GIUGNO 2024

SHAUMBRA MAGAZINE – Crimson Circle’s Acclaimed Monthly eMagazine.

la porta AEROTHEON-G. Hoppe

Se l’ho sentito una volta da Adamus, l’ho sentito mille volte. “La realtà è una questione di prospettiva. Se vuoi modificare la tua realtà, modifica il modo in cui la percepisci”.

Questa frase ha senso, ma come faccio a modificare il mio modo di vedere le cose? Voglio dire, il traffico è sempre traffico e le persone maleducate sono sempre maleducate, anche se io cerco di vederle come bellissimi angeli intrappolati in personalità disfunzionali. Ogni tanto i miei aspetti mi danno ancora fastidio, anche se cerco di ricordare che li ho creati io per un motivo qualsiasi. L’altra sera ho fatto un brutto volo da Kona a Denver a causa di una sosta imprevista a San Francisco perché l’equipaggio era stanco (!). Per quanto abbia cercato di modificare il mio modo di pensare è stato comunque un brutto volo, soprattutto con un bambino di quattro anni che nel cuore della notte urlava dall’altra parte del corridoio. Non c’era molto da fare per modificare la mia percezione nel bel mezzo di quei “whaaaaaaaa…” durati tutta la notte.

Alla fine, ho capito cosa intende Adamus quando dice che è tutta una questione di come percepiamo le cose. Vedete, io pensavo che intendesse dire che noi dobbiamo modificare il nostro modo di pensare. Avrei dovuto saperlo (o pensarlo) meglio e infatti non ha molto a che fare con il pensiero e anzi, il pensiero tende a bloccarci ancora di più nelle nostre percezioni. Modificare la percezione significa andare oltre il pensiero e verso gli altri sensi. Forse ricorderete che Adamus ha detto che abbiamo alcune centinaia di migliaia di sensi e che percepiamo la realtà attraverso i nostri sensi piuttosto che attraverso la nostra mente.

Di recente a Kona, nelle Hawaii abbiamo tenuto un nuovo seminario intitolato La Metafisica della Mente e non è stato come pensavo che sarebbe stato. Dopo aver ascoltato il punto di vista di Adamus sul cervello e sulla mente umana, noi siamo andati ben oltre, nei reami dell’immaginazione. Noi abbiamo immaginato il nostro Sé Maestro e poi abbiamo immaginato il nostro Sé Maestro che immaginava noi. La mia mente umana non riusciva a tenere il passo con “chi sta immaginando chi” ed è stata una buona cosa perché il pensiero si è fermato per un momento. Personalmente è stato uno dei seminari più penetranti di sempre e finalmente capito la differenza tra pensiero/credenze e immaginazione/sensi.

Una sera, mentre mi godevo un bicchiere di vino sul lanai (patio), ho chiesto “Adamus, come posso aprire quei sensi nascosti?”. Avrei potuto/dovuto immaginare la risposta. Con il Professore è la risposta a quasi tutto: “Permetti”. Poi ha spiegato che stiamo tornando al nostro stato naturale, ma ora come Maestri umani siamo carichi delle esperienze e della saggezza delle nostre vite. “Voi non potete pensare a tutto ciò perché la mente umana non farà altro che limitare e dubitare. Permettete che agli altri sensi angelici della percezione si aprano in modo naturale e quindi lo faranno nel modo più appropriato per voi. Smettete di pensarci o non farete altro che restare bloccati nella vostra stessa biancheria intima”.

Quella sera mi sono concesso un secondo bicchiere di vino solo per esercitarmi a permettere ed è stato strano che la mia attività mentale sia rallentata nel corso della serata.

Qualche sera dopo ho vissuto un’esperienza molto profonda. Come molti di voi sanno, queste esperienze di trasformazione possono arrivare all’improvviso. Stavo camminando dalla cucina alla lanai con uno spuntino in mano, pronto a riprendere il lavoro sulla grafica per il nuovo corso L’Arte della Luce. Non stavo pensando a nulla in particolare se non a portare a termine il progetto per poter andare a letto a un’ora ragionevole.

All’improvviso tutto è proseguito al rallentatore. A causa della sensazione di disorientamento, per un breve momento ho pensato a un terremoto e mi sono fermato. Non c’è stato alcuno scuotimento o rumore, ma piuttosto una sensazione che posso solo descrivere come una cristallizzazione. Tutto è diventato cristallino. Non era la mia visione, ma la mia percezione interiore. Ogni linea dei mobili, ogni colore del legno, la luce delle lampade e persino la frutta sul piatto che avevo in mano sono diventati più chiari di qualsiasi altra cosa di cui ricordassi di aver fatto esperienza. Non era opprimente da vedere, perché in realtà sembrava più reale della realtà, piuttosto che alterata.

Era come se si fosse aperta una porta verso un altro reame, ma il reame era quello in cui mi trovavo già. La porta mi ha portato più a fondo nel reame stesso da cui per molto tempo avevo cercato di liberarmi, ma ora ne sentivo la magnificenza e non più l’oppressione.

Sono rimasto in piedi per qualche minuto mentre spostavo la mia consapevolezza nel salotto. Non era come se i colori dei mobili prendessero vita, cosa che potrebbe sperimentare dopo aver fumato un po’ di erba forte. I colori erano più definiti e direi intatti. Le opere d’arte alle pareti non si erano animate di colpo, ma le composizioni erano più coese.

Mi sono avviato verso il lanai mentre l’esperienza continuava. Il gracidio delle rumorose rane coqui era puro e armonioso. Di solito io do l’aria per scontata, ma ora la sentivo definita e propositiva. La superficie di granito duro del tavolo era semplicemente squisita. L’ho sentita con la mano ed era densa e fresca, più reale di quanto avessi mai notato. Le palme sembravano forti e tangibili, alte e determinate nella notte buia. Persino il mio computer portatile appariva più ‘corporeo’, più ‘materico’ che mai.

Si potrebbe pensare che quel tipo di esperienza trascendentale faccia sì che tutto diventi morbido e omogeneo, con colori vorticosi, luci scintillanti e sensazioni calde e confuse, ma è accaduto esattamente il contrario. Tutto era incredibilmente definito e palpabile e c’era una bellezza di cui io non avevo mai fatto esperienza prima. Tutto era deliziosamente stretto e reale.

In quel momento ho capito la bellezza e la brillantezza della nostra realtà fisica. Non c’è da stupirsi che gli esseri dotati di anima vogliano venire sulla Terra; gli altri reami possono essere leggeri e vaporosi, ma non hanno la chiarezza e la definizione del nostro reame terrestre. Io stavo facendo l’esperienza della parte più sottile della gravità, dove la luce diventa particelle e poi si lega insieme in una forma d’arte coesiva e compatta chiamata realtà. Fino ad allora io avevo cercato di allentare la stretta morsa della realtà per rendere la vita un po’ più morbida e ora ero in ammirazione profonda della magnificenza della sua composizione densa. Io non mi sentivo intrappolato in quella magnificenza; piuttosto mi sembrava di essere in una galleria d’arte o in un museo e ne osservavo la bellezza. Ero immerso nella creazione, ma non imprigionato in essa. A un certo punto sono scoppiato a ridere pensando a quanto ho cercato di uscire dalla durezza della realtà fisica quando invece essa era qui perché io ne godessi.

Ultimamente Adamus ha parlato molto dell’aerotheon o gravità a spettro completo. Ho desiderato fare esperienza della natura espansiva della gravità soprattutto nei giorni in cui il mio corpo soffre o la mia mente sembra intrappolata e ora eccomi qui, in più profondità che mai nella gravità classica e del tutto stupito dalla bellezza di tutto ciò che mi circondava. Tutto era squisito.

A distanza di settimane, la sensazione di definizione chiara mi accompagna ancora. Non è intensa come quella sera a Villa Ahmyo, ma io riesco facilmente a spostarmi in essa per apprezzare la realtà in cui sono immerso. Il mio desiderio di uscire dalla materia densa è stato sostituito da un profondo rispetto per quella stessa materia densa. La sensazione di essere in trappola è stata sostituita da una sensazione di apprezzamento artistico. In qualche modo io so che questo senso di ‘cristallizzazione’ mi aiuterà a passare dalla gravità classica a quella espansiva e quindi completa. Io avrò una base molto solida e un profondo rispetto per la gravità classica proprio per assicurarmi di non perdermi nella natura della gravità completa e forse non voler tornare indietro.

Molti anni fa, qualcuno chiese ad Adamus come si fa a superare questa densa realtà fisica e la sua risposta fu simile a un libro di giochi Zen: “Come si supera questa realtà? Immergendosi in profondità in essa”.

Che abbiate fatto o meno un’esperienza come la mia o una di vostra creazione, il fatto è che stiamo tornando al nostro stato naturale dell’Essere proprio mentre siamo pieni dei tesori delle nostre esperienze profonde nella vita con la gravità classica. Godetevela finché potete.

HACKERARE IL SISTEMA

Intervista con il Dr. Doug Davies, Keahak Advisor

SHAUMBRA MAGAZINE: Tu sei coinvolto nel Keahak fin dal primo giorno. Nel corso degli anni come hai visto il Keahak cambiare e progredire?

DR. DOUG: Adamus è sempre stato un po’ all’avanguardia nel cercare di insegnarci la nuova fisica e come funzionano davvero le cose, ma c’erano momenti molto chiari in cui spingeva su qualcosa e poi indietreggiava un po’ e poi spingeva di più e di nuovo indietreggiava. Ora sembra che spinga sempre e quindi direi che in termini di nuovi argomenti il ritmo è aumentato.

SM: Molte persone nuove arrivano al Crimson Circle e molte non hanno mai fatto il Keahak. È una buona idea per loro iniziare ora? Cosa direbbe a chi sta iniziando?

DR. DOUG: Sicuramente sembra che ogni anno sia migliore di quello precedente, o almeno che copra più temi. Se a una persona piacciono gli Shoud e desidera muoversi più velocemente e andare oltre, io consiglierei sicuramente il Keahak. Adamus insegna cose che sono opposte a quelle che pensavamo di sapere. Si è sempre detto “Noi creiamo la nostra realtà”, ma abbiamo imparato che tutto ciò che ci circonda è parte di noi, anche gli altri esseri animati.

È come se fossimo in un camerino circondato da tende viola e quando vediamo che le tende si muovono sappiamo che c’è qualcuno. Forse quel qualcuno si stringe addosso le tende e allora noi capiamo che si tratta di un cane o di una persona, di un mobile o di qualsiasi altra cosa. Noi possiamo vedere la sagoma, ma le tende sono solo la nostra percezione. Gli altri esseri riescono ad agitare la nostra realtà in base ad un accordo comune, ma il fatto che le tende sono tutta nostre è piuttosto rivoluzionario. Anche i più recenti esponenti della New Age vedono le cose come un unico grande mix, come se fosse tutto insieme e tutti noi condividessimo la stessa cosa e tutti avessero accesso a tutto il resto. In realtà noi viviamo in un gigantesco grande magazzino pieno di milioni di cubicoli con TV a circuito chiuso che collegano tutti, ma è comunque la nostra energia.

Tutte le cose futuristiche come l’astrologia, i sensitivi e i sistemi di divinazione hanno senso perché siamo noi gli artefici del nostro destino. Quindi, ovviamente, funziona perché è tutto nostro! Noi abbiamo scritto il nostro sistema.

La parte che mi lascia ancora a bocca aperta sono le telecamere a circuito chiuso che collegano tutti, il livello di autorizzazione e la quantità di accordi che si verificano. Esiste una coscienza di massa, ma riesci ancora a lasciare che le cose ti influenzino – o di avere l’illusione che ti influenzino – e devi ancora avere accesso a ciò che fanno le altre persone. Quando si va in terapia se ne ha un’idea. Voi vi rendete conto che anche gli altri stanno solo recitando e voi rispondete in un certo modo. I vostri sentimenti e le vostre emozioni vi appartengono. Ciò che voi provate è una vostra responsabilità e non è loro, ma è un sistema di cooperazione incredibile per ciò che in fondo è il nostro cubicolo e ciò ribalta un po’ tutto.

Noi abbiamo sempre pensato di essere noi a creare la nostra realtà, ma solo comprendendo il meccanismo che rallenta la luce per farla apparire come materia è come se nei nostri proiettori ci fosse una specie di meccanismo predefinito per farlo. Altrimenti, sarebbe come se fossimo sempre in uno stato di sogno. Ecco, deve esistere un meccanismo che in questa realtà fisica mantiene tutto in qualche modo stabile, ma fino a quali limiti possiamo spingerlo e quanto velocemente possiamo farlo cambiare? Anche la capacità di cambiare e la velocità con cui lo facciamo sembrano aumentare.

SM: Esiste qualche motivo per raccomandare a qualcuno di non frequentare il Keahak?

DR. DOUG: È un’autoselezione. Penso che chi non è pronto non si divertirà e probabilmente sparirà e penso sia ottimo per le persone che sono seriamente intenzionate ad andare dove vogliono o che sono entrate in contatto con il motivo per cui si sono incarnate in questo momento. Può non essere un ricordo specifico, ma anche solo la sensazione che: “Ecco perché sono qui. Io ho bisogno di fare proprio questo e non sono del tutto sicuro del perché, ma io devo andare fino in fondo”.

Noi siamo anche i primi a farlo ed ecco perché io parlo del “palo della porta”. Noi non solo ci stiamo muovendo verso la meta, ma anche la meta stessa – ciò che è possibile fare su un pianeta fisico – si sta muovendo e noi potremmo anche essere responsabili di determinare dove andrà in futuro. In fondo è un triplo lavoro.

SM: Sembra che noi siamo i creatori di un gioco che viene riprogettato proprio mentre lo giochiamo.

DR. DOUG: Sì, essere bel mezzo del gioco e dire: “Ora che so che è un gioco e mi piace, ma credo che il campo da calcio dovrebbe essere di 120 metri e non di 100, perché penso che sia meglio”.

Per esempio, la guarigione esiste già, giusto? Se ti tagli un dito, lo bendi e alla fine guarisce ma non abbiamo la guarigione istantanea, almeno non ancora. Perché no? Perché ci mettiamo così tanto a guarire o perché non esiste un dispositivo che possa farlo? Dov’è la linea? Chi l’ha impostata in quel modo? Beh, ovviamente lo abbiamo fatto per imparare una lezione.

Se guardiamo agli animali, i mammiferi sono considerati la parte superiore della catena, poi si scende e si arriva alle lucertole, ma se tagliate la coda a una lucertola, la coda ricresce. Come mai i mammiferi che sono i più avanzati ed evoluti non hanno questa possibilità? Se perdiamo un arto, noi lo perdiamo per il resto della nostra vita. Perché non ricresce? Abbiamo il DNA, abbiamo il modello, ma perché non ricresce? Ecco, è ovvio che ci sono alcuni ‘pezzi’ che abbiamo scelto arbitrariamente per imparare la nostra lezione. Noi non volevamo arti che ricrescessero e non so perché, ma forse ora le cose cambiano, forse con una macchina esterna che con qualcosa che riaccende il DNA o altro.

Abbiamo anche optato per l’invecchiamento. Ho letto che il modello umano dell’Adam Kadmon – se lasciato in pace e funzionante in modo normale – dovrebbe durare circa 900 anni, ma il problema è che gli esseri dotati di anima che vivono oltre i 500 anni senza un ‘intervallo intermedio’ causano alcuni problemi. Noi perdiamo troppo la cognizione di noi e quindi è ovvio che la durata sia stata drasticamente ridotta. Oggi la durata massima della vita di un essere umano è di circa 120 anni. Nessuno vive più di così e in pratica noi iniziamo a invecchiare all’età di 18 o 20 anni e quindi tutta la nostra vita serve a recuperare queste cose.

Mentre io invecchio e rallento, io apprezzo molto di più il tempo perché quando si è giovani non lo si apprezza, ma sarebbe bello vivere più a lungo e in modo più sano e non mi riferisco solo al consumo di muesli. Voglio dire, perché non abbiamo un maggiore rinnovamento del nostro corpo? L’ideale sarebbe vivere fino a 90 o 100 anni –  e avere ancora l’aspetto di chi ne ha 40 o 50 – e poi provare una certa sensazione nel corpo e dire: “Sapete, famiglia mia io vi amo, ma è ora che me ne vada. Lo sento. Vado a sdraiarmi e a dormire e non mi sveglierò più”. Tu ti occupi di tutte le tue cose e a 110 anni vai a fare un pisolino e basta. Te ne vai, senza ma e senza storie. Che ne dite di questo? Perché l’uscita deve avvenire nel modo in cui la facciamo noi?

SM: Diresti che Adamus sta esplorando come violare, come hackerare il sistema?

DR. DOUG: Sì, credo che stia dicendo: “Questo è un sistema che avete voluto e creato per un motivo particolare e funziona così. Ora, se siete davvero sovrani e nel vostro potere voi potete modificare il sistema”.

Realizzazioni Microcosmiche – Ivonne Elsner

Vorrei iniziare questo articolo con la conclusione e condividere una realizzazione che ho avuto di recente: NON C’È NIENTE DI PIÙ IMPORTANTE CHE SENTIRSI CONNESSI CON SE STESSI!

Ma è davvero così importante? Assolutamente sì! Forse prima l’ho sentito a un certo livello, ma ora lo sento con tutto il mio cuore e la mia anima. È più significativo che mai e ora capisco perché è così significativo.

È molto semplice ed è molto vero. Ciò che pensavo venisse prima – il lavoro, le opportunità eccetera – in realtà è l’ultimo e ciò che pensavo venisse per ultimo – il mio Sé – in realtà è tutto ciò di cui avrò mai bisogno.

Mi spiego meglio. Prima inseguivo quelle cose esterne perché pensavo che in qualche modo mi avrebbero aiutato a sentirmi connessa, ma ora mi rendo conto che niente mi farà mai sentire connessa. Ora sento solo la connessione e le cose possono accadere oppure no e questa consapevolezza ha letteralmente stravolto la mia vita in senso positivo! È un cambiamento monumentale, soprattutto quando lo metto in pratica e ciò mi rende molto più facile lasciar andare le cose vecchie che non mi servono più e finalmente permettere l’ingresso di tutte le cose buone che prima potevo non vedere.

Vorrei condividere la storia di come sono arrivata a queste profonde realizzazioni.

Tutto è iniziato con il fatto che io ho perso dei soldi. A causa di un investimento sbagliato ho perso 430 euro (circa 450 dollari), ma ho guadagnato il tesoro più importante delle realizzazioni. In breve, io ho acquistato un brillante dispositivo musicale per dare il mio contributo al progetto Music for Aerotheon. Vi risparmio i dettagli tecnici, ma il dispositivo si chiama “microcosmo a ologramma” – un nome bellissimo per una scatola di componenti elettrici che può trasformare l’input musicale di una chitarra o di un altro strumento in un suono di tipo spaziale. In effetti, il suono è molto simile a quello che immagino nelle sfere musicali dell’omniverso e ti fa entrare in altri mondi – letteralmente.

Questo dispositivo magico, il microcosmo, non è disponibile nel mio Paese e quindi io ne ho ordinato uno su una piattaforma online di seconda mano; almeno era ciò che pensavo di fare, ma poi ho scoperto che il venditore si è preso i miei soldi senza avere alcuna intenzione di inviare il prodotto. Trattandosi di un venditore privato non c’è nessuna assicurazione e nessun tipo di rete di sicurezza, solo “fiducia” e sfortuna – ma è stata davvero sfortuna? Forse no.

Un milione di segnali mi dicevano che non era un posto sicuro dove fare un investimento e con il senno di poi l’odore di malaffare era davvero molto forte. Ecco solo due esempi di fatti ‘puzzolenti’:

1. L’indirizzo PayPal non era valido e quindi il venditore ha dovuto fornirmene un secondo (il primo probabilmente era già stato bloccato, me ne sono accorta solo in seguito).

2. Il linguaggio usato era sospetto e quando ho controllato in seguito, il loro account era stato creato solo la settimana precedente.

Guardare ora questi dubbi mi fa ridere di me. Perché mai l’ho fatto? Ho visto i segnali, ma li ho ignorati e non li ho ascoltati perché volevo tanto che funzionasse! Devo dire che quasi sempre io ho una buona sensazione di potermi fidare o meno di una persona o di una situazione, ma non sempre mi fido di quella sensazione perché a volte è contaminata dal clamore interno degli aspetti, come “Deve essere così!”. Ovviamente è molto più facile rendersene conto con il senno di poi, ma dopo questo incidente ho imparato a fidarmi molto di più del mio istinto. È straordinario ciò che siamo in grado di percepire e di sapere. Noi non sappiamo come lo sappiamo e a volte ciò apre le porte al dubbio.

Che ci crediate o no, quando fu evidente che il venditore non mi avrebbe inviato nulla, in qualche modo ero felice. Ero atterrata proprio nell’IO SONO dove avevo sempre voluto essere. Mi sono anche sentita un po’ triste e per un breve momento mi sono rimproverata soprattutto per essere stata così ingenua), ma subito dopo mi sono ripresa perché il mio istinto mi dice anche di non incolpare nessuno – meno che meno me – ed è dannatamente giusto!

Ciò che è accaduto dopo è stata la realizzazione più sorprendente che mi ha fatto sentire che era valsa la pena di perdere quei soldi. Insieme alle emozioni umane per ciò che era successo, io ho provato AMORE. Aspettate, qualcuno mi deruba e io provo amore? Sì, può sembrare strano, ma è proprio quello che è successo. La luce e l’amore sono fluiti attraverso di me e non solo il giorno dell’incidente, ma da quel giorno in poi e ora l’amore è il mio compagno fidato. Infatti, la notte dopo l’incidente mi sono svegliata alle 2 e sono rimasta sveglia fino all’alba, fluttuando in un’esperienza infinita di Luce – Cambiamento – Luce. Inoltre, c’è stato anche un tremendo rilascio di vecchie cose, come sempre accade in questi grandi momenti. Io non sono in grado di descrivere quest’esperienza in modo più chiaro e quindi smetterò di provarci. È stata semplicemente al di là delle parole.

Ma ciò che sono in grado di esprimere a parole sono le realizzazioni che ne sono seguite e che vorrei condividere, insieme alla conclusione da cui sono partita:

LA COSA PIÙ IMPORTANTE È SENTIRSI CONNESSI A SE STESSI!

REALIZZAZIONE 1 – Prima di questa esperienza io vedevo le cose dalla parte sbagliata. Io volevo che accadessero certe cose (per esempio il progetto musicale) nella speranza che poi mi sarei sentita connessa al Sé. Ora finalmente so – non solo mentalmente, ma lo sento e lo realizzo davvero –  che deve essere il contrario! Non c’è niente che mi FA sentire connessa perché io sono già connessa e quindi tutto ciò che devo fare è permettermi di sentire la connessione e di restarci dentro. Poi una certa cosa funzionerà o meno, ma non avrà più importanza perché sentire quella connessione è l’unica cosa che conta. Tutte le altre cose perdono importanza.

REALIZZAZIONE 2 – Avevo ancora inseguito i segnali fuori di me come le lucciole di notte. Credevo che i segnali che mi assicuravano che ero sulla strada giusta venissero de dentro, ma quasi sempre invece di guardare dentro di me io inseguivo segni artificiali fuori di me come il numero 44 o altri tipi di costrutti mentali come “Se A accade ora dopo B, allora DEVE significare qualcosa”. Ebbene, no. Sentitevi dentro perché è molto più semplice di così.

REALIZZAZIONE 3 – Io continuavo a credere in un potere superiore di qualche tipo. Da un lato mettevo energia all’esterno e dall’altro ero molto mentale! Io mi sono sentita molto spirituale per aver intrapreso i sentieri meno battuti della mia vita. Ancora oggi io tendo a prendere le strade alternative, ma ora mi rendo conto che in molti casi stavo ancora inseguendo le lucciole e sentivo di dover raggiungere qualcosa. Ora non lo faccio più, non come prima e sono molto più radicata. Inoltre, mi rendo conto che cercavo di ottenere qualcosa perché avevo paura di essere giudicata dalle altre persone o da un qualche potere superiore. Considerando la mia educazione atea e le mie scelte di vita, questa consapevolezza è stata un po’ una sorpresa. Io non avrei mai chiamato “Dio” un potere superiore di questo tipo, ma le dinamiche energetiche erano proprio le stesse di chi crede in un vecchio Dio esterno. Mi sentivo come se dovessi fare le cose per bene per compiacere quel potere –   o altro –   e ancora peggio io sentivo di dover fare le cose per bene al primo tentativo! Che pressione ho esercitato su di me! Ecco perché anche quando riuscivo a ottenere qualcosa o quando le cose andavano come desideravo io non provavo quasi mai un vero senso di soddisfazione.

REALIZZAZIONE 4 – Io scappavo dalle mie vere sensazioni e le mettevo fuori di me invece di permettermi di sentirle come parte di me. Non ero ancora aperta e onesta al 100% con me stessa. Ora sono molto più permissiva quando si tratta di guardare le mie emozioni invece di scappare o nascondermi da esse. Non è che scappassi e mi nascondessi sempre, ma non posso dire che non sia mai successo. C’erano alcune convinzioni che mi sembravano in qualche modo irraggiungibili e che avevo messo fuori di me perché non osavo farle entrare. Mi sembravano troppo spaventose, ma la cosa buffa è che quando le mettevo fuori di me sembravano molto più forti. Una volta collocate dentro di me, hanno perso il loro potere su di me.

Vi faccio un esempio. Io credevo di dover realizzare qualcosa per guadagnarmi da vivere e se non l’avessi fatto sarei stata giudicata da una forza esterna. Dopo la realizzazione, l’ho interiorizzata come una paura dentro di me. Se non ci sono giudizi esterni, si tratta solo di una paura interna – e fa molto meno paura! Io posso gestirla e permettere l’integrazione molto più facilmente. Anche se la “paura” può sembrare spaventosa, è molto più facile quando è MIA e so che mi appartiene.

Tutto ciò cambia le cose! Una volta che l’ho capito per un problema, è molto più facile vederlo anche in altre parti della mia vita. Arriverei persino a dire che non ho bisogno di sapere quale sia esattamente il problema; il solo fatto di sapere che è tutto dentro di m fa già il suo effetto e potrebbe essere tutto ciò di cui ho bisogno.

REALIZZAZIONE 5 – Mi sono segretamente presa cura degli altri più di quanto avrei mai pensato. Non lo dico in modo compassionevole, ma piuttosto con uno sguardo esterno. In modo molto sottile io sentivo di dover salvare gli altri, di essere responsabile per loro e ciò influenzava le mie azioni in vari modi. Per esempio, io sorridevo a un’altra persona perché sentivo che spettava a me farle vivere una buona giornata, ma soprattutto sentivo che era il mio dovere, anche se non avrei usato queste parole perché non ero consapevole dei sottili meccanismi in gioco dentro di me. Io mi consideravo una persona aperta e amichevole, ma dopo questa esperienza sono ancora aperta e amichevole con gli altri, ma il motivo è cambiato. Ora non è perché devo farlo, ma piuttosto perché lo sono e basta e se non lo sono va bene lo stesso, perché la cosa più importante è che IO viva una buona giornata e se accade io non tolgo nulla a nessun altro.

Grazie a tutte queste realizzazioni, ora forse capite perché ho provato amore per l’esperienza di essere stata truffata. Sì, avevo già sentito tutte quelle cose e ne avevo interiorizzato alcuni pezzi. Ho sentito Adamus e Tobias parlare di quelle cose molte volte, ma sentire qualcosa è una cosa molto diversa dal sentirla e sperimentarla realmente e cosa più importante integrarla nella mia vita. Io mi sento come se quelle fossero le MIE realizzazioni, le sento mie e quindi mi sembrano molto più grandi di qualsiasi messaggio dei Maestri. Sì, io sono grata a me stessa per l’esperienza di aver perso 450 dollari.

Ora vorrei presentarvi il mio nuovo modello di business. Io non vi vendo letteralmente nulla per 450 dollari e beh, tutte le sorprendenti realizzazioni successive sono completamente vostre. Come vi sembra? Microcosmico? Qualcuno è interessato? Oh, non volete perdere 450 dollari per ottenere le vostre realizzazioni? Potete averle gratis? Beh, buon per voi! Forse ora farò lo stesso. 

Quello che voglio dire è PERMETTETEVI DI DIVERTIRVI! Non importa quale sia l’esperienza, voi potete trasformare la merda in oro e più precisamente, in ogni brutta esperienza c’è già dell’oro. Sta solo a voi vederlo, il che è molto facile quando vi rendete conto di essere già connessi con il vostro Sé.

https://magazine.crimsoncircle.com/ giugno2024 tradotto da Gioia Villa

Il Battito del cuore Shaumbra – Jean Tinder

QUESTO

Lo sappiamo, ma un promemoria non fa mai male: Qui e Ora è dove è.

Di recente sono sparita per diversi giorni. Non è stato facile, perché al Crimson Circle sono in corso alcuni grandi progetti (ne sentirete parlare tra qualche settimana) e non mi sembrava il momento giusto per abbandonare il team, ma quella vacanza era stata programmata da diversi mesi e più io ero impegnata, più mi sembrava importante per la mia coerenza interiore. Così, a parte i necessari spostamenti in auto ho trascorso 6 giorni interi immersa nella natura e completamente scollegata dal resto del mondo. È stato un paradiso! Beh, all’inizio sembrava proprio che la coscienza di massa non volesse lasciarmi andare.

Mentre cercavo di uscire dalla città, sull’autostrada c’è stato una specie di problema che ha bloccato il traffico per molti chilometri. Non si muoveva nulla, ma siamo riusciti trovare una strada secondaria attraverso le montagne e abbiamo subito un ritardo di circa un’ora. Poco dopo, dopo una curva, abbiamo visto del fumo nero che usciva dalla carreggiata.

Il traffico si era bloccato intorno a un camioncino e a una roulotte completamente avvolti dalle fiamme! Gli occupanti erano in piedi, lontani e guardavano la loro vacanza andare in fumo. Mentre passavamo con cautela accanto all’inferno sono stata sorpresa dal calore bruciante a 30 metri di distanza e anche attraverso i finestrini chiusi. Mezz’ora dopo c’è stato un altro rallentamento, il terzo incidente della giornata! Sembrava che nessuno fosse gravemente ferito, ma la corsia era bloccata da un veicolo accartocciato contro il guardrail. Poi ho visto l’auto davanti a noi fermarsi di lato e un giovane scendere e iniziare a correre verso il relitto. Un giovane che si trovava accanto all’auto distrutta si è girato verso di lui e hanno dato vita a una scena commovente mentre si abbracciavano ferocemente, ovviamente sollevati dal fatto che tutti stavano bene.

Grati per il fatto che nessuno di quegli incidenti ci avesse coinvolto direttamente abbiamo proseguito riflettendo sulla strana sensazione di trovarsi di fronte a così tanti incidenti. Alla fine le distrazioni si sono affievolite e il resto del viaggio si è svolto in modo fluido e piacevole. A quanto pare, finalmente la coscienza di massa ci aveva lasciato andare.

Mi è sempre piaciuto andare in campeggio, godermi i panorami e i suoni della natura e stare fuori casa. Spero sempre di trovare un posto con molto spazio tra me e gli altri campeggiatori e lontano da generatori e camper rumorosi. Quando il tempo è bello tutti vogliono stare all’aperto, ma un numero sorprendente di persone ama portare con sé le comodità moderne (cosa che non capisco, ma non importa). Ad ogni modo, non molto tempo fa ho imparato a conoscere il “campeggio libero” che negli Stati Uniti permette alle persone di accamparsi in aree non sviluppate del territorio pubblico in base al principio “primo arrivato, primo servito”. Se si trova un posto disponibile si può rimanere gratuitamente per un massimo di due settimane a condizione che si rispettino le linee guida del Non Lasciate Tracce. Il campeggio disperso è “primitivo”, vale a dire che non ci sono servizi igienici o acqua e quindi è necessario arrivare preparati.

Prima di partire avevamo individuato alcune aree di campeggio libero nei pressi dello Zion National Park e dopo aver guidato per molte ore abbiamo iniziato a esplorare le opzioni. Alcuni siti erano già occupati e altri non avevano la vista che desideravamo. Grazie al mio fidato SUV a trazione integrale ci siamo insinuati tra massi e fossati alla ricerca del posto giusto finché all’improvviso… eccolo!

Un panorama grandioso a perdita d’occhio. Nessuna vista o suono di umanità per chilometri e pochi passi dal bordo della mesa, dove le scogliere scendevano per decine o centinaia di metri, a seconda di dove si guardava. Un cielo aperto in tutte le direzioni. Era perfetto.

I giorni successivi sono stati dedicati alle escursioni e all’esplorazione di quell’incredibile maestosità. Valli con “giardini sospesi” di felci e piante da fiore che si aggrappano alle pareti rocciose dove l’acqua filtra, canyon a fessura con pareti imponenti e scolpite che mostrano le opere d’arte realizzate da Gaia nel corso di miliardi di anni. Alte pareti rocciose del deserto segnate da antichi graffiti di popoli nativi di migliaia di anni fa. Edifici naturali così enormi da disorientare ed evocare la sensazione di un disegno soprannaturale. Sentieri lungo ruscelli e cascate, attraverso foreste verdeggianti e deserti sabbiosi. In altre parole, ovunque ci girassimo l’unica cosa da fare era osservare l’incredibile bellezza rigenerante della natura.

La sera tornavamo al campeggio più grandioso di sempre, preparavamo i pasti su un piccolo fornello da campo, accendevamo il fuoco per ore e ci addormentavamo sotto la luna luminosa e le stelle infinite. Al mattino ci svegliavamo circondati da allegri richiami di uccelli e caffè alla mano penzolavamo con i piedi oltre il bordo della mesa guardando le montagne illuminarsi alla luce del mattino. La mia mente si rilassava e il mio essere si espandeva nel costante senso di stupore e meraviglia.

È stata una sensazione assolutamente meravigliosa e non è passata mai un’ora senza che io dicessi: “Voglio ricordarmi di questo! Voglio portarlo con me e poter rivedere questa sensazione quando sono alle prese con una scadenza o con progetti tecnici. Non voglio perdermela!”. Poi mi ricordavo di dimenticare il futuro e di essere qui e ora, respirando e sperimentando la meraviglia perché io non posso mai portare con me ciò che non ricevo in pieno nel momento.

Naturalmente, alla fine sono tornata un po’ a malincuore, al solito flusso di lavoro e di vita. Ci sono già state molte volte in cui ho potuto fermarmi, fare un respiro, ricordare e rivisitare quei momenti di meraviglia e sapete una cosa? È proprio qui e proprio ora! Le sensazioni, i suoni, l’aria, la grandezza e il ringiovanimento – li ho portati tutti con me. Com’è possibile? Come posso ancora sentirlo quando sono a centinaia di chilometri e a molti giorni di distanza?

Quando sono fortunata – o, diciamo quando permetto di più – ci sono momenti come questo in cui le cose che Adamus ci ha raccontato riescono a convergere nella vita reale. Per esempio, ha parlato molto di come ricevere la nostra energia e lasciare che ci serva e ultimamente ha anche detto che tutto è proprio qui, nel momento Ora e non nel “passato” o nel “futuro” – è una teoria interessante finché non la si sperimenta davvero.

La natura della vita umana è la concentrazione e certamente è più facile concentrare la mia attenzione su ciò che mi circonda piuttosto che su un ricordo mentale di un altro luogo e di un altro tempo, ma se è tutto nel momento Ora ed è tutta la mia energia e – cosa molto importante – se io l’ho ricevuta tutta, allora non c’è nulla che m’impedisca di essere dove voglio e quando voglio! Con un solo respiro io sono di nuovo a bocca aperta sul bordo di una scogliera. Con il respiro successivo, il vento tra i capelli mentre pedalo su una e-bike lungo il fiume di uno splendido canyon. Poi mi ritrovo a fissare il fuoco del campeggio, con la mente beatamente in pausa, circondata dal nulla che trabocca di vita.

Ahh… è qui che voglio essere.

In questo giorno, in questo momento Ora io ho anche del lavoro da fare e delle scadenze da rispettare, un articolo da scrivere e delle faccende domestiche da completare e ciò significa che anche QUESTO è il posto in cui voglio essere.

In altre parole QUESTO –   proprio qui, proprio ora, ovunque e in qualsiasi momento appaia –   è tutto me, è tutto dentro di me, è tutto intorno a me ed è tutta la mia energia. Poiché è tutto mio io posso evocare, rivolgermi e godere di ogni momento che desidero. Io posso anche rilasciare tutto ciò a cui non voglio prestare attenzione.

Certo, io sono ancora sulla Terra, in un corpo e nella coscienza di massa e quindi ci sono alcune cose che sembrano meno flessibili di altre, ma dipende da me se ricevere quest’esperienza o combatterla, se viverla in pieno o allontanarla. Forse nella mia energia la resistenza è una specie di calamita che riporta qualcosa indietro ancora e ancora finché non le è permesso di tornare al suo posto, nel regno del suo creatore.

Il fatto di ricevere è ciò che rende tutto mio. Respingere le cose indesiderate non le tiene lontane dalla mia esperienza, ma attiva solo un conflitto interiore e trattenerle non le tiene con me più di quanto io possa trattenere il vento. Invece ricevere ogni momento – respirarlo dentro di me e sentirne ogni sfumatura – in qualche modo riempie questo spazio, questo momento, questo momento Ora e mi rende possibile rivisitare e rivedere ogni momento secondo il mio desiderio.

Io non ho bisogno di fare 500 miglia per la mia dose quotidiana di stupore e ringiovanimento. È proprio qui e proprio ora. È QUESTO.