LA MIA CUCINA AHMYO – di Jean Tinder

È divertente come la vita riflette se stessa. Voi potete considerare due o più cose che sembrano scollegate tra loro e poi iniziate a vedere che esiste tutta una serie di correlazioni. Per esempio, sono nel bel mezzo di una creazione che sia sta manifestando e che presenta chiari parallelismi con il l’affare incasinato detto la Realizzazione. Entrambe sono l’appagamento di sogni sognati a lungo, forse da decenni o da eoni.
Mentre scrivo la mia cucina, che da anni volevo ristrutturare, in essenza ancora non esiste. La stanza è vuota, il processo è in atto e in alcuni giorni riesco davvero a collegarlo a ciò che sta accadendo.

Abbiamo rimosso gli armadietti, i muri, il pavimento e l’isolamento, l’impianto è stato sostituito ed aggiornato e tutta la roba che prima viveva in armadietti ben organizzati ora è un una confusione epica… un po’ come il mio cervello.

Ogni singolo giorno mi sento grata, eccitata e incredibilmente felice per questo progetto e nello stesso tempo sono vere anche altre cose. Ristrutturare la casa continuando a viverci e a lavorarci dentro di certo presenta qualche sfida… proprio come affrontare il risveglio e l’integrazione restando nel corpo. Entrambe le cose sono estremamente dirompenti per ogni sfaccettatura della vita e infatti trovare lo spazio interno per scrivere questo articolo significa che sto nascosta in una minuscola stanza nell’attico, un angolo della casa un po’ meno piena di polvere e caos.

Tempo fa Adamus disse che l’illuminazione è come reinventare e ristrutturare la tua auto mentre viaggi a 70 miglia/112 chilometri all’ora – non è proprio la cosa più facile da fare! Almeno la mia auto sta ferma ma oh, the distruzione. Cuociamo i pasti sopra la lavatrice e laviamo i piatti nel lavandino di servizio e li impiliamo sopra l’asciugatrice. Il frigo è dall’altra parte della casa e sembra che nulla sia dove dovrebbe essere… un po’ come il mio corpo.

Quando iniziò questo processo, da ingenua pensai che ci sarebbero volute al massimo 2 o 3 settimane, niente di che… un po’ come la realizzazione – “Ehi, facciamolo! Quanto orribile potrà mai essere?”

Non avevo considerato tutte le cose che non vedevo: disgustosi nidi di scoiattoli nell’intercapedine tra i muri… simili ai vecchi puzzolenti sistemi di credenza che pensavo fossero andati da un bel po’. Smantellare l’impianto elettrico e creare i nuovi circuiti… un po’ come il mio DNA ed entrambi hanno generato blackout intermittenti e flussi di corrente irregolari.

Strappare via il pavimento vecchio ma ancora solido… è un po’ come rifare tutte le fondamenta su cui ho costruito e ho vissuto la mia vita. Certo, tutta questa roba è più facile da fare in una “costruzione nuova” piuttosto che in una ristrutturazione, ma a me piace dove vivo e voglio restarci… è un po’ come voler fare esperienza della vita come un Maestro incarnato in questa vita. Ecco, a prescindere da tutti i casini questo lavoro proseguirà perché io voglio fare l’esperienza di ogni passo di tutta questa meravigliosa trasformazione. Io voglio osservare i miei sogni che si dipanano davanti ai miei occhi piuttosto che ripartire da zero… è un po’ come trasformare tutto il mio essere mentre vivo ancora sulla Terra.

Ne Il Maestro Semplice: Permettete & E Adamus ha parlato della “morte incarnata,” ed io apprezzo in modo nuovo ciò che significa. Smantellare ogni parte della cucina fino alle “ossa” è un po’ tanto come morire. È doloroso, ti confonde, è caotico e ti esaurisce e tutto ciò che posso fare è respirare, avere fiducia e andare avanti.

Le buone notizie? Ora che il processo è iniziato, il suo completamento è inevitabile!
Sì, ha stentato un po’ a partire e per completarla ci vorrà un po’ più di quanto avevo pensato, ma sta accadendo. Non è più solo un concetto, una speranza o il sogno che ‘un giorno’… la trasformazione – dentro e fuori – è decisamente in corso.

Potreste dire che la data del completamento è fissata… vi suona famigliare? Io posso non conoscere quale sarà la data esatta, ma io riesco a sentire che sta arrivando verso di me certo come il tramonto. Io devo solo partecipare perché i muscoli che fanno male, l’eccesso di polvere e gli scatti d’ira non riescono ad oscurare la magia che sta accadendo. La magia abbonda proprio!

LA SEMPLICITA’     

In un processo come questo ci sono sempre deli intoppi – scoperte inattese, complicazioni impreviste, semplici errori – ma mi sono accorta di qualcosa di interessante. Ogni volta che appare un problema accompagnato da un certo numero di soluzioni potenziali, l’opzione migliore è sempre, sempre la più semplice! Può non essere la prima e forse le servirà un po’ di tempo per manifestarsi, ma ciò è avvenuto una volta dopo l’altra. Se la soluzione è complicata, io so che la soluzione migliore deve ancora arrivare.

LA SENSORIALITA’

Ci sono molte scelte da fare che riguardano il pavimento, gli armadietti, il top e un milione di altri piccoli dettagli. All’inizio era travolgente, ma poi mi sono accorta che quando si presenta l’opzione migliore, io riesco a sentirla! Io sento – letteralmente – nel corpo una sensazione di formicolio o una risonanza o forse qualcosa che sembra appagamento quando o considero il potenziale migliore o qualcosa che mi guiderà fino a lui. Non serve dire che così mi evito molte preoccupazioni sul “farlo bene.”

LA SINCRONICITA’

In tutto questo processo la parte più divertente è stato seguire i numerosissimi ‘impulsi’ interiori: un impulso improvviso a fermarmi in ferramenta dove ascolto una conversazione casuale con l’informazione che stavo cercando. Sentirmi stranamente attratta da un certo negozio che si trova in un’altra parte della città dove trovo proprio le piastrelle che stavo cercando ma a cui avevo rinunciato. Brevi conversazioni utili con perfetti estranei, momenti casuali di sincronicità, scoperte non previste che rivelano esattamente ciò di cui avevo bisogno – queste cose accadono con regolarità allarmante.

Il DESIDERIO           

Sento che la mia vita è coreografata da un Maestro Ballerino e tutto ciò che devo fare è ballare! Non serve cercare di gestire i dettagli o assicurarsi che le cose si svolgano “in modo corretto.” Il mio unico lavoro è essere molto chiara sul risultato che desidero – a proposito, questa è una parola molto importante – senza preoccuparmi come avverrà. Sembra proprio che stia avendo un ‘assaggio’ della vita Ahmyo. Per me, Ahmyo significa essere del tutto presente con il mio Sì, con il compito che mi aspetta e gli attuali potenziali e poi permettete che il mio desiderio – ciò che voglio, ciò che non voglio – prenda in mano la situazione. Non la mia preoccupazione o il mio senso del dovere o di colpa o le mie aspettative, ma il mio desiderio perché è lui che informa le energie che entrano a valanga per servirmi.

Mi hanno chiesto se è stressante ristrutturare con tutto il resto intorno. Sarò onesta, la risposta è ‘a volte sì’, ma cos’è lo stress se non resistere a ciò che c’è? Accettare tutto com’è elimina lo stress, perché in fondo è la resistenza che fa male, non la situation in sé. Vivere in uno spazio limitato con polvere e casino costanti, una data di consegna a breve che devo rispettare, un sogno che si sta realizzando davanti ai miei occhi o un respiro di pura calma, quando faccio l’esperienza senza resistere, quello è un momento di perfezione. Io sento che “stare in ciò che c’è senza resistere” è la chiave per vivere la vita Ahmyo. Non molto tempo fa ho provato dolore per un problema legato aduna vecchia relazione. “Ora cosa c’è in me che non va? Pensavo di aver chiuso con quella storia,” e fumavo dalla rabbia. Ero talmente occupata ad augurarmi qualcosa di diverso da dimenticarmi di applicare la compassione a ciò di cui si preoccupava il mio cuore, da dimenticarmi il “Accetta tutte le cose come sono,” (un concetto talmente fondamentale che Tobias gli ha dedicato un’intero Shoud – Serie del Creatore, Lezione 1 NDT). Nel momento in cui ho ricordato di vivere la vita proprio com’è, il dolore è sparito ed ho potuto vedere di nuovo la perfezione in tutto ciò che è accaduto. Davvero la vita può essere così semplice – solo accettare ciò che c’è?

Per un umano non è molto facile; a noi o non piace ciò che c’è e pensiamo che resteremo così per sempre se non lo “sistemiamo” o ciò che c’è ci piace davvero e ce lo teniamo molto stretto perché non cambi mai… ma il fatto è che tutto cambia sempre. Punto. Tutto il restarci attaccata o lo spingerlo via che ho vissuto mi ha solo reso infelice. Ha avuto un’influenza pari a zero sulle situazioni e sulle persone intorno a me e in fondo ha rimescolato le energie e ha ingarbugliato ciò che poteva svolgersi in modo libero e fluido.

Per come la vedo io la vita è cambiamento e Ahmyo è non resistere al cambiamento. È permettersi di vivere nel flusso costante che sempre cambia e sempre crea. Voi continuate ad avere preferenze e desideri – per esempio una nuova cucina – ma senza resistenza è un tipo di creazione del tutto diversa!

Ahmyo mi sta aiutando a rendermi conto che la vita non è mai stata pensata per essere una lotta, ma fu progettata come una grande esperienza con cui potessimo giocassimo, da esplorare e da goderci, un po’ come sedersi con gli amici e fare un gioco da tavolo. Invece a un certo punto ci siamo scordati che era solo un gioco e ci è venuta l’idea che fosse una specie di punizione o esilio o come minimo qualcosa contro cui lottare e da tollerare finché non avessimo trovato una via d’uscita. Una parte del vivere la vita da Maestro sta nel permetterti di (ri)scoprire quanto la vita può essere divertente e facile.