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Presentato al Crimson Circle il 6 febbraio 2021
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Io Sono quello che Sono, il magico e musicale Adamus Saint-Germain.
Ah! Che pezzo di musica rinvigorente mentre entriamo in questa sessione. Naturalmente parlo della musica della pausa, la mia musica prima dell’inizio (si riferisce a questa musica). Io amavo comporre. Io amavo gli strumenti. Io amavo cantare. Io amavo le donne. Io amavo molte cose. Io amo, amo, amo – presumo sia il mese buono per esprimerlo – io amavo comporre la musica e suonare la musica. Probabilmente lo sapevate, non è vero, Linda?
LINDA: Oh, certo!
ADAMUS: Sì.
LINDA: Sì, cosa non amavi fare?
ADAMUS: Ti è piaciuta la musica nella pausa?
LINDA: Sì.
ADAMUS: A te è piaciuta, a Cauldre no. Sono sicuro che un giorno imparerà. A un certo punto il suo senso per la musica e il suo gusto musicale matureranno.
Io amavo comporre e ho composto direi 83 diverse sinfonie e alcune di loro sono in giro ancora oggi, chiaro che sì. Ho amato moltissime cose della vita umana quando ho fatto un bel respiro profondo e mi sono tolto di mezzo. Sì. Ecco cosa vi incoraggio a fare e vale per tutti voi. Toglietevi di mezzo e basta.
Il Vostro Scettro
Prima di proseguire – oggi abbiamo molto di cui parlare ma prima di proseguire – voglio fare qualcosa con tutti voi, una cosa che abbiamo fatto in piccolo nel Keahak. In futuro nel Keahak lo faremo di più, ma prima di continuare voglio che voi immaginate uno scettro. Sapete cos’è uno scettro? È come un bastone, ma non sempre si usa come un bastone. Merlino ha il suo scettro in mano. Di solito sulla punta c’è una palla, una sfera – di vetro, di cristallo o ancora meglio se è d’oro. Sapete, io amo l’oro. Sì, l’oro possiede alcune proprietà stupende. Si porta dietro la pace; a livello energetico possiede una bella sensazione di pace.
Dunque, immaginate il vostro scettro che forse all’estremità ha un cristallo e inserito nel cristallo c’è il circopunto, cioè un cerchio con un punto in mezzo e quattro raggi che fuoriescono e che rappresentano l’energia. Sarebbe un bello scettro. Per quanto riguarda l’asta, potrebbe essere d’oro. Potrebbe essere di legno. Io amavo molto un bello scettro di legno perché il legno rappresenta davvero il pianeta Terra. È molto bello. È rinnovabile. Voi potete usarlo per stare caldo vicino al caminetto. Potete usarlo per costruire un mobile e ogni volta lui si rinnova.
Dunque, immaginate uno scettro e come volete che sia il suo aspetto e sì, può cambiare. Può cambiare in ogni momento, ogni giorno se volete. Il suo aspetto non deve restare lo stesso, ma ora immaginate uno scettro. Mentre ne parlavamo nel Keahak e noi andremo sempre più in profondità, quando ci saranno dei momenti di indecisione o vi mancherà il sapere interiore mentre entriamo nei tempi Æ e cioè quando superiamo la dualità intesa come base per la realtà e voi vivete un momento di incertezza e provate ansia e paura, voi fate un respiro profondo e tenete in mano il vostro scettro.
Lo scettro è il simbolo dell’entrare in tutto ciò che conoscete e anche in ciò che non conoscete, che non sapete. Lo scettro vi porta oltre i vecchi modelli del pensare e la logica e le emozioni e vi trasporterà in profondità nelle vostre energie personali dove riuscite a vedere tutti i potenziali e tutte le risposte per voi. Non per gli altri. Se altri vengono da voi e vi dicono, “Ehi, Bill, vuoi usare quello scettro per portarmi nella mia energia?” La risposta è un no deciso. È solo per voi. Lì ci sono le vostre risposte, non le risposte del mondo, non le risposte di Bill e non le risposte di qualcun altro.
Nei momenti di incertezza, nei momenti in cui, beh, quando sentite che le cose sono oltre voi immaginate il vostro scettro. Non è una bacchetta magica. Non agitatela sopra le rane per trasformarle in principi o in principesse – o in gentiluomini. È uno scettro ed è il promemoria di tutto quello che siete e vi trasporta in profondità nella vostra energia dove potete vedere tutte le risposte.
Adamus Saint-Germain
Oggi inizieremo con quello e finiremo con quello, ma prima di continuare devo occuparmi di qualcosa che ha una grande importanza: IO (Linda ride). È stato molto divertente, cara Linda?
LINDA: Oh, Sì!
ADAMUS: Oh, Sì. Ok.
LINDA: Mm hmm!
ADAMUS: È qualcosa di molto importante, io. Finalmente ho notato che avete suonato la mia musica. Da quanti anni suonate la musica negli intervalli e finalmente avete scelto di suonare un po’ della mia deliziosa musica?
LINDA: È stato molto bello.
ADAMUS: Mi piacerebbe vedervi votare sui vostri social media, cara Linda e tutti voi, quelli a cui è piaciuta, quelli che vorrebbero sentirla sempre e quelli che possono farne a meno come Cauldre. Sì. Cos’hai pensato di quella deliziosa musica? Non ti ha toccato il cuore?
LINDA: Era bella, musica classica.
ADAMUS: Nel mese di Valentino.
LINDA: Stupenda. Mi piace.
ADAMUS: Ti ringrazio. Grazie. Non le ho…
LINDA: Io sono davvero…
ADAMUS: … pagato un extra per dirlo.
LINDA: So che sei serio.
ADAMUS: Grazie. Sì, noi siamo qui per celebrare Valentino e quale momento più opportuno per suonare la mia musica.
Ho notato un paio di cose sbagliate e non volevo parlarne finché non fossi stato davanti al pubblico – heh! – e parlo delle date della mia nascita. Potete rimettere la slide, squadra di produzione? Quando vediamo la grafica, c’è qualcosa di profondamente sbagliato. Ci stanno lavorando sopra, ma volevo solo dire che le date sono sbagliate. Sì.
LINDA: Me lo stavo chiedendo.
ADAMUS: Sì, anch’io quando le ho viste me lo sono chiesto perché non dipende da me correggere qualcuno a meno che non ci sia tutto il pubblico e posso farlo di fronte a tutti voi. Io non sono morto nel 1784. Molti hanno sperato che lo fossi.
LINDA: Oof!
ADAMUS: Oh, è vero. In un certo senso in quel periodo io sparii, ma non morii per almeno altri 10 anni o forse di più.
LINDA: Oh.
ADAMUS: Sì, e sono nato un po’ dopo rispetto alle cifre scritte sulla slide ma sapete, il fatto è che la storia è davvero poco accurata, davvero poco. Come prima cosa la storia è piatta. La storia è una persona, è uno scrittore, è l’opinione di un ricercatore su ciò che è accaduto e spesso le date della storia sono tragicamente sbagliate. Non lasciatevi fuorviare dai fatti della storia perché c’è moltissimo altro.
Inoltre ho parecchio da eccepire – davvero molto – sull’immagine, sulla grafica che ora mostrerete di nuovo sugli schermi su come si pensava che io fossi e anche quella che usate per le pause, beh, anche quella è bella.
LINDA: Tu hai un aspetto un po’ più maschile, giusto?
ADAMUS: Grazie, cara Linda di Eesa, tu creatura adorabile. Sì, potete rimettere quella grafica. Davvero? Voglio dire, davvero?! St. Germain, l’illustre, il misterioso, l’affascinante e il sensuale St. Germain avrebbe questo aspetto? Ne dubito proprio. Ora il fatto è che, vedete, la storia fa degli errori.
LINDA: Oh.
ADAMUS: Il fatto è che quello era un mio caro amico e in qualche modo l’hanno scambiato per me a causa di qualche storico imbranato che ci ha messo sopra il mio nome. Torniamo all’immagine, per favore (appare l’immagine). Davvero?! Davvero, io?! (Linda ride) Intendo dire che quel gentiluomo, il mio amico non aveva un bell’aspetto ed era un po’ più corpulento di come l’hanno ritratto nella fotografia e lui ha dato del denaro extra al pittore perché lo ritraesse con un aspetto un po’ migliore di quello che aveva in realtà. Il suo viso era pieno di nei e non era un uomo attraente e di certo non era me. Non era me. No, proprio no.
Per molte ragioni diverse nella mia vita non ci sono miei ritratti (Adamus sospira). Come pittore ero molto migliore di chiunque potessi incaricare di dipingermi. No, davvero. Io ho dipinto un certo numero di autoritratti, 7 o 8 ritratti. Non ho idea di che cosa ne sia stato. Immagino che 1 o 2 potrebbero ancora essere in giro, nella soffitta di qualcuno, in qualche soffitta piena di muffa e di polvere e infestata dagli insetti e spero che un giorno li troveranno e non sapranno chi fosse quel gentiluomo affascinante.
LINDA: Era un dipinto?
ADAMUS: Io mi sono dipinto.
LINDA: Oh.
ADAMUS: Sì, un autoritratto.
LINDA: Tempera ad olio o con l’uovo?
ADAMUS: Linda, è stato il primissimo selfie.
LINDA: Ohh!
ADAMUS: È stato il selfie originario, si, prima che voi aveste vostri …
LINDA: Un dipinto a olio, beh?
ADAMUS: Certo. Sì.
LINDA: Ohh.
ADAMUS: Sì, ad olio.
LINDA: Impressionante.
ADAMUS: Oh, io ero davvero un bravo pittore. Ero in grado di comporre un’intera sinfonia con una mano e con l’altra dipingevo. Era molto facile. Ero un maestro pittore nel …
LINDA: Un maestro di che? (lei ride, Adamus fa una pausa)
ADAMUS: Spero che la telecamera stia inquadrando la tua faccia, fate una bella inquadratura al suo viso (Adamus ride). Io ho detto che ero un maestro pittore, un maestro e un compositore (Linda continua a ridere). Dove sta andando lo spettacolo? Abbiamo appena iniziato. In ogni caso, la domanda è che aspetto aveva St. Germain? Torniamo alla prima immagine.
LINDA: Ok.
ADAMUS: Ecco, è il mio amico pieno di nei. Quello non sono io. Forse mi sono vestito così, più o meno…
LINDA: Mm hmm.
ADAMUS: … forse ogni tanto, ma quello non sono io. Quel dipinto ha l’aspetto di qualcun altro che io conoscevo molto bene – George Washington. Notate quanto sono simili? Potete andare avanti e indietro (alla squadra), vedete? Eh, è George Washington.
Io conoscevo George Washington, l’ho incontrato in più occasioni. Un uomo brillante e io provavo qualcosa per sua moglie Martha, ma non ho mai agito. Anche lei provava qualcosa per me, ma noi abbiamo dovuto mantenere il distanziamento sociale, se sapete cosa intendo … (Linda fa un sospiro profondo). Cosa, cara Linda? (Adamus ride) Oggi sto cercando di intrattenervi.
LINDA: Ok.
ADAMUS: Devo ammettere che ultimamente sto prendendo lezioni da Kuthumi. So che a volte il mio atteggiamento è piuttosto sottile e a volte qualcuno potrebbe considerarlo asciutto e non molto divertente. Sto prendendo lezioni da Kuthumi che dice che mi servirà un po’ di tempo prima che io abbia finito ma ha detto anche che insegnerà ad alcuni di voi a togliervi il bastone dalla tasca posteriore, per così dire perché alcuni di voi sono davvero troppo seri sulle cose. Voi dovete imparare a ridere. Io sto imparando a ridere, sto imparando ad accettare il fatto che anche gli altri ridano di me.
LINDA: Oh.
ADAMUS: Affiora la domanda (Adamus ride), affiora la domanda, qual era il mio aspetto? Com’era il mio aspetto? Esistono alcune immagini di me di tipo New Age, potete metterle sullo schermo? Il tipico artista New Age pensa che questo dovrebbe essere l’aspetto di St. Germain. Non male. È un po’ come Gesù.
LINDA: Un po’.
ADAMUS: Sì. Un viso rettangolare, bei capelli e in mano il calice magico o qualsiasi altra cosa sia e quell’alone intorno. Voglio dire, quella luminosità. Vedete le somiglianze? Torniamo all’immagine New Age (l’immagine riappare). Vedete, ora torna. Vedete?
LINDA: Ohh! (mentre l’immagine torna ad Adamus)
ADAMUS: Ah. Sono molto sim- … eh, va bene, sono un po’ simili. No, quell’immagine New Age (sospira), non molto. Quello è il concetto di qualcuno su come dovrebbe apparire, sapete, un Grande Maestro Asceso affascinante. Non è proprio quello il suo aspetto, ma ci stiamo avvicinando all’aspetto di George Washington che io detesto proprio.
Ecco, io vi chiedo di usare la vostra immaginazione per un attimo. Usate la vostra immaginazione. Superate i dati. Superate ciò che pensate siano i fatti e superate la storia.
Come apparirebbe St. Germain se fosse qui ora? Che aspetto avrebbe St. Germain se fosse qui ora, forse sarebbe un po’ più giovane? Immaginatelo e ora facciamolo apparire sullo schermo.
Ci stiamo avvicinando un po’. Begli abiti, devo ammetterlo. I capelli sono un po’ troppo lunghi rispetto a quelli che porterebbe lui normalmente. La camicia è un po’ troppo aperta, ma ci stiamo avvicinando molto.
LINDA: Hmm.
ADAMUS: Non credi, Linda?
LINDA: Mmm.
ADAMUS: Non ti piace quel look?
LINDA: È ok…
ADAMUS: Shaumbra lo sta immaginando proprio ora. È il collettivo di Shaumbra e ora soprattutto moltissime signore – heh! – lo sentono dentro di loro, nei loro cuori, “Che aspetto avrebbe?” Sì, eccolo. È lui.
Poi affiora la domanda, ok, poiché io non sono qui con Shaumbra nel gruppo presente al Connection Center sul pianeta Terra, che aspetto ho al Club dei Maestri Ascesi? Intendo dire in un giorno normale, mentre sto con i miei amici, i miei amici ascesi. Che aspetto ho?
Sentiamolo dentro di noi per un attimo. Sentitelo. Permettetevi di immaginarlo. Liberatevi da tutti i dati di cui disponete su quale pensate dovrebbe essere l’aspetto di un Maestro Asceso.
LINDA: Ohhh!
ADAMUS: Ecco com’è venuto fuori. Sì.
LINDA: Baby.
ADAMUS: Si sta avvicinando molto. Piuttosto bene. È così vicino che potrebbero esserci problemi di copyright.
LINDA: Wow!
ADAMUS: Perché è quello – sì, è quello…
LINDA: Le piume di pavone sono assolutamente perfette!
ADAMUS: Oh, certo.
LINDA: Oh!
ADAMUS: Certo. Sì, Sì. A proposito – se potessimo tornare indietro – io non indosso sempre le penne di pavone.
LINDA: Oh, non lo fai.
ADAMUS: No, in effetti lo faccio solo raramente perché sapete, poveri pavoni. Quando li spennano provano molto dolore, ma questa è la vostra immaginazione al lavoro. È il collettivo e per qualche ragione molti di voi mi stanno immaginando avvolto in piume di pavone. Non ne capisco il motivo. Non capisco cosa c’entri.
Facciamo un respiro profondo ed ecco come sono quando Cauldre mi canalizza e il mio aspetto è migliore di quello che avevo con Guy Ballard quando canalizzava St. Germain (Linda ride). Lui era un bel uomo ma era un ingegnere, sapete, non sapeva niente di abbigliamento. Lo stesso vale per Cauldre (Adamus ride), ma ogni tanto io insisto che indossi un vestito, quindi… (Linda fa una strana faccia) Oh, ci riuscirà. Piangerà ma alla fine ce la farà.
Ecco come appaio attraverso Cauldre, ma se volete veramente immaginarmi mentre sto al Club dei Maestri Ascesi l’immagine è questa. Ah, sì.
LINDA: Oof!
ADAMUS: Ah, Sì. Non sempre indossi il cappello, va bene. Ecco, basta con le distrazioni, l’ho fatto apposta…
LINDA: Molto vanitoso.
ADAMUS: Sì, beh, no, vanitoso non direi…
LINDA: Peacocky! (gioco di parole. NdT)
ADAMUS: Torniamo all’immagine precedente. Non è uno scatto da vanitoso, è uno scatto da uomo coraggioso e virile.
LINDA: Mmm.
ADAMUS: Con molta autostima… Sì, con grande autostima. Io so che alcuni di voi là fuori stanno ridendo e scuotono la testa e si chiedono cosa c’entri tutto ciò con – beh, fatevi una vita. Abbiate un po’ di senso dell’umorismo, cosa ne dite? Io sto imparando ad avere senso dell’umorismo! In questi giorni Kuthumi e io ci stiamo divertendo moltissimo con l’umorismo. Io sto imparando ad alleggerire le cose e a lasciarle andare un po’, ma alcuni di voi schiamazzano e dicono, “Beh, allora – sono tutti uomini.” Beh, è perché oggi è un uomo che mi canalizza. Voi dite, “E le tue vite come donna?” Giusto?
LINDA: Le trovi dappertutto su Facebook.
ADAMUS: Lo so. Io leggo. Io vedo (Linda ride). Dunque, il mese prossimo faremo le vite di St. Germain come donna.
LINDA: Ne dubito.
ADAMUS: Se sai cosa intendo. No, lo faremo.
LINDA: Davvero?!
ADAMUS: Beh, certo. Dobbiamo farlo. Siamo nella nuova società equa. Sarebbe del tutto sbagliato mostrare solo uomini.
LINDA: Stai parlando dello Shoud di aprile, giusto? Lo Shoud del pesce d’aprile?
ADAMUS: Oh, non è il prossimo Shoud. In effetti potremmo aspettare fino ad aprile ma sapete, chi è il vero pazzo qui? Ecco, il mese prossimo vi mostrerò alcune fotografie di me …
LINDA: Ohh!
ADAMUS: … nelle mie vite passate come donna.
LINDA: Interessante.
ADAMUS: Ogni tanto quando vado al Club dei Maestri Ascesi in versione “uni”, cioè senza sesso e cioè con tutti i sessi, con il sesso totale noi mostreremo alcune foto di me con un aspetto da…
LINDA: Interessante.
ADAMUS: … da donna. Ora Cauldre vuole scappare via e a me va bene, sapete.
Ok, facciamo un bel respiro profondo (Linda espira rumorosamente) per le sciocchezze con cui abbiamo iniziato oggi.
LINDA: Bene. Bene.
ADAMUS: Non è stato divertente?
LINDA: Qualcosa del genere.
ADAMUS: Sì, qualcosa …
LINDA: Sì, Sì.
ADAMUS: Qualcosa del genere, ok.
LINDA: Sì, qualcosa del genere.
Sapete, io voglio ricordare a tutti qualcosa. Fra 20 anni, fra 30 anni le persone rivedranno gli Shoud come mai prima e cosa accadrà se saranno tutti monotoni, tediosi e noiosi? Sapete chi è molto noioso? Metatron (Linda ride). Lui è davvero noioso perché non ha alcun senso della personalità umana perché non è mai stato nel corpo.
LINDA: Mmm.
ADAMUS: Sapete, io e noi siamo dei in un corpo e nel corso degli anni riguarderemo di continuo questo materiale e le cose che spiccheranno sulle altre saranno proprio i momenti divertenti, i momenti con il pubblico e presto torneremo a viverli. Alcuni dei momenti più belli di tutti – i trucchetti, il divertimento e la celebrazione. Voi non ricordate le cose noiose di cui parleremo tra un attimo, quando avremo finito con le cose divertenti. Voi ricordate le cose divertenti, il fatto di travestirsi come ho fatto oggi.
LINDA: Anch’io!
ADAMUS: Sei molto bella, come sempre.
LINDA: Grazie. Grazie.
ADAMUS: Sì, come sempre.
LINDA: Quando mi sono reso conto che Cauldre si sarebbe messo tutto in ghingheri per te ho detto, “Beh, anch’io devo essere sciccosa!”
ADAMUS: Certo. Voi ricorderete le feste. Voi ricorderete le risate e a volte le lacrime. Voi non ricorderete le cose noiose. Sapete, esiste una certa percentuale di Shaumbra che vuole solo le cose asciutte e dritte e senza umorismo e senza musica e sapete, tra un attimo vi spiegherò il motivo per cui tutto ciò non funziona più. Non funziona più, proprio così.
ProGnost 2021
Prima di proseguire parliamo per un attimo del ProGnost. Come hanno detto Cauldre e Linda, solo tre settimane fa abbiamo fatto il ProGnost. Una cosa che voglio dire sul ProGnost, ma che si applica anche a tutti gli Shoud era che tutto ciò che facciamo siamo tutti noi. Siamo tutti noi.
Tobias ha introdotto la parola “Shoud,” che è una parola antica che significa “community,” e ha detto, “chiamiamoli Shoud perché sono tutti noi.” C’è una grande differenza rispetto a ciò che fanno gli altri gruppi, cioè di solito c’è qualcuno che fa lezione o canalizza chi fa lezione e l’informazione arriva al pubblico. Qui noi non facciamo niente del genere. Noi ‘Shoudiamo’ insieme e ciò significa che riuniamo la nostra comunità in tutte le nostre voci, in tutta la nostra energia e il risultato è qualcosa di bellissimo e di profondo. A volte è divertente, a volte è molto toccante e altre volte è noioso come mai (ridacchiano), ma siamo noi.
Tutto ciò che sentite da Tobias, da Kuthumi e da me siete voi, siete voi. Quando arriverà il momento in cui mi allontanerò dal palco Shaumbra, quando me ne andrò e dirò il mio ultimo “Io Sono Quello che Sono” … (parla in modo molto drammatico; Linda si prende la testa tra le mani). Stai pregando, stai piangendo o stai ridendo?
LINDA: Tutto insieme (Adamus ride). Tutto insieme non voglio pensarci. Non continuare a parlarne.
ADAMUS: Sapete, mentre Kuthumi mi insegna l’umorismo io gli insegno ad essere teatrale. La teatralità! Era abbastanza contrario alla teatralità perché sentiva che non era genuina. Sentiva di dove essere sempre lui nel suo vero stato depressivo.
Io ho dovuto insegnargli un po’ di teatralità, come esprimersi nella vita (parla di nuovo in modo appassionato e teatrale). Aprire il cuore e condividere a tutti i livelli non è esagerare. A volte alcuni di voi sono davvero dannatamente noiosi e io vi chiedo di elevarvi come la fenice, di sollevarvi da voi, di tirare fuori la passione, di tirare fuori l’eccitazione e la vostra teatralità.
All’anima fa un mondo di bene cantare la canzone in largo e in lungo piuttosto che mantenere la voce sepolta in profondità nel terreno (ora sussurra), nel silenzio e nel buio.
Alleggeritevi un po’. Ne avrete bisogno. Se pianificate di restare su questo pianeta, il posto folle che è ne avrete davvero bisogno.
Dov’ero rimasto, cara Linda? Dimentico molto in fretta. Mi distraggo. In realtà la sto mettendo alla prova per vedere se si ricorda.
LINDA: Beh, stai dicendo che, sai, dobbiamo avere un po’ di umorismo e tu te ne vai …
ADAMUS: Oh, Sì, sì, sì, sì!
LINDA: … phew!
ADAMUS: Io che me ne vado, sì. Quando arriverà il giorno in cui lascerò il palco di Shaumbra (parla in modo molto appassionato) e dirò per l’ultima volta “Io Sono Quello che Ero” (ridacchiano). Io mi sto divertendo (Adamus continua a ridere). Kuthumi si sta divertendo molto. Qui ci sono dei personaggi che tra un po’ potrei presentare o forse no.
LINDA: Oops.
ADAMUS: Sono sbalorditi da ciò che sta accadendo qui. Li ho invitati apposta perché a volte sono troppo seri ma quando me ne andrò, quando me ne andrò io trasformerò Adamus in tutti voi. Ognuno di voi sarà un Adamus. Adamus, “a damn us/un cavolo di noi,” tutti noi (Adamus ride).
Facciamo un bel respiro profondo nella gioia, nella bellezza e nel divertimento della vita. Devo proprio ammetterlo, Kuthumi, le tue lezioni mi stanno facendo un mondo di bene. Oggi mi sto divertendo da solo.
ProGnost è tutti noi. Le informazioni che arrivano non sono il risultato di me che mi metto in cerchio e preparo la lezione. Io mi sintonizzo con tutti voi e poi mi sintonizzo con il pianeta e sento ciò che sta accadendo e a quel punto vi trasmetto il messaggio, ma siamo tutti noi. Il messaggio è tagliato su misura per voi perché è voi. È voi. È tutti noi e non è ciò di cui mi viene voglia di parlare. Se nel ProGnost ne avessi avuto la possibilità, probabilmente avrei parlato di musica e di arte – hm, sì – ma siete voi. È la vostra voce. Ecco cos’è importante.
Quando siamo entrati nella tristezza dell’umanità è stato un momento tosto. È stata dura per me ed è stata davvero dura per Cauldre e per la cara Linda. È stata dura per tutti voi perché la tristezza c’è e poiché come Shaumbra ne siete consapevoli, volete sentirne parlare. Voi volete capire qualcosa che pensate di non sapere, ma lo sapete eccome. Voi volete capire cos’è quella tristezza ed è da un po’ che vi chiedete, “Cos’è?” e naturalmente fate la ‘cosa’ Shaumbra. Voi andate dentro di voi. Voi vi date la colpa. Voi pensate che non state facendo un buon lavoro nell’entrare nella Realizzazione o nell’essere un Maestro Realizzato perché provate un enorme senso di tristezza e pensate che ci sia qualcosa di sbagliato. No! Voi state sentendo davvero la tristezza dell’umanità.
L’umanità ha già affrontato alcuni periodi di tristezza, ma non sempre è stata conscia della sua tristezza. Non sempre è stata conscia del motivo per cui era triste ma ora è predominante. Sapete cos’è la cosa più forte ora? I nuovi che arrivano al Crimson Circle e anche i molti che entrano nel loro risveglio e sbattono contro un grosso muro fatto di tristezza – le lacrime, la tristezza – e non riescono a definirla. Cosa dicono? Dicono, “Non so cos’è. Perché mi sento tanto triste? Dev’esserci qualcosa di sbagliato.” Oppure incolpano i loro spiriti guida o chissà chi altro.
No, al momento intorno a tutta l’umanità c’è una nuvola determinata dal drago che è arrivato sul pianeta. È un momento di riflessione, è il momento di guardarsi dentro e dire, “Cos’abbiamo fatto?” Non per giudicarsi, non per incolparsi ma è il semplice, “Cos’abbiamo fatto?”
È una domanda molto opportuna da farsi. Sì, c’è della tristezza ma la vera natura del porsi questa domanda, “Cos’abbiamo fatto?” ci porta anche a prendere in considerazione il motivo per cui come prima cosa siamo venuti qui, dove andremo da qui e poi prendiamo in considerazione la sofferenza. Io riassumo tutto ciò in una scatola grande e grossa, la categoria definita “la sofferenza”.
Il pianeta soffre. Gli umani soffrono moltissimo per colpa loro e per colpa degli altri. Ciò che sta accadendo ora è che sempre più umani entrano nella coscienza e in tutto il pianeta ci sono più Maestri realizzati che fanno benching sulle panchine, noi consideriamo il tutto e diciamo, “La sofferenza. È qualcosa che ci porteremo dietro? La sofferenza. È qualcosa che ci ha servito? È la nostra energia. Ci ha servito? Ha bisogno di servirci ancora come sofferenza mentre procediamo?”
Voi potete far risalire tutto al vostro lignaggio, alle vostre vite passate e trovare più che l’abbondanza di sofferenza. Prendete in considerazione questa vita. Prendere in considerazione, diavolo, la settimana scorsa e di sofferenza ce n’è più che abbastanza. Ora è arrivato il momento che su questo pianeta tutto il concetto della sofferenza cambi. Il pianeta ha sofferto abbastanza. Voi avete sofferto abbastanza. C’è stata abbastanza sofferenza. Ecco perché noi qui insieme nel ProGnost abbiamo lasciato affiorare il tema delle Lacrime dell’Umanità. È stato perfetto.
È stato perfetto che i nuovi dicessero, “Diamo un’occhiata alla sofferenza. Esiste un modo migliore? C’è qualcos’altro?” La risposta è sì e se non sapete che cos’è, cari Shaumbra, afferrate subito il vostro scettro. Se non sapete che cos’è per un attimo smettetela di pensare, afferrate il vostro scettro che vi porterà sempre nella vostra energia e nelle vostre soluzioni e risoluzioni. Sì, esiste un modo diverso dalla sofferenza.
Sul pianeta ci sono persone che hanno investito nella sofferenza e che sentono che soffrire sia la volontà di Dio e il modo di Dio. Sentono che senza la sofferenza l’umano si corromperà in moltissimi modi diversi. Quelle persone non hanno alcuna fiducia né fede nella natura umana come tale quindi dicono, “L’umano deve soffrire finché non impara. L’umano deve strisciare sulle mani e sulle ginocchia e implorare il perdono,” da parte di un Dio che non conosce neppure.
Ora è arrivato il momento che la sofferenza e la tristezza che le è propria inizi a finire su questo pianeta. Oh, prima che avvenga assisterete a un grande cambiamento, quindi assisterete a più sofferenza e a più invocazioni a soffrire, ma sta cambiando. Ora io vorrei proprio che vi rendeste conto di una cosa; ciò che abbiamo fatto nel ProGnost, ciò che voi avete fatto nel ProGnost è stato accendere una luce su quel tema, una luce che ha detto, “Sì, anche questo deve andarsene.” Sul pianeta non c’è spazio per la sofferenza. C’è molto spazio per le battute e per l’umorismo. C’è un mucchio di spazio per l’amore. C’è un mucchio di spazio perché la luce di tutti brilli in modo aperto e libero, ma la sofferenza? Il suo momento è arrivato. Ecco perché ne abbiamo parlato ed è una delle cose grosse che faremo sul pianeta come Maestri realizzati; noi difenderemo la nostra luce in profondità nel cuore di ciò che è stata la sofferenza in modo che anche lei possa passare nella saggezza.
Per questo facciamo un respiro profondo. Sul pianeta c’è stata abbastanza sofferenza e tristezza. Adesso basta. Ne abbiamo avuto abbastanza.
Come ci arriviamo? Non importa davvero, è arrivato il momento che cambi. Questo forse è il più grande – io non voglio definirlo un compito – ma è la coscienza più grande per quelli di voi che resteranno sul pianeta come Maestri realizzati. Noi non lotteremo contro la sofferenza. Noi semplicemente diffonderemo una grande luce su quel tema e quando quella luce brilla lo esporrà e quando lo esporrà determinerà un po’ di instabilità, qualche tumulto e un po’ di agitazione – molta instabilità e caos – ma alla fine entrerà nella saggezza.
Con questo facciamo un bel respiro profondo.
(pausa)
Mm. Cara Linda, sai cosa mi irrita profondamente, una cosa che Shaumbra dice di continuo e che mi irrita davvero tanto? Sai cos’è?
LINDA: Cosa?
ADAMUS: “Non lo so.”
LINDA: Cosa intendi dire? Cosa intendi con “Non lo so”?
ADAMUS: “Non lo so.” Io ho chiesto cosa mi irrita davvero – una delle cose che Shaumbra, che molti Shaumbra dicono di continuo – cos’è?
LINDA: Cosa intendi? Perché l’hai chiesto? Se non lo sai, perché l’hai chiesto?
ADAMUS: Non lo so. Non lo so (mentre Adamus ride parte un ronzio forte e le sirene).
LINDA: Perché?
ADAMUS: “Non lo so!”
LINDA: Oh!
ADAMUS: No, “Non lo so” è proprio ciò che mi irrita e che Shaumbra dice di continuo.
LINDA: Ahh!
ADAMUS: Perché voi lo sapete ed è il motivo di questo Shoud (Adamus ride). Possiamo risentire il ronzio? È quando dite, “Non lo so” (parte il suono di un clacson). Sì, è come la versione indiana (ora ronzii e sirene). Sì, ecco qui. Bene. Bene (Adamus ride). Bene. Ora basta. Chiudiamo qui.
“Non lo so.” Forse è una delle cose più tossiche che potete dire a voi o su di voi, “Non lo so.” Quando dite, “Non lo so,” ciò di colpo determina una nuvola, un velo che vi circonda del tutto e blocca fuori di voi le risposte, i potenziali e la soluzione. Blocca tutto. “Non lo so” è un’affermazione molto precisa e alcuni di voi lo dicono molto bene, “Non lo so. Non lo so. Non lo so!” Voi lo dite così bene. È l’unica occasione in cui diventate un po’ teatrali “Non lo so!” e la cosa mi fa impazzire. È come sentire le unghie, unghie lunghe e affilate su una lavagna – errrrr! – lungo la lavagna quando lo sento perché il fatto è che voi lo sapete. Voi fate solo il gioco del “Non lo so.” Sì.
Prima avevamo il pubblico, ora come pubblico abbiamo Linda. L’unico membro del pubblico.
LINDA: Oh, che pressione. Ugh!
ADAMUS: Prima c’era il pubblico ed era divertente quando qualcuno diceva, “Non lo so,” e a me piaceva mandarli in bagno, dieci minuti in bagno da soli. A qualcuno piaceva molto, mentre altri pensavano che fosse crudele e vendicativo da parte mia. Proprio no. Io cercavo di dire che, “Non lo so” è davvero molto, molto tossico perché voi lo sapete ed è un gioco che fate ogni giorno con voi.
Sono molte le variazioni del “Non lo so.” È come, “Non sono sicuro,” o “Non voglio davvero decidere,” o “Non rientra nel mio budget” o tutti gli altri modi diversi di dire la stessa cosa, “Non lo so.” Il fatto è che voi lo sapete, è arrivato il momento di superare il “Non lo so.” Quando qui ci sarà di nuovo il pubblico – ooh! ooh! ooh! – non vedo l’ora che accada perché noi faremo – qui per loro ci sarà una sedia speciale “la sedia del Non lo so”.
LINDA: Ooh!
ADAMUS: Forse nell’angolo. Qui non c’è un vero angolo, ma troveremo qualcosa del tipo “sedia del Non lo so,” sapete, del tipo – come lo chiamate – lo mandiamo un po’ nell’angolo, sta da solo o altro. Ci sarà “la sedia del Non lo so” e chi lo dirà dovrà indossare quel cappello.
LINDA: Oh.
ADAMUS: Il cappello. Ecco, vorrei fornirvi un esempio perché non varrà solo per gli Shoud dal vivo. Accadrà ogni volta che troverò qualcuno di voi che dice “Non lo so” o una qualsiasi variazione sul tema “Non lo so.” Ecco cosa accadrà. Io chiederò a un volontario di salire sul palco per farci vedere. Gaelon, vuoi venire qui per favore?
LINDA: Oh, si è offerto volontario lui?
ADAMUS: Beh, prende il posto di Cauldre.
LINDA: Oh.
ADAMUS: Cauldre è molto occupato, non può stare in quella sedia e occuparsi delle luci e del suono, quindi Gaelon è abituato a sedersi nella grande sedia. Gaelon Tinder, sua madre è Jean Tinder. Prego. No, vieni qui e siediti sulla sedia grande. Sì. Togli la mascherina, io non posso prendere il COVID, io sono uno spettro (Adamus ride). Bene. Bene. Ecco, accomodati. Sei un po’ nervoso?
GAELON: Sì.
ADAMUS: Sapevi che saresti venuto qui?
GAELON: No! (ride)
ADAMUS: No. È una bella sorpresa, vero? Ecco, ciò che accadrà è che tu ed io stiamo parlando a uno Shoud, cosa che faremo e io dico una cosa del tipo, “Allora, qual è la prossima grande cosa che accadrà nella tua vita, Gaelon?” e tu dici …
GAELON: Non lo so (Linda annaspa).
ADAMUS: Io dico, “Cosa??!!” A quel punto suona la campana… (pausa) suona la campana. Là dietro abbiamo bisogno di più caffè. Parlando di caffè, Kerri!
KERRI: Oh!
ADAMUS: Non ho ancora avuto il mio caffè. Sono qui da 45 lunghi minuti e niente caffè. Parliamo di sofferenza! Io sto soffrendo perché si sono dimenticati le cose semplici come una semplice tazza di caffè. Voi pensate che dovrebbe essersi resa conto, ma lei è seduta a un altro tavolo, “Non lo so. Non lo so. Non pensavo ne volessi uno, Adamus. Tu chiedi…”
No. Sentilo dentro. Tu superi la mente e i dati e ti rendi conto che, “Oh, ad Adamus ora piacerebbe davvero una tazza di caffè.” Dov’eravamo rimasti?
GAELON: Non lo so.
ADAMUS: Bene (ridacchiano). Quando lo dici suona la campana… (musica dolce per un attimo). Che diavolo di campana è questa?! E la campana… (rumore di clacson) … la … Sì, ok (parte la campana dell’allarme). Ecco un… bene, suona la campana e poi Linda ed io cerchiamo… (si continuano a sentire ronzii e suoni diversi). Chi è… cosa sta succedendo qui?
LINDA: Ora dovresti avere il tuo scettro, presumo.
ADAMUS: Il mio cosa?
LINDA: Lo scettro.
ADAMUS: È il mio scettro No. È solo una parte della recita (sussurra).
LINDA: (sussurra) Ok.
ADAMUS: Ok, forse Gaelon non lo sapeva. Di colpo resto scioccato perché qualcuno dice, “Non lo so.” Quando qualcuno dice, “Non lo so,” io vedo che di colpo intorno a quella persona si crea un velo che la blocca e le impedisce di vedere tutti i suoi potenziali e a quel punto vive nella “terra del Non lo so.” È in una specie di piccola bolla e non riesce a vedere che cosa c’è tutto intorno a lui/lei. “Beh, non lo so,” e di colpo voi non lo sapete. Voi passate da un essere meraviglioso e intuitivo a un essere “Non lo so”. A quel punto Linda farà qualcosa. Procedi pure, Linda.
LINDA: Oh! Oh! Questo è il momento…
ADAMUS: Linda, sai cosa dovresti fare ora?
LINDA: Accidenti, no! (ride)
ADAMUS: Non dire, “Non lo so,” (ridacchiano). Linda all’improvviso si farà avanti con questa bella creazione il cui concetto è di Cauldre, eseguita e cucita da Jean Tinder, tua madre e tu indosserai il cappello “Io Lo So, Eccome.” Inquadriamo bene il cappello “Io Lo So, Eccome” (Linda applaude). Un bel primo piano. Bene. Gira un po’ la testa in modo che la telecamera ti riprenda bene, spostate la telecamera. Ok, “Io Lo So, Eccome.”
LINDA: Ecco fatto.
ADAMUS: Grazie. “Io Lo So, Eccome” ha più di un significato. Prima di tutto, “Io Lo So, Eccome. Io so molte cose,” piuttosto che dire, ‘Non lo so.’” Forse dovremo fornirci di molti di quei capelli, in realtà dovremmo farne fare qualcuno. Se inserite – qualcuno inserisca nella lista la voce cappello. Chi se ne occupa? “Non lo so” (con voce chioccia). Qualcuno lo metta sulla sua lista. Faremo fare un mucchio di capelli cuciti, ricamati e poi li distribuiremo. Penso che sarebbe più bello se…
LINDA: Adamus, chi potrebbe mai volerne uno?!
ADAMUS: Non lo so.
LINDA: È una punizione – oh!! (Linda ride).
ADAMUS: L’ho fatto apposta (partono le campane e i vari ronzii e Adamus ride).
LINDA: (continua a ridere) Ecco! (mette il cappello sulla testa di Adamus e continua a ridere mentre proseguono i rumori di campane e i ronzii)
ADAMUS: Io l’ho fatto apposta, Linda. Tu lo sai! Gaelon, grazie per essere stato il nostro modello e per aver posato per il nuovo cappello “Non lo so”.
GAELON: È stato un piacere.
ADAMUS: Sapete, somiglia molto a un capello per i somari. Mi chiedo se non dovrebbe avere un aspetto più da mago e quindi con una tesa. All’inizio Jean aveva dato questo suggerimento. Grazie per il caffè, Kerri. Grazie.
KERRI: Prego.
ADAMUS: (sorseggia qualcosa mentre Linda gli porta il caffè). Ahh! Ooh!
LINDA: Ecco qui.
ADAMUS: Questo non è caffè, questo è…
KERRI: Non l’ho fatto io!
LINDA: È kombucha.
ADAMUS: Penso sia… kombucha (Adamus ride). Pensavo fosse urina di uva.
In ogni caso, cari Shaumbra, “Non lo so. Non lo so.” Io non voglio più sentirlo dire perché voi lo sapete. Il fatto è che voi sapete tutto. L’unica cosa che non sapete è che lo sapete.
L’Amore
Ora iniziamo a riunire il tutto. Questo è il nostro Shoud di Valentino. Vedete tutti i cuori? Se dovreste chiedervi, “Perché oggi ci sono tutti quei cuori e quelle rose? Non lo so,” + perché Valentino è tra quanto, 8 giorni. Ecco perché.
Valentino è la celebrazione dell’amore, anche se St. Valentino fu un martire. Capito? Lui soffrì in qualche modo la sua sofferenza si trasformò nella celebrazione dell’amore. È una cosa molto strana. Mi chiedo, perché lo fanno? Linda, tu dovresti dire, “Non lo so.” Torna qui. Non ti morderò.
LINDA: È contro la mia religione. Non posso dirlo.
ADAMUS: Ok. Lei non lo dirà più. Ottimo. Sta imparando. San Valentino fu un martire verso il 269 AD, ma si è trasformato nella celebrazione dell’amore. Come sia accaduto, proprio non lo so. Ecco, il nostro giorno di San Valentino riguarda l’amore, riguarda il momento in cui i giovani amanti e le persone fanno atti di amore e si scambiano fiori. Linda, io a te do questi perché io ti amo. Possono essere tuoi dopo il…
LINDA: Oh, grazie.
ADAMUS: … dopo lo Shoud.
LINDA: Che premuroso sei.
ADAMUS: L’amore. Cos’è l’amore. Cos’è l’amore? “Non lo so” (ridacchiano in modo ironico). Voi non sapete quante volte l’ho sentito dire. Qui c’è un problemino in corso e se ho una specie di reazione è perché l’ho sentito dire moltissime volte da tutti voi.
Sapete, di notte quando mi chiamate io arrivo e chiacchieriamo e voi mi fate un mucchio di domande e sapete già che la mia risposta tipica è, “Qual è la risposta? Tu cosa pensi sia?”
“Non lo so. Ecco perché ti ho chiamato.”
Io non vi darò la risposta. Io vi ricorderò che voi avete le risposte, ma non appena dite, “Non lo so! Non ne ho la più pallida idea, non lo so,” e io faccio un passo indietro. Io devo lasciarvi a mollo in una specie di bagno settico in cui state nel “Non lo so,” e non c’è niente che io possa fare. Io non posso darvi la risposta e voi insistete e dite, “Non lo so,” e quindi restiamo seduti lì e parliamo per un po’ di cose stupide perché non arriviamo al vero tema. A quel punto del vostro sviluppo i “Non lo so” sono davvero tossici e lo sono anche per la vostra maestria. Sono tossici.
Torniamo al tema dell’amore. Cos’è l’amore?
Cos’è l’amore? È una sensazione. È una sensazione e l’amore è un senso. È letteralmente un senso. Ora è un senso angelico. Una volta non era così. L’amore non era da nessuna parte, proprio da nessuna parte finché gli umani non l’hanno creato. Poi è risalito come un nuovo senso in modo che tutti gli angeli ne potessero fare esperienza. Cos’è l’amore?
Quando rendiamo l’amore un senso ufficiale insieme agli altri 200.000 sensi e oltre, noi abbiamo reso l’amore un senso ufficiale; abbiamo fatto una specie di riunione, un meeting e qualcuno ha detto, “Io propongo che l’amore sia uno dei sensi angelici.”
Ci furono molti mormorii e discussioni e alla fine qualcuno dall’altra parte della sala disse, “Beh, cos’è l’amore? Cos’è l’amore?” e nella stanza cadde il silenzio. Tutti lo sentirono perché, vedete, quasi nessuno degli esseri angelici aveva mai sentito l’amore, non sapevano nulla dell’amore.
Allora dissero, “Convochiamo un umano. Portiamo un umano alla nostra riunione, un umano che ha fatto l’esperienza dell’amore e lasciamo che ci descriva l’amore e così potremo votare se sarà più o meno un nuovo senso ufficiale, un senso angelico.” Andarono a prendere un umano. Lo uccisero, intendo dire che lo portarono fino a lì ma in fondo non importa. Portarono un umano nella stanza e gli dissero, “Ehi, Casanova, cos’è l’amore?”
Casanova ci pensò un attimo ed era anche molto teatrale e disse, “L’amore. Io non posso dirvi cos’è l’amore finché non ne avete fatto l’esperienza. Io ho fatto l’esperienza più di 5.000 volte ma non posso dirvi cos’è l’amore. L’amore non sono le emozioni erotiche o le sensazioni del corpo. Quello non è l’amore, quella è la reazione all’amore. Cos’è l’amore? Cos’è l’amore? È molto difficile spiegarlo se non l’avete sperimentato, ma posso dirvi che l’amore è di gran lunga il più grande tra tutti i sensi che avrete mai. Per fare esperienza dell’amore dovrete passare dalla Terra e quando lo fate e che il vostro cuore si apre all’amore e anche dopo che il vostro cuore è stato sconfitto dall’amore, allora potremo parlare del più grande tra tutti i sensi.”
In tutta la sala lo stesso sguardo su tutti i visi angelici, “Cosa — cos’ha appena detto? Cosa?!” Votarono comunque, naturalmente e io, come faccio sempre l’incoraggiai tutti a votare. Dissi, “Fidatevi di me. Un giorno anche voi andrete sulla Terra, anche voi assumerete una forma umana e farete esperienza di ciò che si definisce l’amore. Proprio come Casanova, neppure io posso parlarvene. Non posso descriverlo. Non posso definirlo, ma è più reale delle rocce della Terra e delle acque della Terra. È più reale degli uccelli che volano nel cielo ed è più reale dei fuochi che incendiano la for- …” Mi sto allargando, ma mi piace diventare un po’ teatrale.
L’amore è molto, molto reale. Quando agli umani si chiede dell’amore, quasi sempre riflettono e basta. “L’amore, hm.” Le persone che amano. La sensazione di essere amati che sia sul seno di vostra madre o sul seno della vostra ragazza, non importa. Riguarda quella sensazione … (Adamus ride) vi giuro che Kerri ha messo qualcosa nel caffè, perché io non ero così finché non ho iniziato a bere il caffè.
KERRI: L’ho fatto.
LINDA: Continua a farlo. È interessante.
ADAMUS: Dunque, l’amore. Torniamo al punto. L’amore. Sì, cos’è l’amore? Di solito voi iniziate a sentire i momenti d’amore. Ah, la grandezza dell’amore o degli amori che state vivendo al momento, ma tentare di descriverli è un po’ come rendergli un cattivo servizio. Cercare di definire l’amore è come cercare di imbottigliarlo e di imprigionarlo. L’amore viene dal cuore.
Linda, perché pensi che l’amore sia associato al cuore?
LINDA: Perché non è nel cervello.
ADAMUS: Ottima risposta. Pensavo che avrebbe detto, “Non lo so.” sta imparando davvero.
Non viene dal cervello e questa è una risposta molto saggia. Non viene dalla mente. Viene dal cuore e il cuore è il veicolo, beh, quando siete innamorati lo sentite, non è vero, nel vostro cuore. Alcuni lo sentono nella pancia, ma di certo voi non lo sentite nel cervello, vero? È nel cuore. È Il luogo dove c’è il ritmo della vita come nessun altro luogo in tutto il vostro essere. Il cuore che pulsa, il desiderio di vivere e di fare esperienza. Il cuore non crea quel desiderio, ma reagisce al desiderio di vivere il ritmo della vita. Ecco il perché del cuore.
Torniamo al punto. L’amore è una sensazione sensoriale e gli esseri angelici votarono e dissero, “Ok, accetteremo l’amore come uno dei nuovi sensi. Non sappiamo ancora il perché, ma sembra che tutti gli umani siano innamorati dell’amore. Sì, facciamolo.”
L’amore è un senso e un senso non contiene dati. Niente dati. Ecco perché quando pensate all’amore ciò che vi arriva addosso è una sensazione. Non è una serie di dati relativi al ragazzo che avete avuto 28 anni fa e a quante volte vi siete baciati e a quanti hamburger avete mangiato insieme. Non si tratta di dati, vero? Se si trattasse solo di una serie di dati, ciò sconfiggerebbe l’amore. L’amore è una sensazione.
È un senso che supera di molto ciò che la mente potrebbe mai usare per definirlo. Ecco cosa dovrebbe essere tutta la vita.
Il Processo Decisione degli Umani
La storia è una serie di dati che di solito non sono accurati. Per esempio, la mia immagine era quella di un mio amico. La storia è una serie di molti dati che non sono accurati, ma in questi giorni il mondo sembra proprio restare attaccato a quei dati. Beh, è perché la mente pensa così. Hai ancora quella cosa su cui scrivi, Linda?
LINDA: Certo.
ADAMUS: Oh, bene. Ti chiedo di scrivere – scrivi un – huh! – un paio di parole sullo…
LINDA: Oh, ragazzi.
ADAMUS: (ridacchia) … sullo schermo. Le chiederò di scrivere – questo è Kuthumi che interferisce. Le chiederò di scrivere un paio di punti sullo schermo. Dunque, ecco come pensa la mente umana. Dati, dati, dati … Emozione …
LINDA: Aspetta, aspetta.
ADAMUS: … decisione.
LINDA: Li ho scritti al contrario (Adamus ride).
ADAMUS: Dati, dati, datti, emozione, decisione. Questo è il modello – non che esistano solo quei tre dati – ma significa che una certa serie di dati porta a un’emozione. Tutte le decisioni umane si basano sulle emozioni. L’emozione è il punto di decisione e poi alla fine voi prendete una decisione e dite che è stata di tipo intellettuale o che avete elaborato un mucchio di cose, ma tutte le decisioni si basano sull’emozione. In passato alcuni mi hanno sfidato e hanno perso la sfida perché in fondo ogni singola decisione umana si basa sull’emozione.
Sì, voi raccogliete i dati, molti dati e quella è la mente al lavoro. Nella mente non c’è niente di sbagliato, è così che funziona e cioè lei raccoglie i dati. molti dati. Quando la mente ha valutato i dati, il che non significa che capisca i veri sensi o la sensualità o le sensazioni legati alla sensorialità la mente valuta il tutto in base alle emozioni e poi prende una decisione. Direi proprio che la decisione la prende al buio o comunque nella zona grigia senza il beneficio pieno dei veri sensi, dei veri sensi.
Ne abbiamo già parlato, ma ora è arrivato in cui lo faremo. In passato ne abbiamo parlato come se fosse il preambolo di ciò che avremmo fatto ora, ma ora passiamo alla vita super sensoriale.
Torniamo un attimo indietro. Dati, dati, emozione e decisione.
Sentitelo dentro di voi per un attimo. Se volete, fate un bel respiro profondo immaginate insieme a me. Immaginate di entrare in una stanza che è totalmente al buio. Il buio è totale, quindi voi non sapete nulla della stanza prima di aprire la porta, di entrarci e di chiudere la porta dietro di voi. È totalmente al buio. Non si vede nulla. La mente con i suoi sensi fisici cerca immediatamente i dati. “Il pavimento è freddo? È fatto di pietra o è ricoperto?” Dati, dati e ancora dati.
Siete nell’oscurità totale. Non vedete proprio nulla punto. Nel buio totale voi parlate e c’è un certo eco che vi aiuterà a determinare le dimensioni della stanza perché voi non sapete nulla di quella stanza, non sapete che dimensioni ha, quanto è alta o larga, se ci sono dei mobili o altro. Per quanto ne sapete, potreste fare altri due passi e cadere in una buca profonda piena di alligatori. Iniziate a collezionare dati. Fischiate un po’ e cercate di abituarvi all’oscurità nella speranza che ci sia una minima luce che spunta dal buio e che vi aiuti a capirci qualcosa.
Ciò che state collezionando in quel momento sono dati, dati e ancora dati. Poi arrivate al punto in cui non ci sono più dati. Tutto ciò che sapete è che state camminando sul pavimento e tutto ciò che sapete è che qualcosa assorbe il suono che emettete e quindi non c’è alcun eco, ma ciò non vi sta ancora aiutando a determinare le dimensioni o la natura della stanza. Non siete ancora inciampati su nulla e quindi non sapete neppure se ci siano dei mobili o altro. Dati, dati, dati e ancora dati.
A quel punto prendete una decisione emotiva, “Sono in pericolo.” Già eh! La mente lavora così, “Sono in pericolo.” È una reazione emotiva – “Sono in pericolo,” – e forse lo siete non lo siete, ma i dati servono perché le emozioni determinino il resto.
Ora è arrivato il momento di decidere, perché le emozioni hanno detto, “Pericolo, qui dentro il pericolo potenziale è grande. Non dovresti restare qui dentro,” e quindi la decisione è, “Scappa veloce come il vento.” Cercate di trovare la porta da cui siete entrati. Sperate di non esservi allontanati troppo da quella porta e in pratica non vi siete mossi dalla porta perché nella vostra collezione di dati, nella vostra decisione emotiva avete paura di fare anche solo un altro passo.
E se quella stanza contenesse la vostra divinità? La vostra mente non riusciva proprio a comprendere la divinità perché non aveva mai fatto quell’esperienza. La mente non sa cosa cercare e non sa come usare quei dati per rilevare la divinità. E se quella stanza fosse piena della vostra divinità ma ora voi avete deciso di scappare via sperando di poter trovare la porta perché avete paura di cosa potrebbe accadervi?
Ecco, l’umano tipico pensa in questo modo. Naturalmente ho semplificato ridotto un po’ il processo e alcuni potranno obiettare che l’ho fatta fin troppo semplice, ma la mente funziona proprio così. L’abbiamo scritto sullo schermo: dati, dati, dati, emozione e decisione e ogni singolo giorno voi vivete la vita così. Quando incontrate stanze buie – la metafora per quando nella vita arriva qualcosa di nuovo – di solito la decisione è quella di scappare via o come minimo di fermarvi o l’altra decisione spesso è, “Mettiamo insieme altri dati. Stiamo qui un po’ e vediamo se accade qualcosa,” ma nel frattempo tenete una mano sulla porta in modo da poter scappare più in fretta possibile. È arrivato il momento di superare tutto ciò.
Quella stanza rappresenta moltissime opportunità nuove, quella stanza rappresenta la vostra divinità, quella stanza rappresenta la vostra energia e tutti i vostri potenziali; in quella stanza ora vi fermate. Smettete di raccogliere i dati in modo ossessivo, afferrate il vostro scettro che non è un’arma e non è una risposta; quello scettro e il promemoria che voi lo
Se dovessimo fermarci qui voi sareste in piedi nella stanza buia dopo aver collezionato centinaia di dati e la vostra reazione emotiva e la paura e forse non avreste ancora deciso; arrivo io e vi dico, “Allora, cosa stai per fare?” Voi rispondete, “Non lo so” e io vi do una sberla, una sberla bella forte e io vi faccio cadere a terra e voi vi rendete conto che il pavimento è molto duro. Ecco un altro dato per voi, “Non cadere più così spesso sul pavimento.” A quel punto vi sbatto contro il muro e voi vi rendete conto che anche il muro è molto duro e… eh, sto scherzando! Mmm, forse non tanto.
A quel punto voi non dite, “Non lo so.” Quando arrivo da voi e dico, “Ora cosa farai? Sei in una stanza buia e non hai idea di cosa sia. Hai paura. Te la sei fatta addosso, avevi molta paura. Ora cosa farai ora?” Voi dite, “Ora io afferrerò il mio scettro prima di fare altre cose sbagliate (Adamus ride). Io afferro lo scettro e quello scettro mi mostrerà la via.” Voi uscite dalla testa. Voi smettete di pensare e ora siete consapevoli delle vostre emozioni che però non vi travolgono. A quel punto smettete di prendere una decisione umana che si basa sui dati, dati e ancora altri dati.
Voi tenete in mano lo scettro e lasciate che vi trasporti in nuovi nei potenziali, nella vostra energia e quando entrate nei vostri potenziali non è detto che ci sia la risposta. Sapete, non è proprio ‘La Risposta,’; sono tutte le risposte, sono tutti i potenziali e solo in quell’istante sarete attratti verso il potenziale che contiene ciò che definireste il livello più grande di soddisfazione, di sensualità e il livello minimo di sofferenza, il livello minimo di resistenza.
Sarete guidati in modo automatico. Non dubitatene mai, mai e poi mai! Non mettete in dubbio ciò verso cui sarete guidati in modo automatico e cioè verso il potenziale più alto per voi. Non per il pianeta, non per qualcun altro, non per vostra madre, non per il vostro cane ma solo per voi. Non fatevi domande, perché la mente lavora così. La mente riduce tutto così, ma non c’è tempo e non c’è spazio per farsi venire dei dubbi. Serve un’enorme fiducia – non proprio. Già! No, in effetti no. Ecco un altro concetto errato, “Oh, ci vuole una fiducia enorme.” No, non è così. Tutto ciò è vostro. È tutta la vostra energia. Sono tutti i vostri potenziali e tutte le vostre risposte. Non sono gli spiriti guida. Oh, oh, oh! No, non è niente del genere. Siete voi che vi lasciate trasportare o portare in tutti i vostri potenziali – la coscienza.
Mentre tenete in mano lo scettro che in realtà è solo un promemoria; mentre tenete in mano lo scettro lui vi farà attraversare i diversi strati dei “Non lo so” tossici che avete detto in passato. Lo scettro taglierà il velo e vi porterà alla risposta. A quel punto state zitti. Tacete. Lo dico perché la mente umana ha la fortissima tendenza ad iniziare a lavorare e a diventare ossessiva e a fare domande e a preoccuparsi e ad avere paura e a dire, “Beh, sarebbe meglio se mettessimo insieme altri dati e facessimo qualche altra ricerca per tentare di capire; a quel punto dobbiamo sederci e calcolare i pro e contro e ciò che va bene e ciò che va male. Dobbiamo val- …” State zitti! Siete nella vostra energia personale e l’energia non lavorerà mai, mai e poi mai contro di voi. Lei non agirà mai contro di voi.
Dunque voi siete nel buio, nel nulla e per un attimo si, la mente salterà dentro e dirà, “Cooooos’è questo? È solo un grande abisso, enorme e buio e sicuramente il mostro dell’abisso mi divorerà.” Solo quando avete trasceso i “dati, dati, dati ed emozioni,” di colpo c’è solo il sapere interiore e voi dite, “Accidenti! Lo sapevo! Mannaggia! L’ho sempre saputo! Perché ho fatto tutto questo casino con tutta la trafila del ‘dati, dati, dati, emozioni e roba della mente?”
Nel momento stesso in cui lo pensate e vi fate quella domanda beh, ora siete nella vostra energia e la risposta arriva, “Perché tu volevi che fosse così, perché pensavi che andasse in quel modo,” e quindi pensate tra voi, “Mi chiedo se riuscirò mai ad andare oltre,” e la risposta è proprio lì, cioè il sapere interiore per cui, “Beh, certo che sì, bamboccio.” Intendo dire che è la vostra energia che parla a voi. A volte vi parla proprio così, “Sì, dobbiamo tornare indietro.” Smettetela di pensarci sopra. Smettetela di preoccuparvi. Voi siete qui. Voi avete in mano lo scettro che vi trasporta proprio nel bel mezzo della vostra energia, di tutti i vostri potenziali e il potenziale che vuole servirvi nella gioia più grande è quello di cui voi sarete immediatamente consapevoli. In fondo voi sarete consapevoli anche di tutti gli altri potenziali ma direte, “Ehh, non sono molto interessato perché quelli contengono la sofferenza. Gli altri ci metterebbero troppo tempo. Quelli – non so cosa diavolo siano ma no, io voglio quello che contiene la gioia e la facilità e zero sofferenza.” Basta con la sofferenza.
Cari Shaumbra, facciamo un respiro profondo. Sì, oggi mi sto divertendo.
Per molto tempo avete lavorato nel vecchio modo, uno stile molto lineare fatto di “dati, dati, dati, emozioni,” ogni tanto una decisione ma molto più spesso un “Non lo so.” Sapete, a volte vi fate domande del tipo, “Cosa dovrei fare? Dove dovrei trasferirmi? Dovrei trovare un amante? Chi sono? Quanto tempo vivrò? Cosa devo fare per prendermi cura della mia vita?” Poi iniziate a tentare di ottenere i vostri dati. Voi andate su Internet, cercate e ricercate. Smettetela! Non vi sto dicendo che fare ricerche è brutto, ma per le domande importati della vostra vita tipo dopo andrete dopo, cosa farò, come superare un problema fisico, come permettere la ricchezza nella vostra vita e molte altre cose, mettete fine alla trafila “dati, dati, dati, emozione,” perché, vedete, qui la parte importante è il fatto che le decisioni si basano sull’emozione e di solito l’emozione è paura o mancanza o sofferenza.
Non c’è da stupirsi che continuiate a ripetere sempre la stessa cosa della sofferenza e sempre con lo stesso risultato. Andiamo oltre. Tenete in mano il vostro scettro e lasciate che vi trasporti nella vostra energia personale dove ci sono tutte le risposte e dove vi apparirà molto evidente la risposta che contiene la gioia più grande e l’eleganza maggiore, vi sarà molto chiara. Non verrà da voi dicendovi “Beh, sono sicuro se scegliere questo o quello.” La risposta vi sarà molto chiara e vi colpirà come un grande sapere interiore.
Facciamo un respiro profondo.
È arrivato il momento di cambiare il modo, è arrivato il momento che voi cambiate il modo in cui avrete la risposta alle cose e nella vostra vita prendere le decisioni vere, reali. È arrivato il momento che ci apriamo a tutti i potenziali che ci sono ed è semplice come tenere in mano lo scettro e state zitti e mettete fine alla mente ossessiva. Lui vi trasporterà dritti nella vostra energia e più per qualche momento, qualche momento prezioso voi state calmi e tranquilli lui vi mostrerà che in quella grande stanza buia in cui siete entrati e che forse nella vostra vita è il simbolo di una domanda; in quella grande stanza buia se voi state tranquilli per un momento e smettete di smettere di mettere insieme i vari dati e non entrate nelle decisioni emotive, le risposte ci saranno.
La Merabh – Voi Lo Sapete Già
Facciamo un bel respiro profondo, un po’ di musica e facciamolo con una merabh.
(parte la musica)
Voi lo sapete già. Voi lo sapete già. Ecco perché è offensivo quando dite cose del genere “Non lo so,” perché poi la vostra realtà diventa così.
Voi dite “Non lo so” – (smack!) – ed è ciò che vi darà l’energia. Voi vi avvolgete in un vero e proprio velo e poi non lo sapete e non lo saprete e non potrete saperlo.
Invece di dire “Non lo so” – vuoi darmelo, Linda? (si riferisce al cappello “Io Lo So, Eccome”)
LINDA: Certo.
ADAMUS: Invece del “Non lo so,” voi lo sapete (lei glielo passa) e voi lo sapete meglio di tutti gli altri. Come notate io non lo indosso (Adamus ride). Non voglio scompigliare i capelli di Cauldre che si stanno assottigliando. (Adamus ride). Pfft!
LINDA: Oof!
ADAMUS: Pfft! Kuthumi mi sa insegnando l’umorismo.
LINDA: Oof!
ADAMUS: Non sono ancora perfetto! Sì, lo sono.
Io Lo So, Eccome. Io Lo So, Eccome piuttosto che dire, “Non lo so.”
“Non lo so” è tossico.
Cos’è meglio per me io Lo So, Eccome e molto meglio di tutti gli altri.
Io Lo So, Eccome piuttosto che raccogliere i dati e tentare di prendere una decisione basata su di loro. I dati sono interessanti e in alcuni casi vanno bene, ma non per dove sta andando la vostra vita. I dati vanno bene per capire come accendere la lavastoviglie. Ecco a cosa servo i dati, ad accendere la lavastoviglie. Alcuni di voi non l’hanno ancora capito. Va bene. Voi ci arriverete.
Vedete, i dati non sono fatti per gestire la vostra vita, ora la vostra vita sta prendendo una certa direzione. Sempre più dati.
I computers. Molti dati trilioni di dati ogni nanosecondo. La vita non è fatta di dati. Non sono loro che aprono il cuore e che vi danno l’amore e l’appagamento.
I dati – una serie di dati – non funzionano per le decisioni sulla salute perché voi usate una serie di dati per cercare di prendere le decisioni sulla vostra vita e sulla vostra felicità e sovranità ma i dati non faranno altro che richiedere altri dati e a loro volta quei dati richiederanno altri dati e voi non entrerete mai nella vostra energia personale.
Fate un bel respiro profondo.
È semplice come tenere in mano quello scettro – è vostro; è il vostro promemoria – e lasciate che illumini quella stanza buia.
Voi potreste trascorre una vita in quella stanza a girare in tondo al buio nel tentativo di collezionare abbastanza dati per determinare com’è e di cosa è composta e anche allora non saranno accurati proprio come la storia che di fatto non è davvero accurata. È una serie di dati. Contiene qualche verità, sì, ma non è davvero accurata.
La vostra percezione di voi si basa su molti dati. Voi li definite il vostro passato ma non è chi siete davvero. Inoltre si basa su molte decisioni emotive che sono molto lontane dal vostro vero potenziale.
Vi lo sapete, eccome. Ci sono già tutte le risposte.
Facciamolo. Bypassiamo il modo tradizionale di fare le scelte e di prendere le decisioni, il modo tradizionale di capire la realtà.
Tenete in mano lo scettro e lasciate che lui vi porti nei campi dei vostri potenziali. Quei potenziali sembrano non finire mai. Sono campi di potenziali belli, molto belli proprio come i campi di fragole.
Quella fragola, quel frutto che è davvero la passione nel vostro cuore si farà avanti e sarà così ovvio, al di sopra e al di là di tutti gli altri. Smettetela di pensarci sopra così tanto. Smettetela di dire, “Non lo so.”
Smettetela di usare i dati per uscire dalla dualità. Non funziona.
“Dati, dati, dati, emozione e decisione,” non funziona.
Là fuori esiste una realtà incredibile in cui entreremo, in cui entrerete e all’inizio potrà sembrarvi terrificante proprio perché siete molto abituati a lasciarvi guidare dai dati e a cercare le cose.
Noi andremo oltre, nella vera super sensorialità o in ciò che io definisco il super sensuale dove non ci sono punti. Sapete, è un po’ come l’amore. Voi tentate di descriverlo, ma vi riesce difficile. È lo stesso con ciò che stiamo facendo e cioè qualcosa di non logico ed è una buona cosa. Non è limitato.
Cari Shaumbra, usiamo quest’occasione per la celebrazione del giorno dell’amore che arriverà presto, il 14 febbraio; usiamo quest’occasione per superare davvero il vecchio modo di prendere decisioni e di percepire voi e il mondo.
Entriamo nel super sensoriale e non vi spiegherò neppure che cos’è. Tenete in mano lo scettro e lui vi ci porterà. Io so che lo farà. Ve lo garantisco.
Tenete in mano lo scettro e che si tratti di una decisione da prendere nella vostra vita o che si tratti anche solo di modificare la vostra percezione di voi o di ottenere una percezione più ampia o che si tratti di capire davvero la vostra storia o il vostro passato. Insomma, non importa di cosa si tratta ma riservate i dati a cose come accendere il vostro spazzolino (ridacchia). Alcuni di alcuni di voi hanno dei problemi ad accenderlo. Usate i dati solo per far funzionare il vostro computer.
Per voi, per il vostro cuore e per il vostro benessere e poiché restate qui su questo pianeta, esiste un modo del tutto nuovo di percepire la realtà, di entrare nei vostri potenziali e di trovare le vere risposte – le risposte che non vengono da Dio.
Sapete, Dio è solo un mucchio di dannati dati. No, davvero. Voglio dire, cos’è la Bibbia? Solo dati. Voi non fate esperienza di Dio attraverso tutti quei dati e infatti è ciò che fanno gli studiosi. Loro pensano di essere dannatamente intelligenti ma viene dal cuore, dalla sensazione e dalla super sensorialità.
Ecco dove andremo. Non fa paura.
Ora sentite dentro di voi quella grande stanza buia. Sentitela dentro di voi.
Invece di usare il vecchio modo, quello fatto di dati e poi le emozioni e poi le decisioni, ora voi restate lì con il vostro scettro in mano.
Sì, per un attimo per l’umano potrebbe essere abbastanza spaventoso dire, “È solo una stanza grande, grossa e buia io non ho idea di cosa ci sia qui dentro. Potrebbe essere pericoloso.” Poi svanisce.
Voi restate veri con voi stessi e di colpo – sentite cosa accade ora – permettetevi la vostra vera coscienza – e ora sentite cosa accade in quella stanza.
(pausa)
Vedete, c’è un momento di quiete, un momento in cui vi fate delle domande e cercate anche di riempire quel silenzio. Quando fate un paio di respiri profondi vi ricordate che, “Io Lo So, Eccome.”
Voi fate un paio di respiri profondi nella vostra natura molto sensoriale e vi rendete conto che tutto è proprio lì.
Tutto ciò che volete sapere della vostra vita, delle vostre prossime mosse, dei vostri potenziali delle vostre opportunità, è tutto lì.
La vostra realizzazione c’è sempre stata, ma quando avete detto, “Non so come arrivarci, non so quando accadrà,” voi siete rimasti al buio. Voi avete tenuto spente le luci.
Tenete in mano lo scettro e rendetevi conto che “Io Lo So, Eccome.” Adesso basta.
Cari Shaumbra, facciamo insieme un respiro profondo.
Vi ringrazio di avermi permesso di mettere alla prova il mio nuovo umorismo. Penso di avere fatto molto bene (Linda applaude). Grazie. Applausi da golf da questa parte. Grazie. Dovrò tornare e fare rapporto a Kuthumi e presumo che ora lui mi manderà una parcella per le lezioni. (Linda ride). Avevo anche una garanzia di rimborso, ma non mi dispiace pagarlo perché sapete, che grande regalo. Non devo preoccuparmi da dove arriverà il denaro per pagare Kuthumi. Io non devo dire, “Non so da dove verrà.” Io Lo So, Eccome. C’è già (indossa il cappello “Io Lo So, Eccome”).
Cari Shaumbra, facciamo un respiro profondo. Ritorneremo il mese prossimo per le mie immagini grafiche e vivide di me come donna nelle mie vite passate.
Ciò detto, ricordatevi che nonostante la tristezza e la follia presenti sul pianeta, in fondo tutto è bene in tutta la creazione.
Grazie, cari Shaumbra (manda un bacio). Felice mese di Valentino. Aprite il cuore.