Agosto 2020

LE VITTIME E I CARNEFICI – di Geoffrey Hoppe

Al momento sulla pagina Facebook del Crimson Circle è in corso una conversazione che ha ispirato il mio articolo di questo mese. Tutto è iniziato con un annuncio generico del CC per il prossimo Threshold come Cloud Class Online. Qualcuno si è chiesto perché richiediamo come prerequisito l’aver frequentato la Scuola delle Energie Sessuali/SES per poter frequentare il Threshold Online e perché dovrebbero esserci dei prerequisiti per la Realizzazione. La risposta è semplice: l’unico prerequisito per la Realizzazione è un viaggio lungo e spesso impegnativo nella realtà fisica, viaggio che dura molte vite. L’unica richiesta per frequentare il Threshold Online è la Scuola delle Energie Sessuali/SES perché il Threshold apre un vero e proprio vaso di Pandora e la SES vi aiuta a gestire la vostra energia senza che saltiate in aria.               

La conversazione riguardava uno dei concetti di base presentati da Tobias nella SES. Per citare Tobias, “Una vittima è anche un carnefice.” Dopo questa spiegazione Tobias prosegue raccontando una storia davvero molto scomoda su Maria Maddalena. Durante i numerosi corsi di SES che Linda e io abbiamo tenuto dal vivo in tutto il mondo, per me è stato davvero terribile canalizzare quella storia e faccio fatica a guardarla quando facciamo la SES Online. Giusto per peggiorare le cose, subito dopo Tobias guida i partecipanti attraverso uno dei messaggi più brutti che io abbia mai canalizzato. Si chiama “Seduci Chi ha Abusato di Te” e solo pensarci mi fa rivoltare lo stomaco. In fondo lui vi chiede di sedurre qualcuno che in passato ha abusato di voi. È terribilmente scomodo. Si ha l’impressione che la sessione duri un’ora, invece dura solo 12 minuti. Ho chiesto a Tobias come mai avesse scelto la parola “sedurre”, ma lui ha insistito dicendo era la parola giusta. Spesso chi non parla inglese e frequenta quel corso con i sottotitoli tradotti finisce per pensare che il traduttore abbia sbagliato, ma in realtà la parola e quindi anche la traduzione è quella che ha voluto Tobias.
Come accade spesso, Tobias è stato riportato in maniera errata in questa conversazione su Facebook. Qualcuno ha scritto che Tobias ha detto che se un bambino vieni abusato sessualmente è perché il bambino stesso ha sedotto il suo violentatore a farlo. Chi ha scritto quel post ha continuato, “Nessuna vittima di incesto o un bambino vittima di violenza accetterà mai questa cretinata.” Sono seguiti molti commenti e osservazioni davvero buone e altre citazioni errate di Tobias. In generale è una gran bella conversazione e continua a svolgersi.

Liberarsi della coscienza della vittima e del carnefice è una parte importante per arrivare alla Realizzazione e inizia proprio con il capire che una vittima è sempre e comunque anche un carnefice, se non altro nei confronti di sé stesso. Riuscite a immaginare di tentare di permettere la vostra Realizzazione mentre continuate a recitare il ruolo di una vittima? Non funziona, è molto semplice. Se siete una vittima, sicuramente la Realizzazione non bussa alla vostra porta e a quel punto voi ricadete nella coscienza della vittima anche per quanto riguarda la vostra Realizzazione. Diventa un ciclo infinito.

Prendiamo l’esempio odioso di un bambino che viene abusato a livello sessuale da un membro della sua famiglia e diamo per certo che il bambino non abbia sedotto il suo violentatore perché mettesse in atto le azioni tanto detestabili; piuttosto che è accaduto che lui fosse un bersaglio facile per chi ha abusato di lui. È triste da dire, ma cose di questo genere accadono ogni giorno e ogni notte in tutto il mondo e il bambino è una vittima in ogni senso del termine. Ciò che accade dopo è importante per capire l’affermazione fatta da Tobias nella SES: “Una vittima è anche un carnefice.”

L’abuso sessuale, la schiavitù e la tortura sono tre delle ferite umane più profonde. Esse scendono in profondità nella psiche e anche una persona intelligente e con buon equilibrio non riuscirà a sfuggire gli effetti infernali, quasi veri e propri incubi dovuti a quell’abuso traumatico. Quelle esperienze fanno a pezzi gli strati protettivi della psiche e penetrano in profondità nell’identità, nell’ego nello spirito. Le ferite sono così profonde che quasi sempre s’infiltrano nella vita successiva di quella persona.

A quel punto la vittima diventa un carnefice. Deve farlo perché è il suo modo di ottenere energia.

Solo Dio sa quanto bassa è la loro energia a causa del dolore dell’abuso subito che a livello inconscio limita l’energia presente nella loro vita. Essi stessi hanno chiuso la valvola interna del flusso energetico a causa del senso di colpa, della vergogna e del profondo odio che sentono verso di sé, quindi ora cercano fuori di loro dei pezzi di energia per sostenersi (e ci riescono a stento). Ecco quando diventano dei carnefici.

L’abuso può assumere sfaccettature molto diverse. Di solito noi pensiamo all’abuso come ad azioni aggressive verso gli altri, ma può accadere anche in modo molto passivo. Al liceo la madre di una compagna di scuola di Linda aveva il cancro. Quella malattia durò per oltre 10 anni e durante quel periodo lei richiese l’attenzione di tutti in famiglia. Indirettamente incolpava loro per il suo cancro e quindi gestiva la famiglia con il senso di colpa. Lei era una vittima del cancro e per contrasto ha abusato per oltre 10 anni di tutta la sua famiglia, fino alla sua morte. La figlia si è portata dietro quel senso di colpa fino all’età adulta e per anni ha fatto uso di droghe, ha avuto problemi di relazioni, ha sofferto di malattie e di squilibri mentali.

Il mio defunto padre è stato vittima di un abuso psicologico da parte di sua madre. Si è buttato sull’alcool e naturalmente ha terrorizzato la nostra famiglia per quasi tutta la durata della mia infanzia e ciò ha compreso anche l’abuso fisico e mentale. Lui era una vittima che è diventato un carnefice. Io sono diventato una vittima, ma il mio modo di gestire la situazione era negare che io fossi una vittima. In quanto carnefice io ho chiesto moltissimo, fin troppo a me, a Linda e a tutti quelli che lavoravano per me. Da una parte risultavo “il bravo ragazzo”, ma sotto sotto chiedevo molto ed ero sovraccarico. Volevo che tutto fosse sempre in perfetto ordine perché durante gli anni della mia infanzia pochissime volte le cose erano state in ordine. La perfezione era il mio modo di ottenere energia.

Molti Shaumbra si sono portati dietro a lungo la coscienza della vittima legata al denaro, alle finanze e all’abbondanza, forse anche per vite intere.  Adamus afferma che proprio questa è stata una delle sfide più forti con Shaumbra. Se siete una vittima del denaro voi diventate un carnefice incolpando in modo passivo o aggressivo le multinazionali, i ricchi, il governo, le cospirazioni, il vostro capo, le persone che hanno successo, Il Sistema, L’Uomo o in pratica ogni altro bersaglio che sembra avere più di quanto avete voi. Alcune vittime del denaro giustificano il fatto di rubare o di tradire perché sentono di avere subito dei torti, ma è solo abuso.

Al momento la disuguaglianza razziale è un problema enorme e davvero profondo, soprattutto quest’estate negli Stati Uniti. È anche un terreno molto fertile per la coscienza della vittima ed è anche un abuso. Non importa come lo considerate ma bruciare gli edifici, distruggere le proprietà pubbliche o assaltare gli altri è un abuso. È vero che da molto tempo attendiamo il cambiamento negli squilibri etnici di ogni tipo e lo stesso vale per la diseguaglianza maschile/femminile, la persecuzione che riguarda la preferenza sessuale e praticamente ogni altro problema sociale presente sul pianeta, ma quando individui o gruppi presentano la coscienza della vittima, molto presto seguirà l’abuso. È la natura della bestia.

È difficile non diventare una vittima se la vita vi ha fornito pessime circostanze. Essere una vittima è molto, beh, virtuoso ma cercate di capire che diventerete anche un carnefice. Abusare può significare continuare a piangere sulla spalla di un amico, chiamarlo a notte fonda perché nella vostra vita c’è un’altra crisi. Sì, è vero che ogni tanto tutti noi abbiamo bisogno di un po’ di sostegno, ma una vittima lo fa senza smettere mai e sembra di non riuscire mai a superare i suoi problemi, Questo è abuso.

Spesso le vittime scappano si nascondono dentro di loro. Ciò è molto seducente e a volte il Virus dell’Energia Sessuale/VES ci conta proprio molto. In realtà è solo un auto-abuso finché non interagiscono con altre persone. L’abuso si attiva quando i loro sistemi protettivi li portano ad essere meno-che-onesti con gli altri e ciò comprende l’inganno e le bugie deliberate che le vittime giustificano come un’azione necessaria per auto preservarsi e invece è un’altra forma di abuso.

La depressione è una forma di coscienza della vittima è anch’essa attiva l’abuso. Una madre depressa, per esempio, abusa della sua famiglia con la sua energia che trascura, che crea mancanza e che risulta poco vitale. Non sempre la madre lo fa in modo deliberato o di proposito, ma comunque è una forma di abuso.

Nella Scuola delle Energie Sessuali Tobias afferma: “Se sei una vittima, sei anche un carnefice.” La definizione di carnefice è molto ampia e non riguarda solo gli atti di aggressione. Significa semplicemente che voi tentate di ottenere energia da fuori di voi. Quella è la vera lezione. Noi stiamo iniziando a capire che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è già presente nella nostra energia. Tutto, proprio tutto compresa l’abbondanza, il futuro, i nostri Corpi a Energia Libera, gnost, l’autostima e anche la Realizzazione.

Voglio ripetere le parole di Tobias: “Se sei una vittima, sei anche un carnefice.”

Ecco la mia versione: “Se cerchi l’energia fuori di te, sei una vittima e in fondo il vero abuso che fai e nei confronti del tuo Sé.

Post scritto 1: Negli ultimi anni la nostra pagina Facebook si è trasformata in un luogo di saggezza, di condivisione e di gran belle conversazioni. Leggete l’articolo di Maija Leisso (Chiacchiere da Cucina Virtuale per Cuori Shaumbra) pubblicato in questo numero e che riguarda la nuova grafica e la sensazione della pagina Facebook del CC.

Post scritto 2: Ad Adamus piace fornirci le origini delle parole e ciò ci aiuta a capirne l’energia originale. Ho appena controllato la parola “vittima.” È una parola Latina del 15º secolo che significa “creatura uccisa come sacrificio religioso.” Io non mi definirò mai più una vittima!

LA REAZIONE SENSORIALE – di Jean Tinder

Sento che ciò che voglio condividere questo mese è così ampio e profondo che distillarlo in una quantità ragionevole di parole è piuttosto sconfortante. D’altro canto è molto semplice e non è nulla che non abbiamo già ascoltato, ma in questa realtà rallentata l’esperienza di un umano ha bisogno di un po’ di tempo per raggiungere il concetto. Ciò significa che la mia comprensione viscerale di questo tema è molto fresca e più lo esploro più mi rendo conto del fatto che è il fattore primario dell’abbondanza, della salute, del perdono, del permettere, della creazione, della magia e di molto altro. Il tema è ricevere, niente altro.

Ho capito il concetto di ricevere migliaia di anni fa e ne ho scritto anche qui, ma di recente quel concetto mi è arrivato addosso in un modo del tutto nuovo e attivato da un’azione molto superficiale. Ero con Geoff e Linda nello studio di Louisville dove stavamo registrando un nuovo prodotto con Adamus. Avevamo appena finito di pranzare e io stavo preparando il caffè prima della sessione finale. La macchina espresso che c’è al Club dei Maestri Ascesi può fare due caffè per volta, ma a volte io riesco a farne uno in più usando la stessa quantità di caffè giusto per farne “uno di più”. Mentre riflettevo sul fatto di voler compiere una tale azione, mi è entrato dentro un granello misterioso di saggezza: se avessi ricevuto in pieno ciò che avevo già, non avrei avuto bisogno di più.

Sono rimasta lì con la tazza in mano e poi ho chiuso gli occhi. Sensavo che in quel granello c’era un’intera foresta di saggezza e quindi volevo restare in quel momento, respirarlo dentro, scrivere di lui, esplorarne gli angoli e le fessure fino ad arrivare alle radici. Invece dal tavolo della produzione mi stavano chiamando e quindi l’ho accantonato per occuparmene in un secondo momento. Nei giorni successivi tutto ciò ha iniziato a riscrivere la mia vita. Ecco che cosa ho trovato, anche se molto l’ho già condiviso nel contesto dei problemi relativi al cibo e al corpo, ma si può applicare praticamente a tutto.

Come molti di noi io vivo da sempre lottando con il mio sé fisico, soprattutto con i problemi di sovrappeso e i dolori e i disturbi in generale e confesso di aver provato molti modi per “ripararlo” (anche se non avrei dovuto farlo). Alcune soluzioni mi hanno fornito un certo grado di successo, ma alla fine il mio corpo le ha rifiutate tutte. Sembra proprio che i problemi legati al fisico siano uno delle ultime aree di “sofferenza” di tutta la mia esistenza, soprattutto quando si tratta di cibo. (Non possiamo semplicemente eliminare il bisogno di mangiare?) Salta fuori che c’è una cosa che non ho ancora fatto, cioè ricevere ciò che mangio. Oh, l’ho controllato molto o limitato e gestito e pianificato e occasionalmente mi sono ingozzata di cibo, ma non l’ho mai ricevuto e basta.

Per questo ci sono molte ragioni, di cui la prima è il fatto che gli umani non sono molto bravi a ricevere. (Questo tema avrebbe bisogno di un altro articolo). Inoltre da piccola il feedback del mio corpo era annullato dalla mia fame e/o obbedienza finché l’abitudine, l’ansia e i sistemi di credenza hanno guidato ciò che assumevo più di ogni altra cosa.

In questo periodo sono molto più brava ad ascoltare ciò che vuole il mio corpo, allora perché lo squilibrio è sempre presente? Perché i brontolii nello stomaco e il gonfiore e i dolori e il peso a prescindere da ciò che mangio o non mangio? Beh, grazie a quella tazzina di espresso finalmente ho realizzato che da parte mia l’atto di ricevere il cibo praticamente non esisteva. (Ciò mi fa chiedere, cos’altro non sto ricevendo?)

Ho cercato di aiutare il mio corpo ad accettare tutto ciò che mangio, ho cercato di lasciare che mi servisse ma è stata solo una ginnastica mentale. Poi sono tornata a una cosa del tipo “niente carboidrati” e ciò ha alleviato i dolori e disturbi, ma poi il mio caro corpo si è sentito forzato e privato di alcune cose. Insomma, è stato un gioco di potere dopo l’altro, perché se lasciavo che il mio corpo mangiasse ciò che voleva il peso risaliva sempre di più. Per anni questo gioco mi è sembrato un comma 22 impossibile.

Il messaggio “ricevi” arrivato dal mio Se è stato qualcosa di nuovo; era ovvio, talmente ovvio da risultare fresco. Quella stessa sera ho deciso di andare a cena in un bel ristorante, ho mangiato tutto ciò che volevo e ho ricevuto ogni boccone che ho messo in bocca. Ho sentito che Adamus si univa me per la prima portata fornendovi una specie di tutorial su come ricevere il cibo. “Può essere quasi un orgasmo,” mi ha detto a un certo punto e quelle parole mi hanno fatto ridere ad alta voce, ma poi ho scoperto che aveva ragione! (perché sono sorpresa?) Mangiare lentamente, assaporare in modo sensuale ogni boccone senza rimpianti o senso di colpa ha significato che quel semplice pasto è stato una vera esperienza incredibile. Se non fossi stata in pubblico mi ci sarei tuffata con maggiore passione. (Mettere in bocca il cibo o la bevanda, sentirli, gustarli, farne l’esperienza e poi lasciare che entrino nel mio corpo ricevendolo e lasciando che mi riempiano – beh, riuscite a capire che qualcuno si lasci trasportare…) Fidatevi di me, aprirsi davvero e ricevere è molto, molto sensuale. (Mi ricorda la scena al ristorante nel film “Harry ti presento Sally”. Forse era proprio del cibo e non lei che fingeva di avere un orgasmo; forse è per questo che l’altra cliente l’ha colto e ha detto alla cameriera, “Prendo ciò che ha preso lei!”)

Negli ultimi giorni ho continuato a mettere in pratica quel concetto, soprattutto per quanto riguarda il cibo ma anche per tutto il resto. Sto iniziando a capire che “ricevere” potrebbe essere davvero la chiave per tutto ciò di cui parla Adamus! Se tutto è la mia energia che mi serve – che sia l’abbondanza, il cibo, l’amore o altro – non c’è altro da fare se non ricevere. Le cose continuano a restare fuori equilibrio quando non ricevo quel piacere per me a causa del senso di colpa, della vergogna che provo per il mio corpo, della sofferenza, della confusione e della frustrazione nei confronti del mio essere fisico e per altre ragioni.

Quando ricevo tutto, in ogni momento tutto diventa abbastanza e quindi non devo ammassare o stoccare nulla sotto forma di grasso o ogni altro tipo di eccesso (se ingurgito tutto il cibo “giusto” ma non lo ricevo, cosa dovrebbe fare il mio corpo?)

Noi possediamo molti sensi o modi di percepire, ma per me la “percezione” implica la consapevolezza di passare da “me” a qualcosa che è “fuori di me”.  D’altro canto, la ricezione sensoriale implica che la consapevolezza vada nella direzione opposta; ricevere invece di inviare, permettere invece di aggiungere. Quando tenete in mano una tazza di tè di solito “voi” (dentro) percepite il calore della “tazza” (fuori). Ora tentate di ricevere il calore invece di percepirlo e poi sensate il cambiamento sottile in come si muove l’energia.

Giocateci! La prossima volta che avete fame invece di pensare a ciò che volete, chiedete al vostro corpo cosa vuole ricevere. Nella mia esperienza è una faccenda del tutto diversa e la risposta viene da un posto diverso che è interiore. Forse io voglio un biscotto, ma il mio corpo vorrebbe ricevere qualcos’altro.

Come si riceve? Beh, è l’opposto di spalare roba nel corpo pensando che sia ciò che dovremmo mangiare, applicare il cibo alla fame, alle emozioni, alla noia e imporre limiti e attività faticose – il tutto per spingere e tirare e controllare e dare forma a qualcosa in modo diverso da ciò che è. A quel punto facciamo la stessa identica cosa anche con la vita, cercando di darle la forma che noi vogliamo che abbia.

Ricevere significa aprire i sensi e permettere che qualcosa accada dentro di voi.  Dare il benvenuto al cibo nel vostro corpo in modo sensuale è un’arte sacra. È l’opposto del controllo, della manipolazione e dei limiti perché a quel punto il cibo ha un effetto del tutto diverso sul vostro corpo. (Io sono certa che è vero e vale se una persona è sottopeso, se ha un peso normale o se è in sovrappeso o comunque ha uno squilibrio. Il cibo, proprio come tutto il resto, è qui per servirmi e non per cercare di superare la mia resistenza nei suoi confronti. Ora i pasti sono terribilmente piacevoli e mi serve il doppio del tempo per mangiare la metà di ciò che mangiavo prima. (Ora c’è qualcosa su cui riflettere…)  Anche dopo il pasto io continuo a ricevere il cibo in modo conscio. Mi sento un po’ gonfia? Lo ricevo. Ho qualche dolorino? Lo ricevo. (Un indizio su come superare il dolore?) È interessante che ricevere sia una dinamica molto femminile, mentre la dinamica maschile prevede che si spinga o che forzi. Per chi fa esercizio fisico è arrivato decisamente il momento di trovare un nuovo equilibrio interiore (un’altra ragione per frequentare la SES, ma questo è tutto un altro tema).

E se nella vita noi ricevessimo tutto – ogni esperienza, ogni incontro, ogni azione e ogni momento? Quanto diverrebbero sincroniche, armoniose ed abbondanti le nostre vite? È come essere il recipiente di un dono assolutamente perfetto che continua a ripetersi piuttosto che essere quello che cerca di capire la cosa giusta da dare, come presentarla, come incartarla, se è della dimensione giusta e tutti gli altri grattacapi legati al dare. Che esperienza sensuale è ricevere l’acqua, l’aria, fare un bagno, ascoltare il notiziario, sentire la musica, il rumore, i vicini, l’abbondanza di ogni momento e la vita in ogni respiro. Quanto è incredibile sentirlo e sentire me che lo ricevo e lo assorbo.

Andate a fare una passeggiata e ricevete il sentiero mentre si muove sotto i vostri piedi. Ricevete le sensazioni nel vostro corpo mentre si muove. Ricevete la vista degli alberi e le canzoni degli uccellini. Ricevete la luce del sole sulla pelle e questo è facile perché il sole è così grande, luminoso e forte che noi tendiamo a percepire che la luce “viene a noi”. Ora immaginate che il vostro Io Sono sia grande e radioso come il sole e che vi dia, vi dia, vi dia senza sosta e tutto ciò che voi dovete fare è ricevere. Sì, certo, l’Io Sono è “per dare” (gioco di parole tra for give/per dare o donare e forgive/perdonare N.d.T.).

Ricevete anche la “roba” cattiva – il dolore, il grasso, la delusione, la solitudine, insomma proprio tutto. Ricevete tutto e vedete cosa accade.

Io credo che noi siamo arrivati al punto in cui è più benedetto ricevere che dare. Ecco perché: mentre state nel flusso del vostro Io Sono, ogni singola parte della vostra realtà è un’opportunità per ricevere. Proprio come il tempo, la vostra energia si muove attraverso di voi e tutta la creazione è la vostra energia personale. Voi – fermi nel momento Ora al centro della vostra realtà – fate esperienza di tutto ciò che vi attraversa fluendo, quindi perché mai resistere? Permettetevi di percepire, di aprirvi e di ricevere!

Mentre entriamo vivendo nella nostra nuova vita, tutto gira intorno a ricevere e ciò è un cambiamento fondamentale nel modo in cui l’energia fluisce. In tutte le nostre avventure come essere dotati di anima tutto riguardava l’energia che fluiva all’esterno – che cercava e ricercava, che costruiva e faceva esperienza.

La vita ha riguardato l’espressione esterna, cioè imparare come lavorare con l’energia spingendola, tirandola, dirigendola, gestendola, limitandola, facendola crescere, prendendola, rubandola e dandola… fino al momento in cui ci rendiamo conto che è tutta la nostra energia personale.

Ricevere significa riconoscere che è tutta roba vostra. L’umano non deve più dirigerla, gestirla, limitarla, restringerla, guidarla o influenzarne il flusso perché tutto viene dal vero Sé, dall’Io Sono. L’unica cosa che l’umano ha bisogno di fare è ricevere. Non è più il dualistico “dare e avere” per mantenere in equilibrio lo scambio energetico. Quando voi ricevete da voi, l’equilibrio c’è già.

A quel punto la vita diventa uno svolgersi senza fine – un costante ricevere, fiorire, reintegrarsi nel Se e un nuovo dipanarsi. Questa è la magia quando siete allineati con il Sé, nella fiducia più totale e nel ricevere costante tutto ciò che arriva; è l’alchimia di vivere la vita senza potere, senza controllo e anche senza manipolazione a vantaggio o contro di voi. È un divenire costante.