Gennaio 2021

ALLA VOSTRA PORTA – Geoffrey Hoppe


Benvenuti nel 2021! Il magazine esce qualche giorno dopo rispetto al solito e ciò ha fornito al nostro staff altri giorni per godersi le vacanze. Inoltre non volevamo altri promemoria del 2020 e quindi abbiamo atteso fino al nuovo anno per pubblicarlo.

Sì al Nuovo Anno!

L’anno 2020 è stato un anno devastante per molte persone in tutto il mondo. Non riesco proprio ad immaginare la pena di perdere un membro della famiglia o una persona amata a causa del COVID-19. Per me e per molti altri il 2020 è stato un Anno Scomodo. Per il Crimson Circle è stato un periodo di cancellazioni di seminari (quanto ci mancano gli eventi con il vero pubblico!), un focus sulle Cloud Class e sulle comunicazioni virtuali con Shaumbra oltre a una nuova valutazione delle operazioni interne. In qualche modo ci eravamo preparati per il 2020 perché avevamo già prodotto dei video in studio in Colorado e alle Hawaii con la capacità di produrre contenuti di alta qualità nel momento in cui servivano.

Eravamo già passati dai corsi dal vivo dove gli studenti incontrano insegnanti certificati e partecipano a corsi come La Scuola delle Energie Sessuali, Aspettologia® e Il Viaggio degli Angeli. Quest’anno il vecchio formato, cioè di persona non avrebbe funzionato.

Il 2020 ci ha dato anche il tempo di concentrarsi sui nostri sistemi interni. Forse vi ricordate che anni fa vi ho raccontato che una notte a Villa Ahmyo, a Kona Adamus è venuto da me ammonendomi di “mettere in ordine la casa”. Ha affermato che nel giro di 3-5 anni il Crimson Circle avrebbe affrontato grandi cambiamenti e voleva assicurarsi che noi fossimo pronti. Io gli ho creduto in pieno perché, beh, dopo tutto lui è un Maestro Asceso e quindi negli ultimi anni abbiamo migliorato molti dei nostri sistemi, tra cui la capacità di produrre dei video, di fare business e gestire un sistema finanziario e anche gestire degli eventi.

Ci siamo imbarcati in un enorme compito, quello di catalogare e archiviare 20 anni del materiale di Tobias e di Adamus. Il nostro vecchio metodo era registrarli e archiviarli, ma in realtà non ricordavamo molto del singolo materiale o dove si trovasse. Sotto la guida di Vili Aguirre ora noi abbiamo catalogato, elencato e archiviato circa l’80% della nostra enorme libreria e quindi in futuro per accedere al materiale basterà premere un pulsante.        

Tutto funzionava bene, ma… I nostri sistemi tecnologici sono stati una lotta molto dura. Se avete notato un paio di zone senza capelli sulla mia testa, probabilmente sono dovute alle sfide che ci ha posto la tecnologia. Noi ci appoggiavamo a 4 aziende tecnologiche per tutto, dal negozio e-commerce alla sicurezza, dai database ai diversi siti e ai server, etc. Lavorare con ditte esterne può risultare frustrante perché in questo periodo gli sviluppatori di software scarseggiano. C’è più lavoro da fare rispetto a chi lo fa. Se siete fortunati trovate qualcuno disposto ad occuparsi della vostra programmazione e sono bravi oppure no.

Fino a due anni fa siamo stati fortunati a poter contare su un’eccellente azienda importante che poi ci ha mollato per clienti finanziariamente più remunerativi. Ci siamo appoggiati subito ad un’altra azienda, ma alla lunga è stato un disastro. Per alcuni dei membri del nostro staff Il livello di stress ha superato il limite perché i fornitori di questa tecnologia non rispettavano le date di consegna, superavano costantemente il budget e producevano programmi pessimi.

All’inizio dell’autunno del 2019 ho chiamato Adamus, cosa che faccio raramente ma ero davvero disperato e avevo bisogno di aiuto. “Adamus, stiamo cercando di mettere in ordine la casa come ci hai chiesto tu ma siamo in un vicolo cieco con i problemi legati alla tecnologia”.

La risposta è arrivata direttamente dal manuale di Adamus e infatti mi ha risposto: “La soluzione si presenterà alla vostra porta”. Arrghhhh! Perché non una bella risposta chiara invece di un cliché? Quale porta? Quando apparirà? Che aspetto avrà? Quanto costerà? In quel momento ho avuto un assaggio di com’è ricevere il microfono durante uno Shoud dal vivo e sperare di ottenere una risposta diretta. Adamus aveva ragione perché qualche mese dopo uno Shaumbra di nome Jorge Merino guidò da Salt Lake City fino al Colorado per assistere a uno Shoud dal vivo.

Durante la pausa Linda si è avvicinata a lui per salutarlo in quanto era un viso nuovo. Lui ha detto che si occupava di tecnologia e con grande intuizione Linda ha suggerito che a fine giornata parlasse con me.

A fine giornata Jorge si è educatamente presentato a me. Ci siamo scambiati qualche gentilezza, abbiamo parlato dello Shoud e del fatto che li guardava da circa 5 anni. Gli ho chiesto che lavoro facesse nella zona di Salt Lake. “Sono un Senior Manager per un’azienda che sviluppa software,” mi ha risposto. DING•DING•DING. Nella mia testa è partita una campana e le parole di Adamus mi sono rifluite al cervello. “Apparirà alla tua porta” e infatti a meno di 20 metri da dove eravamo c’era la porta dello studio e per me era più che sufficiente. Gli ho chiesto “Jorge, ti interesserebbe parlare dei bisogni tecnologici del Crimson Circle?”

Quattro mesi più tardi Jorge ha lasciato il suo lavoro prestigioso in una grande azienda di software e si è unito al Crimson Circle come nostro nuovo Senior Director della tecnologia.

È stato davvero un gran bel salto passare da una compagnia commerciale molto stabile a una compagnia relativamente piccola (ma molto cool) e cosciente con un Maestro Asceso nel Consiglio di Amministrazione.

Jorge ha trascorso i successivi quattro mesi a conoscere meglio il nostro staff, il nostro modo di fare le cose, la nostra cultura e la nostra tecnologia un po’ ferita. Nel mese di luglio ha assunto la piena responsabilità per la nostra Tecnologia delle Cose. Inoltre ci trovavamo nel bel mezzo di una enorme aggiornamento della nostra piattaforma legata all’e-commerce. Il progetto era iniziato a maggio e avrebbe dovuto terminare alla fine di luglio. Jorge ci fa sapere molto educatamente che con i nostri fornitori attuali non c’è nessuna possibilità che accada nei tempi previsti.  Aveva ragione. Il progetto non era neanche lontanamente vicino alla fine quando a metà dicembre abbiamo concluso la nostra relazione con la compagnia che sviluppa quel software. È stata un’altra delle cose molto frustranti da aggiungere all’anno 2020.

Aspettate, c’è altro…

Mentre While Jorge e Michelle MacHale, la nostra Manager per i Servizi Internet tentavano di mantenere a galla la nostra barca tecnologica su Internet, Jorge stava mettendo insieme una squadra di programmatori e di sviluppatori altamente professionali. Noi sapevamo di dover aggiornare e sviluppare la nostra tecnologia internamente per ottenere ciò che volevamo quando lo volevamo.

Ho inghiottito quando ho visto il piano di Jorge secondo cui avremmo dovuto assumere non uno, non due o tre ma fino a cinque programmatori e sviluppatori a tempo pieno. In ogni caso quando il nostro Comitato Esecutivo (Alain Bolea, Linda ed io) abbiamo paragonato le cifre di ciò che stavamo già spendendo utilizzando risorse esterne, abbiamo compreso subito che avevamo bisogno di un servizio migliore e più ampio, tagliato su misura per i nostri bisogni e con costi non molto più alti.

Abbiamo tirato il grilletto e abbiamo detto a Jorge “assumi pure.” Ciò che mi ha stupito è stato con quanta velocità Jorge ha messo insieme la squadra tecnologica. Io pensavo che come minimo ci sarebbero voluti sei mesi, ma nel giro di due mesi ha assunto a tempo pieno quattro nuovi membri del Tech Team. Penso che anche Jorge sia rimasto sorpreso dalla sincronicità. “Apparirà alla tua porta,” continua a risuonarmi in testa. 

I quattro nuovi sviluppatori e programmatori non vengono dai ranghi di Shaumbra, ma chi può dirlo? Dopo avere imparato che l’energia è solo comunicazione, proprio come il software è solo una forma di comunicazione forse potrebbero iniziare ad ascoltare gli Shoud. Aspettate finché sentiranno cos’ha da dire Adamus sul TempoSpazio!

Ora abbiamo un team tecnico molto avanzato che lavora full-time in casa. Fare le cose in casa sembra sia il sentiero migliore per il Crimson Circle. Noi ora produciamo da soli tutti i nostri video compresa la post-produzione, cosa che non potremmo fare se dovessimo affidarci a fonti esterne.  Sempre in casa noi produciamo lo Shaumbra Magazine e tutta la parte grafica, la ricerca musicale, i social media e il servizio clienti. Come richiesto da Adamus, ora con la nuova tecnologia interna potremo mettere in ordine in fretta la casa. Stiamo già preparando le cose per il futuro come la Ricerca Contenuti su base AI, riunioni virtuali di Shaumbra con interazione AI, nuove piattaforme Shaumbra – solo social media, D&R virtuali ed interattive con Adamus e molto, molto di più.

Ciò che vedrete nei prossimi anni da parte del team tecnologico del Crimson Circle è inaudito per aziende del nostro livello ma ehi, noi siamo TUTTI Maestri.

DING•DING•DING continua a risuonarmi in testa. “Viene a voi” o in questo caso, “Appare alla vostra porta.”

Nel 2021 tutti noi portiamo tutto ciò nel cuore e nella mente. Permettete e basta.

INTERA – UN RESPIRO PER VOLTA – Serena Faith Masterson

Io Sono Serena ovvero come hointegrato oltre trecento personalità uniche nella donna che sono oggi. Prima della mia nascita nel 1955 mio padre mi inserì, mi affiliò a una storia straziante ma straordinariamente edificante che parla del controllo mentale da pare del governo grazie a un programma definito MKUltra. Lo scopo del programma era trovare un modo per controllare gli esseri umani attraverso il portale della mente. Per mio padre non era una cosa insolita sacrificare sua figlia per tali esperimenti; non aveva alcun rispetto per la vita umana in quanto era a capo di un culto satanico multigenerazionale.

A tre anni fui portata a casa dall’ospedale ed ebbe inizio il mio addestramento. Feci l’esperienza di abusi profondi il cui scopo era frammentare la mia identità e il tutto proseguì fino alla mia vita adulta. Anche se la mia vita è stata orripilante, i miei ricordi sono di ispirazione e li ho condivisi sotto forma di libro sul mio viaggio verso la scoperta della mia identità come essere umano dotato di Anima grazie alla guida della coscienza superiore e a un impegno incrollabile da parte di Norma Delaney.

Nel mio libro io scrivo, “In verità, non c’era nessun Io. Non c’era alcuna consapevolezza di me come individuo. Al suo posto c’era un corpo fisico che conteneva una coscienza frammentata, tenuta insieme dalla mia Anima per continuare la vita. Immaginate una porta girevole che fa entrare e uscire in fretta le persone. La personalità che appare riprende la conversazione dove l’ultima personalità l’ha abbandonata. Non c’è alcun segnale dell’avvicendamento perché ciò attrarrebbe la tua attenzione. Si verifica una coesione di consapevolezza che permette che tutte le personalità fluiscano come se fossero una sola.

Dopo dieci anni di lavoro con i medici, con i luminari più famosi nel campo del Disordine Dissociativo dell’Identità avevo perso le speranze. I ricordi continuavano a riempirmi di cose così inimmaginabili che tutto ciò che riuscivo a fare era credere che fossero bugie. Volevo integrarmi per riportare a casa i miei figli. Pensavo di aver organizzato tutto. Riuscivo solo a sognare di sopravvivere. Nella mia miopia mi ero aggrappata all’idea dell’integrazione, ma la mia Anima ne sapeva di più. Lei sapeva di cose che io non riuscivo ad immaginare. Durante le mie sessioni di terapia lei iniziò a sussurrare, “C’è qualcosa di più.” Quando finalmente mi liberai della mia idea di come avrei potuto integrare e aprirmi al suo invito e fu così che ebbe inizio l’avventura che mi ha cambiato la vita.

Incontrai Norma Delaney qualche settimana dopo, nel 1996. Lei era una facilitatrice energetica con lo Spirito. Lei mi introdusse alla compassione e alla coscienza superiore grazie all’energia di Kuan Yin. L’Essenza di Norma mi toccò come nulla fino a quel momento. I suoi occhi castani scintillavano e mi assicuravano che tutto andava bene e la sua voce aveva un tono che risuonava in profondità dentro di me. Quando ero in sua presenza mi sentivo come se fossi avvolta in un bozzolo di calore e di amore. Per i primi anni del nostro lavoro, sentirmi terrorizzata per me era normale. Presa da terrore la chiamavo continuamente al telefono e nel momento in cui sentivo la sua voce tutto il mio corpo sussultava per il sollievo che provavo. Riuscivo a sensare che esisteva un’altra realtà al di fuori della paura in cui avevo sempre vissuto. Ecco il motivo per cui ho continuato a tornare senza tener conto di quanto fosse difficile il nostro lavoro.

Norma mi sfidò su ogni singola cosa a cui credevo. Solo attraverso il sacro respiro ho potuto iniziare a sentire ciò che mi diceva e a trovare il coraggio di affrontare il mio passato. Lei ripeteva con pazienza la stessa cosa a chiunque nel mio corpo si presentasse per parlare con lei. È stata la pazienza infinita e piena di compassione di Norma che ha fatto la differenza, ma nonostante tutto ciò sono serviti anni prima che ‘noi’ ci fidassimo di lei.

Norma mi ha rivelato una conversazione avuta con Garret anni prima. Dopo avere ascoltato la stessa chiacchierata per la milionesima volta lui le chiese, “Come riesci a ripetere la stessa cosa senza sosta? Non ti senti frustrata?” Con un sorriso pieno di serenità lei gli rispose, “Garret, io parlavo con Roberta e lei non l’aveva mai sentita.”

Ogni personalità si era presentata come un individuo separato dagli altri e con caratteristiche fisiche e nomi unici. Erano quasi tutti bambini, c’era solo qualche adulto e pochi erano mostri, ma ognuno di loro recitava un suo ruolo per mantenere il corpo in vita e in salute. Solo durante gli ultimi anni del lavoro fatto con Norma lei mi mostrò che quelle parti di me erano aspetti della memoria. Quella consapevolezza mi permise di integrare più facilmente i traumi della mia vita.         

Quando iniziammo quel viaggio io ero stupita dalla nostra innocenza. Nessuna di noi due sapeva quanto dura sarebbe stata e quanto sarebbe stato impegnativo e fu solo il sì costante da parte di Norma che rese possibile tutto ciò. Lei si impegnò del tutto con me e solo dopo la morte di Norma io iniziai a rendermi conto di quanto fosse vero. Geoff Hoppe mi raccontò che a prescindere da dove fossero nel mondo, lei si prendeva del tempo per connettersi a me.

Mi raccontò che durante una cena con un gruppo con Shaumbra Norma si alzava, si scusava e mi chiamava al telefono. Lei sapeva che io vivevo in uno stato di paura costante e sentire la sua voce mi avrebbe fatto sentire confortata. Nel corso degli anni le persone le chiedevano perché continuava a lavorare con me e infatti pensavano che stesse durando troppo tempo, ma per lei le loro opinioni non avevano alcun senso, perché lei sapeva i progressi che stavamo facendo. Norma diceva, “Serena, se non mi avessi incontrato dietro ogni angolo per fare questo lavoro, io avrei smesso molto tempo fa.” Quando io mi tiravo indietro e rifiutavo la sua guida, lei si fermava e mi permetteva di scegliere ciò che volevo. Quel semplice atto mi permetteva di connettermi ancora più in profondità al fatto di essere una creatrice. Io ero stata una vittima e per moltissimo tempo avevo giocato il gioco della paura che era diventato una parte integrante della mia guarigione.

Vissi con Norma e Garret per le prime due settimane del 2011 per tenermi al sicuro dagli aspetti che volevano uccidermi. Fin dall’inizio ero stata addestrata a non raccontare mai i segreti. Nel mio sistema alcune personalità specifiche avevano imparato a mantenere i segreti a ogni costo e più mi avvicinavo alla verità più dentro di loro si attivava il lavoro che facevano, cioè uccidere il corpo. In quel periodo solo il fatto che Norma e Garret vegliassero su di me mi ha mantenuto al sicuro e oggi sono viva.

Quando si trasferirono in Colorado mi portarono con loro e fu allora che iniziò il vero lavoro. Per i successivi 7 anni io ho vissuto da sola nella mia piccola casa di Evergreen e ho avuto contatti solo con Norma. Norma mi amava un respiro alla volta. Il respiro conscio dell’Anima è stato lo strumento che mi ha insegnato a connettermi alla mia calma, alla mia pace interiore. Solo così sono riuscita a iniziare a capire la differenza tra la verità e le bugie della mia mente allenata e addestrata con grande cura. Norma mi ha dimostrato che la compassione e la quiete che esistevano dentro di lei esistevano anche dentro di me e tutto ciò che dovevo fare era accedervi attraverso il sacro respiro. Imparai che la mia anima mi amava in modo completo e senza alcun giudizio e che avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse stata necessaria per mantenere vivo il mio corpo e sana la mia mente. Erano le mie credenze che etichettavano tutto come cattivo o sbagliato.

Quando lavoravamo con un ricordo che attivava il giudizio Norma mi avvertiva dicendo, “Tocca a te scegliere, Serena. Resterai nel giudizio o scenderai in profondità nel tuo centro e respirerai? Senti la verità di ciò che la tua Anima conosce.” Tenendomi stretta nel suo amore pieno di compassione, lei aspettava di vedere cosa avrei scelto. Io chiudevo gli occhi e chiedevo alla mia anima di aiutarmi a sentire la verità e mentre respiravo iniziavo a sentire una realtà che esisteva fuori dai mondi crudeli della mia mente e tutto ciò risuonava dentro di me mostrandomi attraverso la sensazione che ciò che Norma diceva era vero. Ecco cosa ha creato la mia consapevolezza come individuo.

All’inizio ho iniziato a scrivere la mia storia per aiutarmi a connettermi alla verità Mi sedevo al computer, chiudevo gli occhi e permettevo che i miei ricordi affiorassero grazie alla guida dell’Anima. Tra me e ciò che era accaduto nella mia vita c’erano strati e strati di intorpidimento, di insensibilità. Per anni e anni ho scritto le mie esperienze prima di iniziare a connettermi a ciò che era accaduto.

Quando ho iniziato a sentire quanto reali fossero stati quegli eventi sono rimasta senza fiato. Sentivo il terrore e la sensazione di essere stata abbandonata ed entrambe mi avvolgevano in emozioni molto dolorose. È stato solo attraverso il respiro pieno di compassione che sono riuscita ad integrarli. L’integrazione è l’atto di portare a casa, nella ‘grandezza di me’ l’energia vecchia, le vecchie ferite e gli aspetti attraverso il respiro. Non riuscivo più a fingere che ciò che mi era accaduto non fosse reale. Lo sentivo in ogni fibra del mio corpo. Avevo creduto che i miei ricordi fossero una bugia, ma quella credenza è scomparsa via via che mi connettevo alla verità di ciò che avevo vissuto.

Quando sono riuscita a guardare in faccia le conseguenze delle mie esperienze da un luogo privo di giudizio ho continuato ad innamorarmi di me sempre di più e quindi il mio passato non riusciva più a controllarmi nello stesso modo. 

Questo è il miracolo che Norma ha fatto con me! Attraverso il potere del respiro unito alla disponibilità di guardare in faccia la verità di ciò che io credevo fosse successo, noi abbiamo iniziato a sbrogliare l’incubo che avevo vissuto. Spesso sentivo che il mio sistema era come un enorme elastico che tratteneva migliaia di altri piccoli elastici connessi tutti insieme e se uno di quelli si fosse rotto, tutto l’insieme sarebbe esploso. Vivere una vita come quella era davvero esasperante e mi esauriva.

Negli ultimi anni molte persone mi hanno chiesto come ho osato collaborare con Norma. La loro domanda mi ha stupito perché è stata una donna che non solo mi ha offerto una compassione e un amore senza fine ma che sempre – e intendo proprio sempre – mi ha detto la verità anche se per lei era molto difficile. Inoltre quasi nessuno riesce a concepire il tipo di dolore in cui vivevo e quel dolore ha continuato a motivarmi affinché mi aprissi alla sua guida, a prescindere da quanto difficile fosse tutto ciò. Non ho mai sentito che il coraggio facesse parte dell’equazione, perché mentre affoghi faresti qualsiasi cosa pur di restare viva.

Quando ho scoperto che mia madre mi aveva chiamato apposta con nomi diversi proprio per creare personalità diverse mi sentii devastata. Avevo mantenuto la speranza che lei non mi avesse fatto del male come aveva fatto mio padre. Mentre barcollavo avanti e indietro nel tentativo di afferrare ciò che mia madre mi aveva fatto, Norma mantenevo uno spazio di accettazione tranquilla. Lei non ha mai cercato di ripararmi o di dirmi che le cose sarebbero andate bene. Al contrario, Norma mi invitava a chiedere alla mia Anima la sua intuizione. Questo è stato il dono che Norma mi ha offerto e ha insistito affinché io trovassi le mie risposte personali. Lei mi invitava a rivolgermi alla mia Anima per ottenere consolazione. Fin dall’inizio la sua intenzione è stata quella di aiutarmi a trovarmi e mentre io entravo dentro di me sentivo la compassione della mia Anima che sgorgava dentro di me e mi calmava in modo che io potessi sentire la verità che risuonava nel mio corpo e ciò mi parlava con molta più potenza di quanto le parole avrebbero mai potuto fare. Ecco come fui creata come la prima autentica coscienza nel corpo. Quando smisi di cambiare e rimasi dov’ero a prescindere da quanto fosse scomodo e senza mai smettere di respirare, fu proprio ciò che permise che sempre più di me fosse qui. Io sceglievo di vivere e quella scelta mi nutriva e si aggiungeva alla mia esperienza.

Quando cercavo di condividere con le persone il fatto che io, Serena-Faith Masterson in realtà non ero nata fin che non avevo incontrato Norma Delaney, loro si sentivano molto confuse e io lo capivo. Dare vita a una nuova coscienza in un corpo adulto per creare una nuova vita è un vero e proprio miracolo. Fu proprio ciò che la mia Anima aveva sempre inteso fare. La massa di aspetti il cui compito era mantenere vivo il mio corpo erano come attori che in una recita teatrale mantengono lo spazio finché non si crea la vera vita. Questo viaggio è stato incredibile. Quando sentite le parole, “Con lo Spirito è tutto possibile,” potete star sicuri che è vero perché io sono l’esempio vivente di quell’affermazione. Ciò che per molte persone sembrava un traguardo impossibile non lo era per la mia Anima, perché lei sapeva che noi avremmo potuto completare la mia integrazione un respiro per volta.

La mia storia è piena di saggezza che è utile a chiunque cerchi di calmare il rumore creato dalla mente come pensare a se stessi in modo negativo, provare sensazioni di stress o sentirsi travolti e poi c’è la paura. Ogni ricordo che condivido parte dalla prospettiva della compassione e del non giudizio. Il ricordo illumina come io mi sono trasformata da una persona paurosa e immersa nel PTSD – Disturbo da Stress Post Traumatico – in una persona viva e gioiosa.

Chiunque può entrare dentro di sé e dare inizio a una relazione con la sua Anima. Tutto ciò che deve fare è invitare la sua Anima a far parte della sua vita quotidiana e non importa quanto la paura sembra urlare a squarciagola, la quiete che vive nel centro di ognuno di noi è l’ingrediente necessario che ci guida fuori dai traumi nel nostro passato.

Nel corso della sua vita tutte le persone sono state ferite e attraverso il respiro pieno di compassione possono guarire. Io ho una relazione attiva con i miei figli che ora sono adulti. Ora lavoro nella banca locale della zona in cui vivo. Pensavo che nel momento in cui avessi pubblicato il mio libro non avrei più lavorato in una banca ma era un’idea mentale e di nuovo, la mia anima aveva un piano più grande. Continuando a fare il mio lavoro ho scoperto come ci si sente essere trasparenti.

Ora la mia storia è a disposizione di chi la vuole leggere e io sono al sicuro. I clienti entrano e condividono con me ciò che la mia storia ha significato per loro. Alcuni hanno pianto con me, mentre altri mi raccontano che li ha aiutati in modo enorme. Sapere che non devo più nascondermi mi ha fornito una sensazione più ampia di libertà. Riuscite ad immaginare in che modo meraviglioso mi sento?

Il mio passato non mi controlla più e la mia vita si svolge in modi che spesso mi sorprendono, ma il miracolo più prezioso di tutti è che io conosco la mia Anima e io sono una.

Io sono Serena è disponibile per l’acquisto in tutto il mondo.        

IL BATTITO DEL CUORE SHAUMBRA – Jean Tinder

DI TOPI E DI DRAGHI

Mi sorprende ancora che a prescindere da quanto chiaramente io “sappia” qualcosa, perché diventi reale devo viverlo e farne esperienza. Prendete l’autostima, per esempio. Io “so” di essere degna di tutte le cose buone. Io “lo so” davvero. Il solo fatto che io esista su questo pianeta significa che mi merito l’abbondanza, il piacere, la gioia, la facilità e la grazia ma con gli anni o meglio con i miliardi di anni mi sono accollata un mucchio di sistemi di credenza che vanno nella direzione opposta rispetto a quella verità. Certo, ora come ora ne ho scoperti molti e me ne sono liberata… o no? Li ho lasciati andare per davvero o li ho solo sepolti un po’ più in profondità sotto la mia logica geniale?

Per fortuna il drago è molto accurato quando si tratta di scavare per ritrovare rimasugli di spazzatura che sono ancora in giro nel mio mondo interiore quasi puro. Oltre ad insistere molto, io giuro che quella dannata mutaforma possiede anche il senso dell’umorismo e sì, ho un’altra storia da raccontarvi.

Prima di tutto il promemoria di qualcosa che Adamus ha detto durante lo Shoud di dicembre quando con grande passione ha dichiarato: “Voi dovreste godervi l’esperienza di essere per strada – una di quelle strade ampie, con belle curve e circondate da un bellissimo paesaggio – e guidare velocemente in una bella giornata. Tutto gira intorno a questo. Ecco il motivo per cui siete qui. Voi non siete qui per pensare. Quasi tutti pensano e basta e non fanno mai l’esperienza di com’è guidare, cioè stare seduti su un’auto – scoperta, con il tettuccio abbassato e la musica a tutto volume – e godersela, solo questo. Ecco qual è l’esperienza. Quasi tutti pensano e si dimenticano di fare l’esperienza. I Maestri lo fanno in modo diverso.”

Mentre ascoltavo le sue parole mi sentivo molto orgogliosa di me e anzi, scherzando accusavo Adamus di avermi spiato perché ciò che descriveva era esattamente ciò che stavo facendo! Grazie a una serie di eventi inattesi, da poco ero entrata in possesso di una macchina sportiva, una piccola Mazda Miata con cui avevo guidato fino allo studio proprio quella mattina con il tettuccio abbassato e godendomi al massimo il sole invernale. Che grande soddisfazione riuscire a dire “Ha, guardami, io ce l’ho già!”

Come dice il proverbio, l’orgoglio precede la caduta. Beh, non è stata tanto una “caduta” quanto io che avevo bisogno di dimenticarmi di essermi fatta bella con Adamus e poi mollare il bisogno sempre presente e oh-molto-sottile dell’approvazione altrui e far girare tutto intorno alla mia integrazione personale.

Qualche giorno dopo lo Shoud ho portato dal meccanico la mia auto sportiva per un controllo. Dopo aver ricevuto il via libera sulla buona salute ho fatto qualche giro e poi ho guidato fino a casa dove ho posteggiato la mia baby in garage per l’inverno. Qui in Colorado c’è un breve tratto di autostrada tra Louisville e Boulder dove il traffico vola sulla strada aperta. Il mio appuntamento successivo era proprio a Boulder e quindi ho abbassato il tettuccio, ho fatto partire la mia canzone preferita e ho spinto sul gas mentre urlavo ad Adamus – “Sì! Questa è la vita!” – e per pura gioia ho alzato al cielo il pugno e proprio in quel momento l’auto è morta.

Mentre scendevo lungo la collina nella corsia di sorpasso a 128 km all’ora la mia macchina è semplicemente morta! Il motore è finito in stallo e si sono accese tutte le luci del caso, l’auto ha perso potenza e non potevo più gestire il volante né i freni. Dopo aver cercato senza successo di far ripartire la macchina ho cambiato corsia e mi sono scusata con gli altri guidatori muovendo la mano e lentamente mi sono avvicinata al punto più lontano possibile dal traffico. Proprio quando tutto era assolutamente perfetto, tutto è andato male. Ma che diavolo! 

Ho fatto parecchi respiri profondi e poi ho provato a far ripartire l’auto, ma nessun risultato. Tutti i sistemi erano fuori gioco. Ho chiamato l’officina e tutti erano dispiaciuti, ma naturalmente al telefono non si poteva fare molto.

Con grande riluttanza ho cancellato il mio appuntamento a Boulder e ho chiamato un carro attrezzi, irritata dal fatto che il mio respiro conscio e il mio pensiero magico non avessero riparato e ripristinato un ordine perfetto.        

Non potevo fare altro che aspettare e ora la mia piccola e dolce auto scoperta era diventata l’oggetto di divertimento e del senso di pietà da parte di migliaia di guidatori che mi passavano davanti. Con il tettuccio scoperto e il riscaldamento spento quella situazione sarebbe rimasta tale finché il motore non fosse risorto. Il vento freddo mi soffiava tra i capelli, mi sono chiusa la giacca a vento e ho iniziato a guardare il cielo. Almeno per altre due ore la tempesta di neve non sarebbe arrivata.

Finalmente è arrivato il carro attrezzi che ha caricato la mia auto, troppo piccola per essere trainata e dopo 10 minuti eravamo di nuovo in officina. Una volta scaricata ho girato le chiavi nel cruscotto pronta a disperarmi se la macchina fosse ripartita di fronte al meccanico e invece no, non ha funzionato neanche così anche se proprio il meccanico si è accorto che il sistema antifurto era stato attivato. Quando il computer dell’automobile pensa che tu non abbia la chiave giusta, tutto si blocca. Come diavolo può accadere sull’autostrada e in piena velocità?  Perché mai il sistema avrebbe deciso che io stavo rubando la mia stessa automobile? Anche il meccanico era stupito.

Ho chiamato mia figlia perché mi desse un passaggio e mi chiedevo come sarei riuscita a portare a casa la Miata con tutta la neve che stava per arrivare (non è un’auto progettata per la guida invernale). Mentre aspettavo, il meccanico mi ha informato che con i suoi apparecchi non riusciva nemmeno a comunicare con l’auto. Quella stessa mattina con il loro computer erano riusciti a completare tutta una serie di letture, mentre ora il sistema non diceva nulla. Alla fine ha trovato un fusibile saltato e l’ha sostituito, ma un secondo dopo si è fuso di nuovo proprio mentre mia figlia arrivava per riportare a casa sua madre con un gran broncio.

Dopo essermi riscaldata e molte ore dopo essere tornata al lavoro ho dovuto chiedermi cosa diavolo stava facendo la mia energia… o ciò che stavo facendo con la mia energia o come avrebbe detto Adamus, “In tutto ciò qual è la comunicazione energetica?”

Per me quell’adorabile piccola auto rappresenta nella mia vita una gioia del tutto nuova. Mi permetto di rilassarmi, di giocare e di scegliere qualcosa per divertirmi perché mi diverte e non perché è pratica. Se l’auto doveva tararsi proprio sulla mia energia, il processo non poteva rivelarsi un po’ meno scomodo? In ogni caso, cos’era successo davvero?? Ho letto da qualche parte sul web che i segnali mobili oh la tecnologia wireless poteva interferire con l’antifurto, ma io non avevo mai sentito parlare di un’auto che si blocca in mezzo all’autostrada. Forse quel giorno c’erano state esplosioni solari, ma nessun altro aveva avuto quel tipo di problema. Qual era la REALE comunicazione energetica?

Con l’aiuto di un amico molto saggio alla fine mi è stato chiaro.

La verità è che nelle ultime settimane e mesi e anni ho affrontato davvero molto. Come moltissimi di noi che sono determinati a concedersi la libertà, io ho superato una tonnellata di sfide e di vecchi programmi di questa vita e di altre vite. Per me quell’auto rappresenta la libertà che ho cercato a lungo e anche il piacere, la gioia, l’abbondanza e l’abbandono; un Maestro che si gode letteralmente il meglio dalla vita e proprio allora, in quel momento di gioia e di libertà piena, l’auto si blocca! Che diavolo? 120 km all’ora e salta un fusibile? Io sono al sicuro, l’auto non ha subito danni ma intorno a tutto ciò c’era un enorme intreccio energetico.

Ok, guarda più in profondità. Un fusibile è un limitatore progettato proprio per saltare quando troppa energia attraversa il sistema. Tutto ciò somiglia agli aspetti interiori progettati per “saltare” quando mi avvicino troppo a qualcosa che loro cercano di proteggere. Allora, qual è il vero tema? Ah, ecco qual è: sono degna? No, davvero, sono DAVVERO degna di quel tipo di condiscendenza così libertina?

Ci sono una sorprendente quantità di voci interiori che non la pensano così. Qualche giorno prima stavo parlando con un mio familiare che incolpava i mali del mondo al fatto che le persone si mettessero al primo posto. E se fosse stato vero? Onestamente io mi merito davvero un tale divertimento lussuoso quando le persone intorno a me – anche le persone che io amo – lottano e soffrono?

Ecco la domanda legata alla comunicazione energetica e mentre per la mia mente la risposta è ovvia, è chiaro che non mi sono permessa di farne l’esperienza in pieno. Sostituirò i fusibili solo perché saltino di nuovo? Ho ancora bisogno dei fusibili?

Qualche giorno dopo la situazione non era ancora chiara. A prescindere da quanto a livello logico “sapessi” a cosa si riferisse quell’episodio così folle e a prescindere da quante volte mi ripetessi “Io ne sono degna, ne sono degna” lui continuava a girarmi in testa. Nel mio essere niente si era radicato in profondità e niente era cambiato davvero. Mi sentivo irrequieta, come se quella cosa mi stesse masticando da dentro e io avevo bisogno di uscire di casa. Mentre andavo in città sulla mia Toyota oh-così- sensibile e la mia mente e il mio corpo erano occupati a guidare, io ero il mio pubblico personale. Un palcoscenico perfetto per ottenere un po’ di chiarezza e muovere l’energia.

Accidenti, quanta energia era pronta a muoversi! Nel momento stesso in cui sono salita sull’auto ha iniziato a risalirmi dentro una rabbia profonda e ruggente. No, in effetti non era rabbia ma piuttosto furia. Non avevo proprio idea di cosa avesse attivato una rabbia così improvvisa, feroce e accecante che ringhiava e urlava. Mentre scendevo dalla collina urlando, alla fine ho fatto un respiro e ho detto ad alta voce, “Sì, parte arrabbiata di me, io ti sento ma non sei tu che mi controlli. Io posso sentire e anche esprimere la tua emozione, ma non la metterò in scena.” Posso dirvi che si stava godendo quell’ondata di energia e di attenzione e se io le avessi permesso di assumere il controllo mi sarei lanciata giù lungo quella strada in una specie di stato umorale in cui non ti interessa cosa accade. Era un aspetto – un aspetto molto arrabbiato – ma per nessuna ragione al mondo avrei rinunciato alla mia sovranità. Sentivo con chiarezza la sua furia, ma lui non era ME.

Quando quell’aspetto si è reso conto che io non avevo abboccato si è calmato un po’. Ho continuato a parlare ad alta voce e gli ho chiesto, “Perché sei così arrabbiato? Tutta questa furia cos’ha a che fare con il fatto di essere degna e di ricevere?” Onestamente non l’avevo capito, ma sapevo che la risposta sarebbe arrivata.

Dopo qualche chilometro la chiarezza ha iniziato ad emergere. Sotto quella rabbia furiosa c’era il dolore intenso, la pena e il dolore che scaturivano da tutte le parti del sé che volevano ricevere ma se l’erano negato. Avevano pensato di essere degni di ogni cosa buona, ma poi erano arrivati gli insegnamenti sul senso di colpa e sulla vergogna, sul peccato originale e su quanto gli umani che valgono così poco meritino solo il tormento e la dannazione. Proprio come ai bambini con gli occhi pieni di luce è negata la magia, la semplice purezza degli altri sé era stata distrutta finché tutto ciò che era rimasto era proprio la rabbia.

Ora avevo capito.

Il mio cuore si è aperto. Sconvolta da ciò che avevo vissuto, tutto ciò che sono riuscita a fare è stato respirare. Mi sono fermata al semaforo, ho trovato un fazzolettino di carta e mi sono asciugata le lacrime. Qualche momento prima riuscivo a sentire solo una rabbia cieca, mentre ora ero piena di compassione e avevo ancora una domanda.

Come integrare quelle parti di me che ora mi tenevano il broncio nell’angolo e si erano pentiti che li avessi visti? Il fatto che io li avesse riconosciuti non li avevo resi automaticamente più amichevoli. Oh no, quel rancore era molto antico. La mia anima aveva la risposta. “Mi spiace tanto, mi spiace tantissimo per ciò che hai affrontato,” dissi ad alta voce mentre il traffico riprendeva a scorrere. “Cara se di me, io sento davvero il tuo dolore, lo sento in ogni singolo frammento.” Da dentro non ho ricevuto una risposta, ma sapevo che era vero. Continuai, “Ecco come sistemare la situazione: ora tu ricevi ogni cosa buona attraverso di me! Ecco perché ti ho chiamato ed ecco perché sono qui, per rendere di nuovo tutto giusto, cioè che tu sia di nuovo degna.”

Ho fatto qualche altro respiro profondo, distratta dal traffico, dal tempo e dalla lista di cose da fare che avevo in testa. Quando sono tornata alla consapevolezza interiore quelle sensazioni di rabbia, il tenere il broncio e il sentirsi ferita non erano più da nessuna parte. Mentre non li guardavo erano sgattaiolati di nuovo a casa.

Ora sono degna? Beh, sono sicura che ci sono altre parti di me che non la pensano così, ma ci sono più parti di Me che si ricordano che lo sono. Ci sono ancora aspetti che hanno bisogno di far saltare un fusibile o di causare qualche altra calamità proprio quando la vita diventa bella?

In realtà non importa. Ciò che importa è ricordarmi che il semplice fatto che esisto è sufficiente perché io mi meriti la vita, la gioia, l’abbondanza, il piacere e la libertà. Tutto il resto è una bugia a cui non ho più bisogno di credere.

E la mia adorabile piccola Miata? Dopo aver passato ore alla ricerca del problema, il meccanico mi ha chiamato il giorno dopo con la sua diagnosi. Mentre per la centesima volta trafficava sotto l’automobile qualcosa gli è finito sulla faccia – un topo morto da poco! A un certo punto si era infilato negli ingranaggi e aveva masticato i fili che con un tempismo supremamente ironico avevano mandato in corto circuito il motore e avevano bloccato tutta l’auto.

Un topo. La mia energia nella comunicazione. Un aspetto, un animale nocivo (gioco di parole tra pest/animale nocivo e aspect/aspetto – N.d.T.) che si aggirava nei luoghi meno probabili mordicchiando senza sosta cose diverse e facendo casino con il sistema noto anche come il mio flusso energetico. Non ero rimasta vittima di uno scoppio energetico da parte del sole, delle microonde del cellulare o dei raggi dei cervelli alieni. C’era stata solo una parte del mio sé che non sapeva cos’altro fare e nel suo modo molto limitante stava comunque cercando di prendersi cura di me proprio bloccando il flusso quando diventava troppo. Un fusibile molto efficace nella fessura del ‘non sono degna’.
Mentre il meccanico concludeva la nostra telefonata e stava per chiudere l’officina, ridendo mi ha detto che quella sera avrebbe raccontato ai suoi colleghi una storia che girava intorno al fatto di “trovarsi un topo in faccia”.

E io? Beh, io ho detto “Tutto ciò che serve.” Certo, non mi aspettavo che il mio drago fosse così creativo e neppure che avrebbe assunto la forma di un topo. In ogni caso con il sistema interiore praticamente quasi rifatto sembra proprio che sia arrivato il momento giusto per mandare in pensione tutti quei vecchi fusibili.