Scusa, ma… – Geoffrey Hoppe
Nota dell’autore: questa storia è stata abbellita a scopo di intrattenimento, altrimenti sarebbe semplicemente noiosa.
“Se in questo momento non ti sembra di impazzire, probabilmente sei davvero pazzo”. Di recente questo è stato il consiglio “utile” che ho ricevuto da Adamus. Con lui stavo facendo la mia sessione settimanale di lamentele alla 1:11 di mercoledì. A volte mi lamento di tutto, a volte sono solo uno stronzo che si lamenta. Quella sera in particolare mi sono presentato all’incontro con una lunga lista di domande e lamentele.
L’ho ringraziato sarcasticamente per avermi aiutato a capire chiaramente cosa intendesse con il suo folle commento. Lui ha colto il sarcasmo e ha risposto: “Quando vuoi, cavalletta”. Quando ci scambiamo commenti ironici o sarcastici mi chiama “cavalletta”. Il termine deriva dalla serie televisiva americana Kung Fu degli anni ’60, che vede protagonisti il maestro Po e il suo studente Caine. È stata Kuthumi a inventare il nome Grasshopper/Cavalletta per me (grazie, anche no). Adamus pensa che sia molto divertente perché il mio cognome è Hoppe… un po’ come Hopper. È stato anche Kuthumi ad aiutare St. Germain a trovare il suo nome, Adamus (da un commento di Kuthumi sul fatto che Saint-Germain è “un idiota/a-dumb-ass/A-da-mus”). I Maestri Ascesi sono molto divertenti (occhi al cielo). Continua a camminare, Kuthumi, continua a camminare.
Ora torniamo alla follia attuale. Nel corso degli anni io ho attraversato un sacco di trasformazioni difficili, ma in questo momento tutto è intensamente quantico ed è davvero folle, come una pazzia con gli steroidi. “Sembra che tu la stia gestendo piuttosto bene”, ha osservato Adamus mentre esaminavo con lui la mia lista di WTF/MACHECAZZO e il suo commento mi ha fatto pensare a come Kuthumi gli ha affibbiato il nome Adamus. Sì, io sono un metafisico esperto di battaglie di un tempo, ma questa è una cosa che di certo non mi aspettavo.
Gli ho chiesto con aria di sufficienza, “Adamus, dopo la Croce del Cielo non doveva diventare tutto più facile?”.
“Ti chiedo scusa, ma io non ti ho mai promesso un giardino di rose”, mi ha risposto cantando – letteralmente. Sentivo in sottofondo le note della popolare canzone country-western I Never Promised You a Rose Garden/Non ti ho mai promesso un giardino di rose di Lynn Anderson. La cosa divertente è che nel 2007 la famosa Lynn Anderson si è esibita per noi dal vivo all’evento Quantum Leap a Taos, nel Nuovo Messico. Ha saputo che Shaumbra era in città e una sera ha portato tutta la band e ha suonato gratis per noi. Ora penso che Kuthumi abbia organizzato il tutto per farci dare una sbirciatina nel futuro.
Subito dopo la presenza di Adamus si è trasformata in quella di St. Germain e siamo passati alla parte seria della nostra discussione. “Ecco cosa succede dopo la Croce del Cielo. Durante l’ultima sessione del Keahak ho parlato di alcuni aspetti metafisici, ma probabilmente non te li ricordi”. Ha manifestato all’istante un grande cavalletto con i fogli per poter illustrare ciò che sarebbe accaduto dopo:
“La pandemia di COVID del 2020 e del 2021 ha costretto le persone a restare a casa – in senso letterale e metaforico – e in questo senso è stato un piano umano geniale che ha messo il turbo al livello di coscienza del pianeta di almeno 10 anni e non un attimo dopo a causa dell’accelerazione della tecnologia”. Per illustrare il suo punto di vista ha disegnato alcuni grafici. ” Verso l’estate del 2022 il COVID era in uscita; aveva fatto il suo lavoro e stava tramontando ed è stato anche il momento in cui il Crimson Council ha capito che la Croce del Cielo era imminente. Noi non conoscevamo la data esatta, ma sapevamo che sarebbe avvenuta all’inizio del 2023″. Poi ha disegnato il cartone animato di una cellula a punta tipica COVID in un letto d’ospedale e sembrava che stesse per morire mentre i medici e le infermiere ridevano e applaudivano.
“Nel giro di pochi mesi siamo riusciti a prevedere la data esatta dell’inizio dell’Apocalisse: Il 22 marzo 2023 ci sarebbe stata abbastanza coscienza sul pianeta da aprire un varco nel vecchio velo”. Ha disegnato un razzo astronave che bucava le nuvole, poi ha girato il foglio dove ha disegnato altre nuvole con un grande buco al centro e la luce che scendeva sulla Terra. “La Croce del Cielo ha permesso che una nuova luce entrasse nel regno umano 3D”.
In un attimo ha disegnato centinaia di piccole persone e quasi tutte erano vestite di grigio e con lo sguardo rivolto al suolo; solo alcune vestivano abiti colorati – o erano nude – e osservavano la luce in arrivo dal buco tra le nuvole. “Quasi nessuna persona si accorgerà che a fine marzo è accaduto qualcosa, ma un numero sufficiente di esseri umani lo capirà ed è l’unica cosa che conta. Vuoi una tazza di caffè, Cauldre? Sembri annoiato e stanco”.
Ammetto di essermi addormentato durante la sua lezione perché quelle cose le avevo già sentite quasi tutte e io volevo solo sapere perché mi sentivo come se le mie emozioni fossero in fiamme e ogni volta che cercavo di pensare si aggiungeva nuovo carburante. Adamus mi ha porto una tazza di qualcosa che sapeva di caffè infuso con ciambelle liquide e non sono del tutto sicuro che tutto quello zucchero avrebbe fatto bene alla mia instabilità emotiva (non è vero), ma il sapore era fantastico. Pensai che fosse un buon cibo di conforto – insieme a tutte le altre schifezze che avevo mangiato nell’ultimo periodo perché sì, finora l’Apocalisse ha aggiunto 5 chili al mio peso e io non vorrei andare nel futuro e vedere come sarò tra un anno. Ho anche detto “cazzo” almeno 100 fottute volte in più di quanto dico di solito.
Adamus ha continuato: “Cosa pensi che succeda con tutta questa luce brillante che entra?”. Stavo per dire “Non lo so”, ma mi sono bloccato subito. “Devo ancora realizzare consapevolmente la risposta, Maestro”. Pfui, ho schivato il proiettile. “Chiudi gli occhi e sentilo, cavalletta. Non pensarci, sentilo”. L’ho fatto e all’improvviso mi è apparsa un’immagine straordinaria. Vedevo atomi che giravano separati da spazi enormi e subito dopo ho visto le bolle che fluttuavano con enormi spazi in mezzo. Io sapevo che quelle bolle erano pensieri e le bolle e gli atomi giravano e galleggiavano in un mare di oscurità. Poi ho percepito un raggio di luce che proveniva da qualche parte nell’oscurità e il raggio si è diviso in due: uno ha iniziato a riempire gli spazi bui e l’altro ha attraversato tutta scena come se fosse diretto verso l’eternità. Il mio corpo e la mia mente hanno provato un’ondata di fuoco che mi ha fatto aprire gli occhi mentre St. Germain aveva gli occhi chiusi, come se stesse vivendo tutto insieme a me.
“Cauldre, ecco ciò che sta accadendo ed ecco ciò che causa l’esplosione delle vostre emozioni. In realtà tutto sta avvampando, si sta infiammando e il vostro corpo emotivo è il primo che lo sente. Ecco come funziona la metafisica: la vostra realtà è fatta di luce condensata, o di atomi che girano. Dentro quel brodo ci sono anche i vostri pensieri, le vostre convinzioni, i vostri ricordi e i vostri desideri che sono rappresentati dalle bolle. Ogni atomo, particella, forma d’onda e pensiero è in un’illusione di separazione sospesa, ma che è in comunicazione costante con con ogni altra particella e pensiero. Come? Sono tutte forme di energia e l’energia non è altro che comunicazione. Ciò che voi vedete come oscurità o spazio vuoto è solo energia neutra, ma continua a comunicare IN ATTESA CHE UN LIVELLO DI LUCE SUPERIORE LA ATTIVI. Ciò è accaduto con la Croce del Cielo. Ora la luce – o coscienza superiore – attraversa il velo E INIZIA A RIEMPIRE LO SPAZIO TRA LE PARTICELLE E I PENSIERI”. Adamus ha parlato con una tale enfasi che sembrava stesse pronunciando le sue parole tutte IN MAIUSCOLO.
Poi ha aperto gli occhi e ha proseguito: “Un raggio di luce continua ad attraversare questa realtà senza alterare il suo flusso naturale, mentre l’altro raggio ‘rallenta’ per servire i bisogni di fare esperienza dell’anima trasformata in umano. Il risultato delle due diverse “velocità” della luce crea la gravità, il tempo-spazio e l’elettromagnetismo. È la base della vostra realtà”.
Ecco, è proprio ciò di cui sto parlando. Il mio mondo viene stravolto e capovolto e ora Adamus ha appena ridefinito tutta la fisica. Che c’è, ora dovrei buttare via tutto ciò che ho appreso sulla scienza e sulla fisica? Dovrei saltare sul Treno dei Pazzi e dirigermi verso la Città dei Pazzi senza fare domande?
“Sì”, ha risposto St. Germain. Io dimentico sempre che i Maestri Ascesi riescono a sentire tutto ciò che penso. “Sì, ma vedila in questo modo. Tu sali a bordo del treno e non ti preoccupi della destinazione, tu scivoli via e basta”. Sentivo il sottofondo di una vecchia canzone di Paul Simon, Slip Slidin’ Away e nella mia testa canticchiai la melodia: Tu sai di essere più vicino alla tua destinazione quanto più scivoli e slitti via. Accidenti, spero che arrivi un giorno in cui mentre parlo con la gente, in sottofondo si senta questa musica. Vale la pena di restare qui solo per questo.
“Tu sali a bordo e permetti. Probabilmente il treno uscirà dai binari, ma tu permetti e ti permetti di volare via invece di seguire le vecchie rotaie d’acciaio. Tu non ti preoccupi che il treno ti faccia scendere a PsicoVille perché anche se hai paura di finirci, non è il tuo desiderio. Un luogo come la Terra dei PazziFuriosi non esiste, a meno che tu non voglia che esista e noi sappiamo che non lo vuoi.
“Torniamo alla metafisica. La differenza di ‘velocità’ tra i due flussi di luce crea la realtà. Lo spazio tra i due flussi di luce è solo energia che è in attesa di…”.
“Di me?” sono sbottato.
“Sì, Cavalletta”, ha detto il Maestro sorridendo.
“Quindi tutto questo sconvolgimento emotivo, mentale e fisico è solo la luce della mia divinità che finalmente riempie lo spazio vuoto e provoca un livello di cambiamento senza precedenti nella realtà?”.
“Sì, Cavalletta”.
“E mentre la luce riempie lo spazio vuoto, non ci sarà più bisogno che le particelle e i pensieri comunichino tra loro come se fossero isole in un oceano?”.
“Sì, Cavalletta”.
“St. Germain, forse sto anticipando il treno ma questo non è il ritorno all’Unità come nel Io sono la mia Unità?”.
“Sì, Cavalletta”. In quel momento ho visto una singola lacrima cadere dall’occhio di Saint Germain, rotolare lungo la sua guancia e cadere nel grande spazio vuoto sottostante. Non c’è da stupirsi che ultimamente piova così tanto.
Quella notte ho sognato di ascoltare una serenata fatta per me da Adamus, Kuthum e Tobias e la canzone faceva più o meno così:
Scusa, sai…
Noi non ti abbiamo mai promesso un giardino di rose
Insieme alla luce della Croce del Cielo
Di notte deve esserci un po’ di buio
Quando cresci ti lamenti e quindi vivi e lascia vivere o molla
Oh-whoa-whoa-whoa
Scusa, sai…
Noi non ti abbiamo mai promesso un giardino di rose
Potremmo prometterti alcune cose e non ti sembrerà tanto difficile
Ma non si trovano rose che crescono su steli di trifoglio
Quindi è meglio che tu ci pensi bene
Beh, se parlare con dolcezza potesse farlo diventare realtà
Proprio ora ti riveleremmo il segreto su un piatto d’argento
Ma cosa importa
Per un po’ smetti di piangere e sii allegro
L’Apocalisse non dovrebbe essere tanto malinconica
Vieni a festeggiare la Fine dei Tempi, se puoi.
Scusa, sai
Noi non ti abbiamo mai promesso un giardino di rose.
SENZA VELI – Kim Seppälä
Sono passate 7 settimane dall’Apocalisse. Quel giorno sembrava non fosse accaduto proprio nulla di speciale perché come ogni altro mercoledì il cielo era grigio, il traffico era congestionato e le persone erano molto occupate a vivere le loro vite. Nessun effetto grandioso né musica drammatica in sottofondo per sottolineare l’importanza di quel giorno che noi avevamo atteso, preparato e su cui avevamo lavorato per vite e vite. Noi ce l’avevamo fatta; i veli erano caduti e noi avevamo realizzato il sogno di Atlantide!
Io sto ancora cercando di assimilare il vero significato di quell’evento. Il lavoro del reame ha colto di sorpresa me e anche molti altri. Scoprire che molte persone che conosco hanno recitato il ruolo degli “agenti segreti multidimensionali” e hanno lavorato con l’energia oscura è una vera rivelazione; rendersi conto che io sono stata una di quegli agenti sotto copertura mi diverte molto (ero talmente sotto copertura da ingannare anche me), ma è anche gratificante (perché finalmente ha un senso) e mi confonde un po’ (davvero mi sono offerta volontaria per questo lavoro?) e tutto accade in contemporanea.
Io mi sento un angelo che si sta riprendendo. Le mie ali, le mie piume da angelo sono più che arruffate e io mi sento esausta in più di una dimensione. Per farvi un’idea di come mi sento potete guardare un dipinto a olio dal titolo “The Wounded Angel/L’Angelo Ferito,” dipinto dall’artista finlandese Hugo Simberg. Il dipinto mostra un angelo che sanguina portato da due ragazzi e di questa immagine ciò che mi colpisce e mi turba un po’ è che l’angelo è bendato. Questo particolare attiva in chi lo vede alcune domande piuttosto inquietanti: come mai quell’angelo è bendato? Che cosa è accaduto?
Ecco un modo per interpretare il dipinto: un Lavoratore del Reame esausto è tornato sulla Terra dopo la Croce del Cielo e viene portato da due ragazzi (senza dubbio sono gli assistenti dell’arcangelo Raffaele) verso ciò che io immagino sia la ‘spa riabilitativa’ di Tobias. La benda che le circonda la testa è il risultato del fatto di essere stata accecata dalla sua stessa anima e ciò aggiunge uno strato di ironia a tutta la storia; l’angelo è velato a causa della sua missione che è quella di togliere il velo agli altri reami. Era davvero necessario che il Lavoro del Reame restasse nascosto anche a noi stessi? In questo momento non ha molta importanza, ma avrebbe potuto essere utile per ripristinare la fiducia che non avevo in me.
Con lo svelamento dei cieli, anche tutte le insicurezze ancora presenti dentro di me sono state svelate; intendo i vecchi rimorsi, le domande che non ho mai osato fare ad alta voce e i sogni realizzati dell’umano sono stati esposti dalla nuova luce della coscienza che è entrata a ondate. Io mi sono ritrovata a fare l’inventario della mia vita e a mettere in dubbio ogni scelta che ho mai fatto in questa vita – il mio vecchio amico Drago è entrato volando attraverso i cieli aperti per incontrarmi di nuovo.
Oltre alle sensazioni meno piacevoli, io provo anche un profondo sollievo e molta gratitudine per questo nuovo livello di comprensione. È come se in tutti questi anni io avessi tentato di guardare un film in 3D (la mia vita) senza gli occhiali 3D e quindi tutto appariva fuori fuoco e annebbiato. Dopo aver indossato la nuova prospettiva – oh, io ero una Lavoratrice del Reame! – ora è come se osservassi la mia vita attraverso le lenti giuste e di certo non è stato un caso che mi sentissi un po’ fuori fuoco! La cosa divertente è che proprio su questo magazine, nel 2015 ho scritto un articolo dal titolo “Falling Angels/Gli Angeli che Cadono.” In quell’articolo descrivevo la frustrazione di cercare il pezzo mancante e concludevo che la vita è più facile quando ti arrendi e smetti di cercare. Ora io immagino di viaggiare indietro nel tempo al mio sé del 2015 che abbraccio con forza e alla quale sussurro: “Ehi, resisti ancora un po’, ancora solo 8 anni e ti prometto che troverai il pezzo che manca (a proposito, non è un ragazzo). Ora non pensarci sopra, ma un giorno tutto avrà senso.”
Una delle cose che ha iniziato ad avere senso è il mio stato onirico. Per oltre 15 anni ogni settimana o anche più spesso io vivevo incubi molto vividi che mi esaurivano. Quei sogni io li sentivo come fossero reali e quindi mi consumavano a livello fisico e mentale, ma per fortuna dopo aprile quei sogni hanno smesso di ripresentarsi. Io li avevo sempre spiegati come un disturbo post traumatico da stress o come sogni legati all’integrazione degli aspetti ed è una sfaccettatura della verità, perché io non credo che tutto ciò che di difficile è accaduto nella mia vita sia stata una conseguenza del mio essere una Lavoratrice del Reame. Molte cose mi sono accadute perché io ho scelto che questa vita fosse il punto di realizzazione e di integrazione e certo, nella mia vita le influenze ancestrali hanno giocato un certo ruolo, ma altre esperienze sono state semplicemente il risultato di scelte sbagliate.
Nella mia vita gli eventi più traumatici sono stati causati dal karma e dalla seduzione oppure sono stati un sacrificio fatto volontariamente nel nome del lavoro del reame? La mia anima lo spiega così: il lavoro del reame mi ha reso più suscettibile ad attrarre un determinato tipo di energie che mi hanno portato a fare esperienze pesanti (come quando lavoravo tutta la notte a con la densità della coscienza di massa e poi te ne resta un po’ addosso).
Da un certo punto di vista, però, affrontare e integrare i miei aspetti oscuri sarebbe stato comunque inevitabile nel processo di realizzazione incarnata. Nel mio caso, imparare a integrare gli aspetti scuri mi ha permesso di essere una Lavoratrice del Reame più efficace in quanto proprio nello stato di sogno ho imparato come trasmutare tipi diversi di energie.
Proprio come un gatto che trascina in casa un topo morto, il Drago mi ha portato anche il “dono” di riconoscere tutti i sogni non realizzati dell’umano. Io ho potuto dare un’occhiata ad alcuni dei potenziali percorsi di vita che avrei potuto scegliere se non fossi stata tanto incatenata negli altri reami. Come avrei potuto investire tutta quell’energia extra? In ogni caso è naturale che la vita mi avrebbe presentato alcune sfide, ma di certo la mia esperienza umana sarebbe stata molto più leggera e a livello umano sarei stata molto più creativa e produttiva.
Ora che il mio lavoro come Lavoratrice del Reame è finito, per un attimo ho sentito l’urgenza di correre verso i sogni che avevo scartato e iniziare a viverli tutti, ma mentre sentivo dentro di me i potenziali che non avevo scelto ho avuto una realizzazione importante: quei sogni non sono più miei poiché appartengono ad altre vite e di fatto io ho già vissuto molte altre vite prima di questa.
Certo, sarebbe stato grandioso vivere una vita come ballerina o madre o attrice, ma sulla terra questo è un momento davvero speciale e ci sono molte anime che possono servire facendo gli artisti, ma non ci sono molte anime che per vite e vite si sono allenate e preparate a livello di metafisica e dell’evento della Croce del Cielo. Ciò che stavamo facendo come Lavoratori del Reame e Lavoratori della Terra stava influenzando la coscienza di massa e per farlo un vero influencer non ha bisogno di essere popolare – ha solo bisogno di essere conscio. In quel momento ho capito che il lavoro del reame non è stato una croce da portare, ma una scelta conscia nata dall’amore verso l’umanità. È stata una missione che io come essere con l’anima reclamo con la piena consapevolezza e con una passione feroce e fiera.
Dopo la Croce del Cielo, la mia anima ha continuato a chiedermi con gentilezza ma anche con insistenza che io mi liberi da tutte le missioni. L’apertura della coscienza di massa è stata la mia ultima missione e anche se non riesco ancora a crederci davvero, ora quella missione è stata completata. Eccomi qui senza veli, con le ali piegate e senza missioni né sogni – di fronte a me c’è solo una grande tela bianca.
Ecco, ora cosa faccio?
La mia anima mi sussurra, Cosa ne dici di goderti la vita? Sento con chiarezza Adamus che le fa l’eco Goditi la vita, ma esiste davvero una cosa come la passione senza una missione o la gioia senza sogni? Davvero io posso creare senza un piano?
Sì!
La risposta saltella e riverbera da una parte all’altra di tutti i miei cieli interiori. Mi servirà un po’ di tempo per abituarmi a vivere senza una missione, ma sono lieta di sapere che sarò in buona compagnia e la prossima volta che viaggerò verso gli altri reami e il controllo alla frontiera mi chiederà: “Ehi è qui per affari o per piacere?” io finalmente potrò dire, “Per piacere!”
CODici trucco per una buona vita – Jean Tinder
“Cheat codes/codici trucco” – Comandi che si possono usare per modificare il comportamento di un gioco, alterare le abilità di un personaggio, saltare i livelli o accedere ad altre funzioni nascoste.
– Wordnik
In questo gioco della vita, quando qualcosa sembra troppo bello per essere vero, di solito lo è. Io sono estremamente scettica quando nel campo della medicina, della psicologia, della ricchezza, della religione, della spiritualità o altro viene promossa una cura magica per tutti, perché non esiste mai una soluzione unica per ogni cosa.
Beh, non esiste quasi mai, ma un’eccezione a questa regola è l’amore verso se stessi, è l’amor proprio che diventa una cura davvero efficace.
Io non parlo della preoccupazione reattiva, insicura e narcisistica per se stessi, ma della dedizione assoluta e incondizionata a tornare sempre all’amore per se stessi – a prescindere da tutto. In effetti io non ho ancora trovato un solo problema che io non possa risolvere con l’amore profondo, vero e incondizionato e dall’accettazione di me. Anche se l’espressione di questo amore sarà unica per ogni individuo e in ogni momento, io sono certa che non c’è nulla che non possa curare.
Naturalmente, oltre a un’ampia opposizione attiva al concetto generale di amarsi, ci sono innumerevoli ragioni palesi e occulte per respingere quell’idea – ma perché? (Nota a margine: secondo me, la principale caratteristica redentrice del cristianesimo è che apre la porta all’amore verso se stessi, se non altro perché Gesù mi ha amato per primo). Nonostante l’innata resistenza, se amarsi è davvero un toccasana, non varrebbe la pena di perseverare nel coltivarlo?
Purtroppo Tobias e Adamus hanno affermato che amarsi è la cosa più difficile che un essere umano possa mai fare, ma per fortuna entrambi ci hanno fornito i ‘codici trucco’ per questa esperienza che cambia la vita, completa l’incarnazione e modifica la realtà.
La Scuola delle Energie Sessuali vi offre i migliori codici trucco. Quando vi immergete con tutto il cuore nelle esperienze e nella saggezza di questo corso, voi potete davvero cambiare il comportamento di questo gioco terrestre, modificare le capacità del vostro personaggio umano, saltare livelli obsoleti di sofferenza e accedere ad altre caratteristiche nascoste – come la maestria incarnata.
In questo gioco della vita, con quali problemi sta ancora lottando il vostro umano? Che si tratti di problemi con le altre persone, di emozioni schifose, di confusione, di manipolazione, di vittimismo, di disperazione o di qualsiasi altra cosa, in ultima analisi la risposta a ognuno di quei problemi proviene dallo stesso luogo: l’amore e l’accettazione di sé.
Arrivare ad amarsi è inevitabile. Alla fine succederà – anche se ci vorrà qualche altro millennio – e allora perché non fornirsi dei codici trucco per vivere una vita bella, per liberarvi dei problemi e diventare il vostro vero Sé?
NOTE di un viaggiatore – Dalur (aka Dale Presly)
Un Viaggiatore Non Torna Mai al Punto di Partenza.
Leggo le parole e appoggio sul tavolo accanto a me ‘Note di un viaggiatore’. Gli oggetti familiari appaiono mentre la luce del sole riempie la stanza. Tutto è al suo posto, compreso me. Chiudo gli occhi e ricordo l’inizio.
Il silenzio. Il silenzio è l’inizio. Nessuna parola da parte di chi racconta la storia, eppure siamo qui a sentire la nostra strada in forme che strisciano, volano e nuotano. Sono attratto dai corpi acquatici, creature slanciate che permettono il mio ingresso silenzioso. Per uno spirito libero il confine tra la carne e le ossa è molto ristretto e servono diversi tentativi per riuscire a entrare. Le creature marine mi introducono in un mondo liquido che ammorbidisce l’effetto della gravità, anche se quando ci immergiamo sentiamo una certa pressione seguita da una strana sensazione – l’urgenza di respirare. Pochi istanti dopo risaliamo in superficie e saltiamo nell’aria usando i sensi per localizzarci, ma ciò che ci affascina è che le creature marine comunicano e ognuna di esse sa dove si trovano le altre.
Faccio un respiro. Sono consapevole del mio corpo seduto su una sedia e un cane abbaia in lontananza mentre i confini si confondono e le storie umane si allontanano. Sto galleggiando in un mare di forme geometriche che le parole non riescono a descrivere.
Imparo a infondere me stesso nelle forme viventi, ma anche se i corpi non mi appartengono io noto che andarmene sta diventando difficile. Ogni volta che sono entrato in una di quelle creature slanciate sono rimasto un po’ più a lungo, finché alla fine ho dimenticato cosa si prova a stare fuori da un corpo e per la prima volta io sento la separazione.
Seguire le forme animali aveva i suoi limiti perché gli animali erano di tutte le forme e dimensioni e ciò rendeva quasi impossibile la comunicazione e poi da parte di alcune forme intelligenti arriva un suggerimento – che ogni corpo adotti una forma standard. I corpi resi standard facilitano le comunità, ma perché una comunità possa interagire ogni corpo deve percepire il mondo in modo simile e a quel punto la mente richiedeva un aggiornamento.
Senza entrare nei dettagli, la mente è stata modificata in modo tale che presto tutti i corpi sono sulla stessa pagina – una metafora molto appropriata – perché ora siamo pronti a raccontare storie. All’inizio le storie sono semplici, ma non passa molto tempo prima che siano stratificate e intrecciate. Non era mai venuto in mente a nessuno che le storie avessero una gravità, un’attrazione che ci legava così strettamente che nemmeno la morte liberava chi le raccontava. Proprio come gli altri anche io mi sono perso nelle storie umane, incapace di ricordare chi fossi prima dell’inizio del Viaggio.
Nella stanza il sole si era spostato fino a toccare la sedia su cui sedevo, quando mi venne in mente che se potevo infondere me stesso in un corpo, allora potevo usare il corpo per andare oltre le storie umane. Ho aperto gli occhi e io ricordavo l’inizio della storia, ma non la fine. Non esiste un modello per la fine delle storie umane. Nell’esperienza umana la morte è stata inserita come modalità di uscita dalla storia, ma pochi esseri umani hanno rilasciato la storia alla morte del loro corpo. I frammenti di storia sono andati negli altri reami che alla fine ci riportano in un altro corpo e in un’altra storia.
Avevo letto abbastanza romanzi per sapere che i migliori si concludevano con la morte del protagonista, ma ora quel personaggio ero io e io non volevo vivere la morte come nelle mie vite precedenti. La storia finale aveva bisogno di un colpo di scena, un finale a sorpresa che richiedeva un radicale cambiamento di prospettiva. Questa volta avrei rilasciato la storia prima della morte, permettendo che la storia finisse mentre io avrei continuato a vivere.
Mi chinai e presi in mano le Note. Era lì, a pagina uno, la svolta della storia che non avevo capito fino a quel momento era proprio lì, a pagina: un Viaggiatore non torna mai al punto di partenza. Io posso guardarmi indietro, ma non posso tornare indietro perché la mia percezione è cambiata. Di fatto non esistono inizi Né fini, ma solo cambi di prospettiva. Mi guardo intorno nella stanza dove nulla si è mosso e tutto è al suo posto – tranne me.
Continuai a leggere le Note.
I termini ‘inizio’ e ‘fine’ sono relativi, ma sono molto reali quando il Viaggiatore viene trascinato in un ciclo di storie che si ripetono. Alla fine il Viaggiatore scopre dove si trova nell’arco dell’esperienza umana e porta le storie alla saggezza. A quel punto, per il Viaggiatore la domanda è se restare incarnato o uscire del tutto dal reame terrestre.
La luce riempiva la stanza. Io mi domando se le creature marine sentano l’invecchiamento del corpo, ma almeno loro non hanno dovuto affrontare la gravità di mille storie come ho fatto io. Era un paradosso: io non mi sentivo vecchio, ma il mio corpo sembrava portarsi dietro i pezzi di ogni storia che avevo vissuto. E se invece riuscissi a portare le mie storie alla saggezza E restare nel corpo? Una cosa era certa: per prolungare la mia permanenza in questo reame avevo bisogno di una versione più leggera del corpo che avevo in quel momento.
Che cosa avevano da dire le Note sulla sfida di restare incarnati senza una storia? Girai la pagina e iniziai a leggere.
Per il Viaggiatore la scelta di concludere l’esperienza umana pur restando incarnati nel reame terrestre è un percorso unico. I dettagli di questa ‘vita post-storia’ restano ancora sconosciuti perché gli esseri umani che percorrono questa strada sono pochi. Ciò che si sa è che la ‘vita post-storia’ presenta alcuni benefici per il corpo, benefici che in ultima analisi, alterano la traiettoria della morte. Il Viaggiatore è libero di scegliere come e quando uscire dal reame terrestre portandosi dietro quello che diventerà il corpo di luce.
Tobias chiama quel punto ‘il punto di separazione’ ed era dove mi trovavo io. Io sapevo dove mi trovavo nell’arco delle mie storie umane, ma il jolly era sempre la morte. Come esseri umani moderni, noi non abbiamo mai compreso davvero il rapporto tra la morte e la vita. Noi siamo diventati abili nel creare storie, ma non abbiamo mai capito come influenzano gli schemi energetici del corpo. Sebbene il corpo sia progettato per migliorare con l’età, i cicli ripetuti di storie invecchiavano il corpo e spesso causano malessere. Ciò che era iniziato con l’immersione in un corpo, ora mi ha portato in profondità nell’esperienza umana. Ora sono arrivato in superficie.
Guardo fuori dalla finestra. Il capitolo finale, se così si può chiamare, ha una qualità onirica e non scritta che descrivere è impossibile. Mi sembra di essere su un palcoscenico – non un attore ma una figura solitaria su una panchina – una figura che osserva le storie che vorticano intorno a me senza sapere dove iniziano e dove finiscono.
GLI INIZI DOPO L’APOCALISSE – Nivara W
Wow, siamo davvero dopo l’Apocalisse e siamo tutti qui, PROPRIO dove siamo destinati a essere a prescindere da ciò che sta accadendo dentro di noi e intorno a noi. Abbiamo trascorso vite intere per essere qui sulla Terra nel momento in cui i reami si aprono e noi ci siamo iscritti per partecipare come abbiamo fatto con moltissime possibilità di ciò di cui avremmo potuto fare esperienza e di ciò che sarebbe potuto accadere – e ora che in un certo senso ciò che abbiamo atteso è avvenuto, per molti altri versi è appena iniziato.
I Lavoratori della Terra e i Lavoratori del Reame sono come due facce di una medaglia e insieme hanno contribuito a far sì che questo monumentale svelamento diventasse realtà. Tutti noi ci stiamo risvegliando a chi siamo davvero e stiamo ancora afferrando l’enormità e la grandezza di ciò che questa apertura rappresenta per tutta la creazione e non solo per l’umanità e per noi.
Prima di condividere alcune delle mie esperienze, vorrei dire un grande GRAZIE a tutti gli amati Lavoratori della Terra. Voi eravate molti e avete fatto così tanto nella coscienza e nella messa a terra di questa Terra per contribuire a rendere possibile la Croce del Cielo. Non sottovalutate il grande servizio che avete reso.
Agli amati Lavoratori del Reame dico che ora sanno chi sono io dico loro un grande GRAZIE per tutto ciò che avete fatto di così buono, conosciuto e ancora da rivelare e soprattutto non dovete più sentirvi soli. Voi siete molto di più di quanto il vostro io umano abbia mai potuto conoscere. Nessun dono più grande avreste potuto fare all’umanità e alla Terra se non quello di aiutare nel servizio disinteressato per la Croce del Cielo insieme ai lavoratori della Terra.
Per me la grande apertura della Croce del Cielo è stata molto emozionante. Ho sentito davvero molto quel dirci addio con le ali aperte al passaggio della processione e sentire coloro con cui abbiamo creato per tanto tempo e tutti noi ora pronti a passare a nuove esperienze. Dopo la cerimonia sono passati quattro giorni prima che riuscissi a provare a guidare. Le energie nel mio corpo si muovevano molto in fretta, spurgando e integrando che io mi sentivo stordita, malata e debole e alcune volte mi sono persino chiesta se avrei lasciato il mio corpo. Sono così grata per Quantum Allowing e Via da Maestro 1 – Trasfigurazione. Quel materiale mi ha aiutato a superare quei giorni di cambiamento, insieme a un’incrollabile determinazione a sapere davvero come potrebbe essere vivere come un Maestro divino incarnato su questa Terra.
La vita che avevo creato e che stavo vivendo come umano non era quella a cui non vedevo l’ora di tornare dopo aver integrato il mio aspetto di Lavoratrice del Reame. Gran parte della mia vita era diventata un tale disordine che mi chiedevo come facessi a funzionare come umano – e ora nel reame umano ci sono molti pezzi da raccogliere, a cui dare un senso, di cui assumermi la responsabilità e che devo amare. Per quasi tutta questa vita ho lavorato in proprio e spesso ho trovato difficile mantenere un’attività che trattava antichità, oggetti d’antiquariato e da collezione, soprattutto quando mi imbattevo in oggetti provenienti da vite passate. Ho approfondito le arti curative trovando modi per aiutare le persone e gli animali a riequilibrarsi, ma come ho scoperto per l’arte e la musica io non riuscivo mai ad eccellere in nulla per essere davvero felice quando tentavo di mantenermi. Tutto era uno sforzo, soprattutto quando si presentavano problemi di salute con diagnosi multiple.
Ora, con le informazioni della Lavoratrice del Reame i momenti “Ah ah!” continuano ad avere sempre più senso, come “Ecco perché ho scelto di fare tante esperienze insolite e a volte molto buie” o “Ecco perché tanti sforzi creativi non sono riusciti a realizzarsi”. Ora posso anche capire perché sono diventato una reclusa, nascondendomi e vivendo la vita in modo molto diverso da tutti quelli che mi circondano e forse ora anche il “Ecco perché non potrei mai essere su Facebook” può cambiare.
Una settimana dopo la Croce del Cielo io mi sentivo ancora intontita, con la nausea e malata, ma sentivo che dovevo uscire di casa per stare nella natura e ho guidato con cautela verso le montagne. Arrivata nel mio posto preferito, il ruscello scorreva più velocemente del solito a causa dello scioglimento della neve. Io sapevo di non essere in grado di fare molti sforzi e quindi ho camminato lentamente lungo il ruscello finché non ho visto una grande roccia dove sedermi e ascoltare lo scorrere dell’acqua.
Poco dopo ho iniziato a sentire ciò che all’inizio mi sembrava un fruscio di foglie sugli alberi. Il fruscio è diventato più forte e presto si è trasformato in un grande applauso. Cosa? Ho guardato verso il suono dall’altra parte del ruscello e sono rimasta sorpresa nel vedere figure bianche che coprivano la grande collina e ho sentito voci che dicevano più e più volte: “Ce l’hai fatta!”. Mentre quell’ esperienza surreale continuava, il mio cuore si è aperto alla sensazione di molta compassione, apprezzamento e gioia.
Allo stesso tempo è stato difficile accettare quella lode e non mi sono presa molto tempo per assorbirla e per guardare davvero tutti i presenti perché mi sentivo molto male e non volevo muovermi. Una parte di me sembrava ancora rintanarsi nell’illusione di un profondo buco nero di indegnità e quant’altro. Ma che diamine? Forse ci vuole un po’ di tempo perché i residui del nostro lavoro si attenuino. In ogni caso io ho continuato a guardare il ruscello che scorreva verso di me sentendolo come la mia divinità che veniva a me, finché non mi sono sentita pronta a tornare a casa in sicurezza.
Tornata a casa la mente si è messa in moto per chiedermi perché non mi sono fatta domande del tipo “Per cosa è stato l’applauso?” e “Cosa ho fatto?”. Il mio dubbio ha pensato che probabilmente fosse perché avevo portato il mio corpo fuori di casa e nella natura o forse per aver integrato il mio corpo di luce. Ah, gli aspetti umani possono essere davvero adorabili. Le domande e i dubbi si sono dissipati dopo aver dato ai miei aspetti un grande e lungo abbraccio di compassione e aver permesso a me stessa di accettare maggiormente ciò che veniva trasmesso dalle molte figure che applaudivano.
Aspettando il prodotto relativo ai Lavoratori del Reame – Chiamata al Ritorno, ho sentito le parole “Tu hai sacrificato così tanto dell’umano per ciò che hai fatto. È di questi tempi che ti ricorderai” e poi ho sentito: “Questo aspetto umano è solo una parte della grandezza che sei, ma è anche l’unico aspetto che può permettere l’integrazione di ciò che verrà”. L’ho sentito mentre riposavo e continuavo a chiedermi cosa avessi fatto, ma avevo fiducia che si stesse svolgendo in modo abbastanza delicato da non farmi esplodere! Poi ho sentito: “Tu l’hai sempre saputo e hai scelto di non ricordare – questo era il modo”.
La prima volta che ho fatto l’esperienza della Merabh della Croce del Cielo è stato magico. Mentre iniziava ero sdraiata sul divano con il mio uccello compagno posato sul mio petto. All’improvviso ho sentito le mie ali aprirsi in modo glorioso e nello stesso momento le piume della testa di Arty si sono sollevate e di colpo ero nella E a guardare il mio io reale con le ali aperte di fronte all’oceano al tramonto ED ero qui come mio sé umano che teneva per mano il mio sé lavoratrice del reame e osservava la magnificenza della Croce del Cielo. Poi ero lì con il mio aspetto del reame, con le ali spiegate che mi tenevano l’umano intorno alla vita e insieme ci siamo espansi nella Croce del Cielo. Ho iniziato a “sentire” la musica angelica e a “vedere” molti bei dipinti come potenziali da creare, mentre Arty restava rannicchiata con me in una consapevolezza tranquilla.
Nelle settimane successive la mia vita ha iniziato a cambiare e ho fatto molte esperienze, ma sentivo che qualcosa ancora non andava e quindi sono tornata nella foresta, questa volta per una lunga passeggiata. Ho chiesto a Kuthumi di camminare con me e l’ho sentito subito presente. Mentre percorrevamo il sentiero gli ho chiesto perché non parlasse con me come le altre volte e la sua risposta è stata: “Questo devi capirlo tu. Io sono qui solo per sostenerti”.
Mentre continuavamo a camminare la mia mente si agitava e ho sentito un’altra voce di una frequenza diversa chiedere a Kuthumi: “Come faccio a farla aprire con me?”. Poi ho capito!
DAVVERO?!!! Dopo vite di preparazione e di trattenimento della Realizzazione, come poteva una parte di me non accogliere ancora i miei aspetti e la mia divinità o anche solo opporre resistenza? Ho detto ad alta voce “BASTA! MI PERMETTO DI ESSERE APERTA A TUTTO QUELLO CHE SONO”. Mi sono girata per iniziare la lunga camminata di ritorno alla macchina e mi sono fermata per segnare una linea sul sentiero di fronte a me. Ho fatto un respiro profondo e l’ho superata, continuando a dichiarare “Adesso Basta” e ringraziando Kuthumi per la sua luce e il suo sostegno.
Più tardi, quella sera, seduta come un essere umano che si arrende e permette ho sentito di nuovo le parole: “Sei pronta a lasciarmi entrare?”. Sapevo che era giunto il momento di rilasciare tutta l’illusione di una vita che pensavo fosse reale. “Sì, per favore, sei la benvenuta. Io sono pronta per la mia vita più grande che mi aspetta. Ora permetto consapevolmente alla mia sé Lavoratrice del Reame, alle mie vite passate e alla mia divinità di tornare a casa integrandomi con amore nel mio corpo umano e in tutto quello che sono sapendo che ciò sta cambiando tutto. È arrivato il momento che io sia tutto quello che sono davvero”.
Da quando è successo tutto questo io sento nel mio nucleo un punto di presenza, come un seme che cresce dentro di me. È come se fosse l’inizio – il “Io Esisto”, il nucleo da cui emana tutto – e ora si sta espandendo, diventando più grande, spingendo fuori tutto ciò che non è mio e anche ogni malessere nel corpo. Sento che è la mia sovranità, uno spazio che è solo il mio vero sé interiore dove tutto ciò che in precedenza (e in modo inconscio) io ho creato o accettato come mio non può più essere presente. Ecco, cara anima, cara divinità bevi il nettare delle mie esperienze così che io possa continuare a sperimentare con te la saggezza di tutto quello che SONO!
Non c’è dubbio che io abbia scelto di restare sul pianeta e di far parte di ciò che sta accadendo in questo mondo e negli altri reami della creazione. A prescindere dalle sfide che ho dovuto affrontare per arrivare qui e restare in forma umana – e ce ne sono state molte – io non rinuncio al mio biglietto (anche se alcune volte ci sono andata vicina). Io condivido alcune delle mie esperienze per farvi sapere che, per quanto strano e difficile sia stato essere umani, ora i reami sono aperti, i limiti sono stati dissolti e tutti noi abbiamo ancora molto da esplorare e di cui fare esperienza su chi siamo davvero e su ciò che è possibile.
Bravi tutti! Ce l’avete fatta!
Il Battito Del Cuore Shaumbra – Jean Tinder
le CONNEssioni di rete
Sono passati poco più di due mesi dalla Croce del Cielo e il grande ritiro dal lavoro del Reame ha giustamente destato molta attenzione tra gli Shaumbra. Per molte persone è stato un impegno enorme e sebbene io non sia una Lavoratrice del Reame, ho visto molti di voi capire come adattarsi al nuovo paradigma. Tuttavia questa non è l’intera storia – e nemmeno la storia principale della Croce del Cielo – e personalmente io sono molto interessata alle implicazioni della dissoluzione del velo. In effetti, ho avuto un paio di esperienze molto curiose relative al nuovo accesso ad altri livelli del Sé.
Per inciso, vorrei che esistesse un termine migliore per quelle ‘parti’ del Sé – che le definiamo strati, livelli, zone, aspetti o sfaccettature – ogni termine implica gerarchia e separazione e il Sé non è così. Direi che è più simile ai pentagrammi di una partitura orchestrale, dove ogni riga di musica è unica e si esprime attraverso uno strumento diverso e tuttavia le melodie che si sovrappongono e si mescolano formano un insieme coeso. Per me il Sé è così. Io posso concentrarmi su un singolo strumento, come la parte umana della mia esperienza, ma la sinfonia di TUTTA me si esprime costantemente, che io presti o meno attenzione. Ora torniamo alla storia. Da molto tempo soffro di un piccolo solletico in fondo alla gola che occasionalmente mi provoca tosse la cui gravità dipende spesso dall’ambiente in cui mi trovo ed è più fastidiosa che problematica. Ogni tanto ho solo bisogno di fare un colpetto di tosse per “grattare” via il prurito.
Qualche settimana fa ero seduta in silenzio in mezzo alla natura, respiravo ed ero presente. Si potrebbe definire una sorta di meditazione e mi stavo godendo i sentimenti e le sensazioni espanse e all’improvviso ho starnutito e quel maledetto solletico ha iniziato a prudermi la gola.
Avevo appena immaginato la sagoma energetica del mio corpo e in piedi di fronte e alla mia sinistra avevo visto una specie di versione umanoide di me, una versione “a griglia luminosa” di me (questo punto è spiegato in modo magnifico nel libro Application of Impossible Things./L‘Applicazione delle cose impossibili’). Quando è iniziato il solletico io non volevo interrompere quella bella esperienza con un attacco di tosse e con la consapevolezza di quel desiderio è accaduto qualcosa di molto strano.
Con il mio corpo energetico in piedi davanti a me, di colpo mi è venuta l’idea di vedere se riuscivo a fermare il solletico a quel livello, piuttosto che lottare per calmare gli spasmi fisici alla gola. La mia attenzione è andata direttamente alla gola del corpo energetico da cui ho estratto… una piuma! Era una piuma consistente, più simile a una penna d’oca che a una lanugine e la sua punta si era in qualche modo conficcata nella mia gola (energetica).
Il divertimento e la sorpresa di estrarre una piuma dal mio corpo immaginario mi hanno quasi strappato alla mia fantasticheria, ma poi ho fatto un altro respiro profondo, mi sono rilassata e sono rimasta a guardare, incuriosita dalla creatività della mia immaginazione. Io non avevo pianificato né ci avevo pensato; la mia consapevolezza umana stava solo osservando e cercavo di seguire e decifrare le buffonate di qualche altra parte di me.
Mentre mi chiedevo cosa potesse avermi spinto a immaginare una piuma in gola, mi sono resa conto che il solletico non c’era più! Il bisogno di tossire era scomparso, la gola si era rilassata e non c’era alcun prurito da soffocare. Ho fatto un altro respiro profondo (che spesso può essere un fattore scatenante) e non ho sentito altro che l’impeto rilassante della vita.
È sorprendente che, a distanza di tutte queste settimane, il solletico che prima era cronico non sia tornato – nemmeno una volta! Non ho ancora una spiegazione per aver estratto una piuma immaginaria dalla mia gola, ma in quel momento nel mio corpo fisico è cambiato qualcosa di molto reale.
Alla fine ho capito che una parte importante dell’esperienza era l’accesso immediato all’altro livello di me. La mia immaginazione vedeva con chiarezza e interagiva con la sagoma energetica del mio corpo fisico senza alcuna barriera, ma con effetti duraturi. Per me le implicazioni di tutto ciò sono stupefacenti.
Io non sono sicura che questa sia una tecnica per “risolvere” i problemi del corpo. In ogni squilibrio fisico sono presenti molti fattori e uno dei più grandi è l’intrinseco rifiuto di sé nel vedere qualcosa come un problema. Quando dentro di me io mi oppongo a qualcosa, niente funziona molto bene, ma questo evento curioso mi ha fornito una conoscenza di prima mano di come possiamo creare e dis-creare un’esperienza fisica a livello energetico.
Io non avevo alcuna intenzione di aggiustare qualcosa; io ho solo osservato ciò che stava accadendo – diretto da un altro livello di Me. L’azione è nata da un semplice desiderio, non gravato da convinzioni su ciò che era possibile, impossibile, giusto o sbagliato con il mio corpo. In altre parole, per un momento io ho avuto accesso a un livello del mio Sé – una melodia all’interno della sinfonia della mia anima – che è libero dai tipici limiti umani.
Forse l’io umano è come il batterista della band che resta seduto dietro il plexiglass a tenere il ritmo per il resto della troupe, ma anche senza sentire la musica. Forse con la Croce del Cielo il plexiglass svanisce e il batterista può iniziare a notare gli archi, i fiati, gli ottoni e tutto il resto o forse – dato che questo è il tempo delle macchine e della tecnologia – tutta l’orchestra sta ricevendo dei monitor sotto forma di auricolari così che tutti (dentro di me) finalmente riescano a sentire tutto il pezzo produzione. Tutto ciò determina un’armonia molto più dolce!
L’altra esperienza è avvenuta pochi giorni fa. Ero nel bel mezzo della mia camminata mattutina sul tapis roulant, per lo più in stato di stordimento quando all’improvviso ho sentito una presenza molto dolce, familiare e che mi mancava da tempo. Erano anni che non sentivo… Tobias e all’improvviso era lì, raggiante di gioia e mi ha fatto piangere.
La sua breve visita è stata del tutto inaspettata e ho notato che è cambiato notevolmente (mi ha persino detto: “Ho quasi bisogno di un nuovo nome!”). Invece della vecchia energia familiare del nonno, ora sembra più giovane e pieno di vitalità non proprio un giovane uomo, ma in qualche modo è meno vecchio e un po’ più moderno. È stata una sensazione curiosa.
Il momento è stato breve e dolce, ma qualche tempo dopo l’ho sentito di nuovo e quella volta ho smesso di fare ciò che stavo facendo e mi sono aperta perché lui voleva entrare in comunione. Era un po’ come quando chiacchieravamo tanto tempo fa, ma era anche diverso e infatti mi ha detto, ‘Incontriamoci in un posto nuovo. Io sono qui, ma prima sprofonda dentro di te. Ora mi troverai dentro di te e non qui fuori. Guarda attraverso la tua “finestra Tobias” interiore’.
Guardare attraverso la mia finestra Tobias interiore? Che concetto interessante! Adamus l’ha detto molte volte, ma è difficile immaginare che tutto e tutti esistano all’interno della mia energia, ma ora ha perfettamente senso avere una “finestra” di percezione interiore attraverso cui interagisco con gli altri. Io la considero come una chiamata Zoom interiore in cui mi relaziono con tutti attraverso schermi individuali.
Con la Croce del Cielo parliamo del velo che si dissolve, ma forse più che una barriera che cade tra le diverse parti di me è più corretto immaginare che tutte le mie parti vengano collegate.
Ora ogni parte di me è ora in modalità wireless – collegata e disponibile all’istante attraverso la mia rete WiFi interiore (sapete, il mio Wisdom Finder/Cercatore di Saggezza).
Non mi aspettavo di dirlo, ma sono abbastanza certa che ora Tobias sia più disponibile che mai – grazie alla sua evoluzione e alla connessione interiore che ognuno di noi ha grazie alla Croce del Cielo. Potrebbe trasmetterci qualche messaggio attraverso il suo vecchio amico Cauldre (non ne ho parlato con Geoff), ma sento che è desideroso di connettersi con TUTTI i suoi vecchi amici – voi! – attraverso la vostra “finestra di Tobias” interiore. Voi non avete più bisogno di un intermediario e lui – e Kuthumi e Adamus e Sart e FM e tutti gli altri amici – sono più che disposti a comunicare attraverso questa nuova rete WiFi interiore.
Aspetta… rete? Non avevo detto che era come un’orchestra? Forse è una combinazione, un ensemble in rete come “Playing for Change”, il progetto in cui i musicisti si collegano da tutto il mondo per creare bellissime performance (come questa). In ogni caso, io sono entusiasta di esplorare questi potenziali. Con chi potrei ‘suonare’ attraverso le mie finestre interiori? Cosa potrei creare con l’accesso immediato a tutti i miei strumenti e alle mie melodie? Le possibilità sono infinite!
Ora… che dire di quella piuma? Da dove veniva e perché diavolo mi bloccava sempre la gola?
Uffa, non è facile essere un angelo travestito da umano. È arrivato il momento di smettere di soffocare a causa delle mie stesse ali e lasciare che si schiudano.