L’ALCHIMIA DELLA RABBIA By Maija Leisso
L’uscita di La Vita da Maestro 6: Adesso Basta! ha acceso molti commenti tra gli Shaumbra. “Perché mai Adamus ha fermato tutto proprio mentre eravamo sulla soglia della vera creazione?” “Cos’è ‘sta roba vecchia?” “Quasi tutti abbiamo fatto la SES e abbiamo superato il fatto di trascinarci dietro il bagaglio emotivo, quindi?”
Sembra di no. Nonostante tutto il rilascio fatto in questi anni, Adamus afferma che ci sono ancora alcune cose che di fatto ci trattengono: la rabbia e le battaglie. Io sono una di quelle che hanno riservato il rilascio per l’ultimissimo minuto e forse non è la cosa più intelligente o saggia da fare; ognuno di noi, però, ha il suo viaggio personale. Ciò che abbiamo ora è uno strumento nuovo di zecca che non era disponibile finché non abbiamo raggiunto il punto in cui abbiamo invitato il Maestro nelle nostre vite.
LA MENTE CONTRO LO SPAZIO SICURO
Quando voi, in tutta la vostra innocenza e desiderosi di fare esperienza di questa creazione, siete stati testimoni di prima mano di quali orrori e tormenti può causare la rabbia e avete fatte cose brutte ad altri (tutti noi le abbiamo fatte…), l’ultima cosa che volete fare è tornarci dentro.
Soprattutto Shaumbra lotta con questo tema – nei nostri cuori c’è la bontà e non vogliamo fare del male a nessuno (non più) – ma la mente funziona così e il risultato sono emozioni represse con grande abilità. L’idea è quella di liberarsi dalle emozioni in un secondo momento e poi procedere. In ogni caso, con le esperienze molto traumatiche (stupro, omicidio, violenza) o con traumi anche meno pesanti (divorzio, incidenti d’auto, perdite), l’umano si trova ad affrontare una sfida tremenda, soprattutto quando parliamo di traumi accumulati da vite e vite ed è certo che l’emozione che affiora sempre – e un po’ a sorpresa – è proprio la rabbia. Non tanto la tristezza o la paura, quanto la rabbia.
Il processo può diventare davvero sgradevole; può rivoltarti del tutto e farti implorare pietà. Sto parlando di rabbia ed altre emozioni represse in quantità tale da mettere a rischio la vita e la salute. Qui non si tratta solo di essere incazzati perché il vostro ragazzo non lava i piatti; io parlo di aspetti che sono talmente arrabbiati da fare di tutto per annientarvi. (Nota: beneditevi e siate grati a voi se vi siete scelti una serie di vite facili!) Alla fine, però, dobbiamo sentire e rilasciare proprio quella rabbia o potremo dire addio all’illuminazione.
Nella Scuola delle Energie Sessuali, che è estremamente importante, Tobias e Adamus ci assicurano che possiamo creare LO spazio sicuro da soli e per scelta e poi permettere che TUTTE le emozioni vaghino liberamente mentre se ne vanno. C’è la bella Aliyah che ci assiste nel processo di rilascio di tutto ciò che è bloccato – una soluzione geniale ed efficace.
In ogni caso, nonostante le vaste trasformazioni che Shaumbra ha permesso dentro di sé con l’aiuto dei vari materiali la rabbia, la rabbia fortemente bloccata è ancora dentro, da qualche parte e determina un vero e proprio blocco e alcune difficoltà del tutto superflue. Moltissimi ora sono molto vicini alla loro realizzazione, ma questo lerciume indefinibile e nauseabondo li blocca, li trattiene e fa venir loro voglia di mollare il gioco.
BASTA! ADESSO BASTA!
L’autunno scorso ne ho avuto abbastanza di sbattere la testa contro il soffitto fatto di ali: non riuscivo a volare più in alto. Certo che avrei voluto spaccarlo e attraversarlo, ma anche se sapevo di avere tutti gli strumenti necessari non riuscivo proprio a capire come fare. Il mio umano non si è mai sentito abbastanza al sicuro, del tutto al sicuro – finché non ho sentito con chiarezza la presenza del Maestro.
Avete bisogno di sentirvi del tutto al sicuro, assolutamente, per permettervi davvero di liberarvi dagli strati finali, quelli che letteralmente imploderebbero se non li rilasciaste senza riguardi. Alla fine, con il Maestro al mio fianco sono riuscita a permettermi di sentire tutte le energie accumulate e putride della rabbia e dei suoi piccoli amici che sono il rancore, la frustrazione, l’irritazione, il fastidio e tutte le altre energie bloccate che mi porto ancora dietro.
Wow, è stato molto più di quanto avrei mai potuto immaginare! Permettere tutto in una volta sola è stato un salto folle nella fiducia in me. Mi è servita un bel po’ di dolorosa onestà e anche un mucchio di compassione – molto efficace – per affrontare i round della resistenza naturale; a un certo punto il mio corpo ha smesso di funzionare e in pratica per tornare ‘online’ ho dovuto resuscitare il mio sistema digestivo. Sì, è nella pancia e sono dovuta uscire dal corpo ed avere esperienze fisiche intense. Ci sono stati momenti in cui non riuscivo a parlare o a pensare con chiarezza, poi ho iniziato a pensare troppo. Non credo che il mio cuore sia ancora a posto nel lavoro che fa. I cambiamenti mi hanno portato a rovesciare gli occhi, ad annaspare e a fare altre cose (sì, il dramma, ma ve lo risparmio finché non ci incontreremo al Club dei Maestri Ascesi all’ora delle storie).
Alla fine, tutto ciò mi ha portato in un luogo di silenzio. I vecchi motori si sono fermati e poi, a febbraio, Adamus ci ha presentato lo strumento per trasmutare la fiera emozione che ancora trattiene moltissimi Shaumbra. La rabbia, la paura della rabbia, la paura del sé umano. Dopo tutto l’avevo appena affrontata, “E me lo dici adesso?” Beh, sì, ora è arrivato il momento di trasmutare l’energia naturale della rabbia in modo conscio, con la facilità e l’eleganza di un Maestro; entrate nella vera alchimia! Ascoltare le sessioni mi ha fornito una grande chiarezza su ciò che avevo appena vissuto e su cosa avrei potuto fare in futuro per continuare a volare.
DALLA RABBIA ALLA CHIAREZZA
Dalle profondità delle mie esperienze, ciò che posso dirvi è: se non l’avete già fatto, prendete quello strumento e usatelo! Ora usate l’energia della rabbia a vostro vantaggio personale, per uscire dalla camicia di forza in cui vi siete infilati! Il fatto è che se riuscite a trattenere la rabbia, voi riuscite a trattenere anche la vostra illuminazione – o almeno renderla un viaggio estremamente doloroso in un corpo che continua a cadere a pezzi mentre intorno a voi la vita si ferma. Vi farà semplicemente male. I vostri sforzi potrebbero portarvi a qualcosa di “ok,” ma certo a niente di che.
A proposito, non ingannatevi pensando di essere pieni di belle creazioni carine e di santa amabilità e di tutto lo schermo di fumo dovuto a quanto terribilmente illuminato e abbondante siete già: se non riuscite a sentire dentro di voi quei 50 chili di rabbia di cui parla Adamus, ci sono ottime possibilità che in un secondo momento ci inciamperete sopra, vi schianterete e finirete faccia a terra e almeno per un po’ potreste non rialzarvi.
La buona notizia è che potete farlo e vi piacerà, eccome! È ora di distillare tutto in saggezza, a prescindere da quanto lungo il percorso le cose diventano appiccicose e rivoltante e spaventose. Quando ho usato lo strumento, sono venute a me cose magiche e fantastiche; un flusso di coscienza sferragliante che libera e le intuizioni. Ora io in alcune situazioni agisco in modo molto diverso, mentre prima agivo proprio come una vera e propria codarda.
Mi è servito un po’ di tempo per abituarmi. Quando ho iniziato a fare pratica e ad usare lo strumento, una volta mi sono ritrovata per strada a urlare cose disgustose a una donna che aveva cercato di dirmi come allevare i miei figli (ero un po’ scioccata da me stessa, quindi ho fatto ricorso a parolacce nella mia lingua madre invece di usare la sua e poi mi sono sentita ‘appiccicosa’). Un’altra volta ho mollato un corso felicemente arrabbiata dopo aver ricevuto un trattamento condiscendente (ero in ritardo e quelli volevano rimproverarmi, come no!).
Al mio caro marito ho dato un serio ultimatum del tipo, “Adesso Basta” su un paio di cose e anche i ragazzi hanno avuto la loro quota di mamma furiosa (no, non sono andati in pezzi; sì, li ho fatti piangere). Ho fatto anche molti viaggi con Shaumbra nella realtà virtuale: li ho immaginati. Ho lasciato che affiorassero alcune situazioni, alcuni momenti in cui avrei dovuto lasciare uscire la rabbia solo per avere più opportunità di sentire la rabbia e quindi di metterla in scena (ciò significa che a livello virtuale ho tagliato parecchie teste). Per ottenere le caramelle ho dovuto solo, solo lasciare che la rabbia emergesse.
Poi, grazie allo strumento ho iniziato ad ottenere risultati diversi; per esempio, ho fermato subito e in modo totale una signora che nel cortile della scuola mi stava facendo sprecare tempo per una cosa futile. Mentre prima avrei solo ascoltato sorridendo, ho sentito il fuoco che mi risaliva nel corpo, ci ho respirato dentro per farlo crescere e poi ho usato lo strumento e ho detto solo, “No, non farò ciò che mi suggerisci,” e me ne sono andata. Nella sua semplicità, quell’esperienza è stata fantastica e subito dopo ho provato un senso di liberazione incredibile. Ho sentito il “Non importa” per ciò che è davvero e ciò ha fatto muovere altre cose. Non ho affrontato le vere situazioni della vita come una furia con gli occhi fuori dalle orbite – penso che questa fosse la mia paura – ma l’energia ruggiva nel mio corpo e si è espansa anche all’esterno, come uno dei mostri dei cartoni animati con le piccole corna e gli occhi rossi che di colpo si gonfiano, diventano giganteschi e dalle loro orecchie esce il fumo.
Invece niente si è rotto, io non mi sono vergognata né ho sentito che stavo facendo qualcosa di sbagliato, le varie situazioni si sono sgonfiate piuttosto in fretta e mi hanno lasciato varie sensazioni di chiarezza, creatività o forte energia, un fuoco e… beh, maggiore libertà. Finalmente stavo facendo qualcosa di molto giusto per me.
Ora ho un nuovo senso di libertà, intuizioni tangibili del “Non importa” e pulizia interna, silenzio e sensualità. Il mio corpo sta diventando molto più leggero ed energizzato in modo migliore, come se l’aereo che sono stesse aprendo tutti i portelli e si stesse liberando dal peso in eccesso e dal carburante per passare al volo libero. Di fatto ho scoperto che la pura rabbia è una sensazione molto bella e chiara. È croccante, non torbida e nella rabbia io sento la gioia, che è sensuale e fluisce. È semplicemente impossibile usare quella chiarezza e quell’energia per qualcosa di distruttivo. Ecco perché abbiamo dovuto fermarci prima di passare alla vera creazione.
P.S. Se non siete sicuri su cosa fare, lasciatevi guidare dalla vostra passione per la vostra illuminazione. So per certo che le ali vi porteranno. Niente trucchi, niente pillole, niente elaborazione. Qui si tratta di passione. Shaumbra, nel ProGnost 2018 ci hanno richiamato alla Coscienza e io non faccio che rispondere a lei!
ESTRARRE LA GIOIA – J. Tinder
La vera creazione. È sfuggente, è difficile da definire, è esistenza. Come umani, noi tendiamo a vedere la creazione come qualcosa che si deve “fare,” ma a questo punto io penso che “il fare” è una grande distrazione. Lasciate che vi spieghi. (Per favore, notate che i recenti tentativi di mettere insieme piccole realizzazioni in una specie di coerenza lineare hanno ottenuto risultati meno che ideali).
L’altro giorno mi sentivo inquieta, alla ricerca di qualcosa, come se avessi scordato qualcosa di non molto definibile. Mi stavo preparando per il prossimo grande progetto, la prossima data di scadenza, la prossima crisi che aveva bisogno della mia attenzione? Era il weekend, quindi nulla di urgente su cui lavorare. La mia nuova cucina era abbastanza completa da potermela godere da vera entusiasta e i dettagli che mancavano sarebbero arrivati. Visto che non c’era nulla di urgente, perché mi sentivo tanto inquieta? Ho scoperto che ero alla ricerca della cosa successiva da completare, da sistemare o da superare prima di potermi permettere di finire, come se ci fosse ancora qualcosa da fare prima di rilassarmi nella mia illuminazione.
“Davvero, sé??” Mi è venuto da ridere, perché mi ha ricordato l’ammonizione costante della mia infanzia, cioè ‘preparati per la venuta di Gesù, perché potrebbe arrivare in ogni momento e noi dobbiamo essere pronti!’ Ecco, era ancora presente una parte di me, inconscia ma molto presa e ancora incapace di spegnere la frenesia costante del prepararsi.
Beh, ne avevo abbastanza! Ho vissuto abbastanza per rendermi conto che “quelli” – tutti i compiti inerenti al fatto di essere umano – non saranno mai finiti! Ci sarà sempre un altro progetto, un altro bucato da fare, un altro piatto sporco, un’altra persona che ha bisogno di aiuto, un’altra sfida da vincere. Ci sarà sempre qualcosa – e non sarà mai finita!
Con la parte di me che credeva di dover fare tutto prima che mi potessi rilassare e permettere il mio Sé avrei avuto il mio bel da fare per molto, molto tempo. (Non è certo un caso che la spossatezza fosse un’amica di famiglia!) Come minimo era arrivato il momento di fare una scelta nuova. Tenendo a mente le nuove parole preferite da Adamus ho urlato, “Adesso basta!” Non c’è proprio nulla da aspettare: QUESTO.È. Passata l’esplosione di passione, ho proseguito la mia giornata ridendo della mia propensione a provarci sempre tanto e meravigliandomi della tendenza umana a posticipare all’infinito ciò che vogliamo di più perché, beh… chi sarei senza la lotta costante a “farcela”?
Di cosa parlerei se non di come superare l’ultima sfida? Cosa significa essere umano se non c’è nulla da fare, nessun luogo dove andare e nulla per cui (s)battersi? Sarebbe stato un cambiamento radicale dell’esistenza umana, questo è certo.
“Beh,” pensai, “Adesso basta procrastinare. È questo, è come sono in QUESTO momento ed è abbastanza.” Ah, state attenti a ciò che scegliete, perché solo di rado i risultati soddisfano le vostre aspettative.
Dopo essere stata chiara su quella scelta mi sono proprio rilassata e mi sono sentita più interessata ad essere presente qui e ora che a capire la prossima cosa urgente che dovevo fare (tanto per cambiare). Non è che non avessi nulla da fare: in un certo senso le ‘cose da fare’ avevano perso un po’ della loro importanza, ma di certo non ero persa nella sensazione di beautitudine da nirvana.
Nei giorni successivi alcune cose a caso sembrarono perdere la loro coerenza e le mie facoltà umane subirono un crollo totale. Sul posto di lavoro iniziai a fare errori proprio scemi e mi sentivo confusa su cose in cui di solito eccellevo. Mi sentivo stranamente disconnessa dal corpo (mentre guidavo la cosa mi preoccupava un po’) come se stessi perdendo le tracce della posizione dei miei ‘dettagli’ fisici e quindi iniziai a farmi male. Con un martello mi pestai un pollice, mi tagliai o mi ferii più o meno tutte le dita, inciampai in cose che erano sempre state in un certo posto, sbattei la testa contro tutto ciò con cui entrai in contatto e il giorno dopo mi pestai lo stesso dito con lo stesso martello – e la lista continuò.
Mi sentivo come se nel mio cervello le connessioni e le sinapsi si stessero dissolvendo, stessero lasciando il mio corpo (in modo doloroso) e quindi non collaboravano più, erano cablate male e si agitavano da sole.
Pochi giorni dopo ero pronta a mettere in quarantena il mio umano insubordinato, a metterlo nell’angolo, almeno per un po’ e così lei sarebbe stata più al sicuro! La vita, però – LA MIA vita – continuava a svolgersi e richiedeva la mia partecipazione e quindi, piuttosto che nascondermi appoggiai sul cavalletto alcuni progetti che non avevano fine solo per tenere occupata o almeno distrarre la mia mente e il mio sé.
Non voglio posporre l’entrata del corpo di luce o ritardare quel-cavolo-che-sta-accadendo, ma forse voglio rallentarlo un po’ e quindi vivere per raccontare la storia! Sì, come dice Adamus. io voglio vivere in modo conscio e creare dentro la mia creazione, ma ciò significa sopravvivere al processo!
Ah, la creazione. Dunque, c’è qualcosa che interessa a tutti noi: qui non si tratta più di muovere i pezzi del gioco come stiamo facendo, ma di portare dentro qualcosa che è completamente nuovo. Adamus afferma che la vera creazione sgorga dalla pura gioia di esistere, ma cosa succede se non sentiamo la gioia? Non significa che non l’abbiamo, ma solo che è stata ricoperta da eoni di lerciume e di letame e di aspetti e di modelli e di limiti e di credenze e di tutto il resto, le cose con cui giochiamo. La gioia non è qualcosa che dobbiamo far apparire o imparare: è il nostro stato naturale.
Immaginatevi di essere un pianeta. Nel vostro nucleo c’è la caverna di cristallo della creazione, pieno di una riserva infinita di gioia. È la vostra essenza, vitale e pronta a scoppiare a ogni occasione. La gioia del creatore è stata sepolta da strati fatti di sedimenti di esperienze – le ferite, gli amori, gli aspetti, i ricordi – granito indurito e sano terriccio. il pianeta della vostra esistenza è disseminato di detriti di infinite civiltà e ora, nel permettere la vostra realizzazione, il vostro “lavoro” è quello di dissotterrare il nucleo prezioso dell’esistenza: la vostra gioia.
Ogni volta che scavate un po’ più in profondità e trovate un altro tesoro sepolto voi vi ricordate, sentite, integrate e vi avvicinate sempre di più al vostro nucleo. La sfida arriva quando trovate un ‘reperto’ che vi fa sentire piccolo e fa affiorare alcune emozioni o modelli che avevate scordato da tempo. È talmente doloroso che voi lo ributtate nel buco, lo ricoprite di buone intenzioni e di luoghi comuni e andate a scavare altrove? Darvi sempre da fare può aiutarvi, forzarvi a cercare sempre la cosa successiva o il posto da vedere e poi passare oltre quando diventa troppo incasinato. Invece la magia accade se ci restate dentro, qui e ora, nel momento.
Alcune di quelle cose le avete seppellite per una buona ragione – brutti ricordi, ricordi dolorosi, ferite che fanno ancora male – ed estrarli non è molto divertente, ma sotto c’è la gioia e quindi noi continuiamo a scavare. “Elaborare” è come riorganizzare le cose nel buco, tentare di renderlo un po’ più pulito e più carino, ma per quanto affascinante possa essere, non è questa la ragione per cui stiamo scavando.
Invece, fate un bel respiro profondo in ciò che avete appena riportato alla luce, permettetegli di esistere davvero nella vostra consapevolezza e respiratela dentro di voi… e di colpo un’altra palata di saggezza è tornata a casa e voi siete un respiro più vicini alla gioia.
È abbastanza divertente perché più io scavo in profondità più diventa facile, come se la pala non vedesse l’ora di portarmi a scoprire il prossimo tesoro. Avere sempre “un’altra cosa” da fare è come essere un archeologo che continua a distrarsi e saltella da un punto all’altro. Mi terrà occupata per parecchio tempo, ma è certo che non mi porterà in profondità in ciò che desidero davvero.
Invece di cercare sempre la cosa successiva con cui trafficare, ora mi ricordo di fermarmi, di fare un respiro e stare nel momento (anche se suona come un cliché) nel momento, esattamente com’è.
Ogni volta che porto la consapevolezza al mio Sé, ciò permette che il Maestro entri ancora un po’ di più. È vivere nella E – darsi da fare nell’essere un umano e in un non-spazio privo di tempo con il Maestro. Ciò mi ricorda qualcosa.
Di recente Adamus ha detto, “Smettetela di aver paura del sé umano.” La mia prima reazione è stata, “Oh grande, ecco qualcos’altro che sto sbagliando.” (Cavolo, ho ancora qualche aspetto teso!) Dopo avermi lasciato cuocere a fuoco lento per un po’, il mio sé Maestro mi ha pungolato con gentilezza, “E se festeggiassi il fatto di essere umana? E se la lasciassi libera? E se mi permettessi di sentire il corpo che continui ad ignorare? Come faccio a manifestarlo in qualcosa che tu/io non posso sentire?” Come faccio…
Ecco, sì, c’è un’altra storia di superare le distrazioni e le sfide, ma io vivo in modo un po’ più libero, un po’ più rilassante e non sono più preoccupata della prossima scadenza o responsabilità che continuerà ad esserci, ma io sto imparando ad essere occupata E a regalarmi momenti di puro nulla. In qualche modo tengo traccia del mio corpo e mi lascio andare a momenti di pura essità (in una stanza imbottita con l’elmetto, le ginocchiere e i guanti). Con ogni respiro conscio io scavo un po’ più in profondità, permetto che entri un po’ più di saggezza e sento un’altra goccia di pura gioia assoluta da creatore.
Cosa faccio di quella gioia? Ah, forse questa è una storia per un altro giorno…