Agosto 2017

Una VITA di CAMBIAMENTI di J. Hoppe

Avevo concluso il mio ultimo articolo nello Shaumbra Magazine dicendo che la vita di Shaumbra è una vita di cambiamenti. Il viaggio verso la realizzazione non è sempre semplice anche se dopo quei cambiamenti avviene un’enorme quantità di rilascio, di ripulitura e di permettere. Tutto inizia con un enorme cambiamento che ha luogo al momento del risveglio e spesso coinvolge il vostro lavoro e le relazioni. Il lavoro o la carriera cambiano, perché in moltissimi casi entrambi sono solo un modo per guadagnarvi una vita “quanto basta” e non una vita di passione e gioia.  Le relazioni cambiano perché molto spesso si basano sul vecchio karma e non sul vero amore ed onore reciproco. Mentre entriamo nella nostra maestria e alla fine nella nostra illuminazione incarnata le relazioni proseguono, si approfondiscono ed assumono la forma con cui noi percepiamo noi stessi e il mondo intorno a noi.

Le nostre credenze cambiano (e spesso non sono sostituite da nuove credenze ma piuttosto da “spazio libero”), mentre ci liberiamo dalla biologia ancestrale i nostri corpi cambiano come alcuni livelli di sensitività e di consapevolezza. Per l’aspetto umano i cambiamenti possono risultare travolgenti, ma il Maestro sa già che i cambiamenti avvengono e che “tutto è bene.”     

In questa vita noi abbiamo chiesto il cambiamento – in effetti abbiamo chiesto di cambiare – perché non avremmo tollerato un’altra vita fatta della stessa vecchia storia. Il vecchio modo di vivere doveva cambiare, quindi ‘non cambiare’ non era un’opzione. In fondo tutti i cambiamenti riguardano come noi portiamo l’energia nella nostra vita e come la usiamo per la libertà di esprimerci e riguardano anche la saggezza dell’anima.

Come Shaumbra noi siamo riusciti ad amare i cambiamenti per ciò che ci portano e a maledirli per quanto disordine causano. La vita di Shaumbra è una vita di cambiamenti… e di disordine.         

Anche la vita nel Crimson Circle è una vita di cambiamenti. Come organizzazione, nel corso degli anni abbiamo affrontato molti cambiamenti e lo penso mentre festeggiamo il 10° anniversario dell’evento Salto Quantico avvenuto a Taos, New Mexico nel settembre 2007. Allora quasi 700 Shaumbra da oltre 30 paesi si riunirono nel nord del Nuovo Messico per annunciare un salto quantico della coscienza sul
pianeta. Fu uno degli eventi più memorabili del Crimson Circle.   

Ovviamente il Crimson Circle è cambiato passando dagli Shoud tenuti in una tenda indiana al nostro soggiorno e poi al Coal Creek
Community Center e ora al bello studio e al Club dei Maestri. Siamo passati da uno staff di soli volontari (in origine con Michele
MacHale, John Kuderka, Joe Collins e Sandra Harris) a un team composto da 10 membri full-time e 5 part-time. Siamo passati da un sito formato da 12 pagine nel 2001 a tre siti professionali con migliaia di pagine nel 2017.
Nel 2009 abbiamo affrontato un cambiamento senza precedenti quando Tobias se n’è andato dopo aver lavorato con Shaumbra per 10 anni e Adamus lo ha sostituito.

Le canalizzazioni ed i messaggi sono cambiati e tra molti Shaumbra ciò ha determinato un cambiamento: chi ci era stato molto vicino non si sentiva a suo agio con lo stile di Adamus ed io li capisco bene, perché mi sono serviti almeno 6 mesi per sentirmi a mio agio con come Adamus lavora con noi. Tobias aveva un atteggiamento gentile, un po’ da nonno, mentre Adamus provoca e ha la personalità di un professore universitario determinato ed eccentrico: decisamente non è per tutti.  

Ora, a fine 2017 siamo nel bel mezzo di un altro cambiamento e riesco già a sentire che tra voi qualcuno mugugna, ma aspettate un attimo: io credo proprio che vi piacerà.  Lasciate che vi spieghi i dettagli.

All’inizio dell’anno abbiamo fatto alcune riunioni per discutere come modificare il palco: il fondale ‘alberi e arbusti’ era lì da un bel po’ e abbiamo deciso che era arrivato il momento di aggiornarlo. Lo staff aveva buone idee, ma nulla sembrava andare bene e poi un giorno Adamus è apparso e ci ha ricordato di un bellissimo albero di cristalli di ametista che avevamo visto in Brasile. Il mio primo pensiero è stato che era troppo costoso e troppo grosso e troppo delicato, ma ho sentito subito Adamus che alzava gli occhi al cielo e l’ho divertito contattando Conrado Justus Machado a Iguacu Falls, Brasile per avere il prezzo. Era decisamente troppo costoso ma dopo qualche giorno ricevemmo una email in cui Conrado ci confermava di aver ottenuto un prezzo molto migliore che comprendeva la spedizione. Non c’è bisogno di dirvi che meno di un mese dopo l’Albero della Sensualità era sul palco dello studio e Adamus era felice.

Poi Adamus mi ha spiegato il motivo: per il Crimson Circle e per Shaumbra era arrivato il momento di un altro cambiamento. Saremmo entrati nell’era della vita da Maestro… la buona vita. Dopo anni (vite?) di lotte e ricerche, ora è tempo di vivere nella sensualità, nella facilità e nella grazia.  Abbiamo superato i tempi dell’elaborazione e del rilascio e ora arriva il tempo del Permettere. Adamus mi ha fatto notare che il bell’Albero della Sensualità (bello e anche costoso) sul palco del Crimson Circle rappresentava proprio quello. L’avremmo visto durante gli Shoud e le Cloud Class e durante ogni evento in studio e avrebbe irradiato a tutto il pubblico il messaggio che era arrivato il tempo di Ahmyo.       

All’inizio di agosto abbiamo registrato la 5° parte della Serie La Vita da Maestro e non mi ha stupito il fatto che Adamus abbia scelto Ahmyo come soggetto e si è spinto anche oltre: voleva che il prezzo fosse più abbordabile rispetto alle parti precedenti, perché vuole che tutti gli Shaumbra ne facciano esperienza, quindi fino al 31 ottobre il prezzo passa da $195/164 euro a $95/ 80 euro.

Ahmyo è quando l’umano e il Maestro vivono insieme in armonia e tutto viene a voi e vi rendete conto che il tempo e lo spazio si muovono davvero attraverso di voi e non il contrario. Ahmyo è quando permettete che l’energia vi serva, invece di lottare per avere abbastanza energia da arrivare a sera. Ahmyo riguarda solo il rilassarvi nella vostra illuminazione e spesso ci hanno ricordato che l’umano non è responsabile della sua illuminazione: l’umano può solo permettere l’evoluzione naturale nella realizzazione e dopo moltissime vite di lotta può finalmente godersi tutto ciò che questo pianeta ha da offrire.

Proprio ora, 10 anni esatti dopo la celebrazione del Salto Quantico noi siamo pronti per la vita Ahmyo. È arrivato il momento di vivere la buona vita come il Maestro e l’umano che iniziano a co-esistere. Dite addio a tutti i vecchi problemi emotivi. Onorate e liberatevi dal lignaggio ancestrale del corpo e della mente. Mollate la mancanza e lasciate che l’abbondanza venga a voi.

Non importa quanti anni segna il contachilometri del vostro corpo, lasciate che il dolore e il disagio si dissolvano. Mollate i vecchi conflitti, non importa se avete portato lo stendardo del femminile contro il maschile, la luce contro il buio e anche l’umano contro il divino. Le lotte sono finite. Noi abbiamo un lavoro da fare – è un lavoro che abbiamo pianificato e preparato per molte vite – ed è godersi la vita. La vita Ahmyo.           

La vita di Shaumbra è la vita di cambiamenti. Ahmyo è il cambiamento che abbiamo sognato fin dai tempi di Atlantide e ora è qui. Siete pronti a permetterlo? Sono sicuro che Adamus continuerà a ricordarci che finalmente è arrivato il momento di godersi la vita… la vita Ahmyo.

LE AVVENTURE DI UN ANGELO – di Jean Tinder

Un giorno un Maestro notò un umano che si lasciava coinvolgere troppo dalla follia del mondo e decise di raccontargli una storia.          

Trasportati dal vento senza sosta tra gli eteri, per passare il tempo Yamiel e Buziel creavano intricati anelli di nuvole. Di recente si erano iscritti al Gruppo Immigrazione e avevano appena ricevuto i loro codici di entrata ed ora aspettavano che chiamassero i loro nomi.  Sembrava proprio che fosse complicato raggiungere la loro destinazione, ma le storie di chi c’era stato indicavano che valeva la pena di affrontare quella scocciatura. Era da molto che Yamiel voleva fare il salto ma Buziel, sempre preso da un progetto o da un altro era un po’ più lento a decidersi. “Aspettiamo che le file si accorcino,” diceva. “Perché mai sgomitare con tutti gli altri? Da quando in qua noi seguiamo il gruppo?”  Yamiel, che non voleva andare da sola, lo aspettava. La cosa divertente era che le code non si accorciavano mai e quindi procedevano molto lentamente. L’ultima volta che avevano dato un’occhiata avevano notato una tendenza allarmante.

Finalmente le code di muovevano più velocemente, ma erano molto più lunghe! “Avanti, Buziel, puoi finirlo dopo. Se non ci sbrighiamo potremmo non avere mai un’occasione!” Buziel si rese conto di aver posticipato per molti eoni (sebbene Yamiel gliene avesse parlato solo ieri) quindi sospirò, ravvivò il suo bagliore e disse, “Va bene, facciamolo. Non sono mai stato così pronto, però” aggiunse con un filo di esitazione, “Spero proprio che non ce ne pentiremo.” Inserirono la richiesta, ricevettero il relativo permesso e attesero il segnale.       

Mentre scivolavano, i due amici si trovarono a sbriciare tra le nebbie qualcosa che prima non avevano notato. Era una specie di grande sala e mentre si avvicinavano la nebbia si diradò e riuscirono a vedere molti angeli che andavano e venivano. Percepirono una specie di strappo, ma non assomigliava all’Entrata caotica di cui avevano sentito parlare – infatti tutta quell’area irradiava una sensazione di grande calma – e comunque si avvicinarono per investigare. La sala sembrava essere composta da molti spazi individuali e grandi aree per riunioni numerose e poi videro un segnale luminoso che diceva: MONATRY. “Mon-ah-tri… cos’è?” Yamiel esitò un po’. “Dovevi prepararti meglio!” lo riprese Buziel “Ma non importa, ho fatto le mie ricerche su tutta questa bravata. La Monatry è dove pianifichiamo la nostra escursione.”

“La pianifichiamo?” sbottò Yamiel, irritata. “Dov’è il tuo senso dell’avventura? La tua spontaneità? Perché non ci tuffiamo e vediamo cosa succede?” Yamiel era impaziente e si lamentava sempre della prossima grande idea, della prossima cosa folle ed ora era molto impaziente. “Avanti, ci vuole troppo tempo. Dopo aver atteso per tanti eoni, cos’altro potremmo mai pianificare? Andiamo e basta!”   

Buziel, quello sempre cauto, esitò di nuovo. “Non lo so,” disse. “Penso che dovremmo seguire le procedure che raccomandano. Non ci siamo mai stati prima e se ci perdiamo? Forse hanno una mappa o un manuale che potremmo portarci dietro. Ho una brutta sensazione…” “Oh, smettila di preoccuparti tanto!” urlò Yamiel. “Hai mai visto il luogo dove andremo? È un piccolo punto blu in un angolo isolato del Là Fuori e ha un altissimo livello di sicurezza. Ci tufferemo per qualche minuto e se non ci piace ne usciremo subito. È molto sicuro, cosa potrebbe andare storto?” Buziel esitò, si girò a guardare la grande sala e alla fine annuì. “Va bene, allora andiamo. Vedi laggiù l’area dove c’è quell’enorme vortice a spirale? Sono sicuro che è I’Entrata.” Yamiel s’illuminò, era tutta eccitata e strillò, “Sento che ci attira! Devono aver già attivato i nostri codici d’entrata. Avanti, andiamo!!”

Da una certa distanza era un bel vortice di colori, suoni e consistenze, ma da vicino era decisamente un gran caos. A molti degli angeli il vortice fornisce un punto d’ancoraggio molto ampio e ciò portava sempre Yamiel a far roteare gli occhi dietro le ali. “Vecchie femminucce noiose,” pensò tra sé. Un angelo di passaggio avrebbe potuto notare un po’ di agitazione e un piccolo segnale lampeggiante mentre i due amici scomparivano nell’energia a spirale.

In effetti c’era un angelo che osservava quell’area. Con un sorriso caustico, Mumiel si era accorto che Buziel and Yamiel erano saltati dentro con pochissima preparazione. “Sciocchi, sciocchi angeli,” pensò tra sé. “Oh, beh, presto torneranno.” Proprio in quel momento, nemmeno a farlo apposta si accorse di due piccole masse di coscienza che galleggiavano. Mumiel s’illuminò e inviò fuori il raggio perché quello era il suo lavoro in quel momento: inviare fuori un raggio segnale per gli angeli che ogni tanto passavano e forse desideravano trovare il modo per raggiungere la Monatry. Molti arrivavano lì passando dalla Terra, ma moltissimi altri restavano intrappolati dall’eccitazione dell’avventura e se ne dimenticavano del tutto. Durante il loro viaggio selvaggio attraverso i reami e poi indietro, verso l’irresistibile Entrata avevano mancato del tutto l’uscita che portava alla Monatry, ma il suo raggio aveva fatto il suo lavoro e i due angeli inzaccherati si erano allungati verso di lei.    

“Beh, cara Yamiel, caro Buziel, è bello rivedervi! Cosa vi è successo? Solo un attimo fa eravate luminosi ed eccitati e vi lanciavate verso la Porta d’Entrata e ora guardatevi, esauriti e sfiniti… cos’è successo?” “Solo un attimo fa?” sussultò Buziel. “Un attimo?? Tu lo chiami così?” Mumiel sorrise perché sapeva che quando un angelo torna per la prima volta dopo essere stato nel TempoSpazio è sempre un po’ disorientato. Per lei era passato solo il tempo di un respiro, mentre a loro era sembrata un’eternità.

“Questa… è… oh, è stata la cosa più folle che ho mai, mai fatto!” urlò Buziel. “Perché non ci hai detto che sarebbe stata così?” “È proprio ciò che facciamo qui,” rispose Mumiel con gentilezza, “ma voi quella parte l’avete saltata.”       

Buziel si rinchiuse in un silenzio imbronciato mentre Yamiel tirò fuori la sua voce. “È stato così… non avrei mai immaginato… non avevo proprio idea…” la sua voce si affievolì, era senza parole. “Tu proprio non capisci com’è laggiù! Le persone – sì, noi ci siamo davvero trasformati in persone – sono orribili! A volte sono anche meravigliosi, ma si rubano a vicenda l’energia in tutti i modi possibili e non è come qui, dove ti senti stanco solo per un po’. Laggiù si danno davvero il tormento gli uni con gli altri. Perché lo fanno? Non importa, lo so il motivo. Hanno dimenticato tutto. Anche noi abbiamo dimenticato, anche se non pensavo che fosse possibile.” La sua voce si calmò. “Anche noi feriamo gli altri e a volte ci feriamo a vicenda,” poi continuò con una specie di sussurro, “Noi feriamo anche noi stessi.”    

Mumiel sorrise con grande tenerezza e ascoltò Yamiel che proseguì. “Noi pensavamo che non fosse possibile dimenticare, ma il fatto è che dopo i primi respiri da umano non riesci più a ricordare. È impossibile! Hai sempre la sensazione che manchi qualcosa, qualcosa che hai bisogno di trovare o di ricordare ma non c’è mai e poi…” fece una breve pausa, immersa nei suoi pensieri. “Io penso che sia proprio la sensazione che manchi qualcosa che porta le persone a comportarsi come fanno.” Mumiel sorrise di nuovo. “È vero,” disse lei. “Dimenticarsi di sé è il più grande dolore che puoi immaginare e finché non ti capita non riesci neanche a immaginarlo! Amici miei, ora che siete rientrati, cosa farete?”

Buziel sbottò, “Io non tornerò mai…” ma fu interrotto dall’improvvisa presenza di un altro Angelo che aveva un’energia del tutto diversa, scintillante di un viola cristallino e cangiante che di rado si vedeva in quella parte del Là Fuori. Mumiel lo riconobbe e piena di gioia lo salutò con onore. Yamiel e Buziel riuscivano solo a fissarlo inebetiti e senza parole; non avevano mai incontrato un essere così luminoso e infatti, ancora un po’ provati dalle loro recenti imprese nel TempoSpazio pensavano che un simile essere fosse solo una leggenda e invece era lì, di fronte a loro e risplendeva.

“Cari amici,” disse Zebael e la sua risonanza ricadde increspandosi nel loro centro più profondo, accendendo nelle loro profondità qualcosa che era rimasto dormiente per molto, molto tempo. “Voi avete vissuto molte centinaia di vite sulla Terra e nel vostro campo riesco a notare la vostra stanchezza, ma vedo anche la saggezza e nel vostro cuore vedo un fuoco che prima non c’era. Ora è arrivato il momento che ricordiate.”
“Oh, noi ricordiamo,” farfugliò Yamiel “e non lo dimenticheremo mai più perché noi non ci torneremo mai e poi mai.”

Zebael scintillò perché molte altre volte aveva sentito dire quelle parole da altri angeli sfiniti e poi disse, “Vedete, quando ricordate in forma umana, solo allora tutto si riunisce. La passione dell’anima si accende come mai prima e la vostra essenza risplende di saggezza che non potreste ottenere in un altro modo. Guardate cos’ha fatto a me!” Essi fissarono impressionati i suoi colori – e i suoni e i modelli e le forme e tutto il resto – che pulsavano di passione e vita.  Era bello oltre ogni parola, affascinante, quasi ipnotico ma soprattutto era divinamente stimolante. Forse potevano tornare un’altra volta. Le loro molte vite sulla Terra le sentivano come accadute molto tempo prima, erano lontane e forse non erano state così male.

Zebael sorrise. “Io sarò con voi a ogni passo del cammino,” li riassicurò “e sussurrerò dei ricordi nel vostro cuore. Una delle cose più difficili da ricordare è che tutti sono sulla Terra per una loro scelta personale. Sì, si sono dimenticati di sé ma proprio come voi un giorno si ricorderanno. Ecco, quando nel mondo vedrete il dolore e i problemi, ricordatevi che non importa, davvero. Voi – o loro – non siete davvero quelli. È un gioco che state facendo, è un parco a tema che state visitando e più lo vedete con chiarezza più sarete vicini al vostro Sé e un’altra cosa,” aggiunse, “che forse è la più importante: permettevi di esistere. In tutte quelle vite avete imparato a limitarvi e a trattenervi in ogni modo immaginabile Quest’ultimo tuffo sarà la vita in cui lascerete andare, sarete di nuovo liberi ed esisterete senza alcuna restrizione. Quando ciò accadrà, allora non rimpiangerete proprio nulla.”  

Mentre Zebael continuava con qualche altra raccomandazione, la loro eccitazione aumentava. Sì, sarebbero ritornati e stavolta sarebbe stato diverso. Questa volta sarebbero stati pronti. Zebael si congedò e Mumiel, sorridendo in quel suo modo benevolo guidò i due amici verso la Monatry, dove questa volta avrebbero pianificato un po’ meglio le cose. La loro prossima entrata sarebbe stata giusta, forse non dalla loro prospettiva che presto sarebbe stata di nuovo quella umana, ma sarebbe stata   perfetta per aiutarli a ricordare. Ricordare sarebbe stato difficile; forse ci sarebbe voluta più di una vita, ma Zebael aveva mostrato loro che si poteva fare e con la sua presenza aveva donato loro l’ispirazione.   

Finalmente, dopo una generosa dose di non-tempo trascorso nella Monatry, Yamiel e
Buziel fecero un respiro profondo e si tuffarono per l’ultima volta nel vortice e proprio in quel momento udirono una voce famigliare, “Io sono sempre con voi, a ogni passo del cammino.”          

Mentre crescevano di nuovo come terrestri, assistendo al conflitto e alla follia e al dolore che li circondava, ogni tanto sentivano ancora un sussurro, “Tutto è bene.” Pensavano che significasse che al mondo sarebbe andata bene, che alla fine l’umanità si sarebbe risvegliata e che le persone avrebbero iniziato a ricordare sé stesse…ma di fatto quel sussurro significava che nulla di tutto ciò era davvero importante. Tutti sarebbero rientrati, avrebbero visto un raggio, avrebbero incontrato un Maestro e si sarebbero permessi tutto ciò di cui avevano bisogno per ricordare. Nel frattempo Yamiel, Buziel e tutti gli altri che ricordavano ‘altro’ sapevano che era arrivato il momento di godersi – finalmente – il viaggio più eccitante di tutti in tutta la creazione.