2019 Magazine Febbraio

LE CARATTERISTICHE DELLA REALIZZAZIONE di G. Hoppe

L’altro giorno Jean Tinder, la Content Manager del Crimson Circle mi ha inviato una email con la bozza della descrizione della parola “Realizzazione” per il nostro glossario online. Ci sono molte parole che hanno bisogno di una definizione e/o di chiarezza, compreso le parole create da Adamus come kaikho, makyo, nha­hyu e shasat, ma anche parole normali come transumanesimo, Standard ed Essere con l’Anima che assumono un significato diverso se usate nello Shaumbra Speak.

La descrizione che Jean mi ha inviato era buona, ma in un certo senso non era del tutto giusta. Come definite la “Realizzazione”? Le ho detto che avrei corretto la definizione e le avrei rimandato il tutto per il glossario. È da allora che sono confuso. Che cavolo è la Realizzazione? Da allora ha continuato a girarmi nella testa. Non ho ancora inviato a Jean la definizione corretta della Realizzazione ma ho avuto molto tempo per pensare alle sue caratteristiche. Spero che non le dispiaccia di aspettare ancora un po’ mentre io condivido le mie intuizioni con voi.

L’UMORISMO

Non esiste un altro modo: nel corso di questo viaggio dovete permettervi il senso dell’umorismo. Essere seri significa essere schiacciato dal peso delle vecchie storie umane. Senza il senso dell’umorismo sarete solo un altro guerriero ferito al lato della via che porta alla Realizzazione. Tutto sta nell’iniziare a riuscire a ridere di sé e poi di Adamus e delle altre entità e poi del mondo. Ricordatevi che in ogni caso niente di tutto ciò è reale, quindi perché non riderci sopra? La risata è la scoreggia dell’anima che si libera dai gas mefitici dell’esperienza umana.

L’opposto della risata è la cupezza, la noia, l’assenza di vita, il grigiore, l’analisi e la seriosità. L’umorismo ha un gran senso dell’umorismo anche se voi non l’avete. È la voce che da anni vi dice di ‘accendervi’, di correre qualche rischio e guardare un bel film romantico.

Perché di solito le persone spirituali sono descritte come sobrie? Fate una ricerca su Google sulle Persone Spirituali: o sono inginocchiate o fanno yoga o alzano le braccia verso il cielo e la luna piena. Quello non è il tipo di persone con cui voglio fare festa. JP Sears è un’eccezione rispetto alla regola spiritual-seriosa dei suoi video e del libro “Come Essere Ultra Spirituali”. Mette in ridicolo i vecchi stereotipi dell’essere spiritualmente corretti … e costipati.

Come suggerisce Adamus, prendete ogni passaggio difficoltoso della vostra vita e fatene una storia degna di una commedia. Anche se si tratta di una commedia noir, ciò cambia la percezione e quindi l’energia. Ricordatevi che gli angeli possono volare perché si prendono alla leggera.

L’IRRIVERENZA

Durante questo viaggio si manifesta la tendenza a diventare molto reverenti, ma nulla è così santo da doverlo adorare se non un posto in prima classe su un volo lungo. Il Maestro non vuole che l’umano lo riverisca, ma piuttosto che permetta la sua saggezza. L’Io Sono non ha bisogno di essere adorato o altro e non gli interessa se lo benedite o lo maledite perché l’Io Sono è pura coscienza.

Mi ricordo la prima volta che andai alle Hawaii. Era il 2004 e ci invitarono a canalizzare ad una conferenza sull’isola di Kauai. La stanza era piena, c’erano oltre 200 persone e davanti c’era un enorme altare alto oltre 2,5 metri e lungo oltre 6 metri. Era ricoperto da bellissimi fiori, cristalli e statue di Buddha, Gesù, Kuan Yin, Maria e ogni altra icona spirituale che potete immaginare. Nella stanza c’erano molti ‘big Kahunas’ e 2 o 3 ‘Nonne’ seduti in una zona speciale e riservata con grandi poltrone e un giardino di fiori. Se superavi l’altare o la zona VIP dovevi fermarti e inchinarti. Uno dei presentatori fece una lunga cerimonia per adorare Kuan Yin che includeva molti inchini e un po’ di litanie mischiate alla OM. Per Linda e per me era la prima volta e fu davvero un’esperienza. Con tutta quella cerimonia sacra, mi sembrava di essere di nuovo in una chiesa cattolica in una serata a tema hawaiano.

Che diavolo c’entra tutto ciò con la Realizzazione? Lasciai la conferenza chiedendomi cosa stessero cercando davvero, perché sembrava tutta un’enorme distrazione. La realizzazione è un’esperienza molto profonda ed estremamente personale. Non si tratta di vedere gli angeli, meditare per giorni o adorare qualcosa che è fuori di te – compreso Adamus che non ne ha bisogno e non lo vuole e infatti farà di tutto per farvi incazzare se lo mettete sopra un piedistallo.

In quanto Maestro, voi fate tutto ciò che potete per evitare che le persone vi adorino. Per sfortuna quasi tutti preferirebbero adorare qualcosa fuori di sé piuttosto che adorare quello che c’è dentro. Fumare, bere e imprecare come un marinaio se è ciò che serve per scuoterli un po’.

NEL MOMENTO

Sono finiti i giorni in cui potevate pianificare cosa sarebbe accaduto nella vostra vita. Scordatevelo. Anche se ci provaste, saltereste in aria. Devo ammettere che mi diverto ancora a pianificare la mia vita, ma io ora abbraccio abbastanza umorismo da sapere che i miei piani non sono altro che foglie in una tempesta.

Nella realtà lineare e fondata sulla mente noi facciamo molti piani nel tentativo di controllare le nostre vite umane o forse scalare il livello successivo del successo. Ora che l’energia è nostra amica, la vita avviene molto nel momento. L’energia e i potenziali arrivano proprio al momento giusto, mai troppo o troppo poco, troppo presto troppo tardi. All’inizio è uno strazio perché non sembra che ci sia un piano o una direzione. L’umano va in panico perché svuole sempre tenere sotto controllo il passato e il futuro, ma dopo un paio di dozzine di ‘esperienze-nel-momento’ ci fate l’abitudine e la smettete di preoccuparvene. Solo dopo vi rendete conto che il risultato è molto migliore do tutto ciò che avreste potuto pianificare perché si tratta di una collaborazione tra il Maestro e l’umano.

L’ADATTABILITÀ

Entrare nella Realizzazione richiede un’enorme flessibilità in ogni parte delle nostre vite. Tutto cambia, dai nostri sogni ai modelli alimentari e livelli energetici del sonno, delle persone e dei lavori. Cambiano anche le preferenze musicali, stilistiche, di colori e di tessuti e di temperature. Mi sono reso conto che nel corso dell’ultimo anno il modo in cui guido è cambiato. Mi è sempre piaciuto guidare, ma ora in molti casi lo trovo terribilmente irritante e inefficace, un po’ come iI resto del pianeta.

Pensate per un attimo a tutte le cose che una volta vi piacevano o che vi piaceva fare e ora sentitele dentro di voi: probabilmente sarà più corta e più semplice. Proprio quando ti stavi abituando alle tue nuove preferenze, è probabile che cambino di nuovo. Fateci l’abitudine.

L’INTOLLERANZA

Le sopracciglia di molti Shaumbra si sono corrucciate quando Adamus ha affermato, “Il Maestro è un intollerante figlio di puttana.” Quasi tutti pensavamo che il Maestro fosse calmo, imperturbabile e passivo come una fetta biscottata. Poi ci siamo resi conto che la tolleranza era solo un sinonimo del lasciare che le persone ci camminino addosso. La tolleranza era un modo per dare tutto a tutti senza lasciare nulla per noi. Io ho imparato che l’intolleranza significa dire “adesso basta,” quando le persone e la vita tentano di distrarmi dalla mia chiamata interiore. Ho anche imparato che l’intolleranza è più applicabile a me che al mondo esterno. Io la uso su base quotidiana per tracciare una linea quando i vecchi aspetti vengono a molestarmi o quando la mia mente cerca di fare “la cosa giusta” e non la cosa da Maestro. Sono diventato intollerante alle mie stesse lamentele, alle mie paure che cambiano spesso, alle mie enormi e numerose distrazioni e al mio bisogno ossessivo della logica. Sto ancora lavorando sull’ “adesso basta” al mio bisogno di lavorare sodo per poi chiedermi se sono un Maestro pigro.

All’inizio essere intolleranti vi fa sentire a disagio. Dopo tutto, quasi tutti noi siamo stati addestrati per vite e vite ad essere “persone carine.” L’intolleranza sembra molto poco educata. La prossima volta che qualcuno cerca di premere i vostri bottoni, cercate di usare un po’ di eloquenza intollerante. L’intolleranza non ha bisogno di essere dura. Potete farlo con la finezza di un Maestro finché le persone non sorridono e annuiscono quando voi tracciate la vostra linea sulla sabbia. Di fatto rispetteranno di più voi e se stessi quando il vostro “No” viene da dentro piuttosto del solito “forse” vecchio e compromettente o del “lascia che ci pensi sopra.” NO non è una brutta parola; in effetti è molto più chiara che molti dei nostri “sì.”

DEFINIRE LA REALIZZAZIONE

In questo articolo nulla mi ha aiutato a scrivere una breve descrizione della parola Realizzazione, ma mi ha offerto la possibilità di esplorare alcuni delle caratteristiche non così ovvie della Realizzazione. Mi spiace, Jean. Dal Maestro in me alla Maestra in te, ti arriverà al momento giusto. Non troppo presto, non troppo tardi. Sorridi!

 

LOTTA O SCAPPA di Jean Tinder

Adamus ha detto più volte “Il Maestro permette che l’energia lo serva.” Quando lo sentii dire per la prima volta, mi immaginai che l’energia mi avrebbe servito alla fine, quando sarei riuscita a diventare una Maestra o almeno mi fossi comportata almeno con un po’ di Maestria. Invece di recente mi sono resa conto che l’energia sta già servendo ognuno di noi e reagisce alla nostra coscienza in modo perfetto e accurato.

La Maestra lo permette piuttosto che lottarci contro. Ultimamente dice che è arrivato il momento di lasciare che l’energia sia nostra amica e sembra proprio che sia di fondamentale importanza mentre procediamo. Sembra proprio bello, dà speranze – un’amica che mi serve – ma cosa significa in realtà? Di recente ho vissuto un’esperienza che dimostra piuttosto bene come tutto ciò può funzionare se lo permettiamo e poi ci togliamo di mezzo.

Esattamente 10 anni fa ho traslocato (però, come passa il tempo!) ed è stata un’esperienza stupenda di creazione, cosa che abbiamo condiviso molto proprio su queste colonne. Nel corso degli anni e soprattutto di recente ho effettuato molti cambiamenti, ho migliorato le cose e le ho rese mie. In tutto ciò, una cosa che non avevo cambiato per nulla è il mio ufficio. È una bella stanza, ma è anche strana.

Situata sopra il garage e con il riscaldamento autonomo, sembra quasi un’aggiunta fatta in un secondo momento. Quando mi sono spostata lì, il perlinato era bianco e verde avocado con carta da parati beige, la moquette era marrone ed ogni angolo era decorato con bordi a contrasto e niente di decorativo, ma solo tavole rovinate, gonfie e storte. Il soffitto basso aveva un rivestimento che non avevo mai visto prima – malta dura quasi appuntita e rovinata su cui avevo sbattuto fin troppe volte. Per essere qualcuno che odia non vedere bene davanti a sé, tutta la stanza era un pugno in un occhio anche da vuota.

Subito dopo essermi spostata lì ho tentato di mitigare il casino con vernice blu e avorio, ma la vernice luminosa era solo un’altra sfumatura di bruttezza. Oops! Comunque è un luogo molto frequentato dove trascorro il 90% del tempo in cui sono sveglia e rifare tutto non mi sembrava fattibile. Avrei potuto sistemarlo dopo. Nel frattempo ho ristrutturato il soggiorno, la cucina, la camera da letto, il bagno, l’ingresso e così via lasciando l’ufficio per ultimo. Beh, forse riuscirete ad indovinare la parte successiva della storia!

Qualche settimana fa non ce l’ho fatta più. Qualcosa doveva cambiare. Una parete era ricoperta da pensili davvero brutti, probabilmente un rimasuglio di vecchi armadi ed era arrivato il momento che se ne andassero. Li ho strappati via e oh, che sollievo! Aspetta un attimo, e il vecchio perlinato e gli orribili bordi? E il soffitto pericoloso e la vernice orribile? Sì, era arrivato il momento di rifare il mio ufficio ma l’avrei fatto con calma, un pezzetto alla volta e per i successivi 6 mesi, quindi nessuno sconvolgimento.

Ho iniziato nell’angolo più lontano dalla mia scrivania, ho tolto la carta da parati, ho rimosso le parti in legno, ho riparato le grosse crepe e ho steso sulle pareti un bel fondo. Stava accadendo! Potevo inventarmi qualcosa per risolvere il problema del soffitto basso che non fosse solo togliere le punte, ma tutto il resto sarebbe stato proprio come lo volevo.

Ciò è accaduto qualche giorno prima del ProGnost. Poi il drago è atterrato e tutto è saltato in aria.

Il giorno dopo il ProGnost ero nel mio ufficio con un amico a cercare di capire come poteva aiutarmi con il mio piccolo progetto. Con un’improvvisa ispirazione abbiamo staccato un paio di brutte assi dal soffitto e subito dopo l’energia ha iniziato a muoversi – alla grande e in fretta! Era arrivato un altro amico, mio figlio era in casa e non so bene come, nel giro di 3 ore tutto l’ufficio era svuotato e la demolizione era iniziata.

“Dirompente? Oh, ti mostrerò io cosa significa dirompente,” brontolò il mio drago. “È arrivato il momento che questo spazio rifletta TE.” Lunedì sera il mio ufficio era un guscio vuoto. Mucchi di detriti erano fuori casa e dentro era tutto aperto. Mi sentivo come se una stanza del tutto nuova fosse entrata nella mia casa! Il soffitto basso e appuntito era sparito come i bordi e la carta da parati e ora tutta la casa aveva fatto un bel sospiro di sollievo. Sentivo addirittura che l’energia della “lotta” che mi aveva perseguitato per decenni era sparita di colpo. Era stato davvero così ‘terribile’ viverci dentro? Sì, lo era stato.

Ero eccitata e un po’ travolta, ma ecco la sfida: nel vortice delle varie attività – quattro persone che di colpo spostavano le mie cose e demolivano il mio spazio – come potevo restare connessa alla mia creazione? Quel vortice serviva a qualcosa. Io lo volevo davvero, ma era molto più di ciò che mi aspettavo e stava accadendo ad una velocità da rotta di collo. Meglio frenare o trattenere il fiato?  Avrei cercato di controllare e gestire il processo? Oppure potevo fare un passo indietro, togliermi di mezzo e avere fiducia che il ciclone energetico mi stava servendo? In quel caso tutto sarebbe filato liscio. La mia umana era senza fiato e sconvolta, ma in meno di due giorni il mio ufficio era stato completamente trasformato, svuotato da tutto il vecchio e il brutto e pronto per il nuovo. Era molto più di ciò che avevo sperato

Il mio amico è rimasto qualche altro giorno per ricostruire il nuovo e bel soffitto a volta e per aiutarmi a mettere il cartongesso. Poi se n’è andato ed io sono tornata nel mio luogo felice – ricreare la mia casa e apprezzare ogni momento. Sì, è davvero dirompente; per ora la mia postazione di lavoro è in soggiorno e le varie cose sono impilate intorno alla casa e tra poche settimane ritornerò in uno spazio del tutto nuovo, aperto e bello.

Ecco cosa ho imparato: quando lasci davvero che l’energia inizi a muoversi, in questi giorni va molto in fretta! Specialmente se ti togli di mezzo, se molli il controllo e ti fidi del fatto che lei ti sta servendo in modo perfetto. Fa un po’ paura? Certo che sì! Mi sento anche come se volassi! Ciò mi porta al “lotta o scappa.”

Penso che Adamus sia irremovibile sul fatto di diventare amici con l’energia perché sembra che il nostro programma di base voglia combatterla, ma non funzionerà più. Lo facciamo tutti e in modo quasi automatico, ma che aspetto ha? Per come la vedo io, lamentarsi di “ciò che è” è diventato il nostro modo più popolare di lottare contro l’energia. Di recente ne ho sentito parlare molto, probabilmente perché ora sono ‘iperconsapevole’ di tutto ciò. Le persone si lamentano della politica, dei partner, della politica del CC, del governo locale, di dover spalare la neve, dei ricchi, della grammatica di Adamus, dei vicini, del tempo, di ciò che non hanno e per ciò che hanno – praticamente per tutto! È un po’ come se lamentarsi fosse l’unico modo in cui gli umani riescono a fare conversazione! In effetti si tratta solo di lottare con l’energia. Se nella vostra vita volete qualcosa di diverso, agite in ogni modo possibile; lamentarsi di qualcosa che non volete cambiare o che non cambierà non fa altro che bloccare il flusso della vostra amica, l’energia.

La paura è un’altra enorme lotta energetica. La paura della malattia, degli altri, del crollo della borsa, della povertà e della noia – di tutto – è senza eccezione alcuna una lotta con l’energia.

Come non lottiamo con l’energia? Personalmente penso che si tratti di dire “Sì” – alla vita, al cambiamento, alla mia stessa creazione e a ciò che si manifesta. Dire di sì non significa essere passivo o un ‘tappetino’ e lasciare che la vita vi cammini sopra. Significa dire sì a te in ogni occasione, a prescindere da tutto. Si tratta di dire sì a ciò che vuoi e a ciò che non vuoi (in altre parole, va bene non volere nulla) ed è dire sì ai cambiamenti inevitabili. Non è il “Sì, ma…” o “Sì, solo se…” È un SI’ nella fiducia più totale, il che alla fine permette che le cose si muovano liberamente.

Lotta o scappa. Voi lotterete e vi lamenterete di ciò che è e poi vi chiederete perché nella vostra vita non funziona nulla? Oppure direte sì a tutto e vi solleverete come l’uccello che dà il benvenuto al vento a prescindere dalla direzione in cui soffia? Il fatto è che l’energia vi sta già servendo in modo assoluto. Se scegliete il conflitto, la resistenza, la passività e la noia – l’energia vi servirà dandovene ancora di più. Se scegliete la libertà e il permettere, l’energia ti servirà senza alcun limite.

Quando il mio ufficio è saltato in aria in modo inaspettato, ho sentito come se ci fosse un capomastro che dirigeva tutto il lavoro. Quattro persone che impacchettavano, pulivano e spostavano tutto, che hanno fatto a pezzi la stanza e in qualche modo sapeva perfettamente cosa fare in ogni momento. Stava accadendo così in fretta che ho dovuto fermarmi e respirare molte volte perché era un regalo più grande di quello che avrei mai potuto chiedere consciamente. Era l’energia che mi serviva sotto forma di persone disposte ad usare il loro tempo e la loro energia (e anche a premere i miei pulsanti del “ricevere”). Sono stati due giorni davvero energizzanti (e sfibranti) che ognuno di noi ha vissuto da un po’! Ci siamo sentiti parte di qualcosa di sincronico e magico, qualcosa più del semplice del “un altro dei progetti della mamma.” Tutto ciò che ho dovuto fare è stato respirare, partecipare ed osservare la magia che si manifestava.

Lottare con l’energia o volare via sostenuti dalle vostre ali? Qui non c’è una scelta giusta; l’energia continuerà a servirvi in perfetta armonia. È come un’automobile: o usate il pedale del gas o il pedale del freno e potete farlo apposta o in modo incon­scio e l’automobile (l’energia) vi risponde. Se vi chiedete cosa state scegliendo, prendete in considerazione ciò di cui state facendo esperienza.

Serve un’enorme quantità di fiducia per smettere di lottare perché siamo stati addestrati a gestire l’energia, nel tentativo di tenere lontano ciò che non vogliamo e restare attaccati a ciò che facciamo. In passato ha funzionato (più o meno) a causa del lunghissimo ritardo nella creazione, ma ora è diverso e l’energia risponde in modo quasi immediato. Se resistete a ciò che è, l’energia reagisce e a sua volta lotta contro di voi. Dite di sì e basta, così l’energia fa lo stesso e avviene la magia!

Lottare o scappare. L’unica differenza è la nostra risposta all’energia che è sempre stata a servizio.