Caro Maestro/a

Di Carolina Oquendo

Un Modo Nuovo Di Fare Esperienza Del Materiale Shaumbra

Vi è mai capitato di dimenticare tutto ciò che avete sentito da Adamus (o Kuthumi, o Tobias) non appena avete finito di leggere o ascoltare? Con tutto ciò che abbiamo sentito, si potrebbe pensare che tutte le risposte dovrebbero essere lì, facili da trovare nella nostra memoria, giusto? Allora, cosa sta succedendo? Chi ha dirottato tutte informazioni e ci ha lasciato all’oscuro?

Sì, Adamus ha ripetuto più volte che le informazioni sono dentro di noi, ma quando la nebbia mentale finalmente si alza e c’è una domanda profonda e importante che richiede una risposta concreta e facile, come facciamo a trovarla?

La risposta è lì da qualche parte, molto probabilmente in uno Shoud, ma… dove? Ci sono moltissime informazioni preziose, ma spesso non c’è abbastanza tempo (o pazienza) per cercarle tutte.

Ecco perché sul sito web del Crimson Circle stiamo per dare vita a una nuova sezione dal titolo “Caro Maestro”, in cui viaggeremo nel tempo e attraverseremo la biblioteca degli Shoud alla ricerca dei tesori di saggezza che ci sono nascosti. Questa nuova sezione avrà il formato di “Domande e Risposte” in cui pubblicheremo due domande al mese con risposte tratte direttamente dagli Shoud.

Nel 2014 Adamus disse: “Voi venite qui e dite: ‘Cosa c’è di nuovo? Cosa c’è di nuovo? Cosa c’è dopo?”. No, non c’è niente di nuovo. Abbiamo già detto tutto. Non c’è niente di nuovo perché voi ci siete già – voi ci siete già e state solo facendo l’esperienza di com’è stato arrivarci”.

“Caro Maestro” è disponibile QUI come nuovo articolo nella sezione Notizie. Tornate a trovarci perché ogni mese aggiungeremo altre conversazioni!

◊ I PENSIERI E IL LORO IMPATTO SULL’UMORE

Caro Maestro, di solito sono di cattivo umore e finisco per fare del male ai miei cari (e a me stesso). Non voglio continuare a vivere così. Cosa posso fare per cambiare il mio stato d’animo?

Che cos’è l’umore? L’umore è un’emozione. L’umore è la misura della situazione in cui ci si trova, ma soprattutto l’umore è un pensiero, è un pensiero giudicante e dice: “Sono felice. Sono triste. Non so cosa sto facendo”.

Si potrebbe dire che uno stato d’animo, l’umore è stato fabbricato o creato da scoregge-pensieri ed è un insieme di pensieri interessanti e limitati che creano uno stato d’animo, l’umore che a sua volta crea l’energia che arriva per la giornata, per l’esperienza.

Il pensiero diventa umore – che è anche l’emozione – ed è anche il modo in cui voi attirate l’energia nella vostra vita, che è anche il modo in cui respirate, che è anche il modo in cui ricevete e quindi le energie si bloccano di colpo. A quel punto vi viene il malumore, perché avete avuto molti pensieri che hanno costruito e costituito la fase dell’umore e a quel punto vi chiudete perché non è ciò che speravate.

Tutti quei pensieri, tutti quegli stati d’animo e tutte quelle emozioni non sono davvero voi. Forse si potrebbe dire o sostenere che lo sono (…) che sono una parte molto limitata di voi – ma non sono il vero voi – non sono il voi interiore.

Cari amici, gli stati d’animo sono ovunque e ciò che sto cercando di fare è farvi prendere coscienza delle cose che influenzano la vostra comprensione di voi e influenzano la vostra posizione. (…) Non c’è magia in tutto ciò e di certo non si tratta di agitare bacchette magiche. Si tratta solo di prendere coscienza di come siete arrivati qui. (dalla Serie Scoperta – Shoud 9)

Quindi il problema è la mia mente e il modo in cui forma i pensieri, ma allora devo smettere di pensare? Per funzionare in questo mondo io ho bisogno del cervello, in qualche modo è uno dei miei beni più preziosi.

La mente ha uno scopo molto buono (il suo scopo numero uno era dirigere la biologia attraverso ciò che chiamiamo Anayatron), ma lungo la strada la mente, il sé e una serie di altre dinamiche hanno determinato ciò che chiamate pensieri e sono proprio i pensieri le ‘cose’ che sono diventate limitanti.

I pensieri erano una specie di forma di mini-coscienza o di coscienza limitata che derivava dalla combinazione del vostro cervello e della comprensione di questa realtà, ma sono stati anche l’inizio del credere al limite.

Quindi si potrebbe dire che l’anima ha incarnato una parte di sé, un raggio di sé in questa realtà fisica e poi ha assunto un corpo e un cervello. e poi ha scoreggiato – ecco cosa sono i pensieri.

Non è male avere dei pensieri e anche come Maestro/a continuerete ad averli,  ma voi inizierete a discernere quali sono davvero i vostri pensieri e da dove hanno origine.

Hanno origine dal vero Io Sono? O provengono da una fossa settica della coscienza comune?

Non sono vostri e questa è la mia sfida più grande nel lavorare con voi, cioè aiutarvi a capire che quei pensieri – immaginateli come piccole bolle puzzolenti che escono da voi – non sono vostri e che quando cercate di influenzarli e controllarli con un’altra bolla puzzolente beh, non funziona.

Cosa devo fare con i miei pensieri? Come posso andare oltre?

Voi vi sedete e non avete nemmeno bisogno di affrontare i pensieri. Voi non dovete pensare ai pensieri, non è una buona cosa da fare. Voi fate un respiro profondo e permettete. Voi permettete voi stessi. Voi permettete un processo naturale in cui scollegate tutti i pensieri che si sono collegati tra loro.

Sì, è molto facile.

All’improvviso sembra che il pensiero torni indietro e voi fate un altro respiro profondo e ancora una volta venite con me oltre quella visuale, al di là dell’immaginazione del pensiero; voi tornate nell’essenza. L’essenza è voi che irradiate voi stessi e che fate esperienza di voi attraverso la biologia.

Lasciatevi andare oltre la visione, oltre la definizione mentale oltre il pensiero. (…) È l’essenza, è una sensazione. Non è un pensiero. Quello è il vero voi.

Voi ci siete solo nell’essenza, nella passione; la passione di essere così sensuali che anche quando li vivete voi potete partecipare attraverso il corpo. Voi potete far parte di questa esperienza, di questa dimensione. La passione di esserci dentro – non solo dall’esterno non solo contemplando la vita sulla Terra come devono fare alcuni angeli – voi ci siete dentro.

Quando entrerete in quell’essenza non sentirete più la tensione alla testa dovuta al tentativo di pensare o immaginare. Voi lo permettete e basta. (Dalla Serie la Scoperta – Shoud 8)


◊ CAPIRE, PERMETTERE E FIDARVI DI VOI

Caro Maestro, da molto tempo sento parlare di permettere. Io continuo a permettere, a permettere l’abbondanza nella mia vita, a permettere che accadano tutte le cose buone, ma sto cominciando a pensare che non so come permettere davvero, perché non succede niente.

Capite? sulla strada verso l’illuminazione è successa una cosa strana al Permettere (…) l’umano l’ha preso in ostaggio e ha detto: “Ok, devo prendere in mano il Permettere,” e ora pensate che Permettere sia permettere ad altre persone di rubare la vostra energia. Questo non è permettere – è stupidità. Voi pensate che permettere significhi restare nelle vostre vecchie abitudini. Questo non è permettere – è solo essere testardi.

Alcuni di voi hanno preso il permesso e lo usano per trovare parcheggio nei centri commerciali. Vergognatevi! “Io mi permetto – woo, woo, woo, woo! – di creare un posto auto”. Questo non è permettere – è una stronzata da sensitivo.

Sapete una cosa? Un essere che è nel vero permettere – non nel permettere con la forza e il gioco di parole di Adamo – un essere che è davvero nel permettere (…) non pensa mai ai parcheggi. Non deve farlo perché il parcheggio c’è e basta. Non deve preoccuparsi: “Avrò il posto migliore?”. Parcheggiate all’altra estremità del parcheggio e camminate, ma smettere di usarlo come se fosse uno strumento di potere. Non lo è affatto – è l’antitesi.

Sembra abbastanza facile, ma allora perché permettere è così difficile?

Ci sono diversi motivi per cui permettere è difficile: perché siete abituati al potere, alla forza, all’intelligenza e al pensiero. Siete abituati a qualcosa di (…) aggressivo.

Voi provate a farlo e di solito non funziona.

Voi non potete forzarvi a permettere. Voi non potete ‘fare’ il permesso come facevate con la meditazione o come alcuni di voi facevano con la respirazione. È diventata una disciplina.

Voi non potete ‘fare’ il permettere come se fosse una disciplina. Proprio no. Permettere non è una cosa a cui pensate né a come farla. (…) Quando lo fate senza doverci pensare, voi permettete anche alle energie di servirvi.

Permettere è abbandonare le resistenze, le barriere, i giochi mentali, i pensieri, i sistemi e i meccanismi difensivi che vi costruite intorno, le recinzioni che inserite nel vostro campo energetico fisico, ma anche nel vostro campo energetico mentale.

È realizzare che tutto è già qui, nel momento Ora ma non a livello mentale. (…) Voi lo fate semplicemente, beh, essendo coraggiosi e audaci in modo assoluto e dicendo: “Non ho nient’altro

Di cosa ho bisogno per permettere?

Del vostro Sé. Della vostra divinità. Dell’Io Sono. (…) Nel momento in cui permettete – permettete davvero – voi arrivate alla vostra verità.  Non la verità universale, la verità cosmica, la verità di Dio o la verità degli angeli, ma la vostra verità. Ecco cosa permettete – voi.

Permettere significa aprirsi in modo assoluto a se stessi, a prescindere da cosa accade. Non importa cosa sta succedendo.

Voi permettete. Voi vi aprite e permettete e poi smettete di pensarci e proseguite con la vostra vita quotidiana. Continuate a fare tutto ciò che volete fare. “Voi smettete di pensarci e continuate a fare ciò che volete fare”.

Permettere è lo strumento più grande quando vi trovate nei guai, nelle tempeste, in acque agitate o qualsiasi altra la metafora volete usare (…).Voi fate un respiro profondo e permettete. Poi vi prendete cinque minuti. Ascoltate un po’ di musica, fate una passeggiata o una doccia, qualsiasi cosa.

Ogni sera, quando andrete a letto e vi coricherete, invece di far scorrere nella vostra mente tutti i nastri di ciò che è successo durante la giornata e di ciò che accadrà domani e di tutti i progetti che avete, voi fate un respiro profondo e permettete.

La persona che permette davvero non deve mai pensarci e non deve cercare di farlo come fosse un mantra. (…) Ha permesso e non deve più lavorarci sopra.

Ogni tanto deve ricordare a se stesso: “Ehi, alleggerisciti un po’”, e quando ci pensa gli viene in mente che: “Ah,  è vero. Sto tornando nel mio sé umano dal culo stretto, stitico e mentale”.

Come faccio a sapere se lo sto facendo bene?

Non pensate nemmeno se state facendo bene il permesso. È quello che è. “Lo sto facendo bene?” Fate un respiro profondo e se dovete porvi questa domanda, è evidente che non lo state facendo bene. Permettere è semplicità. Ora fate un respiro profondo e rilassatevi.

Oh, ok, quindi in altre parole permettere significa fidarsi, ma io ho dei problemi di fiducia. Ogni volta che mi fido, le cose non funzionano e rimango deluso un’altra volta. Puoi insegnarmi come fidarmi?

In un certo senso la fiducia è una specie di resa, (…). Fidatevi di voi. Anche quando pensate che sia sbagliato è comunque giusto – davvero. Anche quando pensate: “Oh, ho girato dalla parte sbagliata, ho fatto la cosa sbagliata”.

Cosa tende ad accadere quando non vi fidate di voi? Quando siete su questo cammino, quando state arrivando all’illuminazione e non vi fidate di voi? Tutto vi viene strappato via e poi l’unica cosa che vi rimane siete voi.

La fiducia in voi (…) modifica tutte le dinamiche. Io non posso insegnare la fiducia. Io posso solo chiedervi di sentirla dentro di voi.

Ora, se vi sentite dentro e dite: “Ok, io mi fiderò di me,” accadono due cose. La prima è che dite: “Beh, in passato ho sbagliato”. No, vi ho appena detto che la creazione è fatta di tentativi ed errori. Voi non avete sbagliato – è stata un’esperienza.

In secondo luogo scatta l’altro allarme, un allarme ancora più grande: “Sì, io posso fidarmi di me, ma che ne sarà degli altri loro? Io non posso fidarmi degli altri perché mi fregheranno. Non appena abbasserò le mie difese gli altri entreranno, si prenderanno la mia casa, i miei soldi e tutto ciò che ho. Mi manipoleranno e si approfitteranno di me”. No.

Quando vi fidate di voi, all’improvviso vi fidate di tutti gli altri. In realtà (…) quando vi fidate di voi, la parola ‘fiducia’ esce dal dizionario e voi non la applicate più.

E lo so, sento che alcuni di voi urlano: “Ma io ci ho già provato e nel momento in cui ho abbassato la guardia si sono approfittati di me”. Ebbene,

(a) non avete abbassato la guardia.

(b) gli altri non possono approfittarsi di voi – a meno che non viviate nell’energia della vittima.

Quando vi fidate di voi, voi non vi troverete mai nella situazione di dovervi preoccupare di fidarvi o meno degli altri. Voi non vi troverete mai in quella situazione – non se ne parla proprio.

Fonti:
• Serie Scoperta – Shoud 4
• Serie Scoperta – Shoud 6
• Serie Scoperta – Shoud 7
• Serie Scoperta – Shoud 8
• Serie Karisma – Shoud 11

Una Merabh per entrare nel Permettere la trovate qui