Luglio 2015

L’ELEFANTE NELLA STANZA

di Geoffrey Hoppe

Qualche settimana fa ho vissuto una stupenda realizzazione, uno di quei momenti “aha” che non dimenticherò mai.

Linda ed io eravamo a Sedona per una serie di eventi tra cui una canalizzazione al Gran Canyon con Lee Carrol (il canalizzatore noto nel mondo per Kryon), il Summit di Kryon delle Canalizzazioni dei Maestri e il nostro seminario sull’Integrazione della Luce con Jim Self. Eravamo appena tornati da tre settimane trascorse in Grecia e in Italia nel mese di maggio e siamo ripartiti per Sedona, Arizona per le nostre avventure.

Se non siete mai stati a Sedona, vale la pena di andarci. Si tratta di un’oasi nel vasto deserto dell’Arizona, annidato al limite delle riserve indiane degli Hopi e dei Navajo ed è famosa per le sue formazioni meravigliose fatte di sabbia rossa. Secondo Wikipedia, “Le formazioni sembrano brillare di arancio acceso e rosso quando vengono illuminate dal sole che sorge e tramonta. Le rocce rosse formano un paesaggio molto popolare per molte attività che variano dalla ricerca spirituale alle centinaia di sentieri da percorrere a piedi o in bicicletta.”

Sedona ha fatto da sfondo a centinaia di film di Hollywood ed è un magnete per i cacciatori di portali e gli entusiasti degli UFO; inoltre è nota come la Mecca della New Age del Nord America quindi è difficile guidare senza incontrare un negozio che vende cristalli, un altro dove si può fare la terapia energetica, vedere cliniche per guarire o studi di yoga. Ci sono molte cose interessanti da fare e da vedere e abbastanza makyo da far sorridere ogni Shaumbra.

Mi piace Sedona, ma parecchi anni fa mentre filmavano un documentario il produttore chiese ad Adamus che cosa ne pensasse e lui fu molto chiaro: disse che le energie dei portali si erano spostate decine di anni fa e che ora il nome di Sedona dovrebbe essere Makyoville. A parte questo è ancora un’area decisamente bellissima e quindi mi piace andarci, ma sono sempre leggermente preoccupato da ciò che Adamus  si porta dietro e non sono mai sicuro di cosa dirà.

All’evento del Grand Canyon Adamus ha fornito un sommario di grande ispirazione del viaggio degli Shaumbra negli ultimi sei anni. Tra il pubblico composto di circa 150 persone c’erano pochissimi Shaumbra e io ho tirato un respiro di sollievo perché Adamus è stato educato, non come accade a volte durante gli Shoud mensili e infatti ha detto solo una parolaccia e penso che l’abbia fatto per ottenere un buon punteggio. Lee ha canalizzato brevemente Kryon e Peggy Dubro ha fornito un breve messaggio da parte del Femminile Divino.

Qualche giorno più tardi è iniziato il Summit della Canalizzazione dei Maestri. Lee ha invitato sul palco 11 canalizzatori famosi per uno degli eventi più importanti nella storia della canalizzazione che è tenuto al Sedona Performing Arts Center, un auditorio che contiene oltre 800 persone.   Per Linda e per me è stata come una riunione con moltissimi amici e pari grado che conosciamo da anni ma che non vedevamo da molto. Abbiamo avuto il tempo per cenare e chiacchierare con Steve e Barbara Rother (Lightworker.com) e Jonette Crowley (che canalizza Mark) e siamo andati a trovare tra gli altri Robert Coxon, Anders Holte e Jan Tober.

Durante il summit di tre giorni spesso ho assistito alle presentazioni e alle canalizzazioni e sono rimasto affascinato a osservare gli altri analizzatori sul palco. Io non leggo il materiale degli altri analizzatori perché non voglio che influenzi il mio lavoro con Adamus, ma mi sono preso una pausa interessante ed ho osservato come entrano nella canalizzazione, come si connettono e traducono le loro identità e quali messaggi arrivavano dagli altri reami.

Ognuno di noi ha avuto un’ora di tempo per parlare del suo lavoro e fare una canalizzazione. Linda ed io abbiamo scelto di dire poco del Crimson Circle ma di invitare le persone a visitare il nostro sito. Quando è arrivato il momento di Adamus Linda ha guidato il respiro per qualche minuto poi abbiamo suonato il nostro tema (This Majestic Land by Michael Hoppe) e poco dopo Adamus era in piedi di fronte al pubblico. Beh, la sua canalizzazione sicuramente non è stata appropriata per Sedona perché ha dichiarato che la New Age stava per finire e l’avrebbe fatto esattamente il 6 giugno del 2015 (6-6-6) ma che molte persone sarebbero rimasti attaccate a lei più o meno per i prossimi 15 anni perché ci hanno investito a livello finanziario ed emotivo, ma a livello di esseri spirituali dovremmo renderci conto che ora stiamo entrando nell’Era della Coscienza. Ha fornito un’ottima spiegazione storica della New Age e del perché è arrivato il momento di andare avanti. Adamus ha parlato anche di quanto nei prossimi anni sarà importante la coscienza a livello scientifico e spirituale e come la coscienza è l’unico fattore davvero importante in entrambi gli ambiti.

Poi ha aggiunto un altro commento decisamente inopportuno per Sedona quando ha spiegato perché non è un grande amante degli alieni. Ha chiarito molto bene che “Non esiste un essere più grande di un essere umano”. Con mia grande sorpresa la sua affermazione ha scatenato un grande applauso ma poi ha aggiunto che sicuramente la rivista “Il Giornale dell’Emergenza” di Sedona sicuramente non avrebbe pubblicato le sue canalizzazioni. A loro piacciono gli alieni …molti, moltissimi alieni.

Ciò mi riporta al punto. Alla fine della seconda giornata del Summit della Canalizzazione mi sentivo irritabile, a disagio, frustrato e di cattivo umore e non sapevo perché. Ero lì con amici e colleghi in una sala piena di persone a cui piacevano davvero i canalizzatori. Perché mi sentivo così fuori posto? Potevo sentire Adamus che ridacchiava dietro le quinte e ciò mi rendeva ancora più irritabile. Cosa c’era di sbagliato in me?

Quella sera mentre tornavamo in hotel, Linda ed io stavamo parlando degli eventi della giornata e dei diversi messaggi canalizzati. Dannazione! All’improvviso lo capii ed ebbi la mia realizzazione meravigliosa. Mi diedi dei piccoli colpi sulla testa e lasciai uscire un paio d’imprecazioni prima di poter spiegare a Linda ciò che avevo realizzato e quindi anche la ragione della mia paura: di tutte le 12 entità canalizzate sul palco e che offrivano intuizioni, consigli e guida all’umanità, Adamus era l’UNICO essere che aveva vissuto in forma umana ed era diventato un Maestro Asceso! Le altre 12 entità cosmiche galattiche, per quanto grandi potessero essere non avevano mai vissuto in forma umana e non si erano realizzati. Accidenti! Ecco cosa mi preoccupava. Da giorni ascoltavo i messaggi catalizzati e alcuni erano molto divertenti, altri meditativi e altri ancora contenevano attivazioni ma nessuno oltre al caro, caro Adamus l’aveva mai fatto davvero: illuminarsi mentre viveva la condizione umana. Stavo per mettermi a piangere, ma avevo paura che se l’avessi fatto a Sedona tutti avrebbero voluto offrirmi una sessione di reiki per guarirmi.

Il mio uomo… il nostro uomo! Adamus Saint-Germain. Non mi stupiva che i suoi messaggi mi risuonassero, perché lui era stato qui e l’aveva fatto. Lui non rilascia messaggi da altre dimensioni; lui è qui con noi in questa dimensione, a ogni passo del cammino. Lui è qui per essere il nostro compagno nella nostra realizzazione personale dell’illuminazione. Lui non ci dice come farlo; lui ci dice solo che possiamo farlo.

La sessione finale del Summit dei Canalizzatori consisteva in tutti i 12 canalizzatori sul palco nello stesso momento e ogni entità aveva a disposizione otto minuti per il suo messaggio. Io ho implorato Adamus di sottolineare la sua posizione in quanto era l’unico ad aver camminato nelle scarpe umane e aver raggiunto la sua illuminazione personale. Io volevo che tutti si rendessero conto di ciò di cui io mi ero reso conto e infatti il suo intervento è durato meno di 6 minuti. Ha aperto dicendo che nella stanza c’era un enorme elefante viola ma nessuno si era rivolto a lui. Inoltre si era accorto che le sedie erano piene di canalizzatori che canalizzavano entità disincarnate. Adamus non si sarebbe ripresentato a una riunione come quella finché le sedie non fossero state riempite dagli umani… umani che avevano realizzato la loro maestria e la loro illuminazione. Ha fatto notare a tutti che l’esempio migliore o ciò che lui chiama uno Standard è un umano illuminato che cammina, parla e respira e sicuramente non un mucchio di entità.

Poi ha riconosciuto il servizio fornito dalle altre entità sul palco (e secondo me per educazione ha glissato sul fatto di essere l’unico che ha vissuto in forma umana) e ha terminato dicendo, “Ecco l’elefante nella stanza. Ecco ciò che ognuna di queste belle entità desidera e spera perché quello è anche il mio sogno. Detto questo, cari amici, ora arriva il vostro tempo. Quando ci ritroveremo di nuovo così, qui al nostro posto ci sarete voi a condividere il vostro amore, le vostre storie e la vostra illuminazione.”

LE DISTRAZIONI DEL MAESTRO (1° parte)

di Jean Tinder

Tutti noi abbiamo vissuto momenti di bellezza in cui i potenziali migliori galleggiano dove devono, tutto fa senso e la vita è piena di grazia e facilità.  

Sfortunatamente quella sensazione di contentezza cosmica svanisce con la stessa facilità con cui arriva e troppo spesso è sostituita da momenti in cui vuoi mollare perché tutto ciò è dannatamente troppo difficile.  A volte vorrei poter spegnere la mia sensitività che sente il caos, la sofferenza e la paura del mondo; di certo vorrei far tacere la voce subdola che sottolinea di continuo ciò che pensa ci sia di sbagliato in me. Sebbene Adamus continui a riassicurarci, in alcuni momenti ci sentiamo persi, soli, esauriti, desolati, tristi e travolti. Noi vogliamo che la vita sia facile. Non ci piacciono i dolori e le preoccupazioni e la follia che sembra essere una grande parte di questo viaggio. A proposito, dov’è il bottone facile?

Ci sono parecchie ragioni per cui noi rendiamo difficile questo processo. Sono ragioni banali, ma nessuna di esse è necessaria.

RENDERLO REALE

Dal momento in cui creammo la Terra, dovemmo accordarci sui parametri di questa realtà e determinare ciò che è reale è stato estremamente importante; da allora in poi superare i confini e accettare la realtà spesso ci è costato davvero caro. Prima della Terra, noi eravamo essenzialmente liberi. Non avevamo esperienza, eravamo immaturi e ingenui, sì, ma non avevamo limiti. Stiparci nella densità della materia ha determinato limiti quasi insopportabili che però sono stati modi molto efficaci per esplorare la causa e l’effetto, le scelte e la creazione. Presto ci siamo accorti che più l’esperienza era difficile, più ci sembrava reale.

A volte io faccio piccole cose stupide per rendermi la vita difficile. Non sono più cose toste, ma cose come dimenticarmi di puntare la sveglia o ignorare la gentile sollecitazione da parte dell’intuizione. Quando ho chiesto al mio Sé perché credo situazioni del genere, mi ha detto che ha a che fare con un’antica credenza: più lavoro duro per ottenere qualcosa, più è reale; più mi sforzo, più ho valore. Allora quando respirare e fidarmi e ricordarmi del mio Sé diventa una vera lotta, almeno significa che lo sto ‘facendo’ vero? Dopo tutto (dice la mia credenza) se fosse troppo semplice non avrebbe molto valore. Se io non lavorassi duro, come potrei mai ricordarmi di ciò che ho imparato? Hmmm, potrebbe essere arrivato il momento di rivedere il valore di questa affermazione!

LA NOIA

Un’altra ragione per cui noi creiamo sfide e distrazioni è che entrambe ci danno qualcosa da fare. Voi sapete che a scuola spesso i bambini più intelligenti si ficcano nei guai perché le lezioni li annoiano? Beh, eccomi qui! La prossima volta che vi chiederete perché nella vostra vita è apparso un problema irritante, guardatevi un attimo allo specchio! È quasi certo che (probabilmente a livello inconscio) l’abbiate creato voi per avere qualcosa di cui occuparvi e poi risolvere.

Mi ricordo la storia in cui lasciai cadere le chiavi della macchina in un torrente di montagna creando così il panico e il caos nel tentativo di trovarle. Dopo averle cercate nell’acqua gelata per un’ora e dopo aver chiamato la compagnia di noleggio (in Austria) per cercare di sistemare la faccenda (io non parlo tedesco) di quella piccola avventura ne avevo già abbastanza. Feci un respiro profondo e richiamando tutto il mio Sé, diedi ordine alle chiavi di farsi trovare. Di colpo percepii una piccola variazione nella mia consapevolezza, mi girai e le vidi proprio lì, nell’acqua a un metro da dov’erano cadute. Io avevo cercato con frenesia in tutta l’area circostante e più di una volta era arrivata fino al lago, ma sembrava che solo ora fossi pronta per la soluzione del piccolo problema (che avevo creato io). Oh, sono stata così orgogliosa di me – guarda che Maestra sono, ho ordinato alle chiavi di apparire – ma poi mi sono resa conto che non fa una gran bella impressione fare casino con le cose per poi rimetterle in ordine…

Quanti dei nostri problemi sono diversioni create da noi? Forse bisognerebbe riformulare la domanda: come gestiamo la ‘noia’ quando le cose vanno lisce? È una vera sfida per l’antica credenza protratta nel tempo secondo cui, “Se è troppo facile, allora non è reale,” ma non possiamo averle entrambe. O vogliamo le cose semplici o non le vogliamo; o le permettiamo in modo assoluto o continuiamo a girarci intorno; o scegliamo la libertà o continuiamo a credere nei nostri limiti. Io in mezzo non riesco a vederci proprio niente.

LASCIARE ANDARE

Poi ci sono i dolori del cuore, quelli profondi che a volte sono più difficili da affrontare. Si tratta di cose come sentirsi soli, disconnessi dalle persone che abbiamo amato, perdere la nostra passione per la vita e molto altro. Proprio quando pensiamo che forse ci stiamo ‘arrivando’, sembra che tutto si fermi o addirittura torni indietro. Affiorano vecchi problemi, c’è qualcos’altro da lasciare andare e noi ci chiediamo cosa è andato storto ma per favore, ricordatevi qualcosa che è davvero molto, molto importante: niente è andato storto.  

Il sentiero verso la realizzazione è un sentiero di distruzione. Riguadagnare il vostro sé significa perdere tutto ciò che non è voi. Noi siamo stati ‘fuori’ per moltissimo tempo – ci siamo connessi, abbiamo fatto esperienza, abbiamo amato e odiato – e ora ci guardiamo dentro e davvero può sembrarci di andare indietro. Una profonda tristezza ci avvolge e non abbiamo spiegazioni né ragioni; nulla è andato storto. La tristezza riguarda il dire addio alle gioie, alle preoccupazioni e agli amori di oltre mille vite. Sulla soglia dell’illuminazione che nulla che non sia Voi supererà, riesce addirittura difficile immaginare quanti addii state sentendo…

Il processo dell’addio è difficile o facile in base a quanto cercate di restarci attaccati. La vostra anima – Voi – ha scelto questa volta per tornare a se stessa e nell’amore più grande voi non permetterete che nulla si metta di mezzo. Per quanto dura può essere, porta con sé anche la gioia più squisita. Quando siete del tutto persi, quando non c’è rimasto assolutamente nulla che sembri importante, quando vi sentite profondamente e totalmente soli – quello è il momento più prezioso di tutta la vostra esistenza perché alla fine tutto ciò che vi rimane siete Voi. Quando tutto il resto se n’è andato, Voi continuare ad esistere e in quella realizzazione, nient’altro ha importanza.

Sappiate che arriverete a quel momento d’addio e vi sembrerà che duri per sempre. Come lo affronterete dipende da voi; potete farlo piangendo e restando attaccati a ciò che volete mantenere o mollando tutto ciò che avete mai amato e poi arrendervi con grazia e fiducia. Dipende da voi. Io vi garantisco che sentirete molte cose e la maggior parte di esse creerà un grande disagio al sé umano, ma anche quella è un’esperienza preziosa perché non ci ripasserete mai più. È come crescere e andare al liceo. Dirsi addio è triste, ma voi sapete che è arrivato il momento di andarvene e anche se tornerete, nulla sarà mai più lo stesso. La cosa migliore che potete fare è permettervi di sentire tutto perché io vi garantisco che nella profondità dell’accettazione si nasconde l’alchimia della trasformazione.

Per favore, ricordatevi un’altra cosa: finché la vostra illuminazione è uno scopo là all’orizzonte, un premio che aspettate di ricevere o una speranza che mantenete viva – quello è il punto in cui essa rimarrà, separata da voi e fuori dalla vostra portata. Dimenticatevi di raggiungere l’illuminazione perché non andrete mai abbastanza lontano. Abbracciate voi stessi proprio qui, proprio ora. È tutto ciò che avete, è tutto ciò di cui avete bisogno ed è sempre, sempre stato qui.

Caro Sé divino, riassicura il tuo umano quando si sente solo, confortalo quando è triste e ricordagli che tutto va bene. Caro umano, accetta ogni esperienza che fai, lascia che il tuo Sé ti ami e fidati quando lei gli chiede di lasciare andare. Che tu ci creda o no, quello è il bottone facile.

                     LE DISTRAZIONI DI UN MAESTRO (1° PARTE)

Tutti noi abbiano vissuti momenti di bellezza in cui i potenziali migliori erano al loro posto, tutto aveva senso e la vita era piena di grazia ed eleganza. Quei momenti sono magici – il dubbio è svanito, la mente è in pace e il sogno dell’illuminazione che attendiamo da tanto tempo ci sembra così vicino – e restiamo attaccati alla sensazione che tutto è (finalmente) bene con senso di gratitudine e sollievo.