Novembre 2016

PARTE 3 / CARO UMANO…   

di Geoffrey Hoppe

Caro Sé Umano, sembra proprio che negli ultimi mesi usiamo questa rivista per comunicare tra noi. Sì, ultimamente sto cercando di attirare la tua attenzione ma molto spesso tu aspetti che appaia un Arcangelo sull’altare posto nella tua Stanza Sacra di Guarigione. Per questo ho fatto ricorso a questo modo di comunicare con te ed ho iniziato con l’articolo dell’edizione di settembre. Forse così alla fine ascolterai ciò che sto cercando di dirti e forse anche gli altri lettori potranno ricavarne qualche beneficio o almeno farsi qualche risata.

A proposito, ho visto il tuo articolo nell’ultimo numero. Dolce Shakeaspeare! Non sapevo che riuscissi a scrivere con una tale chiarezza e nel frattempo prenderti anche in giro. Ti stavi prendendo in giro, giusto? Tutte quelle storie sulle bacchette egizie di guarigione e sugli Olii Pleiadiani di Attivazione? Le hai considerate makyo, giusto? Beh, in un modo o nell’altro mi hai fatto ridere fino al Club dei Maestri Ascesi dove ho parlato dei tuoi articoli ai miei colleghi ed ora alcuni di loro scriveranno ai loro Sé Umani. Sembra proprio che gli umani abbiamo difficoltà ad ascoltare la Voce Interiore che è sempre presente.

Mi è piaciuto il nostro incontro al bowling, quello di cui hai parlato nel tuo articolo. Solo tu, io e tutti quegli strike. Ecco di cosa parlo quando dico che è arrivato il momento di vivere! Non è stato più divertente che dire le tue preghiere serali e compiere i tuoi rituali? So che ti sentivi un po’ a disagio perché nessun altro poteva vedermi e probabilmente hanno pensato che parlassi da solo. Ha! Se solo avessero saputo che stavi parlando con un Maestro asceso…un Maestro asceso che ha vinto 3 partite di fila.

Ciò è accaduto qualche anno fa e tra allora e oggi hai avuto la tendenza a dimenticarti di me. Tu torni alla singolarità del sé umano quando le cose ti vanno bene e poi m’invochi disperato quando attraversi un periodo difficile. Ha mai considerato la possibilità di restare nella “E”? L’umano E il Maestro? Il maschile E il femminile?  Il Serio e il Buffone? Si tratta di uno stato più naturale dell’essere rispetto a vivere solo in modalità umana.  Io odio vederti andare avanti e indietro, sbattere sui muri della vita un minuto in stato di grazia e il minuto successivo in stato di caos. Non c’è bisogno che sia così impegnativo.

Io sto usando la tecnica dello scambio di articoli con te per comunicarti il mio punto. Ne hai già sentito parlare da me e dal mio amico Maestro Asceso Adamus Saint-Germain che è stato molto disponibile a canalizzare me – che in realtà sei tu – per parlare direttamente di questa tua ultima vita. Lui dice solo ciò che dico io e probabilmente tu lo sai già.

Ora qui enuncerò i miei punti e forse potresti volerli incollare allo specchio del tuo bagno così non continuerai a scordarteli e sentiti libero di passarli ai tuoi amici cercatori-e-ricercatori. Dì loro che il Sé Maestro ti ha chiesto di trasmetterglieli.

Goditi il Fatto di Essere l’Umano – Tu ti dimentichi che l’illuminazione non è responsabilità tua. Quello è il mio lavoro.  Io sono già illuminato, quindi non c’è niente da fare se non rendertene conto. Fai un bel respiro profondo e ripeti dopo di me: “Io Sono Illuminato.” Va bene… “Io Sono Illuminato.”  Io lo sono già e ciò significa che lo sei anche tu, ma quando cerchi così tanto di diventare illuminato non ti rendi conto che lo sei già e quindi continui a dare la caccia al sogno invece di vivere il sogno. A volte mi chiedo…forse ti piace più sognare che vivere?

Come dice Adamus, questa è l’illuminazione da cretini. Tu la dai per certa e basta.  Lo sai e basta. La smetti di mettere in dubbio ogni mossa che fai e ogni pensiero che hai. A me sono servite 1152 incarnazioni sulla Terra perché il Me umano cogliesse questo semplice punto e durante la sua vita ognuna delle mie incarnazioni ha lottato nel tentativo di diventare un umano migliore che fosse degno della salvezza celeste. Ora andrò da ognuna delle mie vite e dirò loro che 1) Non raggiungeranno mai la perfezione e non dovrebbero neanche provarci; 2) Sono libere di fare esperienza della vita in ogni modo che scelgono e 3) Che si rilassino nella loro illuminazione.  Io l’ho già fatto, quindi possono farlo anche loro. 

Molla la Storia della Ricerca Spirituale – È roba da dilettanti e hobbisti. Tu mi dici che non c’è nulla di più importante della tua illuminazione, quindi permettiti di farne l’esperienza e basta.  Come il mio amico Tobias disse molti anni fa “Tu non conoscerai mai Dio studiando, ma potrai fare esperienza del Theo interiore ogni volta che vorrai.” Dolce Buddha, è da eoni interi che gli umani scrivono di spiritualità e la studiano ma dove li ha portati tutto ciò? Ad altri libri, ad altre regole e ad altre vite di ricerca. Ti rendi conto che nella tradizione Hindu ci sono oltre 10000 dei e divinità? Chi riesce a stare dietro a tutti?  I cattolici hanno oltre 10000 santi e ogni giorno ne aggiungono qualcun altro. La Torah e il Corano contengono oltre 300.000 lettere e nella Bibbia ce ne sono 31102 e il verso più breve dice: “Gesù pianse.” Penso che pianse perché tutto era diventato molto, molto confuso.  

Caro umano, guardati. Hai provato quasi ogni trucco da New Age, dalle guide spirituali alla guarigione guidata, dagli oli essenziali ai guru unti e dove ti ha portato tutto ciò? Ti sei trasformato in un umano noioso, virtuoso, malato, infelice e senza abbondanza. Bleah! A volte quando ti stavo intorno mi veniva la nausea. 

Ho visto “scoppiare il popcorn,” come dice Adamus. Gli umani che stanno realizzando la loro illuminazione non sono certo quelli che vanno in chiesa, in moschea o negli ashram. Sono i tranquilli che hanno tagliato fuori tutto il makyo e hanno una connessione interiore diretta. Non sono preti né guru né insegnanti spirituali ma piuttosto la signora che ti prepara il caffè o l’uomo che ti aggiusta l’automobile; entrambi sono nella vita, vivono la vita piuttosto che studiarla. 

Permetti – Forse ti chiedi perché nessun altro ne parla? Forse perché è troppo semplice. Una sola parola… Permetti. Non diventa più facile di così ed è la chiave dell’illuminazione. PERMETTILO E BASTA! Qualche volta ti ho visto cercare di “permettere” ma mentre permetti devi metterti comodo, toglierti la biancheria stretta perché, amico mio, non è un rituale e neppure un altro trucchetto. Tu Permetti e basta. È come aprire la porta stagna di un sottomarino e lasciar entrare l’aria fresca e lo so, tu ti preoccupi di lasciar entrare anche l’acqua, quindi…permettilo e basta! All’improvviso l’umano si renderà conto che può lasciar entrare l’acqua e l’aria. “Permettere” significa che abbandonerai i tuoi modi umani e ti aprirai al Io Sono. È molto semplice perché non ci sono trucchi né trucchetti… solo permettere. Certo, come risultato potresti affrontare qualche cambiamento mentale e fisico e non c’è da meravigliarsene perché stai accumulando tonnellate di energie vecchie e inutili che ora si sistemano e vanno avanti.

Se potessi usare solo una parola per insegnare a te e agli altri umani come realizzare la loro illuminazione, quella parola sarebbe Permettere. Nessun’altra. Pensateci per un attimo: l’unica cosa che non avete mai fatto in tutti questi anni sulla Terra è stato Permettere. Qual è il contrario di Permettere? Impedire.  Avete impedito a voi di essere voi, di godervi la vita e di lasciare che le energie vi servano. Siete diventati un’accozzaglia di pensieri ed emozioni, credenze e regole. Amico mio, molla tutto. Permetti.

Che ne dici di ritrovarci domani sera per un altro giro al bowling? Tra ora e allora magari potresti dare dentro il tuo vecchio furgoncino Volkswagen potere-ai-fiori e prendere una bella auto sportiva o una BMW? Non è che non voglio che mi vedano con te e con quel camioncino, ma gli altri Maestri Ascesi stanno ancora ridendo…

L’ESPERIMENTO UMANO

di Kim Seppälä

Una volta noi, gli angeli, facemmo ciò che ogni scienziato è destinato a fare: ci facemmo una domanda. Era una domanda innocente e piena di curiosità e del potenziale per l’espansione: Cosa mia accadrà quando dimenticherò chi sono?  L’ipotesi era che dimenticandoci dei nostri veri sé alla fine avremmo avuto la possibilità di ricordare chi eravamo davvero e diventare così più di quanto eravamo già. Immergendoci dentro quello che saremmo diventati, quello che eravamo stati avrebbe raggiunto una maggiore profondità e diventando quello che di certo non eravamo, quello che siamo sarebbe stato evidenziato.  Per essere sicuri di non distrarci dal nostro esperimento noi ci rinchiudemmo nella densità e nella gravità di una realtà a tre dimensioni priva di ogni possibilità di fuga dall’illusione finché avessimo trovato le risposte che cercavamo.  Noi chiamammo questo grande esperimento ‘l’umano’ ed iniziammo a progettare gli ingredienti di questa realtà alternata.        

Prima di tutto progettammo con ingegnosità l’ego (detto anche identità) il cui ruolo fu essere il contenitore dell’illusione necessaria per l’esperimento. Parte integrante dell’ego fu la mente che sarebbe stata responsabile della sopravvivenza dell’umano e così avremmo avuto l’opportunità di restare vivi abbastanza a lungo da acquisire intuizione ed esperienze. Le emozioni sarebbero state la forza propulsiva per le relazioni – un elemento davvero essenziale del progetto che ci avrebbe aiutato a capire la nostra sovranità, unicità e il libero arbitrio. Le relazioni sarebbero state anche una specie di strumento di misurazione che rispecchiava sempre la relazione che l’umano ha con sé stesso.

Poi fornimmo all’umano una serie di sensi che ci avrebbero permesso di percepire le nostre esperienze. I sensi fisici permisero all’umano di percepire la realtà a tre dimensioni, ma noi fornimmo all’umano anche i sensi angelici come la concentrazione e l’immaginazione.  La concentrazione – uno strumento per giocare in modo conscio con la Legge di Attrazione che avrebbe aiutato l’umano a ricordare la sua vera natura, quella del creatore. L’immaginazione – avrebbe permesso all’ umano di percepire le dimensioni non-fisiche, anche se per sfortuna quasi tutti gli umani finirono per ignorare il significato e la versatilità di questo senso.           

Prima che l’esperimento potesse iniziare noi dovemmo condensare l’energia e quindi creare il tempo-spazio e la gravità che avrebbero permesso all’energia di rallentare abbastanza da poterla osservare nei dettagli in modo simile a uno scienziato usa un microscopio per entrare in particelle non visibili ad occhio nudo e noi ‘zoomammo’ nell’energia.           

Il tempo-spazio e la gravità permisero la percezione della polarità, di causa ed
effetto e dei limiti. Invece di essere consapevoli di Tutto Ciò che È, noi potemmo concentrarci sul percepire le esperienze da una prospettiva molto specifica, un‘altra prospettiva nella vita successiva e avanti così. Invece di stare solo seduti sul nostro Picco dell’Angelo e vedere tutta l’immagine, noi potemmo zoomare dentro un’identità in particolare e studiarla in profondità. Potemmo andare avanti così finché avemmo l’occasione di percepire le nostre esperienze da ogni angolo possibile e anche ciò ci permise di vederci da ogni angolo possibile, da dentro e da fuori. 
L’esperimento ci fornì l’opportunità di dare un senso alle nostre esperienze da molte prospettive diverse.     

Da molti punti di vista gli umani sono intelligenze artificiali – perché questo non è il nostro stato naturale e comunque diversamente dai robot creati dalla tecnologia nelle intelligenze biologiche chiamate umani fu instillata una goccia di coscienza ma poiché la coscienza non è quantificabile, una goccia di coscienza significa davvero una connessione eterna alla vastità illimitata di chi siamo davvero.

Il presupposto era che dopo un’adeguata quantità di esperienze la stella nascosta dentro ogni umano si sarebbe riattivata, o piuttosto si sarebbe ricordata di sé e a quel punto l’umano si sarebbe svegliato.  In altre parole l’umano sarebbe trasceso, avrebbe superato il fatto di essere un robot umano programmato per passare ad essere un essere consapevole della sua libertà e creatività. Da questa prospettiva noi siamo sia il ricercatore sia il ricercato, il creatore e la creazione. Naturalmente se state leggendo quest’articolo voi conoscete la storia perché voi siete uno degli esperimenti che si sono risvegliati.

La parte complicata è che anche se sappiamo che il tempo e lo spazio sono illusioni temporanee, ci sentiamo comunque ingabbiati da loro. Il potere della gravità non è solo fisica; noi facciamo esperienza anche della gravità psichica, mentale ed emotiva che sono un’attrazione magnetica e costante verso il vecchio. Si dice che in questo periodo, in questo tempo di Samhain il velo tra le dimensioni è più semplice da spezzare; ora è il momento in cui l’illusione della rigidità del tempo e dello spazio è più semplice da forare. Quale momento migliore per diventare consci di altre dimensioni – in altre parole per renderci conto della nostra E?

Di recente Adamus ha spiegato che essere multidimensionali è proprio come essere multi-sensoriali. Mentre entriamo nella nostra maestria cambia anche il modo in cui funzionano i nostri sensi ed ora eccoci qui da qualche parte tra la piena consapevolezza multidimensionale e lo stato in cui niente-ha-senso. Questo è il momento migliore per espandere i sensi.           

Allora, come si passa dall’essere consapevoli dell’esistenza di altre dimensioni al vederle davvero? Io non sono una persona che di solito vede le energie o possiede facoltà extrasensoriali nel senso classico del termine, ma io esploro le altre dimensioni; per me la multidimensionalità è accessibile attraverso le sensazioni ed essere multisensoriale procede in parallelo con l’essere sensuali perché entrambi gli stati richiedono che tu superi la mente. In termini pratici ciò significa che io posso sentire dentro di me una certa dimensione specifica e riesco addirittura a sentirne una nuova e a farla esistere. A volte quando incontro una persona io sento dentro di me le sue diverse dimensioni e mentre lo faccio uso l’immaginazione come uno strumento per formulare le mie intuizioni e le mie sensazioni in qualcosa di più concreto. Sembra proprio che più mi fido della mia intuizione, più essa diventa chiara.

Un altro modo per espandere i miei sensi è lasciarmi cadere in uno stato di calma perché in ogni esperienza ci sono molti strati e scelgo io dove porre la mia concentrazione.  Di solito lo strato superficiale è l’eccitazione, l’adrenalina, il rumore e l’emozione e questo strato è molto seducente perché tiene occupata la mente ma sotto la superficie ci sono altri strati come la calma che a un primo sguardo può apparire vuota o noiosa e invece quando sento gli strati più profondi spesso scopro quanto sono sensuali e pieni. È la differenza tra osservare un arcobaleno e tuffarsi in una delle bande dell’arcobaleno per nuotare in tutte le diverse tonalità del blu. Ciò accade quando l’eccitazione non è più eccitante perché la profondità diventa molto più interessante.  

Mentre passiamo da una dimensione a un’altra si trasforma l’esperienza del sé e non tanto ciò che ci circonda. In altre parole, ciò che si modifica è il senso che noi usiamo per percepire la realtà. Le dimensioni sono come spazi tutti ripiegati uno nell’altro, nel qui e ora e noi spostiamo la nostra concentrazione da uno strato all’altro. Inoltre noi esistiamo in tutte le dimensioni nello stesso momento. Noi possiamo vedere con gli occhi e sentire con i nostri sensi energetici e sentire con i nostri cuori -in simultanea. Vivere in modo multidimensionale significa sedersi sul Picco dell’Angelo e nello stesso momento fare esperienza di tutti i guai e di tutte le sorprese umane a tutto colore e in alta definizione.     

Non mi sono mai considerata interessata alla fisica o alla matematica, ma aggiungi alla scienza qualche caratteristica da Nuova Energia e diventa affascinante! Secondo la matematica di Adamus, la dimensione lineare della matematica (i numeri positivi e negativi) è solo una delle molte dimensioni della matematica e apparentemente esistono anche dimensioni fluide della matematica che reagiscono a leggi non lineari. Ciò che connette tutte queste dimensioni tra loro è il punto zero. Zero non è solo un numero; è il nulla e il tutto allo stesso tempo. È il momento che contiene il passato ed i potenziali futuri. Il punto zero è come la goccia di coscienza nell’esperimento umano, è la porta verso tutti i potenziali e tutte le dimensioni dell’umano. Ora noi, le cavie da laboratorio della nostra stessa ricerca stiamo diventando consapevoli del punto zero interiore dentro di noi. Noi non abbiamo bisogno di imparare come essere multidimensionali; noi abbiamo solo bisogno di diventare consapevoli di quanto multidimensionali siamo sempre stati e con questo stiamo arrivando alla fine del nostro esperimento. 

Ecco, mentre gli scienziati umani fanno scoperte rivoluzionarie e fanno esperimenti con la tecnologia infusa con l’intelligenza noi, gli scienziati della Nuova Energia stiamo facendo esperimenti con l’energia che è infusa di coscienza.

Ora, solo perché alla fine abbiamo trovato le risposte a questo grande esperimento, il nostro viaggio non finisce certo qui.  Per esempio potremmo dare inizio a un nuovo esperimento chiamato ‘il maestro incarnato’. Com’è l’incarnazione illuminata? Noi creeremo una nuova dimensione sulla Terra o la Vecchia Terra cambierà per adattarsi alla nuova coscienza? La mia ipotesi è che non ci sono garanzie per ciò che accadrà una volta che un gruppo di Maestri Ascesi camminerà su questa Terra, ma scommetto che vale la pena di esplorarla.

VIVERE NELL’ERA DEL SÈ

di Verla Ell Rey

Un giorno, dal nulla il mio sé Maestro dichiarò che noi avremmo scritto un libro. “Cosa?!” pensai io. Non avevo certo bisogno di iniziare a scrivere un libro; ero troppo occupata e inoltre non ero neppure una ‘scrittrice’ ma mi resi anche conto che il mio sé Maestro era del tutto impegnato in questa sua idea e come sapete bene quando il tuo sé Maestro ha una certa scintilla negli occhi ragionare con lui è inutile

Una sera sedetti il mio sé umano e dissi, “Okay, facciamolo.” Le prime parole che apparvero sullo schermo del pc furono il titolo: L’Era del Sé. A Sedona, nel giugno 2015 Adamus aveva dichiarato che la ‘New Age’ era finita e che era iniziata L’Era del Sé. I tempi erano cambiati al punto che l’era era cambiata.

Poi iniziai a pensare cosa avesse significato per me la transizione nell’era del Sé e la risposta fu, “Tutto!” e da quel momento in poi le parole iniziarono a fluire. Aveva significato tutto ciò che io avevo mai sperato e sognato, compreso tutto ciò di cui non mi ero resa conto di poter sperare o sognare ed ora invece era disponibile perché il sé contiene davvero tutto poiché tutto è dentro.

Che nome adatto per l’era attuale perché il prossimo passo nell’evoluzione dell’umanità passa attraverso l’evoluzione del sé. Non abbiamo più bisogno di ‘evolverci’ per amore dell’umanità e neppure per amor nostro ma sembra proprio c’è qualcuno che non riesca a resistere.

Cosa significa tutto ciò in termini di vita umana di tutti i giorni? L’Era del Sé è il semplice lasciare che le nostre vite riguardino noi, i nostri sé, i nostri sogni e i nostri desideri ma cosa facciamo davvero una volta che abbiamo permesso all’umano di iniziare ad amarsi e a superare la mente?

Per me, personalmente le più grandi frustrazioni riguardavano il chiedermi come applicare alla mia vita umana ciò che sento vero con grande chiarezza. Come si può tradurre le energie non-fisiche che sono largamente irriconoscibili per l’umano in energie che possiamo usare nella realtà a 3D? In altre parole, come si può creare una vita umana ‘migliore’ o ‘più interessante’ human life? Per l’umano è scoraggiante che non esista modo per farlo e ciò rende la vita umana ancora più senza scopo di quanto il mio caro umano riuscisse a stento a gestire.

La questione è ancora aperta: cosa si fa nell’Era del Sé? Per sfortuna poiché quasi tutte le cose che gli umani amano fare le fanno per il bene degli altri – per dare, condividere, mostrarsi, impressionare, salvare etc. – la domanda in sé potrebbe risultare accademica. Questa è davvero l’Era del Sé, un periodo in cui in un certo senso riportare dentro l’essenza delle cose dagli altri reami per condividerla o esprimerla ad altri oltre che a sé stessi non ha senso. Tutto avviene dentro e tutto il resto intrattenimento o distrazione. Può essere meraviglioso, divertente e fantastico ma non è necessario né richiesto e non ha nessuno scopo, quindi apparentemente tutto ciò che ‘facciamo’ è cazzeggiare e ‘fare esperienza.’

In ogni caso il mio umano continua a tornare al fare e presumo che l’unica differenza tra ‘fare’ e ‘fare esperienza’ è la coscienza con cui si svolge l’azione: l’azione di per sé può essere esattamente la stessa e naturalmente nella ‘e’ non c’è alcun bisogno di cercare di smettere di ‘fare’ perché noi stiamo facendo ‘e’ facciamo esperienza nello stesso momento.

Tutta questa mancanza di definizione, questo nulla e l’infinità del Sé sbarella la mente.  La parte umana che cerca di capire si trova in un campo giochi molto più ampio di quanto avremmo mai potuto concepire. Il disorientamento dell’umano non è dovuto ai parametri sconosciuti ma solo perché non ci sono proprio i parametri.

Quando fronteggio una tale insicurezza ho scoperto che l’unica cosa che posso fare è entrare in me ed affondare nel ‘Io esisto.’ Nello Shoud di ottobre 2016 quando Adamus ci ha chiesto, “A chi sei più vicino?” nella mia mente non c’è stato alcun dubbio. Io sono la mia migliore amica, la compagnia che preferisco di più e il mio più grande amore. Ora, da quando ho iniziato a scrivere il mio libro sono io quella a cui mi rivolgo quando le cose si fanno toste. Io ora cerco la mia voce per avere un consiglio e nei momenti di incertezza o di difficoltà sono le mie stesse parole che mi girano in testa.  Ora sono le mie parole e non quelle degli altri che attivano epifanie ed articoli di giornale ed ho scoperto che scrivere è il luogo in cui il mentale poteva incontrare il Io esisto, dove l’umano e il Maestro potevano unirsi per creare qualcosa. Per il Io Esisto la scrittura è un modo per fondersi nella vita umana e ho scoperto che in termini di comodità e chiarezza per l’umano non c’è nulla di paragonabile all’essere con il mio vero sé nel Io esisto.

La mia confidenza e la mia fiducia nel Io esisto sono affiorate quando il mio editore mi ha chiesto i motivi per cui scrivevo il libro; voleva capire come e perché io ero ‘qualificata’ per fare molte delle affermazioni che conteneva. Avevo un qualche diploma che mi rendeva un’autorità nel campo?

È stato allora che il mio umano è diventato molto consapevole del valore di scrivere questo libro, di lasciar uscire la mia voce e dichiarare IO SONO QUI.  La mia risposta alla sua domanda si è trasformata in ciò che ora è la prefazione del libro che è la mia storia personale di auto-realizzazione.

Fidarsi del sé è un livello di fiducia del tutto nuovo, è espandersi senza sforzo mentre ci si tuffa dentro e così creare una fiducia ancora più profonda. Fidarsi del sé può trasformarvi molto e quando stiamo con il sé Io Esisto noi diventiamo anche consapevoli di qualità personali che forse prima non notavamo. Queste qualità intrinseche non si devono confondere con le ‘forze,’ che sono transitorie e legate all’ identità.  Le vere qualità del sé sono eterne, non consumano energia, non hanno secondi fini, non richiedono alcuno sforzo per mantenerle. Queste qualità sono le ‘fiducie’ di base del nostro essere.

Noi siamo magnifici e la nostra capacità di amare toglie il fiato. La nostra saggezza inerente è incomparabile e la nostra capacità di provare compassione è infinita. Noi siamo naturalmente capaci di creazioni incredibili limitate solo dall’ultima direzione della nostra immaginazione. La nostra innata presenza è così profondamente sincera e senza tempo che siamo incapaci di reprimere la nostra radianza e il nostro vero sé non ha nessun desiderio di farlo perché con il profondo sapere interiore di tutte queste qualità la vera fiducia è una realtà e non più una fantasia.

Questa nuova Era del Sé è il tempo di amarvi, di conoscervi, di permettervi di essere tutto quello che siete e di fare esperienza di tutta la gioia che potete provare. È un’era non complicata dove l’umano non è più incompleto, insufficiente o bisognoso di migliorarsi o di essere di più. È solo il ritorno a ciò che nella nostra esistenza è fondamentale – il sé. Si tratta di essere tutto quello che siete davvero e rendervi conto di quanto sia enorme, incommensurabile.

Nella vita di una persona si cui è presente tutto l’essere non c’è più bisogno di ‘lavorare’ su sé stessi e basta con l’agonia dell’indecisione o del dubbio, basta con l’illusione o i giochi da vittima. Ciò permette la vera libertà di avere interazioni, relazioni e co-creazioni consce tra gli umani.           

L’evoluzione del sé permette che l’umanità si liberi davvero dai limiti personali e collettivi.       

Mentre iniziate a riconoscervi non c’è più bisogno che siate timidi: accettate la vostra magnificenza, state dritti, parlate con chiarezza, agite liberamente e lasciate che l’amore interiore si esprima in ogni momento di ogni giorno. È arrivato il momento di smetterla di immaginare che siamo limitati e di permetterci di essere tutto quello che siamo. Con il Io esisto e l’umano come una cosa sola possiamo andare avanti e con gioia innamorarci sempre più in profondità di noi e delle nostre esperienze.

L’Era del Sé è qui.