SETTEMBRE 2023

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la regola del 3% di mele marce – Geoffrey Hoppe

Io vivo secondo la Regola del 3% di Mele Marce. È una regola personale, non supportata da studi scientifici o da ricerche sociologiche. Qualcuno potrebbe considerarmi un ingenuo, ma per me funziona e batte l’alternativa della Regola del 25% o del 50% di Mele Marce.

Io credo che meno del 3% degli esseri umani sia una mela marcia. Il restante 97% ha qualche livido e imperfezione e forse un buco di verme o due, ma in fondo sono brave persone con semi di divinità pronti a sbocciare in ogni momento. Forse ora vi state prendendo gioco di me per il fatto di indossare occhiali color mela, ma la mia esperienza di vita reale negli ultimi 68 anni mi porta a credere che la stragrande maggioranza degli esseri umani abbia una vera bontà nel cuore.

Ciò non mi spinge a fare amicizia con tutti quelli che incontro. Non sono molte le persone con cui vorrei restare bloccato su un’isola remota per più di un giorno o due. Il mio problema con alcune persone è che si limitano da sole e sono inconsapevoli, o egocentriche in modo becero, ma ciò non fa di loro mele marce. Alcune sono solo mele non mature.

Non credo che il mondo stia cadendo in pezzi o che gli esseri umani siano intrinsecamente corrotti. Tuttavia, meno del 3% delle mele cattive cattura la nostra attenzione e spesso ci porta a concludere che tutto barile di mele è andato a male. Meno del 3% delle persone taccheggia nei negozi, eppure molti rivenditori dedicano enormi risorse a questo problema invece di creare un’esperienza di acquisto eccezionale per il restante 97% di noi. Meno del 3% dei colletti bianchi commette atti illeciti contro le aziende per cui lavora. Se camminassi per una strada della città nel buio della notte, io dovrei diffidare solo del 3% delle persone che incontro. Meno del 3% degli esseri umani fa intenzionalmente del male agli altri in modo fisico. Meno del 3% ha scarsa considerazione per la vita umana – propria o altrui. Questi non sono per forza fatti certificati, ma è ciò che ho sperimentato e incontrato nel corso degli anni. Le persone sono per la maggior parte buone e alcune sono davvero grandi.

Quasi tutti gli esseri umani hanno buone intenzioni e cercano di fare la cosa giusta. Quasi tutte le persone si preoccupano sinceramente degli altri. Oltre il 90% delle persone a un certo punto della vita si innamora di qualcuno. Se si può scegliere tra prendere uno schiaffo in faccia o far prendere uno schiaffo a un perfetto estraneo, quasi tutte le persone si accollerebbe il colpo piuttosto che vedere qualcun altro farsi male. Quasi tutte le persone tendono a dire qualcosa di carino agli altri piuttosto che esprimere una critica. Certo, c’è sempre qualcuno che ha un atteggiamento invadente o una parola scortese, ma quelle mele sono molto poche. A quasi tutte le persone piace aiutare gli altri. Questo è ciò che ho scelto di credere e quindi è ciò che ho sperimentato nella mia vita.

Al contrario, circa il 97% di noi fa a volte cose stupide. Chi non ha mai preso una multa per eccesso di velocità o ferito emotivamente un’altra persona (con o senza intenzione) o detto qualche bugia (o molte bugie) o ha spettegolato su altre persone con intenzioni malevole o è stato vendicativo o geloso? Chi non ha mai imprecato contro qualcuno in un impeto di rabbia? Sono sicuro che molti di noi Shaumbra hanno lanciato qualche incantesimo nefasto sui nostri nemici – nelle vite passate o anche in questa vita. Ogni volta che vedo una rana mi chiedo se non sia in realtà qualcuno su cui in un’altra vita ho gettato un incantesimo. Il fatto è che tutti noi abbiamo fatto cose poco onorevoli nella nostra vita, ma ciò non fa di noi mele cattive. Per quasi tutte le persone il rapporto tra esperienze positive e stupide è probabilmente del 88% al 12%. Ciò significa che in un giorno qualsiasi io faccio circa 2,4 cose stupide – anche se forse mi sto solo adulando.

Tutti noi facciamo errori, ma ciò non significa che siamo Mele Marce. 

Io ho notato che quasi nessun umano è cattivo e che pochi sono davvero malvagi. Invece, osservo molti che sono senza speranza, cosa che Adamus ha menzionato nei recenti Shoud e Keahak e per me è diventato sempre più evidente durante l’era COVID. È interessante notare che durante gli anni del COVID c’è stata un’impennata di interesse per i libri e per i corsi nelle categorie di auto-aiuto, spirituali/religiosi e filosofici. Le persone cercavano risposte. In quel periodo cercavano anche una guida, un’ispirazione e il conforto e secondo quanto ho osservato non hanno trovato molte risposte fuori di loro.

In questo momento troppe persone sono confuse e perse. Con l’aumento della popolazione e la tecnologia che spinge tutto più in fretta stiamo assistendo a un rapido aumento dei problemi di salute mentale. Alla fine lo squilibrio mentale crea anche uno squilibrio fisico e quindi sempre più persone hanno problemi di salute che aggravano ulteriormente la sensazione di essere persi e confusi. Quando sono in pubblico, nei negozi, negli aeroporti o anche solo in giro per la città io vedo negli occhi di alcune persone la paura e/o la disperazione. È un modo terribile di sentirsi e di vivere ed è uno dei motivi per cui il tasso di suicidi è in aumento in tutto il mondo. Nonostante la paura e la disperazione, solo il 3% esteriorizza i propri sentimenti facendo deliberatamente del male agli altri e invece sceglie di infliggersi un danno fisico o emotivo. Questo può manifestarsi in cose come il cutting (ferirsi il corpo con coltelli o rasoi), i disturbi alimentari, l’abuso di alcol o altre dipendenze. Tutto ciò non li rende persone cattive, ma solo persone molto tristi che cercano risposte.

GOOEIRD! – Vili Aguirre

Sono passati cinque mesi dalla Croce del Cielo e posso dire che qualcosa sta decisamente cambiando dentro di me e come al solito non ha nulla a che fare con ciò che mi sarei aspettata. A marzo in generale mi sentivo abbastanza equilibrata. A parte i disagi fisici relativamente lievi, pensavo di aver affrontato la maggior parte dei miei aspetti, delle mie emozioni e delle mie sofferenze e che l’Apocalisse sarebbe stata più o meno tranquilla. Oh, mio Dio! Io e le mie rapide supposizioni. Ben presto mi sono ritrovata a cavalcare le montagne russe che pensavo di essermi lasciata alle spalle.

Qualche anno fa ho sognato di trovarmi in una casa molto vecchia. Era la mia e stavo per trasferirmi in una casa nuova. Una parte di me resisteva a partire, così ho fatto gli ultimi giri per assicurarmi di non dimenticare nulla. Mi era piaciuto molto vivere lì, ma non sarei mai tornata. Alla fine feci un respiro profondo, scesi le scale e iniziai ad andarmene. Avevo deciso di non voltarmi indietro, ma un frastuono inaspettato e assordante mi fermò. Mi girai e vidi l’intera struttura crollare dietro di me e fui scossa quando mi resi conto che era rimasta in piedi solo perché io ero entrata.

Tremai di paura. Tutto ciò che restava di quella casa, un tempo bellissima erano solo i ricordi delle esperienze che avevo vissuto lì e senza dubbio non potevo tornare indietro. Mi ripresi un po’ e continuai a camminare nei campi aperti. Io dovevo sapere dove stavo andando, ma in realtà mi resi conto di non sapere dove fossi diretta.

Accanto a me si presentò un amico del sogno e la sua compagnia mi rassicurò. Era saggio e divertente e sembrava sapere meglio di me dove stavamo andando. All’improvviso, mi trovai di fronte a un edificio imponente ma particolare. Il mio amico mi fece entrare e poi se ne andò, augurandomi di godermi l’esplorazione della mia nuova casa e poi mi ricordò che sarebbe stato reperibile in caso di domande.

Uscii, stressata e decisamente non divertita. Pensai al mio amico e lui era magicamente lì accanto a me come se tutto fosse assolutamente normale mi chiese, “Che succede?” Io gridai, “È una follia! Non c’è niente di fisso lì dentro. I pavimenti, le scale, le finestre, tutto si muove! Non posso vivere così. Mi fa girare la testa! Non mi piace!”

Incuriosita ed emozionata iniziai ad aggirarmi per le varie stanze, stupita dall’elegante semplicità dell’arredamento, ma all’improvviso i pavimenti iniziarono a muoversi. Mi guardai intorno e non c’era nulla di fisso! Pensavo di avere le allucinazioni, ma quella casa era fatta di piattaforme mobili e io potevo passare da una all’altra in tutta sicurezza, ma era anche molto stressante. Io volevo che le cose smettessero di muoversi e fossero stabili come nella mia vecchia casa. Era una follia e cominciai a sentirmi stordita perché nulla rimaneva fermo.

Lui mi guardava con compassione ma, nella mia irritazione mi sembrava piuttosto che fosse accondiscendente. Perché non avrei dovuto arrabbiarmi se non era proprio ciò che mi aspettavo di trovare? Le mie idee sulla mia nuova casa erano radicalmente diverse.

Mi lamentai con lui, “Quando sono entrata la casa sembrava perfetta, ma io non voglio vivere in questo continuo movimento!”. Mi rispose: “È così che l’hai progettata: flessibile, leggera e creativa. Mia cara amica, io ti suggerisco di tornare dentro e di prenderti un po’ di tempo per familiarizzare con il posto e capire come questa casa renderà la tua vita più facile e molto più divertente. Basta volere qualcosa e il movimento te la porterà. Io ti consiglio di rilassarti per abituarti ai continui cambiamenti e al movimento. A un certo punto non avrai più le vertigini, come accade quando viaggi in nave e ti abitui così tanto al movimento dell’oceano che non ci fai più caso. Non opporre resistenza, fluisci e basta. So che alla fine ti piacerà!”.

Ricordo di aver capito, ma di essermi imbronciata contro la casa mentre il sogno svaniva…

Proprio come nel sogno, dopo la Croce del Cielo la mia vita è stata come una serie di piattaforme mobili. Io so che le emozioni sono il tentativo della mente di emulare le vere sensazioni e ogni volta che mi sono sentita invasa da varie emozioni ho cercato di lasciarle andare e le ho inserite nel calice della mia anima nella speranza di liberarmene in qualche modo.

Ero anche arrabbiata con me per non essere riuscita a fare nulla finché non mi è venuto in mente che era arrivato il momento di ricevere quelle emozioni come parte della mia energia. Io le avevo combattute nel tentativo di sconfiggerle per sempre, ma stavo negando una parte intrinseca del modello umano e ora era il momento di riceverla come parte di me. Quando mi sono aperta alle mie emozioni così come erano – senza combattere, senza guarire e senza migliorarmi – ho potuto anche sentire una parte di me che era chiara, priva di emozioni ma non assente. Era quasi come… la pace.

Sono diventata sempre più consapevole del ruolo energetico delle emozioni come gravità. Nella vecchia casa del mio sogno le mie emozioni abituali non erano molto evidenti perché facevano parte della colla che teneva insieme la mia storia, la mia identità. Non appena la non-gravità ha preso il via e i mattoni della mia realtà hanno iniziato a sparpagliarsi in giro, le emozioni che tenevano insieme le mie storie sono state esposte e a una parte di me non è piaciuto affatto.

La non-gravità facilita il flusso e il movimento e devo ammettere che non mi sono ancora abituata del tutto. Mi sento più libera che mai, ma ho anche paura di perdere la testa. I punti di riferimento fissi su cui facevo affidamento non ci sono più, ma nel movimento costante io posso sempre ritrovarmi quando dico: “Io sono qui”. Questa è l’unica cosa fissa in mezzo a tante altre parti e pezzi in movimento; è una sensazione di sicurezza e il mio amico dei sogni, il Maestro è sempre disponibile con una saggezza e una compassione che non mi infastidiscono più.

Io so che tutti i cambiamenti che sto vivendo sono stati progettati e creati da me e io sono qui per viverli appieno, anche se a volte mi sento disorientata.

In questi ultimi mesi, quando mi hanno chiesto come stavo ho spesso risposto che mi sentivo bene ma strana. Emotiva e priva di emozioni. Non è una sensazione negativa, solo strana e nuova e a volte è scomoda, ma è anche piacevole. Ora vorrei rispondere “Mi sento bene”, cioè mi sento bene e strana allo stesso tempo e mi sto abituando al movimento costante e alla mancanza di gravità e sto iniziando a godermi le caratteristiche della mia nuova casa.

IL FIUMe – Marina Stoilov (Izarah)

“Ah”, la Maestra fece un respiro profondo mentre si appoggiava alla sua poltrona preferita. Un luccichio le apparve negli occhi quando sentì i suoi aspetti saltare di gioia e mettersi in fila per mettere in scena l’ennesima rappresentazione della sua ultima vita. Le piacevano quei momenti in cui gli aspetti davano sfoggio della loro creatività per intrattenerla, e questa era una delle sue storie preferite.

“In un futuro molto, molto lontano gli esseri umani potrebbero far fare tutto al computer e non avrebbero bisogno di muoversi dalla sedia. Alla fine i loro arti potrebbero atrofizzarsi e potrebbero evolversi fino a diventare solo un cervello seduto in un bicchiere di cristallo collegato ai computer e ancora più avanti, il cervello nel bicchiere di cristallo potrebbe diventare non fisico e scomparire del tutto!”. I giovani occhi di Mimi si allargarono. Le parole di suo padre avevano colpito nel segno e da quel momento lei non riuscì più a smettere di pensarci. Qualcosa si stava muovendo dentro di lei ed era il motivo per cui stava avendo questa conversazione con suo padre. Essere pura energia senza un corpo materiale le sembrava familiare, eccitante e molto naturale.

Mimi era una bambina di 5 anni molto curiosa che viveva una vita idilliaca, coccolata dai genitori e dai nonni. Amava sognare ad occhi aperti, soprattutto nell’erba sotto gli alberi, confortata dai profumi delle erbe scaldate dal sole e rasserenata dagli uccelli, dagli insetti e dalle rane che ogni giorno le cantavano le loro canzoni. Poi, un giorno quella vita ad occhi aperti fu interrotta dalla scuola materna. Mimi voleva giocare con gli altri bambini dell’asilo, ma in qualche modo non riusciva a capirli quando le parlavano. Si rendeva conto che c’era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa fosse e quindi lo teneva per sé, ma la magia dell’infanzia stava svanendo. Quando iniziò la scuola, la sua insegnante fu la prima a notare che Mimi aveva problemi di udito. Mimi capì finalmente cosa non andasse e ora sembrava che una nuvola scura fosse scesa su di lei che sentiva che quella nuvola era destinata a rimanere.

A Mimi fu applicato un apparecchio acustico e i suoi genitori le tagliarono i capelli folti e lunghi per permetterle di sentire meglio. All’improvviso sembrò e si sentì un ragazzo. Nello stesso periodo nacque sua sorella e la famiglia smise di chiamarla Mimi. Di punto in bianco Mimi divenne Marina, la sorella maggiore. Quando l’insegnante le fece cambiare banco per evitare che durante le lezioni chiacchierasse con la sua migliore amica beh, quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Marina si arrabbiò. Era arrabbiata con Dio per ciò che le stava accadendo – ma Dio non c’era e quindi incolpò i suoi genitori – anche per averla messa al mondo! L’unico sollievo erano i libri. Ogni momento trascorso a sognare ad occhi aperti con un libro era un’estasi e ogni momento lontano dalla lettura era un’agonia. Presto ebbe bisogno anche degli occhiali.

A quella che sembrava la goccia che aveva fatto traboccare il vaso ne seguì un’altra e un’altra ancora. Marina iniziò a soffrire di emicrania a causa della fatica di sentire durante le ore di scuola. All’università finalmente le cose si alleggerirono per un po’. La pressione dei coetanei del liceo fu sostituita da un grado di indipendenza che sembrava magico e liberatorio. Presto all’università seguì la scuola di chiropratica e la vita si intensificò di nuovo.

In tutto questo c’era molta solitudine. L’ipoacusia la faceva sentire come intrappolata dietro una parete di vetro, incapace di essere ascoltata o vista dagli altri e Mimi provava sempre un desiderio profondo di pace e di gioia, un desiderio che la spingeva a cercare. Marina studiò in un ordine segreto anonimo per otto anni, solo per iniziare a sentire di aver già completato quegli studi in un’altra vita. Era giunto il momento di stare da sola e fu allora che scoprì Kryon. Le parole canalizzate del “Maestro Magnetico” le diedero un assaggio della pace e della gioia che desiderava, ma la lasciarono con ancora più domande. Kryon parlava di essere il proprio Maestro, ma lui non era mai stato umano.

Un pomeriggio di fine autunno andò a correre e si sedette sulla riva del fiume per riposare. Cullata dal suono dell’acqua che scorreva, notò una foglia d’albero dorata che galleggiava lungo il torrente. In quel momento ebbe un’epifania. Come la foglia, anche lei galleggiava lungo il fiume della vita. Anche se aveva paura, perché a volte il viaggio era spaventoso, la corrente la stava portando a valle verso la sua anima. Nulla le importava di più che tornare a Casa dalla sua anima.

Dopo aver completato gli studi, la laurea fu un momento di orgoglio e di gioia, ma nello stesso periodo Marina iniziò ad avere misteriosi sintomi di salute. La necessità di mantenersi a scuola con una profonda perdita dell’udito aveva richiesto un prezzo alto. Una breve pausa arrivò quando si innamorò, ma ben presto lo stress della relazione e quello della carriera si sommarono e i sintomi peggiorarono. Non molto tempo dopo aver trovato Kryon, Marina trovò il Crimson Circle. I Maestri Ascesi Tobias e Kuthumi risposero alle sue domande sull’essere il proprio Maestro, ma le lasciarono anche la mente arrovellata da altre domande.

Quando il Maestro Asceso St. Germain presiedette una delle sessioni mensili, la sua energia le sembrò molto familiare. Sapeva che la sua anima aveva studiato con quel maestro ed era lui che lei stava cercando da allora. Cinque anni dopo Marina si permise ancora una volta di disconnettersi dal Crimson Circle. Il resto delle risposte sarebbe arrivato dall’interno. Passarono altri quattro anni e i suoi problemi di salute continuavano ad aumentare, ma lei voleva godersi la vita e seguendo la sua intuizione, provò vari trattamenti energetici, cibi ed erbe curative.

“Tap-tap-tap-tap”, la pioggia scrosciava con un suono nitido sul suo ombrello mentre tornava a casa in una tranquilla sera d’inverno. Marina desiderava liberarsi dal dolore che il suo corpo provava. “Io Sono quello che Sono” sussurrò più volte, mentre la strada buia era illuminata dal bagliore dorato delle lampade. Girò un angolo e si fermò. “Io Sono quello Io Sono” disse con voce più forte nella strada vuota. In quel momento si vide in altri corpi – una donna diversa con una voce diversa, un uomo vecchio con una voce vecchia – ma era sempre lei, era sempre lo stesso Io Sono. La voce apparteneva al suo corpo, ma non la definiva e si rese conto di essere l’Io Sono, al di là della definizione e della separazione. Era il giorno di San Valentino, il giorno di San Germain.

Due anni dopo Marina chiese alla sua anima di aiutarla o di portarla a casa. Poco dopo, trovò un libro intitolato Medical Medium, canalizzato dallo Spirito di Compassione. Quel libro parlava di cibi ed erbe curative – i cibi e le erbe che mangiava da bambina mentre leggeva beata sull’erba e circondata dalle piante che crescevano nei giardini dei nonni. Sentì una rinnovata ispirazione e iniziò a mettere in pratica la saggezza offerta dal libro e un anno dopo sperimentò un salto quantico di miglioramento. Anche se era ancora costretta a letto, ora non si sentiva più “con un piede nella fossa”.

Passarono tre anni con qualche miglioramento e Marina si divertì a ripercorrere ogni passo del suo viaggio e a rileggere i diversi insegnanti che l’avevano aiutata lungo il percorso e finì con il Crimson Circle. Lesse tutti i libri del Crimson Circle e rilesse gli Shoud con un apprezzamento ancora più profondo. Un pomeriggio, dopo aver capito che stava soffrendo troppo per sostenere l’esame professionale Marina disse a sua madre. “Mi arrendo. Io resterò qui il più a lungo possibile, ma solo perché questa è la prima volta che faccio esperienza della vita dopo essermi lasciata andare completamente”. Sentì una pesantezza caderle di dosso per lasciare il posto a una leggerezza mentale e fisica. Il mattino successivo, quando si svegliò la leggerezza era aumentata e la cosa si ripeté il mattino dopo e quello dopo ancora e presto assunse l’intensità dell’euforia. Marina si rese conto che la sua Realizzazione si era insinuata silenziosamente in lei.

Nei mesi successivi, il dolore nel suo corpo aumentò di nuovo e iniziarono nuovi sintomi. Come in un batter d’occhio passarono altri quattro anni, ma per lei il tempo aveva perso da tempo ogni significato. Non c’era futuro se non il momento presente e il passato era proprio qui con lei, stava accadendo proprio ora, più reale e più sacro che mai. Si era abituata alla leggerezza e ora sentiva una pace e una gioia tranquille, a prescindere da ciò che faceva il suo corpo. La leggerezza aveva aperto dentro di lei uno stato di spaziosità vuota che prima era stata riempita dai suoi fardelli, dalle sue aspirazioni e dalle sue aspettative.

Ora che non cercava più di arrivare “da qualche parte” o di fare qualcosa. Ora Marina aveva più che mai lo spazio e il tempo per godersi le piccole cose della vita. Ogni visione, l’odore e il sapore del cibo, la sensazione del tatto: tutto era più sensuale che mai perché nessun fardello o obiettivo le rubava l’attenzione. Marina poteva essere del tutto presente e godere di tutto. I momenti che in passato le avevano fatto soffrire il cuore perché la loro bellezza era così fugace, ora accrescevano la sua gioia perché finalmente sapeva che non erano fugaci: erano tutti qui con lei. Il dolore era ancora lì, così come la pace e la gioia e ciò che rendeva tutto questo eccitante per Marina – e le faceva desiderare di rimanere in vita – erano l’amore e la fiducia sempre più profondi che provava verso se stessa.

La Maestra chiuse gli occhi. Le storie della sua ultima vita, con il suo livello assurdamente tragicomico di brutalità, implacabilità e indicibile bellezza erano le sue preferite. Poche cose la facevano ridere di più. “Ahh”, fece un altro profondo respiro di soddisfazione mentre gli aspetti si sistemavano e si preparavano a fare un pisolino con lei.

Il battito del cuore Shaumbra – Jean Tinder

Ricevere tutto

L’altro giorno, tutto intorno a me è andato a rotoli. Beh, non tutto, ma molto. Un paio di persone della mia famiglia hanno litigato mentre erano fuori casa, tanto che uno ha costretto l’altro a tornare a casa a piedi. Durante la notte la lavanderia si è riempita di centinaia di mosche (forse uno dei “giocattoli” che il mio gatto ha portato qui è morto da qualche parte). Diverse sfide di lavoro si sono presentate tutte insieme e il mio antico scaldabagno è morto – e tutto nel giro di 24 ore! La mia realtà personale stava andando bene, ma intorno a me le persone e le cose stavano cadendo a pezzi.

Era l’ultimo giorno di produzione in Colorado e ci preparavamo per il webcast di La Luce di Merlino dalle Hawaii. La sera prima le cose erano andate male a casa e ora anche in studio tutti sembravano molto tesi. Doveva esserci qualcosa nell’aria! Prima di iniziare le registrazioni ho chiamato la ditta di impianti idraulici e ho fatto in modo che qualcuno venisse nel pomeriggio e poi mentre registravamo un magnifico messaggio di Merlino ho sentito che le cose iniziavano a sistemarsi. Proprio mentre finiva ho ricevuto la telefonata che l’idraulico stava arrivando.

Mentre tornavo a casa di corsa mi sono chiesta come avrei potuto restare nel flusso e fidarmi delle cose – per non parlare di ricevere tutto quel caos! A quanto pare, la mia anima ha il senso dell’umorismo perché quando ho imboccato l’autostrada verso casa ho visto che l’auto davanti a me era il furgone dell’idraulico. Venendo da una direzione completamente diversa con 20 miglia e migliaia di auto in mezzo quante possibilità c’erano? Mentre lo seguivo fino a casa ho sorriso, incoraggiato dal fatto che forse in qualche modo, le cose si stavano svolgendo in modo perfetto.

Siamo arrivati insieme e siamo andati a vedere lo scaldabagno. Il tecnico ha raccolto alcune informazioni, ha scattato alcune foto e nel giro di un’ora mi ha inviato il preventivo per la riparazione. Io cercavo di accogliere e seguire la corrente e quindi mi aspettavo buone notizie e invece ho ricevuto un preventivo di 10.000 dollari. Oh, mio Dio! Era circa cinque volte ciò che mi aspettavo di pagare e quindi ho iniziato a fare acquisti online. Dopo tutti gli altri lavori di ristrutturazione che ho fatto, di certo potevo gestire da sola quel progetto. Nel bel mezzo della ricerca di un milione di opzioni, uno dei ragazzi è venuto a parlarmi della lite. Erano ancora arrabbiati e frustrati, ma dopo una riunione di famiglia di oltre due ore le cose si sono risolte con successo. Ristabilita l’armonia, sono tornata a occuparmi del problema dello scaldabagno.

Mentre scendevo a dare un’altra occhiata allo scaldabagno, ho notato una scatola di fusibili dimenticata accanto al serbatoio. Strano. Avevo già controllato l’interruttore automatico, ma ho aperto quella scatola “extra” per vedere che – sorpresa! – entrambi i fusibili erano bruciati e guarda un po’, proprio accanto a loro c’erano due fusibili di ricambio! Dovevano essere lì da quando mi sono trasferita quasi 15 anni fa e ora era arrivato il loro momento. Li ho avvitati nelle prese, poi ho riattivato la corrente e lo scaldabagno ha ripreso vita. Una felice danza di sollievo!

Nel giro di 24 ore è stato come se una pentola a pressione fosse esplosa nel caos intorno a me e poi tutto si è sistemato di nuovo. I bambini hanno un po’ più di saggezza e di pace tra di loro, il lavoro fila liscio, la lavanderia è libera dalle mosche e – alleluia! – l’acqua calda scorre.

Perché vi sto raccontando questa storia? È una storia di sventura o una saga di trionfi? Se il flusso è così perfetto, perché a volte sembra così dannatamente accidentato? E come diavolo si fa a “ricevere” una tale serie di disastri?

Il fatto è che tutto, letteralmente tutto è qui per servirmi, ma il modo in cui vivo quel servizio dipende dalla mia prospettiva. Geoff ha scritto che il 97% delle persone è buono, il che è molto simile alla mia esperienza. Tuttavia, qualcun altro potrebbe fornire una percentuale e quindi un’esperienza molto diversa. Tutto dipende dalla prospettiva scelta.

Ecco ciò che so sul ricevere. Se continuo a classificare le cose come “desiderate” e “non desiderate”, significa che non sto ricevendo.

Per ricevere io devo smettere di proteggere, selezionare e cercare di tenere lontane le cose sbagliate e far accadere quelle giuste. Nel vero ricevere, in realtà non c’è nulla di sbagliato; esiste solo il modo in cui io scelgo di percepirlo e viverlo. Quando accetto ciò che è così com’è e ricevo tutto senza opporre resistenza, le cose diventano magiche. Il segreto per fare esperienza della perfezione della vita è incontrare ogni momento della vita così com’è accogliendo i problemi, le domande, i ritardi e le sincronicità esattamente come si presentano. E se non riesco a vedere la perfezione? Beh, io continuo a guardare perché è sempre lì.

La chiave è liberarsi dall’idea che io debba gestire la vita e far accadere le cose – che si tratti delle cose che voglio o delle cose che non voglio. Quando vado incontro alla vita così com’è la mia energia – o l’universo o la mia anima o come la volete definirla – sa già molto bene cosa desidero e può realizzarlo alla perfezione. Invece quando la piccola me umana cerca di gestire le cose dalla mia prospettiva limitata non funziona molto bene semplicemente perché “io” non ho le informazioni necessarie per fare un buon lavoro.

È come se volessi andare in città dalla mia casa in montagna. La città è a est, ma se io mi ostino ad andare solo in quella direzione non arriverò da nessuna parte. Per fortuna la mappa mi fornisce una prospettiva più ampia e mi manda a ovest e a sud prima di girare a est e quindi arrivo in città senza problemi. Accogliere ciò che è e fidarsi del flusso è come attivare l’applicazione della mappa della mia anima. Lei sa dove voglio andare, quali sono le attrazioni collaterali che mi piaceranno e i percorsi migliori da seguire. Tutto ciò che devo fare è guidare la mia auto – cioè partecipare alla vita – e fidarmi del flusso anche quando c’è traffico e ci sono le buche e sembra che io stia andando nella direzione sbagliata. La mia anima ha in mano la mappa e quindi io posso solo ricevere le esperienze lungo il percorso e so che mi sta portando esattamente dove voglio essere.

Quando lo scaldabagno si è guastato ho scoperto che aveva circa 40 anni – la preistoria degli scaldabagni. Diamine, la garanzia è scaduta nel 1989! Io sapevo da tempo che prima o poi sarebbe stato necessario sostituirlo e quindi ho deciso di ricevere quell’esperienza come un gentile avviso da parte della mia energia che “è arrivato il momento”, ma senza la crisi di dover stare una o due settimane senza acqua calda. Ecco perché tra un paio di giorni è prevista l’installazione di un nuovo scaldabagno da parte di un altro idraulico che mi ha fatto un prezzo molto più ragionevole. Nessuno deve più soffrire per le docce fredde io sto portando il mio flusso letterale in questo millennio e posso dare un altro esempio della perfezione della vita.

La mia ricetta per questa perfezione? Accogliere ogni cosa così com’è, partecipare secondo le necessità e osservare come si svolge.