanno dimenticare il motivo per cui siamo qui in questo momento e la bellezza del lavoro che siamo qui a fare. In definitiva, si tratta di rendersi conto che abbiamo scelto questa esperienza e quindi tutto ciò di cui abbiamo bisogno per questa parte finale del nostro viaggio su questo pianeta è già qui. Non è un grande mistero, proprio no. È solo buon senso.

DELIZIOSAMENTE SAGGI – Tania Castilho aka T.C. Aeelah

Fabian mi disse: “Sai, io ho un talento. Il mio talento è riuscire a incasinare tutto proprio quando le cose vanno bene e filano lisce.” Io lo guardai, sorrisi e gli chiesi: “Dunque, come potresti usare il tuo talento in modo più produttivo?” “Cosa intendi con il tuo ‘in modo più produttivo’?” “Beh, se hai un talento di certo puoi usarlo. Tutti i talenti presentano due facce, quella produttiva e quella distruttiva e in un modo o nell’altro ogni faccia è utile”. Fabian mi fissò, fece un respiro profondo e iniziò a riflettere sulla mia domanda.

Eravamo seduti su una panchina al parco, immersi tra gli alberi e il profumo del gelsomino e delle rose giocava con i nostri ricettori dei profumi ed era una meravigliosa sensazione essere lì senza uno scopo particolare a osservare le anatre nello stagno e ascoltare gli uccellini che cinguettavano dando un felice benvenuto all’abbraccio confortante del cielo.

Eravamo nel nostro mondo personale e la sensazione era che fossimo avvolti in una bolla trasparente di quiete che manteneva fuori dal nostro spazio privato tutta l’agitazione della città mentre i passanti erano solo una bella parte del nostro scenario e le foglie colpite dai raggi del sole accarezzavano la nostra pelle con scintille di calore.

Ci piaceva incontrarci in quel luogo e prenderci del tempo per fare ciò che sembrava ‘fare nulla’ mentre stimolavano la nostra immaginazione, la nostra consapevolezza e la nostra chiarezza su un tema che affiorava nelle nostre conversazioni; per noi quelle conversazioni equivalevano alla miglior cioccolata calda del mondo gustata nella più bella caffetteria mai creata.

Non eravamo dipendenti dalle nostre conversazioni, ma godevamo molto quando le facevamo e ognuno di noi era come un bastone da rabdomante che scopriva pozze di saggezza non ancora rivelate e che si trasformavano in enormi torrenti che rumoreggiavano finché non si riversavano giù dalle cascate dei momenti ‘aha’ e poi si placavano sul fondo dove dimorava la serenità.

Dio solo sa da quanto eravamo amici. Le nostre vite avevano preso direzioni diverse e ci eravamo trasferiti in luoghi lontani tra loro, ma in qualche modo avevamo sempre trovato il tempo e lo spazio per essere testimoni l’uno dell’evoluzione dell’altra. Oh, i regali che avevamo fatto prima di tutto a noi stessi e che poi ci eravamo scambiati erano davvero molto preziosi.

Ogni tanto scherzavamo sul fatto che se fossimo stati insieme avremmo potuto essere la coppia perfetta, ma non era quello il nostro tipo di amore. Si potrebbe dire che il nostro amore superava anche l’intimità perché era determinato solo dal puro rispetto, dal piacere di stare insieme e dall’ammirazione e poi certo, c’era la compassione perché per noi era facile non giudicarci. Il giudizio non era una cosa che prendevamo in considerazione e in quel nostro accettarci potevamo abbracciare anche i nostri sé personali sapendo che ne eravamo degni. Era un fatto che non aveva bisogno di spiegazioni, era la semplice affermazione del “Io Sono quello che Sono”.

 Ciò che noi eravamo l’uno per l’altra era un riflesso della nostra squisita bellezza e anche l’espressione dell’unicità incomparabile e non replicabile di entrambi. Il fatto di essere testimoni di un altro essere umano che fiorisce nella sua interezza potevamo definirlo solo come ‘sublime’ e noi avevamo avuto quel privilegio. Il privilegio di essere testimoni del miracolo di noi dentro di noi è una cosa molto diversa da ciò che osservavamo, di ciò di cui il resto del mondo stava facendo esperienza.

Era un po’ come vivere su una terra del tutto nuova senza lasciare questo pianeta ma in qualche modo coesistendo con lui proprio in tutto ma senza dover appartenere proprio a nulla.

Il silenzio era il nostro migliore amico. Ne godevamo moltissimo e non avevamo mai bisogno che la nostra conversazione fosse costante. Restare seduti nella Presenza l’uno dell’altro diceva moltissime cose e non faceva alcuna differenza se Fabian alla fine rispondeva alla mia domanda o no. Non avveniva alcuno scambio perché poteva essere quasi una domanda retorica.

Quella volta Fabian rispose, “Mi sto rendendo conto che il talento non è quello di incasinare le cose, ma piuttosto di esserne consapevole e riuscire a scegliere. Io non scelgo ancora di permettere l’armonia perché ho sentito che incasinare le cose è ancora troppo eccitante per rinunciarci. Inoltre ho sviluppato una dipendenza dal trovare modi di sistemare le cose dopo che io stesso le ho incasinate e quello è il resto del mio talento. Io sono un maestro nel risolvere i problemi, ma poiché la mia vita non è molto problematica io trovo modi diversi di creare problemi solo per divertirmi a risolverli!!! La cosa divertente è che io mi godo anche il fatto che le cose vadano lisce e continuo a remare per andare avanti e quindi trasformo la mia capacità di incasinare in armonia solo per creare un altro po’ di casino e vado avanti così. Io eccello davvero in questo campo, proprio così!!!!!! Devo proprio ridere di me, è troppo divertente!”

Entrambi scoppiammo in una enorme risata di pancia e ridemmo fino a farci venire le lacrime agli occhi e ogni volta che ci guardavamo in faccia riprendevamo a ridere. O cielo! Amavo proprio quei momenti diventava chiaro come il cristallo che l’umorismo era l’unica cosa che ci mancava per riempire la tazza fino all’orlo.

Dopo aver riso un bel po’ come se fossimo due matti tenendoci la pancia e cercando di riprendere fiato ci appoggiammo alla panchina e guardammo in alto, verso l’arazzo creato dall’albero sopra la nostra panchina. Eravamo del tutto rilassati nel nulla mentre integravamo caratteristiche intricate del comportamento umano e Fabian le dissipò del tutto  dicendo, “Hm, tanto per cambiare cercherò di smettere di farlo e proverò a fare qualcos’altro”.

Ecco, la situazione iniziale di Fabian si era trasformata in una salsa molto saporita che ora poteva servirlo in modi nuovi e deliziosi. Era la salsa stessa della sua radiosità e di certo il suo sapore fragrante avrebbe attirato molti altri verso le scintille di coscienza che ha lasciato sulla sua scia accendendo senza farsi vedere qualcosa di molto sottile in chi ne ha colto la vibrazione mentre si diffondeva come un banchetto di proporzioni infinite.

Io sono stato benedetto per essere stata seduta proprio lì a ricevere l’esplosione primaria di consapevolezza ispirata e nuotarci dentro come un delfino felice, spensierato, vivo e testimone della grandezza nell’oceano di noi stessi.

IL BATTITO DEL CUORE SHAUMBRA – Jean Tinder

TORNARE IN SÉ

Finché saremo in forma umana – come Maestro/a o babbano/a  – ci saranno sempre scelte da fare tra cose come la facilità e la lotta, la grazia e il conflitto e l’amore e la paura. Essere un Maestro non significa che tutte le difficoltà umane siano finite, ma significa che si può scegliere se attraversare la merda o aggirarle. Per il Maestro/a uno dei modi più semplice è superare il senso umano del Focus  che fa parte della vasta gamma di altri sensi di cui ci siamo dimenticati e poiché è la percezione che crea l’esperienza, farlo cambia tutto. Ecco una breve storia per illustrarvi ciò che intendo.

Io ho un aspetto – beh, io ho molti aspetti anche se quasi tutti si sono integrati e sono diventati le mie sfaccettature; le loro voci distorte si sono per lo più placate e non causano più problemi nella mia esperienza quotidiana. Di recente un aspetto in particolare si è fatto avanti così grande entusiasmo e perseveranza che ha finito per avere un nome – il Terrorizzatore – con il suo atteggiamento assertivo e pomposo di chi si autoproclama un supereroe.

Il compito del Terrorizzatore era quello di indicarmi ogni scenario terribile che molto probabilmente sarebbe derivato dalle mie scelte attuali, soprattutto quelle che lo buttavano fuori dalla sua prestabilita zona di comodo composta da  limiti e antiche credenze. Per esempio, “La vita è una cosa molto seria” e quindi se facevo una scelta per divertimento il Terrorizzatore mi faceva notare i molti modi in cui avrebbe potuto ritorcersi contro di me e mettermi nei guai. Ovviamente, “È importante essere forti, duri e indipendenti” e quando sceglievo la morbidezza e la vulnerabilità, lui mi ricordava tutte le volte in cui ero stata sabotata e ferita e tutti i modi in cui sarebbe potuto accadere di nuovo. Altra chicca, “L’amore è un gioco da pazzi” e quando aprivo il mio cuore lui iniziava a frugare in tutte le vecchie cicatrici di un amore finito male, cercando di evitare che mi accadesse di nuovo.

Tutti sanno che “Le mani oziose sono l’officina del diavolo”, per cui quando sceglievo di crearmi del tempo libero non strutturato lui si metteva a recitare l’interminabile lista di responsabilità che stavo evitando e infine, poiché “Il tuo peccato ti scoprirà sempre”, se a fronte di tutti i suoi avvertimenti io sceglievo il coraggio e andavo avanti facendo nuove scelte, lui scatenava sentimenti di panico nel mio corpo fisico, letteralmente. In altre parole il Terrorizzatore usa ogni trucco a sua disposizione per ottenere la mia attenzione e il mio rispetto.

Ovviamente, ogni volta che il Terrorizzatore dà inizio alla sua orribile lista di calamità io ho la possibilità di ignorarlo, ma poiché questa diatriba interiore somiglia molto a ‘me’, a volte ho bisogno di un po’ troppo terrore prima di riconoscere il suo gioco e tornare alla chiarezza del mio Sé.

Un giorno, mentre il Terrorizzatore era insolitamente silenzioso mi sono trovata a chiedermi perché le vecchie voci e le paure continuassero a farsi strada nel mio cervello. Feci un respiro profondo e improvvisamente si tolse la maschera.

“Io sto cercando di proteggerti”, disse. “Il tuo cuore è stato spezzato

così tante volte che io non voglio che ti ricapiti. Non ti ricordi quanto fa male? Perché continui a dimenticare quanto in fretta possono accadere le cose brutte? Non sei stanca di incasinare tutto?”. Continuava ad agitarsi, ricordandomi le molte volte in cui la vita mi aveva fatto soffrire o che io avevo causato il caos nella mia vita e mi assicurava che se fossi rimasta piccola e mi fossi comportata bene, probabilmente le cose sarebbero andate bene.

Beh, come faccio a sapere che le mie scelte favolose non si trasformeranno in frustrazione? Come faccio a sapere che dedicare del tempo a qualcosa di divertente non causerà un disastro? Come faccio a sapere che l’amore non mi ferirà di nuovo? Il fatto è che io non lo so, ma è qui che il Maestro può fare una scelta tra essere grande o piccolo, tra provare gioia o sicurezza. Ecco la chiave: dipende dal senso con cui il Maestro sceglie di percepire ogni momento, ogni esperienza e ogni voce interiore fastidiosa. In questo caso io ho scelto il senso dell’Amore e ora so che io non perderò mai più il mio amore per me. Io so che con questa certezza io non ho più bisogno di  avvertimenti dal passato.

Ecco come gli ho risposto: “Caro Terrorizzatore, io capisco che tu hai cercato di proteggermi e capisco che non vuoi che io sia ferita di nuovo, ma noi non siamo più separati. Ora io capisco che tu, con tutti i tuoi terribili scenari sei solo un altro modo in cui ho cercato di amarmi. Ora, con il senso dell’amore possiamo andare verso la gioia invece di allontanarci dal dolore. Ciò significa che ora puoi rilassarti perché io non ho più bisogno dei tuoi scenari spaventosi per proteggermi. Sì, la vita può far male, ma quando io scelgo la percezione dell’Amore tutto è diverso. Certo, posso ancora provare tristezza, dolore, rabbia e delusione; ma se vivo nel senso dell’Amore e della Verità, della Bellezza e della Compassione, della Gioia e dell’Unità, io so che andrà tutto bene”.

A quel punto il personaggio del Terrorizzatore si dissolse lentamente e la sua figura fatta di ombre evaporò nella luce dell’Amore.

Esistono moltissimi sensi incredibili che abbiamo dimenticato. Adamus ha parlato di alcuni di essi (li trovate nella lista alla fine dell’articolo) e ce ne sono molti altri, ma per me la cosa più utile da ricordare è che noi come esseri umani ci siamo tuffati in profondità nel senso del Focus.

Ciò significa che quando vediamo, sentiamo o facciamo esperienza di qualcosa noi abbiamo una percezione molto limitata e strettamente focalizzata di ciò che sta realmente accadendo. Nel Focus gli avvertimenti del mio Terrorizzatore sembravano legittimi e meritevoli della mia attenzione perché dopo tutto si basano su fatti storici!

Passare a un altro senso o modo di percepire –  è un po’ come passare dai paraocchi agli occhiali  rosa – mi ha permesso di vedere il quadro generale. Io potevo uscire dalla paura e passare alla gioia; dalla piccolezza all’amore; dalla sicurezza alla vita piena. Vivere nel Focus ci mostra anche una visione molto limitata del mondo “là fuori”. Noi vediamo cose come la guerra, la povertà, l’abuso o la distruzione e il Focus ci porta a concentrarci su quella percezione.

Scegliere altri sensi o “filtri” significa che possiamo percepire le esperienze umane in modi del tutto diversi. Cosa significherebbe percepire la sofferenza umana attraverso il senso della Bellezza? O vedere una guerra attraverso il senso dell’unità? O la nostra vergogna interiore attraverso il senso dell’amore? Ciò non significa che la percezione del Focus sia sbagliata, ma solo che esistono altre versioni della realtà.

Essere un Maestro/a significa che possiamo scegliere la versione che desideriamo – dentro e fuori. Si tratta solo di tornare in sé!

Un senso è un modo di percepire la realtà” – Adamus Saint-Germain

Magazine agosto 2017

Amore – Creato dalla passione per il ritorno al Sé, l’amore è una ‘cosa’ di cui si può solo fare esperienza. Possiede la più grande sensualità, la più grande radiosità di tutti i sensi e ha l’enorme capacità di riunire le energie.

Bellezza – Definita anche come Compassione, Gratitudine o Accettazione è la capacità di essere nell’esperienza e di apprezzare tutto ciò che vi circonda. È il riconoscimento del ’Io Esisto’ di ogni cosa.

Comunicazione – Da ‘communis’ che significa ‘condividere’. È il sapere, è un modo di condividere tra entità, animali, piante e tutto il resto (non si basa su parole o immagini).

Compassione – È l’accettazione incondizionata di ogni cosa così com’è a partire da se stessi; è molto importante per i viaggi interdimensionali.

Consapevolezza – Il primo senso angelico del ’Io Sono’ che ha preso vita quando avete lasciato Casa. È stato il primo contatto con Voi.

Espressione – Lo Spirito ha un enorme desiderio di esprimersi e troverà un modo per muoversi; l’energia deve fluire, idealmente in modo consapevole.

Focus – La capacità di porre la vostra consapevolezza, la vostra attenzione in luoghi molto specifici. I ‘sensi’ umani sono strumenti o modi di interpretare il senso del Focus.

Gioia – La radiosità dell’Io Sono percepita come il sorriso di soddisfazione del creatore; la gioia e il piacere costante dell’essere.

Immaginazione – Il senso creatore da cui ha origine ogni creazione. Anche questa ‘realtà’ è immaginazione; è tutto inventato.

Movimento – Il senso delle energie che rispondono alla vostra coscienza, cambiando, evolvendo e spostandosi (ma non è un movimento letterale).

– Conoscenza del Sé multidimensionale, non singolare, con molte sfaccettature e innamorato di se stesso; l’Io Sono in molteplici espressioni.

Unità – Il senso che permette di percepire i composti. Senza l’unità si percepirebbero solo singole particelle di energia e non oggetti, persone e universi.

Verità – Il senso che permette molti modi diversi di vedere la stessa cosa. È la ‘E’.