LA FEBBRE DEL PODCAST – G. Hoppe
Negli ultimi 18 mesi ho fatto diverse interviste in podcast con Adamus. Sembra che ci sia una nuova razza di conduttori di podcast spirituali che hanno alzato il livello dei loro programmi e io sospetto che il COVID abbia avuto qualcosa a che fare con questo. Tecnologie come ZOOM hanno reso più facile la produzione dei programmi e durante le lunghe ore di isolamento a casa le persone si sono rivolte a fonti di media/intrattenimento come YouTube. Al giorno d’oggi per realizzare un podcast professionale non è necessario avere uno studio o fare grandi investimenti in attrezzature. Una buona videocamera, un microfono e un’illuminazione vi permetteranno di iniziare e poi un software e una formazione in post-produzione video vi porteranno al livello successivo.
Per molti anni ho resistito all’idea di fare interviste e infatti dopo aver visto alcune interviste ho rifiutato molte più richieste di interviste di quante ne abbia accettate. Alcuni conduttori semplicemente non sapevano come condurre un’intervista o ovviamente sapevano poco o nulla del loro ospite. Alcuni parlavano per metà del tempo e non lasciavano molto spazio ai loro ospiti perché più che altro volevano ascoltare se stessi. Alcuni volevano solo una “lettura privata” da parte del loro ospite per sapere quanto fosse stato grande in una vita passata.
Troppi conduttori di podcast volevano solo farsi vedere con un ospite famoso come Lee Carroll, Darryl Anka, Matt Kahn o Gregg Braden. Alcuni avevano un numero di spettatori così basso che semplicemente non valeva la pena di preparare e fare l’intervista, mentre altri conduttori volevano che io proponessi dei prodotti ai loro spettatori per ottenere una parte del ricavato (a tutt’oggi il Crimson Circle ha una politica rigorosa che prevede di non promuovere mai alcun prodotto anche se il conduttore lo consente).
Ma poi, all’inizio di gennaio 2023 ho ricevuto la richiesta di partecipare a una trasmissione con Alex Ferrari nel suo programma Next Level Soul. Non avevo mai sentito parlare di Alex, ma ho deciso di dare un’occhiata e sono rimasto stupito dal numero di spettatori che attirava e dalla qualità dei suoi ospiti.
Era evidente che si era preparato per le interviste e che aveva esperienza nella produzione video e inoltre il suo stile personale era caldo e genuino. Così, con un po’ di ansia ho accettato di fare una trasmissione con lui, ma con la clausola che sarei stato solo io, cioè senza canalizzare Adamus.
Sono rimasto sorpreso di quanto mi sia piaciuto fare l’intervista. Alex mi ha posto delle buone domande, domande dirette e io ho dovuto rispondere in modo chiaro e conciso, senza divagare e senza addentrarmi in tane di coniglio. In seguito, quell’episodio ha avuto quasi 484.000 visualizzazioni e prima ancora di concludere l’intervista Alex ha invitato me e Adamus per un’altra intervista.
Sono tornato al programma di Alex pochi mesi dopo, alla fine di marzo 2023 e questa volta con Adamus. Dopo aver chiacchierato per i primi 20 minuti circa, ho portato dentro Adamus per essere intervistato. Subito mi sono reso conto che Adamus amava il palcoscenico e ho sentito affiorare le sue sfaccettature di Shakespeare e Mark Twain. Non era affatto riservato e in questo era molto più bravo di me! Sentivo che si concentrava sulle energie degli spettatori, che distillava i suoi pensieri e dava risposte molto chiare e stimolanti e allo stesso tempo trasmetteva molta energia. Era nel suo elemento e da quando è andato in onda, quella puntata ha generato quasi 393.000 visualizzazioni.
Il Crimson Circle non fa pubblicità, il che è piuttosto ironico perché negli anni ‘80 e ‘’90 ero proprietario di un’agenzia pubblicitaria a Dallas. All’interno dell’azienda noi non abbiamo nemmeno una sezione di marketing perché molto tempo fa abbiamo imparato che le persone vengono da noi. I pochi programmi di marketing che abbiamo tentato nei primi tempi hanno portato a noi il tipo di persone sbagliato e quindi abbiamo smesso di farlo. Anche all’interno della nostra comunità Shaumbra non facciamo marketing a parte la rivista mensile Shaumbra Magazine che però è più incentrata su informazioni e articoli.
Questi podcast sono un ottimo modo per raggiungere un pubblico mirato e dare loro un assaggio di CC e Adamus.
Un’intervista in podcast genera altre interviste in podcast. Una volta che si è partecipato a un programma e il numero di spettatori è rispettabile, altri conduttori inizieranno a chiamare.
È esattamente ciò che è successo. Abbiamo rifiutato alcune richieste per i motivi sopra elencati, ma dopo che il nostro Social Media Manager Nazar Fedunkiv ha controllato una richiesta per il programma Inspire Nation di Michael Sandler abbiamo accettato un’intervista perché ci piacevano lo stile e l’autenticità di Michael.
Adamus e io abbiamo fatto la nostra prima trasmissione con Michael l’8 febbraio 2024 (163.000 visualizzazioni fino ad oggi) e poi un’altra il 30 maggio 2024 (135.000 visualizzazioni fino ad oggi) e un’altra recente intervista il 20 giugno 2024 (65.000 visualizzazioni fino ad oggi).
Nel frattempo, abbiamo realizzato un’altra trasmissione con Alex Ferrari il 24 febbraio 2024 (375.000 visualizzazioni fino ad oggi) e solo pochi giorni fa un’intervista con Emilio Ortiz sul suo podcast Just Tap In ha ottenuto oltre 25.000 visualizzazioni nelle prime 24 ore.
Una sera di circa quattro anni fa, Adamus si rivolse a me mentre ero seduto sulla veranda di Villa Ahmyo alle Hawaii e sorseggiavo un bicchiere di vino e mi disse, “Cicala, metti in ordine la tua casa. Nei prossimi 3-5 anni molti nuovi arriveranno al Crimson Circle. Assicurati di essere pronto per loro”. Io l’ho condiviso con il personale e tutti l’hanno preso molto sul serio.
Negli ultimi quattro anni abbiamo esaminato tutti i sistemi e i processi interni per aggiornarli. Ora tutta la nostra parte tecnica è all’interno dell’azienda e infatti abbiamo un team di 12 progettisti, sviluppatori e programmatori che lavorano a tempo pieno. Abbiamo ripulito le nostre banche dati e i sistemi aziendali, abbiamo catalogato e indicizzato 25 anni di messaggi, abbiamo snellito i processi interni, abbiamo creato un nuovo negozio di e-commerce da zero e dopo 18 mesi di lavoro dedicato, tra poche settimane lanceremo il nostro nuovo sito web. Abbiamo seguito le direttive di Adamus e ci siamo sentiti come la versione moderna dell’Arca di Noè, ma questa volta al posto della barca e degli animali c’erano la tecnologia digitale e gli esseri umani in via di risveglio.
Come risultato delle interviste del podcast, molte nuove persone hanno trovato la strada del Crimson Circle. Rispetto ai fondatori Shaumbra originali sono più giovani (hanno tra i 20 e i 40 anni) e almeno il 50% è di sesso maschile rispetto al 75% di sesso femminile del passato. Sono esperti di tecnologia e abbracciano lo stile non convenzionale di Adamus. Tutti vogliono risposte dirette e non ricoperte di zucchero e apprezzano l’atteggiamento irriverente e lo stile diretto di Adamus, nonché il suo approccio aperto.
Ciò che mi piace molto di queste interviste è che Adamus distilla 25 anni di insegnamenti in 90 minuti e le usa anche per agitare le acque nel tipico stile di Adamus. Di certo non si trattiene anche quando io cerco di trattenerlo.
Nella trasmissione più recente con Michael Sandler ha lanciato la ‘bomba P’ quando ha sottolineato che non gli piacciono o non si fida dei Pleiadiani. WTF Adamus? Metà dei New Agers sono fortemente interessati ai Pleiadiani! Secondo alcuni “esperti” sono il nostro seme stellare e sono qui per salvarci e molti degli ospiti del podcast sono P-canalizzatori. Mentre la sua sfuriata contro P usciva dalla mia bocca ho pensato “Oh, Adamus, stai camminando su un ghiaccio molto sottile”, ma il suo punto di vista era chiaro e semplice ed è una cosa che nessuno riconosce, meno che meno le chiese . “In tutto il creato non esistono Esseri più grandi degli Esseri Umani”.
Mentre tutti gli altri sembrano considerare gli esseri umani come umili peccatori o come la creazione di un qualche dio alieno demente, Adamus proclama a gran voce che gli esseri umani sono i più grandiosi di tutti e ci dice che finalmente è giunto il momento di riconoscerlo in modo che questo pianeta possa andare avanti. Per i molti umani che hanno investito nella sofferenza e nell’indegnità questa è pura blasfemia, ma è una vera una delizia per le orecchie di coloro che sono pronti a sentirla e a viverla.
Mentre tutti noi lasciamo risplendere la nostra luce sul mondo durante questo epico Tempo delle Macchine, questo nuovo stile di intervista podcast si è rivelato un modo eccellente per irradiare il nostro messaggio al mondo. Siamo fortunati ad avere Adamus – uno degli ospiti più popolari e amati del podcast – che ci rappresenta al pubblico. Adam-US!
LE REALIZZAZIONI SHAUMBRA
DA UNA PROSPETTIVA UMANA, DAL BASSO IN ALTO- Tibor Szolcsányi
Come essere umano, la prima cosa che so per certo è che ho provato sensazioni corporee. Sento quando respiro e posso anche respirare in modo consapevole. Quando muovo le gambe, le braccia o le mani io sento i movimenti del mio corpo. Io sento quando mi tocco e provo sensazioni profonde e viscerali. Io riesco a sentire il dolore e il piacere fisico. Io sono consapevole delle mie sensazioni corporee.
So anche con certezza che la mia consapevolezza corporea è inserita in una consapevolezza di me che è più ampia. Io faccio esperienze, provo sentimenti e penso. Io so cosa significa per me guardare il tramonto, ascoltare il canto degli uccelli, sentire l’odore dei fiori o semplicemente sentire la brezza della sera sulla pelle. Forse quelle esperienze sono solo illusioni, una sorta di sogni, allucinazioni o simulazioni, ma sono le mie esperienze perché io ne sono consapevole. Allo stesso modo, forse i miei pensieri e le mie convinzioni non sono veri e forse nemmeno i miei pensieri sono miei. Tuttavia, posso essere sicuro che i miei pensieri espliciti sono davvero miei sotto un aspetto – io ne sono consapevole. È ciò che ha capito René Descartes, il filosofo francese e da allora è diventato il punto di partenza della filosofia moderna: “Io penso e quindi sono”.
Io posso andare anche oltre perché posso ricordare le mie esperienze passate e ho l’immaginazione. Io sono in grado di aprire uno spazio alternativo di esperienze e sentimenti. Naturalmente i miei ricordi possono essere falsi e la mia immaginazione può non rappresentare nulla della realtà esterna, ma quando sono consapevole dei miei ricordi o delle mie fantasie posso essere sicuro che rappresentano qualcosa della mia realtà interna.
Infine, come essere umano io posso creare cambiamenti e transizioni di fase nella mia consapevolezza semplicemente modulando la mia attenzione. Io posso scegliere di concentrarmi sul mio respiro, ma posso anche scegliere di immergermi nelle mie esperienze esterne o nei miei pensieri. Io posso anche identificarmi con il mio corpo, con le mie sensazioni, con i miei pensieri o con i contenuti della mia immaginazione. Io ho a disposizione una specie di tecnologia di autocoscienza, il che presuppone una consapevolezza di livello superiore (o meta-coscienza). Possiamo definirla semplicemente coscienza. Come essere umano io posso essere certo di avere la coscienza ed è proprio per questo che posso essere consapevole delle varie sfaccettature della mia autocoscienza.
Inoltre, dal punto di vista umano, la prova soggettiva più diretta della mia esistenza è fornita dalla mia capacità di identificarmi con un corpo fisico particolare e unico. Tuttavia, ciò è dovuto principalmente alla coerenza dinamica delle sensazioni corporee di cui sono consapevole, ma sono in grado di creare cambiamenti nelle mie sensazioni corporee solo attraverso la modulazione della mia attenzione. Per esempio, posso imparare a calmare me e le mie sensazioni viscerali diventando pienamente consapevole del mio respiro o posso imparare a sentire il mio corpo e a immaginare che i miei muscoli siano rilassati e che i miei arti siano caldi. Anche le prove scientifiche confermano che quel tipo di modulazioni della mia consapevolezza corporea possono avere un impatto misurabile sul funzionamento interno del mio corpo. L’effetto delle tecniche di autoconsapevolezza può quindi essere reale per me quanto l’esistenza del mio corpo fisico. Da una prospettiva umana posso rendermi conto di avere la coscienza e di esistere non solo come corpo fisico, ma anche come coscienza.
Queste sono le prime due realizzazioni Shaumbra da un punto di vista completamente umano e scettico, ma naturalmente possiamo andare molto oltre e diventare transumani, soprattutto quando consideriamo e sentiamo le intuizioni e le ispirazioni che Adamus ha condiviso con noi. Per esempio, Adamus parla spesso di atti di coscienza e del Maestro. In effetti, quando mi identifico con un corpo fisico particolare e unico io effettuo più di una semplice transizione di fase nella mia autoconsapevolezza – è una scelta di realtà, è un atto di coscienza. Come essere umano, in una certa misura io devo identificarmi con il mio corpo perché è una componente necessaria del mio viaggio umano. Quando me ne rendo conto, però, io posso disporre di altri atti di coscienza e io potrò identificarmi anche come coscienza. Ancora una volta si tratta di una scelta di realtà, che mi apre nuove realtà, compresa quella unica della mia coscienza superiore. È proprio allora che inizia la danza intima tra il Maestro e l’umano, la danza che cambia la vita.
Adamus parla spesso anche dell’esperienza del nulla e dell’esistere come essere sovrano. Senza dubbio l’esperienza paradossale di fare esperienza del nulla è fondamentale per comprendere cosa significhi realmente esistere. Come umano, io posso aprire lo spazio del vuoto cosmico perché riesco ad immaginare di fluttuare nello spazio vuoto, nell’oscurità e nel silenzio, lontano, molto lontano da tutto, ma posso anche permettermi di immergermi di più nello stato di vuoto per diventare consapevole di cosa significhi esistere senza alcuna definizione e limite.
Quando una persona si sente davvero dentro la sua esistenza indefinita, ciò si può manifestare come una sorta di contatto cosmico tra l’umano e la sua pura coscienza, senza tempo e senza limiti. La metafisica di Adamus è incentrata sulla realizzazione della coscienza pura (senza tempo) e spesso sottolinea che l’energia è comunicazione. In effetti quando una persona fa l’esperienza del nulla, il nulla può essere un vuoto vivente e irradiante quando l’umano diventa consapevole della sua coscienza atemporale prendendo ispirazione dalla sua coscienza-Maestro, perché essa mette a disposizione o addirittura manifesta all’umano un tipo speciale di energia che è senza tempo e senza limiti. Ebbene, manifestare tale energia può sembrare un po’ paradossale dato che quell’energia ha origine dalla “consapevolezza-dinamica” interna della pura coscienza, ma per me è il luogo di nascita della Nuova Energia e della Nuova Luce sulla Terra.
Potrei farvi molti altri esempi ed esperienze personali per dimostrare quanto gli insegnamenti e le ispirazioni di Adamus siano perfettamente adattati agli elementi più fondamentali della conoscenza umana, combinati con l’immaginazione e la comprensione fornite dall’esperienza. Io vorrei menzionare solo una cosa che so per certo dopo 30 anni di cambiamenti di paradigma e risvegli interiori: il viaggio degli Shaumbra non è solo il viaggio più sorprendente degli esseri umani, ma è anche un viaggio completamente naturale.
LA PERCEZIONE DEL TEMPO NELLA NUOVA ENERGIA – Britta Canete
Ultimamente ho giocato molto con la consapevolezza del tempo. Nel corso degli anni ho fatto esperienza di numerosi momenti in cui è vero che il tempo non esiste. Sono state esperienze meravigliose, ma ora è diverso. Si tratta di presenza e di lasciar andare le esperienze basate sulla linea del tempo. La Nuova Energia funziona in modo diverso.
Che cosa significa? Prima di tutto, vi racconterò le mie esperienze su come sono arrivata a realizzare e sperimentare il Non-Tempo.
Molti anni fa, durante il mio periodo di risveglio giocavo spesso e consapevolmente con le energie, ma le esperienze di cui vi parlo sono avvenute in modo spontaneo. All’improvviso ho percepito il grande, incredibile spazio in cui mi trovavo e sembrava che tutto si fosse fermato. È successo due volte; la prima volta ero seduta in aereo da solo e la seconda l’ho vissuta insieme a un’altra persona. Per me entrambe le esperienze sono state sorprendenti, di grande impatto e istruttive.
Cos’è il momento Ora?
Quella era un’altra mia domanda e spesso mi chiedevo cosa fosse davvero il momento Ora e nel momento stesso in cui dentro di me ho formulato la domanda in modo consapevole, io ho iniziato a fare esperienza della mia risposta.
Di colpo la mia consapevolezza si è espansa e mi sono sentita come dentro un pallone che continuava ad espandersi fino a racchiudere tutto universo e ciò che io definisco l’omniverso – tutte le dimensioni, tutto. Poi ho capito che io sono il momento Ora.
Il momento Ora comprende tutto e tutti – sono io nella mia unicità. Ciò significa che il tempo non esiste. Il tempo è una creazione all’interno di tutto quello che sono e significa anche che nulla è separato da me. La separazione è solo una percezione creata e rafforzata all’interno della consapevolezza temporale.
Anche se ero consapevole del fatto che il tempo non esiste e che tutto è dentro di me, io non smettevo di resistere a permettermi di restare nella consapevolezza il momento Ora. Ciò significa che non mi permettevo di essere nella presenza piena dell’Io Sono.
Lo facevo perché sotto sotto io sapevo che avrei sentito e percepito TUTTO e poiché stavo facendo esperienza di me come di una persona molto sensibile e con la percezione di essere condannata a portare tutte quelle sensazioni nell’esperienza, io avevo paura di restare nella mia consapevolezza.
Inoltre era presente un aspetto molto oscuro che arrivò a comunicarmi che attraverso altre vite mi aveva dannato fino all’eternità e che mi avrebbe inseguito per sempre attraverso tutte le dimensioni. Anche se sapevo come gestirlo, a livello inconscio noi abbiamo lottato. Io ho cercato di uscire dalla lotta e di integrare quell’aspetto, ma non ha funzionato. Spesso mi ingannava in modi molto sottili di cui non ero consapevole se non dopo che si era verificato il “danno”. Chiesi al mio sé animico una soluzione e la risposta fu l’immagine di un palloncino gonfiato che poi si sgonfia e tutta l’aria viene espulsa mentre il palloncino vola via. Mi venne da ridere per quella soluzione immaginata e fui felice di sapere che esisteva, ma ho avuto bisogno di molti anni per integrare finalmente questo aspetto con enorme amore e compassione per me e molta, molta pazienza.
Ho sentito che l’integrazione finale era avvenuta di recente e poi mi sono resa conto che era già avvenuta. L’integrazione è già avvenuta e quindi non sono necessarie altre esperienze basate sulla linea temporale.
Nelle esperienze basate sulla linea temporale tutto ciò che vivo va avanti e avanti, una cosa dopo l’altra e sembra che io non “arrivi” mai. Nell’esperienza della Nuova Energia ecco il fattore chiave: nella creazione della coscienza lineare-temporale io mi separo da me perché posiziono il passato e il futuro fuori dal mio momento Ora, fuori dalla realtà in cui esisto. Ricordate che io sono “il momento Ora” e al di fuori non esiste nulla. Anche il “fuori” è una creazione chiamata separazione.
Come sono arrivata a questa consapevolezza?
Opporre resistenza al fatto restare nella presenza piena significava continuare a vivere le mie esperienze basate sulla linea del tempo e così si sono manifestate. Di colpo ho insistito sul bisogno di tempo per andare da un posto all’altro, per svolgere un compito e mi sentivo nervosa per il tempo che passava. Alcuni eventi non hanno avuto luogo e non li ho più percepiti nella mia energia e così via.
Ultimamente sto osservando in modo più consapevole anche l’invecchiamento, che solo ora sembra diventato un tema, mentre non lo era mai stato. Vediamo come si evolverà la situazione e intanto sorrido e in qualche modo percepisco l’atemporalità.
Mentre sperimentavo la mia resistenza mi sono data anche qualche input. La consapevolezza è arrivata a ricordarmi che sono unica e che il tempo non esiste e quindi dentro di me ho potuto vedere il mio “tempo espanso”. Inoltre, ho ricordato a me stessa che ciò che voglio realizzare è già stato fatto. Questo promemoria si è ripetuto più volte, anche ora mentre scrivo perché ha un grande significato. Per me è importante liberarmi dalle esperienze basate sul tempo perché è importante che io smetta di separarmi e superi l’idea, l’illusione della separazione.
Naturalmente, la mia mente si chiede: “Come funziona? Come faccio a manifestare un compito libero dal tempo?”.
La risposta arriva: “Come esperienza nella E, nella piena presenza dell’Io Sono, nel momento Ora”.
Come si esprime tutto ciò nel mondo materiale?
Nei miei reami più ampi tutto esiste già e quindi tutto è già stato fatto. Ogni esperienza che permetto arriva nella mia realtà fisica con la tempistica più appropriata e armonica. Un arco di tempo è come un contenitore in cui io posso fare un’esperienza.
L’esempio migliore è rappresentato dalle vite passate e future. All’interno della consapevolezza di una linea temporale io faccio esperienza di una vita dopo l’altra, ma nel momento Ora espanso e con la consapevolezza dell’Io Sono io percepisco tutte le vite come se fossero accanto a me e ogni vita si trova nel suo arco temporale. Si potrebbe immaginare come un nido d’ape una vita accanto all’altra – ma senza una vera separazione. Per me come spirito un arco temporale è un modo di fare esperienza di eventi temporali diversi.
Io mi sperimento già come multidimensionale, il che in realtà non significa altro che tutto è già qui perché io sono il momento Ora. Anche se a livello umano ci sono ancora parti di cui a volte sono più o meno consapevole, che la parte umana ne sia consapevole o meno, dentro di me esiste già tutto. Lo stesso vale per il tempo – tutto è qui e tutto è ora. Se voglio fare esperienza all’interno della manifestazione temporale, le mie esperienze si svolgono così, ma non devono più essere lineari. Ammetto che a volte a livello umano tutto ciò mi ha portato ad avere un po’ di vertigini – in senso letterale e metaforico.
Il mio contenitore temporale in cui faccio esperienza dei miei eventi può essere libero dalla linea del tempo. Ciò significa che in questo momento io posso sentirmi malissimo, depressa, sola e piuttosto disconnessa da me stessa anche se un attimo prima ho percepito, ho fatto esperienza di me stessa in totale equilibrio, in piena accettazione di tutto e in sintonia con tutto quello che sono. Ciò significa che non esiste più un continuum crescente e che ogni esperienza è solo un’esperienza che può essere di una pagina o un libro intero di una storia vissuta. Non importa, perché io non sono l’esperienza – io sono la creatrice – e le mie energie non fanno altro che riflettermi e mi comunicano ciò che ho creato, il punto in cui mi concentro e ciò che sta accadendo nel mio essere.
Per esempio, mentre scrivo questo articolo mi fermo continuamente e mi invito a rilassarmi, a muovermi e a uscire per fare altro e mentre lo faccio la mia mente chiacchiera: “In questo modo non finirò mai questo articolo!”. E io rispondo: “Perché no? È già finito”. Significa che in me sono presenti tutti i tipi di sfaccettature e io devo solo scegliere di quale voglio fare esperienza.
Mentre scrivo questo articolo mi invito ancora di più a notare i miei vecchi comportamenti, le mie credenze e le mie abitudini basate sul tempo. Io osservo e riconosco.
Il riconoscimento è un’espressione di integrazione.
Riconoscere che è già tutto fatto, che questo evento o cosa o qualsiasi cosa io desideri è già qui è espressione di un essere integrato e poiché io esprimo la consapevolezza che è già dentro di me e le mie energie rispondono di conseguenza.
Nel frattempo, se esprimo qualcosa all’interno della coscienza basata sul tempo lineare anche le mie energie risponderanno. Mi faranno sapere che ho messo qualcosa fuori dalla mia esistenza e mi forniranno l’esperienza corrispondente. Di solito, quell’esperienza mi ricondurrà alla consapevolezza di aver messo qualcosa fuori dalla mia esistenza. L’evento o la cosa desiderata o qualsiasi altra cosa è “là fuori”, ma mai qui – nella mia esperienza – finché io non mi rendo conto della separazione che ho creato.
Anche mentre scrivo questo articolo noto che la mia decisione e il riconoscimento di “tutti gli aspetti sono già integrati” influenza la mia esperienza in molti sottili dettagli. Io posso essere molto più concentrata e rilassata allo stesso tempo. Tutti i piccoli tentativi interiori di distrarmi hanno su di me un effetto minimo, se non nullo. I cambiamenti che ne derivano possono sembrare minimi perché sono sottili, ma io mi accorgo che sono enormi e notare è un altro modo di riconoscere.
Si tratta di permettere la consapevolezza che è già qui! Si tratta di permettere che tutto e tutti siano già ‘fatti’! Essere nello stato espanso del momento Ora, dell’Io Sono, guardarsi intorno e vedere – e rendersi conto davvero – che tutto è già qui ed è già fatto e non importa cos’è. Questo è il mio nuovo modo di vivere.
Lo stato espanso del momento Ora, la presenza piena nella mia consapevolezza dell’Io Sono è anche il “luogo” della mia immaginazione. Io immagino ogni cosa che il mio cuore desidera e ne permetto l’esperienza manifesta sempre del momento Ora e in nessun altro luogo.
È qui, in questo momento. Non c’è altro luogo o momento in cui essere. Io sono qui!
LA BELLEZZA DELL’ESSERE SENZA SFORZI – Judith Newman
Vorrei condividere con voi come il mio viaggio creativo nelle arti mi ha portato alla realizzazione di me stessa.
La mia infanzia è stata abbastanza normale, cresciuta come cattolica e la più giovane di cinque figli, ma fin dall’inizio mi sono sentita diversa dai miei fratelli che avevano una forte personalità, mentre io ero sensibile e mi sentivo minacciata dalla durezza del mondo esterno, ma trovavo gioia nella creatività e mi sentivo al sicuro nel mio mondo di immaginazione creativa. Un fratello maggiore mi affibbiò il mio soprannome d’infanzia, Sophia e solo molto più tardi nella vita mi sono resa conto del significato di quel nome.
Mentre scrivo, in Australia manca una settimana al solstizio d’inverno. Stamattina stavo riflettendo su come la vita ci porti in un viaggio di dimenticanza nel tempo e nello spazio per aiutarci a riconoscere e accettare chi siamo davvero e che viaggio è stato per me che ho attraversato diversi decenni, che ho viaggiato in molti paesi e lungo il cammino ho incontrato persone importanti. Per il mio io umano è stato facile permettere e seguire qualsiasi cosa mi appassionasse in un certo momento. Per esempio, mentre un giorno camminavo per strada vidi sul marciapiede un cartello diceva: “Yoga al piano di sopra”. Mi venne in mente che mi sarebbe piaciuto provarlo e così lo feci e il corso della mia vita prese una nuova piega. Lo yoga mi portò a fare molti viaggi in India, a fare trekking sulle montagne dell’Himalaya e a studiare il Vedanta con swami e saggi. Tornata in Australia ho insegnato yoga e meditazione e mi sono immersa negli insegnamenti del Vedanta, esplorandoli a fondo finché non ne ho sentito più il bisogno. Se ci fidiamo e permettiamo il flusso è davvero molto facile.
Stavo anche seguendo la mia passione per l’arte e ho trascorso molti anni a dipingere con due importanti artisti australiani. Devo dire che nel 2005 è accaduto qualcosa di significativo, un’esperienza che potrei descrivere solo come una ricaduta in un’apertura del cuore che non avevo mai conosciuto prima. Mi sentivo senza confini, un amore in cui non c’era separazione tra me e l’altro. Ci sono voluti anni prima che mi rendessi conto che era il riconoscimento del vero amore di me o della mia vera natura, ma all’epoca l’intensità non fu facile per il corpo emotivo.
Nel 2011, un amico mi ha proposto un corso di belle arti all’università. Sembrava una nuova ed entusiasmante opportunità per esplorare altre arti ed espandermi nella scultura, nella stampa e altro ancora. Sapevo che le opportunità portano sempre a un’espansione più eccitante e se fosse risuonata con il mio cuore, sarebbe stata l’avventura giusta senza alcuna aspettativa di risultato. Così sono andata avanti.
Durante una visita alla National Gallery of Victoria, mentre guardavo un dipinto dell’artista americano Mark Rothko, l’identità “Judith” è scomparsa finché una voce accanto a me ha detto: “Dovresti essere coraggiosa per dipingere questo”. Per chi non ha mai visto un Rothko, si tratta di blocchi di colore informi che per me ritraevano la fragile natura tra il dubbio umano e l’accettazione di sé, che in quel momento era la frequenza dominante dentro di me.
Qualche giorno dopo, durante la lezione di storia dell’arte ho ascoltato un’intervista con l’artista Agnes Martin e questa volta ho riconosciuto la natura informe della pura consapevolezza.
Agnes dipingeva un’arte informe e non concettuale e dava le spalle al mondo. Dipingeva “la natura invisibile ma assoluta della bellezza” e ciò allude anche all’insegnamento Vedanta di “Sat Chit Ananda” o “Consapevolezza di sé” o al riconoscimento dell’“Assoluto”.
La grande arte porta con sé una frequenza che risuona con lo spettatore. C’è una qualità immersiva nel perdersi nella bellezza della musica classica, della letteratura, della grande arte o della poesia. Ognuna di quelle espressioni ha la capacità di connettervi alla vostra vera natura e riconoscendo questo ho capito la responsabilità significativa che ha l’espressione creativa e cioè essere pura e autentica e portare un’alta frequenza come trasmissione allo spettatore. C’è una qualità trascendente in ogni espressione quando proviene direttamente dalla fonte che crea in modo consapevole.
Per me è arrivato un momento in cui la realtà esterna non era più un riflesso di quella interna e ho dovuto ritirarmi dal mondo esterno. È stato un periodo di integrazione silenziosa, una comprensione della saggezza di tutti gli insegnamenti e le esperienze che avevo fatto. Più volte mi è sembrato di morire, di cadere in profondità nel nulla morbido e vuoto. Ho iniziato a capire con grande chiarezza la gravità e i giochi di potere e il controllo e ho sentito e percepito che le cose che erano invischiate nella coscienza umana collettiva stavano cedendo dissolvendosi nella neutralità. Qui uso ancora parole umane, ma ora hanno un significato diverso. Meister Eckhart lo chiamava il periodo di povertà, uno stato di assenza di desiderio, di vuoto interiore. Per me è stata una dissoluzione del senso separato di sé ed è durata circa cinque anni. Adamus definisce questo processo l’integrazione del corpo di luce.
Quando mi guardo indietro vedo un arazzo ricco di esperienze che mi guidavano costantemente e dolcemente verso il mio stato naturale. La verità è che non esiste una risposta mentale alla domanda “Chi sono io?”, ma con l’accettazione di tutte le esperienze e di chi sono davvero si è rivelato come squisita bellezza e amore, sempre presente in tutti e in tutto.
Parlando con un amico, mi sono incuriosita del nome Sophia. Secondo un mito gnostico la formazione del mondo materiale fu il risultato di Sophia, spesso descritta come l’emanazione della luce eterna, lo “specchio immacolato dell’attività di Dio”.
WOW!!! Ero sbalordita. Non avrei mai più pensato di non essere niente di speciale, di non avere uno scopo utile e neppure voi dovreste farlo voi, perché questo è ciò che tutti noi siamo nella nostra essenza. Noi siamo la perfezione completa e quando ci risvegliamo alla verità del nostro essere noi iniziamo a vedere tutto come un paradosso rispetto al nostro credere nella separazione. Per me questo è stato il momento della svolta ed è qui che entra in gioco “L’arte della luce”.
Mi riferisco all’“Ora” come alla “dea Sophia della creazione”, perché ogni momento porta con sé il potenziale dell’immaginazione che aspetta solo di essere espresso in colori vibranti.
Credo fermamente che la creatività sia la connessione perduta dell’umanità con il divino. Noi abbiamo a disposizione una moltitudine di sensi angelici con cui giocare ed esplorare i molti potenziali che l’arte della luce può immaginare senza limiti.
Il Battito del Cuore Shaumbra- Jean Tinder
“WYSIWYG”
Anche se molto spesso abbiamo sentito dire che la percezione crea la realtà, è un argomento che merita di essere ripetuto perché beh, è così dannatamente vero! Qualsiasi problema si verifichi nella vostra realtà è dovuto proprio a come noi percepiamo la vita, il mondo e soprattutto voi stessi. Forse capite il meccanismo o il “codice” che ha creato la vostra realtà così com’è o forse no, ma ciò non significa che qualcun altro l’abbia creata per voi.
Nel mondo della tecnologia “WYSIWYG” è l’acronimo di un tipo di editor di testo in cui è possibile formattare il testo senza doverne conoscere il funzionamento. In altre parole, WYSIWYG (si pronuncia wizzy-wig) sta per “What You See Is What You Get/ Ciò Che Vedi È Ciò Che Ottieni”, il che significa che è possibile rendere il testo in grassetto o in corsivo o altro anche se non conoscete o non capite la codifica che lo rende tale. È anche un ottimo esempio di come funziona la vita perché in un modo o nell’altro ciò che vedete è sempre ciò che ottenete.
Qualche settimana fa ho assistito a un concerto all’aperto nell’incredibile Red Rocks Amphitheater di Morrison, in Colorado. Erano mesi che aspettavo quel concerto perché sarebbe stata la prima volta che avrei visto James Taylor dal vivo! Trovammo i nostri posti e ci siamo seduti accanto a un piccolo gruppo di trentenni. A un certo punto, una delle signore ha commentato il cappello che indossava il mio accompagnatore chiedendogli come si chiamasse. Era un fedora, lui lo porta bene e lei ne ha ammirato l’aspetto. Il suo uomo indossava un tipico berretto da baseball e io ho fatto un commento dicendo che con il fedora il mio amico era l’incarnazione del cool. Lei ha fatto una smorfia e ha detto: “Beh, funziona solo se sei già cool”. Il suo compagno ha fatto una smorfia e ha scrollato le spalle per ciò che sembrava essere una “frecciatina” e poi tutti siamo tornati a guardare lo spettacolo. Il commento della signora mi ha fatto male al cuore perché ciò che lei vede – un uomo non proprio cool che non è mai all’altezza – è esattamente ciò che ottiene.
Chiaramente si trattava di persone perbene e ovviamente in ogni relazione c’è molto di più di quanto si possa notare in 30 secondi, ma c’era una vecchia dinamica familiare. Io l’ho colta perché io stessa per troppi anni sono stata una donna che voleva sempre che i miei partner dovessero migliorare piuttosto che vedere come fossero davvero. Ciò non significa che le cose sarebbero dovute andare in modo diverso, perché le persone crescono e cambiano, ma il viaggio avrebbe potuto essere meno doloroso e io ho lavorato sodo per cambiare il modo in cui io percepisco tutti e non solo quelli che mi sono vicini e cari. Oggi io scelgo di vedere al mio fianco, il gatto più cool della città ed è esattamente ciò che ottengo perché in qualche modo le persone sono all’altezza – o al di sotto – della percezione che abbiamo scelto.
Nella mia orbita c’è una persona che percepisce la vita e quasi tutte le persone che ne fanno parte come se lo stessero cercando. È quasi sempre nervoso e timoroso e infatti teme ciò che accade in politica, dopo un periodo di servizio nell’esercito si aspetta ripercussioni sinistre, si preoccupa dei vicini che passano davanti a casa un po’ troppo lentamente, è sempre alla ricerca di uomini cattivi che entrano in casa e teme che i demoni interiori possano in qualche modo prendere il sopravvento e stravolgere la sua vita. È costantemente esausto perché vedere un potenziale disastro dietro ogni angolo e in effetti questo modo di vivere è davvero estenuante.
Invece di credere al mio pensiero magico secondo cui la vita è facile perché io credo che lo sia e ne vedo la perfezione, lui pensa che io abbia ottenuto dal Cosmo una qualche dispensa speciale che mi porta una fortuna pazzesca e fa sì che tutto si risolva. Ovviamente, se ho questo favore è perché l’ho creato io. Questa è la persona che incappa in incidenti stradali (che a me non capitano mai), sperimenta dolori corporei e problemi fisici a non finire e vive una vita con poca gioia e molta lotta e frustrazione. È difficile lasciare che le persone combattano le loro battaglie quando so che la loro vita potrebbe essere molto più facile, ma ciò che lui vede è ciò che lui ottiene. (Anche se credo che la mia vita incantata stia iniziando a irradiare un po’ di magia anche nella sua).
C’è un’altra persona che conosco solo online, ma tutto ciò che condivide si riferisce a due cose: le difficoltà della vita e una tragedia che ha vissuto più di 20 anni fa. Di certo è stata un’esperienza orribile, di quelle che ti feriscono in profondità e ti spezzano il cuore, ma lei continua a “vederla” ogni singolo giorno e quindi continua a definire la sua vita in base a quell’esperienza. Forse andare avanti sembra irrispettoso nei confronti di un ricordo prezioso, ma quando la tragedia è ciò che si vede, è anche ciò che si ottiene.
Un’altra persona che conosco ha dentro di sé una vocina maligna che è sempre sicura che il capo sia una persona da temere. Contro ogni logica, spesso teme che il suo lavoro non sia abbastanza buono o che il capo la licenzi o almeno gli somministri una generosa dose di disapprovazione. Anche in questo caso si tratta di un modo duro e angosciante di vivere e anche se il capo è perfettamente soddisfatto delle prestazioni di questa persona, essa subisce comunque gli effetti interni di ciò che sceglie di vedere, che sia “reale” o no.
Io lo capisco, davvero perché ho vissuto la stessa esperienza troppe volte: in punta di piedi, cercando di rimanere piccola e fuori dai piedi, preoccupata della disapprovazione di qualcuno e con la paura che da un momento all’altro tutto mi crollasse addosso. A un certo punto mi sono resa conto che la mia percezione di “non essere all’altezza” stava creando esattamente ciò che temevo! Quando ho permesso a me stessa di essere sicura di me, di prendere decisioni, di accettare feedback e di occupare semplicemente spazio nel mio mondo beh, la vita e il lavoro sono diventati più fluidi, più efficaci e molto più felici.
Sento molte persone – familiari, amici e Shaumbra – che continuano a raccontare storie di ferite, sfide e sfortune legate al loro passato. Naturalmente, le storie più divertenti da raccontare sono quelle piene di drammi e traumi perché contengono il massimo del succo ma riguardano esperienze che non vogliamo ripetere e allora perché continuiamo a raccontarle? Se ciò che vediamo è ciò che otteniamo, perché continuare a guardare le cose dolorose, se non fanno altro che crearne altre! Non sto dicendo che le vecchie ferite debbano essere ignorate, ma permettere la risoluzione e l’integrazione è una scelta ben diversa dal riproporre sempre le vecchie cose.
La cosa bella è che funziona in entrambi i sensi! Per esempio, conosco persone – me compresa – che vedono la vita attraverso occhiali chiari ma colorati di rosa. Nella vita esiste un fascino, una facilità e una sincronicità che spesso sembra pura magia. Le cose scorrono perfettamente in ogni momento e se ci sono momenti in cui la vita non sembra del tutto giusta, in ogni caso si rivela perfetta. Personalmente lo attribuisco alla mia insistenza nel vedere la perfezione ovunque e io non solo la vedo, ma la percepisco e ci credo davvero. A volte è facile e altre volte richiede una notevole dose di fiducia, ma quando io scelgo questa percezione va sempre, sempre bene.
Per esempio, qualche mese fa volevo vedere l’eclissi solare in Texas e ho prenotato il volo e l’alloggio, ma ho procrastinato la prenotazione dell’auto perché ero sempre distratta da un compito più urgente. Poi un giorno, a una settimana dalla partenza ho deciso di prenotare l’auto e ho scoperto che ogni singola agenzia di noleggio nel raggio di centinaia di chilometri dalla nostra destinazione non aveva più auto! A quanto pare, migliaia di persone avevano avuto la stessa idea: “Andiamo in Texas per l’eclissi!”. E adesso? Il mio compagno chiese: “Tu dici che funziona sempre tutto alla perfezione e questo come può essere perfetto?” Io risposi, “Non lo so ancora, ma in qualche modo lo è. Tutto si risolverà, te lo prometto”.
Ho mandato un messaggio al nostro albergatore chiedendo consigli e lui mi ha suggerito di cercare nelle città vicine, ma era tutto esaurito. Poi mi è venuta un’idea e ho inviato un altro messaggio: “Conosci qualcuno che ha una seconda auto da prestare per un paio di giorni e fare 300 dollari facili?”. Un paio di minuti dopo mi ha risposto: “Io ho un’auto che potresti usare, parliamone”. In pochi minuti eravamo su Facetime a definire i dettagli. Ecco, la soluzione perfetta era apparsa all’improvviso.
Funziona sempre, sempre, sempre e funziona in modo perfetto anche quando non sembra perché, se io scelgo di vedere la perfezione, lei c’è. Anche il tempo ha collaborato! Per l’intera giornata dell’eclissi erano previste nuvole e temporali. “Non preoccuparti, la vedremo”, ho assicurato al mio compagno. Guidando verso ovest mentre osservavamo sempre più pause nelle nuvole, io ho cercato la perfezione piuttosto che la frustrazione. Abbiamo trovato il posto perfetto per sistemarci, ci siamo sdraiati sulla coperta e ci siamo goduti una vista perfetta dell’eclissi con qualche nuvola vaporosa che la rendeva ancora più interessante e bella. Ciò che vedo è ciò che ottengo. Sempre.
Ammetto che questo modo di vivere richiede molta fiducia, ma è fiducia in me e non in un Dio sconosciuto o in un universo impersonale. Io non devo conoscere la codifica o come funziona; io devo solo avere fiducia. La mia vita è perfetta perché è così che ho scelto di vederla e quindi è così. Quando accadono cose “brutte”, se io continuo a fidarmi della perfezione intrinseca il “brutto” si trasforma in “interessante, mi chiedo come andrà a finire”. Non si tratta di cambiare o aggiustare ciò che sta accadendo, ma solo di accettare e vedere che ciò che è ed esattamente come dovrebbe essere.
Quando dico “vedere”, ovviamente non si tratta solo di ciò che si guarda con gli occhi, ma piuttosto di ciò che si crede e quindi si percepisce come vero. Forse un modo migliore per descriverlo sarebbe “Ciò che percepisci è ciò che ottieni”. WYPIWYG… wippy-wig. Qualunque termine si usi, la cosa più importante da ricordare è che la percezione viene prima. Io non aspetto che le cose funzionino per vedere la perfezione. Io riconosco che è già perfetto, poi osservo e vedo come si sviluppa la perfezione.
Naturalmente nella vita ci sono molte cose che non sembrano perfette. Se si tratta di altre persone, lasciate perdere perché non sono affari vostri, ma nella vostra vita voi siete liberi di esplorare tutte le percezioni finché la perfezione non diventa evidente. Perché più la vedete, più la capite.
Il mio mondo è come lo percepisco. Punto. Che sia bello o brutto, impegnativo o facile, fortunato o infelice sono sempre io a scegliere la mia percezione e quindi la mia realtà. Forse dall’esterno sembra che io viva una specie di vita incantata come se avessi vinto la lotteria degli angeli e della polvere di stelle fortunata, ma in realtà io ho vinto la lotteria del mio Sé. Ogni gioco è truccato per vincere, perché è tutto nell’occhio di chi guarda!