Presentato al Crimson Circle il 7 novembre 2015
[Dedicato a Pete Gibbons, frequentatore abituale degli Shouds che è transitato il 29 ottobre 29, 2015]
Io Sono quello che Sono, Adamus del Dominio Sovrano.
Benvenuti, cari Shaumbra. (Sandra gli porta il caffè) Ah! Neanche a farlo apposta – magico, intuitivo. Gracias (il pubblico dice “Yay!” e applaude). Grazie. Mm. Posso avere un pizzico di vaniglia?
SANDRA: Cosa?
ADAMUS: Vaniglia.
SANDRA: Da dove? (risate)
ADAMUS: Ehh, dalla tua tasca posteriore? Dal negozio all’angolo? Non… per favore, no. (altre risate)
Cari amici, almeno potete sorridere e ridere. Ora – all’inizio vi racconto la fine – se non riuscite a riderci sopra, se non riuscite a sorridere è una causa persa. Proprio così. Tutta questa storia di vivere nel bel mezzo di una vera psicosi (risate) è… all’improvviso siete intrappolati nella realtà. Non è più solo un gioco.
Oh, e quanti di voi non riescono a ridere della vita? Non ci riescono proprio. Si prendono dannatamente sul serio e quindi non riescono a sorridere e a ridere e ad avere gli occhi che brillano. Non voi. Nessuno di voi, ma quante persone conoscete – amici e parenti – che oh, sono così intrappolati in questa psicosi di vita e la vita sta diventando una vera e propria psicosi.
Ne parlerò più avanti, ma per ora vi do il benvenuto alla nostra riunione sacra e vi chiedo perché mai la parola “sacra/sacred” è così simile alla parola “spaventato/scared?” (risate) Spostate due lettere e vi ritrovate con spaventato, quindi è così sacra da far paura? Mm. Fa paura perché voi state uscendo dalla normalità.
Voi state uscendo da tutto l’addestramento e da tutte le regole. Voi state lasciando tutto ciò che vi hanno detto che è normale perché, molto semplicemente, non riuscite più a sopportare la normalità. Non ci riuscite proprio. Voi sapete che c’è qualcos’altro e c’è, ma come ci arrivate? Ecco la grande domanda: come ci arrivate. Nella vostra vita quotidiana l’avete fatto. Voi sapete che c’è qualcos’altro ma vi ritrovate senza passione, siete esauriti e debilitati – sto sentendo le vostre energie – e siete davvero nauseati. Voi non volete morire ma in realtà non volete più vivere, almeno non così.
Ecco la vera ragione per cui voi riuscite ancora a ridere. Voi sapete che c’è altro e potete scherzarci sopra perché sapete che è un’enorme illusione psicotica. È proprio così. Oh! Oggi farò incazzare qualcuno e potresti essere tu (risate) Sì, lo farò apposta. Vi farò incazzare in modo “PPO” – premeditated pissing off/incazzatura premeditata.
LINDA: Che c’è di nuovo? (altre risate)
ADAMUS: Oggi lo farò un po’ meglio che in passato e lo farò un po’ di più. Vi farò incazzare in modo premeditato perché (a) è ciò di cui avete bisogno, (b) è ciò che volete e (c) mi piace farlo (risate). Eccoci qui. Io dirò alcune cose che non funzioneranno molto bene fuori dalla famiglia Shaumbra di tutto il mondo.
LINDA: Awww.
ADAMUS: Le estrapoleranno dal contesto, le distorceranno e le renderanno perverse e tutto il resto ma chi più tardi ci invierà le email sente che in ciò che dico c’è un po’ di verità. Ecco perché… (Linda sospira a voce alta) sarà… (Adamus ride) penso che avremo bisogno di un applauso preregistrato e di risate e di tutto il resto. Qui c’è chi sospira. “Ohh! Ansia, paura – cosa farà mai oggi?” Io farò ciò che voi volete che io faccia e ciò che volete fare (Linda sospira di nuovo) – un passo avanti (applausi e qualcuno grida “Wooo!”).
LINDA: Voi applaudite. Voi applaudite!
ADAMUS: Ve lo dico subito, dirò alcune cose che verranno estrapolate dal contesto ma, amici miei, contengono un po’, oh, contengono molta verità. Proprio così.
Pete
Prima di proseguire vorrei anche – sono d’accordo con Pete – parlare della transizione perché sono accadute parecchie cose e Pete è proprio qui e non parlo alle spalle del suo corpo morto (Adamus ride e il pubblico ride nervosamente). È divertente – ok, incazzatura numero uno. “Ohh! Lui parla dei morti.” Tutti voi morirete tutti. Rideteci sopra. Pete l’ha fatto quando è transitato.
Lui aveva già preso una decisione semi-conscia quando qualche tempo fa diceva di voler lavorare davvero con ognuno di voi, con tutti voi. Come avrebbe potuto servirvi al meglio? Ha considerato la sua vita, l’età che aveva e il suo corpo – il suo corpo ancestrale – e ha detto, “Dall’altro lato posso lavorare meglio e aiutare Shaumbra.” L’ha detto e nonostante tutto ciò che avevamo detto sull’illuminazione incarnata, ha sentito che per lui non andava bene. Va bene così. Voi non dovete sceglierla perché in realtà non è un obiettivo.
Pete ha detto, “Non per me. Io sono pronto.” Pete non aveva paura di morire perché aveva poca paura e quindi è riuscito a superarla ed è transitato in modo molto tranquillo.
La cosa interessante è che la vera transizione è avvenuta quattro giorni prima che il suo corpo fisico morisse. Voi non morite e non transitate quando il vostro corpo fisico muore. La transizione avviene prima, anche nei casi di incidenti catastrofici e nei casi di violenza, di guerra o cose del genere. L’anima ha il sapere interiore che la sua condizione umana sta per mettere fine a quell’espressione ancora prima che avvenga.
Molte persone sognano la loro morte prima di morire e non parlo delle morti in cui una persona cade a terra perché in un certo senso prima di morire essi fanno la prova generale della loro morte. Si, ciò fornisce loro un certo sapere interiore, un conforto quando poi passano di là. Non vivono in anticipo tutti i dettagli, solo la transizione, quindi Pete se n’è andato quattro giorni prima che il suo corpo morisse.
Immaginate come è stato per Pete avere un gran bel sorriso sul viso e guardare il suo corpo e dire, “Vai! Vai! È finita! Fuori! Andato!” Inoltre era frustrato perché i medici cercavano di far rivivere il corpo. I medici cercavano di capire cosa c’era di sbagliato e naturalmente non ci riuscivano perché non c’era proprio niente di sbagliato; per Pete era arrivato il momento.
La famiglia si è stretta intorno a lui e ha pianto qualche lacrima vaga e non sincera, il che… (risatine) Giornata in cui rompo i coglioni! (altre risate) Va bene (Adamus ride), eccoci qui. Ok? È arrivato il momento di essere un po’ onesti.
LINDA: Ohh!
ADAMUS: Quanti di voi sono andati a un funerale e hanno sparso lacrime da coccodrillo e non del tutto sincere? Quanti di voi conoscono altre persone che sono andate a un funerale e solo una o due settimane prima della morte di quella persona ne parlavano come di un figlio di puttana (Linda sussulta) ma poi vanno al funerale e, “Oh! Oh! Oh!” (finge di piangere)
Tutto ciò non ha scosso molto Pete, niente di che perché lui aveva già superato molte delle connessioni familiari. Era già andato oltre ed è una cosa strana da vedere, proprio così, è quasi surreale perché alcuni di voi hanno già fatto questo tipo di esperienza. È proprio strano osservare voi stessi – non dico che guardate dall’altro perché quella è solo una regola umana – ma voi ci siete e non ci siete, cioè siete nella stanza ma anche no. In un certo senso oggi Pete è qui ma è anche dall’altra parte con me, è entrambe le cose e i medici – buum, buum, buum, ti battevano sul petto e t’infilavano aghi dappertutto – e tu dicevi, “Lasciatemi andare.”
La famiglia si è riunita intorno in lacrime ma in realtà, siamo onesti, si facevano domande sul testamento. (Adamus ridacchia) Edith, è vero. Accadrà. Sai, le cose che fanno gli umani, “Buuhuu – e il testamento?”
Dunque…
LINDA: Hmmm. (Adamus ride)
ADAMUS: Ah! Bene. Ecco Pete che guarda verso il basso ed è quasi impaziente, non vede l’ora di liberarsi dal corpo e ancora prima che accada arriva dall’altro lato e si rende conto che, “Qui è più reale che dall’altra parte.” Certo, io c’ero. Certo, altri Shaumbra che se ne sono andati negli ultimi 8 o 10 anni hanno fatto la stessa – ci sono, sono qui per gli altri Shaumbra che entreranno nella loro illuminazione incarnata; saranno qui perché è difficile restare qui. Sarà la prima cosa che vi dirà Pete: è molto difficile e non c’è nulla di cui vergognarsi nell’andare dall’altra parte. Nella morte non c’è vero dolore, se è questo che vi fa paura. Non c’è niente di male e Pete non si sente affatto incompleto: si sente molto, molto completo.
Pete si rende conto che dove si trova ora non riguarda l’ascensione e forse potrebbe non tornare più per un’altra vita, perché non ne ha bisogno. Non riguarda l’ascensione e non riguarda neppure la vera illuminazione, proprio no. Si tratta solo di vivere nell’Io Sono e proprio ora Pete è terribilmente felice su entrambi i lati del velo ed è qui per essere qui per tutti coloro che scelgono di restare, ma se non lo scegliete non c’è nulla di cui vergognarsi.
Pete si è sentito estremamente sollevato nel lasciare il corpo fisico perché per lui il suo corpo era una seccatura ed è così anche per molti di voi, ma soprattutto Pete si è sentito sollevato perché si è liberato di moltissimi dei limiti della mente umana.
Quando l’essere se ne va la mente umana non muore e non vi lascia anzi, quando il corpo muore, quando il corpo fisico si ferma la mente – la parte umana della coscienza, la mente umana – prosegue per un po’ e non si integra subito se la persona non è davvero conscia. Ci mette un po’.
Pete è rimasto sorpreso perché anche dopo che il corpo era morto la mente era ancora presente, continuava a chiacchierare e lui, “Beh, il corpo è morto. A questo punto la mente, i pensieri non dovrebbero cessare?” No, possono anche andare avanti e nel caso di Pete l’ha fatto solo per qualche giorno ma per altri può durare anni e anni – molti anni; per tutti voi, per tutti voi sarà facile. La roba mentale cesserà subito perché voi state iniziando a capire qualcosa che definite la coscienza.
Pete aveva parecchie cose interessanti da dire e gli piacerebbe assistere spesso agli Shoud – ma una delle cose di cui si è reso conto ed è una cosa profonda è che, “Vivete la vita al massimo o andatevene. Vivete la vita al massimo, assolutamente,” e quando è transitato si è reso conto che nella sua vita una delle cose che aveva fatto era stato trattenersi. Tutti gli umani lo fanno, a un livello a un altro.
Vivete la vita al massimo. Vivete senza trattenervi. Vivete come avete visto in quel bel video*. Quella è la vita. Quella è la vita.
* Si riferisce a “Viva la Vida,” eseguita da David Garrett e mostrata prima della canalizzazione.
Non trattenetevi. “Non importa,” Pete mi ha detto. “Non importa cosa gli altri pensano di voi. Non importa, davvero perché i loro giudizi sono privi di significato e qualsiasi cosa pensano di voi si basa sulla loro definizione di ciò che essi dovrebbero essere e di ciò che voi dovreste essere. È pura follia, se gli altri la chiamano così non importa. Siate irresponsabili – intendo dire non siate responsabili degli altri e siate responsabili per voi, ma irresponsabili e fregatevene degli altri. Vivete la vita al massimo o andatevene.”
Oggi lui mi ha chiesto di sottolineare questo punto proprio perché se ne è andato. Lui sapeva che non stava vivendo al massimo e sentiva che a livello fisico o finanziario non poteva farlo, quindi se ne è andato ed è stato felice di farlo, è stato felice di non doversi tirare dietro il corpo per altri 5, 10 o forse 20 anni.
Vivete in Grande o Andatevene
Vivete la vostra vita in pieno, davvero oppure andate. È dura da accettare perché quasi tutti diranno, “Sai, io ci proverò. Ci proverò e continuerò ad andare avanti.” Pete mi ha appena fatto notare che è patetico. È patetico quando voi continuate a vivere seguendo gli stessi vecchi modi pur sapendo che c’è qualcosa di meglio. È patetico quando avete paura di vivere in pieno; è patetico quando vivete una vita piccola, una piccola vita. Vivete in pieno o andatevene, proprio come ha fatto lui – o andatevene – perché in fondo non fate che frustrarvi. In fondo quando vivete una vita falsa, quando vivete una vita piccola non fate altro che giudicarvi.
A quel punto arrivano le parole impaurito/scared e sacro/sacred. Ciò che state facendo è sacro, proprio così ma fa anche paura e quando avete iniziato proprio non ve l’aspettavate. Vi fa paura perché a volte il vostro corpo si sente diverso e vi chiedete cosa accade e soprattutto per gli Shaumbra circa il 99% di ciò che sta accadendo al vostro corpo sono tarature e aggiustamenti verso uno stato di coscienza superiore. Non siete malati o meglio vi ammalate ma è una specie di rilascio e di ripulitura. So bene che vi sentite malissimo e a volte avete l’impressione di essere sul punto di morire e poi finite nella mente e dite, “Cosa non va in me? Cosa ho fatto di sbagliato?” Niente. È solo un aggiustamento e se voi ve ne andate, se il vostro corpo vi rifiuta l’unica cosa che accadrà è che morirete ma morirete in ogni caso, quindi ridiamoci sopra. (Adamus ridacchia ma nessun altro ride) Ehi, il gruppo è tosto. (Adamus ride di nuovo) Ah! Quando riuscite a ridere della morte, allora i vostri problemi sono già risolti.
Fa comunque paura perché oltre la morte fisica fa ancora più paura ciò che accade qui (indica la mente). Di fatto è più facile gestire il corpo che ciò che accade qui; le cose iniziano a cambiare, si fanno strane e ciò vi disorienta e vi terrorizza e vi chiedete se state facendo la cosa giusta. Vi sentite come se steste diventando paranoici. Non lo siete, ma vi sentite così e sentite che tutti i vostri pensieri sono folli. Non funziona più l’organizzazione nella mente, i controlli e i vecchi trucchi. A quel punto vi sentite disperati, molto disperati. Cosa farete?
È chiaro che cercherete di tornare indietro, a ciò che facevate prima ma sapete bene che non funzionerà. Poi vi sentite come se foste in un abisso scuro, in un vuoto davvero vuoto ed è proprio così. È un posto tosto dove stare. È davvero difficile viverci, ma è proprio lì che conosci meglio il Sé. Non conosci te stesso come sei nel tuo personaggio umano, ma è proprio allora che conosci davvero l’Io Sono. Allora scopri, proprio come ha fatto Pete, scopri che, “Io esisto. Anche in questo nulla, io esisto.” È così.
È sacro, sì; fa paura, molto. Fa molta paura e la cosa interessante è che voi siete un gruppo tosto perché ne volete sempre di più (un paio di persone ridono) e poi continuate a ridere. Due di voi hanno riso. Voi chiedete sempre di più. Amici miei, è dura ma tra un paio di mesi faremo una chiacchierata. Qualche Shoud fa vi ho detto che il 14 febbraio parleremo e diremo, “A che punto siamo? Dove siete nel vostro permettere la realizzazione dell’illuminazione?” Io uso queste parole con grande cura – permettere la realizzazione. Non funziona proprio. Non funziona per niente.
Il vostro sé umano non può e non dovrebbe provarci. Qui si tratta di permettere. Pensate a quanto lottate, a quanto ci lavorate sopra, a quanto vi date da fare e a come vi sentite frustrati. Qui si tratta di permettere.
Sembra semplice ma è complicato perché richiede fiducia, lasciare andare e permettere. Permettere che cosa? Lo scoprirete. Lo scoprirete.
Per questo facciamo un bel respiro profondo.
Una Domanda
Ho una domanda. Avremo bisogno della lavagna e di Linda al microfono. È il momento che preferisco…
LINDA: Oh-oh!
ADAMUS: … quando ci sono le domande e le risposte con Shaumbra.
LINDA: Oh-oh!
ADAMUS: Sì. Io preferirei sedermi e ascoltare me, ma voglio anche il vostro contributo.
Ora un bel respiro profondo. La domanda è, mentre Linda si prepara con il microfono – e io vi chiedo di non darmi risposte piene di makyo. A proposito, un’altra cosa che Pete ha detto subito dopo la sua transizione è stata, “Ohhh! Avevo tanto makyo.” È proprio così, Pete? Davvero? Sì. In realtà ha detto che una delle cose più grandi che potreste fare è rendervi conto del vostro makyo e riderci sopra. Rendetevi conto del vostro makyo personale.
Ok, ecco la domanda: qual è la cosa che vi preoccupa di più nella vostra vita quotidiana come umano? La cosa che vi preoccupa di più – ti spiace scrivere? (a Tad) – nella vostra vita umana di tutti i giorni qual è la preoccupazione che vi porta via più tempo e vi ossessiona?
LINDA: Buon compleanno, Andy.
ADAMUS: Buon compleanno, Andy (applausi). Buon compleanno e molti altri ancora.
ANDY: Qual era la domanda? (risate)
ADAMUS: Stai canalizzando Pete?! (altre risate) Cosa ti preoccupa di più? Come essere umano, nella vita quotidiana che cosa ti preoccupa di più?
ANDY: Sfortunatamente io mi preoccupo per il benessere degli altri ma sto arrivando alla conclusione che ho bisogno di preoccuparmi di me stesso.
ADAMUS: Ok. Ti preoccupi per gli altri. Quanto del tuo tempo trascorri a preoccuparti per gli altri?
ANDY: La metà, forse di più.
ADAMUS: Ooh! Ouch! Ecco che se ne va un’altra bella vita. Preoccuparsi degli altri.
ANDY: Sì!
ADAMUS: Sì! (ridono) Mm. Houston, abbiamo un problema. Okay, va bene. Dimmi cosa senti, perché lo fai?
ANDY: Io sentivo di dover salvare il mondo.
ADAMUS: Da cosa?
ANDY: Alla fine scopro che devo salvarlo da me (risate).
ADAMUS: Bene. Su questo punto ti do un piccolo indizio. Passare molto tempo a preoccuparsi degli altri – per te è una grande distrazione. “Io mi preoccuperò per il mondo,”– pfft, per cosa non lo so – “io mi preoccuperò per il mondo così posso distrarmi da me.” Oh, è una distrazione brillante e creativa. Quanto hai aiutato il mondo con tutto quel tuo preoccuparti?
ANDY: Non molto.
ADAMUS: (ridacchia) Quanto l’hai ostacolato?
ANDY: Uh, forse ci sono stati momenti in cui posso averlo fatto…
ADAMUS: Noo! Non proprio. Proprio no. No.
ANDY: Proprio no?
ADAMUS: Non ha avuto alcun effetto.
ANDY: Grazie.
ADAMUS: Sì, sì.
ANDY: Almeno ti sei liberato dal senso di colpa, giusto?
ADAMUS: Sì, sì. Beh, o il senso di colpa o uno dice, “Accidenti! Tutto quel tempo e non sono andato da nessuna parte.” Per questo potresti sentirti in colpa. Sì. Okay.
ANDY: Sì.
ADAMUS: Grande. Qual è quella piccola cosa da cui ti permetti di essere ossessionato? Di che cosa ti preoccupi – quando ti prendi un po’ di tempo per preoccuparti – di cosa ti preoccupi?
ANDY: Della mia gioia nel futuro.
ADAMUS: Ok.
ANDY: E naturalmente così facendo la elimino nel presente.
ADAMUS: Duh! Bene.
ANDY: Sto imparando! Sto imparando! (qualcuno ride)
ADAMUS: È abbastanza divertente quando te ne rendi conto. Sai, quando puoi riderci sopra è divertente, è come “Oh, ragazzi! Guarda cosa sto facendo – mi preoccupo della gioia in futuro così ora non provo gioia e il futuro non viene mai. Io non provo nessuna gioia. A questo punto mi preoccuperò degli altri.” (risate)
ANDY: Molto bene. Sì.
ADAMUS: Sì! No, ma una volta che te ne rendi conto è davvero molto divertente perché di colpo non ci sei più incastrato dentro. Sì. Allora sì che è solo un gioco.
ANDY: Poi le cose iniziano ad accadere.
ADAMUS: Esatto. Bene. Buon compleanno.
ANDY: Grazie.
ADAMUS: Sì. Bene. Il prossimo. Di che cosa ti preoccupi di più nella tua vita quotidiana da umano? Cosa ti preoccupa di più? A proposito, ora finiamo con Pete che vuole condividere ciò che sente. Sai, tu muori e di colpo sei un filosofo (risate). Sta ridendo. Vai avanti. Che cosa ti preoccupa più di tutto?
JANE: Posso rispondere due cose?
ADAMUS: (ride) Puoi rispondere otto cose, se vuoi e sarebbe solo l’inizio.
JANE: La salute e il denaro.
ADAMUS: La salute e il denaro. Oh bene, bene. Quanto del tuo tempo trascorri a preoccuparti della tua salute?
JANE: Un bel po’.
ADAMUS: Quanto denaro spendi per cose…
JANE: Molto!
ADAMUS: (ride) Ora abbiamo un problema con il denaro! Ha! È divertente come funziona – la salute e il denaro. Cosa succede davvero qui?
JANE: Mi sto distraendo.
ADAMUS: Sì, sì e perché?
JANE: Perché mi fa paura.
ADAMUS: Cosa la tua salute o la distrazione?
JANE: Vivere.
ADAMUS: Sì, è così.
JANE: Affrontare questo processo.
ADAMUS: Sì. Devo proprio chiedertelo, cosa ti preoccupa della tua salute? Voglio dire, cosa può preoccuparti della tua salute? Sei malata?
JANE: No (ridono).
ADAMUS: Vedi quanto poco senso ha?
JANE: Beh, ho molti…
ADAMUS: Sei mai stata davvero, davvero, davvero, davvero malata? Voglio dire, il tipo di malattia per cui domani morirai?
JANE: No.
ADAMUS: Hai influenze, raffreddori?
JANE: A volte.
ADAMUS: Sì, sì. A volte.
JANE: Sì.
ADAMUS: Varicella, morbillo?
JANE: È probabile.
ADAMUS: Sì. Nessun disturbo sessuale… sorvoliamo (risate). No. Mi stai dicendo che tu non hai mai sofferto di un problema serio di salute. Nella tua famiglia – ci sono molti problemi di salute?
JANE: Qualcuno. Sì.
ADAMUS: Non mentale. Fisico.
JANE: Sì.
ADAMUS: Sì, va bene ma nulla che spicchi…
JANE: M.S. (sclerosi multipla)
ADAMUS: … oltre a questo? M.S. Okay. Tu hai la M.S.?
JANE: No.
ADAMUS: Ok, bene. Tu passi il tuo tempo con quest’ossessione che ti costa un mucchio di soldi e inoltre continui a lavorare su qualcosa che non vuoi fare per guadagnare del denaro per pagare la tua ossessione relativa alla tua salute e così non finisci al verde.
JANE: Sì.
ADAMUS: Ti rendi conto che tutto ciò non ha alcun senso?
JANE: Beh, negli ultimi cinque anni ho avuto molti problemi nel corpo. Dolori nervosi e cose del genere, ma non ho il cancro…
ADAMUS: Cos’hanno detto i medici del tuo dolore ai nervi?
JANE: Non riescono a capire cosa c’è che non va.
ADAMUS: Oh! Accidenti! Ho doti psichiche! Ah! Cosa sta succedendo, Jane?
JANE: Sintomi da ascensione?
ADAMUS: (Adamus ride) Certo, sì…
JANE: Sai, come il mio piede che mi fa male da due anni e mezzo.
ADAMUS: Sì.
JANE: A prescindere da ciò che faccio, lui continua a farmi male.
ADAMUS: Senza pensarci sopra, a livello simbolico che cosa colleghi al piede?
JANE: Andare avanti. Sì, lo so.
ADAMUS: Fare cosa?
JANE: Andare avanti.
ADAMUS: Andare… stare sulla Terra, essere radicati!
JANE: Sì, è vero.
ADAMUS: Sì, stabili.
JANE: La pianta dei piedi, sì.
ADAMUS: Ecco cosa ti succede. È un gioco interessante, se non ti spiace che io lo dica – forse ti faccio incazzare.
JANE: No.
ADAMUS: È un gioco interessante. Vuoi uscirne?
JANE: Sì.
ADAMUS: Lo so.
JANE: Sì.
ADAMUS: Noi parliamo.
JANE: Sì.
ADAMUS: Tu non sai come fare.
JANE: Sì.
ADAMUS: Okay. Oggi ne parliamo ma tu non ci crederai. Oggi tutti faremo l’esperienza di come uscirne. Noi entreremo e poi supereremo lo Spaziotempo bon. All’inizio non ci crederai.
JANE: Ok.
ADAMUS: Vale per quasi tutti voi, ma poi inizierete a rendervi conto che, “Oh, merda! Se quella è l’unica porta, l’attraverserò. Se quello è l’unico modo per andare oltre, prenderò quella strada,” anche se sembra una strada a senso unico che va nella direzione sbagliata e che se superi quella porta ti porterà alla follia. Cos’è la follia? Cos’è la follia? Ve lo dico tra un attimo e farò incazzare parecchie persone.
Okay. Te lo dico ora. Ti guardo negli occhi – qui è scuro, vieni alla luce – non hai nessun disturbo fisico. C’è qualche strano squilibrio ma si aggiusterà da solo. Non c’è nulla…
JANE: Come?
ADAMUS: Pardon.
JANE: Come si aggiusterà?
ADAMUS: Tu lo permetterai, lascerai che il corpo si adatti e lo farà. Il corpo è più intelligente della mente. Tu permettilo e basta. Dal momento in cui una persona nasce a quello in cui muore nel corpo c’è sempre qualcosa, un aggiustamento in corso. Ci sono livelli chimici ed elettromagnetici; ci sono squilibri tra gli organi. Se tu stai zitta, loro tornano in equilibrio e lo fanno davvero in modo automatico. Questa è la bellezza del corpo ma tu devi riuscire a permetterlo e ciò fa paura perché è come se, sai, se tu non controlli tutto cosa potrebbe andare storto?
JANE: Mm hmm. Potrebbe peggiorare.
ADAMUS: In realtà è solo quando tu controlli tutto che le cose peggiorano e poi finisci al verde e prendi tutti quei… ogni volta che – ecco una delle affermazioni che fanno incazzare – ogni volta che assumete gli integratori o vi ritrovate ossessionati da una terapia esterna o da altro lavoro sul corpo, cosa di cui tutti avete bisogno – un massaggio; il tuo tipo di lavoro (a Lara) – ma a parte questo ogni volta che lo fate, che prendete le pillole o andate da qualche strano terapista o bevete acqua di cristallo e tutte le altre stronzate – voi dite al vostro corpo che non vi fidate di lui (Linda emette un suono di disgusto). Il corpo è così bravo, è così intelligente che dirà, “Okay, giocherò a questo gioco e perderò l’equilibrio perché ti amo e sembra che sia proprio ciò che vuoi.” A quel punto continuerà a soffrire di disturbi e cose strane e poi voi andate dal medico che vi dice, “C’è qualcosa che non va,” quindi andate da un altro medico finché trovate quello disposto a dirvi, “Qualcosa che non va,” ma non è per niente così. Certo, è una cosa strana.
Posso chiederti qualcosa, cara Jane?
JANE: Sì.
ADAMUS: Sei pronta – voglio dire sei davvero pronta, pronta e folle, pronta e incazzata – a uscirne?
JANE: Sì!
ADAMUS: Va bene?
JANE: No, non va bene.
ADAMUS: Okay. A prescindere da tutto sei pronta – ora Pete ride e ti guarda – sei pronta a vivere o ad andartene? A vivere o… (Linda reagisce) Cosa?! Vivi o vattene. Intendo dire lascia l’edificio, lascia il Crimson Circle (risate). Devo chiedertelo – sei pronta a vivere o ad andartene? Sei già arrivata a quel punto?
JANE: Sì! Me lo chiedo di continuo.
ADAMUS: Okay.
JANE: Sono pronta a vivere.
ADAMUS: Sì.
JANE: Ma non so come.
ADAMUS: Ok, poi ci arriviamo, ci andremo e tu dirai, “Oh, questo – non funzionerà,” e poi ti renderai conto che funziona. Si. All’inizio ti sembrerà strano e anche il tuo corpo si sentirà molto strano.
JANE: Grande (risate).
ADAMUS: A quel punto ridi del tuo corpo. Ha, ha, ha, ha, ha! Sai, davvero, è molto importante ridere quando hai questi problemi fisici perché quando arrivi a quel punto, quando riesci a ridere di te anche a livello fisico allora sei arrivata. Sei pronta per l’illuminazione incarnata, ma quando il corpo diventa il grande mostro che continua a causarti ansia e ti distrae, allora non sei pronta per l’illuminazione incarnata.
Ancora un paio di domande. Sì. David?
DAVID: Sì.
ADAMUS: A livello umano e quotidiano, di che cosa ti preoccupi?
DAVID: Dell’energia della mia forza vitale.
ADAMUS: L’energia della forza vitale – … oh, come mai?
DAVID: Be fa schifo e io non sto vivendo. Io sto… sì.
ADAMUS: Forza vitale, intendi dire che non hai energia?
DAVID: Sì.
ADAMUS: Bighelloni tutto il giorno?
DAVID: Sì.
ADAMUS: Sì. Fai fatica a mettere insieme l’energia per venire allo Shoud?
DAVID: No, è che…
ADAMUS: Questa era buona.
DAVID: Era buona.
ADAMUS: Okay, bene.
DAVID: Sì.
ADAMUS: Ti riesce difficile anche fare la spesa?
DAVID: No, quello mi piace.
ADAMUS: Ok. Hai difficoltà a mangiare un buon pasto in un buon ristorante?
DAVID: Mi piace uscire.
ADAMUS: E allora? Qual è il problema?! (molte risate)
DAVID: Sai, io… no, non lo faccio molto spesso (Adamus ride) e…
ADAMUS: Perché non lo fai più stesso?
DAVID: Beh, problemi di soldi.
ADAMUS: Ok. Questo è strano.
DAVID: È una stronzata, lo so.
ADAMUS: Sì, lo è. Sai, adesso potresti goderti un buon pasto al… Cauldre mi suggerisce il Taco Bell (il pubblico dice “Noo”) No? Allora dappertutto ma non lì, va bene. Ciò che io sento, David – e vale per tutti voi e anche Pete ne fa parte – quando fate qualcosa che ci piace sembra che l’energia ci sia, ma molto spesso voi non sapete che cosa vi piace davvero. Molto spesso vi limitate da soli perché dite che riguarda il denaro, ma non è così.
DAVID: Giusto.
ADAMUS: Sembra lo stesso problema di Jane – la salute e il denaro. I due procedono insieme. Quest’idea che spendete molti soldi per la salute a quel punto non avete più soldi perché è tutto… lei deve lavorare e tutto il resto. Questa è follia. Intendo dire è davvero folle, ma sapete una cosa? Ogni giorno in tutto il mondo miliardi di persone – più o meno 6 miliardi – si alzano e fanno ciò di cui parliamo ma essi non ne parlano perché non se ne rendono conto e quindi non ci ridono sopra perché ci sono incastrati dentro. Noi siamo qui e possiamo parlarne e ci ridiamo sopra. Mentre parlavamo ho fatto un controllo, un piccolo esame.
DAVID: Grazie.
ADAMUS: Sì e…
LINDA: Ohhh! (risate) Cosa?!
ADAMUS: Era un esame energetico.
LINDA: Cosa?!
ADAMUS: Ed era… (risate)
LINDA: Accidenti‼
ADAMUS: A te non dispiace, un piccolo…
DAVID: No, è vero…
ADAMUS: … un esame energetico non invasivo. Il tuo livello energetico va bene. Non c’è davvero niente di sbagliato in te. È – oh, e Linda prende appunti – è la passione. È la passione ed è come se anche moltissimi di voi foste intrappolati in una zona di mezzo, sapete, vivete una vita che vi fa schifo, vivete una vita inumana e vi chiedete perché il vostro corpo prova dolore e dov’è la vostra energia e perché siete al verde. Amici miei, tutto ciò non ha alcun senso, proprio nessuno e voi lo sapete.
DAVID: Io lo so.
ADAMUS: Potete riderci sopra ed è una specie di…
DAVID: Ha, ha ha!! Ora basta!
ADAMUS: È quasi divertente e la pass- … voglio rifare la Scuola della Passione. Lo so, il corso sulla Passione era stato fatto da Tobias ma possiamo rifarlo in due, forse tre sessioni.
LINDA: Tu hai la passione di rifare tutto ciò che ha fatto Tobias.
ADAMUS: Certo, (Linda ride nervosamente) ma questo è uno dei temi attuali, la passione. Mentre vi trascinate a vivere una vita che sapete essere psicotica – non voi ma il mondo è psicotico – quando non va bene ma non sapete come uscirne ciò vi prosciugherà il denaro, l’energia, la passione, la gioia e tutto il resto. Va bene, rifacciamola. Sì, va bene.
DAVID: Grazie.
ADAMUS: Per Shaumbra. Sì.
DAVID: Grazie.
ADAMUS: E ora sto per fare incazzare davvero qualcuno – Linda.
LINDA: Haaah! Perché sono sul tuo radar?!
ADAMUS: Perché sarà gratuita.
LINDA: (ulula) Ohhhh!
DAVID: Yayyy! (il pubblico tifa e applaude, Linda ride forte) Sì! Va bene!
ADAMUS: Okay.
LINDA: Oh! Non abbiamo niente di meglio da fare! Facciamolo!
ADAMUS: Non avete niente di meglio da fare.
LINDA: Facciamolo! (continua a ridere)
ADAMUS: È un punto importante. È qualcosa che vale per tutti voi. Mi guardo intorno in questa stanza e non voglio puntare nessuno in particolare ma tutta questa storia – Jane, tu l’hai espressa molto bene – sai, “Mi preoccupo della mia salute e mi preoccupo dei soldi,” poi vai a lavorare e ciò ti sottrae la gioia e la passione. Sotto molti punti di vista questo è lo Shoud di Pete. Vivi bene o vattene. È proprio questo. Noi siamo a questo punto e va bene così – per me. Per voi fa schifo, è proprio dura (risate). Vivete o andatevene. Vivete alla grande, vivete in modo abbondante e vivete bene. Vivete con stile o andatevene. Tutto si riduce a questo, perché ogni altro modo non funzionerà molto bene.
Ok, altre domande. In fretta, in fretta, oggi abbiamo moltissimo da fare. Sì.
Ahhh!
TIFFANY: Oooh.
ADAMUS: Ti ho beccato, vero?
TIFFANY: Sì.
ADAMUS: Tu pensavi di nasconderti là dietro.
TIFFANY: Giusto, in un certo senso.
ADAMUS: Sì, sì, sì.
TIFFANY: Non posso usare il mio makyo, giusto?
ADAMUS: Sì. No, no.
TIFFANY: Okay. Um…
ADAMUS: Ma puoi fare tutto ciò che vuoi.
TIFFANY: Sai, è il giorno dello Shoud. Io arrivo qui e non mi preoccupo di nulla. Mi siedo e tutto… tutto funziona molto bene.
ADAMUS: Certo.
TIFFANY: Intendo dire molto, molto bene.
ADAMUS: Sì.
TIFFANY: Ma poi…
ADAMUS: Prima di arrivare qui o quando sei qui?
TIFFANY: No. No, nel giorno dello Shoud mi rendo conto di come tutto sia grande.
ADAMUS: Facciamolo più spesso.
TIFFANY: Sì, ogni giorno. (Adamus ride) Lo dico sul serio perché io mi siedo qui e tu fai le domande e io mi preoccupo proprio di nulla. Tutto è assolutamente meraviglioso eppure…
ADAMUS: Eppure.
TIFFANY: Eppure…
ADAMUS: Eppure.
TIFFANY: … non è sempre vero.
ADAMUS: Okay. Allora dimmi le cose.
TIFFANY: È piuttosto imbarazzante e non voglio parlarne.
ADAMUS: Oh, sì, sì. Come potrebbe mai sentita imbarazzata se ci sono Shaumbra che guardano da tutto il mondo? (risate)
TIFFANY: È un po’ imbarazzante.
ADAMUS: Mettiamola così. Quando qualcuno è davvero aperto e in fiducia, tutti lo sentono e ciò aiuta proprio tutti.
TIFFANY: Vero.
ADAMUS: Guarda cosa stai facendo per salvare il mondo.
TIFFANY: È una storia vera. Va bene.
ADAMUS: Oh! Era l’accordo di qualcun altro, non il tuo. (risatine nervose)
TIFFANY: La verità è che quando mi preoccupo in modo ossessivo riguarda l’invecchiamento.
ADAMUS: Che c’è di male?
TIFFANY: Io voglio essere giovane e bella per sempre.
ADAMUS: Ok, ma non è, voglio dire, ecco perché… Io pensavo che ci avresti raccontato qualcosa…
TIFFANY: Non so il perché.
ADAMUS: … di molto succoso.
TIFFANY: Non so perché è importante.
ADAMUS: Tu intendi l’invecchiamento?
TIFFANY: Sì!
ADAMUS: Cosa farai per evitare di invecchiare?
TIFFANY: Beh, cerco di restare giovane in ogni modo possibile.
ADAMUS: E come lo fai?
TIFFANY: Mi sento giovane.
ADAMUS: Come lo fai?
TIFFANY: Umm…
ADAMUS: “Io sono giovane, io sono giovane, io sono giovane.” (Adamus ride)
TIFFANY: M prendo cura della pelle e corro e faccio yoga.
ADAMUS: Ok.
TIFFANY: E gioco.
ADAMUS: Sì.
TIFFANY: Così mi sento giovane. È da sciocchi.
ADAMUS: Posso essere molto diretto con te?
TIFFANY: Sì.
ADAMUS: Non farlo. (Adamus ride).
TIFFANY: Per favore.
ADAMUS: Stai abusando di te.
TIFFANY: Uh huh.
ADAMUS: Perché? (fa una pausa) Voglio dire, anche mentalmente…
TIFFANY: Per qualche ragione io…
ADAMUS: È l’autoabuso mentale, la cosa più grossa.
TIFFANY: Sì.
ADAMUS: A volte lo fai in altri modi, ma perché?! Buum! Buum! Buum! Buum!
TIFFANY: Penso sia solo un’abitudine. Concordo con te, è un abuso.
ADAMUS: Ok, ma voglio sottolineare…
TIFFANY: Lo trovo sempre più ridicolo.
ADAMUS: Bene, bene… almeno ci ridi sopra…
TIFFANY: Sì, lo faccio.
ADAMUS: … prima di autoflagellarti. (Adamus ride).
TIFFANY: Lo faccio, lo faccio e come ho detto, il giorno dello Shoud io arrivo qui e – tutto è stupendo, guardo tutto e faccio soldi, mi diverto e faccio solo il lavoro che mi piace. Ho questi amici meravigliosi.
ADAMUS: Sì.
TIFFANY: Tutto è stupendo.
ADAMUS: E allora l’ansia, la quasi depressione? Da dove viene? Perché c’è? Perché abusi di te?
TIFFANY: Penso perché ho a che fare con altre persone (risate soprattutto da parte di Linda). Se fossi solo io e i miei amici, allora sarebbe facile.
ADAMUS: Sì.
TIFFANY: Ma gli altri dicono cose, pensano cose e fanno cose e a quel punto io mi sento un po’, un po’…
ADAMUS: Questa risposta non me la bevo, se non ti spiace.
TIFFANY: Ok.
ADAMUS: È un buon esercizio ma – voglio dire è vero solo in parte, gli altri possono davvero portati via l’energia – ma i tuoi momenti più bui sono quando sei da sola.
TIFFANY: Ok, come smetto?
ADAMUS: Bella domanda (lei ride nervosa).
TIFFANY: Io sono pronta.
ADAMUS: Oh, tu vuoi che risponda io!
TIFFANY: Sì.
ADAMUS: Ah, ok.
TIFFANY: Sì, io voglio che tu mi dica…
ADAMUS: Inizierò a dirlo ma voglio che tu ti renda conto che come moltissimi altri tu fai un passo avanti e poi ti autoflagelli, ti biasimi e ti senti in colpa se fai un altro passo avanti. Non ha alcun senso. Va bene? Questo è da psicotici.
TIFFANY: Mm hmm.
ADAMUS: Bene. Grazie. E grazie per la tua sincerità.
TIFFANY: Grazie.
ADAMUS: Ancora una e poi Pete.
LINDA: Ancora una.
ADAMUS: Sì.
LINDA: Ok.
ADAMUS: No invecchiare bene. Qui non si tratta di invecchiamento. Ci sono molte altre cose. Sì.
SAMUEL: Sì. Di cosa mi preoccupo?
ADAMUS: Sì.
SAMUEL: Eh. Come mi prendo e come mi prendo molto.
ADAMUS: Molto bene. Eccellente.
SAMUEL: E…
ADAMUS: E… vai avanti.
SAMUEL: Capisco bene la storia di quando faccio un passo avanti e poi provo ansia e a quel punto mi autoflagello un po’.
ADAMUS: Sì, in fondo si tratta proprio di come tu ti prendi.
SAMUEL: Sì.
ADAMUS: … o ti vedi attraverso gli occhi degli altri.
SAMUEL: Sì, sì.
ADAMUS: Sì. Come sta andando?
SAMUEL: Ultimamente, non bene.
ADAMUS: (ride) Bene, sul serio. Perché? Perché non funziona bene?
SAMUEL: Umm…
ADAMUS: Se dovessi dirci come gli altri ti definiscono, quali parole useresti?
SAMUEL: Come gli altri mi definiscono?
ADAMUS: Sì, sì.
SAMUEL: Indipendente.
ADAMUS: Sì, non è bello. “Oh, quel dannato ragazzo indipendente.” (risate) Che altro?
SAMUEL: Intelligente.
ADAMUS: “Uh! Quel tipo pensa di essere molto intelligente.”
SAMUEL: Sì, stai copiando il processo e come io lo uso contro di me.
ADAMUS: Oh, certo. Sì.
SAMUEL: Sì.
ADAMUS: Cos’altro?
SAMUEL: Divertente.
ADAMUS: Divertente. Lo usano in senso negativo?
SAMUEL: No. Non dico che sono cose negative.
ADAMUS: Okay. Come essi ti percepiscono, okay.
SAMUEL: Sì. Qual era la domanda?
ADAMUS: Sei divertente?
SAMUEL: A volte rido di me (risate).
ADAMUS: Bene.
SAMUEL: Sì, sì.
ADAMUS: Che altro? Come gli altri ti percepiscono.
SAMUEL: Forse un po’ ridicolo.
ADAMUS: Ridicolo.
SAMUEL: Sì o insensibile.
ADAMUS: Sì.
SAMUEL: Sì.
ADAMUS: Insensibile o forse non realistico.
SAMUEL: Sì, sì.
ADAMUS: Sì. Non realistico. Che tipo di lavoro fai, amico mio?
SAMUEL: Faccio consulenze, vendite, parlo con i clienti dei loro sogni.
ADAMUS: Ecco. Grazie.
SAMUEL: Lo sai.
ADAMUS: È perfetto per questo tema. Tu senti che essi ti percepiscono come intelligente ma ti definiscono arrogante; divertente ma poi ti classificano come uno con un senso dell’umorismo distorto, quasi folle. Indipendente significa…
SAMUEL: Che me ne sbatto.
ADAMUS: Sì, sì, sì.
SAMUEL: Sì.
ADAMUS: Sì. Gira tutto intorno a te e niente altro.
SAMUEL: “Che fa quel ragazzo per me?” Sì.
ADAMUS: Sì, sì. Tu fai un lavoro molto creativo quando hai a che fare con i sogni delle persone, che in realtà… In fondo il lavoro che fai ha che fare con i tuoi sogni.
SAMUEL: Sì.
ADAMUS: Ma usi quella piattaforma del lavoro per fare consulenza con i loro potenziali brevetti e diritti d’autore perché tu usi gli altri per percepire te.
SAMUEL: Sì.
ADAMUS: E attraverso i loro sogni puoi vedere i tuoi sogni.
SAMUEL: Sì.
ADAMUS: È una bella situazione.
SAMUEL: Uh huh.
ADAMUS: Cosa succede se smetti di usare gli altri per percepire te stesso?
SAMUEL: Quel pensiero mi fa paura. Non ci vado molto in fondo.
ADAMUS: Sì. Sì. Ok.
SAMUEL: O lo faccio e diventa in fretta una cosa enorme, una specie di cosa che al momento non è alla mia portata.
ADAMUS: Giusto, è più facile vederti attraverso gli occhi degli altri.
SAMUEL: Sì.
ADAMUS: Gli altri umani per voi sono grandi specchi perché lo vedete subito, sapete, se hanno un cattivo odore o se ridono di voi. Sono attratti da voi o li allontanate? Ciò vi fornisce una specie di misurazione “Dovrei essere attirato verso di me o sono offeso da me?”
SAMUEL: Sì.
ADAMUS: È molto comune. Grazie. Grazie.
E finalmente tocca a Pete. Vuoi passare il microfono a Pete? Pete, rispondi tu a questo. Qual era la cosa di cui ti preoccupavi di più? (Linda mette il microfono vicino alla sedia vuota di Pete) Ok, grazie. È stata una bella risposta e vorrei scriverla sulla lavagna. Ecco… (risate, Tad scrive “Nulla.”) Oh! Pete dice che forse dovrei dirlo ad alta voce. Voi non avete sentito Pete? (qualcuno dice “No”) Un po’ più forte, Pete. (breve pausa)
No, così non funziona, Pete. La risposta di Pete è che la cosa che lo preoccupava di più era se lo stava facendo bene. Ecco la sua preoccupazione più grande, “Lo sto facendo bene?” – agli occhi degli altri o come voi vi vedete attraverso gli altri. “Lo sto facendo bene” nel senso che “Mi sto controllando abbastanza per gestire la mia salute e le mie finanze?” O in altri termini, “Lo sto facendo bene,” o anche, “Cosa sto facendo di sbagliato? Il mio livello energetico è basso. Cosa sto facendo di sbagliato?” Poi voi cercate di pensarci sopra e non funziona. Non funziona proprio. Ecco cosa intende Pete quando dice, “Vivete bene o andatevene.” Proprio così.
Proprio come voi, anche lui ha passato moltissimo tempo a preoccuparsi se “Lo sto facendo bene,” che si trattasse di spiritualità, del lavoro, della salute, dell’invecchiamento o di qualcos’altro. “Lo sto facendo bene?”
Non c’è più bene. Non c’è più, almeno non per voi. Là fuori forse ci sono persone giuste e sbagliate, ma voi siete arrivati a questo punto e non si tratta più di giusto o di sbagliato. È una cosa molto difficile, perché la vostra mente continuerà a urlare e tenderà quasi a insistere perché è davvero abituata a una vita basata sul giudizio, sul giusto e sullo sbagliato.
Voi arrivate a questo punto e siete molto frustrati. Voi volete farlo bene. Voi volete fare bene moltissime cose. Voi volete la cosa che definite illuminazione o realizzazione incarnata perché sapete che c’è, ma non sapete se lo state facendo bene o no. Inoltre la parte umana tenta disperatamente di farlo bene. Non può farlo e io voglio che vi ricordiate questo punto finché non l’avrete realizzato, finché non ve ne renderete conto dentro di voi. Non è possibile. L’umano non può farlo, proprio no.
Quasi tutte le persone passano la loro vita a cercare di migliorare la loro piccola vita umana. Essi pregano gli dei per avere una vita un po’ più semplice. Pregano Dio non per illuminarsi, non per realizzarsi e non per avere la chiarezza totale; essi pregano solo per avere qualche dollaro in più da spendere per andare a farsi visitare da qualche medico. Pregano per poter piacere un po’ di più a qualcuno. Pregano per avere una vita più semplice. Miei cari amici, non accadrà. Non accadrà e io ve lo dico con un bel sorriso.
La Vita Umana
La vita è davvero una spina nel fianco (poche risate). La vita umana è davvero una spina nel fianco e ora io mi lancio nella mia filippica “che farà incazzare molte persone.”
La vita umana è inumana. Proprio così. La vita e gli umani sono arrivati al punto in cui sono patetici. Sono patetici, è molto triste e forse solo Pete annuisce con la testa e dice “Sì” perché se ne rende conto. È morto da poco, è appena transitato (risate) e si rende conto che si parla molto di – “Oh, dovremmo amare la vita. Dovremmo amare gli altri,” ma vaffanculo e intendo proprio questo, perché ciò che vedo costantemente sono persone che cercano sempre di più di migliorare la loro piccola vita egoista da umani. Voi sapete che non funziona così.
Voi avete superato quel punto dicendo, “Io farò pulizia della piccola scatola in cui vivo. Cercherò di renderla più ordinata. Cercherò di renderla più felice. Continuerò a fare un corso felice dopo l’altro e a prendere pillole di felicità.” Non funziona così perché arrivate al punto in cui vi rendete conto che la vita è davvero patetica.
La vita dovrebbe essere un’esperienza, ma da molto tempo su questo pianeta la vita per gli umani non lo è più. La vita può essere un’esperienza stupenda, bellissima ma da molto tempo su questo pianeta non è così. Gli umani soffrono. Gli umani impazziscono e la cosa non smetterà. Voglio dire, nei prossimi anni lo vedrete accadere sempre più spesso. Gli umani impazziscono perché la vita è diventata inumana. La vita è diventata – beh, immaginatela così.
Voi passerete la giornata allo zoo e pensate “Andare allo zoo, sarà una bella esperienza e vedrò diversi animali. Comprerò qualche animale di pelouche da portare a casa e mangerò allo zoo e anche lo zucchero filato e i popcorn e la soda tutto il resto.”
È un giorno divertente. Voi entrate allo zoo e cominciate ad andare a vedere prima la casa delle scimmie e poi le gabbie dei leoni e degli elefanti. Siete così immersi in tutto ciò che vi dimenticate che siete allo zoo. Vi dimenticate che siete venuti qui solo per fare esperienza, solo in visita e molto presto il mondo esterno, la realtà, la vera realtà svanisce. Ora siete intrappolati nello zoo e molto presto vi ritrovate in una gabbia dove restate bloccati. Siete intrappolati. Poco dopo siete lì, seduti nella gabbia e vi accorgete che le persone vengono a prendervi in giro, vi osservano e poco dopo voi gli ringhiate contro. (qualche risata nervosa)
Voi siete davvero intrappolati nella vostra gabbia allo zoo e cercate di ripulire la gabbia e pregate per avere del cibo un po’ migliore e un po’ più di riscaldamento per le notti fredde. Pregate per avere un po’ più di compagnia da parte degli altri che sono chiusi a chiave nella gabbia con voi. Vi siete dimenticati che questa non è la realtà. Vi siete dimenticati che ciò non è reale, ma insistete che è così. Ci lavorate sopra e nello zoo cercate di essere un animale che in gabbia sta meglio degli altri. Voi cercate di essere un po’ più furbi di qualche altro animale e nello zoo cercate di evitare di invecchiare. Sempre nello zoo cercate di essere una scimmiacon un gran bell’aspetto. Vi siete dimenticati che voi non appartenente allo zoo ma cosa ancora peggiore, anche tutti quelli che vi circondano l’hanno dimenticato.
È da psicotici. Voglio dire, è davvero da psicotici. La vera psicosi non sono le persone che cercano di essere indipendenti, non voi, non quelli che dicono “Così non è giusto.” I veri psicotici sono quelli che cercano di rendere la loro gabbia allo zoo un po’ migliore e quelli non siete voi.
Amici miei, voi vivete in questo dilemma e questo dilemma è bloccato, come in una zona di mezzo. La vita, la vita del vecchio modo che era psicotica, è psicotica. A momento il mondo è inumano e non fa altro che smussare gli angoli – finge che siamo tutti felici, finge che domani la vita sarà migliore – ma fa schifo. Non funziona e voi lo sapete. Voi siete arrivati a quel punto.
Siete arrivati al punto in cui – non è neppure male come punto – siete quasi al collasso. “Cosa accadrà dopo? Dove andiamo partendo da qui in questo mondo folle, psicotico e patetico?”
Qualcuno dirà, “Ohh! Adamus parla male degli umani. Noi amiamo gli umani. Stasera organizzeremo un cerchio di preghiera con candele e litanie.“ Lo fate da dentro la vostra gabbia; lo fate da dentro lo zoo e non è reale. Potete farlo, certo e vivrete meglio fino a domani mattina o forse fino al giorno dopo, poi vi ritroverete al punto di partenza.
Alcuni diranno, “Ad Adamus non piacciono gli umani. Adamus è molto arrogante.” No. Io lo so, io sento il vostro dolore. Io percepisco la sensazione che state per esplodere e sento che non sapete se volete restare o se volete andartene. Questa è la cosa peggiore, come vi dirà Pete.
Vivete bene o andatevene, altrimenti vi farete impazzire da soli e non sarà una pazzia solo umana e mentale perché quella alla fine se ne andrà, ma sarà la pazzia dell’anima. Intendo dire la pazzia profonda. Io non voglio la pazzia come ne parlo ne “Il Leone Rosso” e non ce n’è bisogno.
Questo mondo è psicotico. Non voglio parlare male degli umani, delle persone. Gli umani vanno bene così, ma credono in tutte queste cose. Essi credono all’amore. Parlano d’amore ma ciò che vedo è solo bisogno. Parlano di carità e ciò che vedo è senso di colpa. Parlano di felicità, ma ciò che io vedo è la carota di fronte al cavallo affinché vada avanti un altro giorno. Parlano di religione e dei loro dei, ma tutto ciò che io vedo è controllo. Parlano di progresso ma tutto ciò che vedo è distrazione. Parlano di fare la cosa giusta per il bene di tutti, ma tutto ciò che vedo è che cercano di avere di più solo per sé stessi.
Sono un po’ stufo degli umani? No, io amo gli umani. Io sono, io lo sono stato. Io dico, ‘lo sono, lo sono stato’ perché sono stato qui e ci sono ancora. Lo capisco bene. Dovunque vado io diffondo ancora la mia umanità, ma sono anche uscito dallo zoo. Mi ci sono voluti 100.000 anni. Vi ho mai raccontato quella storia? (risate, qualcuno dice “Non l’ho mai sentita” e “Raccontacela”) Uno di questi giorni ci sarà il film, il film che David ha sempre voluto fare. “St. Germain e il suo Cristallo da 100.000 Anni.” Ah, sarebbe un gran bel film e chi potrebbe essere il protagonista? Qualcuno – Cauldre dice Robert Downey, Jr. Sì.
Ecco, 100.000 anni seduto in un cristallo. Quello sarà il film e poi un giorno “Oh, se mi ci sono infilato io, posso tirarmene fuori.” Ecco il film. Per farlo servono circa cinque minuti. Sapete, è così! (Adamus ride)
Sì, al momento sono un po’ stufo dell’umanità perché è davvero molto bloccata. In un certo senso le comunicazioni hanno aiutato la libertà e l’indipendenza delle persone, ma sapete cos’è accaduto? Con tutta questa grande tecnologia, le comunicazioni, la connettività globale e tutto il resto gli umani si sono goduti un breve momento in cui hanno avuto un po’ più di libertà, ma poi hanno preso proprio la tecnologia e le comunicazioni e tutto il resto e si sono immersi ancora più in profondità nella loro gabbia allo zoo. Gli umani hanno usato proprio le cose che avrebbero potuto fornire loro più libertà e liberazione per questo mondo e ora le usano per aumentare ancora di più la psicosi e quindi restare bloccati.
Voi vivete in un luogo divertente – ha ha ha – è divertente perché voi ci vivete proprio in mezzo. C’è la gravità che vi attira dentro giorno dopo giorno e attimo dopo attimo, ma voi sapete che non è reale e sapete che c’è qualcos’altro. Voi siete interessanti perché anche se le cose sono state molto dure voi ne volete ancora e insistete su questo punto ed è per questo che vi amo. Voi esisterete finché non ne uscirete, finché non sarete usciti dalla gabbia e dallo zoo e potrete riderci sopra.
Una volta che accadono le cose di cui vi preoccupavate qui, una volta che andate oltre e uscite dallo zoo e superate i cancelli e ci ridete sopra, vi rendete conto che è stata solo un’esperienza; uscite e a quel punto potete tornare indietro in qualsiasi momento e non ci rimarrete più bloccati dentro. Non verrete mai più riattirati dentro dalla gravità dello zoo, della gabbia e da tutto il resto. Ma più.
Amici miei, ecco quando in un certo senso l’invecchiamento si ferma, perché a quel punto voi siete senza tempo. Non potete pensare di uscire dal punto di vista umano patetico ed egoista – mi spiace. Non potete superare i vostri problemi di salute o quelli finanziari da dentro di loro. Non potete e questo è il mio punto di oggi.
Ve l’ho già detto, se vi siete sintonizzati per cercare di ottenere qualcosa di nuovo, io continuerò a dirlo in modi diversi finché non otterrete quel gran momento “aha.”
I problemi di salute, concentrarsi sulla salute; anche questa è psicosi pura – o nevrosi, entrambe – e non c’è colpa in questo. Non li risolverete ed essi peggioreranno e sarà così anche con tutte le altre cose perché voi continuate ad immergervi dentro sempre più in profondità. La gravità vi ha preso per le gambe e continua a tirarvi verso il basso.
Non ce la farete attraverso la vostra umanità e una volta che ve ne renderete conto, quando sarete pronti a mollare vi renderete conto che questo è un grande mondo pazzo e voi non riuscirete ad adeguarvi a lui e non smetterete di invecchiare e i vostri problemi di salute non spariranno da dentro la gabbia nello zoo. Non ce la farete e una volta che ve ne sarete resi conto, allora tutte queste cose si chiariranno da sole. Non perché voi lavorate sulla vostra salute o sul vostro invecchiamento o sul denaro, ma perché siete andati oltre. Voi siete andati oltre tutto ciò.
Poi tutto tornerà in equilibrio. Voi non vi preoccuperete più della vostra salute o se lo farete sarà in modo divertente, come se fosse solo un gioco ma poi vi stancherete del gioco e passerete ad altro.
Ora come ora sono incazzato con il mondo perché io so che si può fare. Io so che esperienza può essere. Sono incazzato perché vedo la gravità, vedo la coscienza di massa che trascina le persone sempre più in profondità. Cosa fanno gli umani? Prendono le pillole. Usano ogni terapia possibile. Si uccidono. Fanno la guerra. Questo è un pianeta che continua a fare la guerra. Sono ladri. Sono rapinatori. Sono guerrieri. So che alcuni mi stanno già scrivendo le mail – “Adamus dice cose orribili sugli umani.” Sto mentendo? Me lo sto inventando? (il pubblico dice, “No”) Non credo proprio. Io credo che sia da psicotici fingere che non sia così e il punto è che le cose si stanno facendo più dense.
Amici miei, voi vivete in una situazione divertente, strana, insolita e scomoda. Siete nel mondo e non lo siete. Voi state cercando di migliorare la vostra vita umana da dentro la vostra umanità. Soprattutto nel Keahak parlo dell’umano egoista che cerca di sistemare le cose e di migliorarle. Voi state solo mettendo un po’ in ordine la vostra gabbia allo zoo. Tutto qui. Allora cosa fate? Cosa fate? Hm.
Prima si tratta di capire – capire la mente e il corpo; capire la coscienza di cui abbiamo parlato molto spesso – e poi d’impazzire ed ecco a che punto siamo.
Si definisce pazzo qualcosa che è fuori dalla norma. Essere pazzi va bene. Si definisce la psicosi come… significa che la persona psicotica manca di orientamento o radicamento o connessione con la realtà. Quando però la definizione di psicosi viene scritta da dentro la gabbia da uno dei detenuti che usa lo zoo come definizione di essere radicato, allora c’è qualcosa di sbagliato. Ecco perché lo dico – gli umani sono molto psicotici e non inumani, non-umani.
L’umanità, in fondo l’umanità è stupenda ma vivere nell’umanità doveva essere un’esperienza. Tutto qui. Non doveva essere la destinazione finale. Voi non potrete mai, mai, proprio mai perfezionare la vostra umanità. Non è così che deve essere. Dovete solo fare esperienza e invece nello zoo i detenuti cercano di perfezionarla.
La Fantasia
Cosa facciamo? Entriamo in qualcosa che molto semplice. Ci sono molti modi diversi di definirla. Io lo farò nel modo più semplice possibile perché in fondo si tratta solo di andare oltre la mente. Si chiama fantasia. La fantasia. Ecco come vi piace chiamarla.
La fantasia significa non doverci pensare sopra, non usare alcuna logica. Quando pensate alla fantasia, arriva una certa quantità di felicità. “Oh! La fantasia, il mondo della fantasia!” Poi gli altri vi dicono, “È tutta fantasia.” Chi è il pazzo qui? Quello che crede nella coscienza inumana della vita o quello che dice, “Adesso basta. Adesso basta.”
La fantasia – la fantasia pura e semplice. La vivete molto quando sognate. Sognare è uno stato dell’essere interessante perché i sogni non arrivano da un luogo fatto di tempo e di spazio. I sogni non contengono la normale gravità che attira la vostra vita umana e che ha l’umano.
Quando sognate, soprattutto chi di voi ricorda i suoi sogni, vi rendete conto che, “La mia mente, la mia mente umana non avrebbe mai potuto inventarlo.” Da dove arriva? La mente non può averlo inventato e quindi i sogni sono una specie di mezza fantasia, ma la mente li interpreta ai livelli che può capire, con i simboli che può capire ma in un certo senso quando voi sognate ve ne liberate. Non del tutto, ma in parte.
In un certo senso sognare è come fantasticare ma poi esiste una fantasia ancora più grande, un rilascio ancora più grande ed è ciò che vorrei fare oggi. La musica sarà pronta tra un attimo.
Le fantasie sono interessanti. I bambini le amano perché bambini sono ancora abbastanza… una volta i bambini restavano aperti fino agli 8, 9 anni e ora fino a 2, 3 anni. Li trasformano nello zoo, diventano molto mentali e molto programmati.
Eccoci qui che entriamo nella fantasia e voi non siete più bambini e quando ve lo permettete la mente vi dirà subito, “Oh, me lo sto inventando,” o “Questa è solo fantasia” o “Non ho alcun controllo” o “Nella mia vita non farà alcuna differenza.” Non è affatto vero.
Fantasticare significa andare oltre la mente e i soliti controlli della mente. La fantasia non sono le cose che vi inventate. Voi non potete inventare niente perché niente di cui siete consci è reale. Niente di cui siete consci. Voi non potete inventarvi niente. Non potete proprio. Potete guidare e dare una direzione mentale ai vostri pensieri e poco altro, ma ciò che vi arriva non è inventato. È molto, molto reale.
Per molto tempo la domanda è stata: “Come andiamo oltre? Come proseguiamo?” Iniziamo con la fantasia.
Tra un attimo inizierà la musica ma ci sarà la sfida perché la vostra mente inizierà a chiacchierare e va bene così. Non cercate di fermarla. Vi chiederete se lo state facendo bene. Non potete farlo male. Potreste chiedervi se siete bravi a fantasticare. Non potete farlo bene o male. Vi chiederete qual è la vostra definizione di fantasia. Non esiste. Fantasia significa solo andare oltre. Noi non eliminiamo la mente o i pensieri normali; facciamo solo l’esperienza di andare oltre. È talmente esperienziale che non voglio che vi sforziate a fare nulla. Nulla o vi sentirete a disagio.
Noi lavoreremo con la fantasia. Noi lavoreremo con l’apertura e voi vi sentirete impazzire. Come ho detto prima, sacro e spaventato sono molto vicine. Vi sentirete a disagio, direte “Oh, non è per me. È roba per bambini. Ci stiamo inventando tutto.” Io voglio che facciate un bel respiro profondo e vi fermiate per un attimo. Che altra porta avete? Quale altra porta avete per superare un mondo molto limitato che sta diventando in-umano? Quale altra porta avete per andare oltre?
La fantasia è proprio qui. È disponibile ed è quel passaggio che vi porta fuori dallo zoo. Farà sì che vi chiediate, “Cosa accadrà? In un certo senso dentro lo zoo ero più al sicuro, perché tutti gli animali erano in gabbia. Cosa accade qui fuori?” Vi fornirò un piccolo indizio. Voi ci siete già stati e la vostra vera casa è là fuori, non nello zoo. Non è un mondo davvero sconosciuto, ma ultimamente non l’avete vissuto molto da consci; con ultimamente intendo direi circa 5 milioni di anni (risate). Non vi è molto familiare.
Facciamo un bel respiro profondo. Abbassiamo le luci. La fantasia. Alzate il riscaldamento di un grado; oggi il nostro pubblico ha freddo e non vogliamo che se ne vadano prima del tempo.
Fate un bel respiro profondo e rilassatevi. Sì, indossate le vostre giacche. Ok. Avete alzato? Joe? Spegni il ventilatore, non ci piace il rumore. Ok. Per stare nella fantasia dobbiamo stare comodi.
A proposito, per alcuni di voi non ho parlato di fantasie sessuali. Ho detto solo fantasia (risate). Dio! Ce ne sono sempre un paio, almeno un paio. Mi spiace, Sart.
SART: Sì!
ADAMUS: Mi spiace (Adamus ride).
Nella Fantasia
Facciamo un bel respiro profondo e che parta la musica e voi rilassatevi e basta. Rilassatevi.
Sapete, là fuori c’è un mondo – c’è sempre stato (parte la musica) – che supera il semplice pensiero, che supera la routine e le preoccupazioni della vita. È ciò che chiamano fantasia, ma invece è realtà. A me piace chiamarla fantasia perché vi dà il permesso di uscire dalla vostra mente e forse per voi la fantasia significa unicorni ed elfi e gnomi. Essi ne fanno parte. Sono reali; sono molto, molto, molto reali.
La fantasia può essere fantasia scientifica, una specie di fantascienza. La fantasia scientifica è quando parliamo dello Spaziotempo che si muove attraverso di voi e quasi tutti dicono, “Quella è fantasia. Vi state inventando tutto,” ma non è così. La cosa che mi piace è che voi sapete, sapete a livello intuitivo che è reale.
La fantasia è ciò in cui potete espandervi e non intendo dire che espandete di più il vostro sé umano, ma il vostro Sé Io Sono. Vi rendete conto di quanto è stata dura per la coscienza del vostro Io Sono restare bloccata in quella gabbia allo zoo così a lungo? Io non l’avrei più tollerato. Non avrei potuto.
Credeteci o no tutto ciò che vi rode, tutta l’irritazione, tutta l’impazienza e l’angoscia sono state una cosa buona – tutti i problemi di salute e quelli legati all’abbondanza e tutto il resto – perché ciò v’impedisce di immergervi ancora più in profondità nella vostra piccola gabbia allo zoo.
Eravate Voi. Era l’Io Sono che dice, “Non è giusto. Non è giusto. C’è altro.”
Ciò vi ha impedito di sprofondare ancora di più in vite e vite fatte di limiti, di coscienza di massa, di essere animali in gabbia e vivere in un mondo in-umano. In un certo senso è stata una benedizione. Altri sono molto addormentati, molto felici di vivere nella loro gabbia, ma non voi. Voi dite, “C’è altro. Deve esserci altro.” Infatti c’è.
Non potete arrivarci pensandoci. Non potete arrivarci partendo da dentro. Alla fine arrivate al punto in cui lo permettete, tutto qui. Arrivate al punto della fantasia.
Riesco già a sentire ciò che dirà la gente fuori da Shaumbra, dal Crimson Circle e cioè, “Oh, guarda quelli. La fantasia. S’inventano le cose.” No. No. Voi tornate a voi. Voi tornate a voi, tutto qui.
Nella fantasia noi non inseriamo niente altro. Non portiamo dentro forze esterne e cristalli sacri e arcangeli o cose del genere. La fantasia riguarda solo voi che tornate a voi.
Voi siete andati a cercare e ciò che avete trovato è stato il vostro Sé.
Voi avete cercato a lungo tentando di trovare le risposte al significato della vita, risposte alla creazione, risposte ai problemi e ciò che avete trovato è stato il vostro Sé. Non il sé umano ed egoista, il piccolo sé umano che pensa che dovrebbe attraversare i muri. No. Il piccolo sé umano che pensa che potrà teletrasportarsi dall’altra parte del mondo con il corpo e la mente. No. No. Il piccolo sé umano che vuole sfregarsi le mani, dire qualche parola magica e di colpo apparirà l’oro. Questo è solo lucidare le sbarre dello zoo e della gabbia. No.
Ciò che c’è là fuori, ciò che c’è oltre, ciò che c’è nella fantasia – significa che c’è di più, non più della stessa cosa ma di più; ciò che c’è là fuori non è solo un umano ripulito, un umano che non invecchia o un umano che non si ammala mai. No. Ciò che c’è là fuori siete Voi oltre l’umanità. Voi sarete ancora umani. È la “e.” Ciò che c’è là fuori è dove non dovete pensare, dove non dovete più pensare.
Alcune persone si sentiranno terrorizzate da tutto ciò. Voi uscite nella fantasia e vi rendete conto che non dovete pensare e pianificare tanto e darvi tanto da fare e sforzarvi e usare il potere.
Là fuori è e basta. Non ci sono battaglie. Non ci sono lotte. Non ci sono rompicapo. Non esiste la complessità della mente
Là fuori, nel luogo della fantasia vi rendete conto che non c’è modo di fare le cose bene o male. C’è l’esperienza, è ovvio ma non c’è il giusto e lo sbagliato.
Là fuori non c’è un corpo di cui preoccuparsi, non c’è alcun corpo fisico di cui preoccuparsi.
Là fuori è così creativo, così brillantemente creativo che qualsiasi cosa arriva dal tuo cuore poi inizia ad essere. Ecco cos’è la creatività – la coscienza che illumina lo schermo del bon e richiama tutte le energie così che voi possiate fare esperienza del vostro Sé.
Non ci arriverete pensandoci sopra né scoprendo qualche grande segreto o mistero o cose del genere. Si tratta solo della fantasia.
I pensieri vi sfideranno – “Beh, me lo sto inventando? È solo una manovra diversiva o una distrazione? Fa davvero qualcosa?”
Dipende del tutto da voi. Il mio lavoro è solo mostrarvi il passaggio, farvi vedere che esiste un mondo del tutto diverso, una coscienza del tutto diversa e un modo di essere del tutto diverso. Tutto ciò che dovete fare è permettervi di fare l’esperienza. La fantasia.
L’umano dirà, “Beh, cosa significa? Come lo faccio?” Shh! La fantasia.
(pausa)
Ho dovuto passare un po’ di tempo a pensare alla parola migliore, a cos’era quel passaggio. Poi ho sentito dentro di me tutti voi e tutti gli Shaumbra del mondo e ho trovato una parola in comune; una parola che vi fa sorridere, una parola che in un certo senso vi riporta a molti ricordi dell’infanzia. Oh! Alcun delle fantasie più grandi che avete avuto da bambini erano reali.
Penso che potreste dire che le cose stanno completando il cerchio. Una fantasia infantile, l’apertura – da bambini non pensavate a tutto, non provavate angoscia per tutto; voi uscivate e facevate esperienza – e noi torniamo lì, ma in un modo diverso.
Ora arriviamo al punto in cui, diciamo, siete disposti a darvi il permesso di vivere in un mondo di fantasia? Ciò non significa liberarsi dal vecchio mondo. Dovrete ancora fare le cose da umani, ma vi date il permesso? Oh! Ora alcuni di voi ci stanno pensando sopra proprio parecchio.
Vi darete il permesso di stare anche fuori dallo zoo e vivere nella fantasia?
Voi dite, “Beh, cosa farà? Cosa farà ai miei pensieri? Cosa penseranno gli altri di me? Influenzerà la mia salute? Rimarrò bloccato là fuori? Amerò il mondo della fantasia al punto da non voler tornare? Finirò per delirare? Con le mie piccole fantasie finirò per esagerare?”
Amici miei, l’alternativa è tornare allo zoo, lasciare che vi chiudano i cancelli alle spalle e rientrare nella vostra piccola gabbia – quella gabbia piccola e putrida – e ogni giorno qualcuno vi getterà qualche scarto di cibo e poi chiuderà la porta a chiave. Ecco qual è l’alternativa. Non credo che qualcuno di voi sia pronto per questo, altrimenti non sareste qui.
La fantasia è permettere, ma farlo al di fuori dei limiti dell’umano limitato.
(pausa)
Siete diventati così bravi al gioco di voi che vivete allo zoo, siete davvero bravi e per voi entrare nella fantasia sarà una sfida, almeno un po’. Cosa farete? Cercherete di fare entrambe le cose in modalità “E” e quindi ogni tanto fantasticherete, ma poi vi riattireranno dentro. La cosa bella della fantasia di Shaumbra, di questa porta è che una volta che ne fate l’esperienza vi rendete conto di quant’è liberatoria, di quanto vi libera.
Vi renderete conto che i veri psicotici sono quelli che vivono allo zoo e non cercano mai di uscirne. Quella è psicosi.
Se lo scegliete, questo è il momento e il luogo adatto per darvi il permesso di vivere nella fantasia e anche nel mondo normale dove oltre c’è la fantasia. La cosa bella è che voi non dovete fare nulla. Lei viene da voi.
Vi ricordate cosa abbiamo detto il mese scorso? Lei viene da voi.
Voi non dovere stare qui seduti e lavorarci sopra. Lei viene da voi.
Allora, siete pronti?
Facciamo un bel respiro profondo, un bel respiro profondo.
Un bel respiro profondo. Oh!
Voglio ringraziare in modo speciale Pete per essere stato qui. Dice che tornerà agli Shoud – non dovete riservargli una sedia, lui galleggerà – tante grazie a lui anche per il lavoro che farà aiutandovi, assistendovi e stando qui.
In tutta questa storia una delle sfide più grandi sarà la gravità, il risucchio che crea e che vi trattiene dentro eppure desiderate uscirne e vi ritrovate nel mezzo e sentite che state impazzendo. Non è così. Non state impazzendo, chiaro che no.
Facciamo un bel respiro profondo, Shaumbra. Sentite le energie della giornata. Oooofff! Con questo, diciamo insieme le ultime parole. Come sempre…
ADAMUS E IL PUBBLICO: Tutto è bene in tutta la creazione.
ADAMUS: Grazie. Grazie. (l pubblico applaude).