SHOUD 11 – Serie Ali

Presentato al Crimson Circle il 7 luglio 2018 

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L’Io Sono quello che Sono, Adamus di St. Germain.

Facciamo un bel respiro profondo mentre diamo inizio all’ultimo Shoud della Serie Ali. Ah! Oggi, con tutti voi qui, l’energia è molto ricca.

Io vengo qui come St. Germain più del solito. Sapete, Adamus è – come ha spiegato Cauldre – Adamus è St. Germain e tutti voi, Cauldre, Linda, tutti. Creare Adamus è stato un atto di coscienza interessante e infatti doveva essere qualcosa che non fosse troppo come il vecchio St. Germain. È servito al suo scopo. Molte buone informazioni molte, molte decine di anni fa. Molte persone lo leggono ancora, lo seguono ancora ma per Shaumbra ho dovuto progettare qualcosa di un po’ diverso, con un po’ di pepe in più, con qualcosa in più, come dite voi con l’energia del pirata, qualcosa di un po’ più irreverente e se non fosse stato così voi vi sareste addormentati (alcuni ridono) e noi non vogliamo che accada.

Sapete, quante cose da New Age avete fatto in passato quando eravate molto addormentati? Molto addormentati. Il fatto è che molti vi hanno invitato a chiudere gli occhi. Qui non lo facciamo, qui gli occhi sono aperti. Gli occhi sono spalancati e solo così potete vedere esattamente dove andate e solo così potete stare nell’ esperienza. Anche ciò che considerate una brutta giornata, un giorno di merda, che esperienza! Che storie racconterete al Club dei Maestri Ascesi.

Ecco, Adamus è stato un atto di coscienza modellato con cura e un giorno, un giorno noi faremo saltare in aria Adamus. Ecco: niente più Adamus. Non ne avrete più bisogno. Il mondo non ne avrà più bisogno perché invece di Adamus avrà voi, ma che bella corsa stiamo facendo insieme. Dobbiamo farne ancora un po’, ma che bella corsa stiamo facendo insieme con l’atto di coscienza noto come Adamus.

Per quanto mi riguarda, probabilmente St. Germain è stato più divertente – decisamente più divertente – di ogni altro personaggio, compresi i miei altri personaggi shakespeariani, davvero, perché questo personaggio che tutti voi siete insieme a me è più l’impulso del momento, è più divertente, è più provocante e più profondo. Ah, è stato stupendo e a un certo punto sarà difficile appendere al chiodo il personaggio che tutti noi stiamo recitando, il personaggio Adamus ma nel frattempo abbiamo alcune cose da fare.  Noi abbiamo del lavoro da fare.

La Nuova Serie

Sapete, stiamo concludendo la Serie Ali. Ali, come emergere dal bozzolo, come prepararvi ad andare, la farfalla è quasi pronta. Il prossimo mese passeremo alla nostra prossima Serie. Le cose cambieranno; per voi e per me le dinamiche energetiche cambieranno. La prossima Serie la intitolerò – mi sono preso un po’ di tempo e ho dovuto consultarmi al Club dei Maestri Ascesi. A proposito, alcuni di voi si chiedono, “Esiste davvero un luogo del genere?” Certo. Certo, dove, oh, si riuniscono oltre 9.700 di noi. Tutti noi siamo stati in forma umana. Noi sappiamo com’è. Noi ci riuniamo per parlare, per condividere, beviamo senza avere il dopo sbronza, fumiamo pessimi sigari e ottimi sigari. Sì, un posto del genere esiste e non passerà molto tempo prima che anche voi ci siate, prima che siate al Club dei Maestri Ascesi.

Nel programmare i prossimi passi e considerando ciò che accadrà mi è venuto il nome per la prossima Serie. Ho parlato con alcuni dei Maestri Ascesi e alcuni sono rimasti un po’ scioccati perché uso questo termine per la prossima Serie dei nostri Shoud, “Sono davvero pronti? Sono davvero pronti?” Io ho detto, “Beh, certo, io sento che lo sono.”

Hanno replicato, “Adamus, sembra proprio che moltissimi Shaumbra vogliano ancora continuare a lavorare sulle cose.” (pochi ridono) “Vogliono continuare a cercare e ricercare.” Io ho detto, “Sì, è vero ma noi non glielo lasceremo fare perché ci sono abbastanza Shaumbra che stanno già entrando nella Realizzazione.” Forse a pezzi, forse solo, un giorno la grande realizzazione e naturalmente il giorno dopo nel cassonetto. Sono abbastanza quelli che ci stanno entrando e ci sono abbastanza Shaumbra che di fatto sono transitati dall’altro lato, ci sono – penso che il numero non sia affatto una coincidenza – ad oggi sono 144 gli Shaumbra transitati che hanno permesso la loro illuminazione. Non sono rimasti nel corpo fisico e non lo rimpiangono molto. Intendo dire che in un certo senso vorrebbero essere qui nel corpo fisico, ma quando arrivate al punto di realizzarvi, soprattutto se siete sul letto di morte, i rimpianti di non essere rimasti non sono molti.

Noi siamo arrivati a quel punto. In ciò che stiamo facendo c’è abbastanza massa, c’è abbastanza massa critica e noi siamo pronti. Persino il mio messaggero, il mio canalizzatore Cauldre, credeteci o no anche lui me l’ha chiesto, “Useremo proprio quel nome? Siamo davvero pronti?”

Io l’ho chiesto a lui, “Tu sei pronto, signore?” È stato un po’ uno shock e poi sapete una cosa, è tipico di molti di voi che quando hanno il microfono in mano ed io chiedo, “Sei pronto?” e sapete che cos’ha fatto? Mi ha detto, “Ci penserò sopra. Ci penserò sopra.” Io avevo solo bisogno di un sì o di un no e invece lui “Ci penserò sopra.” Non suona un po’ come (qualcuno dice, “Non lo so”) “Non lo so?” (risate) Non suona un po’ come molti di voi? C’è. È pronto, quindi la nuova Serie s’intitolerà la Serie Emergere.

Sapete, in un certo senso voi vi siete immersi nei cicli della vita su questo pianeta. Voi siete venuti dai reami angelici, vi siete tuffati in questo pianeta, Gaia – beh, ora lei se ne sta andando ma voi vi siete immersi qui – e avete preso un corpo fisico, cosa che è molto innaturale. Vi siete abituati ad usarlo solo dopo Dio sa tipo molti miliardi di anni; diciamo che vi siete abituati ad usare il corpo fisico, ma resta ancora innaturale. Voi conoscete le sue fisime, le sue idiosincrasie. Sapete che si ammala e scoreggia e fa altre cose (risate), ma è ancora una cosa innaturale. Non è mai esistito per essere uno stato naturale e grazie al cielo ora lo state modificando.

Voi ci vi siete immersi. È un po’ come dire che avete iniziato qui (indica la sommità di un cerchio) e voi vi siete immersi nel pianeta ed avete iniziato a vivere una vita dopo l’altra per nessun’altra ragione se non l’esperienza. Nessun test. Non si trattava di rientrare nei favori di Dio, perché a Dio non gliene frega un bel niente. Ecco la bellezza di Dio, l’ho scoperto molto tempo fa. A Dio non gliene frega un ca**o di… lo dico per scuotere un po’ alcuni di voi, ma non gli interessa. Non gl’interessa. Ecco la buona notizia. Se ora non lo capite, lo capirete più avanti. A lui non importa, tutto qui.

Comunque, voi siete arrivati qui e avete affrontato tutte quelle vite solo per fare esperienza. Tutto qui. Non per ottenere più potere, non per essere un qualche Dio per diritto. Niente del genere, solo l’esperienza e poi in un certo senso avete toccato il fondo e avete iniziato a risalire, quasi ad uscire da quel cerchio di vite. Voi affrontate il vostro risveglio e tutto il resto e ora – dove siamo noi – completiamo il cerchio e quindi emergiamo fuori dagli stati innaturali, emergiamo dal corpo fisico, emergiamo dai limiti della mente, emergiamo dalle vecchie identità, dalle belle storie e ora emergiamo attraverso di loro.

Ecco, la serie che inizierà il mese prossimo sarà la Serie Emergere e affiora di nuovo la domanda da parte dei Maestri Ascesi e di Cauldre, siamo davvero pronti? Voglio dire, è arrivato il momento della Realizzazione? La risposta definitiva è sì. Sì. Perché tirarla ancora in lungo? Perché allungarla ancora di più? Ci sono abbastanza di voi che stanno entrando nella loro Realizzazione. Potreste dire che al momento c’è abbastanza antigravità al lavoro, abbastanza di voi che non stanno più solo a guardare, che a spizzichi e bocconi passano nella Realizzazione ed io mi aggrego e vi spingerò a farlo, se devo proprio farlo.

Perché aspettare ancora? Perché continuare a pensarci sopra? Perché continuare a lavorarci sopra? Noi faremo saltare in aria alcuni dei problemi, delle cose che si mettono di mezzo. Devo dirvelo subito, l’elemento che più si mette di mezzo siete voi (Adamus ride), il sé umano e inoltre nel farlo noi ci divertiremo. Sono come dei grossi massi sulla strada che in un certo senso impediscono il flusso naturale. Noi lo faremo saltare in aria e durante il processo l’umano starà bene. In effetti e in segreto, ma poi non tanto segreto l’umano spera che noi li facciamo saltare in aria.

In un certo senso l’umano urla, “Oh! Non puoi far saltare tutto in aria. Non dovresti parlare così, Adamus! Far saltare tutto e pace e amore e gioia.” Eh, noi li faremo saltare in aria e l’umano sarà molto grato per questo perché è da molto tempo che lui sta seduto lì e guarda quei massi sulla strada e si chiede, “Perché lì ci sono dei massi? Cosa stanno cercando di dirmi?” (risate) “Forse se chiamo altre persone con i massi possiamo parlare dei massi sulla strada” (altri ridono) e non va da nessuna parte.

Proprio ora è rimasto poco da ripulire e in un certo senso fa paura, ma è anche divertente. All’inizio della nostra prossima Serie noi lo faremo e basta. La nuova vita, Emergere, superare tutta la spazzatura che era in giro. È arrivato il momento.

So che… per un attimo sentite dentro di voi le energie della stanza e online. Sentite le energie dentro di voi.

(pausa)

Quando vi dico che entriamo nella Serie Emergere – “Oh, merda! Oh, sì! Oh, merda! Oh, sì! Oh, merda!” (pochi ridono) “Siamo davvero pronti? Sì, lo siamo. Non penso proprio.” (altri ridono). È una specie di conflitto interessante, se fate un passo indietro e lo sentite per un attimo. Poi, è naturale, l’umano dice, “Cosa accadrà?” e il Maestro, “Chi se ne frega?” (alcuni ridacchiano) e l’Io Sono dice, “Ehi, cammina nella tua creazione.” Ecco cos’è. Ecco cos’è. Non importa cosa accade. Ora, Emergere riguarda molto camminare nella vostra creazione. Non la creazione di Dio. Di fatto, Dio non crea molto. No, Dio non crea. È un falso. Voi camminerete nelle vostre creazioni consce, quindi di cosa vi preoccupate? Voglio dire, siete voi con la saggezza del Maestro e la coscienza dell’Io Sono. Ecco dove stiamo. Emergere.

Se c’è qualcosa di cui dovreste – non preoccuparvi – ma di cui dovreste essere consapevoli mentre entriamo nella Realizzazione è che essa vi separerà più che mai dalla coscienza di massa e dagli altri. Vi farà sentire ancora più diverso di prima e forse sarà più difficile gestire alcune cose, ma dopo un po’ tutto si calma e voi vi ritrovate in un luogo, oh, di grande Permettere. Cauldre stava per dire “pace,” ma io non voglio usare quella parola.

Voi sarete in un tale luogo di Permettere con voi, con l’umano, il Maestro e L’Io Sono che molto presto le altre persone non riusciranno – non vi preoccuperanno più tanto. Alcuni di voi sono diventati super sensibili all’energia degli altri, a vivere in città, all’aria, a tutto ciò che vi circonda e alle energie invisibili che sono dappertutto, dagli smartphone alla tv o anche solo ai rumori. Voi siete diventati super sensibili ma anche ciò si stabilizza perché siete giunti alla profonda Realizzazione – non solo mentale, ma vi rendete davvero conto che – “Quella non è roba mia. Niente di tutto ciò è mio.” Voi potete accettarlo e non deve tormentarvi.  Voi non dovete lottare con quelle energie e la vostra sensibilità. Di colpo le attraversate ed è come, “Oh, sono consapevole che ci sono. Sono consapevole che a volte l’energia degli altri può essere davvero terribile. Ne sono consapevole, ma non è più roba mia. Non è mia.”

Sapete, solo dopo vi rendete conto che ogni tanto potrebbe mancarvi un po’ il gioco del dramma e a volte, ogni tanto il dramma è divertente. Potreste rendervi conto, potreste dire, “Mi manca molto un bel dramma,” proprio così se state osservando ciò che mangiate – non dovreste farlo, ma se guardate ciò che state mangiando – è come dire, “Oh, è solo una pizza. Sono passati due mesi. È solo una pizza!” (alcuni ridono) Perché mai – io non lo capisco – in tutto il mondo gli umani desiderano ardentemente la pizza e le patatine? (altri ridono) Gli umani le amano, ma di colpo voi vi rendete conto che, “Oh, posso mangiare un po’ di pizza. Posso entrare nel dramma e giocarci un po’,” ma come Maestro vi rendete conto che, “Ci gioco dentro per un po’, solo per divertirmi e per fare esperienza, ma non è roba mia.”

Ecco, se nel vostro Emergere c’è qualcosa, è che per un po’ vi sentirete ancora più distanti dalle altre persone, dalla coscienza di massa e va bene così. Va bene così. Sapete, ci è voluto molto, molto tempo per arrivare fin qui. In altre parole, voi avete vissuto vite in cui vi sentivate un outsider, vite in cui sentivate che persino la vostra famiglia biologica non era davvero la vostra. Sapete, quanti di voi si sono chiesti se erano stati adottati? Quanti si sono augurati di essere stati adottati? (pochi ridono) Sono state vite in cui avete percepito un’energia ‘esterna’ e sapete, una delle sfide più grosse che Tobias ha affrontato quando lavorava con voi era portarvi a rendervi conto di smetterla di tentare di adeguarvi. Non funziona – tutto qui. Non accadrà e basta eppure voi ci avete provato, comunque facendo cose diverse. Oh, quanti matrimoni ci sono in cui voi tentate di adeguarvi ed essere normali? Non ha funzionato ed ora io penso che voi potete accettare quel punto. Ora potete liberarvene.

Vi sembrerà ancora più strano stare con le altre persone, vivere nell’energia della coscienza di massa ma poi si stabilizzerà – si stabilizzerà davvero – e non parliamo di ‘tra 20 anni’. Entro un breve lasso di tempo si stabilizzerà e proverete la sensazione di accettare gli altri senza dispiacervi per loro. Una grande sensazione di umorismo. All’inizio alcuni di voi diranno, “Oh, voglio prendere quella persona, darle uno scossone e dirle ‘Ecco i fondamentali – permetti e respira.’ (alcune risate) ‘Ecco i fondamentali’ e poi sorriderete e vi renderete conto che non servirà a nulla. Quelle persone hanno il loro viaggio. Quando saranno pronti, se mai saranno pronti verranno da voi o da qualcuno come voi e oh, nei momenti più disperati, nei momenti peggiori, in quelli più bui tra i giorni bui, quando tutta la loro vita cadrà a pezzi – voi sapete com’è – verranno da voi e quando verranno da voi e diranno, “Cos’è? Cos’è? Ho visto questo cambiamento nella tua vita, cos’hai fatto? Quale tipo di acqua santa bevi?” (Adamus ride) “O era un certo tipo di musica sacra?” Voi sapete com’è.

Poi vi fermate e fate un respiro profondo e vi rendete conto che è davvero molto semplice. Vi volterete e ripenserete al vostro viaggio personale che è stato molto semplice, ma voi l’avete reso molto complesso. È davvero molto bello, ma voi cercavate sempre il ‘ventre molle’ della vostra Realizzazione o entrare nella Realizzazione.

È quasi divertente perché a volte è come lavorare con voi, soprattutto quando Tobias lavorava con voi. Oh! Era come fare a braccio di ferro ogni giorno. La violenza che entrambi abbiamo sopportato, le parolacce che ci avete indirizzato e l’intolleranza e… ma noi abbiamo fatto un respiro profondo e abbiamo sorriso perché sapevamo che voi sareste arrivati fin qui. È un viaggio naturale. Noi sapevamo che voi sareste arrivati fino a questo punto. Io ho solo continuato a ripetervi le cose, a ripetervi le cose che Tobias ha detto per anni e ripeto ancora “E e Permettere. E e Permettere.” Finalmente ora sta accadendo. Siamo qui nell’Emergere.

Sarà interessante. Nei nostri incontri, nei nostri Shoud, quando ci riuniamo così dovranno effettuare dei cambiamenti perché non si tratta di buttare fuori da voi i vecchi problemi, ma si tratta di un modo nuovo di vivere come fate voi e sta accadendo. Continueranno ad esserci i residui del passato, a volte ci saranno quando la seduzione, la gravità cerca di spingervi di nuovo nei vecchi modi. Sapete, noi non li combatteremo, ma li osserveremo con grande saggezza ed umorismo.

La saggezza e l’umorismo, direi che è lì che andremo nella Serie Emergere. È una qualità che ha Kuthumi – la saggezza e l’umorismo. Se poteste immaginare per un attimo la vostra vita che prosegue, la saggezza e l’umorismo – e l’energia che vi serve, ma anche la saggezza e l’umorismo – che grande modo di vivere. Siate saggi e divertenti nello stesso momento. Davvero stupendo.

Tutto ciò sta accadendo ed è stupendo. Sembra molto… a volte alcuni di voi pensano che stia accadendo troppo in fretta. Tutto ciò accade mentre il pianeta sta cambiando. Sapete, io parlo di alcuni cambiamenti planetari, altri ne parlano più di me ma io parlo dei cambiamenti planetari a livello della coscienza umana, del pianeta, del livello del pianeta verde. Ci sono molte persone che ancora lo negano; sono nel rifiuto. Non sono Shaumbra, ma in generale sono persone che negano ciò che sta accadendo e che non vogliono che avvengano i cambiamenti. I cambiamenti sono tutt’intorno a noi, accadono ogni giorno e lo fanno in modo sempre più veloce. Moltissime persone si nascondono nei loro gusci, nelle loro case, nei loro lavori e nei loro vecchi modi. Non vogliono che le cose cambino, vogliono che restino com’erano – forse solo un po’ più lucide, un po’ più carine ma in fondo sempre le stesse – e sarà impossibile. Molti ignoreranno tutti cambiamenti che stanno accadendo nel mondo e sono cambiamenti che stanno accadendo più in fretta che mai, come mai prima.

Ogni tanto potreste avere la tendenza a non volere i cambiamenti del pianeta, a lasciarlo com’era. Non succederà. Non sarà un male e non sarà un bene. Cambierà e basta.

Il punto è che voi avete affrontato tutti quei cambiamenti. In effetti voi avete portato la coscienza in molti di quei cambiamenti. Ora sta accadendo nel mondo tutt’intorno a voi e molto presto le persone si sveglieranno e si renderanno conto che il mondo come lo conoscevano, il mondo dove hanno vissuto molte vite facendo esperienza sta cambiando in fretta. Non solo per Gaia che se ne sta andando, ma per la tecnologia e ancora di più con la coscienza delle persone. Ecco cosa sta cambiando davvero, la coscienza nelle persone. Ciò che cambierà davvero il pianeta sono le persone come voi che stanno scegliendo di restare qui incarnate, realizzate; non uscendo e pontificando su cassette di frutta, non uscendo e cercando di convertire qualcuno, non andando in giro in bicicletta o a bussare alle porte, ma solo vivendo nella loro radianza. Ecco tutto: vivere, essere nella loro radianza. Ecco cosa determina i maggiori cambiamenti.

Sapete, ne ho parlato molti anni fa a ciò che definisco il Salto Quantico. Ho parlato di tutti i cambiamenti che avvengono sul pianeta in medicina, nella tecnologia, nella finanza, nella produzione, nell’energia, in tutto grazie alla coscienza. Se non fosse stato per la coscienza, tutto ciò non sarebbe accaduto e non solo in voi, ma per molti umani in tutto il pianeta.

Con questo facciamo un bel respiro profondo.

Stiamo per dare inizio alla Serie Emergere. Vorrei un video d’apertura molto bello, lo stiamo facendo. Lo stiamo facendo.

Abbiamo dovuto fare anche una bella pulizia di casa. Ci siamo dovuti concentrare. Chi aveva permesso davvero molto, molto, molto la sua Realizzazione incarnata aveva dovuto scacciare gli altri perché essi – beh, sarò molto schietto – si nutrivano solo di energia e approfittavano proprio del vostro lavoro, del vostro impegno e quindi cercavano di nutrirsi delle energie e noi abbiamo dovuto invitarli ad andarsene, cosa che hanno fatto. Nei prossimi due anni altri Shaumbra ed io, insomma noi – concentrati non è la parola giusta – noi entreremo davvero nell’esperienza. Nei prossimi anni ci sarà la chiarezza su ciò che faremo. Dopo quel periodo, state attenti perché qui intorno il gioco sarà del tutto diverso. Nei prossimi due anni ci sarà questo gruppo chiuso e intenso con molta chiarezza su ciò che stiamo facendo e di cui stiamo facendo esperienza. Bene.

Un bel respiro profondo per questo.

La Saggezza Shaumbra

Ora Linda al microfono per favore, perché è una delle cose che preferisco fare. È arrivato il momento in cui facciamo la Saggezza Shaumbra. Linda al microfono, per favore.

(parte il video della Saggezza Shaumbra e alcuni ridono)

Ok. Il microfono è acceso?

LINDA: No (altri ridono).

ADAMUS: È molto imbarazzante porgere il microfono a qualcuno che sta per condividere la loro saggezza e… (Adamus mima le parole). Bene…

LINDA: Perché guardi me?

ADAMUS: Perché stai tenendo il microfono.

LINDA: Io, io… è il regolatore.

ADAMUS: Ok. Dunque, la domanda.

LINDA: Io sono qui per servire.

~ Domanda 1

ADAMUS: Il mese scorso, alla fine della nostra riunione abbiamo parlato di qualcosa. Io ho detto, “Tu sai cosa sta accadendo. C’è quest’energia, questa dinamica. Sai, ci stiamo avvicinando alla vera e propria realizzazione e che diavolo? Perché le cose cadono a pezzi? Perché mi sembra di fare due passi avanti e cinque indietro? Di cosa si tratta?” Io ho detto, “Beh, ti stai mettendo alla prova.”

Non lo fa lo Spirito e non è qualcosa che si fa. Voi vi mettete alla prova ed è un fenomeno naturale, innaturale che è accaduto a tutti i Maestri Ascesi. Voi affrontate un periodo in cui vi mettete alla prova e non ne siete neanche consci, ma voi vi mettete alla prova. Voi siete molto vicini alla Realizzazione, potete quasi assaggiarla. Ne avete avuto degli assaggi. Ne avete fatto un’esperienza o forse addirittura più esperienze. Avete vissuto molti momenti “aha” e voi sapete che c’è. Potete quasi sentirne il profumo. Potete quasi sentirla ed è talmente reale che di fatto entra nei   vostri sogni. Proprio ora nei vostri sogni sta entrando la saggezza del Maestro che rende sagge molte cose che in un certo senso erano rimaste in profondità dentro di voi. Egli entra anche nello stato di sogno e vi ripulisce di molta spazzatura. So che in questi giorni i vostri sogni sono piuttosto scomodi e sembra che non smettano mai perché da sempre vi tenete dentro quei problemi. Mettersi alla prova è qualcosa che tutti i Maestri Ascesi hanno fatto prima della loro Realizzazione. Quando si resero conto che la Realizzazione c’era quasi, la realizzazione della Realizzazione porta una persona a mettersi alla prova.

Il mese scorso ho detto, “Io faccio un passo indietro. Mi prendo una pausa.” Io sono quasi sempre intorno a tutti voi – quasi sempre.  A volte facciamo lunghe chiacchierate ed io so che ogni tanto mi dite delle parolacce ma va bene così. Ecco perché io sono qui e comunque vi ho lasciati perché voi gestiste voi stessi e i vostri test.

La domanda – oggi ho un certo numero di domande per la Saggezza Shaumbra – la domanda è come vi mettete alla prova? Nella vostra vita, voi cosa fate per mettervi alla prova? Linda, per favore.

LINDA: Eww! Tenete le mani lontane dalle dita dei piedi. Eww!! (alcuni ridono)

ADAMUS: Ok. Dobbiamo trovare – come le chiamate – le salviettine antisettiche per Linda e il microfono per favore, sì.

STEPHAN: Troppo tardi.

ADAMUS: Per favore non toccatevi le dita dei piedi prima che vi passino il microfono (risate).

STEPHAN: È mio.

ADAMUS: (ridacchia) Sì.

STEPHAN: Come ho…

ADAMUS: Come ti sei messo alla prova?

STEPHAN: Non sono conscio del fatto che il mese scorso mi sono messo alla prova.

ADAMUS: Ok. Non devi metterti alla prova, ma qui facciamo un gioco.

STEPHAN: Certo.

ADAMUS: Io lo chiamo un atto di coscienza. Se volessi metterti alla prova, come lo faresti? Stiamo solo giocando.

STEPHAN: Giusto.

ADAMUS: Cosa faresti?

STEPHAN: Beh, sai, se c’è qualcosa di nuovo, un nuovo software o altro, tu vuoi assicurarti che funzioni bene.

ADAMUS: Certo.

STEPHAN: Quindi fai tutti i test per evitare le incertezze e altro.

ADAMUS: Certo, fai le prove sul software, ma nella tua vita? Nella tua vita fai dei test, come i test del software?

STEPHAN: Sai, in un certo senso posso immaginarlo, è come – vuoi liberarti dalle incertezze.

ADAMUS: Uh huh. Uh huh. Giusto, giusto. Allora, in che modo ti testi – tu?

STEPHAN: (fa una pausa) Beh, è una bella domanda (ridacchia).

LINDA: Oh! È…

ADAMUS: Ciao! Sì, è una bella domanda.

STEPHAN: È una bella domanda.

ADAMUS: Sai, la risposta può sempre essere, “Non ho ancora ottenuto la realizzazione della risposta.” (risate)

STEPHAN: Esatto.

ADAMUS: Significa, “Non lo so,” ma almeno non hai detto quelle parole. Dunque, mettiti alla prova. Fingi per un attimo.

STEPHAN: Dunque, se volessi mettermi alla prova.

ADAMUS: Sì, sì. Cosa faresti?

STEPHAN: Come lo farei?

ADAMUS: Sì. Mm hm. A proposito, lo stai facendo proprio ora.

STEPHAN: Giusto.

ADAMUS: Sì.

STEPHAN: Sai, voglio dire, sai, penso alla cosa su cui mettermi alla prova?

ADAMUS: Sì.

STEPHAN: E poi ti rendi conto che è comunque inutile.

ADAMUS: Sì, sì.

STEPHAN: È come…

ADAMUS: Ora sarò molto brusco o potremmo andare avanti all’infinito, perché…

STEPHAN: Lo so.

ADAMUS: … questo è il tuo test per te. La mancanza di chiarezza, “Non sono certo di dove andrò e di cosa farò. Non voglio prendermi impegni. Io non – non voglio…” La mancanza di chiarezza. Ecco, tu ti metti costantemente alla prova non essendo chiaro.

STEPHAN: Mm hm.

ADAMUS: No, lo stai facendo proprio ora al microfono e…

STEPHAN: Mi è chiaro, sì (ridono).

ADAMUS: Beh, tu sei chiaro nel non essere chiaro. In altre parole, per te è un gran bel test. Io non me la prendo con te ma lo faccio, perché se ti siedi qui io ti beccherò e no, non provo nessun senso di colpa. Sai, è come il test di restare non chiaro.

STEPHAN: Sì.

ADAMUS: Sì. “Posso continuare a restare non chiaro?” Poi un certo giorno ti svegli e dici, “Vorrei proprio avere le risposte. Vorrei che mi arrivassero. Vorrei che il sapere interiore fosse qui. Vorrei proprio avere la visione di tutte le cose. Eh, tornerò ad essere non chiaro.” Ecco, il test è questo, è quasi un test al contrario.

STEPHAN: Giusto. Voglio dire le situazioni avvengono e poi di colpo arriva la chiarezza. Sai, è da pochi giorni che…

ADAMUS: Allora perché torni nella non chiarezza?

STEPHAN: La non chiarezza.

ADAMUS: Sì. Perché ci torni? Non devi farlo.

STEPHAN: Beh, sai, fa parte dell’umano, penso.

ADAMUS: No, non è così.

LINDA: Mhmm.

ADAMUS: No, non è per niente così. Mnh-mnh. No. Forse fa parte della tua esperienza umana.

STEPHAN: Giusto.

ADAMUS: Nel libro non appare. Ho guardato nel libro sull’essere umano e non dice che non devi essere chiaro.

STEPHAN: Ma dal passato, sai, tutti i residui.

ADAMUS: Sai, è un gran bel test tornare alla non chiarezza.

STEPHAN: Giusto.

ADAMUS: Solo per vedere se riesci a chiarire la non chiarezza e a diventare chiaro.

STEPHAN: Ed esserne orgoglioso.

ADAMUS: Sì e infatti non è una critica ma un’osservazione e molti di voi lo fanno. È come, “Per un po’ sarò poco chiaro.” È un test molto strano. Tu vuoi essere chiaro?

STEPHAN: Sì.

ADAMUS: Bene. Quello era chiaro. Bene. Allora smettila di metterti alla prova con la mancanza di chiarezza.

STEPHAN: Ok.

ADAMUS: Già, è tutto qui.

STEPHAN: Facile.

ADAMUS: “Facile” dicono (ridacchiano).

STEPHAN: Grazie.

ADAMUS: Grazie. Tu come ti ‘testi’? Come ti sei messo alla prova? (risate mentre Linda pulisce bene tutto il microfono)

STEPHAN: Mi sono lavato i piedi. Sono puliti! I miei piedi sono puliti!

ADAMUS: O mettersi le dita nel naso! (altre risate)

LINDA: Buum! (finge di colpire Alice sulla testa)

ADAMUS: Linda, tu… (Linda annaspa mentre Alice fa qualcosa di allusivo con il microfono) Linda, forse vuoi portare i tuoi guanti…

LINDA: Io porterò…

ADAMUS: I guanti di gomma con te.

LINDA: Mi servono i guanti di gomma.

ADAMUS: Sì, sì, sì.

LINDA: Adesso si esagera (Alice fa qualcos’altro) Oh! (risate) Io farò…

ADAMUS: Ehi, siamo tutti famiglia! (Adamus ride)

LINDA: Blaagh!

ADAMUS: Siamo tutti famiglia! Allora, tu come ti testi, Linda? Voglio dire, tu come ti testi? (altre risate) Come ti testi?

ALICE: Sì, ci pensavo mentre Stephan parlava. Per iniziare avrei detto la stessa cosa, che non credo di essermi messa alla prova.

ADAMUS: Molto?

ALICE: Ma aspetta.

ADAMUS: Già, già, già.

ALICE: Aspetta. Aspetta. Nell’ultimo mese, probabilmente per via del Keahak e di ciò che stiamo facendo qui io ho avuto molte sensazioni di realizzazione.

ADAMUS: Sì, sì.

ALICE: Poi ci sono momenti in cui li ho sentiti e nei momenti in cui non li sentivo dicevo, “Come, ma come?” Ma, oh, perché non riesco a restarci? Poi ottengo la risposta dal mio sé: è perché è ancora molto intenso quando accade per il corpo, per il corpo umano.

ADAMUS: Giusto.

ALICE: Quindi mi sto mettendo alla prova, è quasi come passare nella Realizzazione e dire, “Oh! Hah! Beh, è forte. Oof! Torna indietro.”

ADAMUS: Sì.

ALICE: Per me… non so se fa senso.

ADAMUS: Certo. È quasi come mettere le dita dei piedi in acqua prima di metterci tutto il corpo.

ALICE: Mm hmm.

ADAMUS: La paura più grande che hai vale anche per molti altri Shaumbra – la biologia. “Cosa accadrà al mio corpo?”

ALICE: Giusto. Certo.

ADAMUS: Sai, tu sei brava con la mente, con il tuo equilibrio mentale.

ALICE: Mm hm. Mm hm.

ADAMUS: Ma dici, “Cosa diavolo accade, mi ucciderà?”

ALICE: Mm hm.

ADAMUS: Sai, l’attacco di cuore? La malattia? Qualcosa del genere. Tu hai lavorato in campo medico e capisci le idiosincrasie del corpo, quindi ti fa un po’ paura. Sai, avresti fatto meglio a disimparare tutta quella roba medica.

ALICE: Sì, non scherzi (lei ride).

ADAMUS: Questo è un grosso – tu ti metti alla prova, “Mi darò un po’ di consapevolezza e poi farò un passo indietro. Sono ancora viva?”

ALICE: Sì.

ADAMUS: “Ho avuto una malattia.”

ALICE: Certo.

ADAMUS: So, sì.

ALICE: Certo. Hai fatto centro.

ADAMUS: Diciamo che… il tuo corpo prende più pugni per tutto ciò, in effetti prende sempre più pugni ogni volta che ti fermi, riparti, ti fermi e poi riparti.

ALICE: Hm.

ADAMUS: E se ci fossi andata dentro? Basta con i test e se nel caso peggiore il tuo corpo ti mollasse?

ALICE: Già, sì. Io lo dico ai miei figli, “Qual è la cosa peggiore che può accadere? Morirai e poi tornerai, lo rifarai.”

ADAMUS: No, no. Non devi tornare.

ALICE: Io non voglio tornare (lei ride). Sì.

ADAMUS: La paura della morte è enorme e anch’essa è un test, ma è tutta un’altra storia. Se superi la paura della morte… muori ora. Fattene una ragione, in alcune nostre riunioni l’abbiamo fatto. Toglietevi di mezzo la morte. In un certo senso tu affronterai la morte in ogni caso.

ALICE: Mm hm.

ADAMUS: Voglio dire, ci andrai dentro che ti piaccia o no, ma inizia a portare dentro la nuova biologia. Tu hai una grande sintonia per capire la biologia a livello energetico e non solo medico. Tu saresti perfetta per capire davvero le dinamiche di ciò che definiamo il corpo di luce che entra. Fallo e basta. Sii l’esempio.

ALICE: Sì. Sì. Sì, sì.

ADAMUS: Con la tua comprensione della medicina e dell’energia sii l’esempio. Portala dentro e piantala do metterti alla prova.

ALICE: Hai ragione.

ADAMUS: Sì. Bene.

ALICE: Mm hm.

ADAMUS: Grazie. Grazie. Oh! Non vedo l’ora. Sì, avevi solo bisogno di avere il permesso. Ecco perché. Avevi solo bisogno di “Va bene farlo. Fallo e basta.” Sì. Ancora un paio.  Come ti sei messo alla prova?

ANDY: Ah, il test, sì.

ADAMUS: Il test.

ANDY: Molto, più che altro dubito di me. Sai, anni fa …

ADAMUS: Beh, quello non è un test.

ANDY: Sì, eh, anni fa ho pensato, “Sai, devo liberarmi da tutte le mie paure.”

ADAMUS: Giusto.

ANDY: Sai, per tutto il tempo io dico, “Non temo nulla,” poi entri tu e premi i miei bottoni (Adamus ride) e vai… Penso di avere paura di me. Credo di aver paura di avere successo.

ADAMUS: Giusto. Perché?

ANDY: Sembra che…

ADAMUS: Quindi fai una cosa divertente e poi, sai, hai un po’ di successo e poi – bum! – tutto – pfffft! – sparisce?

ANDY: Sì. Ho immagini di vite passate che non erano davvero piacevoli o un successo.

ADAMUS: Al momento hai molto denaro sul tuo conto?

ANDY: Proprio ora ne ho, sì.

ADAMUS: Intendo molto.

ANDY: Oh, non molto, no.

ADAMUS: Del tipo a sei cifre?

ANDY: Eh, forse (risate).

ADAMUS: Io stavo per dire sette.

ANDY: Eh, beh, sì, sì. Probabilmente…

ADAMUS: Ok.

ANDY: … ho del denaro. Sì.

ADAMUS: Torniamo al mio punto.

ANDY: Sì.

ADAMUS: È che tu hai paura del successo, quindi ti permetti di avere un po’…

ANDY: Sì.

ADAMUS: … di ciò che io definirei una comodità relativa, ma non molto e ciò si applica non solo al denaro. Io l’ho usato solo come un esempio, ma…

ANDY: Sì, proprio tutto, perché…

ADAMUS: … le relazioni?

ANDY: Quando hai molto successo diventi un bersaglio, “Oh! Sai, quel tipo h i soldi. Andiamo a chiederli a lui. Quel tipo ha una bella azienda, forse mi darà un lavoro.” È come…

ADAMUS: E sono solo quelli che ne parlano.

ANDY: Sì.

ADAMUS: Là fuori ci sono molte persone con molto denaro e di cui non senti parlare perché non sono… stavo per dire “stronzi.” (Linda annaspa)

ANDY: Dillo, va bene.

ADAMUS: Ma lo dirò. Non vanno in giro a farsi vedere. Sapete, sul pianeta ci sono persone molto ricche che sono persone molto tranquille che a livello energetico non sparano i razzi di segnalazione perché lo sappiano tutti. Nella loro vita permettono l’abbondanza e non hanno bisogno di farne uno show.  Voi sentite parlare solo di quelli che sono bersagliati perché vogliono esserlo, altrimenti non sparerebbero i fuochi rossi e quelli di artificio perché tutti li seguano.

ANDY: Mi piace. Grazie.

ADAMUS: Per cosa?

ANDY: Per l’informazione.

ADAMUS: Oh, bene, bene.

ANDY: È un pensiero diverso.

ADAMUS: Ecco, voi vi mettete alla prova con, oh, potreste dire che è il vostro potere, il vostro successo, il vostro essere una persona e continua ad accadere. Noto che alcune relazioni seguono queste linee.

ANDY: Sì. Oh, sì. Sì.

ADAMUS: Sì. Oh, sì! (Adamus ridacchia)

ANDY: Sì, sì, sì.

ADAMUS: Giusto. Sì.

ANDY: Roba succosa (alcuni ridono).

ADAMUS: Sì, sì. Perché, Andy, perché ti testi in questo modo?

ANDY: (fa una pausa) Credo sia per la paura del sé.

ADAMUS: Ok.

ANDY: Ho paura di farcela.

ADAMUS: Sì. La Realizzazione non è una forma di, come direste voi, di successo? Sai, qualcosa su cui lavori da tempo? Se hai paura di farcela, come farai ad entrare nella Realizzazione?

ANDY: Certo, mi piacerebbe liberarmi da quella paura.

ADAMUS: Sì, Ok. Perché non l’hai fatto? (pochi ridono)

ANDY: Forse dovrei rivedere il video dello “Stop it” (risate).

ADAMUS: Quello è proprio un bel video.

ANDY: Sì, sì. È bello, mi piace.

ADAMUS: No, la risposta è molto chiara: perché ti piace ancora, altrimenti non lo faresti. Sai, questo è un esempio di “umorismo e saggezza combinate insieme.” Se continui a fare qualcosa che non ti piace, probabilmente è perché ti piace ancora. Ne ottieni ancora qualcosa, ne ricavi ancora qualcosa. Ecco, vacci dentro – che cosa ne stai ancora ricavando? – e metti fine a ciò che è.

ANDY: Sì. Sì. Forse la comodità di, eh – com’è quel vecchio detto? – meglio il diavolo che conosci.

ADAMUS: Giusto. Giusto. Sì e non riguarda il denaro o il successo o altro, ma riguarda la Realizzazione e vi dico che se avete paura, se dubitate di voi voi applicherete gli stessi parametri alla Realizzazione.

Fate un passo indietro, osservate i modelli energetici presenti nella vostra vita – le relazioni, il denaro – e voi in passato avete lottato con il denaro e poi è arrivato in modo facile. Le relazioni, il denaro e il vostro corpo, la vostra biologia che non è un grosso problema. Ora considerateli e poi potete estrapolarli e dire, “Ecco cosa farò nel mio Emergere. La metterò alla prova. Ci entrerò per un po’, poi mi darò addosso e quindi continuerò a lavorarci sopra.”

ANDY: Quell’idea non mi piace.

ADAMUS: Bene.

ANDY: Ma probabilmente è ciò che sto facendo, eh?

ADAMUS: È probabile, forse. Io non lo so, ma nell’ultimo Shoud il punto era che è molto comune che quando arrivi all’Emergere, alla Realizzazione voi continuate a mettervi alla prova. Ecco cosa trattiene moltissime persone – un test dopo l’altro e poi ancora uno – “Ne sono degno? Sono pronto?” Poi c’è il fatto che a molte persone piace pensarci sopra ma poi non lo fanno. Sapete, a volte il sogno è più grande della realtà. Sapete, a volte le persone vogliono continuare a sognare l’illuminazione, a parlarne e a frequentare i corsi e tutto il resto piuttosto che farlo e basta. Ecco cosa intendo sottolineare qui. Sì.

ANDY: Grazie. Sì. Penso di sentirmi comodo nella mia miseria.

ADAMUS: Sì. Sì. Bene. Finché io non l’ho sottolineato e ora diventa molto miserabile (ridacchiano).

ANDY: Ora va meglio, sì! Grazie.

ADAMUS: Grazie. Ancora due.

LINDA: Ok.

ADAMUS: Altre due.  Come ti metti alla prova? Ooh-ooh (Adamus ride).

SHAUMBRA 1 (donna): Oh, mio Dio! (pochi ridono)

ADAMUS: La paura più terribile (altre risate) è che ti arrivi il microfono a uno Shoud.

SHAUMBRA 1: Giusto!

ADAMUS: Ti spiace alzarti?

SHAUMBRA 1: Oh, accidenti.

ADAMUS: Sì. Avrei potuto farti salire sul palco, ma lasciamo le cose così. Come ti metti alla prova?

SHAUMBRA 1: Hmm. Non lo so, Kelly, come mi testo? (lei ride) Non lo so, è solo… (Linda annaspa e il pubblico dice, “Ohhh!”)

LINDA: Oooh! È una risposta da bagno (qualcuno urla “Oh, no!”) Ohhh!

ADAMUS: Puoi usare quest’opportunità per andare in bagno.

SHAUMBRA 1: Aye, yi, yi, yi. Ok.

EDITH: Molto male.

LINDA: Dalle un’altra possibilità.

ADAMUS: Passalo a chi non ti piace. Passalo a qualcuno (Adamus ride).

LINDA: Proprio di fronte a te. Proprio di fronte (qualcuno dice, “Lavati le mani”).

SHAUMBRA 1: Io non la conosco.

ALAYA: Io?

SHAUMBRA 1: Sì (altri ridono). Oh, mio Dio. Anch’io lo so (alcuni ridono).

ADAMUS: Due minuti vanno bene. Qualcuno… – e deve essere il bagno degli uomini (molte risate).

LINDA: Ohhh! Non puoi mandarla nel bagno degli uomini!

ADAMUS: Due minuti vanno bene se dopo due minuti qualcuno va a prenderla. Ecco, bene. Ora hai il microfono. Ecco, testarti. Come ti sei testato?

ALAYA: Io mi metto alla prova con il denaro.

ADAMUS: Con il denaro.

ALAYA: Del tipo, “Posso permettermelo? O non posso?”

ADAMUS: Oh!

ALAYA: “Dovrei comprarlot?” Io ci gioco un po’.

ADAMUS: Davvero? Le persone lo fanno ancora? Si preoccupano se hanno denaro?

ALAYA: Mm hmm.

ADAMUS: Wow! Wow, wow. Ok. Sì. Fammi un esempio di qualcosa che hai fatto di recente, quando cercavi di decidere se dovevi comprare un’auto molto bella o no,

ALAYA: In effetti, comprare una casa.

ADAMUS: Comprare una casa, ok.

ALAYA: Mm hmm.

ADAMUS: Sì.

ALAYA: Comprare una casa.

ADAMUS: Grande.

ALAYA: Se dovrei…

ADAMUS: L’hai fatto?

ALAYA: Non ancora.

ADAMUS: Perché?

ALAYA: Proprio ora sento di aver bisogno di stare in un limbo, un po’ più fluida, non troppo solida (Adamus ride). Io voglio essere… (risate)

ADAMUS: Makyo! Ahem!

ALAYA: … disponibile.

ADAMUS: Cosa?!! Cosa?!

ALAYA: Solo disponibile, sai. Più…

ADAMUS: Va bene. Va bene.

ALAYA: Non troppo solida.

ADAMUS: La chiamerò “Questa è la tua vita di merda” (lei ride). Da quanto tempo vuoi una casa? Da quanto tempo eri senza casa?

ALAYA: Io non sono senza casa.

ADAMUS: Da quanto tempo eri senza casa?

ALAYA: Probabilmente circa sei mesi.

ADAMUS: Ok.

ALAYA: Mm hmm.

ADAMUS: Da quanto tempo volevi una casa?

ALAYA: Una casa mia?

ADAMUS: Sì.

ALAYA: Da quando da piccola avevo una piccola casa in giardino (lei ride).

ADAMUS: Ok, torniamo al mio punto.

ALAYA: Io amo stare a casa.

ADAMUS: E ora mi stai dicendo che ora vuoi restare fluida.

ALAYA: Bene…

ADAMUS: Ed essere pronta a tutto.

ALAYA: Mm hmm.

ADAMUS: Tu hai l’energia di casa scritta dappertutto su di te (lei ride). No, davvero. Sai, alcune persone sono nomadi. Tu sei una persona da casa. Finora tu hai evitato di avere una casa sicura.

ALAYA: Mm.

ADAMUS: Per tutta la tua dannata vita.

ALAYA: Mi farai piangere (ride).

ADAMUS: Mentre crescevi, quando eri una senzatetto e ovviamente ora hai un posto in cui vivere, ma non è tuo. Una casa sicura che è tua, che puoi avere – e poi puoi viaggiare, puoi fare ciò che vuoi – ma una casa sicura. Io guardo nel tuo cuore e c’è e ora mi racconti la stronzata dell’“Io voglio restare fluida”? No, uh-uh. No, no, no, no.

ALAYA: Disponibile? (lei ride)

ADAMUS: Disponibile. Il posto migliore dove essere disponibile è a casa tua. È solo… non ti dirò se farlo o no, ma…

ALAYA: Fa paura. Fa paura.

ADAMUS: Perché?!

ALAYA: Io, io – eughh – non è tempo di bagno per me (ridono).

ADAMUS: No, no, no, no! Una alla volta. A proposito, quante postazioni ci sono? (risate)

ALAYA: Lei ha già usato il bagno degli uomini!

ADAMUS: No, è ora di avere una casa.

ALAYA: Oh, è ora di avere una casa.

ADAMUS: È ora di avere una casa. Smettila di metterti alla prova.

ALAYA: Ok.

ADAMUS: Compra la casa. Avrai un luogo dove stare molto al sicuro dentro di te. Eh, tra un attimo parleremo di case.

ALAYA: Casa. La casa va molto bene.

ADAMUS: La casa. Sì, la casa va bene.

ALAYA: Io amo la casa. Sì.

ADAMUS: Allora, cos’ha a che fare con la libertà?

ALAYA: Significa solo che non devo affrontare…

ADAMUS: Ti stai mettendo alla prova. È lo stesso…

ALAYA: Me l’hai chiesto tu! (lei ride)

ADAMUS: Puoi estrapolare la stessa cosa. Ascolta con attenzione. Puoi… oh, hai finito? (a Shaumbra 1 che rientra dal bagno)

SHAUMBRA 1: Oh, sì.

ADAMUS: Non ho sentito lo sciacquone, ma va bene.

Senti, puoi estrapolare la stessa cosa, “Sto pensando di acquistare una casa, ma adesso voglio restare fluida. Voglio aprirmi alle opportunità o ad altro.” Voi state facendo la stessa identica dannata cosa con la vostra illuminazione, “Beh, non voglio prendermi degli impegni con me stesso, con lo Spirito, con la vita e con tutto. Io…” Sei una fifona (pochi ridono). No, davvero. La stai usando come una scusa ed è in assoluto makyo al cento percento. È una stronzata!

ALAYA: Ok.

ADAMUS: Qui vedo il gioco della casa e tu che puoi, che dici “Ok,” ma quando inizi a farlo con la tua stessa Realizzazione – “Beh, potrebbe non essere il momento giusto,” oppure “Aspetterò di vedere se c’è qualcos’altro che devo fare,” o ancora “Resterò aperta e vediamo cosa dice il Maestro” – quella è una stronzata.

ALAYA: Ok.

ADAMUS: Ok.

ALAYA: Ok.

ADAMUS: Allora, compra la casa.

ALAYA: E mi illumino.

ADAMUS: Compra la casa e illuminati. Mi piace, sì.

ALAYA: Una casa illuminata.

ADAMUS: Sì! Sì!

ALAYA: Ok. Cambia la sedia! (risate mentre Alaya guarda Edith che la una strana faccia e Adamus le manda un bacio).

Ok, ancora uno e poi abbiamo un’altra domanda. Sarà una lunga giornata. Ancora uno. Di recente, come vi mettete alla prova? Oh! Spero che la telecamera sia davvero pronta a cogliere lo sguardo sul viso quando ricevono il microfono. Come vi mettete alla prova?

SUE: Negli ultimi due mesi ho avuto a che fare con una rabbia incredibile.

ADAMUS: Sì, sì. Oh, bene.

SUE: E l’ho proiettata all’esterno.

ADAMUS: Sì.

SUE: Non tanto all’interno, almeno penso perché ho usato molto lo “Stop it!”

ADAMUS: Giusto, giusto. Quindi hai preso a calci i cani o cose del genere?

SUE: No. Ho urlato agli altri guidatori e…

ADAMUS: Riuscivano sentirti? (lei annuisce) Oh, ci riuscivano! (risate) Sì. Fai anche i gesti con le mani?

SUE: Eh, no.

ADAMUS: No, no. Gli urli sono dietro.

SUE: Sì, ho una voce abbastanza forte.

ADAMUS: Cosa gli urli dietro? Non sono mai stato dentro un’auto. Sono stato su molti cavalli, ma mai in un’automobile. Come verrebbe?

SUE: Beh, più o meno, “Stai indietro, stronzo.”

ADAMUS: Sì.

SUE: Sì. O…

ADAMUS: Come fanno a sentirti se i finestrini sono…

SUE: Beh, i finestrini sono abbassati.

ADAMUS: Oh, ecco (lei ride). Allora, come fai? Diciamo che io sono nell’altra auto e ti taglio la strada e tu che diresti?

SUE: Quando li vedo nello specchietto retrovisore dico, “Stai indietro, stronzo!”

ADAMUS: Ti volti?

SUE: Sì (ride nervosa).

ADAMUS: Oh, lo fai.

SUE: Beh, no, guardo dallo specchietto.

ADAMUS: Oh, giusto, giusto. Ok.

SUE: Quindi l’energia è diretta…

ADAMUS: Voglio sentirti come se lo facessi adesso. Ti ho tagliato la strada o qualcosa del genere o ti sto addosso, forse troppo vicino e poi?

SUE: Stai indietro, stronzo!

ADAMUS: Ooh, dai! Ok, bene. Bene (risate). Dunque, problemi di rabbia.

SUE: Giusto.

ADAMUS: Come fa ad essere un test per te? Penso sia un test per gli altri.

SUE: Me ne sono resa conto l’altro giorno. M’impedisce di stare con me. Sai, quando accade io proietto all’esterno.

ADAMUS: Mm hmm.

SUE: Non che la rabbia ci debba essere, ma ho bisogno di stare nella chiarezza.

ADAMUS: In questa vita da quanto tempo reprimi la rabbia?

SUE: Oh, mio Dio! Dalla nascita.

ADAMUS: Sì. Intendo dire che è molta. Molta repressione.

SUE: Giusto.

ADAMUS: E ciò influenza il corpo, come sai.

SUE: Giusto.

ADAMUS: Non va molto bene.

SUE: Giusto.

ADAMUS: Sai, urlare non lo considererei un test. Voglio dire, tu non esci dall’auto con una mazza da baseball, giusto?

SUE: (ridacchia) No.

ADAMUS: Ok. Allora urli un po’ e sapete una cosa? Moltissimi di voi stanno imparando a diventare parzialmente invisibili. In altre parole tu puoi imprecare, “Stai indietro…”

SUE: Stronzo.

ADAMUS: “…stronzo,” lo dite ad alta voce ed essi ne sono inconsapevoli. Non vi vedono e non vi sentono. Voi vi sentite bene a tirarlo fuori, ma – qui meniamo il can per l’aia – no, non è proprio come mettervi alla prova. Come altro ti metti alla prova?

SUE: Beh, l’altro “aha” riguarda l’auto-amore; ho vissuto un momento in cui ho provato un amore incredibilmente profondo verso di me.

ADAMUS: Sì.

SUE: Mi sono messa le mani sul viso.

ADAMUS: Bene.

SUE: E … sì.

ADAMUS: Tu ti testi prendendo qualcosa come questa e spingendola nel mentale e poi vedi se riesci a renderla mentale, a farne un concetto mentale. Tu hai un modo piuttosto interessante di archiviare le cose nella vostra mente e prendi addirittura alcuni dei tuoi più grandi momenti “aha” e cerchi di inserirli nel mobiletto dei file mentali invece che lasciare che restino sensazioni libere e aperte. In un certo senso ti metti alla prova dicendo, “Sono abbastanza intelligente per fare tutto ciò?” Nella tua vita è un po’ un problema sotterraneo, “Sono abbastanza intelligente?”

SUE: Beh, direi anche nell’aprirmi alle sensazioni, nel permettere le sensazioni.

ADAMUS: Esatto. Ecco cosa accade quando diventi mentale. Quando provi una bella sensazione – una sensazione naturale, cruda, viscerale che somiglia molto a una realizzazione – e tu la senti e poi l’umano deve entrare dentro e cercare in fretta di inserirla nell’armadietto dei file mentali. È un modo per mettervi alla prova, ma è anche un po’ di paura delle vere sensazioni aperte, soprattutto se pensate di arrabbiarvi e quindi tentate di reprimere il tutto. Non cercare di archiviare tutto e subito.

SUE: Giusto.

ADAMUS: Tu hai provato la sensazione dell’auto-amore e invece di analizzarlo o di dire, “Ok, questa appartiene al file ‘auto-amore’ e ora posso analizzarla…” Smettila di farlo. Ciò ti rallenterà.

SUE: Ok.

ADAMUS: Bello (lei ride). Ok.

SUE: Grazie.

ADAMUS: Bene. Grazie.

Facciamo un bel respiro profondo.

Tutti voi vi mettete alla prova in molti modi diversi mentre entrate nella Realizzazione. È del tutto naturale, quindi non stateci male. Non complicatevi la vita. Invece voi lo fate e poi vi chiedete, “Sono davvero pronto? Sono davvero, davvero, davvero, davvero, davvero, davvero pronto?” E poi vi sottoponete a un altro piccolo test.

Iniziate a considerare alcune delle abitudini e dei modelli delle cose che fate nella vostra vita e come dicevamo prima, tu hai questa cosa della casa in atto. Fallo e basta. Sai, smettila di metterti alla prova e di farlo in modi molto strani. Supera questa cosa del test, ok? Inizierai a diventare molto consapevole dei test.

Ora però c’è qualcos’altro che è molto importante e ne parlerò qui all’ultimo Shoud della Serie Ali perché, vedete, le vostre ali stanno iniziando ad aprirsi. Voi inizierete ad emergere dallo stato di bozzolo del risveglio. Le vostre ali stanno iniziando ad aprirsi, ma sulle vostre ali c’è qualcosa di molto appiccicoso; è molto appiccicoso e qui dobbiamo proprio parlarne.

~ Domanda 2

Inizierò facendo la domanda – Linda al microfono, il microfono sporco (pochi ridono). Inizierò facendo la domanda, “Sei una vittima?”

Linda, microfono, per favore. Sei una vittima?

DAVID: Direi sì, certo.

ADAMUS: Oh. Ok. Spiegaci.

DAVID: Ricevo il microfono proprio adesso! (molte risate e qualche applauso)

ADAMUS: Ecco un bell’esempio di saggezza ed umorismo insieme. Proprio bello. Sei una vittima?

DAVID: A livello conscio, no.

ADAMUS: Mm hm.

DAVID: Ma sai, dopo millecinquecento vite sulla giostra, uno può iniziare a sospettare che ci sia qualcosa.

ADAMUS: Ok (pochi ridono). Di cosa pensi di essere vittima? Ahm.

DAVID: Per me una cosa grande è stato il dubbio, il dubbio auto-creato.

ADAMUS: Giusto.

DAVID: Io che schiaccio il freno della mia vita. In effetti questo non è essere proprio una vittima. Sono solo io che tengo premuto il freno della mia vita.

ADAMUS: Mm hm. Ti senti una vittima?

DAVID: In effetti no.

ADAMUS: Ok, bene. Hai fatto la SES. Sei un insegnante di SES, quindi capisci davvero la storia dell’energia della vittima, ma tu dici che non lo sei.

DAVID: Lo dico. L’ho appena detto.

ADAMUS: Ok (David ride di cuore). Ok, bene. No, è…

DAVID: Non so perché l’ho fatto! (Adamus ride)

ADAMUS: Bene. Grazie. Il prossimo. Sei una vittima?

SHAUMBRA 2 (donna): Oh, cielo.

ADAMUS: Quando ti hanno passato il microfono avevi uno sguardo da vittima. Per favore, qualcuno può sorridere quando gli arriva quel dannato microfono? “Grazie, Linda. Lo stavo aspettando.” Sì. Sei una vittima?

SHAUMBRA 2: Non è vero (lei ride). Mi spiace. Prima pensavo di essere una vittima, perché riguarda la coscienza di massa e ora nella mia vita…

ADAMUS: Oggi non volevi ricevere il microfono?

SHAUMBRA 2: No.

ADAMUS: Non volevi che ti arrivasse, sì.

SHAUMBRA 2: Sì.

ADAMUS: Sì.

SHAUMBRA 2: Hai un po’ di paura.

ADAMUS: Prima dicevi a Caldure che sei preoccupata per il tuo inglese?

SHAUMBRA 2: Sì.

ADAMUS: Sì, il tuo inglese va bene. Sì. È stata una breve distrazione, ora possiamo tornare al punto. Allora, tu sei una vittima?

SHAUMBRA 2: Ora penso di no.

ADAMUS: No.

SHAUMBRA 2: Prima sì.

ADAMUS: Prima di tutto, qual era la cosa più grande di cui eri vittima?

SHAUMBRA 2: La coscienza di massa.

ADAMUS: Sì, sì. È una cosa grossa.

SHAUMBRA 2: La paura.

ADAMUS: Tu vieni da un bel paese con persone molto belle, un paese che è stato attaccato e decimato e violentato e molte altre cose orribili.

SHAUMBRA 2: Io vengo dalla Polonia e…

ADAMUS: È il cuore del conflitto.

SHAUMBRA 2: Sì. Ho cambiato paese 16 anni fa. Eco perché ora mi sento molto bene. Col mio lavoro ho dei problemi (lei ride).

ADAMUS: Che tipo di lavoro fai?

SHAUMBRA 2: Oh, non voglio dirlo. Mi spiace, perché le persone…

LINDA: Oh, aspetta…

ADAMUS: Lei è una spia. È una spia, è una spia (risate). Non vogliono mai dirlo. Bene. La domanda è, sei una vittima? Tu vieni dal paese dove c’è un’enorme sovrastrato di coscienza della vittima. Abbiamo fatto un evento in Polonia e vorrei tornarci perché dobbiamo fare ancora del lavoro con gli Shaumbra in Polonia…

SHAUMBRA 2: Sì, certo.

ADAMUS: … e lasciar andare ancora molte cose.

SHAUMBRA 2: Specialmente con la religione.

ADAMUS: Allora, sei una vittima, sì o no?

SHAUMBRA 2: No.

ADAMUS: No. Ok, bene.

SHAUMBRA 2: Non più.

ADAMUS: Oh, bene. Bene. Sono felice di vedere che sei andata oltre. Ancora un paio.

SHAUMBRA 2: Grazie.

ADAMUS: Sto facendo un sondaggio. Sei una vittima?

LARA: No.

ADAMUS: Lo sei stata di recente? Sai, cinque anni fa, dieci anni fa?

LARA: Sì.

ADAMUS: Sì.

LARA: Sì.

ADAMUS: Wow! Di cosa?

LARA: Penso della mia incertezza …

ADAMUS: Vivere con Mofo (suo marito) non ti rende automaticamente una vittima.

LARA: Beh, è qui! (risate)

ADAMUS: In automatico (ridono essi). È opinabile, ma non fa di te una vittima. Allora, di cosa eri una vittima?

LARA: La mia stessa incertezza e la poca chiarezza e la mia irrequietezza.

ADAMUS: Mm hm. Mm hm. Il tuo passato, la tua infanzia o cose del genere?

LARA: No.

ADAMUS: No, no, no.

LARA: No.

ADAMUS: No.

LARA: Solo esperienze da adulta, credo.

ADAMUS: Ok, ma l’hai superato?

LARA: No.

ADAMUS: Ok. Allora qui c’è un po’ di vittima…

LARA: No, io non mi sento più una vittima.

ADAMUS: Non ti senti una vittima?

LARA: Uh-uh.

ADAMUS: Ok. Bene, ma io qui sento qualche contraddizione.

LARA: Mm hm. Ho…

ADAMUS: Tu non sei una vittima, ma qui ce n’è un po’. Cosa sta succedendo?

LARA: (ridono) Sento ancora molta incertezza e agitazione.

ADAMUS: Incertezza non è la parola giusta.

LARA: Hm.

ADAMUS: Sai qual è?

LARA: Quale?

ADAMUS: Tocca a te.

LARA: Per favore.

ADAMUS: No. Ho bisogno che lo dica tu.

LARA: Oh, lo so.

ADAMUS: Perché la definisci incertezza? Hai detto che era quella?

LARA: Mm hm.

ADAMUS: Perché la definisci così? Perché la definisci così? Tu sai cos’è.

LARA: L’indecisione?

ADAMUS: Sì e non è quella.

LARA: Non è quella.

ADAMUS: Tu balli intorno al tema.

LARA: Mm hm.

ADAMUS: Cos’è?

LARA: la paura.

ADAMUS: Ci sei vicina.

(lei fa una pausa)

Qual è la parola? È proprio lì. Metà ce l’hai già.

(lei fa un’altra pausa)

Belle scarpe (a Jason seduto in prima fila).

JASON: Grazie (lui ride).

ADAMUS: Sì, mi piacciono (pochi ridono). Forse possiamo fornire a Cauldre qualcosa che non sia tutto tagliato come queste (risate; si riferisce ai sandali di Cauldre). Oh, mi spiace. Dov’eravamo rimasti?

LARA: Alla paura, ma non è quella.

ADAMUS: Se dici la parola tu ripulirai molta roba dentro di te.

LARA: Ok.

ADAMUS: Va bene. Stiamo parlando di incertezza, di dubbio. Tu hai usato altre parole makyo. Tu non ti senti più una vittima.

LARA: No.

ADAMUS: In effetti tu non sei perseguitata da cose esterne. Cosa sta accadendo qui? Qual è la sensazione emotiva più grande che hai provato negli ultimi dieci anni?

LARA: Umm.

ADAMUS: Sì.

LARA: La sensazione di essere bloccata?

ADAMUS: No.

LARA: La sensazione, uh… non lo so, tristezza.

ADAMUS: A proposito, ho sentito.

LARA: Lo so.

ADAMUS: Sì.

LARA: Ma non andrò in bagno.

ADAMUS: Ok. Va bene (risate). Ok, bene. Abbiamo sorvolato, ma ora è molto intenso. Sì, sarebbe deludente perché a quel punto devo entrare con te per poter continuare (risate).

LARA: E il cameraman. Potrebbe diventare strano.

(breve pausa)

ADAMUS: Se lo dico io, avrà un impatto dimezzato su te che ti liberi da alcune cose. Se lo dici tu, può andarsene (lei sospira). Non è divertente come la mente in un certo senso blocca le cose? Sapete esattamente di cosa sto parlando ma tu non riesci a tirar fuori quella parola ed è uno di quei…

LARA: Riesco a sentirlo.

ADAMUS: Tu riesci a sentirlo. È uno di quei auto-test.

LARA: Sì.

ADAMUS: Direi che, eh, forse il 30, 40 percento di te ci arriva ma – ohh! – cosa facciamo?

(fa una pausa)

Vuoi che te lo dica?

LARA: Sì.

ADAMUS: Ok. Rendi il microfono a Linda e per il momento abbiamo concluso con le domande e poi arriverò al punto. Senti bene dentro di te ciò che sto dicendo perché potrebbe – pfff! – potresti liberarti di molte cose. Ok. Alzate le luci, per favore.

Ecco qui un problema di cui dobbiamo proprio occuparci perché è un problema appiccicoso e voi volete liberarvene ma non ci riuscirete subito. Vi servirà un po’ di tempo proprio perché è molto appiccicoso, proprio intessuto in voi e brutto, e vi rende una vittima. Fa di voi una vittima.

Tutti voi avete fatto parecchia strada, avete portato dentro molta saggezza e avete davvero smesso di essere la vittima dei vostri genitori. Non vi sembra che siano passati secoli dalle cose di famiglia e da voi che ve la prendevate con loro? Voi avete smesso di essere una vittima rispetto ai vostri ex, i vostri ex-mariti e mogli e partner e amanti, perché vi siete resi conto che vi trascinavate dietro un bel po’ di spazzatura extra. Ecco, voi avete smesso di essere la loro vittima.

In generale voi avete smesso di essere una vittima della coscienza di massa. Voglio dire, voi vi rendete conto che c’è ancora, che può sedurvi ma voi avete impedito che vi preoccupasse. Eppure è rimasto ancora questa cosa della vittima, una cosa grossa da vittima ed è il senso di colpa delIa vittima, il senso di colpa.

Il senso di colpa

Ecco cosa ti rende una vittima, “Mi sento in colpa perché ho fatto qualcosa di cattivo a un’altra persona. Mi sento in colpa perché non sono una persona carina. Mi sento in colpa perché continuo a portarmi dietro cose che ho fatto molto tempo fa – i miei segreti,” che siano segreti sporchi o solo segreti nascosti in profondità. Il senso di colpa farà di te una vittima più delle altre persone, più di tutto ciò che c’è all’esterno. Visto che proprio ora stiamo aprendo le ali e stiamo per prendere il volo, per emergere davvero e se sulle vostre ali resta quella roba appiccicosa non riuscirete a volare molto bene. Farete parecchi ruzzoloni. È arrivato il momento di prendere in considerazione il senso di colpa che avete dentro.

È divertente perché c’è, voi sapete che c’è e sapete anche cos’è, ma la mente fa il suo gioco. La mente fa un gioco enorme e prima di tutto negherà che siate una vittima, ma alla fine vi renderete conto che il vostro senso di colpa è il senso della vittima più grande che proverete mai. Il vostro stesso senso di colpa – è molto più grande del fatto di essere la vittima in una famiglia cattiva o in una brutta relazione o al lavoro o in altri ambiti.

Voi restate attaccati al senso di colpa. Voi restate attaccati alla vergogna. Voi restate attaccati alla forma più grave di auto-test che esista. Voi non ve ne libererete perché voi sentite troppo il senso di colpa. Voi sentite di aver fatto qualcosa di così incredibilmente terribile che non riuscite a liberarvene. Come potreste farlo? Come potreste mai – snap! – farlo sparire? Dentro di voi c’è qualcosa che dice, “Non sarebbe giusto liberarmene e basta. Devo portarmelo dietro per ricordarmi di non fare più l’umano cattivo.” Il senso di colpa vi trasforma nella vostra vittima personale. Di solito una persona pensa a una vittima come a qualcosa di esterno a lei, ma di fatto la vittima più grande, la ragione principale per cui siete una vittima siete voi, il vostro senso di colpa.

Qui si presenta un dilemma interessante. Cosa ne fate? Come gestite il senso di colpa? Ve lo dico subito e quasi tutti voi sapete di non poter lottare contro il senso di colpa. Vincerà lui perché sa dove sono i vostri punti deboli.  Cosa ne fate?

Voi non potete entrare nella Realizzazione incarnata se siete una vittima. Avete superato la storia della vittima esterna, ma che ne dite della vittima interiore? E il senso di colpa?

Mentre parlo, voi sentite le energie della stanza e di tutti noi qui insieme. Ci sono flashback stupendi. Sentite l’energia che sfreccia tutt’intorno mentre ognuno di voi prende in considerazione il suo senso di colpa personale. È divertente, la mente ha un modo tutto suo di nasconderlo.  Sapete che c’è. Sapete che c’è ma non riuscite a dire la parola. È la parola più facile, ma è difficile da dire.

Ecco cosa fa il senso di colpa e sapete, noi non elaboreremo il senso di colpa. Non ho proprio la pazienza per farlo. Noi ce ne libereremo e basta, ma ciò porta a galla il senso di colpa (Adamus ride) relativa al senso di colpa.

La Domanda

Ecco, prima di proseguire voglio farvi una domanda interessante. Linda, di nuovo in giro con il microfono. Se il senso di colpa fosse una cosa o un essere di un qualche tipo e voi aveste una casa molto grande (alcuni ridono mentre lui guarda Alaya); voi avete una casa molto grande con molte stanze – la cantina, l’attico e tutto il resto – una bella casa grande, dove vivrebbe il senso di colpa? Per favore, Linda al microfono e alzate le luci. Dove vivrebbe il senso di colpa? Una stanza della casa.

JANE: In cantina.

ADAMUS: In cantina. Perché?

JANE: Perché non serve.

ADAMUS: Non serve, sì ma è comunque in cantina, anche se la porta è vicina ed è molto in fondo.

JANE: Sì.

ADAMUS: Sì. Tu provi molti sensi di colpa?

JANE: Sì.

ADAMUS: Sì. Proprio ora sono in cantina?

JANE: No.

ADAMUS: Dove sono?

JANE: Sono proprio qui.

ADAMUS: Sì. Che ne dici del soggiorno?

JANE: In camera da letto.

ADAMUS: In camera da letto, ok (pochi ridono). In soggiorno e in camera da letto.

JANE: Sono vicina al senso di colpa.

ADAMUS: Sì, sì.

JANE: Molto vicino.

ADAMUS: Sì. Io dico in soggiorno perché di solito lo portate nella vostra vita e infatti è meglio che stiparlo in cantina, sapete, perché in cantina ci sono ma voi vi dimenticate che ci sono eppure voi sentite che l’energia si diffonde comunque.

JANE: Sì.

ADAMUS: Allora è in soggiorno, in camera da letto. Non è un modo di vivere.

JANE: No.

ADAMUS: No! Sai, devo proprio chiedertelo, per cosa ti senti in colpa?

(lei fa una pausa)

A proposito, non mi aspetto una risposta, (risate). C’è stato un momento di tensione, “Grazie a Dio!” (Adamus ride) No. La domanda è retorica. Per cosa ti senti in colpa? Chi sta creando quel senso di colpa?

JANE: L’Io Sono.

ADAMUS: Sì, l’umano.

JANE: Sì.

ADAMUS: Al Maestro non frega proprio nulla.

JANE: No.

ADAMUS: Neppure a Dio, né all’Io Sono o ad altro. All’umano piace pensare che a loro importi e invece non è così! A loro non importa, quindi nella vostra vita voi avete giudicato qualcosa che poi si è trasformato nel senso di colpa e ora vi portate dietro quel senso di colpa.

JANE: Sì.

ADAMUS: Tu pensi al senso di colpa, voglio dire, affiora una o due volte al mese?

JANE: Di recente affiora più spesso.

ADAMUS: Più spesso e mi chiedo perché mai? È lo Shoud (ridacchiano). Oh, abbiamo dovuto iniziare a far affiorare – per i presenti e per chi ci segue online – abbiamo dovuto iniziare a far affiorare la storia del senso di colpa. Ecco la ragione per cui ho dovuto andarmene per 30 giorni, proprio perché il senso di colpa affiorasse e probabilmente per voi è stato scomodo, ma non potete volare se siete in una gabbia fatta di senso di colpa. Non funziona così, proprio no. Ecco, intendo dire che la cosa peggiore che avete mai fatto non è poi tanto grave.

A voi piace pensare che è così e per questo dico che è il vostro gioco – non solo voi; il vostro gioco (si rivolge al pubblico), il vostro gioco (alla telecamera). Ecco dove dico che è il vostro gioco. Quello che state giocando è un gioco enorme, la storia del senso di colpa.

Ok, ci arriverò tra un attimo. Ne riparleremo. Grazie. Grazie per la vostra risposta.

In quella grande casa, dove vive il vostro senso di colpa? Dove vive?

LINDA: La seconda possibilità.

SHAUMBRA 1: Lei è determinata! (Adamus ride). Beh, sapete, dopo aver ascoltato…

ADAMUS: Oh, sei passata dal “Non so” al “Sai.”

SHAUMBRA 1: Sì.

ADAMUS: Ok, bene.

SHAUMBRA 1: Sì.

ADAMUS: Molto bene.

SHAUMBRA 1: Ora ti spiacerebbe alzarti?

SHAUMBRA 1: Dopo aver ascoltato diversi Shoud, tu dici sempre, “Lascia andare. Liberatene.”

ADAMUS: Sì, sì.

SHAUMBRA 1: “Non ti appartiene più.”

ADAMUS: Certo, certo. Dove vive il tuo?

SHAUMBRA 1: Da nessuna parte. Io non provo più il senso di colpa perché allora io ho fatto del mio meglio, ho fatto di tutto…

ADAMUS: Ci scommetto. Ci scommetto e sono lieto che lo pensi, ma…

SHAUMBRA 1: Cerco di non farlo (lei ride).

ADAMUS: …ci scommetto.

SHAUMBRA 1: Davvero?

ADAMUS: Sì, di fatto lo fai.  Tutti lo fanno. Ogni umano sul pianeta ha diversi livelli di senso di colpa. Sì.

SHAUMBRA 1: Io mi rendo conto che noi siamo l’umano.

ADAMUS: Giusto.

SHAUMBRA 1: Sai, intendevo dire che noi saltelliamo avanti e indietro tra la Vecchia energia e la e Nuova energia perché siamo in questo punto del tempo. Noi siamo il collegamento.

ADAMUS: Per me non ha senso.

JANE: No? Non ha senso per te?

ADAMUS: No, no, no, no.

SHAUMBRA 1: No, è…

ADAMUS: No, sento le tue parole ma…

SHAUMBRA 1: Sai, per me ha un senso, va bene…

ADAMUS: Dentro di te provi il senso di colpa?

SHAUMBRA 1: Beh, sai, se c’è qualcosa direi che è l’impazienza.

ADAMUS: L’impazienza, ok.

SHAUMBRA 1: Sì (sospira).

ADAMUS: Hai mai trattato male qualcuno?

SHAUMBRA 1: Beh, a volte urlo contro mio marito.

ADAMUS: Puoi tenere il microfono un po’ più vicino così tutti possono sentire ciò che confessi?

SHAUMBRA 1: (ridacchia) Urlo contro mio marito. Poi mi sento in colpa.

ADAMUS: Tu urli contro tuo marito.

SHAUMBRA 1: Sì.

ADAMUS: Sì, sì. Lo ami?

SHAUMBRA 1: Ok, ma mi sento in colpa per questo.

ADAMUS: Senti… tu lo ami?

SHAUMBRA 1: Certo che lo amo! (Linda annaspa)

LINDA: Mmm.

SHAUMBRA 1: Ecco, penso di sentirmi…

ADAMUS: Non senti che c’è un po’ di senso di colpa?

SHAUMBRA 1: Sì, quando gli urlo addosso. Sì (lei ride).

ADAMUS: Perché urli con lui?

SHAUMBRA 1: Beh, perché…

ADAMUS: A volte è un idiota (risate). Non sempre.

SHAUMBRA 1: Sì.

ADAMUS: Ogni tanto.

SHAUMBRA 1: Non volevo dirlo (lei ride).

ADAMUS: Aspetta, vive vicino a te? È un grande tipo, perché…

SHAUMBRA 1: Beh, sai, tutti hanno dei problemi.

ADAMUS: Giusto.

SHAUMBRA 1: E sai, volte non concordo con lui e sai, si comporta da stupido con me e quindi urlo un po’. Poi mi sento in colpa.

ADAMUS: Come gli urli contro? Come si chiama?

SHAUMBRA 1: (sospira) Michael.

ADAMUS: Michael. Come gli urli contro? Perché sono curioso.

SHAUMBRA 1: “Perché sei un tale idiota?!”

ADAMUS: Sì. Ogni tanto a voce più alta?

SHAUMBRA 1: Oh, sì.

ADAMUS: E Michael cosa fa?

SHAUMBRA 1: Mi guarda e basta.

ADAMUS: Proprio come – ok. Come un tipico marito (alcuni ridono). “Non ho sentito una parola.” Ok.

SHAUMBRA 1: Oh, Dio! (lei ride)

ADAMUS: Torniamo al tuo senso di colpa. Non riguarda per forza Michael, ma…

SHAUMBRA 1: Beh, perché non dovevo farlo così. Avrei potuto gestirlo meglio.

ADAMUS: Giusto.

SHAUMBRA 1: Dopo mi sento male.

ADAMUS: Sì. Oggi non faremo psicoanalisi, ma…

SHAUMBRA 1: No, vorrei che sapesse…

ADAMUS: … il problema del senso di colpa che faremo saltare in aria va molto più in profondità.

SHAUMBRA 1: Scusa?

ADAMUS: (ridono) Il problema del senso di colpa va molto più in profondità di Michael e di te che gli urli addosso.  Ci sono altri problemi e noi non faremo psicoanalisi. Noi li faremo saltare in aria. Ecco la psicoanalisi da Nuova Energia – buum! – saltano in aria e basta.

SHAUMBRA 1: Sì, beh, ecco perché devi andare avanti.

ADAMUS: Sì. Sì.

SHAUMBRA 1: Sì.

ADAMUS: Bene.

SHAUMBRA 1: Ecco cosa faccio. Cerco di farlo, ok, ecco cos’ho fatto. Mi sento in colpa.

ADAMUS: In che stanza? In quale stanza sta?

SHAUMBRA 1: Oh, Non lo so, in soggiorno.

ADAMUS: In soggiorno, va bene (lei ride). Sì. In camera da letto?

SHAUMBRA 1: No.

ADAMUS: Niente senso di colpa in camera da letto?

SHAUMBRA 1: Umm, no! Siamo troppo vecchi (lei ride).

LINDA: (ride) Oh, ho, ho, ho, ho, ho!

ADAMUS: È un po’ come il, “Non lo so.” Siete troppo vecchi? Troppo vecchi.

SHAUMBRA 1: No!

ADAMUS: Giusto per la storia, quando l’umano invecchia il sesso dovrebbe migliorare.

SHAUMBRA 1: Uh, non dormiamo neppure insieme.

ADAMUS: Voi non dormite…

LINDA: Io so che è giusto!

ADAMUS: Sì, Ok (ride nervosa). Non c’è… ok.

SHAUMBRA 1: Oh, qui si va molto sul personale! (lei ride)

ADAMUS: Linda, restane fuori! (risate)

ADAMUS: No, non andiamo sul personale. Questa è la vita. Questo è vivere. Davvero, via via che vi sentite più a vostro agio con il vostro corpo, l’età, il…

SHAUMBRA 1: Beh, non è così.

ADAMUS: … la loro l’energia e in camera da letto dovrebbe migliorare dopo i 50, 60, 80 anni. Riuscite ad immaginare a 100 anni? Bum! (risate)

SHAUMBRA 1: No, non riesco ad immaginarlo! (lei ride)

ADAMUS: Perché? Perché? Sapete, è ciò che…

SHAUMBRA 1: Dovrei vivere tanto a lungo.

ADAMUS: La longevità. Volete la longevità? Fate sesso.

SHAUMBRA 1: Beh, sì, dovremmo…

ADAMUS: No, fate sesso con voi o con qualcun altro. È una delle chiavi per la longevità. Smettete di farlo, smettete di vivere (lei fa spallucce, Adamus ride). Comunque…

SHAUMBRA 1: Ha una malattia.

ADAMUS: Non importa.

SHAUMBRA 1: Beh, lui è, sai.

ADAMUS: No, non lo sappiamo – tu puoi essere con lui, sai cosa intendo.

EDITH: Masturbatevi.

ADAMUS: Oh, Edith! (molte risate) Edith ha non proprio sussurrato, “Masturbatevi!” (altre risate) Guardate cosa succede! Un semplice cambio di sedia e lei… (tifo, applausi e risate) Questa è la stessa donna a cui non piaceva quando dicevo “vaffanculo” e ora parla di masturbazione (altre risate più). Non sono la stessa cosa? (Adamus ride) Mi spiace. In ogni caso, il microfono a Linda. Ancora uno. Ancora uno.

LINDA: Ok, Ok.

ADAMUS: Il senso di colpa.

LINDA: Ancora uno.

ADAMUS: In casa tua in che stanza vive?

LINDA: Ok. Sì, qui. Oh, accidenti, lo sento proprio.

ADAMUS: Sì.

PAUL: Ciao, St. Germain.

ADAMUS: Ciao. Più che altro Adamus.

PAUL: Adamus.

ADAMUS: Sì, provi senso di colpa?

PAUL: Certo.

ADAMUS: Sì. Per cosa?

PAUL: Per le opportunità che mi sono perso perché I’ho scelto.

ADAMUS: Sì. Perché dovresti sentirti in colpa per un’occasione mancata?

PAUL: Beh, inizi a guardarti indietro – sono cose stupide, a una certa età ti guardi indietro e – “Come sarebbe andata la mia vita?” In effetti com’è andata mi va benissimo.

ADAMUS: Il Maestro si guarda indietro e invece di avere rimorsi per ciò che ha fatto, il Maestro che in effetti era la E. Hai fatto ogni tipo di cosa e non ti guardi indietro dicendo, “Oh, avrei dovuto fare questo e non avrei dovuto fare quello.” Hai detto, “Ho fatto questo e anche quello.” Anche se pensi di essertelo inventato non è così, perché tu sei sempre nella E. Il passato non è una cosa sola e non è lineare, quindi vai nel passato e fai esperienza dei potenziali che non hai per forza portato su questo livello. In quale stanza è il senso di colpa?

PAUL: Il senso di colpa è in cucina.

ADAMUS: Perché? Perché in cucina?

PAUL: Perché è dove la nostra famiglia è cresciuta, dove ha vissuto, in cucina.

ADAMUS: Sì.

PAUL: Di solito è dove finiscono le cose, intorno al tavolo a cena e ciò ha causato molte indigestioni (risate).

ADAMUS: Gli affari vostri affioravano a tavola?

PAUL: No.

ADAMUS: No.

PAUL: No.

ADAMUS: Il senso di colpa, giusto?

PAUL: Sì.

ADAMUS: Sì. In un certo senso è stato furbo non parlare di certe cose a tavola. Probabilmente mi avrebbero liquidato o altro (Adamus ride).

PAUL: Ce n’era molta di roba, nessuno ha sentito la mancanza della mia.

ADAMUS: Giusto, ma qui c’è anche molto senso di colpa interiore e non dobbiamo entrarci non siamo qui per questo. È arrivato il momento di lasciar andare tutto.

PAUL: Giusto.

ADAMUS: Ok. Grazie.

PAUL: Giusto. Grazie.

ADAMUS: Grazie.

Mettere Fine al Gioco

Vorrei che tutti voi lo sentiste dentro. Dove vive il vostro senso di colpa? Se è una casa grande, per alcuni di voi sarà in cantina, quasi nascosto laggiù. Non ve ne siete liberati. Avanti, buttate via metà di quella roba – no, l’ottanta percento della roba che c’è nella vostra cantina. Non la userete mai più eppure tenete laggiù il senso di colpa come fosse un promemoria solo perché non siete disposti a liberarvene.

Per molti di voi è nell’attico, al piano di sopra; lo definireste il superconscio contro il subconscio. L’avete inserito nel superconscio e quando è lì è un vero problema perché, sapete, voi non pensate molto al vostro attico, sapete, lassù ma c’è un blocco.  Sapete, in un certo senso il superconscio, l’apertura blocca le cose. Voi lo mette lì e poi ve ne scordate, ma inibisce dove state andando.

Per molti di voi, il senso di colpa è in camera da letto. Il senso di colpa sessuale è il senso di colpa più forte in assoluto. Di fatto il senso di colpa sessuale è più forte del senso di colpa che si proverebbe a far del male a un’altra persona o persino ad ucciderla. Il senso di colpa sessuale è il più forte di tutti e potete sentirvi in colpa perché pensate di essere un vecchio e grosso pervertito o perché avete manipolato gli altri o potrebbe risalire a una vita passata. La stregoneria sessuale è la più efficace tra tutte. Inserite un po’ di sesso nella stregoneria e diventa roba potente con cui alcuni di voi in passato hanno giocato. Quando è in camera da letto è roba molto appiccicosa, è roba molto brutta.

Per molti di voi è in soggiorno. È proprio lì. Voi avete parcheggiato il senso di colpa in soggiorno e non vi permettete di vivere molto perché continuate a ballare intorno al senso di colpa che c’è nel vostro soggiorno, il luogo dove vivere.

Per alcuni di voi come Paul, è in cucina. Come portate dentro l’energia, come vi nutrite e crescete e poi affiora nel vostro corpo, se il vostro senso di colpa è in cucina.

Alcuni di voi lo tengono nell’armadio, non in bagno. In bagno non c’è molto senso di colpa, cosa abbastanza strana. Sì. Presumo abbiate altri modi per liberarvi dalle cose.

Pensateci bene. Dov’è il senso di colpa? Dove risiede?

Ora il passo successivo è che noi non cercheremo di capire né tenteremo di psicoanalizzare il senso di colpa. È arrivato il momento che voi riconosciate il grande e dannato gioco che state giocando. È tutto qui. Voi state giocando il gioco della vittima. Da vittima a vittima, da umano a vittima. Non può continuare. Punto. Voi non potete andare dentro e trovare un rimedio al senso di colpa, perché ciò non farebbe altro che ingrandire il senso di colpa. Di fatto gli dareste energia, ma se vi rendete conto che è solo un gran bel gioco, un gran bel modo con cui mettervi alla prova e anche un grande modo di trattenervi e quindi vi liberate dal senso di colpa voi sarete liberi di emergere, di volare, di elevarvi.

Invece voi cercherete di restarci attaccati. Voi cercherete di fare molto makyo. Oggi l’avete sentito proprio qui, oggi. C’era del makyo, c’era distrazione e mancate risposte alle domande. C’era molta roba e voi cercherete di farla. Voi cercherete di capirlo nella vostra mente, “Per quale ragione mi sento in colpa?” Io vi garantisco che ognuno di voi ha dei problemi di senso di colpa. È auto-vittimismo. È solo arrivato il momento di smettere di giocare a quel gioco. Ecco la domanda a cui avete bisogno di rispondere, “Sono pronto a smettere di giocare al gioco in cui sono vittima di me stessa? Sono pronto a smettere di mettermi alla prova?”

Il senso di colpa è una cosa strana. Il senso di colpa è quasi unicamente umano o almeno è iniziato qui. Voi andate in altri reami e incontrate altri esseri che non hanno i problemi del senso di colpa. Gli umani hanno davvero perfezionato il senso di colpa.

All’inizio il senso di colpa parte come un giudizio, è la mente umana che giudica “È giusto o sbagliato?” Poi si trasforma in senso di colpa che a quel punto non è più mentale; è emotivo e vi entra nelle vene, letteralmente nelle vene intese come le vene della vostra vita, le vene del flusso energetico e tutto il resto. Da lì il senso di colpa vi drenerà. Vi esaurirà.

Il senso di colpa porta a galla anche il dramma. Se prendete in considerazione la vostra vita, per molti di voi c’è sempre stato del dramma in corso. Esiste una relazione diretta tra il senso di colpa e il dramma, perché non appena sentite il senso di colpa, esso taglia fuori un flusso energetico che è del tutto naturale e a quel punto dovete avere del dramma per far risalire l’energia ma il dramma riattiva il senso di colpa e si crea un problema che si auto-perpetua.

Il punto è che in passato, soprattutto nella Scuola delle Energie Sessuali abbiamo parlato di essere una vittima o un carnefice nel mondo esterno. Ora è arrivato il momento di considerare come state giocando il gioco della vittima con voi, con il senso di colpa.

Se siete pronti, è arrivato il momento di riconoscere che è tempo di smettere di fare quel gioco. Basta con il senso di colpa. Basta con il senso di colpa e una parte di voi insisterà per restarci attaccato, “Sono stata una brutta persona. Ho bisogno di sentire il senso di colpa.” Adesso basta. Fatto. Ricominciate da zero e subito affiorano i problemi, “Posso davvero ricominciare da zero?” Allora il senso di colpa parlerà e vi dirà, “No, no. Non puoi. Non puoi riuscirti così facilmente. Ci vorrà molto tempo. Dobbiamo lavorarci sopra. Dobbiamo gestirlo ed elaborarlo, tirare fuori il bambino interiore e tutto il resto.” Invece no. Smettetela di giocare a quel gioco.

Trasformiamola in una merabh e così non diventeremo più mentali. Facciamo un bel respiro profondo.

Far Saltare in Aria il senso di colpa – Merabh

L’esperienza umana contiene molte sensazioni di senso di colpa.

(parte la musica)

Esso aumenta, aumenta, aumenta e trasforma una persona in una grande vittima.

Noi arriviamo a questo punto, entriamo nella vera Realizzazione incarnata, noi arriviamo a questo punto e la decisione tocca a voi.  Una decisione conscia con il Maestro seduto lì che aspetta e l’Io Sono. Una decisione conscia da parte vostra. Smetterete di giocare al gioco della vittima con voi?

Voi sapete com’è essere vittima delle cose esterne – cattive famiglie, brutte relazioni, perdite negli affari e tutto il resto. Noi siamo andati oltre. Ora noi trattiamo di voi che siete una vittima, che giocate al gioco della vittima con il vostro stesso senso di colpa. Guardate come il senso di colpa vi ha fatto vivere la vostra vita e prendere le vostre decisioni; come ha fatto in modo che nella vostra vita non vi godeste un mucchio di cose.

Direi proprio che la cosa peggiore che potete fare con il senso di colpa è cercare di elaborarlo, di affrontarlo in ogni modo possibile, di tuffarvici dentro e di fare terapia. È esattamente ciò che il senso di colpa vuole.

Invece dire, “L’Io Sono ha smesso di giocare con me al gioco della vittima. Il gioco è finito. Non mi sento più in colpa.” Fatelo saltare in aria. Ecco cosa siamo qui a fare e non si applica a tutti gli umani. No, proprio no. Tutto ciò riguarda voi e dove siamo noi ora.

Con un modo di dire molto strano gli umani, quasi tutti gli umani hanno ancora bisogno del senso di colpa. Ne hanno bisogno per poter sopravvivere, per la loro identità. Hanno bisogno dell’elemento del senso di colpa, è ancora essenziale nella loro vita.

Non per voi. Voi non ne avete più bisogno. Voi non avete più bisogno di darvi una disciplina, di impedirvi di essere una brutta persona.

Tra Shaumbra ci sono molte dipendenze dal senso di colpa e molte relazioni con il senso di colpa.

(pausa)

Eccoci qui, io sono qui per parlarvi del vostro gioco.

Sapete, ci sono alcuni sensi di colpa spirituali decisamente strani, quasi sempre storie di vite passate che risalgono ai tempi di Jeshua e al lavoro che voi siete venuti a fare; avete vissuto molte vite tentando di mantenere la sacralità di un po’ della saggezza dai tempi di Jeshua e vi sentite in colpa per non averlo fatto bene. Non è molto importante sapere cos’è il senso di colpa. Non è importante cercare di capirlo.

Ciò che è importante prima di entrare nell’Emergere, prima che ci apriamo davvero è che io devo chiedervi – sono stato via per un mese – ora devo chiedervi da me a voi, uno di fronte all’altro, siete pronti a rinunciare a quel gioco?

È un sì o un no, nient’altro. Non dite niente d’altro.

Siete pronti a rinunciare al senso di colpa, ad essere una vittima di voi stessi? È un gioco enorme e non fa che trattenervi.

(pausa)

Forse potete dire che il senso di colpa vi ha impedito di ripetere gli errori. Forse potete dire che il senso di colpa è anche un po’ la vostra punizione auto-imposta. Forse potete dire che il senso di colpa non è qualcosa che potete controllare davvero; c’è e basta, è un demone. Forse potete dire che arriva da qualcuno o da qualche altra parte. No. È tutto un gioco, nient’altro.

(pausa)

La domanda molto semplice che vi faccio è se siete pronti a smettere di essere una vittima? Ecco cos’è. Voi potete liberarvene così – peooww!

(pausa)

La parola “vittima” di solito si usa quando vi riferite alle vostre esperienze, alle relazioni con l’esterno; essere la vittima di qualcuno o di qualcosa di esterno. Non l’ho mai sentito usare in riferimento a voi come vittima – il vostro senso di colpa e la vergogna. La vergogna di essere un umano. Cadere in disgrazia, arrivare su questo pianeta e prendere un corpo fisico.

(pausa)

Scommetto che non avete mai pensato davvero di essere Ia vittima di voi stessi ma sapete, contiene qualcosa che vi è piaciuto molto. C’è qualcosa che vi è piaciuto molto nel senso di colpa.

Ve ne parlo proprio ora.

(pausa)

Il senso di colpa è una delle caratteristiche interessanti, quasi emotive dell’umano. È molto appiccicoso, oh, è quasi sporco e molto insidioso finché non vi fermate per un attimo e vi rendete conto del gioco. A voi piace pensare che sia molto appiccicoso e sporco e cattivo e insidioso e inquietante e che vi striscia intorno, tutt’intorno alla vostra casa, la casa metaforica proprio come gli scarafaggi e le termiti. A lui piace che la pensiate così, gli piace che pensiate che è difficile liberarvene e che voi non avete alcun valore.

A voi questa sensazione un po’ piace. Sì. Sì, è così. A voi piace la sensazione di sentirvi in colpa, altrimenti non la provereste.

Vi dirò qualcos’altro sul senso di colpa. In base a come lo considerate è un po’ come il Teflon, sapete, è una superficie su cui nulla attacca. Se non vi fate coinvolgere, se non cercate di elaborarlo e di capirlo, se non entrate nella seduzione emotiva è come il Teflon, è molto facile. È – schwitt! – è finita.

Da una parte potreste percepire che è molto appiccicoso, cattivo, nascosto nei recessi della vostra casa. Voi non potete liberarvene. Voi ne diventate vittima, se questo è il gioco che volete giocare.

Oppure voi fate solo un bel respiro profondo, la piantate di fare quel gioco ed è chiuso. È finito in fretta.

Sono come le due facce della stessa medaglia. Il vecchio e cattivo senso di colpa, essere una vittima o lasciarle andare davvero. Pfuuit! Andato.

Ecco, ve la ripropongo. È solo un sì o un no. Avete finito di giocare al gioco di essere la vittima di voi stessi?

Fate un bel respiro profondo.

A volte il senso di colpa e la vergogna vanno in profondità, ma quando siamo in uno spazio sicuro come questo, questo è il modo più semplice di liberarvene.

A volte per l’umano è difficile. Gli umani lottano e dicono, “Non posso liberarmene così,” o “L’universo conta i punti?” No, non lo fa. L’universo non conta i punti. Solo voi lo fate.

Beh, sentitelo per un momento. Sentite il Maestro. Il Maestro è la saggezza di tutte le vostre vite.

Sentitelo per un attimo. Il Maestro non conta i punti. Il Maestro trasforma tutto in saggezza. Il Maestro non giudica.

L’Io Sono, la coscienza stessa non ha un libro delle cose giuste e di quelle sbagliate.  L’Io Sono non sa neppure cos’è il karma e non gli importerebbe. Tutte queste sono solo le percezioni umane.

Certo, sì, voi potete andarvene dal senso di colpa ogni volta che volete. Ogni volta che volete smettere di giocare.

(pausa)

Io voglio che voi vi osserviate durante il prossimo mese, fino al nostro prossimo Shoud.

Quanto spesso penserete al problema del senso di colpa e della vergogna e lo combatterete? Lo trasformerete in un esercizio mentale su quanto siete una grande vittima? Scriverete delle storie sul senso di colpa e sul vittimismo e le metterete sui social? Se fate tutte queste cose, voi vivete ancora in quell’energia appiccicosa. Voi vivete ancora nel vostro gioco. È roba vostra e di nessun altro. Voi vivete ancora nel dramma.

Oppure potete liberarvene e smettere di fare quel gioco.

Quando mettete fine a questo gioco ci sono delle conseguenze in termini di punizioni o di altro. Se smettete ora di giocare, ciò non vi rende una persona o uno spirito migliore o peggiore. Non vi porta sulla strada della Realizzazione e non vi fa avanzare.

O smettete di giocare a quel gioco oppure no. È così. È proprio così. Un bel respiro profondo.

Il mese prossimo entriamo nella Serie Emergere. Non solo iniziamo a renderci conto di avere le ali, noi iniziamo ad usarle. Ecco perché in quest’ultimo Shoud della Serie Ali vi ho fatto la domanda, “Siete pronti a smettere di giocare al gioco del senso di colpa e della vittima?” È così.

(pausa)

Facciamo un bel respiro profondo.

(pausa)

Sentite dentro di voi come sarebbe – come sarà – liberarsi da tutto quel senso di colpo. Non averlo più.

(pausa)

Le vostre decisioni saranno diverse. Il vostro flusso energetico sarà diverso. Di certo cambierà la vostra capacità di aprire le vostre ali.

(pausa)

Sì, all’inizio sentirete in voi un certo vuoto, qualche buco. Se dite, “Non sono più vittima del senso di colpa,” ci sarà un certo vuoto che per molto, molto tempo voi avete riempito con il vostro senso di colpa.

Quei buchi, quel vuoto verranno presto riempiti dalla coscienza, dalle vere sensazioni e non dalle sensazioni false; dalle vere sensazioni.

Il senso di colpa ha occupato molto spazio nel vostro meccanismo sensoriale che vi ha impedito di sentire davvero tutti gli altri sensi di cui abbiamo parlato; la vera sensazione, la vera esperienza.

(pausa)

Voi potete considerare il senso di colpa come volete. Voi potete cercare di capire da dove può essere venuto o la ragione per cui esiste e com’è arrivato qui. Niente di tutto ciò importa.

È arrivato il momento di smettere di giocare a quel gioco oppure no. È un gioco enorme, forse è il gioco più grande che l’umano farà mai. Sì, il senso di colpa ed essere la vittima di voi stessi.

(pausa)

In un certo senso io qui passo del tempo mentre ‘senso’ tutte le vostre energie. Noi abbiamo affrontato la confusione in cui ci sentiamo molto a disagio e proviamo anche la rabbia – in questa merabh – abbiamo affrontato la confusione, un po’ di rabbia e anche un po’ di tristezza.

Ora ciò che sto sentendo in moltissimi di voi che stanno facendo un respiro profondo e dicono, “Il gioco è appena finito.”

Anche se la mente non può sapere affatto dove archiviare questo gioco e come pensarci, voi avete la sensazione intuitiva, innata abbastanza da dire, “Il gioco finisce. L’Io Sono non continuerà a giocarci.”

Non è un gioco ‘esterno’. È un gioco interno. Il senso di colpa.

Facciamo un bel respiro profondo.

(pausa)

Un bel respiro profondo.

(la musica finisce)

Direi proprio che circa il 38 percento di voi hanno risposto chiaramente alla domanda, “Smetterai di giocare a quel gioco?”

Questa non è una gara. Per tutti gli altri non esiste un limite temporale, ma alcuni di voi ci stanno ancora pensando sopra. Poi vi sentirò dire, “Sì” e un minuto dopo direte, “No,” e quindi ricomincerete a giocare, ma io vi darò 24 ore per prendere la decisione: sì o no. Di nuovo, non intendiamo elaborare troppo, ma il senso di colpa è un enorme gioco auto-imposto. Ecco cos’è: un gioco auto-imposto che terrà occupata la vostra l’energia e complicherà la vostra Realizzazione. Voi potete liberarvene dicendo, “Con questo gioco io ho chiuso.” Poi non preoccupatevi, non elaborate e il tutto proseguirà da solo. Sarà come il Teflon, ma poi vi ci tufferete dentro ed inizierete a cercare di analizzarlo e tutto il resto ed è molto, molto, molto appiccicoso.

Ecco, facciamo un bel respiro profondo. Avete 24 ore per considerarlo e poi procediamo con l’Emergere.

Detto questo, a prescindere da ciò che deciderete ricordatevi che…

ADAMUS E IL PUBBLICO: … tutto è bene in tutta la creazione.

ADAMUS: Grazie. Grazie (il pubblico applaude).