NOVEMBRE 2023

IMPARA A DISTILLARE – Geoffrey Hoppe

Per natura io sono un Fermentatore, non un Distillatore. Io preferisco il vino al whisky e quando mi trovo di fronte a una sfida mi piace pensarci sopra un po’ e prima di prendere una decisione lascio che i miei zuccheri e i miei lieviti facciano il loro lavoro.

Per quanto riguarda il cibo, le bevande o la vita a me sembra che la fermentazione sia più naturale rispetto al fuoco della distillazione.

Adamus è un distillatore. Suppongo che ciò sia legato al suo passato di alchimista: basta aggiungere una dose massiccia di calore per modificare la percezione della realtà. Da tempo Adamus parla di distillare le nostre comunicazioni per essere sintetici e chiari. Quando ho iniziato a canalizzare Adamus, lui mi ha rimproverato di usare troppe parole per tradurre i suoi ‘pacchetti di pensiero’. Come me, Tobias era un Fermentatore e apprezzava il suo vino mentre per Adamus io ho dovuto imparare in fretta a distillare mille parole in cento parole e per un fermentatore come me tutto ciò non è stato un compito facile.

Nei seminari e negli Shoud, Adamus pone una domanda al pubblico e chiede che la risposta sia di 10 parole o meno. Quasi sempre le risposte si avvicinano alle 50 parole prima che Adamus li interrompa e ricordi loro che hanno a disposizione solo 10 parole, ma in generale anche in questo caso le risposte sono lunghe, con 15 o 20 parole.

La distillazione è una forma d’arte che pochi padroneggiano.

Secondo Adamus, le nostre anime distillano le nostre esperienze di vita in saggezza. Io penso che la mia fermenti, perché sembra che ci metta un po’ di tempo per la parte relativa alla saggezza, ma ho capito il senso. Quando siamo pronti a rilasciare le nostre esperienze fuori dall’orbita gravitazionale della nostra vita, l’anima prenderà il succo delle nostre esperienze e le trasformerà in brandy celeste. Il brandy si ottiene dalla distillazione del vino, il che mi porta a confondere la fermentazione con la distillazione. Perché prendere dell’uva perfettamente buona, trasformarla in vino e poi ricavarne del brandy? Yeshua trasformò l’acqua in vino e non in brandy. Sia come sia.

All’inizio dell’anno Adamus è venuto da me con la richiesta che il team del Crimson Circle prendesse la ricchezza di informazioni della biblioteca Shaumbra, cioè il materiale che parte dal 1999 e la distillasse in poche decine di punti appetibili. Tutto ciò avveniva poco prima della mia intervista con Alex Ferrari nel programma Next Level Soul del 31 gennaio. All’epoca non avevo colto il collegamento, ma da allora oltre 440.000 persone hanno visto l’intervista e altre 313.000 hanno guardato l’intervista di Alex ad Adamus di fine marzo. In altre parole, più di tre quarti di milione di persone sono state toccate dai messaggi. Molti hanno approfondito il materiale Shaumbra attraverso il sito web. I nuovi arrivati non solo guardano gli Shoud e seguono i corsi online, ma sempre più spesso si presentano ai seminari dal vivo e agli Shoud di persona. Con tutti i nuovi arrivati, Adamus sapeva che avevamo bisogno di una versione distillata della saggezza di base da condividere con loro.

Ecco il compito che ci ha affidato: trovare alcune decine di punti chiave che rappresentassero il viaggio di Shaumbra nel corso degli anni. Inizialmente il progetto si chiamava “20 Tenet”, ma alla fine è stato cambiato in “21 Realizzazioni di Shaumbra”. Ventuno ci è sembrato un numero migliore e francamente abbiamo fatto fatica ad arrivare fino a 20. Era indispensabile includere la parola Shaumbra perché tutte quelle realizzazioni provengono da Maestri Shaumbra presenti sul pianeta e anche se sono state canalizzate da Tobias o Adamus, Shaumbra ne merita il riconoscimento perché le ha vissute e ne ha fatto esperienza.  Noi abbiamo scelto la parola “Realizzazioni” invece di Divinità, Verità o Massime perché è esattamente ciò che sono.

Primo Giro di Distillazione: Per alcuni mesi lo staff ha raccolto centinaia di gemme e alla fine siamo arrivati al primo turno di distillazione in cui abbiamo dovuto ridurre l’elenco a soli 50 concetti. È stato un compito straziante, perché ogni boccone era troppo gustoso per essere sputato. A quel punto pensammo a come aggirare la sfida, ad esempio stilare un elenco primario di 20 Realizzazioni e un elenco secondario di qualche migliaio. Sentivo che il dito di Adamus cominciava ad agitarsi e così abbiamo continuato il difficile compito di potare il nostro Albero dell’Illuminazione.

Secondo Giro di Distillazione: dopo tanto sangue, sudore e lacrime, avevamo ridotto la lista a circa 50 concetti magistrali. Il secondo round ha fatto sembrare il primo un gioco da ragazzi. Abbiamo cercato di imbrogliare combinando due o tre concetti in uno solo, ma Adamus ha capito tutto e io ho visto ancora una volta il suo dito che si agitava molto. Il secondo round è durato più di due mesi, durante i quali lo staff ha fatto pressione per i concetti che preferiva continuando a chiedere perché fosse così importante ridurre l’elenco a 20. Che ne dite di 33? È un bel numero e quindi sarebbe bello averne 33, giusto? Sbagliato. Adamus mi ha ricordato cosa è successo a Yeshua quando aveva 33 anni e a quel punto ho colto il messaggio in modo forte e chiaro.

Alla fine, siamo riusciti a ridurre l’elenco a 20 Realizzazioni, ma quando tutto era stato concordato e approvato ci siamo accorti che non eravamo riusciti a contare correttamente fino a 20 perché nell’elenco finale le realizzazioni erano 21. Adamus ha sgranato gli occhi ma ha lasciato correre mentre io ho sentito Kuthumi che in sottofondo rideva a crepapelle.

Terzo Giro di Distillazione: Il processo di distillazione ci aveva lasciati esausti, ma avevamo ancora molta strada da fare. A settembre Linda e io abbiamo presentato le 21 Realizzazioni Shaumbra all’evento La Luce di Merlino, ma ora dovevamo scrivere le brevi descrizioni da abbinare a ciascuna Realizzazione. Adamus ha detto di limitarsi a 3 o 4 frasi brevi o a circa 50-60 parole. Jean Tinder, Vili Aguirre e io ci siamo impegnati nell’arduo compito di scrivere e modificare le descrizioni, il che si è rivelato ancora più impegnativo del primo e del secondo round. Come si può spiegare in poche frasi che l’energia è tutta tua o che la gravità può funzionare al contrario o che se hai dei problemi è perché ne ricavi comunque qualcosa? Sono concetti enormi e ognuno meriterebbe un libro a sé stante. Durante questo processo il pulsante DELETE del mio portatile è diventato il mio compagno e quindi io scrivevo, modificavo, cancellavo e poi cancellavo ancora – e ancora. A quel punto ho capito che distillare può essere una forma di tortura. Finalmente all’inizio di ottobre abbiamo terminato il testo descrittivo di ogni Realizzazione.

Quarto Giro di Distillazione: È stato un sollievo aver terminato le descrizioni e a quel punto si trattava di iniziare a formattare le 21 Realizzazioni Shaumbra in un opuscolo e poi in un video. Mi piace fare il lavoro di progettazione grafica per molti dei progetti del Crimson Circle. Per me è come tessere un cesto, un sollievo gradito e una pausa creativa dallo stress della gestione degli affari. Pensavo di riuscire a realizzare la grafica in un giorno, ma mi sbagliavo di grosso perché ho dovuto trovare le immagini per accompagnare 21 concetti metafisici e nessuno si prestava facilmente all’interpretazione grafica. Come si fa a rappresentare in un’immagine qualcosa come “Tu Sei la Tua Unità” o “Nella Tua Realtà Tutto è la Tua Energia”? Ci sono volute ore per trovare concetti grafici per ogni Realizzazione e ancora più tempo e dibattiti interni per restringere il campo a una sola. I grafici dovevano avere un’atmosfera simile; non potevo usare un cartone animato per una e una foto realistica per un’altra. Le immagini dovevano fluire da una pagina all’altra.

Il Passo Successivo: alla fine della scorsa settimana ho terminato il libretto che è piccolo – sono solo 24 pagine, comprese la prima e la quarta di copertina – ma è stato uno dei progetti più grandi e impegnativi che abbiamo intrapreso da molto tempo. Averlo finito ci ha dato una bella sensazione e poi è arrivato il momento di iniziare a trasformarlo in video per poterlo utilizzare su piattaforme come YouTube. Peter Orlando e io abbiamo trascorso innumerevoli ore a selezionare i videoclip per accompagnare ogni Realizzazione e abbiamo ascoltato in anteprima centinaia di potenziali brani musicali. Come per il libretto, ogni elemento doveva essere perfetto e anche mentre scrivo questo articolo stiamo ancora apportando gli ultimi ritocchi al video. Tutto sarà pubblicato il 4 novembre o prima dello Shoud.

In tutto questo io ho sviluppato un nuovo apprezzamento per la distillazione. Mi sono reso conto delle sfide e della bellezza della distillazione. Al mio aspetto di fermentatore piace pensare alle cose e spesso ciò diventa una scusa per non fare nulla di diverso dallo spingere il problema in un barile. Spesso il processo di fermentazione mentale fa sì che la questione si inacidisca anziché trasformarsi in vino. La distillazione può sembrare dura, ma costringe ad arrivare rapidamente al punto e poi a proseguire. Quando io distillo i problemi o i progetti provo un enorme senso di chiarezza. Questo processo mi ha fatto capire che a livello intuitivo io conosco già le risposte e che sono solo riluttante ad applicare il fuoco della distillazione.

Congratulazioni Shaumbra. Le nostre 21 Realizzazioni Shaumbra saranno pubblicate questa settimana in formato PDF e video e presto saranno disponibili anche in forma stampata. È stato un lungo viaggio… non solo dal primo dell’anno – e forse non solo dal 1999 quando il Crimson Circle prese vita. Più che altro sono duemila anni di esperienze distillate in 21 punti di Realizzazione. Brindiamo con un bicchiere di St. Germain, un liquore francese ricavato dai fiori di sambuco e che naturalmente è distillato e non fermentato.

GUIDA DELLE DEE PER METTERE FINE ALLE BATTAGLIEKim Seppälä

Come creare la pace nel mondo partendo da se stessi.

È stato ipotizzato che, se le donne governassero il mondo, le controversie politiche ed economiche tra i Paesi sarebbero risolte attraverso una cordiale discussione e una tazza di tè senza rompersi nemmeno un’unghia, in totale contrapposizione all’usanza altamente distruttiva (in qualche modo maschile?) di scatenare le guerre. Immaginate la differenza!

Eppure, le donne sono altrettanto responsabili di combattere battaglie, anche se molte di esse possono essere di natura interna o sociale. A livello energetico una battaglia è una battaglia, che venga combattuta con la spada o con il giudizio (ciò non significa invalidare l’immenso dolore che una guerra fisica provoca).

Nell’esperienza dell’illuminazione arriva il momento di abbandonare le battaglie e di deporre le spade. Tutte le battaglie e tutte le spade. Le battaglie combattute per rabbia e quelle combattute per proteggere, le battaglie combattute in nome dell’oscurità e quelle combattute in nome della luce, le battaglie combattute contro gli altri e quelle combattute contro se stessi. In fin dei conti l’illuminazione è uno stato in cui si permette e si accetta ed è incompatibile con cose come la resistenza e l’ostilità. Il consiglio di “deporre la spada” non è nuovo e ricordo che durante il primo Shoud a cui ho assistito, l’Arcangelo Michele tenne un discorso avvincente proprio su questo tema. Nel 2012 chi era pronto a rinunciare alle proprie battaglie? Forse ora saremmo più pronti ad ascoltare il messaggio di Michele, quello del 6 agosto 2012.

Poiché sto deponendo a malincuore la mia spada e dissolvendo alcuni dei miei aspetti più cari – la mediatrice, la femminista, la guerriera e la ribelle – ho deciso di chiedere alle dee un consiglio divino. Ero particolarmente interessata a sentire cosa avessero da dire su questo argomento gli archetipi femminili delle guerriere.

Le dee della guerra sono ancora “a favore della guerra”?

Il primo archetipo che ho richiamato è stata la dea greca Atena, conosciuta come dea della guerra e della saggezza, poi mi sono messa in contatto con la dea nordica Freyja, nota come dea dell’amore, del sesso e della guerra. È una serie interessante di ‘domini’ in cui specializzarsi, ma chi sono io per mettere in discussione le mansioni di una dea?

Ero anche curiosa di sentire cosa avesse da dire la divinità egizia Sekhmet. Non è che non mi interessi parlare con gli dèi, ma essendo stata incarnata come donna per moltissime vite mi sento più vicina agli archetipi femminili e soprattutto a questi tre archetipi, forse perché durante il mio lavoro nel regno ho trascorso molto tempo sui campi di battaglia.

È emerso che quelle signore sono pacifiste che amano la pace. Dopo aver parlato con il trio ho raccolto la loro saggezza e ho messo insieme una breve guida per sostenere chiunque nell’arte di smarcarsi – o per dirla con le parole di Athena – come creare la pace nel mondo, a partire da se stessi (se vi chiedete come faccio a “parlare” con le entità non incarnate, io mi limito a esprimere il desiderio di connettermi con l’entità specifica, apro l’orecchio interiore e poi scrivo o registro ogni ispirazione che arriva. Io non la definirei una canalizzazione, ma più che altro due chiacchiere con entità che mi sono familiari).

1. Le tradizioni di saggezza di tutti i tempi ci hanno insegnato che l’unico modo per porre fine alle battaglie esterne è porre fine alle battaglie interne; in altre parole, attraverso l’integrazione e l’accettazione di sé. Se avete bisogno di una motivazione, ricordate le parole della stratega di guerra Atena. La sua logica è semplice, ma affilata come la punta della sua lancia: “Se non vuoi perdere, non partecipare al gioco. L’unico modo per assicurarsi la vittoria è non combattere”.

2. Quando ho chiesto alle dee perché gli esseri umani sono così attratti dalle battaglie, Freyja ha risposto: “L’ego ha il bisogno di avere ragione e molte delle vostre battaglie quotidiane riguardano solo questo: il bisogno di avere ragione. Ma avete davvero bisogno di essere riconosciuti da tutti? E poi, di chi è l’opinione che conta così tanto per te?” (me lo chiede mentre è sdraiata accanto alle sue due linci da compagnia e suppongo che con il suo livello di sicurezza lei non abbia bisogno di preoccuparsi troppo delle opinioni altrui. Chiaramente non è d’accordo con Kuthumi sul riconoscimento, a meno che non sia tu a riconoscere te stesso).

3. Anche se capisco il suo punto di vista, ci sono anche altre ragioni per impegnarsi nel conflitto, come la necessità di proteggere o difendere i propri ideali. Athena ha risposto con il seguente messaggio: “Tu non puoi impegnarti nella dualità senza rafforzarla. Anche se entri in un conflitto con l’unico scopo di difendere qualcuno, l’atto stesso della difesa rafforza la realtà che c’è qualcosa da cui difendersi. In altre parole, nel momento in cui entri nel ruolo di “difensore”, tu hai già ceduto il tuo potere alla paura.

4. Esiste un modo per sostenere una causa in cui si crede senza entrare nelle dinamiche della dualità? Secondo Atena è possibile cogliere la differenza chiedendosi: “Sono a favore di qualcosa o contro qualcosa?” Nel momento in cui siete contro qualcosa siete entrati nel regno della resistenza. È una linea davvero molto sottile, ma se siete onesti con voi stessi sarete in grado di cogliere la differenza.

Sekhmet aggiunge: “Molte persone soffrono di sensi di colpa e temono che, se non aiutano gli altri o qualcuno lottando con lui, significa abbandonarlo. Questa è una convinzione appresa che intrappola intere famiglie nel suicidio. Se siete colpiti dal senso di colpa, valutate se ci sono altri modi per mostrare il vostro sostegno che non implichino il fatto di restare intrappolati in un conflitto o coinvolti in una battaglia. Per esempio, potete usando la vostra voce (potete farlo senza sentirvi in colpa) ispirando la speranza e diventando uno standard per un nuovo modo di vivere. Il senso di colpa non è amore, è solo senso di colpa”.

5. Come gestire allora la rabbia causata da situazioni di conflitto? Sekhmet condivide il seguente consiglio: “La rabbia è una reazione emotiva e una parte naturale dell’esperienza umana. La rabbia può rivelare cose che sono state represse o ignorate. Il modo migliore per affrontare la rabbia è sentirla e riconoscerla. In effetti, può essere utile considerare la rabbia come una guardia del corpo piuttosto che come l’elemento che decide del vostro sistema interno”.

6. Come affrontare le altre emozioni? Sekhmet dice: “Permettete che le vostre emozioni fluiscano attraverso di voi. Uscite dalla testa ed entrate nel corpo! Potete farlo facendo alcuni respiri profondi proprio mentre le ondate di emozioni vi attraversano. Ogni volta che vi accorgete di essere sovrappensiero, tornate nel vostro corpo. Ballate, cantate, scuotete i fianchi: ecco ciò che vi farà uscire dalla vostra mente ansiosa”.

7. Qualche consiglio su come affrontare le guerre che stanno avvenendo in questo momento sulla Terra? Parla Atena: “Non schieratevi. So che questo può essere scatenante per chiunque è direttamente coinvolto in un conflitto o se avete persone care che stanno soffrendo, ma ogni volta che “prendete posizione”, a livello energetico voi alimentate le fiamme della battaglia. Invece di schierarvi, cercate di osservare le dinamiche energetiche con compassione e se la compassione è troppo difficile, è meglio disconnettersi il più possibile dalle energie”(in sottofondo sento Freyja che grida: “La compassione è la nuova moda!”. Sarebbe stata una grande cheerleader).

Athena continua: “Rendetevi conto se siete dipendenti dall’energia del dramma. Molte persone dicono di essere contrarie alla guerra, ma consumano senza sosta notizie che si concentrano sulla guerra e sui conflitti, giocano a videogiochi violenti o guardano film in cui i buoni combattono i cattivi. Che tipo di media consumate? Vi dilettate con i pettegolezzi? Prestate attenzione alla qualità e alla quantità dei contenuti che consumate”.

8. Come esseri consapevoli, in questo momento cos’altro possiamo fare, per creare più pace nel mondo?

Freyja risponde: “Rispetto alla pietà, alla paura o alla rabbia, il modo più efficace di provocare cambiamenti sul pianeta è la gioia. A prima vista potrebbe non sembrare altrettanto efficace perché non provoca la stessa reazione d’urto nel corpo. Invece la gioia è altrettanto influente della paura o della rabbia e vi fa sentire molto meglio! Ecco, se avete bisogno di ribellarvi iniziate una rivoluzione della gioia. Se avete bisogno di proteggere, ispirate gli altri mostrando come stabilite dei limiti sani. Osate essere diversi, mantenete una frequenza elevata e mostrate agli altri come possono alzare anche la loro frequenza”.

9. Capito! Altri consigli?

Freyja aggiunge: “Potreste pensare che siano stati gli hippy a inventare lo slogan ‘Fate l’amore, non la guerra’, ma naturalmente molti Maestri hanno insegnato questo principio prima degli anni ’60, me compresa. Liberare le proprie ferite sessuali è un servizio a se stessi e all’umanità che porta a una trasformazione significativa. Voi potete guarire molti squilibri profondi attraverso il riequilibrio della vostra energia sessuale, per non parlare dell’effetto che avrà sulle vostre relazioni (nota a margine: non c’è bisogno di avere un partner per guarire le ferite sessuali). Quando riequilibrate la vostra energia sessuale, voi ponete fine alla battaglia tra il vostro femminile e il vostro maschile interiori. Fare l’amore con se stessi è un’attività pratica e gioiosa che porterà a una maggiore pace nel vostro universo”.

Sekhmet vuole condividere un altro promemoria: “Quando ricordate chi siete nella verità divina, la paura non ha alcun potere su di voi. L’unico modo per vivere davvero senza paura è ricordare la vostra vera natura”.

Athena conclude con la seguente nota: “Cercate la saggezza. In qualsiasi situazione vi troviate, qualunque sia la vostra esperienza spremetene fuori la saggezza come spremereste il succo di un limone dal frutto e poi buttate via le parti della storia che non vi servono. Se la cercate, voi potete trovare la saggezza in ogni situazione”.

Il trio spiega che la mitologia della guerra era importante in un’epoca in cui gran parte dell’umanità viveva la guerra; ora l’umanità sta attraversando una forte trasformazione in una nuova era in cui le guerre fisiche non saranno più tollerate dagli esseri umani. Nonostante gli eventi attuali, sul pianeta la coscienza sta aumentando a un ritmo sostenuto.

Con questo cambiamento di coscienza significativo, anche gli archetipi si trasformano per riflettere i cambiamenti. Atena, Freyja e Sekhmet assicurano di essere ancora qui per giocare con gli esseri umani attraverso la narrazione e la mitologia, ma con un aggiornamento della loro immagine. Se avete bisogno di aiuto in caso di problemi di relazione o di comunicazione potete invocare Athena e Freyja se desiderate un sostegno per la fiducia in voi e l’amore per voi, soprattutto per problemi di relazione o potete invocare Sekhmet per avere il coraggio di affrontare i vostri demoni interiori.

Queste signore celesti vogliono anche ricordarvi che esistono legioni di esseri angelici e Maestri non incarnati disposti e in grado di sostenervi ogni volta che state attraversando un momento difficile o che cercate un po’ di compagnia angelica.

IO SONO QUI Maayan Inon

Voglio condividere con voi l’esperienza che ho vissuto: un’esperienza di terrore, di ansia, di shock e di trauma combinata con la luce, la grazia e il potere della presenza del Maestro. È lunga, ma è importante.

Io Sono quello che Sono. Io sono Maayan del dominio sovrano.

Sono Shaumbra e faccio parte del Crimson Circle fin dall’inizio. Ho frequentato molti corsi – SES, DreamWalker Birth, DreamWalker Life, DreamWalker Death e molti altri – e sono un Angelo del Crimson Circle da 5 anni e sostengo e do le mie energie a ciò che sento essere le nostre creazioni.

Io sono una terapeuta e un’insegnante della Scuola Misterica.

Sono una donna, una madre di due figlie straordinarie; una è un’anima di cristallo, l’altra è un maestro asceso in fase di crescita e realizzazione.

Io sono qui, scelgo la vita e rivendico la mia maestria.

In questa forma di vita sono nata nel kibbutz Nir-am, vicino alla striscia di Gaza. I miei genitori hanno lasciato il kibbutz e hanno costruito una nuova casa nel moshav (un piccolo villaggio) NetivHa’asara, anch’esso al confine. Attualmente io e le mie figlie viviamo nella parte settentrionale di Israele, a due ore di distanza da lì.

La mattina presto del 7 ottobre, l’attacco terroristico di Hamas ci ha colpito con orrore. I miei genitori sono stati uccisi e bruciati all’interno della loro casa.

Erano persone semplici e premurose che cercavano l’armonia e la pace. Mio padre era un agronomo e un agricoltore, una guida e un compagno per gli altri agricoltori, che ha educato le generazioni ad amare e apprezzare la natura. Mia madre era un’artista e un’educatrice, una donna dolce, gentile e creativa. Insieme hanno cresciuto noi cinque figli con amore e rispetto, dandoci i migliori strumenti umani: essere persone indipendenti, responsabili delle nostre azioni. Ci hanno insegnato a non giudicare le persone dall’aspetto esteriore o dalle convinzioni, ma dalle loro azioni.

La loro casa era aperta a tutti – arabi, beduini, religiosi, anziani, giovani – e tutti erano accolti e ricevuti con rispetto.

Questa è la mia esperienza.

Sabato mattina presto, una telefonata mi ha svegliato. Ho guardato i messaggi e ho visto che mio padre aveva scritto alle 7.34 che avevano chiuso la casa ed erano seduti nella camera blindata e che si sentivano spari e missili.

Questo è stato il suo ultimo messaggio. Li ho chiamati ma non hanno risposto. Ho subito chiamato per svegliare mia sorella e mio fratello maggiori, iniziando a sentire che era successo qualcosa.

Pochi minuti dopo le 8 del mattino, ho avuto una visione vivida di mio padre, in piedi di fronte a me con le braccia aperte che diceva: “Siamo andati, a modo nostro”. Ho sentito la sua energia tranquilla e pacifica. Non sono ancora riuscita a sentire mia madre, ma sentivo – sapevo – che entrambi erano andati nell’aldilà.

Da quel momento in poi ho cercato solo di contattare i loro vicini per capire cosa stesse succedendo e avere notizie. I messaggi che arrivavano erano incomprensibili e mi resi conto ancora di più che i miei genitori non avevano alcuna possibilità di essere sopravvissuti.

Per ore non abbiamo ricevuto informazioni ufficiali, non c’era nessuno con cui parlare. Solo nella tarda serata di quel “sabato nero” parlammo con qualcuno del villaggio che disse che la casa dei miei genitori era stata ridotta in cenere, ma che non li avevano trovati.

La mattina dopo mio cognato si recò sul posto e l’immagine che vide fu davvero apocalittica, comprese le tracce di corpi.

Poiché mi fidavo della mia conoscenza e avevo capito che i miei genitori non erano più in vita, ho riunito a casa mia i miei fratelli e i loro figli. Mio fratello minore è arrivato da Londra e decidemmo che avremmo fatto “Shivaa” – un’usanza ebraica di lutto, sette giorni dedicati ai defunti e a coloro che restano – per dirci addio.

Lo abbiamo fatto anche se, secondo la tradizione ebraica, il defunto dovrebbe essere sepolto prima. Noi non siamo religiosi; non abbiamo bisogno di un mediatore per il sentimento e la consapevolezza del corpo per determinare il nostro modo di agire. I miei genitori erano legati a un movimento naturale universale che cerca l’armonia e la pace.

È così che hanno vissuto ed è così che hanno voluto morire. Così abbiamo annunciato “Shivaa”. Dalla mattina del secondo giorno, le persone hanno cominciato ad arrivare, a migliaia. Tra loro ci sono sopravvissuti, amici e vicini di casa dei miei genitori, provenienti dall’area di “dintorni di Gaza”. Ho sentito le energie dei miei genitori molto presenti e mi dicevano: “Stiamo bene, prenditi cura della nostra comunità”. E così ho fatto.

Come terapeuta e DreamWalker, mi sono seduta e li ho aiutati a parlare, a sfogarsi e a condividere i loro momenti di terrore. Ho saputo da buoni amici che il loro figlio di 17 anni è stato ucciso a sangue freddo sulla spiaggia, a un altro amico la madre è stata uccisa sul balcone di casa, a un altro ancora il compagno è stato ucciso in uno scambio di colpi d’arma da fuoco quando ha cercato di difendere la casa. Ho parlato con amici e conoscenti che si sono nascosti per ore negli armadi o nelle camere di sicurezza con la paura di respirare o di fare rumore, con i loro bambini e animali domestici. Quando tutto è iniziato, una donna di 77 anni, amica intima di mia madre era fuori per una passeggiata e le ci sono volute 5 ore per spostarsi di 400 metri – tra cespugli e alberi, tra i terroristi, tra spari e missili – finché non è riuscita a raggiungere un’area protetta.

Ci sono giunte storie incredibili. Essendo gli unici ad annunciare “Shivaa”, siamo diventati una “Shivaa collettiva”. La mia casa è diventata uno spazio di conforto e guarigione. L’aiuto e il sostegno sono arrivati da donne straordinarie che si sono organizzate in turni per sostenerci. Le care sorelle Shaumbra – Rona Shafrir e Keren Gadassi – mi hanno sostenuto a livello energetico e pratico e mi hanno aiutato a reggere il tutto proprio come i miei cari genitori; la loro energia ci ha avvolto in una grande luce di cui io non ho mai fatto esperienza prima. Mi è stata data la forza e l’ispirazione per accogliere e salutare persone provenienti da tutti gli strati della società israeliana – religiosi, arabi, beduini, laici, giovani, anziani – tutti.

Durante questi giorni mi sono sentita molto presente e illuminata.

Come Shaumbra io non ho perso un solo Shoud in 24 anni! Durante quei giorni ero così concentrata sull’essere la luce sulla terra che non riuscivo a trovare un momento tranquillo per ascoltarlo, ma in ogni singolo momento io ero consapevole.

Mi sono rivolta ad Adamus che non aveva molto da dire, ma mi ha ricordato alcune cose:

1. Adamus mi mostrò il disegno del circopunto e disse, “Sei tu, tienilo: un centro stabile all’interno di un cerchio completo, equilibrato e sicuro”.

2. La richiesta di rivendicare la mia padronanza.

Io lo faccio.

Negli ultimi anni Adamus ha detto più volte che è arrivato il momento per noi umani di prendere il nostro posto. È tempo di salire sul palcoscenico, di portare il nostro io completo e di condividere le nostre storie, la nostra saggezza e la nostra luce. È tempo di portare la coscienza del Maestro e di essere gli Standard per i nuovi potenziali.

Sono felice di non aver sentito lo Shoud questo mese. Ho capito che si trattava della storia di Atlantide e del Faraone, del karma, delle tribù e così via, ma io vi dico, Adamus e Shaumbra, forte e chiaro: BASTA.

Basta con il permettere alle forze malvagie e distruttive dentro di me o in qualsiasi parte del mondo. Basta al senso di colpa e/o alla vergogna per qualsiasi cosa io abbia mai fatto. Basta con le catene karmiche ancestrali e nessuna trattativa con questi elementi, come mi avete insegnato.

Ci dici di “togliere le difese”, che “non abbiamo nulla per cui combattere” e di “appendere i guantoni da boxe, le vesti, le spade”. E io dico: “Vieni”. Non sto combattendo, certamente non con voi. Io non combatto contro il dolore e il male più brutale che si possa immaginare. Io non combatto l’oscurità.

Io sono qui per illuminare nuovi potenziali per gli esseri umani su questo pianeta in questo tempo – nuovi potenziali di comunicazione, dignità, compassione, facilità e grazia reciproca.

Se non siamo qui gli uni per gli altri, soprattutto in questi tempi apocalittici, per me sarà un risveglio molto, molto triste.

Invito voi, il Crimson Circle, popolo di Shaumbra a essere coraggiosi, a vederci tutti come parte di un unico tessuto – non in altri tempi, ma qui e ora – a rafforzare e non a indebolire, ad amare e non criticare o giudicare. Qui si tratta di accettare, di rispettare e risplendere insieme.

Io sono pronta a salire sul palco e a parlare con voi, con tutti voi ad altezza occhi, come una Maestra.

Io sono quella che sono, Maayan Inon, una Shaumbra, una donna semplice che sceglie la vita.

E così è.

Il Battito del Cuore Shaumbra – Jean Tinder

ECCO PERCHÉ

Negli ultimi 20 anni molte parti e pezzi della mia storia sono andati al loro posto. La costante inquietudine della ricerca, l’ardente desiderio di capire il “perché”, lo sgomento per le infinite discrepanze religiose, gli attributi fin troppo umani di “Dio” e il sospetto di avere davvero voce in capitolo nella coreografia della mia vita: tutto questo e altro ancora ha trovato risposta, compimento e riposo. Ora la vita ha un senso. Ora io so da dove vengo, perché sono qui e dove sto andando – e non perché me lo ha detto qualche “autorità” – per me il mio sapere è reale come la mia esperienza di questo giorno.

È stato un viaggio incredibile ma come in ogni grande saga, sulla strada verso il gran finale ci sono state insidie, traumi, errori di percorso e disastri.

Quando ho ascoltato per la prima volta Atlantide Risorge (che ora fa parte della serie La Ferita di Iside), ricordo di essere rimasta impressionata e inorridita dalle storie che Tobias raccontava dei tempi di Atlantide. Quelle storie mi colpirono profondamente perché io sapevo di esserci stata e le mie cellule ricordavano la meraviglia e anche l’agonia.

Nel corso degli anni, con Tobias e Adamus Atlantide divenne un argomento comune. Gradualmente raccolsi sempre più pezzi della mia storia insieme all’inevitabile consapevolezza che alcune di quelle vecchie vite non erano sempre dalla parte “giusta” della storia. Durante una delle sessioni de La Soglia, finalmente Adamus ha spiegato ciò che avevo iniziato a sospettare cupamente: siamo stati noi – io e i miei amati amici Shaumbra – a creare ad Atlantide le bande frontali che determinarono un cambiamento utile ma anche troppe conseguenze terribili e ora siamo tornati per cercare di sistemare le cose a casa del senso di colpa che ancora ci portiamo dietro. Ricordo che, dopo aver registrato quella sessione io uscii fuori per stare da sola e riuscivo a malapena a respirare. Adamus disse con chiarezza: “Le vostre ferite, i vostri sensi di colpa di tempi lontani sono più grandi di quelli della maggior parte degli umani”.

Tutto ciò è tornato a galla quando Adamus ha parlato di Hapiru nello Shoud di ottobre. Questa non è una storia fantasiosa di un luogo lontano e di molto, molto tempo fa. È la nostra storia – è la MIA storia. Io sono Hapiru e ho combattuto queste giuste battaglie con la stessa passione, convinzione e oblio di chiunque altro. Il problema è che sono battaglie in cui il potere è seducente, la vendetta è sempre in agguato e l’impossibile “riequilibrio” dell’occhio per occhio non ha mai fine. Anche ora, mentre scrivo questo testo devo chiedermi: sto combattendo perché le guerre finiscano? Sto combattendo le battaglie?

È una domanda scoraggiante.

Ciò che so è che niente di simile al passato può aiutare, solo la saggezza. In un sogno di un paio di notti fa io ero in guerra in Israele. Non ero un umano a terra, ma piuttosto ero “sopra” la mischia, senza dubbio una delle tante entità che offrivano presenza e assistenza. Nel sogno ho notato alcuni esseri molto strani. Erano esseri neri, tondeggianti e dall’aspetto umanoide appollaiati come su un’impalcatura o una piattaforma panoramica che dominava la battaglia ed ognuno di essi si dava da fare per farla proseguire. Se “a terra” un umano si soffermava a riflettere sulla violenza in cui era coinvolto, in qualche modo quegli esseri lo punzecchiavano e lo incitavano a continuare a combattere. Intenzionati a non concedere mai un momento di riflessione o di interrogazione interiore, quegli strani esseri erano attivi in modo uguale su entrambi i fronti del conflitto.

Erano fissi sulla scena, consapevoli di ben poco se non di sostenere la lotta, come se stessero muovendo le braci di un fuoco per mantenerlo acceso. Quando mi accorsi di loro si fermarono e mi fissarono con occhi vuoti e malvagi di oscurità e reattività. Sentivo che aspettavano, quasi mi sfidavano a fare qualcosa – qualsiasi cosa – a cui avrebbero risposto con un’altra esplosione nel regno umano. A quegli esseri importava nulla di ciò che stava accadendo a terra, ma solo che il “fuoco” continuasse a bruciare. Li guardai con uno sguardo fisso e neutro. Non accadde nulla. Come un gatto che non ha nulla da inseguire se il topo non si muove, io non cercai di fermare o modificare ciò che stavano facendo e quindi non avevano nulla contro cui reagire. Un guizzo di confusione attraversò i loro strani visi bulbosi e poi mi svegliai.

Anche quegli esseri sono Hapiru, né cattivi né buoni che stanno solo vivendo lo schema familiare, inconsapevoli che si tratta di un gioco vecchio e stanco che non porta da nessuna parte. Bloccati dalla ripetizione e ignari delle conseguenze, erano solo consapevoli delle loro azioni a livello primitivo proprio come i bambini che si accaniscono su un formicaio e sanno bene che, se la frenesia delle formiche dovesse rallentare, basterebbe un altro colpo per farla ripartire.

Pochi giorni prima di scrivere questo articolo, sono tornata da una meravigliosa vacanza di 10 giorni. Sono andata a trovare la famiglia, ho fatto nuove amicizie, mi sono immersa nella natura e mi sono goduta la disconnessione dalla mia routine e dai problemi del mondo.

Un paio di nuovi amici hanno 2 e 5 anni e ho avuto modo di confrontarmi con la loro innocenza e meraviglia, ma anche con la loro inclinazione al dramma. Quando un bambino si fissa su un oggetto proibito o su un’attività pericolosa, un buon genitore impara a distrarlo con qualcosa di nuovo e interessante, piuttosto che punirlo o lottare contro il desiderio del bambino. Ho osservato con piacere il papà che non ha battuto ciglio di fronte alle urla del bambino, limitandosi a proporre un altro giocattolo o un’altra attività per attirare la sua attenzione.

Ora mi viene da pensare.

È possibile che la soluzione a tutta questa guerra e a questo trauma sia… la distrazione? Rintanati nell’oscurità, quegli angeli sprovveduti conoscono solo la ripetizione di ciò che fanno da miliardi di anni, ma quando si accende una luce, nuove brillanti potenzialità potrebbero catturare la loro attenzione.

Porre fine alle guerre non significa vincere in modo definitivo, né convincere, né sopraffare, né ragionare o qualsiasi altra forma di dualità. Si tratta di offrire un’esperienza nuova così bella e allettante da far cadere le armi e dimenticare la lotta. Funziona; l’ho visto accadere più volte tra i bambini (e ho anche visto che cercare di usare la ragione o il potere li faceva solo urlare più forte).

Quegli esseri non fisici bloccati sul pilota automatico non sono altro che angeli infantili che non hanno ancora guadagnato la loro saggezza. Sono come bambini di due anni, stanchi e irritabili fissati sull’unica cosa che sanno fare, ovvero battere sul formicaio per ottenere la piccola scarica di dramma che li nutre. Proprio come i bambini, quegli esseri non sanno ancora quali meraviglie li attendono quando finalmente si allontanano dal gioco. Invece noi lo sappiamo.

Ecco perché la gioia è rivoluzionaria. QUESTO è il motivo per cui in questo momento è di fondamentale importanza che noi viviamo la nostra vita migliore. Cari Shaumbra, ecco perché il senso di colpa e la sofferenza devono sparire.

È tempo di dare qualcosa di nuovo ai nostri angeli fratelli che stanno ancora giocando nel buio. Se solo mostreremo loro quanto la vita è magnifica, essi la ameranno proprio quanto noi.

Non è il momento di fare i finti tonti e gli sprovveduti e comportarci come se non avessimo ancora “capito”. Siamo noi che ci siamo stufati, che abbiamo detto “basta” e che abbiamo creato la Terra per capirlo – e lo abbiamo fatto. Ora è arrivato il momento di uscire dal laboratorio e tornare alla realtà – la nostra vera realtà, dove niente fa male o muore – e far dondolare una nuova vita luminosa e splendente davanti ai topi di fogna. Non si tratta di cambiare le formiche che combattono in modo frenetico; anche i nostri amati compagni umani vogliono davvero tornare alla pace e all’ordine. Qui non si tratta di togliere i giochi ai bambini o di metterli in punizione. Qui si tratta di dire: “Ehi, guardate qui! Guardate cosa ho trovato!”.

Cari Shaumbra brillate, giocate duro e amate in modo profondo. Abbandonate la vergogna e la paura, perché sono solo i tesori luminosi e brillanti della vostra vita gioiosa che stanno cambiando tutto.