Novembre 2015

PAZZI PER LA COSCIENZA

Geoffrey Hoppe

In base a quasi tutti i canoni, voi e io siamo pazzi. Io in particolare a causa del lavoro che faccio, ma voi mi seguite a ruota. La diagnosi clinica per tutti noi potrebbe ricadere nella seguente categoria: delirio, delirante.

(Oh Mio Dio! Ho appena consultato Wikipedia per controllare se la mia scelta della parola delirante era giusta per questo articolo e secondo Wikipedia io sono davvero delirante! Io scherzavo mentre scrivevo quella parola, ma l’articolo afferma: Allucinazioni Bizzarre: le allucinazioni sono considerate bizzarre se non vengono capite dagli appartenenti alla stessa cultura e non derivano dalle esperienze della vita quotidiana. Con le allucinazioni più elaborate, colui che ne soffre non ha cognizione della sua perdita di contatto con la realtà e infatti un individuo è convinto di avere poteri speciali, talenti o abilità. A volte l’individuo può davvero credere di essere una persona o un personaggio famoso) (Nota dell’autore. Mi chiedo: chi crede di canalizzare una famosa persona morta può ricadere nella descrizione di delirante?)

Ora che ho avuto questa piccola rivelazione relativa alla natura della mia personalità – e della vostra – per favore lasciatemi proseguire l’articolo che sto scrivendo in aereo e penso che la signora anziana seduta dietro di me stia leggendo sopra le mie spalle. “Henry,” sussurra al marito che dorme, “quell’uomo dice di essere delirante. Dovrei chiamare l’assistente di volo?” No, signora, smetta di leggere sopra le mie spalle perché se continuerà a leggere l’articolo,  forse sverrà.

Abbiamo una missione speciale, voi ed io. Si chiama portare in vita la coscienza e riguarda capire la natura della coscienza – che è la vita stessa – e permetterla nelle nostre esperienze quotidiane. Non riguarda salvare la signora seduta dietro di me e che ha appena dato un calcio ad Henry.  Si tratta di rivelare il più grande mistero del nostro tempo: la coscienza è la base di tutto. Non è scienza, ma nei prossimi anni influenzerà la scienza. Non è religione né spiritualità, ma durante le nostre vite altererà la natura di entrambe. Non è neppure pensiero o cognizione e il problema è proprio qui. Che cos’è questa cosa che chiamiamo coscienza? Cos’ha che fare con l’illuminazione? Non siamo qui per illuminarci? Non è per questo che tutti noi ci siamo incarnati in questo momento molto speciale?

Tutti noi abbiamo imparato a pensare e ad agire in modo lineare e alcuni di voi sono diventati piuttosto bravi e hanno ottenuto diplomi universitari davvero impressionanti e sono diventati medici o uomini d’affari o terapisti o insegnanti o artisti e scrittori. Noi abbiamo imparato il gioco e l’abbiamo giocato bene ma per tutto questo tempo – per tutto questo maledetto tempo – sapevamo che c’era qualcos’altro. Non sapevamo cosa fosse, non sapevamo come descriverlo e non ci fidavamo di ciò che sapevamo. Lo sapevamo e basta.

Oh cielo, tutto ciò ci ha portato ad anni di frustrazione e depressione e angoscia e rabbia e dubbio! Ci ha fatto fuori l’energia! Quante lacrime abbiamo versato a causa di tutto ciò? Per quanti giorni non siamo riusciti a restare tra le persone normali perché non ci adattavamo al loro mondo e non avevamo ancora realizzato il nostro nuovo mondo? Come ci sarebbe piaciuto che ci fosse un bottone da schiacciare per eliminare il chiacchiericcio continuo della mente umana e poter sentire davvero le nostre sensazioni e la nostra verità!

Tutto gira intorno alla coscienza. Mentre molte persone orientate verso la spiritualità combattono per la pace della mente e per restare in comunione con il cosmo, per noi tutto gira intorno alla coscienza. Alla consapevolezza. Alla realizzazione. Al risveglio. Secondo Adamus, la coscienza ha dato vita al cielo e alla terra e dà forma al nostro mondo fisico e in tutta la creazione è presente in ogni dimensione. La coscienza non contiene energia né forza, quindi è impossibile rilevarla con i nostri attuali sistemi di misurazione… eppure è La Sorgente.

La mia sfida è stata superare il pensiero mentale ed entrare nella pura coscienza. Sono colpevole perché cerco di usare la mente per entrare nella coscienza, ma dopo anni di tentativi sono arrivato alla conclusione che non funziona perché l’unico risultato che ho ottenuto sono stati altri pensieri mentali di cui ho già abbastanza abbondanza. Ho cercato di “sentire” come entrare nella coscienza semplicemente “sensando” la mia realtà, ma è un po’ come stare in piedi su una pila di scatole di cartone che cadono non appena aggiungi la seconda e la terza fila. Mi sembrava di non riuscire a superare i pensieri della mente.

Eppure io ho un sapere interiore che riguarda la mia coscienza e quando non cerco di pensarci sopra lei è presente, invece quando ci penso sopra lei se ne va.  È un po’ come vedere gli scoppi di luce bianca o blu all’esterno dell’angolo dell’occhio. Una volta Tobias mi disse che quella era la coscienza e che poteva essere la mia o quella di un’entità vicina a me ma nel momento in cui la guardo, le luci scompaiono. È davvero frustrante! Io voglio vederle chiaramente con gli occhi, ma la mente si mette di mezzo e poi sembra proprio che sparisca. Accidenti alla mente!

La coscienza pura, senza l’interferenza da parte della mia mente sembra arrivare quando meno me l’aspetto. La mia esperienza più recente è accaduta una mattina al seminario de La Soglia in Canada. La mattina presto sono uscito per osservare il sole che sorgeva sopra le montagne. Era una mattina chiara e davvero gloriosa e naturalmente avrei pensato a che bella mattina era, ma stavolta mi sono seduto sulla panchina del parco, ho fatto un respiro profondo e mi sono reso conto di essere nella pura coscienza. Non stavo definendo né pensando al momento. Non pensavo a quanto il cielo fosse chiaro e a come la temperatura fosse perfetta e che intorno a me non c’era nessuno. “Ero” e basta. Nulla importava se non quel momento e in quel momento io ero del tutto libero e chiaro. Non è stata un’esperienza di “pace della mente” perché non c’era alcuna attività mentale, ma piuttosto una consapevolezza di tutto e di nulla nello stesso momento.

Più tardi mi sono reso conto che la pura coscienza è sempre presente, ma io non me ne rendo conto perché sono troppo occupato a cercare di definire ciò che accade dentro o intorno a me. Io cerco addirittura di definire la coscienza, ma è se la Sorgente di tutto non c’è alcun bisogno né alcuna ragione per definirla. La definizione è mentale e blocca immediatamente la realizzazione della coscienza che è sempre presente, sempre e non la si può inserire in costrutti cognitivi. Nel momento in cui diventiamo mentali con la coscienza, essa non è più coscienza e diventa solo “pensiero” sulla coscienza.

Ora passiamo alla cosa “da pazzi”: è da pazzi “permettere” qualcosa di non quantificabile come la coscienza, almeno secondo le regole umane tradizionali. Mentre credere con la mente a Dio e agli angeli si considera una cosa buona perché anche molte altre persone lo fanno, permettere il nostro sapere interiore di qualcosa “di più” (la coscienza) è considerato delirante perché non arriva dalla mente. Infatti la mente è un’espressione della coscienza e non il contrario. Nel momento in cui la mente cerca di definire la coscienza, lei è sempre presente ma sembra scomparire non appena viene coinvolta la mente (dietro di me la signora anziana sussurra al marito che dorme, “Henry, lui non crede a Dio! Crede in qualcosa che chiama Coscienza.”)

Bisogna fare un gran salto nella fiducia dentro di sé per superare il modo di pensare tradizionale e passare nella coscienza. Alcuni direbbero che è da pazzi, altri che è solo fantasia ma durante questa nostra vita molto probabilmente arriverà il giorno in cui il mondo riconoscerà la presenza di “qualcosa” che supera di molto la mente. I fisici e gli scienziati scopriranno un nuovo fattore che fa sì che la luce, l’energia e le particelle agiscano e reagiscano. Naturalmente ci saranno grandi discussioni su cos’è questo fattore e da dove viene. Alcuni lo chiameranno Dio, altri diranno che viene dagli alieni e altri ancora diranno che è energia oscura. Noi, invece, sappiamo che tutto gira intorno alla coscienza e ci renderemo conto che in tutti quegli anni in cui eravamo pazzi o deliranti o fantasticavamo riguardavano l’essere all’avanguardia per quanto riguarda una delle più grandi rivelazioni di sempre: la Coscienza.

Sento i motori dell’aereo che rullano mentre iniziamo la nostra discesa verso l’aeroporto di Denver. Mi giro per vedere come stanno la vecchia signora ed Henry e vedo che la signora dorme con la testa appoggiata alla spalla di lui e con la bocca aperta. La coscienza ha un modo divertente di mettere al tappeto le persone, perché la mente non riesce proprio a sondarla. Tra qualche minuto la signora si sveglierà e avrà dimenticato del tutto ciò che ha detto sopra la mia spalla. Forse si sentirà leggermente disorientata e non ricorderà i sogni che ha fatto durante il suo sonnellino e cercherà di ricrearli concentrandosi mentalmente. Lei, come moltissimi altri, continuerà ad essere inconscia della coscienza, ma qualcosa di profondo dentro di lei si è risvegliato e non potrà mai più riaddormentarsi finché non si realizzerà.

ANTI-GRAVITA’

Jean Tinder

Di recente mi hanno coinvolto in una conversazione sul fare le scelte. Come scegli esattamente di amarti? Come scegli l’abbondanza? Cavoli, come scegli la vita? Questo non è un problema se sei già ricco, ti godi la vita e adori la persona che vedi allo specchio; è facile “scegliere” ciò che hai già e non è così? Come scegli l’abbondanza partendo da una vita fatta di mancanza? Come scegli la vita quando in realtà non ti piace? Come scegli l’autoamore quando tutto ciò che riesci a vedere sono i tuoi difetti? Si può fare, ma forse non nel modo in cui pensiamo noi.

Qualche anno ebbi l’occasione di re-inventare una relazione che non era andata come volevo io. Erano accadute alcune cose dolorose ed io ero delusa, diffidente e in qualche modo rancorosa ma il cambiamento era nell’aria e io mi sentivo a un punto di scelta: rimuginare sul passato o lasciarlo e creare qualcosa di nuovo. Ogni tendenza del mio sé umano mi spingeva verso il passato per assicurarmi che l’altra persona sapesse quanto male mi aveva fatto; avrei tenuto alta la guardia pronta per la prossima delusione. Quella tattica, però mi avrebbe tenuta separata da ciò che volevo davvero e cioè un inizio del tutto nuovo. A quel punto sentì un’altra parte di me che mi offriva qualcosa di nuovo, una scelta diversa quindi feci un respiro molto profondo e lasciai andare tutto.

L’energia cambiò all’istante. Una parte di me era ancora delusa e aveva paura di essere ferita di nuovo e voleva mantenere attiva la battaglia e io continuavo a non scegliere quella parte ma c’era anche qualcos’altro, qualcosa di nuovo. Era fresco, un po’ estraneo ma anche stranamente familiare e di colpo trovai lo spazio interiore per creare il tipo di relazione che volevo davvero. La vecchia programmazione era ancora lì, ma ora io sentivo anche altre opzioni.

Perché condivido questa storia? Prima di tutto perché il mio sé della vecchia relazione non voleva mollare e non sapeva come mollare; poi ho imparato che non puoi scegliere qualcosa di “nuovo” se parti dal “vecchio”. In altre parole, se cerchi di fare una scelta a favore della vita partendo dal vecchio sé umano che in realtà la vita non la vuole, sarà una scelta falsa. Se pensi che dovresti amarti ma lo scegli partendo dalla parte di te che vede solo i tuoi difetti, ciò diventerà solo un’altra cosa che non hai fatto bene.

Ecco perché Adamus dice che l’illuminazione non dipende dall’umano. Voi non potete scegliere qualcosa “di più” partendo dalla coscienza del “meno” ma ecco che cosa potete fare: invece di cercare di portare il vostro piccolo sé umano a volere qualcosa di diverso da ciò che vuole, alleggeritevi un attimo ed espandetevi e solo così potrete sentire ciò che vuole un’altra parte di voi. Per esempio, c’è una parte della vostra anima che assapora ogni singolo momento della vita in un corpo fisico, che sia buona o cattiva, difficile o facile, ricca o povera. Se riuscite a permettervi di sentire quella parte, anche solo per un po’ la scelta di vivere vi arriverà in modo più libero e sarà vera, reale. In altre parole, permettete che la parte di voi che si porta dietro il potenziale appagato si faccia avanti e lasciate che sia lei a fare la scelta.

Un’altra ragione per cui ho condiviso questa storia è perché si lega alla gravità di cui Adamus ha parlato di recente quando ci ha spiegato che poiché il Tempospazio si muove attraverso di noi si crea una “gravità“ che mantiene al suo posto i pensieri, sistemi di credenza e la realtà. Alcune altre parole che mi aiutano a capire la gravità sono “inerzia” e “programmazione”. Quando qualcosa è rimasta per un po’ in un certo modo – intendo dire per giorni, anmi e generazioni –  tende a perpetuarsi e così domani diventa molto simile ad oggi. La gravità della coscienza continua a farci ripetere sempre gli stessi vecchi modelli e quindi facciamo le stesse vecchie scelte partendo dalle nostre vecchie parti di noi. È proprio questo che ci porta a non voler abbandonare il passato; è ciò che continua a farci pensare che il fato o gli angeli o Dio o le tempeste solari o Mercurio o l’inverno o qualcos’altro c’impongano dei limiti.

Come cambiamo? Come facciamo le vere scelte? Come possiamo scappare dalla gravità di eoni di programmazione? Lasciamo andare, permettiamo il cambiamento e proseguiamo senza potere.

Anni fa Tobias condivise con noi qualcosa che mi rimase dentro. Nel marzo 2006 disse: “Voi siete davvero portati a fare le cose sempre nello stesso modo, di continuo, ogni giorno e non ne siete neppure consapevoli. Fate ogni giorno qualcosa in un modo diverso. Per andare in ufficio usate una strada diversa. Cambiate le vostre abitudini del mattino. Cambiate la vostra routine in ufficio e anche la vostra dieta. Ogni giorno scegliete qualcosa di diverso e fatelo in modo diverso; ciò vi aiuterà a capire come voi create le abitudini e le ripetizioni. Anche queste cose vi mantengono attaccati al Campo.”

A quel tempo mi domandai, “Perché dovremmo fare qualcosa di diverso solo per essere diversi?” ma ora che Adamus ci ha spiegato la fisica, ciò ha molto più senso. Qui si tratta di uscire dalla gravità dei nostri vecchi modelli perché se rimaniamo attaccati a come abbiamo sempre fatto, come potrà mai cambiare qualcosa? Se noi invece permettiamo la possibilità di qualcosa di diverso, di nuovi potenziali da una parte del tutto diversa del sé, allora diventa una vera scelta e non lo stesso vecchio sé che cerca di spingersi verso qualcosa di nuovo.

È qui che entra in gioco il “vivere senza potere.” Diciamo che io voglio scegliere l’abbondanza. Il modo normale di procedere è considerare tutta la mancanza presente nella mia vita, preoccuparmene, andare un po’ in panico e decidere che qualcosa deve cambiare. Poi potrei cercare un altro lavoro, comprare qualche biglietto della lotteria o cominciare a usare gli sconti e risparmiare. Cos’altro posso fare se sono bloccata nella gravità della coscienza della mancanza? Quella gravità mantiene la situazione attuale così com’è e questo è tutto ciò che vedo. Poi lavoro per risolvere il problema e cerco di far sì che qualcosa sia diverso allo stesso livello a cui l’ho creato e ciò significa che sto usando il potere per spingere la vita. Io cerco di muovere le cose intorno a me per ottenere un risultato diverso piuttosto che modificare il programma che fin dall’inizio ha creato tutto ciò.

Certo, potrei avere un approccio da Maestro, prendere nota delle mie scelte (come ha fatto nella situazione che ho descritto) e accettarne l’assoluta responsabilità cioè, “L’ho creato io.”  Forse non riesco a capire come l’ho creato, ma accettarne la responsabilità mi apre al mio Sé creatore che ha sempre qualche altra opzione, altri potenziali e altre versioni di me. A quel punto la domanda diventa: quale versione di me permetterò? Permetterò i cambiamenti che ne derivano?

Il cambiamento non riguarda rendermi diverso o fare azioni diverse perché quelle verranno naturalmente come risultato della nuova scienza. Il cambiamento di cui parlo è un senso del sé del tutto diverso, è quasi permettersi che esista un’altra versione di me e che abiti il mio corpo. Ciò non annulla assolutamente ciò che c’era prima; qui si tratta piuttosto della “e” e di portare dentro un sé che ha già fatto la scelta.

È difficile trovare le parole giuste per spiegarlo, ma io spero proprio che riusciate a sentire ciò che dico perché per me è stata una vera rivelazione. Quando permetto che una nuova versione di me entri, ciò cambia tutto e all’inizio lo fa in modo sottile. La nuova versione di me non è bloccata nella gravità delle vecchie scelte e non incolpa niente e nessuno – perché questo non farebbe altro che rinforzare la gravità – ma piuttosto galleggia senza peso sopra i problemi del “vecchio” sé e a quel punto posso rilassarmi e sapere che una nuova parte di me si sta facendo avanti, una parte che ha già fatto la scelta. Tutto ciò che devo fare è permetterle di esistere nella mia realtà. Non ho bisogno di conoscere i dettagli perché essi si sistemeranno da soli. Ho solo bisogno di uscire dalle mie vecchie abitudini mentali e permettere che scivolino via per essere sostituiti da qualcosa di nuovo. Io non devo forzare né usare il potere sul mio sé e sulla mia vita. Accade e basta perché la scelta è già stata fatta a un livello di me del tutto diverso. Ora posso solo permettere che sia così.

La radianza del mio sé senza peso (non gravità) è come un magnete che attira i potenziali perfetti dopodiché io devo solo ballare con loro e sì, la gravità continuerà a toccarmi per un po’. È l’inerzia delle vecchie abitudini, è la programmazione che ho messo in atto e che tenderà a riportarmi per un po’ al punto di partenza… ma se io continuo a concentrare la mia attenzione su questa nuova parte di me, molto presto SARA’ me. Non è più solo una parte, ma diventa la mia esperienza.

Riuscite ad immaginare tutti diversi modi per applicarla nella vostra vita? Se volete amarvi ma incontrate difficoltà a farlo, portate dentro la parte che già vi ama perché è già lì nel vostro “E” quindi permettetela nella vostra esperienza. Esiste una parte di boi che è già abbondante, che ha già fatto la scelta per ciò che volete quindi permettete che si faccia avanti e poi – è un punto importante – ignorate la tentazione gravitazionale di scivolare nei vecchi modi e nei vecchi pensieri. Io credo che permettere questi cambiamenti interiori e permettere che altre versioni del nostro sé si facciano avanti è il segreto antigravitazionale per volare liberi.

Oh, ancora una cosa. Non “provateci” per poi aspettarvi una prova per vedere se ha “funzionato.” Proprio l’azione di vedere le cose dalla vecchia prospettiva significa che ci siete ancora dentro. Considerate piuttosto la sensazione che quella nuova versione provoca dentro di voi. Sentite il sé che già si ama, che già è abbondante e pieno di gioia eccetera eccetera e quando lo trovate allora la “prova” non sarà più importante e un giorno vi renderete conto che c’è sempre stata.