Presentato al Crimson Circle il 4 luglio 2015
Io Sono quello che Sono, Adamus di St. Germain.
La cara Linda di Eesa ha detto, “Chi arriva oggi?” Sarà Adamus – diretto in faccia? Sarà St. Germain – gentile, profondo e affettuoso?
Chi sarà? Beh, questa è una domanda interessante perché la risposta è sempre la stessa. Siete voi. Siete voi che venite qua. Questo è il vostro tempo. Questo è il nostro incontro. La musica suona – bella, bella questa musica* tanto per cambiare – oggi la musica è bella e voi arrivate, distratti da qualche immagine e da un po’ di musica. Poi vi sistemate e voi permettete voi.
* Si riferisce a Book of Love eseguito subito prima della canalizzazione
Lo spazio sacro. Un bell’ambiente circondato da altri esseri amorevoli. Voi entrate e dite, “Facciamolo. Passiamo al livello successivo. Facciamo luce su alcune cose come doveva accadere molto tempo fa. Facciamo finta di ascoltare qualcosa, ma realtà si tratta solo di permettere. Dopo un paio di mesi in cui non ci siamo riuniti, permettiamolo.” Oh, il mondo impazzito là fuori, tutto il rumore e tutta l’agitazione migliorerà mai?” Allora permettiamolo nei 90 minuti o poco più che trascorriamo insieme. Ecco, siete voi.
Io arriverò con un’ampia varietà di facce o di atti della mia coscienza. Oggi è una bella combinazione di Adamus e di St. Germain, ma più che altro di voi. Cercate di capirlo mentre proseguiamo – quand’è Adamus, quand’è St. Germain? Hm. Vi darò un indizio. Non è detto che al momento più opportuno sia sempre Adamus.
Adamus, l’energia di Adamo. Non Adamo l’uomo, ma l’energia di Adam Kadmon, il modello degli umani sulla Terra. Non ha niente a che fare con il maschile e il femminile, ma è Adamo. È Adam-us (us = noi), Adamus, Adam, tutti noi, tutto di voi che avete assunto una forma umana e siete partiti per questo viaggio. Ah! Che stupendo viaggio è.
La Libertà
Eccoci qui, il 4 luglio 2015. È un vero onore. Il 4 luglio ha un suono speciale per me; in realtà è il 2 luglio, ma non facciamo confusione con i dettagli storici. Il 4 luglio è sempre speciale. Perché? Perché io sono stato decisivo nel contribuire a creare questo grande paese. Anche se non venite dagli USA, questo non è un delirio patriottico. Io non credo molto alle filippiche patriottiche. Fu un nuovo potenziale, un potenziale per la libertà e la sovranità. Non ha niente a che… è implicito che non ha niente a che fare con i governi, ma piuttosto con la vostra libertà e sovranità. Voi – i vostri antenati – siete venuti qua da tutto il mondo dall’Europa, dal Sud America e dall’Asia, in pratica da tutto il mondo per essere qui a permettere qualcosa chiamata libertà.
Ha funzionato? In gran parte, sì. Il mondo è infinitamente diverso da com’era nel 1776. Siete avanti anni luce per quanto riguarda il rispetto e l’eguaglianza e ogni giorno nel mondo se ne vede di più. Al momento tutta questa storia della libertà è contagiosa.
Come sapete, quando ho preso il posto del caro Tobias ho detto che riguardava la libertà. Per quanto riguarda ciò che accade nel mondo, se volete sapere perché le energie fanno ciò che fanno è perché tutto gira intorno alla libertà.
Alcune persone sono pronte; altre no. Alcuni amano la parola e il concetto ma non sono pronti a viverla nella loro vita. La libertà richiede una responsabilità enorme.
Si tratta di libertà da tutti, ne parleremo oggi. Non è solo la libertà dalle tasse e non è solo la libertà dalla religione e neppure dalla politica; è la vostra libertà – da voi stessi, con voi stessi.
Quelli che parlano di libertà dal governo dovrebbero fermarsi un attimo e guardarsi dentro – sono liberi dentro? Ciò non ha nulla a che fare con le cospirazioni, gli affari, i governi, le religioni o altro perché una persona può essere libera anche in presenza di una grande densità di tutti gli altri fattori. Voi potete essere in prigione ed essere assolutamente liberi. In realtà stare in prigione e dover trovare la tua libertà può essere un’esperienza pazzesca. Un’esperienza stupenda. La vita non sarà mai più la stessa.
Io sono stato determinante perché in Europa ho lavorato soprattutto con quelli che voi conoscete come i Massoni per creare il luogo della libertà. In realtà non era un luogo solo. C’erano diversi luoghi, in particolare l’Australia e altri paesi. Non voglio fare la lista perché iniziereste subito a fare paragoni, ma era uno dei luoghi perché conteneva le energie adatte e le intenzioni appropriate e quindi abbiamo iniziato a riunire tutto.
13 colonie, 13 colonie originali e naturalmente il numero 13 – niente male, davvero. In realtà è un numero molto, molto sacro ma ora ha una brutta reputazione come il “venerdì 13”. Da dove viene venerdì 13? Perché il 13? Beh, ha che fare con i Cavalieri Templari che molto, molto tempo fa in un certo venerdì 13 furono richiamati in vari luoghi dell’Europa in nome della Chiesa e dei governi; si organizzò un incontro, una grande riunione e celebrazione e in quello stesso giorno furono uccisi. Da allora venerdì 13 è circondato da questa reputazione, da quest’energia.
Quasi nessuno lo capisce, infatti sentono “Venerdì 13” e scatta la superstizione. 13 è un gran bel numero; 13 colonie diedero vita agli Stati Uniti d’America.
Inoltre la Dichiarazione d’Indipendenza non aveva questo nome quando fu scritta e firmata; la Dichiarazione d’Indipendenza fu votata dal Congresso Continentale il 2 luglio – non il 4 luglio, ma il 4 luglio era una data numero logicamente migliore – e poi le bozze finali furono ratificate. Contiene alcune cose ed io ero presente, incarnato e lavoravo con i Padri Fondatori; io e i Massoni esercitavano una grande influenza nello sviluppo di questo scritto.
Al momento nella coscienza una delle frasi più comuni è, “Tutti gli uomini sono creati uguali.” In realtà queste non sono le parole originali. La frase che volevamo fu cambiata dopo; ciò che noi volevamo era “Tutti gli esseri sono creati uguali.” Sapete, parliamo di Padri Fondatori che erano tutti uomini e così la frase dice, “Tutti gli uomini sono creati uguali.” Di fatto la versione originale che avevo scritto io diceva, “Tutti gli esseri sono creati uguali, ma alcuni hanno solo più karma di altri.” (risate) Naturalmente l’hanno tagliato.
È molto vero. Tutti gli esseri che hanno l’anima sono uguali. Uguali a livello di opportunità, uguali nei potenziali, uguali nella loro libertà ma molti si portano dietro il karma. Il karma dalle vite passate, il karma dei loro antenati, il karma dalla società. Molte persone se lo portano dietro e ciò non fornisce loro la vera libertà che si meritano.
La storia del karma risale ai tempi in cui Tobias diceva che è solo una credenza. Non è reale. Non è là fuori, nel cosmo. Nessuno tiene traccia di niente. In realtà non esistono le Registrazioni Akashiche che registrano tutto. Una persona è libera dal suo karma nel momento in cui se ne libera. Voi potreste avere la fedina penale più lunga del mondo; potreste aver vissuto vite e vite di azioni pessime ma nel momento in cui dite, “Io mi libero da quel peso, da quel karma. Io me ne libero, sono libero dalla colpa.” È difficile farlo quando stai male con te stesso, quando hai fatto del male agli altri o a te. Ti senti quasi irresponsabile ma in realtà è la cosa più responsabile che puoi fare perché nel momento in cui ti liberi dal tuo karma, nel momento in cui ti liberi dalle tue percezioni del passato ciò modifica il potenziale futuro. Come diceva Tobias, il futuro è il passato guarito, rilasciato.
Nel documento originale i Padri Fondatori inserirono queste parole, “Tutti gli esseri hanno il diritto di ricercare la vita, la libertà e la felicità.” Veramente la versione originale che naturalmente fu cambiata, la versione originale diceva “Tutti gli esseri hanno il diritto non alieno… ” (qualche risata), perché sapete, gli alieni non dovrebbero interferire con gli umani e con i modi degli umani. Che cosa ne sanno loro del viaggio umano? “Tutti gli esseri hanno il diritto non alieno alla vita, alla libertà e alla ricerca dell’illuminazione.” La ricerca dell’illuminazione. In realtà fu Benjamin Franklin che disse, “Non mi piace molto quella parola. Illuminazione, cosa significa? Come lo percepirà la gente?” Naturalmente volle sostituirla con ‘felicità’ e io gli dissi, “Ben… ” (risate) L’ho fatto. L’ho fatto davvero. Ho detto, “Ben, ma cos’è la felicità?” Sul viso di Ben apparve un gran sorriso.
Ben era un po’ edonista; amava il cibo, le bevande, le signore e tutto ciò che attivava il vecchio e grande centro del piacere. Gli apparve un gran sorriso sulla faccia. “La felicità,” disse, “tutti sanno cosa significa.” Fu così che la cambiarono e poi io gli dissi, “Ben, vai a farti un giro con l’aquilone.” (risate). Non mi piace il cambiamento che fecero, ma andò così – “La vita, la libertà e la ricerca della felicità.” Se voi credete alle mie storie vi amo, (le risate aumentano) ma è quasi tutto vero. Io c’ero davvero. I Massoni, i Liberi Pensatori ebbero un’influenza enorme sulla fondazione di questo paese. Si tratta di libertà.
La libertà. Ne riparlo e parto da ciò che dissi anni fa sconvolgendo qualcuno. Siete pronti per la vostra libertà, libertà da come vi percepite, dai limiti della vostra autopercezione? La libertà non ha nulla a che vedere con il mondo esterno. La libertà è una cosa interiore, molto personale. Liberi di essere voi. Liberi dal senso di colpa e dalla vergogna o dai pesi del passato.
Voi andate oltre e non esiste governo, non esiste religione, né un vicino né altro che può dirvi come vivere. Voi uscite dal logaritmo, tutto qui. Ne parlerò ancora.
Eccoci al 4 luglio 2015. Eccoci qui – eccovi qui – a rendervi conto – non a ricercare ma a rendervi conto – della vostra vita, di come volete crearla, della libertà e dell’illuminazione.
In questo momento qui stanno fluendo energie stupende.
Okay, iniziamo. Hm. (Adamus fischietta e parla tra sé) Hm, mm, mm, mm.
Perché Avete Aspettato?
Nel nostro ultimo Shoud vi ho chiesto che cosa vi trattiene. Perché avete aspettato? Perché avete aspettato per illuminarvi? Vi ho proprio detto che una volta che ci arrivate, solo qualche parola, una volta che ci arrivate lo permetterete. Che cosa avete sentito? Almeno vi ricordate dov’eravamo rimasti? No, probabilmente no.
Facciamo un giro veloce con il microfono. Perché avete aspettato? Vi dirò subito una cosa. Linda offrirà il microfono e qualcuno uscirà fuori di testa, chiunque sia. Fermatevi un attimo. Non pensateci sopra. Dite tutto ciò che vi esce dalla bocca basta che non sia troppo lungo. Ditelo e basta, perché voi lo sapete già. Poi iniziate a pensarci sopra e mi date una risposta piena di makyo e le energie impazziscono. Ditelo e basta. Perché avete aspettato? Linda, saranno in quattro.
Perché hai aspettato, David?
DAVID: Mi è piaciuto molto il commento fatto prima da Geoff – siamo dipendenti dalla vita.
ADAMUS: Sì. Bene.
DAVID: Mi ha risuonato dentro.
ADAMUS: Sì.
DAVID: E poi l’altra parte, la “e” e io non volevo solo illuminarmi e andarmene ma godermi davvero, davvero la vita per la prima volta.
ADAMUS: Bene. Ottime risposte. Eccellente. Il prossimo. Perché hai aspettato? Linda è in caccia. Perché hai aspettato?
SUE: Mi è venuto che dovevo essere qui in questo momento, in questo periodo specifico.
ADAMUS: Okay, e cosa c’è di speciale?
SUE: È magico.
ADAMUS: Bene. Sì.
SUE: Sì, per capire e per sentire…
ADAMUS: Sai, era magica anche…
SUE: No.
ADAMUS: … un’altra vita, due o tre vite fa. Sì, una gran bella vita.
SUE: Oh, ok.
ADAMUS: Sì, sì, sì.
SUE: Sì.
ADAMUS: Magica. Ok. C’è magia nella tua vita?
SUE: Eh, no. (ridono) Non questa volta.
ADAMUS: Ok, ma stiamo aspettando.
SUE: Sì.
ADAMUS: Wow. Sai, sono andato nel futuro, nell’anno 2077 ed è un momento davvero magico e tu potresti aspettare fino allora.
SUE: No.
ADAMUS: No. Tu lo vuoi ora.
SUE: Sì. Facciamolo ora.
ADAMUS: Come lo farai?
SUE: Mi arrendo. Permetto.
ADAMUS: Ti arrendi a cosa?
SUE: A me stessa.
ADAMUS: Bene. Allora chiamiamolo permettere.
SUE: Permettere, giusto.
ADAMUS: Arrendersi suona molto passivo.
SUE: Giusto. Beh, sì, le persone…
ADAMUS: Colpiscimi! Colpiscimi! (ridono)
SUE: Permettere.
ADAMUS: Permettere. Bene.
SUE: E sentire il permettere in me.
ADAMUS: Ok.
SUE: Sì.
ADAMUS: Grazie.
SUE: Prego.
Altri due. Perché hai atteso?
ALI: Mi è venuto che non mi fidavo di me.
ADAMUS: Ok. Ora ti fidi di te ?
ALI: Mi fido di me sempre di più.
ADAMUS: Non è ciò che ti ho chiesto.
ALI: Sì, lo faccio…
ADAMUS: Perché “sempre di più” va avanti all’infinito e anche oltre.
ALI: Mi fido di me.
ADAMUS: Bene. Mi piace. Anche se non ci credi perché le credenze sono piuttosto sottili e false, anche se non ci credi, recita. Così – (colpisce sul podio) Mi piace! – recita.
ALI: Ok.
ADAMUS: E poi sai una cosa?
ALI: e …
ADAMUS: Dopo vedrai, poi sarà così. C’è… dopo parlerò di algoritmi e di come funzionano. Bene. Mi piace. Ancora uno. Non ho ancora ricevuto la risposta, ma ci sono alcune risposte buone. A proposito, la risposta è la risposta di Adamus. (Adamus ridacchia) Sì. Perché hai aspettato?
SART: Io aspetto il gelato. (risate)
ADAMUS: Sai, odio dirti che la mucca è morta.
SART: Forse per paura.
ADAMUS: Paura.
SART: Sì.
ADAMUS: Va bene.
SART: Paura.
ADAMUS: Paura di cosa?
SART: Paura di lasciare il fisico.
ADAMUS: Sì.
SART: E…
ADAMUS: Beh, l’hai fatto molto spesso.
SART: Sì.
ADAMUS: Stai per farlo – non subito, ma più avanti. Dopo. La paura. Cosa pensi accada?
SART: Io credo che sia la paura di non terminare le cose da questa parte.
ADAMUS: Ahh! Ci siamo – paura di non finire le cose.
SART: Sì.
ADAMUS: Che c’è da finire?
SART: Non ne ho idea. (ridono)
ADAMUS: Vedi il problema che ciò causa? Tu sei molto accurato e aperto. Le cose non finite. Ecco una delle dipendenze dalla vita di cui parleremo in agosto. “Non ho finito.” Finito cosa? “Non lo so.” Ma tu non hai finito.
SART: Sì.
ADAMUS: Non pensi che potrebbe andare avanti così per sempre, ma accade. È una dipendenza dalla vita. Sì. Bene.
SART: Sì.
ADAMUS: Grazie.
Vi ho chiesto, perché avete aspettato? Se io avessi il microfono e infatti ce l’ho, la mia risposta sarebbe stata “Io non ho aspettato. Io vivo e faccio esperienza. Io sono un umano che affronta le sfide ma anche un risveglio stupendo che in realtà è già avvenuto, è l’e, è già qui ma io mi stodivertendo, Adamus. Mi sto divertendo un casino. Perché? Perché mi rendo conto che è già qui. Io sono già illuminato e mi rendo conto che posso ancora fare questo gioco. Posso ancora dipendere dalla vita. Posso ancora divertirmi. Posso ancora… sai, imparare molto divertente e anche fiorire, aprirsi è molto divertente e faccio anche quello, Adamus.”
Ecco, la prossima volta che vi chiederò, “Perché hai aspettato?” “Io non l’ho fatto. Non ho aspettato. Io sono illuminato e mi sto divertendo a fare questo gioco. Dannazione! Sto creando le cose proprio come fai tu. Accidenti! Mi sto divertendo a fare le cose che non mi ero permesso di fare in altre vite! Questo pomeriggio farò una festa. Lo faccio perché io posso, Adamus. Ecco perché.” (piccola pausa)
Il pubblico resta in silenzio (qualche risata). Non so se questo è un saggio, “Oh, sì” o uno di quei, “Di cosa parla?” (Adamus ridacchia) “Per favore apri la birra e andiamo avanti!”
Credi in Dio?
Ok. La prossima domanda, Linda stai pronta. La prossima domanda. A proposito, oggi voglio farla semplice. So che c’è una festa, quindi proseguiamo. Non andremo molto in profondità. Se per voi va bene, questo non sarà uno Shoud classico. Alcuni lo sono. Sapete, è il momento del mese e dovevamo proprio farlo.
La prossima domanda è: voi credete in Dio?
Vi rendete conto che su questo pianeta circa il 78% della popolazione crede a una forma di Dio? A livelli diversi, è chiaro e a un Dio diverso, ma il 78% crede in un Essere Supremo o in una Forza fuori di sé. Resta il 22% , di cui il 10% è formato da atei convinti, “Dio non esiste.”
Lo sapete che non importa. Voi potete anche rinnegare Dio, ma la cosa divertente degli atei è che quello vero non lo prende neppure in considerazione. Non conosce la parola, non è nella sua coscienza. Un vero ateo dice, “Cos’hai detto? Di cosa parli?” Non capisce Dio. Quando pensano a Dio, i cosiddetti atei continuano ad andare avanti e indietro nella testa. A me non importa se ci credono o no, perché sono i più facili con cui lavorare. Non hanno molte nozioni preconcette o grandi speranze o desideri. Vivono, muoiono.
Quando muoiono, è molto divertente lavorarci. “Ciaoo! Sei morto!” E loro, “Non è vero, posso ancora sentirmi. Sono ancora consapevole.” “Ma tu sei morto. Non hai più un corpo! Guarda, te lo faccio vedere. Vedi quell’incidente laggiù? Sei tu.” “Haaah! Ohhh! Allora Dio esisteva! Ohhh! Ohhhhh! Dovevo dare ascolto a mia madre.” (risate)
A quel punto iniziano a confessarsi ed io non ho voglia di ascoltarli. Pensano che sia arrivato il momento di confessarsi e… no, no, no, no, no. Del tipo, “Sai, sei morto, non hai più un corpo ma puoi continuare a essere ateo. Poi ancora essere ateo. Va bene così.” Ne riparleremo. In realtà è piuttosto divertente.
Poi c’è una percentuale della popolazione che non ci arriva, tutto qui. Parlo di Dio, di tutto. Non ci arrivano. Non vogliono arrivarci. Non sono atei, sono irreligiosi. Non ci arrivano e basta. Non vogliono arrivarci. C’è troppo cui pensare. Voi cercate di parlare loro dell’aldilà o dello Spirito o di Dio o dei miracoli o di altro, ma sono talmente concentrati sulle cose basilari della vita che non ci arrivano.
Invece il 78% degli umani su questo pianeta crede in una specie di Essere Supremo. Su questo pianeta probabilmente si tratta di uno dei concetti della coscienza di massa più univoci di ogni altro, di tutto il resto. Potete immaginare l’influenza che ha.
Ecco, Linda, corri tra il pubblico ed io farò la domanda: tu credi in Dio?
APRIL: Non nella tipica definizione di Dio, no.
ADAMUS: Ok, bene. E che definizione dai?
APRIL: (fa una pausa) La coscienza, credo. Sarebbe una consapevolezza, una forza.
ADAMUS: Tu preghi?
APRIL: No.
ADAMUS: No. Sarebbe ok se lo facessi. Credi che esista un qualche essere superiore?
APRIL: Non superiore, no.
ADAMUS: Inferiore?
APRIL: Neppure inferiore (ridono). No, io…
ADAMUS: Voi vi rendete conto, tutti voi che io gioco solo per mantenere l’energia in movimento. Sì, ok. Non superiore e non inferiore. Allora cosa?
APRIL: (altra pausa) Sto cercando di uscire dalla testa.
ADAMUS: È difficile. Sì, è difficile farlo.
APRIL: Sì!
ADAMUS: Sì, è davvero difficile. Puoi fare un respiro profondo e poi io ti sputo addosso. (le manca il fiato; il pubblico dice “Ohhh!) L’ha svegliata!
APRIL: (ride) Sì!
ADAMUS: È andata… in realtà non l’ho fatto io, ma capite? Ohhh, io continuo a ripeterlo: se volete insegnare, dovete distrarre. Dovete farlo davvero perché le persone vanno nella testa e poi ohh, diventano molto limitati e pieni di cose. Voi dovete fare qualcosa per distrarli. (Adamus finge di sputare di nuovo e qualcuno ride) Ora ti abbiamo tirato fuori dalla testa. Comunque, mentre ti distraevo hai provato una buona sensazione o è affiorato qualcosa. Cos’era questa cosa su Dio?
APRIL: Dio sono io.
ADAMUS: Bene.
APRIL: Tutto è parte di me.
ADAMUS: È bello come sembra?
APRIL: Sì, è dannatamente bello! (ridacchiano)
ADAMUS: Bene. Ragazzi, state imparando. Dimmi solo una parola che descriva il Dio che senti.
APRIL: La dolcezza.
ADAMUS: La dolcezza. Eh una parola che io non userei per descrivere Dio, ma mi piace. Mi piace.
APRIL: Stavo per dire amore.
ADAMUS: Sapete, tiriamo fuori la vecchia lavagna. No – questa cosa (l’iPad) è molto strana.
LINDA: No, tu sei strano!
ADAMUS: Mettetela qui. (portano la lavagna sul palco)
Va bene, la dolcezza. Bene. Grazie.
APRIL: Grazie.
ADAMUS: Pfui! Non è un sollievo aver finito?
APRIL: Sì.
ADAMUS: Oh! Sai che cosa accadrà dopo? Tu rivivrai questo momento che è stato registrato su nastro per la storia. Tu lo rivivrai e andrai avanti e indietro nella testa dicendo, “Cos’avrei dovuto dire? Cosa avrei dovuto dire? Dannazione!”
LINDA: Oh, ma pensa un po’!
ADAMUS: “Adamus mi ha messo in mezzo. Accidenti, Adamus è stato… lo sapevo, ma non potevo dirlo.” A quel punto lo capirai. Bene.
(Adamus osserva la lavagna e nota che le gambe non sono state aperte) Oh, va bene. Dovrò fare così per scrivere. (s’inginocchia sul pavimento) Grazie, signori. (molte risate).
SART: Ehi, io l’ho chiesto!
ADAMUS: No, va bene così. Mi vogliono sempre in ginocchio. Io non so perché.
LINDA: Stai chiedendo di Dio.
ADAMUS: Certo, perché no? (altre risate mentre qualcuno cerca di sistemare la lavagna) Mentre aspettiamo, il 78% di chi crede in Dio lo definisce in molti modi diversi. Alcuni credono nel deismo, che lassù ci sia un grande Dio. Un Dio solo, onnipotente e molto distante ma che sta sopra tutto – tutto; sopra gli affari degli umani e gli affari dell’universo – ma è da qualche parte là fuori, la divinità è là fuori.
Ci sono molte religioni diverse che hanno la loro definizione della divinità. Alcuni la chiamano Allah, altri Dio. Alcuni la chiamano Spirito o altro, ma è comunque una divinità.
C’è poi chi ha una visione panteistica di Dio – Dio è in tutto. Dio è la natura. Dio è nell’aria. Dio è in tutti noi, ma anche in quel sistema di credenze, Dio è comunque più grande. È presente in tutto ma in un modo o nell’altro è ancora più grande. Questi sono i due modi principali di definire come qualcuno crede in Dio.
Continuiamo il giro. Tu credi in Dio? Non c’è alcun giudizio. Noi scriveremo – ti spiace scrivere ‘dolcezza’?
ALAYA: Dolcezza.
ADAMUS: Sì, Sì. No, non ti sto chiamando dolcezza. È la parola da scrivere ma tu sei davvero molto, molto dolce. Sì.
VINCE: Certo!
ADAMUS: Certo, tu credi in Dio. Ok.
VINCE: Sì.
ADAMUS: E come definiresti quel Dio, che caratteristiche ha?
VINCE: Beh, è onnipresente, om- … è dappertutto.
ADAMUS: Ommmm.
VINCE: Io qui, lassù.
ADAMUS: Sì, la grande om. Onnipresente, onnipotente, che ha tutti i poteri e sa tutto. Il tuo Dio è questo?
VINCE: No. Ecco perché ci ha creato, perché andassimo a fare esperienza in nome di lui o di lei.
ADAMUS: Giusto, giusto. Non è tosta? Lui o lei, che cosa usi?
VINCE: Il neutro.
ADAMUS: Sì. È proprio difficile, quindi tu credi che Dio sia…
VINCE: Ehi, sono ancora vivo dopo tutte le cagate che ho fatto.
ADAMUS: Dio esiste!
VINCE: Dio esiste!
ADAMUS: Dio c’è (risate) Mi piace. Brillante. Bene. Dammi un paio di parole per la lavagna.
VINCE: Universale.
ADAMUS: Universale. Ok. Bene. E allora l’oltre l’universo? Tutto considerato, l’universo è un posto piccolo.
VINCE: Allora passiamo al multiverso, all’omniverso.
ADAMUS: L’omniverso. Bene! Bene! Mi piace.
VINCE: Dammi una delta e ti darò una ipsilon.
ADAMUS: L’omniverso. Qui sottolineiamo un altro punto. Solo omni. Omnidirezionale, omnisessuale, omni-tutto. Giusto… (il pennarello si è asciugato) Oh, guarda. Lo ricarico per te. (se lo appoggia un attimo sulla testa e qualcuno ride)
Okay, il prossimo. Sì.
Credi in Dio? Oggi è un tema leggero. Se Dio esistesse, i pennarelli sarebbero migliori. (qualcuno ride) Sì.
DONNA: Io.
ADAMUS: Oh, tu sei Dio.
DONNA: Sì.
ADAMUS: Ok. E allora?
DONNA: Eccomi!
ADAMUS: Voglio dire… (risate) Ora che ci fa? Cosa ci fai? Dici, “Io sono Dio.”
DONNA: Siamo qui per capirlo, giusto? Ciò che vogliamo farne.
ADAMUS: Sì. Tu cosa vuoi farci? Voglio dire, sa, “Io sono Dio…” Hai creato tu l’universo?
DONNA: Sì (esita e ridono). È stato uno dei miei giorni migliori!
ADAMUS: Uno dei tuoi giorni migliori. Hai creato anche l’inferno.
DONNA: Sì. Sì. Sì, certo che sì.
ADAMUS: Dammi un paio di parole per la lavagna. Dio. Dio. (lei tira un gran sospiro) Mentre ci pensi sopra, renditi conto di quante persone credono a Dio e agli angeli – quella percentuale è addirittura più alta – quasi l’80% degli umani crede a una specie di essere angelico. Non proprio Dio, ma non umano. Alcuni esseri che hanno un po’ più di potere, un po’ più di fascino, che sono un po’ più carini degli umani.
DONNA: Bella distrazione.
ADAMUS: Sì. (ridono). È così. Bene. La vera distrazione avviene quando quasi non se ne accorgono. Possono anche sentirlo, ma sono molto pronti a seguirlo e per dirla tutto saranno meno sgarbati. Seguiranno il flusso, “Oh, ok.” Sì. Tu non sei stata sgarbata, sia chiaro. Tu sei stata astuta.
DONNA: Grazie.
ADAMUS: Sì.
DONNA: La creazione conscia.
ADAMUS: Ehhh. Ahh, Ok. Ok. Questa volta ci passo sopra.
DONNA: Troppo makyo?
ADAMUS: Ti stai avvicinando.
DONNA: Mi sto avvicinando.
ADAMUS: Esatto.
DONNA: Beh, è creare…
ADAMUS: Creare.
DONNA: … a esserne consapevoli, non farlo mentre dormo, ma essere davvero creativa e scegliere.
ADAMUS: Sì! Ok.
DONNA: Ecco cosa intendevo dire.
ADAMUS: Grazie.
DONNA: Prego.
ADAMUS: Allora scriviamo ‘creatore consapevole’, ‘creatore conscio’?
DONNA: Entrambe
ADAMUS: Sì, entrambe.
DONNA: Entrambe.
ADAMUS: Okay, scrivile entrambe.
DONNA: Creatore conscio è bello.
ADAMUS: Scrivi solo “entrambe.”
SCRIBE: Entrambe? (qualcuno ride)
ADAMUS: Scrivi solo e-n-t-r-a-m-b-e.
DONNA: Creatore conscio.
ADAMUS: Sì, ‘creatore conscio’. Ok, altri due.
Per chi in questo momento ci guarda online, faccio a voi la stessa domanda che sto facendo a tutti qui. Credi a Dio?
A proposito, non esiste una risposta giusta o sbagliata. Non c’è giusto o sbagliato. È una chiacchierata importante ed entro il prossimo anno arriverò al punto.
LINDA: Oh bene! Bene.
ADAMUS: Ok.
LINDA: Un altro?
ADAMUS: Sì. Tu credi in Dio? Se Dio esistesse, le persone non morirebbero. È ciò che dicono, “Se Dio esistesse, sulla Terra non ci sarebbero tutto il dolore e la sofferenza.” Tu credi in Dio?
NICOLE: Io credo in me.
ADAMUS: Tu credi in te. Va bene, ma tu credi in Dio?
NICOLE: Fino a un certo punto.
ADAMUS: Fino a un certo punto, va bene. Il tuo passato religioso è?
NICOLE: Ero cattolica.
ADAMUS: Tu eri cattolica. Passato remoto, mi sembra di capire.
NICOLE: Sì.
ADAMUS: Sì. Senti mai il lungo braccio della Chiesa che ti sonda?
NICOLE: No.
ADAMUS: Davvero?
NICOLE: No.
ADAMUS: Oh, vedrai che lo faranno e lo fanno, ma va bene così.
LINDA: Tu puoi dirgli che si sbaglia.
ADAMUS: Certo, certo, certo.
LINDA: Non ti fidi di lei?
ADAMUS: Oh, no, io posso vedere attraverso di lei (ridacchia). Resto sempre stupefatto quando le persone dicono delle cose e non è ciò che intendono. Questa è una delle cose che scoprirete di voi, cioè che ciò che pensate di voi non è davvero voi.
Tu inizi a rendertene conto e tu sei nata e cresciuta come cattolica e… qualche suora nella tua vita?
NICOLE: No (ride).
ADAMUS: Neanche prima?
NICOLE: No.
ADAMUS: Preti?
NICOLE: Ehhh, non a scuola.
ADAMUS: Che tipo di scuola cattolica hai frequentato? Niente suore, niente preti. Che…
NICOLE: Beh, c’erano…
ADAMUS: Monaci induisti, forse?
NICOLE: Ogni giorno andavamo in chiesa verso l’ora di pranzo. Sì.
ADAMUS: Ogni giorno all’ora di pranzo.
NICOLE: Sì. A scuola non c’erano suore. Solo…
ADAMUS: Solo preti?
NICOLE: Solo preti.
ADAMUS: Fratelli?
NICOLE: No.
ADAMUS: Solo preti. Wow. Ok.
Dove eravamo rimasti? Tu mi hai distratto (risate e qualche applauso) Inizierete a scoprire che ci sono molti strati e anche se non fate più parte della Chiesa cattolica rimane un’influenza, una specie di sopra strato. Non è malvagio ma è ancora presente a un certo livello. Ve lo mostrerò più tardi.
Come definiresti Dio in una o due parole?
NICOLE: (fa una pausa) Non mi viene in mente (ridacchia).
ADAMUS: Va bene così. Proviamoci partendo da un altro punto. Quando senti, quando io parlo di Dio che cosa ti salta in mente?
NICOLE: Makyo.
ADAMUS: Makyo. Sì. Bene. Posso aggiungere qualcosa? C’è un po’ di paura. C’è un po’ di dubbio. C’è un po’ di… ‘oscuramento’ è la parola che userei. Oscuramento. In un certo senso c’è; a livello intellettuale io non credo alla parte makyo di Dio, ma poi c’è come una nuvola che oscura. Sono un po’. Solo un po’. Non che questo ti causi dei problemi nella tua vita, ma comunque ti trattiene e trattiene un po’ tutti voi.
NICOLE: Grazie.
ADAMUS: Ancora una cosa. Grazie. Non è una pressione pazzesca? Whoo! Wow.
LINDA: Sei proprio duro!
ADAMUS: Se consideri che da quella telecamera milioni di persone nel mondo e Dio ti osservano (qualcuno ride). Dio era particolarmente interessato, “Oggi cosa dice di me?” Ok. Il prossimo. Tu credi in Dio?
ELIZABETH: Sì
ADAMUS: E che Dio sarebbe?
ELIZABETH: Penso sia un’ottima domanda, Adamus.
ADAMUS: Certo.
ELIZABETH: Perché noi sentiamo…
ADAMUS: Dio mi ha chiesto di fartela.
ELIZABETH: Lo spiegherò a lui a lei.
ADAMUS: A lui, a lui (sussurra).
ELIZABETH: Da qualche punto dei nostri sentieri noi esprimiamo il “Io sono anche Dio.”
ADAMUS: Sì.
ELIZABETH: Io co-creo con Dio.
ADAMUS: Sì.
ELIZABETH: Per me è interessante capire il succo di ciò che chiedi.
ADAMUS: Sì, sì.
ELIZABETH: Per me Dio, quella parola significa una forza onnipresente, il Tutto che noi esprimiamo a livello individuale e che crea noi e come un’espressione di quel Dio e, quindi noi siamo Dio in espressione.
ADAMUS: Ok. Ok. (qualcuno ride). Devo, devo proprio darti… (si abbracciano) Grazie Dio. Ecco, scriviamo ‘Dio ti confonde’ (altre risate).
ELIZABETH: Non ha senso per te?
ADAMUS: Per me nulla ha senso!
ELIZABETH: Non nel senso che…
ADAMUS: A me non importa. Non deve avere senso.
ELIZABETH: Giusto, perché il senso non è la risposta alla domanda.
ADAMUS: Giusto. Logico, sì.
ELIZABETH: Per quanto riguarda il sapere interiore penso che a livello individuale soprattutto Shaumbra senta l’unità, la connessione, il sapere interiore, “Io so che lo so” almeno ogni tanto.
ADAMUS: Giusto.
ELIZABETH: In quel momento noi lo siamo, lo siamo.
ADAMUS: Sì
ELIZABETH: Ma mi sembra che noi recitiamo solo come espressioni di tutta quella roba.
ADAMUS: Non è proprio così.
ELIZABETH: Oh, bene.
ADAMUS: Voglio dire che fino a un certo punto è così e ci arriveremo tra un attimo…
ELIZABETH: Ok.
ADAMUS: … e capirai che cosa intendo. In realtà mi hai aiutato a passare al prossimo argomento. Grazie.
ELIZABETH: Oh, ne sono felice.
ADAMUS: Grazie.
ELIZABETH: Davvero.
ADAMUS: Dunque, cosa scriviamo qui? Qual è la…
ELIZABETH: Oh, Ok. Ottima domanda. Il Dio infinito che è tutto. Cos’è Dio? Tutto Quello che È.
ADAMUS: Tutto Quello che È. Ok. Ok. Makyo infinito.
ELIZABETH: Davvero?! Ma cosa…
ADAMUS: Non ce l’ho con te.
ELIZABETH: Con cosa creiamo? Cosa siamo… qual è la sorgente? Io so che è dentro di noi.
ADAMUS: Lo dici o lo sai? Lo vivi o lo pensi?
ELIZABETH: L’ho sentito. Ogni tanto l’ho vissuto.
ADAMUS: Quante volte in questa vita?
ELIZABETH: Oh, fammici pensare. 470… non lo so. (risate)
ADAMUS: Chiedevo solo. Grazie. Grazie.
ELIZABETH: Mi piacerebbe la risposta, rispondi tu a questa domanda.
ADAMUS: Sì. Tu credi in Dio?
ELIZABETH: Beh, vedi, Dio è una parola e cosa significa quando fai quella domanda?
ADAMUS: Ma su questo pianeta il 78% delle persone crede in una versione…
ELIZABETH: Crede in qualcosa di superiore.
ADAMUS: … Di Dio. Ecco il mio punto. Esiste questo sovra strato, questa nuvola enorme, densa e corrotta che si estende sull’umanità. Avevo detto che oggi sarebbe stato leggero, quindi faremo saltare in aria Dio.
ELIZABETH: Ok.
LINDA: Oh, è proprio leggero. È leggero.
ADAMUS: No, sono molto serio.
LINDA: Sì, è proprio una cosa leggera.
ADAMUS: È leggera. Dopo ti sentirai molto meglio. (Linda ride nervosamente) Grazie.
ELIZABETH: Molte grazie.
ADAMUS: Le risposte individuali e specifiche non erano molto importanti. Io voglio che voi sentiate cosa sta accadendo in questa stanza. È ovvio.
Dio
Noi parliamo di Dio.
È la cosa che… direi che a livello dell’umanità l’unica cosa che probabilmente ha più consapevolezza o più coscienza è il Super Bowl (risate). È vero! In realtà è un dato di fatto.
È nella coscienza e le persone… le confonde molto. Le parole che io userei per descrivere la percezione umana di Dio sono ‘confonde’, ‘opprimente’, ‘distante,’ ‘irritante,’ ‘vago,’ ‘mentale,’ ‘maschile’ – ora tornerò a irritare qualcuno – ‘molto irritante’ e molte altre cose e la gente ci crede! Le persone credono che là fuori esista un essere più grande di loro. Voi dite Dio o Allah o altro e di colpo siamo tutti in ginocchio ad adorarli. Di cosa stiamo parlando?
Questo è uno dei tessuti principali della coscienza umana, dell’umanità. È uno degli algoritmi che crea la vostra vita quotidiana.
Su questo pianeta, se va bene la comprensione di Dio è incredibilmente ingenua e se va male è corrotta all’infinito. È davvero una cosa di ieri. È molto controllata ed è sicuramente non accurata – a meno che non vogliate che sia così, a meno che non vogliate crederci.
Io vi faccio questa domanda, una domanda semplice, “Tu credi in Dio e allora, per te, cos’è questo Dio?” Rispetto agli altri voi siete molto più consci e intelligenti e molto altro. Nonostante ciò si è creata una specie di lotta. Siete diventati mentali e avete cercato di usare le parole giuste. Avete cercato di collegarvi a questa cosa che è una specie di vago concetto posto là fuori.
Considerando che voi avete una comprensione migliore e siete illuminati, pensate all’idea di uscire da qui, andare in città e fare questa domanda alle persone che incontrate per strada.
Secondo la mia modesta opinione, le risposte sono davvero patetiche. Il 78% delle persone crede in Dio e di queste dal 60 al 62% lascia che qualcun altro pensi a Dio al posto suo; lascia che qualcun altro determini cos’è Dio. Quelle persone non fanno domande e quando qualcuno dice “Dio padre lassù nei cieli,” nessuno chiede, “Perché è il padre? Dov’è il cielo? Cosa fa Dio tutto il giorno?” Le persone lasciano che se ne occupi qualcun altro.
Chiedete a molte persone, “Che cos’è Dio?” “Io non lo so. Sai, è in cielo.” Cosa c’è di sbagliato in quest’immagine? Eppure va avanti così, prosegue così e poi fanno sentire le persone colpevoli e timorose di Dio. “Oh, io non ho i pensieri o le credenze giuste su Dio.” L’ho detto qui, proprio su questo palco, io ho detto che odio Dio. Non sono preoccupato. Naturalmente io non vivo in forma umana. Io non ho niente da perdere, ma… (qualcuno ride)
No, non importa. Non importa, davvero, perché Dio è un costrutto della coscienza umana, un riflesso della coscienza umana ed è proprio così. Dio non ha niente a che fare con gli attuali sistemi di credenza umana, ma voi non potete dirlo agli altri perché vi uccideranno e non potete farlo perché li sconvolgete. A quel punto diventano mentali e il mentale diventa emotivo e l’emotivo diventa irrazionale. Li hanno addestrati e hanno insegnato loro ad avere paura di Dio, ad adorare Dio. Tutto ciò non ha alcun senso.
Rivediamo Dio
La ragione per cui ne parlo oggi, il 4 luglio, il giorno dell’indipendenza è che noi – noi, tutti noi presenti e anche voi – possiamo portare dentro il nuovo Dio. Sembra un compito importante, ma in realtà non è difficile portare un Dio diverso su questo pianeta. Non è un Dio che ha bisogno di essere adorato. Non ha bisogno che gli rivolgano preghiere. Non è là fuori. Non parlo solo delle cose che state facendo per voi; io parlo della coscienza dell’umanità.
L’attuale coscienza di Dio ha circa 5000 anni, qualcosa del genere. In realtà non importa, è vecchia. È davvero vecchia. È patetica. È molto maschile, è molto arrabbiata, vendicativa e tutto il resto. Non vi dico niente che non sapete già, è chiaro ma ciò di cui potreste non rendervi conto è l’influenza che il concetto di Dio ha su questo pianeta – l’influenza è enorme. Quando voi parlate di Dio anche con teologi esperti, essi non lo conoscono. Ci mettono dentro molte parole – parole che non hanno senso per nessuno, compresi loro – e cercano di definirlo e usano tutti quei termini accademici. Non lo conoscono.
C’è chi si rifà alla Bibbia o a uno dei testi sacri e dice, “Dio è questo.” Pfui! No, quelle parole furono scritte molto tempo fa e non sono più applicabili.
Qualche settimana fa a Sedona ho detto che è arrivata la fine della New Age. Ciò che là non ho potuto dire, ma posso dirlo qui è che si tratta della fine dell’Era di Dio, la fine dell’Era del vecchio Dio. È la fine di quell’Era. Ora arriva l’Era della Coscienza.
È difficile parlare di questo concetto perché diventa mentale. Come Tobias disse una volta, “Dio è un’esperienza, solo e unicamente un’esperienza. Potete parlarne per tutto il giorno e non farà differenza, perché in fondo è un’esperienza personale”.
Per quanto io stimi tutti voi, voi vi portate ancora dietro qualche sovrastrato, una certa paura di Dio. Non importa ciò che potreste dire o che avete imparato, ma esiste ancora un certo stigma di Dio. Una specie di, “Beh, là fuori c’è qualcosa, un essere grande, un grande creatore, il grande e onnipotente che ha ogni potere, ogni…” Avete ancora dentro quel sovrastrato ed è arrivato il momento di liberarvene. È arrivato il momento di liberarvene.
Di nuovo le parole rendono tutto difficile, ma ne userò alcune. Dio è la semplicità assoluta. Semplicità di fondo, nient’altro. Non c’è proprio nulla di complesso riguardo a questa cosa.
Dio non tiene registrazioni. Non conosce il tempo. Non conosce per niente il vostro passato. Conosce voi e basta. Non tiene i punti. Non vi rende degni o no, proprio no. A lui non importa. È un Dio cui non importa e lo dico in modo molto positivo. Non concede favori, non ha una squadra preferita diversamente da quanto molti pensano (qualcuno ride).
Qualcuno ha già detto, Dio in fondo è coscienza. Coscienza e basta, ma che cos’è la coscienza? È semplice consapevolezza, senza forma o struttura, senza dimensione e senza potere. Nessun potere.
Il concetto moderno di Dio è il concetto del potere. Potete anche scambiare le due parole. Bene, forse altre religioni usano queste parole in modo intercambiabile. “Io credo nel potere. Io credo in un Dio onnipotente.” Voi dite, “Io credo nel potere onnipotente.” Ecco qual è il vero problema di fondo: la correlazione diretta tra Dio e il potere su questo pianeta.
Dio deve vivere da qualche parte un posto molto, molto lontano. E davvero molto potente, talmente potente che – lei, lui – non può essere qui. Vedete il problema mentre cerchiamo di definirlo?
Sa tutto. Dio o Spirito o come preferite chiamarlo, a lui non importa. Non importa per niente e a proposito, questa è la forma di compassione più grande. Non gli interessa non perché è indifferente ma perché prova molta compassione perché lo Spirito, Dio non vi vede come vi vedete voi.
In questa nuova età della coscienza, il cambiamento più grande che può avvenire su questo pianeta è il rilascio del vecchio concetto di Dio. È difficile riuscirci quando questo essere distante è intessuto dentro di voi nei vostri primi e ultimi anni, e vita dopo vita resta intessuto dentro di voi.
Che cosa facciamo? Che cosa facciamo?
Prima di tutto iniziamo a sentire, a pensare, a mettere insieme le vostre credenze su Dio. Ora voi dite una certa cosa, ma nel momento in cui Linda vi passa il microfono o quando siete da soli voi dite, “Io credo in un Dio amorevole.” Aspettate un attimo. Voi dite di credere in un Dio amorevole, ma c’è anche una credenza profondamente ancorata dentro di voi secondo cui Dio è vendicativo o è arrabbiato o è un Dio che se non è vendicativo o arrabbiato è comunque un Dio di cui non vi siete ancora meritati il rispetto e quindi questo Dio non vi riconosce.
Ecco, nonostante ciò che dite ci sono ancora queste sensazioni e questi sovrastrati. Io so oltre l’ombra del dubbio che per quanto imparate, avete ancora paura di morire ognuno a gradi diversi e vi chiedete cosa accadrà. Voi portate dentro tutta la storia di Dio per come la collegate alla morte – oh, intendevo dire la storia del potere e come si collega alla morte – perché cosa accadrà quando arriverete dall’altra parte? Chi vi verrà incontro? Ce la farete? Bella domanda. “Quando morirò e arriverò dall’altra parte oh, accidenti! Riuscirò a gestire tutte quelle entità, tutto quel…”
Vuoi una birra? Esci. (Adamus ridacchia) Linda si muoveva come per prendersi qualcosa da bere. Sandra, da quanto tempo ci conosciamo?
SANDRA: L’ho fatto per te.
ADAMUS: 37.000 anni, anno più anno meno.
SANDRA: L’ho già fatto…
ADAMUS: Sono 37.000 anni e tu pensi che lei dovrebbe essere abbastanza intuitiva da capire che è il momento del caffè. Ti prego. Non farmi vedere il dito medio.
MOFO (Marty): Io ho un cappuccino alla fragola.
ADAMUS: Sì, ma l’hai già assaggiato.
LINDA: Stava per farti la mossa dell’ombrello (qualcuno ride).
ADAMUS: Torniamo a Dio.
Voi vi preoccupate ancora di Dio. Sapete, noi ci riuniamo in questo modo e facciamo dei gran bei discorsi e voi dite, “Oh sì, noi abbiamo superato quelle vecchie credenze.” Non proprio. C’è ancora quella paura.
Una delle ragioni più importanti per cui le persone hanno paura della morte non è solo il dolore fisico. Cosa diavolo accade quando arrivi dall’altra parte? Quali sono le dinamiche di potere negli altri reami? O che cos’è Dio negli altri reami? Quella è una grande preoccupazione. Come riuscirete a tenere lontani gli spiriti malvagi negli altri reami? Satana e gli esseri potenti e Dio, come li gestirete tutti? Riuscirete a restare bassi, sotto il radar di Dio come avete cercato di fare qui?
Ora lasciatemi chiudere il cerchio. (gli portano il caffè) È fresco?
LINDA: Non fresco come (risate). (fresh significa ‘fresco’ ma anche ‘insolente’)
ADAMUS: Mm, ok (sorseggia e poi tossisce).
SART: Appena fatto due ore fa.
ADAMUS: Ok. Ce la faremo.
Ecco – grande, grande, grande – entriamo in una nuova coscienza di Dio. Facciamolo. Prima per voi e poi lasciamo che s’irradi su tutta l’umanità che è ancora bloccata su un Dio molto vecchio e potente. Superiamo i concetti di Dio che avete ancora nella mente perché l’avete detto voi, non io. Vi siete riferiti a Dio come a un uomo e avete usato parole come ‘potente’, ‘universale’ e qualcos’altro. Saremmo potuti andare avanti per un bel po’ e saremmo sempre arrivati allo stesso risultato e cioè confusione, caos, incertezza e paura, cose del genere.
Nella vostra vita, per voi Dio non ha fatto una sola cosa. Mi piace fare affermazioni come… oh! Vorrei che qualche cristiano ci guardasse, ma non lo fa. Cosa c’è di sbagliato in loro? Eh? Oh, certo, guardano la televisione cristiana. Va bene.
Facciamolo (Linda sospira). Per la prossima trasmissione, modifichiamo il nome su Internet, forse possiamo creare un nuovo sito – I Programmi dei Nuovi Cristiani. (qualcuno ride)
LINDA: No!
ADAMUS: E faremo uno spettacolo.
LINDA: No!
ADAMUS: Sì. I Programmi dei Nuovi Cristiani. Mi piace.
LINDA: No! Accidenti, no!
ADAMUS: Preghiere e adorazione e poi…
LINDA: Gesù, no!
ADAMUS: Noi proseguiremo la nostra chiacchierata come stiamo facendo proprio ora.
Ecco, Dio non ha fatto una sola cosa per voi ed è così che dovrebbe essere. Non vi ha fatto alcun favore. Non vi ha salvato da quell’incidente che era potenzialmente grave. Non ha portato nella vostra vita l’amore e comunque avete già divorziato. Non ha fatto proprio nulla. Non vi ha reso più intelligente, più brillante o altro. Quello in cui la gente crede è un Dio davvero bizzarro e poi continuano a pregare lui.
In realtà durante ogni sequenza notturna dal 9 al 10% dell’energia mentale esce e si fa preghiera. Circa 60% dell’energia mentale è sessuale, il resto è preghiera (qualcuno ride) e ogni notte quell’energia esce. Lo dico perché riesco a sentirla e dipende da dove mi trovo ma, sapete, quando arriva la notte e le persone vanno a letto, iniziano le preghiere.
Io non so se è divertente ma è una gran bella commedia, davvero; io non so se questa è la cosa più triste su questo pianeta, perché Dio non risponde alle preghiere. A Dio non importa. Dio non vi ama nemmeno. (Adamus ridacchia).
LINDA: Ohhh! (il pubblico si lamenta) Ohhhhhh!
ADAMUS: Oh! Vedi! Ho toccato il nervo scoperto!
LINDA: Ohhhh!
ADAMUS: Alla fine ho toccato il nervo. Ohhh!
LINDA: Ohhh!
ADAMUS: Ohhh! Ecco fatto. Ecco qui. L’avete visto voi stessi ed è stato registrato. Voi tutti là fuori, ohh! Voi state facendo la stessa cosa – “Ohhhh!” No, Dio non vi ama. È dura da digerire?
Ora, questo – questo – quando lo dico, ciò dimostrerà la vostra connessione. Dovete fare in modo che Dio vi ami. Dovete fare in modo che Dio sia più furbo di voi, più grande di voi e più potente di voi. Dio non vi ama. Perché? Perché in realtà furono gli umani a creare l’amore e a farne l’esperienza per primi. Dio non conosceva l’amore finché non sono arrivati gli umani.
Gli umani sono quelli che proprio a causa della loro grande, grande passione per… è uno strano tipo di passione. Era la passione di essere nella vita. Era una passione che si basava sulla solitudine, sul trovare un altro. Era la passione di tornare a Casa ma Dio non è neanche Casa. Dio non è casa. Busso alla porta, c’è qualcuno? Dio? Qui non c’è nessuno.
Ciò creò l’amore. Ciò creò questa cosa davvero stupenda che ora è presente in tutto il cosmo, ma non fu Dio a crearla. Dio non vi ha amato (Linda sospira) e continua a non amarvi. Quello è il test supremo di Dio. Vedete, io sento tutte le vostre parole, vi sento parlare di tutti i concetti e di tutte le chiacchiere su Dio. Provateci, andate da un rabbino e ditegli, “Dio non ti ama.” Ohhh! Oh (ridacchia). No, non va molto bene, perché questo è il test supremo che dimostra che un Dio molto vecchio eclissa tutto.
Voi volete che Dio vi ami. Voi volete che Dio vi riconosca. Voi volete che Dio sia migliore di voi. Beh, non fa nessuna di queste cose. (Linda inizia a singhiozzare e qualcuno ride). A volte vinci, a volte perdi. (le risate aumentano)
Voglio che lo sentiate dentro di voi per un attimo. Non c’è bisogno che Dio sia supremo. Non ce n’è alcun bisogno.
Ora la mente scatta. Proprio ora cercate di riempire un vuoto, di riempire il vuoto del vecchio Dio. Allora, che cosa credete? Dove posizionate questo Dio? Fermatevi per un attimo. Smettetela di cercare con forza di sostituire Dio.
Non c’è alcun bisogno che Dio sia supremo o abbia ogni potere. Io sono lieto che Dio non vi ami, perché l’amore può essere una cosa molto dolorosa. L’amore vi si può rivoltare contro in ogni momento. Voi lo sapete bene. A volte l’amore può essere molto duro, certo anche molto bello ma molto duro.
Se Dio vi amasse, a quel punto voi non dovreste amarvi, capite? Voi lascereste che Dio vi amasse. Hmmm.
Dio non ha bisogno di amarvi, di provare sensazioni di amore verso tutti voi perché Dio, lo spirito è semplice compassione e consapevolezza.
Ci sono caratteristiche umane che voi avete assegnato a qualcosa che avete chiamato Dio, Spirito, Allah o altro; sono proiezioni dei desideri umani che entrano in questa nuvola e creano questa cosa che avete chiamato Dio, ma non è nessuna di tutte queste cose. Nessuna di queste cose.
Voi volete definirlo. Voi volete metterlo in parole ma in fondo non è definibile. È solo un’esperienza.
Definire il Nuovo “Dio”
Cercheremo di buttare giù qualche definizione, ma definizioni flessibili. Io direi che la prima è ‘semplice’. Semplice. Lo Spirito è semplice. Non ha alcun bisogno di essere complesso e neppure voi. Neppure voi.
Diciamo che lo Spirito è consapevolezza o coscienza, realizzazione. La consapevolezza non ha bisogno di farsi più grande di quanto è. Non ha bisogno che qualcuno l’adori. Non ha bisogno di avere regole e regolamenti. È solo l’Io Sono e questa consapevolezza è qualcosa che avete anche voi.
Si parla molto degli esseri con l’anima e voi siete estensioni di Dio e Dio è ancora il giocatore principale? No. No. No. Niente di tutto ciò. Non so come, ma voi volete restare attaccati a una vecchia credenza profonda secondo cui voi venite da Dio e lui vi ha creato, ma non è stato così. No. Voi non venite da Dio. Voi non siete un cucciolo di Dio e neppure un figlio di Dio. Voi non siete al guinzaglio di Dio. Come sapete voi non tornerete a Casa, ma non siete neppure attaccati a una specie di guinzaglio di Dio che vi controlla e vi tira indietro o che vuole che facciate determinate cose.
È una sensazione molto strana dire all’improvviso, “Dio non mi ama” e dire di colpo “Dio non mi ha creato.” È molto strana, determina quasi una sensazione di vuoto ed io vi chiedo solo di restare per un po’ in quel vuoto. Voi cercherete di definirlo, cercherete di dire, “Ecco cos’ha detto Adamus ed io lo ridefinirò così. Cercherò di lucidare un po’ quel pezzo di merda di Dio (a Linda manca il fiato; risate) e lo renderò un po’ migliore e…” È già così! È bello grosso ed è proprio nel bel mezzo della zuppiera del punch della coscienza umana (Adamus ridacchia). È…
MOFO: Buooono!
ADAMUS: Stavo canalizzando te, Mofo (altre risate).
Voi cercherete di ridefinirlo e tra oggi e il nostro prossimo incontro io chiedo a tutti voi di non farlo. Vi sentirete angosciati e impauriti da questo Dio e ora vi dico che la sera quando andrete a letto e cercherete di dormire, io sarò lì con voi e noi parleremo ancora un po’ di Dio. Io cercherò di spingervi e voi cercherete di ignorarmi e direte, “Oh, è troppa roba perché io possa gestirla,” e la ignorerete ma io sarò proprio lì perché noi, insieme, porteremo su questo pianeta una nuova consapevolezza e una nuova coscienza di Dio.
Non lo faremo scrivendo molti libri lunghi. Non avremo regole né norme. Sarà una sensazione, un’esperienza del nuovo Dio.
Vi anticipo subito che dovremo ridefinire, ripulire e portare dentro una nuova sensazione e anche quella non sarà la verità suprema. Cambierà e forse tra 10 anni o 100 o 500 cambierà di nuovo insieme alla coscienza.
Dio – non piace neppure questa parola. In realtà io chiamo questa consapevolezza, io la chiamo Theo. Theo. Ti spiace scriverla? (a Linda) Theo. Una volta avevo un cane di nome Theo. Mi mordeva sempre.
SART: Beh, ti chiedi anche il perché?!
ADAMUS: Theo… (Adamus ride). Avevo un altro cane di nome Sart e… (risate)
Theo, io l’Eterno lo chiamo così. L’Eterno, mi è sempre piaciuto questo nome. È The Eternal One. Fu l’unità. È eterno. Continua. Non ha tempo. Non occupa spazio. La sua semplicità è la sua unità.
Credo anche che Theo significhi Dio in greco e quindi è un’ottima parola da usare. Theo, The Eternal One/l’Uno Eterno. Ecco la mia parola. Da molto tempo ho smesso di usare Dio e anche Spirito, perché nella coscienza è stato usato troppo. Ecco, il mio nome è solo Theo. Inoltre suona come Teodoro, il ragazzo della porta accanto. Sì.
SHAUMBRA 6 (donna): Che ne dici di Thea?
ADAMUS: Thea. Thea per la versione femminile, certo, ma non funzionerebbe con l’Uno Eterno. La “A” eterna?
SHAUMBRA 6: E se fosse Il Tutto Eterno?
ADAMUS: Tutto è “E.” L’ eter-… Thee. Vedete? Ecco perché uso Theo. Non è neppure un nome maschile. È solo l’Uno Eterno.
SHAUMBRA 6: Teodoro non è maschile?
ADAMUS: Teodoro è maschile ma Theo, l’originale greco in realtà non ha nulla a che fare con il maschile o femminile; è Dio e basta. All’origine la parola greca “Theo” – questo è molto importante – significava “è.” Voleva dire è. Dio è. Tutto ciò che significa è è. Dio è e partendo da qui possiamo andare dappertutto, perché Dio è. Dio è un ogni cosa in un certo senso è anche lassù. Dio è uno, ma dappertutto.
Mettiamola così: per bene che va non è possibile definire Dio, perché Dio è. Qualsiasi cosa una persona sceglie di credere e di sentire – è. Quindi è Dio. È una parte di voi. Fa parte della coscienza. Se è per questo non mi piace neanche la parola ‘creazione’.
Facciamo un altro passo avanti. Mi piace sempre dire, “Dio è il mio _______” e poi riempio. “Dio è il mio tutto – i miei pensieri le mie sensazioni, il mio corpo, le mie emozioni, i miei potenziali,” e sì, è così perché voi siete Dio. Voi siete Dio.
Non lo dico per fare lo sbruffone e neppure per mettervi addosso un po’ di tensione perché voi dite, “Oh, ma se io sono Dio come mai non manifesto subito un bicchiere di vino?” Quelli sono…
LINDA: Sandra (Adamus ridacchia).
ADAMUS: … Desideri umani. Dunque, “Dio è il mio _______” e poi voi riempite lo spazio. Dio è il mio qualsiasi cosa sia. “Proprio ora Dio è i miei pensieri. Dio è tutte le mie sensazioni. “
Tra ora e la nostra prossima riunione vi chiederò di nuovo, “Dio è il mio ______,” qualsiasi cosa sia.
Vorrei superare tutto il concetto di qualcosa là fuori che probabilmente è più maschile, più controllante e ha potere. È molto semplice, molto, molto semplice ma sarà difficile. Come avete imparato, le cose semplici possono essere molto impegnative.
L’Algoritmo di Dio
Lasciate che faccia un altro passo avanti. Sapete cosa sono gli algoritmi? Gli algoritmi si usano nei programmi per computer. Si tratta di un processo che avviene per ottenere un risultato finale specifico. Anche in matematica esistono gli algoritmi che sono formule matematiche che portano a una risposta finale.
In fondo l’algoritmo significa il flusso, il modello che porta a un certo risultato.
Esiste un algoritmo di Dio o meglio più algoritmi. Essi sono… non sono come gli algoritmi digitali o gli algoritmi scientifici o quelli della natura. Persino la natura ha i suoi modelli, i suoi algoritmi.
In fondo gli algoritmi si basano sui sistemi di credenze. Voi dite, “No, è matematica. È vero.” La matematica è solo un sistema di credenze. Voi dite, “Beh, no, è digitale e l’algoritmo di un certo programma deve muoversi in un certo modo.” No, è ancora e solo un sistema di credenze. È il flusso della coscienza che attrae le energie che determinano un certo tipo di risultato finale, un certo tipo di manifestazione.
Ecco, in fondo ogni algoritmo è il risultato di un sistema di credenze. In questo momento sul pianeta esiste l’algoritmo di Dio. È un flusso, un processo che avviene. I sistemi di credenza delle persone danno come risultato determinati modelli che sfociano in determinate manifestazioni o creazioni.
L’algoritmo di Dio libero e senza restrizioni è proprio ciò che… sapete che a volte dite, “Ah, il fattore delle circostanze. È avvenuto qualcosa. Ho incontrato una persona. Le possibilità che noi due c’incontrassimo in quel momento e in quel luogo con tutte le variabili era quasi impossibile. È magia.” No. In realtà è un algoritmo di Dio che crea tutte le circostanze anche quando coinvolgono centinaia di persone. Anche se sembra accadere per caso, è solo un algoritmo di Dio. A volte pensate che sia molto, molto complesso perché ci sono tutti gli strati e tutte le cose che avvengono e tutte le possibilità potenziali e le improbabilità e tutto il resto ma nell’algoritmo di Dio, nell’algoritmo di Theo, quello che io definirei l’algoritmo della luce è molto semplice.
Per la mente umana ciò è incomprensibile e sconcertante. “Se a un certo punto non mi fossi girata per via di un rumore improvviso, non avrei visto una persona che avevo notato solo di sfuggita ed era qualcuno che dovevo incontrare perché doveva parlarmi di alcune nuove opportunità. Se non ci fosse stato quel rumore…” e poi aggiungete, “Oh mio Dio, la vita è molto rischiosa.” È un po’ come dire, “E se?” Nell’algoritmo di Dio non c’è alcun problema. Fluisce e basta. Accade e basta. È presente, tutto qui.
In fondo l’algoritmo deriva dalla passione e dal desiderio. Non tanto da quello umano, ma da una passione interna e profonda crea ciò che io voglio chiamare luce ma non è come queste luci; è un flusso di luce, in fondo si tratta di un flusso di coscienza ma non proprio. Per il momento chiamiamolo un flusso di luce, una radianza di coscienza che esce.
In fondo ciò attrae in questa realtà tre tipi di energie diverse – l’energia elettrica, l’energia magnetica e ciò che io chiamo plunk. È proprio lassù, ma nessuno la conosce ancora. La scienza non ne sa ancora nulla, ma in fondo il plunk – è una parola vera che noi usiamo – in fondo è gravità ma fatta in un modo diverso rispetto a come voi la conoscete ed esercita un’influenza enorme sulla manifestazione finale.
Come sapete esiste la gravità perché quando lasciate cadere qualcosa sul pavimento, essa cade. Esiste anche l’antigravità che è una specie di contrario della gravità ma non significa solo che risucchia; la forza gravitazionale attrae qualcosa o la respinge.
La gravità non è solo un fenomeno fisico; è un fenomeno emotivo. Nelle vostre emozioni c’è della gravità. È un fenomeno della vostra passione e anche del vostro desiderio e quindi attrae o respinge le cose. Se la aggiungete alle forze magnetiche, a quelle elettroniche e agli impulsi elettrici vi ritrovate una corrente, una specie di flusso di coscienza che entra e raccogliere le energie, quelle caricate in modo positivo e negativo sotto forma elettrica, magnetica e di plunk; di colpo avete la realtà. Di colpo avete l’algoritmo di Dio. Di colpo, avete la manifestazione.
Ora lasciate che io riassuma.
Su questo pianeta è arrivato il tempo di una nuova coscienza di Dio e saranno in molti a resistere. Voi non dovete uscire ed evangelizzare. Si tratta solo di rendervene conto per voi e poi andrà anche là fuori. Questo è uno dei più grandi inibitori della libertà su questo pianeta. Dio, la religione – sono concetti molto, vecchi, molto vecchi.
Una volta che vi liberate da alcuni di questi vecchi concetti di Dio e una volta che diventa un’esperienza, un’esperienza liberatoria e libera, voi inizierete a capire come funziona e non da un punto di vista biologico o scientifico, ma partendo dall’algoritmo di Dio e poi di colpo ci siete dentro. Non restate fuori. Non è un mistero come accadono queste cose.
Voi non avete più a che fare con il potere, quindi non dovete preoccuparvi di far saltare in aria l’universo o ferire qualcuno. Di colpo vi rendete conto di come tutto si riunisce e a quel punto di colpo iniziate a rendervi conto di come voi siete l’algoritmo di Dio, di come voi influenzate tutto e di come voi create tutto.
C’è molto da affrontare per una sola giornata e io vorrei terminare con una breve merabh. Ci sono moltissimi pensieri, molti si chiedono dove andremo e che cosa dovremo capire. Fermatevi per un attimo.
Fermatevi per un attimo, tutto qui. Qui si tratta solo di fare l’esperienza di Dio, dello Spirito piuttosto che farla come se là fuori ci fosse un mistero vago.
Abbassiamo le luci e prepariamoci per la nostra merabh.
Facciamo insieme un bel respiro profondo.
(inizia la musica)
La Merabh di Theo
Nella merabh noi permettiamo solo il cambiamento di coscienza. Non dovete pensarci sopra. Non dovete sforzarvi in alcun modo.
Oggi ho detto molte parole. Molte… voi potete sentire le energie che volano nella stanza e che volano dovunque vi troviate.
Facciamo un bel respiro profondo e iniziate a rendervi conto della vostra libertà; la vostra libertà dal vecchio Dio del potere e del controllo, della paura oh, sì e persino dell’amore.
Proprio mentre parlo voi vi chiedete, “Beh, sono una cattiva persona se non resto attaccata a quel vecchio Dio? Non credo più a Dio?” No. Voi state solo cambiando. State solo cambiando e così, in fondo, Theo sarà molto più personale, radiante, vivo e reale.
Di colpo avviene una fusione tra scienza e Spirito. Nel momento in cui iniziate davvero a capire l’algoritmo di Dio, il flusso della coscienza nella manifestazione, di colpo riunirete questi due mondi che sono rimasti divisi per molto tempo – la scienza e la religione. Ecco cosa stiamo facendo qui.
Di colpo inizierete a portare in vita Theo, a portarlo dentro davvero come un’esperienza e non come un sistema di credenze o di pensieri.
Io vi chiedo: vi sentite a vostro agio nel non definire Dio? Vi sentite a vostro agio con il passare a un nuovo livello di coscienza? Dio non deve essere là fuori. Dio non deve neppure amarvi. Questo è davvero tosto.
Vi va bene metterlo da parte e permettervi d’iniziare a fare esperienza de L’Uno Eterno? Se vi liberate dal concetto di Dio come creatore, arriverete a rendervi conto che non è quel tipo di relazione. Voi non siete un burattino di Dio. Voi non siete stati creati e neppure costruiti o progettati da Dio. È una sensazione piuttosto strana, “Beh, allora da dove vengo?” Shh!
Dio.
Dio è la mia sensazione, il mio sapere interiore.
Dio è la mia compassione.
Dio è la mia vita quotidiana.
Dio è la mia ingenuità e anche la mia intelligenza.
Mi piace questa: “Dio è il mio ______” e poi aggiungi ciò che vuoi.
Non deve essere solo la roba buona, ma può essere anche quella tosta.
“Dio è tutta la mia spazzatura. Tutta la mia spazzatura, tutto il senso di colpa e di vergogna.” A Dio non importa.
Qui stiamo per entrare in territori relativamente sconosciuti e per farlo servono esseri decisamente audaci e coraggiosi, ma è arrivato il momento.
Noi andremo verso ciò di cui stiamo parlando – mi piace questo – gli algoritmi di Dio, il flusso, la corrente di coscienza che poi raccoglie energia, raccoglie le dinamiche e la vita e poi diventa così.
Ecco, facciamo un bel respiro profondo e prendiamoci questo momento per permettere.
Sarà affascinante osservarvi e sentirvi nella vostra esperienza personale, nella vostra realizzazione personale, sapete, quando riuscirete a sentirvi a vostro agio nel dire, “Io non ho bisogno che Dio mi ami. Non lo richiedo.” Di nuovo all’inizio sentirete una specie di vuoto strano ma poi, di colpo, “Oh wow, che brutta storia accollavo a Theo. In realtà era una brutta storia che io mi accollavo.”
Oggi è il Giorno dell’Indipendenza qui in America. È un giorno sovrano qui al Crimson Circle, un momento di libertà, di vita e d’illuminazione.
Fate un bel respiro profondo. Fate un bel respiro profondo.
La tempesta passerà, hm, come fa sempre. Io mi rivolgo a chi si trova qui al Crimson Circle Center. La tempesta passerà. Eh, un po’ di vento e di pioggia. La tempesta arriva per ripulire. Vi siete mai accorti che le tempeste sembrano arrivare sempre al momento giusto o forse al momento sbagliato? La tempesta arriva e basta. Perché arriva proprio adesso? È l’algoritmo di Dio e di nuovo, la mente cerca di capire “Come accade tutto ciò e perché?” Allora all’improvviso fate un respiro profondo e vi rendete conto che è assolutamente perfetto, niente di meno. È davvero appropriato.
A quel punto fate un respiro profondo e vi rendete conto che, “Sai, alla fine ho colto ciò che dice Adamus.”
ADAMUS E IL PUBBLICO: Tutto è bene in tutta la creazione.
ADAMUS: Cari amici, detto questo ritornerò il mese prossimo per altro. Vi ringrazio, è sempre un onore servirvi. Grazie (il pubblico applaude).